Nuovi trasformatori per L’Euridice e non solo – Trasformatori d’uscita SE per piccoli segnali.

Ormai 10 anni fà costruivo questo esemplare di preamplificatore Euridice con una coppia di PC88. Allora otteni una banda passante di 30Hz/65Khz con una attenuazione di -3dB circa, considerando che erano i primi trasformatori che avvolgevo e non avevo a disposizione tutti gli strumenti di cui dispongo oggi poteva andare bene. Mi fa ridere pensare che facevo le analisi di spettro con la scheda sonora di un vecchio PC e misuravo la banda passante a occhio semplicemente con l’oscilloscopio + generatore di fuzioni.

Recentemente un cliente mi ha chiesto se gli facevo una coppia di trasformatori per utilizzare delle PC88 in single ended ho quindi riesumato il calcolo del vecchio trasformatore I10K600A per utilizzarlo come punto di partenza dal quale derivare un nuovo trasformatore che possa soddisfare le mie pretese attuali di perfezione dove la attenuazione in basso deve essere massimo -1dB a 20hz e deve coprire tutta la banda udibile. Essendo un trasformatore da utilizzare in un circuito zero feedback non è strettamente necessario che la banda in alto si allunghi molto oltre i 20khz, cioè se viene ancora meglio, ma se non viene non ha importanza in questo caso.

In questo articolo voglio presentare un mio trasformatore interstadio di nuova generazione che si adatta ad un certo numero di valvole oltre la PC88 e al contempo mostrare qualche esempio pratico sulla relazione tra induttanza primaria di un trasformatore e la sua risposta in frequenza nei confronti della resistenza interna della valvola. Cosa di cui ho già parlato con soli esempi teorici nell’articolo “Come nasce un trasformatore SB-LAB“. Sarà quindi possibile osservare come appunto a parità di trasformatore e corrente di bias cambiando tipo di valvola cambia anche il comportamento del trasformatore. Giusto per ribadire ancora una volta che non importa la sola impedenza primaria, ma ogni valvola avrebbe bisogno di un trasformatore specifico (o quasi), alla faccia di quelli che ancora oggi voglio vendere un trasformatore che va bene (a detta loro) sia per una EL34 che per una 300B.

Lascio ora spazio all’articolo storico, risalente al 2013. Sotto ad esso continuerò con la presentazione del nuovo trasformatore…


Preamplificatore a trasformatori “Ispirato Euridice”

Ho costruito questo preamplificatore a trasformatori sulla base dello schema Euridice di Ciro Marzio apparso su CHF numero 26, privato però della sezione phono e con la sezione di alimentazione ricalcolata con sole 2 induttanze da 20H, visto l’alto costo delle 5842 e la difficoltà nel reperirle matchate ho ripiegato sulle PC88 come suggerisce anche l’articolo originale (6DL4 = EC88). Ho pensato di non polarizzare le valvole in selfbias con resistenza e condensatore ma polarizzarla con in semplice LED Rosso che ha una caduta di tensione perfetta per polarizzare questa valvola, in questo modo si evitano colorature dovute alla reattanza capacitiva del condensatore e si fa suonare la valvola come se fosse polarizzata a bios fisso, è comunque sempre possibile adottare il metodo classico con la resistenza, in questo caso è necessario utilizzare un condensatore elettrolitico di buona qualità ed eventualmente bypassarlo con un polipropilene da 1uF. Sarà comunque possibile utilizzare la 5842 eliminando la resistenza di caduta in serie al filamento, è possibile inoltre utilizzare anche le PC86 e sempre eliminando la resistenza sul filamento anche le EC88, le EC86 e anche le EC8010. Come raddrizzamento ho utilizzato una comune ed efficacissima 6X5GT che è del tutto sufficiente ad alimentare le 2 valvoline, nelle vecchie foto qui sotto vedrete una 5Y3GT ma è sovradimensionata quindi nell’aggiornare questo articolo ho indicato l’uso appunto della 6X5GT come valvola più affine al tipo di circuito da alimentare, anche la 6X4 è utilizzabile (cambia solo lo zoccolo)

Lo schema premium qui sotto

Nonostante su internet si veda gente realizzare questo preamplificatore su 2 o addirittura 4 telai, separando alimentazioni e parte audio fidatevi se vi dico che è uno spreco di risorse assolutamente inutile, la costruzione dell’oggetto è molto semplice esattamente come è semplice e banale il circuito adottato, si può costruire tutto in un’unico telaio basta porre un minimo di attenzione nel girare di 90 gradi il trasformatore di alimentazione e tutto funzionerà perfettamente e senza ronzii e senza pregiudicare la qualità del risultato sonoro finale. L’alimentazione dei filamenti in continua serve solo se si realizza l’ingresso phono, lo stadio linea può essere alimentato tranquillamente con i filamenti in alternata.

Nonostante non siano state sostituite le PC88 con le EC8010 devo riferire che, all’ascolto, i bassi sono ben presenti, si avverte un globale miglioramento timbrico con incremento della dinamica. Distorsione e rumore di fondo assolutamente inavvertibili.

DSCN4812

Dati tecnici:

Guadagno in tensione: fattore 8
Banda Passante: 30Hz ~ 65khz -3b (con i trasformatori che ho realizzato è possibile portare la banda passante sotto i 20Hz usando la EC8010 al posto della PC88).
Distorsione THD: inferiore allo 0,1% con un livello di uscita pari ad una linea standard

Completamente privo di Negative Feed Back

L’analisi di spettro

Rumore di fondo dello strumento di misura -108db, THD misurata 0,0468%, seconda armonica a -30dB.


Nella foto sotto il campione funzionante (dopo 3 tentativi) di I10k600B.

Qui durante i test dove ho usato sia l’alimentatore PS-305D modificato che l’alimentatore anodico stabilizzato a valvole.

Nella tabella sotto riporto i grafici di risposta in frequenza del trasformatore con varie valvole, la costante durante le misure è la tensione di 250volt e ho impostato una resistenza che polarizzasse la valvola a circa 5mA di bias. Il segnale in ingresso è stato variato per ottenere in uscita sempre una tensione di 8Vpp su carico da 600ohm posto al secondario del trasformatore.

EC88 / PC88 / 6DL4 / 4DL4
Ri = 4800 ohm

EC86 / PC86 / 6CM4 / 4CM4
Ri = 5600 ohm

ECC88 / PCC88 / 6DJ8
Ri = 2600 ohm

Rispetto la EC88 ed EC86 si nota un leggero miglioramento della risposta in basso per via della sua resistenza interna inferiore.

ECC82 / 12AU7
Ri = 7700 ohm

Per via della sua resistenza interna superiore alle precedenti valvole misurate si osserva una diminuzione della banda passante sia in basso che in alto nel grafico pur restando una risposta in frequenza del tutto accettabile.

6211
Ri = 7800 ohm

Questo è un caso curioso, la 6211 è una valvola da computer, creata per avere una lunga vita di 10.000 ore e di resistere in condizione di cut-off per lunghi periodi, nonostante sia essenzialmente una ECC82 compatibile e venga dichiarato nel datasheet una Ri appena superiore a quella delle ECC82 classiche mostra ugualmente una risposta in più estesa rispetto quella della ECC82, molto vicina alla EC86. Probabilmente l’esemplare che ho utilizzato era bello arzillo e la sua Ri reale era inferiore a quella di targa, appena ho tempo voglio acquisire le curve e paragonarle a quelle della ECC82 comune. Resta che comunque queste valvole (equivalenti ECC82 per usi speciali) spesso danno buoni risultati strumentali anche se c’è da star attenti al fattore di microfonicità che potrebbe essere un tallone di achille sopratutto per le valvole nate per uso nei computer.

ECC81 / 12AT7
Ri = 11k ohm

La ECC81 è offlimits, la sua resistenza interna di 11Kohm è troppo alta per questo trasformatore, come si vede la risposta in frequenza che mostra con questa valvola degrada fino a 20Hz/20khz -2dB. Forse ancora meglio di tanta roba che si compra in giro ma dal mio punto di vista un risultato misero. Per realizzare un trasformatore che possa funzionare con questa valvola sarebbe necessario un nucleo più abbondante e un maggior numero di spire di rame per aumentare l’induttanza primaria e recuperare in basso, bisognerebbe poi adottare misure per diminuire moltissimo le capacità interne. Rispetto questo sarebbe un trasformatore più grosso con maggiori dispersioni, una resistenza DC degli avvolgimenti superiore, un minore accoppiamento tra gli avvolgimenti etc. In linea generale un trasformatore con più compromessi. Si potrebbe però ancora usare collegando le 2 sezioni in parallelo purchè le si polarizzi per non più di 5/6mA in totale, con una Ri combinata di 5500ohm la risposta del trasformatore dovrebbe risalire ai livelli della EC88/EC86.

6SN7
Ri = 7700 ohm

A parità di Ri si osserva un comportamento del tutto uguale alla ECC82 comune. Questo grafico vale anche per le 6J5.

Questo trasformatore può essere usato quindi con tutti i triodi che abbiano una Ri pari o inferiore a 7800 ohm, cito anche 6CG7 / 6FQ7 / 12BH7 / 5814 / 6N1P / 2C51 / ECC84 / 6CW7 / 6GK5 / 6FQ5 / EC97 PC97 / 6FY5 / 4FY5 / EC8010, è possibile parallelare le sezioni di altre valvole con Ri superiore purchè non si accedano troppo i 5/6mA di corrente DC.

Specifiche del trasformatore:

Impedenza  primaria 10k, due secondari da 300ohm che possono essere usati separatamente e caricati con 300ohm ciascuno, oppure posti in serie a formare un secondario da 600 ohm con presa centrale, oppure posti in parallelo e caricati con 150ohm. L’induttanza primaria del trasformatore è di 70Henry mentre l’induttanza dispersa di 38mH. La resistenza del primario è di 610 ohm. Potenza nominale 200mW, corrente massima nominale 7mA. Li fornisco in resina per una questione tecnica dovuta alla necessità di assicurare e mantenere l’assoluto serraggio del traferro che non deve potersi muovere nemmeno di 1 micron, codizione che non è possibile soddisfare con calotte o fascette.

Dimensioni alla base 77x71mm altezza 95mm. Su richesta posso creare varianti con diverse impedenze secondarie, questo trasformatore può essere usato in preamplificatori linea con uscita sia bilanciata che sbilanciata, come trasformatori interstadio e come trasformatori per amplificatori da cuffie. Chi fosse interessato all’acquisto può chiedermi un preventivo contattandomi da qui –> clicca <–

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3 risposte a Nuovi trasformatori per L’Euridice e non solo – Trasformatori d’uscita SE per piccoli segnali.

  • Ringrazio per la pazienza e professionalità, il Sign. Stefano Bianchini. Ho potuto realizzare attorno a queste valvole PC88 che tenevo in garage da molti anni, un preamplificatore che mi ricorda tanto, il mio vecchio e ingombrante pre con le 211, realizzato oltre venti anni fà ( forse si trova ancora qualcosa in rete). Trasformatori che sono oltre molto belli da vedere, ma sopratutto da ascoltare. Progettati e realizzati per questo scopo, dimostrano la capacità e disponibilità professionale del Sign. Bianchini, nel soddisfare le mie richieste, ottenendo poi dei risultati all’ascolto sublimi.

  • ti ho risposto via email, appena ho un’attimo ti calcolo un trasformatore apposta

  • Ciao. Sto cercando in rete uno schema linea pre a trasfo di uscita, e ho visto il tuo, ma vorrei usare come triodo la 6gk5, visto che ne ho una decina diverse della rca. Vorrei domandarti, se , a parte la piedinatura, e filamento, questi trasformatori di uscita, sarebbero adatti per le mie valvole? Grazie. Ciao. Marco.

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Perchè modificare gli amplificatori Vintage?

Rispondiamo ad una domanda stupida

So che non  bisognerebbe rispondere a quelli che ti mandano i messaggi mettendo l’email falsa perchè hanno paura che gli rispondi, ma so che questa domanda se la sono fatta anche altri e quindi metto questo breve articoletto per tutti quelli che in futuro avranno lo stesso dubbio. Leggiamo il messaggio che ho appena ricevuto:

Pebsi di essere un fenomeno snaturando elettroniche vintage e facendo perdere loro il valore collezionistico?

Per cominciare gli apparecchi che appaiono in questo sito sono dei clienti e non sono miei, perciò sono loro che decidono se spendere una certa cifra per fare un certo lavoro o una certa altra cifra per fare un lavoro differente quindi invece di chiederlo a me bisognerebbe chiedere a loro se pebsano di essere fenomeni, probabilmente hanno fatto i loro ragionamenti e le loro valutazioni e hanno deciso quello che ritenevano meglio per se stessi. Mentre io sono qui per lavorare e non mi interessa fare il paladino della morale sulla modifica di apparecchi vintage, tanto se non glielo faccio io si rivolgono altrove…

Collezionisti o truffatori ?

Ho il sospetto che questo messaggio possa essere riferito a certi luxman a cui ho sostituito i trasformatori d’uscita con ricambi non esteticamente coerenti con gli originali. Sappiate che i trasformatori dei luxman MQ70 e MQ3600 (più quelli degli MQ70) si rompono in continuazione e riavvolti tali e quali sono altrettanto fragili oltre a richiedere tantissimo lavoro perchè affogati nel catrame. Il riavvolgimento tale è quale diventa costosissimo e per una serie di motivi io, oggi, mi rifiuto di farlo. Primo motivo fra tutti non inalare in un solo pomeriggio catrame equivalente a 5 stecche di sigarette.

I ricambi che si trovano in giro su internet sono ottenuti demolendo altri amplificatori integri… Perchè io che riparo un’apparecchio guasto con un pezzo non originale (per altro sotto richiesta del legittimo proprietario) sono un fenomeno mentre uno che demolisce un’apparecchio intero e sano per vendere i pezzi di ricambio invece è intelligente? Alla fine a me sembra che di 2 amplificatori ne rimane sempre solo uno.

Altre volte ho visto dei trasformatori di ricambio del tutto falsi ottenuti nascondendo dentro alla carcassa di un trasformatore originale svuotato un ferro che non corrisponde alle caratteristiche del trasformatore originale e che suonava parecchio male pure. Invece col ricambio non originale il proprietario ha un’apparecchio che funziona ugualmente bene e può ascoltare la musica che gli piace… visto che un’amplificatore è fatto per ascoltare musica, non per tenerlo in una vetrina o no? E comunque i proprietari di questi apparecchi possono anche dire no, io non li costringo certamente.

Però vorrei sottolineare una cosa a cui ho fatto caso: Alcuni capiscono che un oggetto vecchio prima o poi si rompe e che i ricambi originali non sempre si trovano. Ma a volte certe persone mi sembravano più interessate a nascondere l’evidenza della sostituzione di un pezzo che al buon funzionamento dell’apparecchio facendo domande del tipo “capisco che rifare il suo è laborioso, ma puoi staccare l’etichetta del suo trasformatore originale e metterlo su quello che rifai tu?” (che palesemente è diverso e ben riconoscibile) No signore mio perchè facendo una cosa del genere mi renderei partecipe di una falsificazione allo scopo di compiere poi una truffa. Altri mi hanno chiesto senza riavvolgere il suo originale se potevo farne uno nuovo ma che si potesse nascondere dentro la scatola del vecchio e la risposta è ancora no perchè l’originale ha delle dimensioni fuori standard e non si riesce a fare un trasformatore nuovo che stia dentro se non usando un nucleo molto più piccolo e compromettendo seriamente la prestazione audio dell’apparecchio, che è poi la cosa che capita con i ricambi taroccati che ho visto in circolazione e che figura di nuovo come una falsificazione e truffa. Se si vuole conservare l’originalità dell’apparecchio il trasformatore va smontato e riavvolto tale e quale all’originale come ho fatto alcune volte lasciando da qualche parte non troppo in vista una piccola incisione laser che indicava che il trasformatore era stato riavvolto. Se si vuole solo un ricambio funzionante senza tenere conto dell’originalità estetica allora va fatto un trasformatore che possa equiparare o superare le doti sonore dell’originale. Ma compromettere la qualità sonora per mantenere l’originalità estetica invece è qualcosa di inacettabile. E quello che penso io è che queste persone, questi collezionisti che fanno questi commenti stupidi, non sono interessati ad ascoltare musica ma solo a fregare il prossimo nei loro baratti e vendite di apparecchi vintage e sinceramente non mi interessa assecondarli.

Se dici di essere collezionista e vuoi un’apparecchio vintage perfettamente originale di tutti i pezzi allora lo tieni su una mensola in mostra senza accenderlo mai, se vuoi anche che funzioni devi accettare che va riparato e per ripararlo non sempre trovi il ricambio originale, non sempre conviene mettere il pezzo originale, perchè sono appacchi che hanno 40/50/60/70 anni e i pezzi originali non si trovano o se si trovano non sono affidabili, come quelli che vanno a cercare le resistenze ad impasto di carbone vecchie da montare sui LEAK, poi queste resistenze son marce anche se NOS e sballano la polarizzazione di tutte le valvole. Quello non è il suono originale, ma il suono di un’amplificatore con componenti marci (che per altro spesso rovina le valvole che gli vengono montate sopra). O quello che ha comprato il trasfomatore YO originale (da demolzione) per il suo luxman che poi se ri-guastato dopo 2 mesi.

Quanto ad altri apparecchietti vintage che si potrebbero essere visti modificati dai clienti in giro per queste pagine, quelli sono progetti di recupero di carcasse quasi prive di valore che diversamente sarebbero finite in discarica. Quindi voi leoni da trastiera siete sempre tanto intelligenti vero?

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2 risposte a Perchè modificare gli amplificatori Vintage?

  • Purtroppo il mondo è pieno di persone stupide, pensa che circa 1 o 2 anni fà mi contattò il vecchissimo cliente di uno dei primi luxman mq70 a cui riavvolsi il trasformatore come suo originale, per dirmi che stava provando di dare via l’amplificatore e che uno gli aveva detto che aveva visto che era lo stesso apparecchio che appariva nelle foto sul mio sito, perchè ingrandendo le foto si leggevano i seriali e questo tizio non voleva più comprare tale amplificatore perchè io avevo riparato 1 solo dei 2 trasformatori e secondo lui avrei dovuto riavvolgerli tutti e 2 perchè fossero uguali… perchè nei grafici che ho pubblicato con la misura comparativa tra l’originale e il riavvolto si vedeva nel riavvolto un 0,2db di attenuazione a 10hz che nell’originale rimaneva a 0db e aveva paura di sentire la differenza tra i 2 canali… che prima di tutto la stereofonia non si avverte sulle basse frequenze, men che meno un’attenuazione di 0,2db a soli 10hz visto che l’orecchio umano non scende sotto i 40hz. Peccato che poi differenze del genere le trovi anche tra 2 trasformatori originali, bastano pochi henry di differenza tra i 2 trasformatori, che sono cosa normale… l’induttanza dei trasformatori cambia un pò anche con la temperatura ed + realisticamente impossibile avere 2 trasformatori match anche se c’è gente che li vende a coppie dicendo che son match, tanto poi chi li compra non ha gli strumenti per verificare che sia vero e allora va bene anche il trasformatore tarocco con dentro un nucleo 22×25 che gli fa 1db di attenuazione non a 10hz ma a 70hz… Molti audiofili sono persone a cui basta solo l’idea che una cosa sia perfetta, facili vittime di truffatori che gli raccontano mari e monti e poi gli vendono delle patacche e si permettono poi di criticare il lavoro di qualcuno come mè che si smazza da anni per avvicinasi più possibile alla perfezione…

  • Non ti curar di loro ma guarda e passa…

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Come nasce un trasformatore audio SB-LAB

Articolo correlato: Dedicato a chi non ha mai ascoltato un buon trasformatore.

Scrivo questo articolo per cercare di mettere un pò di chiarezza (senza addentrarmi troppo in complicate formule matematiche che potrebbero risultare incompresibili ai novelli) su quella che si potrebbe definire la specificità del trasformatore d’uscita, per illustrare come vedo io questo argomento e per mettere in guardia le persone dalle solite volpi (che non arrivano all’uva) che insozzano il web con il loro fango deviando l’opinione degli ignari che capitano a interloquire con loro solo per dar sfogo a ripicche e cattiverie (o follia pura) derivanti da invidie o frustrazioni personali.

Ogni valvola dovrebbe avere il suo trasformatore?

Prendiamo alcune valvole a caso come esempio da cui far partire il ragionamento.

La EL34: La EL34 è un pentodo con una resistenza interna di 15k, una dissipazione di placca di 25watt che tipicamente in sigle ended si fa lavorare su un carico di 2k con una corrente di circa 100mA e dovrebbe rendere teorici 11watt, dico teorici perchè nella realtà il trasformatore d’uscita mangia inevitabilmente una certa quantità di potenza.

Possiamo dare uno sguardo anche al funzionamento in pushpull in cui lo stesso datasheed indica ad esempio 3 diverse polarizzione in classe AB, una su 6600ohm e una su 3400 e una su 2800ohm che differiscono non solo per l’impedenza del trasformatore ma per il tipo di polarizzazione, per la potenza e per la distorsione che si ottiene, andando da un minimo di 20 a un massimo di 55watt.

Ancora un’altra possibilità potrebbe essere quella del pushpull in classe A (all’epoca era un’opzione che non veniva considerata in quanto cercavano solo di ottenere quanta più potenza possibile) dove si potrebbero vedere 2 EL34 su un trasformatore da 4000ohm.

Andiamo avanti, la 6V6: Della 6V6 possiamo vedere che ha una resistenza interna di 50k e l’uso consigliato su un carico di 5000ohm in single ended dovrebbe darci teorici 4,5watt, seguono 2 esempi pushpull su un carico di 8k e 10k che arrivano a dare fino a 14watt.

Ancora la 6L6: Resistenza interna 22,5k, in single ended dovrebbe darci teorici 6,5watt su un carico di 2500ohm mentre i dati per il pushpull per brevità dell’articolo potete leggerli sull’immagine qui sotto (come sempre basta cliccare sopra l’immagine per ingrandirla).

Vediamo ora la 2A3: la resistenza interna della 2A3 è di 800ohm e potrebbe darci teorici 3,5watt su un carico di 2500 ohm. Sempre 2500 ohm come l’impedenza consigliata per la 6L6! Ma il trasformatore di queste 2 valvole potrà essere uguale? vedremo più avanti nell’articolo se si o no…

Continuiamo con la KT88: facendola breve la KT88 ha una resistenza interna di 12k, il datasheet ufficiale genalex non considera nemmeno l’uso in single ended che potrebbe arrivare a teorici 17watt ma si limita a circa 10watt prima della distorsione in applicazione reale, su un trasformatore da 6k. Mentre i datasheet riportano diverse configurazione in classe AB1/AB2 di cui ne riporto giusto 3 su carico da 5k, 6k e 4,5k con relativi rendimenti in potenza segnati fino a 100watt teorici.

Risulta quindi abbastanza chiaro fino a qui che tutte queste valvole siano molto diverse tra di loro, richiedono impedenze di carico quasi sempre diverse tra di loro, hanno resistenze interne sempre diverse tra di loro. Mai l’impedenza del primario del trasformatore è uguale alla resistenza interna della valvola (e questo lo scrivo perchè qualcuno testa i trasformatori con in serie una resistenza uguale all’impedenza del primario, dichiarando dati di targa completamente insulsi). Hanno diverse dissipazioni massime, che si traducono anche in punti di lavoro a tensione e correnti differenti e differenti rendimenti di potenza.

Ma vediamo il caso che citavo poco sopra della 6L6 e della 2A3 il cui datasheet per pura coincidenza indica per entrambe l’uso di un trasformatore con primario da 2500ohm, certo la 6L6 rende quasi il doppio della potenza della 2A3 ma uno potebbe pensare che nel grande sta anche il piccolo, quindi se faccio un trasformatore da 2500ohm che possa reggere i 6,5watt della 6L6 questo potrebbe funzionare altrettanto bene con la 2a3 che lo spinge solo a 3,5watt. Avete presente però che ho detto che la 2A3 ha una Ri (Ri = resistenza interna) di 800ohm mentre la 6L6 ha una Ri di 22,5k? Bene avete mai sentito parlare dell’induttanza primaria? quella roba che stando ai guru deve sempre essere almeno 100H, oppure che se è meno di 100H non va bene o di alcuni produttori che farebbero trasformatori d’uscita che hanno 200/300 o addirittura 700henry di induttanza primaria?

Ok, allora potremmo immaginare un circuito teorico formato da un generatore di segnale, da una resistenza che è la Ri della nostra valvola e da un’induttanza che è l’induttanza primaria del nostro trasformatore. Chi ha voglia di tediarsi con la formulette puoi consultare wikipedia.

Spice ci viene in aiuto per semplificare la compresione del fenomeno, mettiamo che R1 sia la Ri della nostra 2A3 e che L1 sia l’induttanza primaria del nostro trasformatore di teorici 20H, osserviamo la banda passate:

Nel grafico possiamo vedere che a 1khz abbiamo 6dB, quindi troviamo un segnale attenuato a 5dB (quindi -1dB) a circa 12Hz, appare evidente che con la 2A3 che ha una Ri di 800ohm basta un trasformatore con teorici 20H di induttanza primaria per fare teorici 12Hz a -1db, vediamo cosa succede se mettiamo la resistenza da 22.5k al posto di 800ohm, quindi simuliamo di abbinare la 6L6 a questo trasformatore immaginario pensato per la 2A3.

Questa volta il -1dB ci cade a 363Hz! praticamente abbiamo tagliato via i bassi (potrebbe essere un’ottima idea per evitare i bassi che spanciano nell’ennessimo amplificatore zero feedback) magari non così tanto, ma sappiate che questa è una pratica comune dei produttori di zero feedback più accorti anche se quelli più “bravi” fanno di meglio: i trasformatori hanno induttanze primarie elevate ma sono calcolati al limite della saturazione del nucleo in modo che sotto una certa frequenza non riescano ad allargare di ampiezza a discapito però di una certa distorsione anche abbastanza evidente della forma d’onda che da dirsi sembra una schifezza (e lo è) ma è utilizzata da nomi anche molto noti e famosi che non cito per evitare che i soliti rompi scatole abbiano motivo per dare aria ai denti. Tornando quindi il nostro trasformatore teorico, come possiamo fare per farlo funzionare con la 6L6? la cosa che potrebbe apparire ovvia è aumentando l’induttanza primaria! proviamo…

Ecco qui i nostri 12Hz -1dB con “solo” 550H di induttanza, che ci vorrà mai a fare un trasformatore con 550H di induttanza primaria? Ovviamente usciranno i soliti guru dal sorriso smagliante pieno di denti d’oro che parlano di nuclei in materiali alieni che vendono trasformatori dichiarando queste induttanze sulla carta, che poi li misuri e sono tutti sotto i 100H o ti parlano di toroidali, di round core o altri nuclei chiusi a bassa perdita, nati per essere usati nei trasformatori di alimentazione, che hanno si induttanze così elevate misurate a banco e senza DC nel nucleo ma nella reltà poi iniziano a mostrare belle sinusoidi distorte sotto i 100Hz (visti con i miei occhi) per via della saturazione nel nucleo (sopratutto i single ended, ma anche i pushpull non appena ci sia un’imperfezione di bilanciamento del bias) che a detta loro fanno bei bassi articolati ma in realtà fanno bassi distorti (ma no va bene così, sono zero feedback i bassi vanno soffocati se no danno fastidio).

La realtà è che per avere tanta induttanza primaria devi o avere un nucleo estremamente buono o fare tante spire di rame. I nuclei buoni esistono ma non fanno i miracoli come ho spiegato sopra, in secondo luogo c’è il problema della ripetibilità del trasformatore in quanto se anche il materiale non deriva dalla fusione di ferri vecchi…

E avrei da dire che ci sono periti metallurgici che potrebbero spiegarci 1000 ragioni per cui un materiale derivato dalla fusione di ferri vecchi se ben lavorato e trattato chimicamente durante il processo con additivi per eliminare le impurtità e le scorie potrebbe anche risultare migliore di uno derivato direttamente dal minerale grezzo e che comunque il ferro è ferro, il nikel è nikel e non importa da dove lo prendono ma conta la composizione finale…

Dicevo: … se anche i materiale non deriva dalla fusione di ferri vecchi e fosse del miglior tipo resta il problema della omogeneità tra partite diverse o anche degli stessi nuclei della stessa partita che possono avere una certa tolleranza da tenere in considerazione. Poi ci sarà il pazzo che si mette a selezionare nuclei gettandone via il 90% per arrivare produrre 2 trasformatori che costano come una’auto di lusso (e che non riuscirà mai più a replicare nella sua vita) oppure la ditta enorme che produce migliaia di pezzi che seleziona i nuclei migliori e gli scarti li usa per fare altre cose, ma credete a me se vi dico che l’audio è una nicchia e chi ha una fabbrica di trasformatori guadagna quando gli ordinano 20.000 trasformatori da usare per i citofoni e il tiro del portone dei palazzi e non per le 30 persone all’anno che gli ordinano una coppia di trasformatori audio, quindi non ci si mettono li seriamente a fare ricerca e sviluppo. In passato esistevano ditte del genere che producevano trasformatori audio di una certa caratura ma son fallite, altre esistono ancora e sono in difficoltà economica e cominciano anche a vendere schifezze come quello qui sotto che doveva essere un trasformatore interstadio single ended per valvolette tipo 6SN7 e 6J5 di cui il produttore dichiarava “Primary inductance (primaries in series) 300H” e “Frequency response @ 0 dBU output level 5Hz – 40 KHz +/- 0.5 dB” e che messo a banco con la sua valvoletta si è mostrato in tutta la sua schifezza (40H di induttanza primaria e -1 a 9khz), 300€ che ho buttato via tempo fa pensando erroneamente che gli interstadio erano troppo difficili da fare…

O citando un’altro episodio di un cliente che voleva realizzare un progetto di un sito americano di una 2A3 caricata ad induttanza che pilotava una 845, comprò da detto sito americano il materiale per realizzare l’induttanza da 150Henry che doveva servire come carico della 2a3. Detto sito forniva lo schema dell’avvolgimento e come doveva essere stratificato, spessori degli isolanti e ti vendeva il rocchetto e la kilata di lamierini speciali in mumetal fusi sulla superice solare sotto la supervisione di dio in persona ad un prezzo folle.

Arrivato il materiale che ancora odorva di incenso sacro, avvolta l’induttanza come da progetto essa veniva fuori da circa 60/70H, con grande incazzatura del tizio che aveva speso molte 100€ per quella ferraglia si sentiva preso per i fondelli. Cosa era successo? o il tizio americano era un truffatore oppure molto più semplicemente c’erano differenza tra una partita e l’altra di lamierini e a lui era capitata quella sfortunata. E di certo quando di una cosa ne vendono 50 all’anno non hanno convenienza a fare troppa selezione scartando materiale. Fatto sta che fregandomene del progetto americano gli avvolgemmo una nuova induttanza con normalissimi lamierini GO e al secondo tentativo riuscimmo a farla da 150H… e si era molto più grossa di quella del progetto magico americano ma almeno non era una presa in giro.

Tornando alla nostra 2A3 e alla nostra 6L6 si evice che un trasformatore pensato per la 2A3 potrebbe non andare bene per la 6L6 e che la 6L6 richiederebbe molta più induttanza primaria della 2A3, abbiamo detto che produrre trasformatori con tantissima induttanza primaria per mezzo di nuclei ad altissima permeabilità è una strada percorribile in modo conveniente solo fino a un certo punto e che trascina con sè altri problemi, abbiamo detto che un’altro modo per aumentare l’induttanza è usare un nucleo più grosso e ho già detto che esiste anche la strada di aumentare il numero di spire.

Aumentare il numero delle spire però ha lo svantaggio di aumentare la resistenza DC dell’avvolgimento sulla quale si dissiperà una certa potenza, anche il nucleo più grande fa pardere una certa potenza che viene dissipata o dispersa ed è per questo motivo che la nostra 6L6 dovrebbe erogare 6,5watt ma se la mettiamo in un circuito dal vivo magari ce ne da solo 5, o che una EL34 sul datasheet dovrebbe darci 11watt ma applicata nella realtà ce ne da solo circa 7, alla faccia di chi vende apparecchi con una EL34 che secondo loro erogherebbe 15watt.

Voglio spiegare anche che spesso in apparecchi d’epoca come radio o amplificatori vintage si nota che la potenza erogata è maggiore rispetto quella che vedo su miei progetti o su progetti hifi moderni in genere. Si nota su questi apparecchi d’epoca che i trasformatori sono molto più piccoli, meno rame = meno resistenza DC, meno ferro meno dispersione, quindi più potenza che resta per l’altoparlante, ma sono trasformatori però che fanno tipicamente 500hz/5khz -3db … o su quegli amplificatori tipo harman cardon, scott e similari magari vedi dei 300Hz 8khz -3dB con delle rotazione di fase da montagne russe… insomma hanno il loro suono che a qualcuno piace ma hanno dei limiti.

C’è poi un’altro aspetto di cui parlare, con l’esempio eseguito su spice abbiamo visto il comportamento di un’induttanza ideale rispetto una resistenza, ma un trasformatore è parecchio più complesso, oltre all’induttanza primaria e alla sua resistenza DC ci sono le capacità interne al primario, la capacità interna al secondario, la capacità parassita tra primario e secondario, la capacità parassita tra tutti gli avvolgimenti e il nucleo che potrebbe anche essere avvitato al telaio quindi a massa, risonanze, l’induttana dispersa e blablabla. Insomma il trasformatore è un’oggetto piuttosto complesso e pieno di problemi che devono in qualche modo essere valutati.

Come abbiamo spiegato fin’ora la banda passante in basso dipende dal rapporto tra la resistenza interna della valvola e l’induttanza primaria del trasformatore. Abbiamo sostanzialmente capito che se abbiamo un pentodo con una Ri elevata alla fine di tutte le considerazioni la controreazione potrebbe essere l’unica strada per avere bassi decenti (in quanto essa diminuisce la Ri mostrata dalla valvola) ma il nostro grafico spice mostrava che una volta a regime la bansa passante in alto era sostanzialmente infinita. Ma quello è un circuito teorico.

In un trasformatore vero la banda passante alta dipende dalle capacità interne del trasformatore e anche se a intuito viene da pensare che un triodo con una Ri bassa possa essere avvantaggiato anche qui rispetto un pentodo ho osservato più volte che a parità di trasformatore molto spesso una valvola con una Ri più alta perdeva si in basso ma allungava di più in alto. Ho osservato poi che più si cerca di aumentare l’induttanza primaria del trasformatore più la banda passante alta dello stesso si accorcerà e oltre un certo limite comincerà ad accorciarsi anche per valvole ad alta Ri.

Nella pratica tutta questa complessità si traduce nel fatto che NON bisogna fare trasformatori che abbiano troppa induttanza primaria perchè è controproducente e in ogni caso posso affermare che un trasformatore da 2,5k per una 2A3 e un trasformatore da 2,5k per 6L6 saranno 2 trasformatori diversi, se non diversi nel nucleo che potrebbe anche essere lo stesso saranno diversi nel numero di spire.

Le capacità interne del trasformatore dipendono molto dai materiali di cui sono costituiti gli isolanti e gli isolanti moderni usati nelle normali fabbriche di trasformatori saranno super isolanti e super resistenti ma introducono delle capacità immense nel trasformatore, esistono altri materiali non più di uso comune per svariati motivi ma ancora reperibili e che nell’ambito del trasformatore audio introducono capacità molto inferiori ai soliti nastri di poliestere e che possono essere ancora impiegati in questo ambito specifico anche se non in quello di un trasformatore di alimentazione, ragione per cui spesso gli avvolgitori di trasformatori non li hanno a disposizione se non dovendoli andare a ordinare apposta anche se non lo fanno perchè non capiscono come questi materiali possano essere migliori di altri moderni, ma loro ragionano con la testa di chi fa trasformatori di alimentazione. Le capacità interne del trasformatore poi variano, aumentando, nel momento che lo impregni. E anche diversi tipi di impregnanti danno un’aumento diverso tra loro!

Concludendo questa parte dell’articolo dico che per funzionare bene un trasformatore dovrebbe essere ottimizzato quando meno per ogni specifia valvola. Che è possibile si, tante volte, usare lo stesso trasformatore per valvole diverse ma simili tra loro, come un SE di EL84 e un SE di 6V6 su un trasformatore da circa 5k come il mio SE5K6-UNI (tra i miei prodotti più venduti) che nella sua abbondanza di nucleo e induttanza primaria si adatta a parecchie valvole diverse ed è stato usato con successo con le PCL82, EL84 le 6V6, le 307A, le EL36 e molte altre. Tutti progettini dove la finale lavora con correnti non troppo diverse e con potenza comprese tra 2 e 5 watt circa. Oppure un trasformatore pushpull da 6600 va bene sia per EL34 che per 6L6, ma invece un SE con la EL34 è meglio su 2k mentre un SE con la 6L6 va meglio su 4200. Il problema sono quei venditori di trasformatori dozzinali che vendono trasformatori magari pure piccolini e ti dicono che va bene per la 6V6 la 6L6 la EL34 e pure le KT88 la 2A3 e la 300B che lo smanettone costruttore di impresentabili con i pezzi incollati con la colla a caldo ci accrocchia attorno il solito clone williamson che alla fine funziona e lui è contento perchè gli è costato 2 soldi ed esce suono anche se poi si deve accontentare magari di un misero -1dB a 20khz nonostante la presenza di controreazione, con tutti i danni derivanti dalle rotazioni di fase e il suono probabilmente non proprio setoso di un simile circuito… ma non gli importa niente perchè tanto ci ascolta la discografia di Ramirez… In giro per il web ho visto pure trasformatori per 2A3 con la presa ultralineare… e non dovrei spiegare che la 2A3 è un triodo e non ha la griglia schermo.

Il mio pensiero è che costruire un valvolare con trasformatori economici, alla fine resta ugualmente costoso e impegnativo rispetto a comprare una schedina cinese a in classe D di pari potenza, quindi se faccio un valvolare come minimo pretendo il massimo della qualità se no butto soldi. Visto che io come SB-LAB per una serie di motivi non riesco nemmeno volendo a vendere cose a poco prezzo (sicuramente non a prezzo di fabbrica) in quanto la mia è una rivendita di un prodotto che commissiono su mie specifiche a una ditta esterna che avvolge i trasformatori come dico io (e non come pare a loro), devo puntare i miei sforzi sulla qualità offrendo ad esempio il servizio degli schemi premium che con un’aggiunta di 50€ permette di avere uno schema elettrico da realizzare anche nuovo fatto da zero, anche se a me, mettermi li a progettare e disegnare questo schema porta via tantissime ore. Nonostante qualche troll rabbioso affermi che rubo e sono disonesto perchè vendo una coppia di trasformatori a 260€ dove a me magari rimangono in tasca si e no 20€ (e tra me e chi me lo avvolge a guadagnare di più è lo stato italiano) rispetto ad altri che vendono a poco meno di me, ma sono direttamente una fabbrica e hanno molto più margine di quanto potrò mai sperare di avere io…

In cosa cerco di essere migliore? come nascono i miei trasformatori?
Ossia come dovrebbero nascere TUTTI i buoni trasformatori audio…

Come detto in giro ci sono tanti avvolgitori di trasformatori a livello industriale bravissimi, che avvolgono trasformatori trifase e monofase, anche da centinaia di kW, trasformatori per altissima tensione, trasformatori per macchine mediche e pure per i militari ma tutti trasformatori di alimentazione, roba che gira a 50Hz o al limite switching. Induttanze di rifasamento etc. Come detto tutti bravissimi, onestissimi. Il problema è il passaggio dalla teoria alla pratica. Se tizio mi avvolge un trasformatore di alimentazione quando ha visto che da fuori le tensioni che deve dare fuori è finita, può fare una prova di carico mettendo sui secondari una resistenza per vedere se regge e non surriscalda, può fare tutte le prove di isolamento e quando le ha fatte sa che il trasformatore funziona ed è fatto bene. Ha finito.

E per un trasformatore audio? Bhe tutti gli avvolgitori di trasformatori sanno come si calcola un trasformatore audio, sono cose note da 100anni che sicuramente hanno imparato quando andavano a scuola, nozioni di base reperibili su un sacco di libri.

Il problema è il passaggio dalla teoria alla pratica… Quando avvolgo un trasformatore non ho solo un risultato possibile, posso variare molti parametri per ottenere teoricamente lo stesso trasformatore, posso aumentare la densità di corrente per avere più spazio per gli isolanti, oppure posso aumentare la dimensione del nucleo per avere maggiore spazio e cercare di mettere filo più grosso per avere una densità inferiore, potrei cambiare la frequenza di induzione etc. Ma alla fine se ho fatto un buon lavoro lo saprò quando collauderò il trasformatore dal vivo…

Pensate che qualche ciarlatano ignorate se ne esce con frasi del tipo “un trasformatore di uscita è una macchina statica e nessuno può cambiarne il funzionamento nemmeno tu” come se qualsiasi trasformatore d’uscita, chiunque lo abbia avvolto non abbia importanza perchè tutti i trasformatori d’uscita sono uguali quindi ha senso comprare solo quello che costa di meno. La realtà è che puoi ottenere un ottimo risultato come puoi ottenere un pessimo risultato visto che non esiste solo un modo per costruirlo e vedendo la roba che c’è in giro non sono tanti che sanno veramente come fare un buon trasformatore d’uscita come ho dimostrato in questo articolo (cliccare qui). Quindi se uno vuole usare valvole e vuole un trasformatore d’uscita al top delle prestazioni non le troverà in qualsiasi prodotto, sopratutto quelli più economici.

Ma tornando al collaudo… come lo si collauda un trasformatore audio? Cioè voglio dire un trasformatore di alimentazione lo metto sotto carico con una resistenza, se sono un poveraccio con una lampadina e ci riesco a collaudarlo, ma un trasformatore audio?

Bhe ho visto onestissimi e bravissimi avvolgitori che ci davano dentro segnale con un generatore di funzioni e guardavano il segnale sul secondario con un’oscilloscopio, nemmeno mettendo una resistenza di carico e facevano vedere “guardate qua come va bene, la sinusoide inizia a calare un pochino solo a 20khz” con l’oscilloscopio costosissimo e professionalissimo che diceva 20milli volt picco picco, ecco bhe se inizia a calare “un pochino” (ma quanto di preciso?) a 20khz con 20millivolt in uscita e senza carico… quando ci fai passare i watt su un carico da 8ohm per davvero che fà? Ripeto bravissimi per tutto il resto ma su questa fronte lasciano molto a desiderare.

Cioè però bisogna mettersi nei panni di uno che ha una fabbrica di trasformatori e non può assemblare un’amplificatore diverso per ogni trasformatore che avvolge solo per collaudarlo anche perchè magari è un pezzo di ferro che vorrebbe vendere a 30€ senza che qualche stupido gli dia del ladro.

Esistono anche strumenti molto costosi per fare test e tracciare i grafici di banda passante di trasformatori audio di vario tipo ma alla fine per una serie di motivi legati alla “generalità dello strumento” non riescono mai a simulare al 100% le condizioni di funzionamento reale, E quindi: bellissimo e costosissimo strumento ma otterò dati che corrispondono alla banda passante del trasformatore collegato a quello strumento nelle condizioni di misura che ho impostato e che non corrisponderanno alla risposta che avrà lo stesso trasformatore collegato alla sua valvola nel suo circuito. E allora visto che io il trasformatore lo uso con la valvola di come si comporta collegato allo strumento non me ne frega niente, ovvio che lo strumento può essere utile in fase di sviluppo ma il responso ultimo è quello del funzionamento nel circuito VERO.

Io ho una piccola bobinatrice per trasformatori in laboratorio con la quale tra le varie cose avvolgo i prototipi dei trasformatori che voglio arrivare a produrre e rivendere, il primo esemplare si calcola solamente sulla carta, si avvolge e si misura, poi in base a come funziona si va a correggere il tiro. Nella foto qui sotto stavo avvolgendo quello che sarà un futuro trasformatore d’uscita cuffie/interstadio per valvola 101D, il trasformatore è un 12k primari e 250ohm secondari che dovrà erogare massimi 250mW (regime normale sotto i 100mW).

Questo col rocchetto nero fu il primo esemplare che però fu parzialmente fallimentare in quanto a banco collegato con la sua valvola VERA mostrò questa risposta in frequenza dove avevo -1dB a poco meno di 20khz. Per tanti altri sarebbe stato WOW… ma per me era da gettare via.

Il primo rocchetto anche se finì nel contenitore dei RAEE mi fornì preziosi dati, potevo modificare un pochino i parametri ma senza allontanarmi troppo rispetto il primo, quindi avvolsi (calando un pochino il numero di spire del primario e l’induttanza primaria) un secondo esemplare che potente vedere qui sotto collegato all’unico strumento di misura di cui mi fido, ossia la valvola con cui voglio che il trasformatore funzioni:

Ecco qui la risposta in frequenza del secondo prototipo che esibisce un bellissimo -1dB a poco più di 25khz (circuito a zero feedback):

Prima che qualcuno dica qualcosa (1), questo è un trasformatore di bassa potenza, ha un’impedenza primaria molto alta; 12k sono tanti per un single ended dove passano 0,2watt spinti da un triodino che lavora con 5/6mA si bias, fare bande passanti elevatissime come quelle che mostro su certi trasformatori pilotati con delle KT88 e delle EL34 è decisamente più facile anche se poi molti manco quelli sono capaci a fare come quel produttore di trasformatori per 300B con nuclei a doppia C tutto annegato nella resina come se fosse interessante andare a scoprire in che modo non funzionava.

Nella foto l’interstadio per 101D inscapsulato che per i curiosi ha solamente 65H di induttanza primaria… e va bene così.

Prima che qualcuno dica qualcosa (2), si ho usato un nucleo a C in questo caso, in altri articoli ho sempre detto che i nuclei a C il più delle volte non servono praticamente a niente, almeno non nei trasformatori d’uscita di potenza, il più delle volte non portano a niente di utile se non la scena di dire c’è il nucleo a doppia C allora la gente lo compra perchè il nucleo a C è meglio, ma poi se lo avvolgo pieno di poliestere faccio un condensatore da 20nF e il trasformatore non va su neanche a morire nonostante possa riprodurre il canto delle balene. In questo caso con valvole di segnale di piccola potenza avere questi nuclei ad altissima permeabilità è necessario per riuscire a fare i bassi senza mettere troppe spire compromettendo la gamma alta o dissipando tutta la potenza senza che ne rimanga a disposizione per il carico.

Ecco un’altro esempio:

In queste foto la prototipazione di un trasformatore per cuffie a 32ohm “facile” intendo facile perchè per facilitarmi la prototipazione di qualcosa di funzionante ho deciso di usare una valvolina non proprio di segnale, ma un pentodino da quasi 8 watt di dissipazione collegato a triodo (in questo caso una 6CL6, ma poteva anche essere il triodo di una 6H6Pi o una 6H30 per dire) su un trasformatore da soli 2500ohm di impedenza primaria che resta lineare abbastanza da erogare abbondanti 100mW su 32ohm con una banda passante accettabile usando un nucleo “povero” che sviluppa appena una 20ina di henry di induttanza primaria e che alla fine mostra una risposta di circa 25Hz/30khz -1dB

E così via discorrendo, io prototipo con le mie mani, collaudo con il migliore degli strumenti che è la VERA valvola poi una volta che ho il progetto di avvolgimento posso passarlo alla ditta esterna che me lo avvolge in serie e mi applica tutti i dovuti controlli ed etichettature del caso.

Le mie strumentali

Il problema di oggi è la degenerazione di internet e di tanti esseri umani che stanno regredendo alla scimmia o peggio della scimmia. C’è chi li chiama troll, altri li chiamano leoni da tastiera io li chiamo coglioni. Tanto tempo fà quando ero in attività da poco misuravo la risposta in frequenza dei trasformatori semplicemente con l’oscilloscopio, riuscivo a capire solo la risposta a -3dB e solo quella pubblicavo e alcune persone commentavano “e sè figurati te le inventi le strumentali, usa uno strumento che faccia un grafico”. Dopo un certo tempo mi sono procurato uno strumento USB che va collegato al PC e che mi permette di tracciare i grafici della risposta in frequenza e fase salvando direttamente un file immagine che posso utilizzare come riferimeto per misure future e da pubblicare sul sito perchè fare una foto allo schermo di uno strumento mi sembrava una roba orrenda da vedere e lo strumento che faceva la stessa cosa identica da solo senza PC con un suo schermo indipendente costava 10volte tanto per niente.

Da qui hanno cominciato a dire che faccio i ritocchi con photoshop ai grafici per cancellare le armoniche… Allora un finale da 80Watt retroazionato ci sta che a 1watt abbia una THD inferiore all’1%, lo capisci se non sei una capra. E che l’invidia è una brutta bestia! E senza citare quelli che affermano che i circuiti retroazionati nel basso volume distorcano di più di quelli zero feedback additando (nella loro eterna caccia alle streghe) alla controreazione cose che avvengono per colpa della distorsione di incrocio e dei rumori di commutazione di un pushpull a transistor di grande potenza che è evidente che non è adatto per ascoltare a volume “sussurro” a parte poi scoprire che vendono apparecchi retroazionati.

Poi se fai le strumentali collegate a uno strumento generico dicono che devi farle attaccato alle valvole, se le fai attaccato alle valvole dovevi farlo con lo strumento, se poi fai entrambe allora trucchi per far uscire quello che ti pare a te… allora io indico che i vari TU vanno collegati con la tal valvola, con tal bias e posti in un tal circuito danno questo risultato, la misure di banda passante e THD ho sempre detto che sono fatte a 1watt, gli schemi da abbinare ai trasformatori che danno i risultati che pubblico sono acquistabili. Ma dovrei fare il filmato mentre misuro perchè dal grafico salvato non si sa se ho barato, ma se poi lo facessi direbbero che ho taroccato il circuito o una qualche taratura e se questi beneameti imbecilli venissero nel mio laboratorio a vedere tutto con i loro occhi direbbero che lo strumento non è tarato o non è certificato. Ma si rasenta la follia pura quando in un mondo dove tutti parlano di fedeltà e necessità di circuiti che distorcano poco si arrivi a dire, (perchè ormai senza argomenti) che nei miei grafici ci sono poche armoniche… adesso i miei circuiti o i miei trasformatori non distorcerebbero abbastanza! Quando il giorno prima si incavolavano perchè dicevo che con gli amplificatori zero feedback e “naturali” sono fatti per fare distorsione ma guai a dire che gli piace la distorsione… Loro hanno le armoniche buone gli altri le armoniche cattive o non le hanno… ma non puoi dire che basta toccare la polarizzione di una valvola per introdurre un pò di armoniche, non puoi mettere armoniche apposta.. devono venire fuori per caso, semplicemente perchè la polarizzazione l’hai sballata comunque ma non te ne sei accorto perchè sei ignorante.

Lasciatemi poi dire che una coppia di trasformatori PP per EL34 di marca famosa dozzinale di cui non posso citare la marca che sono buoni solo per la chiatarra elettrica (e spesso nemmeno per quella) sono attualmente venduti a più di 174€ + iva l’uno che fà quasi 430€ (prezzo finito e spedizione a parte) la coppia mentre i miei 6K6PP34 li vendo ad oggi a 338€ compresi di spedizione e sapendo come vanno io dovrei venderli a 800€ la coppia. Se poi uno è una resca (dialettale resca=spilorcio) non so cosa farci continua a spendere per costruire roba che non suona come non sai nemmeno che potrebbe suonare.

Mi fa poi arrabbiare che questi personaggi non abbiano da criticare per chi vende un cavo con sopra le freccie che indicano al suono la direzione a 10,000€, o un cavo della corrente che è lo stesso da 1€ che mettono nel PC con arrotolato sopra uno strato di stoffa di 5 centimentri e una spina di plastica trasparente e i contatti dorati comprata dai siti cinesi per 8€ e lo vendono a 2000€. Non dicono niente perchè magari sono loro che li vendono e a cui da fastidio qualcuno che racconta le cose come sono.

Il problema è che da fastidio o fa paura se qualcuno in qualche modo tenti o riesca a ergersi sopra gli altri, subito gli altri cercheranno a tirarlo giù alla loro stessa mediocrità, perchè è più facile che cercare di migliorarsi (e questo è un problema sopratutto del popolo italiano). Il mondo d’oggi per colpa dei social network è degenerato, la tolleranza è arrivata a un tale livello che alle persone intelligenti è vietato fare qualsiasi tipo di riflessione per non offendere gli imbecilli.

Basta vedere certi gruppi su facebook di appassionati di elettroniche valvolari, dove sostanzialmente tutti postano la qualsiasi, tra cazzate e brutti schemi e sostanzialmente o non dici nulla o devi dire per forza che è tutto bello, va tutto bene, suona tutto bene e alla minima critica o riflessione su altre cose che potrebbero essere migliori per svariati motivi si viene attaccati o addirittura bannati. Allora un tale gruppo di persone non ha senso di esistere, li solo per autocompiacersi perchè hanno attaccato il + con il – e hanno fatto una fuoco d’artificio e tu devi dirgli sisi bravo come con un bambinetto di 2 anni che ha imparato a usare il vasino (e per fortuna non tutti questi gruppi sono amministrati così male).

Sono nati movimenti di persone convinte che la terra è piatta, quelli che negano che siamo arrivati sulla luna, quelli che negano l’esistenza di una malattia anche se sono sul letto d’ospedale con un tubo giù per gola, i negazionisti dell’olocausto e ci saranno pure i negazionisti dell’utero che dicono che i bambini li porta la cicogna e infine ci sono i negazionisti dei trasformatori SB-LAB con i grafici disegnati a mano con paint… bene… Andate a quel paese! (concedetemela una parolaccia anche se non è professionale).

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7 risposte a Come nasce un trasformatore audio SB-LAB

  • non si chiedono gli ingredienti allo chef 🙂

  • Caro Stefano, sono perfettamente d’accordo, continua così. Adesso toglimi una curiosità: quale isolante al posto del poliestere per abbassare le capacità?

  • ‘”Andate a…”:
    semplicemente imbattibile!!!!!!
    Complimenti e buon lavoro.
    Daniele

  • Dico solo questo: ho avuto modo di ascoltare le Klipsch la scala pilotate da un’infinità di amplificatori, a stato solido, valvolari, in classe D, A, B, AB, fino alla Z, alcuni anche abbastanza “famosi”. Ebbene, pilotate da un se di kt88/6550 by Stefano Bianchini è un’esperienza unica, da dedicare a tutti quelli che “le la scala non hanno bassi” e “le trombe suonano nasali” (che poi non ho mai capito cosa cacchio significhi suonare nasale). Saranno i trasformatori, il progetto, la componentistica? Sicuramente un’ottima sinergia di queste componenti.
    Un’ultima cosa, Stefano è l’unico progettista che misura e pubblica le misure delle sue creazioni e anche di quelle altrui che gli capitano per le mani, queste ultime spesso con esiti che fanno pensare a quanta robaccia a peso d’oro sia messa in giro da certi pseudo progettisti/costruttori che dovrebbero solo tornare a scuola. Non mi meraviglia che si sia fatto un po’ di nemici…

  • Ciao,
    non sono in grado di seguire questo articolo dal punto di vista tecnico ma, misurati ad orecchio, i tuoi trasformatori – insieme a tutto il resto – suonano divinamente bene. Andando indietro con la memoria, la qualità dei tuoi prodotti mi riporta agli ascolti fatti con i Conrad-Johnson e ad un pre- + finale costruito negli anni ’80 da un artigiano di Torino, purtroppo prematuramente scomparso, Giorgio Converso (tra l’altro conosciuto e stimato da Bartolomeo Aloia, un altro che con l’audio ci sa fare). Il covo dei valvolari torinesi era Elettronica Orla, purtroppo chiuso da tempo: di roba in quel negozio ne ho sentita passare parecchia, oltre a tante altre cose sentite qua e la, comprese quelle di qualche cantinaro di (immeritato) successo. Da audiofilo, ahimè, di vecchia data, grazie al tuo giocattolino che mi sono messo in casa l’anno scorso, per me sei nella Top-Five dei costruttori di cose gradevoli da sentire, che ti riconciliano con la possibilità di sentire musica e non pensare più a come migliorare l’impianto, oltretutto senza sborsare cifre da capogiro, per cui come rapporto-qualità prezzo sei sicuramente il Number One (ma adesso non aumentare i listini, neh! 🙂 ).
    Maurizio

  • come si dice… severo ma giusto!

  • Salve Stefano, io e te non ci conosciamo bene, non siamo mai stati fuori a cena davanti ad una buona bottiglia di lambrusco, ma questa volta mi sei piaciuto!! e MOLTO!! ( P.S non sono un pederasta, mi piace ancora la gnocca anche se 63 enne.. )
    Ma consiglio…non ti incazzare, vai avanti con la tua ricerca! vai avanti caparbiamente con i tuoi esperimenti e FOTTETENEI degli stronzi che ti vogliono male!
    I tuoi trasfo sono ottimi! Punto e a capo!
    Sono contento di possederli e di collegarli ai miei piccoli progetti, ma stai tranquillo adesso so dove trovare i trasfo di qualita’ alla faccia di Tang e Tam.
    Cordialmente.
    Pier luigi Fiorini
    P.s COMPLIMENTI per la lettera e gli intenti…

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