SB-Plutone – Amplificatore per cuffie OTL basato su valvole 6CL6 e 12AU7 – Mark 4.2

Un pò di storia di questo progetto: Il Mark 1 è stato realizzato ormai parecchi anni fà seguendo le filosofie basate sul nulla dei guru audiofili, quindi ho realizzato un white follower con le 6CL6, ho usato triodi a riscaldamento diretto (3A4) sull’ingresso e tutto zero feedback alimentato con una valvola raddrizzatrice, esso funzionava ma ben presto sorsero i primi problemi dovuti al match delle valvole che se anche selezionate bene dopo 6 mesi di funzionamento finivano per andare in deriva e i 2 canali si sbilanciavano rendendo l’ascolto ovviamente fastidioso e non godibile.

Nel Mark 2 fu aggiunta la possibilità di bilanciare i canali e furono fatte prove, il bilanciamento ad orecchio diventava irritante perchè con la stereofonia non si capiva mai se fossero bilanciati, o meglio regolavi ma poi non lo era, quindi il bilanciamento fu messo internamente e la regolazione fatta con l’oscilloscopio e il generatore di funzioni per essere certi al 100% che il livello dei 2 canali fosse perfetto ma anche in questo modo si rimandava sempre il problema perchè poi le valvole andavano in deriva dopo mesi o anche 1 anno e comunque se si cambiavano valvole bisognava sempre rifare il bilanciamento con lo strumento, inoltre le valvole a riscaldamento diretto avevano spesso problemi di microfonia e con il cambio di cuffie con altre più sensibili emerse anche un leggero ronzio udibile in sottofondo, quindi nacque il Mark3 dove il circuito fu rivoluzionato, il white follower venne rimpiazzato con un più gestibile SRPP che non necessitava di accoppiamenti DC con la driver, le valvole a riscaldamento diretto 3A4 furono sostituite con delle 6C4 e fu introdotto nel circuito un certo tasso di controreazione per mantenere bilanciati i 2 canali nel tempo, non c’erano più bias e bilanciamenti da regolare e la qualità del suono aveva raggiunto vette veramente elevate, perdurava solo un leggero humm di sottofondo dovuto al raddrizzamento a vuoto non stabilizzato… insomma a inseguire i dogmi audiofili non se ne fa una giusta, ma leggiamo come va il Mark 3, e vediamo come cambia il Mark 4…

Mark 3

Ciao Stefano le prove le ho fatte con la solita corazzata delle mie cuffie dac ecc.

Dire che il Plutone Mark 3 rispetto al Mark 2 è solo migliorato è troppo poco, ti è venuto fuori veramente un fuoriclasse.

Oltre ad aver risolto le menose regolazioni di bias e di bilanciamento che adesso è veramente perfetto senza più pensare se è la traccia o se io sordo da un orecchio ahahhaha, ti segnalo che la riserva di potenza è impressionante rispetto a prima di un buon 1/3 di manopola di volume in più. L’ampli ha una dinamica impressionante anche a volumi importanti non comprime il suono mai…… a fondo scala volume non riesci a tenere le cuffie dal volume che sparano, e quelle che ho tengono veramente le bombe!

Sono riuscito qualche secondo con tracce registrate basse…….. non distorce zero e mantiene dinamica quindi ne ha ancora.  Sto parlando di volumi che se rivolgi in fuori i padiglioni fanno da cassa acustica!!!! A metà volume sei in pratica solo con tracce registrate basse.

Potenza inesauribile….. con Dio Ti Bendica di Pino Daniele noto album registrato molto basso… basta alzare e stiamo parlando di volume ad ore 12 e si ha una pulizia impressionante ad un volume che non ne chiede altro…. ma il bello è che il suono non comprime…. rimane dinamico e non indurisce resto fermo vivo. Difficile da spiegare. Di solito i “guru” dicono che l’ampli è veloce.

Sto ascoltando a spizzichi di qua e di la nella mia libreria e sto sentendo cose mai sentite, tanto per citare qualcosa Pink Floyd – The Dark Side of the Moon – Money che conoscono tutti. Insomma mi succede che all’inizio dopo le famose monete canale dx sx ad un certo punto si sente un uhm leggero in sottofondo!!!! Mi dico è l’ampli che ha una valvola microfonica andata… la miseria!!!! Fermo la traccia scompare e silenzio assoluto. Rimetto il brano e uguale….. morale la traccia è così. Prima che parta il basso probabilmente hanno o acceso l’ampli o messo sotto la traccia di basso che ha questo sottofondo.

Bene questa cosa mi è successo in un sacco di brani dove si riesce a sentire cose solitamente credo considerate tipo micro dettagli….. che però sono diventate macro!!!! Si sentono e pure bene. Non sto parlando di quelle storie leggenda dei violini setosi o mozzarelle filanti!!! e menate varie…. sto parlando di cose oggettive che si sentono e anche bene.

Insomma venuto fuori veramente un “Plutone” praticamente definitivo. Musicalissimo e veramente radiografante veramente su tutto lo spettro dal basso fino all’alto, cosa che auspicavo da un ampli cuffie. (Con il circuito di prima già buono, ma adesso non credo facilmente superabile). Insomma venuto fuori un ampli direi definitivo…. Forse con qualche piccola modifica che mi accennavi che volevi provare a fare.

Beh che altro dire Stefano. BRAVO .
Da un cliente rompi palle come me vale doppio!!!! Ahahhaha D.

Lo stadio di uscita di questo amplificatore è un SRPP con valvole 6CL6 connesse a pentodo nella parte bassa e a triodo nella parte alta, la 6CL6 è molto simile alla EL83 (versione depotenziata della EL84), è una valvola che può dissipare quasi 9 watt, connessa a triodo (con anche la G3 connessa all’anodo) mostra una Ri di 1,8k e un mu di 15, molto lineare. Lo stadio di ingresso che pilota l’SRPP invece è costituto da una valvola 6C4. La 6C4 è un piccolo triodo singolo equivalmente e metà 12AU7, in questo prototipo l’ho usata perchè stavo modificando un circuito precedente, nella eventuale ricostruzione dello stesso circuito utilizzerò direttamente una singola 12AU7/ECC82 al posto della due 6C4.

Nel circuito è presente una leggerissima controreazione che ha lo scopo di bilanciare il livello dei canali, infatti nella versione precedente del circuito, privo di negative feedback, diventa sempre molto problematica la sostituzione delle valvole perchè in cuffia si avverte anche il minimo sbilanciamento dei 2 canali ed ero stato obbligato a inserire dei trimmer per il bilanciamento, che andavano poi ritarati non solo al cambio delle valvole ma anche dopo il primo rodaggio e durante l’invecchiamento della valvole stesse, ed era molto fastidioso. Realizzare un controllo di bilanciamento esterno era possibile (come in certi apparecchi fatti da altri costruttori) ma l’esperienza è che l’utente poi passa tutto il tempo a toccare il bilanciamento insicuro della sua corretta regolazione e tratto in inganno dalla stereofonia dei brani, un bilanciamento va fatto con oscilloscopio e generatore di funzioni per vedere e pareggiare il livello dei canali in modo sicuro (sicuro anche dal punto di vista psicologico dell’utente che non passa più tutto il tempo a girare un pomello ogni volta che nella registrazione c’è uno strumento che non è centrato ma è registrato così).

L’uso leggero di NFB non compromette minimamente la qualità del suono e risolve completamente questi problemi in quanto in questa versione del circuito si possono infilare valvola a caso senza che si producano sbilanciamenti di volume destra/sinistra e senza nessuna taratura da fare.

Il circuito pilota agevolmente cuffie di ogni impedenza da 32ohm fino a 600ohm con volume sostenuto e distorsioni inferiori all’1% questo grazie all’uso di valvole di potenza e non valvole di segnale (6SN7, ECC88), è superiore nel pilotaggio anche al classico follower 6080/6AS7 perchè al contrario di questo circuiti trovabili da google questo è un SRPP assimetrico, ossia la 6CL6 bassa lavora a pentodo (con una Ri estremamente alta) mentre la 6CL6 alta lavora a triodo (con una Ri molto bassa) e ne consegue che vi è una grande disponibilità di corrente trasferibile al carico la dove i follower con la 6080 scaricano tutta la loro potenza su una resistenza e per le cuffie resta poco, ma vediamo il montaggio di Dario.

La rettificazione della tensione anodica è affidata a una GZ34, i condensatori di uscita sono degli sprague NOS assolutamente in condizioni perfette.

Caratteristiche tecniche:

Banda passante 5Hz~100kHz -0,5db
Distorsione armonica: 0,17% su 600ohm – 0,25% su 32ohm
Potenza erogata: 89mW RMS su 600ohm – 60mW RMS su 32ohm

Grafico di banda passante

Spettro distorsivo su carico resistivo da 560ohm

E su una cuffia di prova a 32ohm

Mark 4

Il Mark 4 è quasi del tutto identico al Mark 3 per la parte attiva del circuito, è stato solo tolto un disaccoppiamento del driver che non era più necessario viste le nuove condizioni di alimentazione, la coppia di 6C4 è sostituita da una sola ECC82 / 12AU6 rimpiazzabile anche con tutte le sue compatibili come la 5814A, la 6189, la 6211 etc. Sparisce la GZ34 e viene sostituita da un ponte raddrizzatore con ingresso induttivo (cella LC) seguita da uno stabilizzatore di tensione basato sulla universale PCL85 o PCL805 che eroga i 307volt perfetti e stabili ai 2 canali dell’amplificatore senza più ripple residui impossibili da eliminare con un’alimentazione passiva, inoltre i filamenti della ECC82 e delle due 6CL6 basse sono in corrente continua filtrata, cella CRC in questo modo si eliminano gli ultimi difetti trascinati dietro dal mark 1 e si possono usare adesso anche le più senbili e costose cuffie presenti sul commercio, qui sotto potete vedere lo schema premium.

Mark 4.2

Ulteriore miglioramento rispetto il Mark 4.0, è stato eliminato l’alimentazione a ingresso reattivo per una più gestibile cella pigreco (CLC) migliorato lo stabilizzatore di tensione, realizzato un nuovo trasformatore di alimentazione per diminuire il calore dissipato dalle celle CRC dei filamenti, migliorato il motodo di alimentazione delle griglie schermo delle due 6CL6 basse, diminuita la tensione che alimenta il totem a 280volt e la corrente a riposo dello stesso per risparmiare le valvole e diminuire le dissipazione. Alcune foto del montaggio di un cliente:

Le strumentali con carico resistivo da 220ohm

Banda passate 8Vpp

THD

Quadra 100Hz

Triangolare 10khz

Chi volesse realizzare questo montaggio mi contatti per il preventivo del trasformatore di alimentazione e dell’induttanza.

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Amplificatore Single Ended EL34 – Progetti Liberi

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Raccolgo in questo articolo alcuni progettini di semplici SE con la EL34, se vuoi conoscere i prezzi dei KIT di trasformatori ed eventualmente ad acquistarli per realizzare i progetti presentati in questa pagina visita il Listino KIT.

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Progetto No1: Ricostruzione di un KIT della concorrenza

Riporto le parole di “P” proprietario di questo KIT

Ho comprato a giugno questo amplificatore e devo dire che ha sempre avuto dei problemi! L’idea di comprarlo è partita dal fatto, che qualsiasi amplificatore valvolare semplice senza grandi pretese, suoni meglio di un transistor a pari prezzo. Erano anni che mi mancava un amplificatore di medio-alto livello come avevo prima, ed anche se questo non era di quella fascia, è certamente sempre meglio che ascoltare la musica con gli auricolari sul cellulare! E così è, basta che i componenti e gli schemi siano validi.

Tanto per iniziare sullo schema elettrico c’è riportata una raddrizzatrice e nel kit per fortuna ne arriva una che regge la corrente di tutte e due le EL34. Perchè la 5Y3 riportata nel disegno reggerebbe solo la corrente per una valvola finale! Viene fornita una 5Z3P sostituita da me, dalla Psvane 5U4G Hi-Fi. Mi son scontrato con i problemi di massa perchè un valvolare non è come un normale kit elettronico su pcb. Non sapevo della massa a stella o bus. Contattando uno dei titolari che è ritenuto il “tecnico per le valvole !!!!”, ebbi una risposta scortese quasi gli avessi chiesto 100 euro! Altra chicca di risposta fu che per lui potevo intrecciare qualsiasi filo volessi, quando mi ero informato sui forum che si devono intrecciare i fili dei filamenti! Per loro era solo una questione di estetica, non pratica al fine di evitare disturbi! Per lui i soli problemi erano relativi alle cattive saldature.

Son 30 anni che ho imparato a saldare, quindi credo di sapere come si faccia, non avrò conosciuto le configurazioni stella/bus della massa, ma come si salda si! Tanto per dire a proposito della SUA professionalità, quando lo contattai la seconda volta per riportare i vari problemi, mi dette in pdf lo schema elettrico di un’altra configurazione. Mentre glielo facevo presente al telefono, l’altro socio si accorse che stava rispondendomi un pò alterato e (lo sentivo), lo deve aver invitato a calmarsi. Se si era alzato male erano problemi suoi! Non solo ma il socio più giovane (presumo figlio) gli diceva “Lo vedi che il collegamente è diverso” dandomi ragione. Infatti non solo i collegamenti sullo schema erano diversi (anche se in pochi punti), ma anche il valore di alcuni componenti era diverso. Se mi devi dare uno schema per controllare le tensioni, dammelo di quello che sto assemblando! Mi disse che avrebbe controllato e dopo alcuni minuti mi richiamò, tutto gentile, dicendomi “che lo schema era uguale, ma si poteva avere prestazioni diverse!!!” Evidentemente se l’altro socio glielo faceva presente, tanto uguale non era!

Rifatte le saldature i problemi di massa sparirono, ma se ne sono presentati altri. Fatto presente i nuovi problemi non ho più avuto risposta nemmeno per email, visto che si era arrivati ad agosto e l’assistenza telefonica non era attiva, restava attiva quella per posta elettronica (in teoria!). Scontento ho iniziato a comprare materiale da altri venditori seri, e così ho sostituito gli zoccoli con quelli dorati a tulipano che monta anche la Audio Research. I condensatori di alimentazione sono stati sotituiti da i Mundorf ! Il suono è cambiato notevolmente. Ho usato un cavo in argento per il cablaggio da 1.5mmq, e gli acuti son migliorati molto. Prima erano troppo stridenti per i miei gusti. Per tornare ai problemi, le EL34 della JJ Tesla dopo 3 mesi si son sciupate. Una presentava sul vetro un segno nero a forma di V, sostituite con delle EL34 STR TAD, i problemi di rumori e suoni strani son spariti. (Erano solo problemi di saldatura !??!?!) Anche le valvole preamplificatrici 6N9P sono state cambiate (per mio pura soddisfazione) con delle Raytheon VT229 di produzione RCA del 1943 !!!!! (NOS/NIB) Eccole in foto.

Ora il suono mi piace molto di più. Mi restano solo da cambiare i trasformatori di uscita e quello di alimentazione. In pratica ho rifatto tutto il progetto, e cosa più importante che i trasformatori Single Ended di uscita non si possono montare a banco!!! Come invece viene proposto nel progetto!

In questa storia si mescolano due tipi di problemi: uno dovuto a un progetto con diversi errori e un commerciante che non sa aiutare i suoi clienti (molto probabilmente perchè nemmeno lui è in fondo capace di far funzionare questi kit, se no non si spiegherebbero gli errori negli schemi) e l’altro problema dovuto a un cliente che giustamente è alle prime armi e non sa come risolvere detti i problemi e si esaspera.

Iniziano col vedere lo schema originale del KIT che viene venduto (clicca la miniatura per ingrandire).

Vediamo i vari errori che contiene e che sono segnati all’interno dello schema stesso vicino l’area interessata:

  • Errore 1: I filamenti delle EL34 vengono lasciati flottanti, poco grave ma comunque scorretto.
  • Errore 2: La 5y3gt è troppo piccola per alimentare entrambe i canali di un SE di EL34 polarizzato correttamente in classe A (vedi errore 5).
  • Errore 3: La sezione di alimentazione secondo me non è fatta bene.
  • Errore 4: Se fosse stato progettato bene 2 triodi di UNA SOLA (e intera) 6N9p avrebbero trovato posto all’ingresso col loro filamento riferito a massa, mentre altri 2 triodi di UN’ALTRA (e intera) 6N9p sarebbero stati sollevati da massa, con un’altro secondario per il filamento dedicato e sollevato da massa con detto partitore, usando una sola singola 6N9p per entrambe i triodi dell’SRPP di un solo canale purtroppo si sforano i limiti di isolamento filamento catodo della valvola, infatti poi queste valvole si sono danneggiate. Vedi soluzione 1
  • Errore 5: Il valore della resistenza (330ohm) imposta una corrente di bias di 50mA (forse per non far saltare la raddrizzatrice) utilizzando un trasformatore con impedenza nominale di 3K si limita la potenza effettiva erogabile a “calcolati” 4,5Watt RMS, vedi approfondimento.
  • Errore 6: Il condensatore da 220uF è troppo piccolo, questo è un’errore frequente che quasi tutti commettono, perchè si limitano a prendere spunti da schemi d’epoca dove le capacità di bypass catodico erano abbastanza risicate perchè all’epoca non erano disponibili grosse capacità, perchè tanto i trasformatori d’uscita non scendevano mai in basso per davvero, perchè se ne fregavano dei problemi delle rotazioni di fase. Al giorno d’oggi è meglio usare capacità sostenute per evitare degenerazioni locali alle basse frequenze che oltretutto sono fortemente ritardate e quindi causano forti rotazioni. 2200uF è invece un valore ragionevole.
  • Errore 7: Il tasso di feedback con la resistenza da 100k è talmente minuto che tanto vale eliminare completamente questa resistenza, è sperimentato da “P” che aumentando il tasso di feedback su questo circuito causa problemi a non finire, compresi inneschi di motorboat che facevano oscillare i coni delle casse a frequenza infrasonica, questo per colpa della sezione di alimentazione e delle finali che lavoravano in classe AB.

*Approfondimento, questa è la simulazione spice del circuito ufficiale alimentato alla plausibile tensione di 270volt:

Come si vede dall’oscillogramma il finale così configurato giunge in clipping con un’ampiezza di 17,12Vpp e facendo 2 conti sono appunto 4,57Watt RMS. Ammetto di non aver misurato l’apparecchio reale assemblato ma LTSpice è un software affidabile nel 99% dei casi. Reputo impossibile ottenere 13Watt RMS da una sola EL34 in SE se non mandandola oltre la dissipazione di targa o misurando la potenza in clipping profondo.

*Soluzione1: nel mio schema (vedi sotto) ho fatto un partitore con resistenze da 10Megaohm e un condensatore da 1000pF, in questo modo il circuito del filamento è quasi flottante, la corrente di perdita possibile dal catodo verso il suo filamento fino a massa è limitata a meno di 100 micro amper, l’unica scarica possibile e da un catodo verso l’altro attraverso il filamento, ma in questo caso l’isolamento raddoppia e in sostanza la valvola è salva. Ci tengo a far presente che una delle bellissime 6SL7 NOS comprate da “P” nel circuito originale ha subito un danno nel vernir montata nel circuito “originario”, ora all’accensione ha sempre un catodo cortocircuitato al filamento, difetto che se ne và tando alcune bottarelle alla valvola che poi funziona fino a quando non viene spenta e purtroppo sarebbe bene sostituire.

Al cliente è poi stato detto che intrecciare i fili è solo una questione estetica ma è assolutamente falso, i fili dei filamenti in AC vanno intrecciati, il circuito va cablato BENE! Il cliente sempre ha affermato che trasformatori d’uscita SE non possono essere montati a banco, questo in effetti è abbastanza vero, essendo i trasformatori SE traferrati è necessario che siano serrati in fabbrica con le loro calotte e le viti che li tengono assieme non vengano mosse per evitare che la fila di “I” non si muova, si può mettere una “E” a rovescia e contare sull’efficacia collante della resina con cui si impregna il trasformatore ma reputo anche io parecchio sconveniente questo tipo di montaggio.

Dove ha sbagliato il cliente? questa non è una critica a lui o a qualsiasi altro auto costruttore hobbysta alle prime armi che arrivi qui a leggere questo articolo.

Come prevedibile una persona che per la prima volta monta un circuito in aria difficilmente farà un buon cablaggio, io ho imparato a farlo col tempo e con l’esperienza, ormai cablo ad intuito e io stesso trovo difficile spiegare ad altri come faccio. “P” ha fatto l’errore di iniziare a comprare componenti costosi, condensatori, valvole, cavo di argento ed infine è arrivato anche da me chiedendomi un set di trasformatori che gli ho venduto senza conoscere tutti i retroscena, mi ha chiesto poi aiuto per email e ho cercato di dargliela come potevo alla fine non sono riuscito a guidarlo, perchè per insegnare queste cose bisognerebbe essere nella stessa stanza, davanti all’apparecchio col saldatore in mano. Per email, almeno per le mie capacità comunicative, non ci sono riuscito. Quindi alla fine ho chiesto a “P” di spedirmi l’apparecchio per vedere di sistemarlo una volta per tutte perchè poveretto ormai era come se l’avesse comprato 2 o 3 volte.

Ricevo quindi il telaio con tutti i componenti, valvole, i miei trasformatori e quelli originali del KIT. Butto giù un progettino su LTspice che possa riutilizzare al massimo i componenti disponibili senza aggiungerne altri per quanto possibile almeno. Ho misurato giusto per accertarmi di come funzionassero i trasformatori d’uscita originali del kit e il risultato è questo (la scala verticale è di 5dB per quadretto):

Mentre questo è lo schema premium che ho deciso di andare a realizzare sulla falsa riga dell’originale, i trasformatori di uscita sono i miei SE2K-EL34 da 2k (al posto dei 3k originali) che sicuramente mi avrebbero permesso di far funzionare la EL34 in modo ottimale, rispettando per altro le semplici indicazioni del datasheet: carico 2K bias a 100mA con 250volt di placca.

Ci tengo a precisare che lo schema è quello definitivamente montato e messo a punto da ME, con i MIEI trasformatori e il MIO cablaggio, la rete di feedback formata dai resistori R21/R31 e dai condensatori C12/C19, nonchè R17/C13 e R24/C20 (che impediscono ritorni di griglia) sono strettamente legati al trasformatore d’uscita e al cablaggio, consiglio a chiunque si accinga ad assemblare questo schema di procurarsi almeno i miei trasformatori d’uscita e dall’eseguire il primo collaudo con il segnale di feedback sconnesso e di assicurarsi che il circuito sia stabile quando lo connette. I valori di C12/C19/C13/C20 potrebbero necessitare ritocchi in base al cablaggio mentre i valori di R31/R21 decidono il tasso di controreazione potrebbero dover essere modificati con trasformatori diversi. R10 ed R27 sono da 135ohm, non è un’errore, esistono resistenze da 135ohm ! e questo è il valore ottimale per polarizzare in perfetta classe A le EL34 con le tensioni di questo schema, chi non trovasse la resistenza del valore preciso può mettere in serie una resistenza da 120 con una da 15ohm.

Mi è stato chiesto di abbellire anche l’estetica dell’amplificatore già che c’ero. Smonto tutto quanto era stato cablato, molti componenti erano sciupati e da buttare via, il telaio aveva già subito modifiche e forature e non reputavo nemmeno la disposizione simmetrica dei trasformatori buona per effettuare un cablaggio ottimale, io preferisco sempre mettere la sezione di alimentazione da una parte e cablare i 2 canali vicini, per accorciare al massimo tutte le connessioni, specialmente quelle che vanno dalle boccole RCA al potenziometro e da quei ai canali. Ho quindi rappezzato la cima del telaio con una lamiera di alluminio che ho poi forato e rivettato prima di portare il tutto a verniciare.

E prodotto una base di montaggio in bachelite, fissare la roba alla lamiera da pessimi risultati è scomodo e non mi piace. PS gli zoccoli a pulipano non mi sono piaciuti per niente, fissare i componenti a dei perni è proprio scomodo, zoccoli con la paglietta forata sono molto più comodi.

Quindi ho cablato tutto…

Ho recuperato tutti i condensatori elettrolitici mundorf comprati dal cliente, le resistenza sono tutte nuove, ho aggiunto altri componenti di pregio come dei carta olio militari USA Westing House nell’accoppiamento tra driver e finale, elettrolitici NOS ’70 sotto i catodi. Ho poi realizzato una mascherina decorativa in legno invecchiato artificialmente, me viti arrugginite invece sono realmente antiche (solo decorative, non tengono fissato nulla). La manopola è stata realizzata in ottone al tornio e poi brunita con un prodotto chimico apposito.

Dati strumentali:

Potenza: 7Watt RMS per canale
: THD rileva a 1khz 1 watt su carico resistivo 0,11%
Banda passante: 18Hz / 90khz -1dB
 DF: 5,7

Grafico della banda passante (scala verticale 1dB quadretto)

Onda quadra a 100Hz

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Analisi di spettro (scala verticale 20dB quadretto) fondamentale a 1khz

Scrivo questa recensione sul mio amplificatore costruito sullo schema realizzato da Stefano Bianchini.

Come scrivevo nella parte citata da Stefano a proposito del suo articolo sulla costruzione dell’amplificatore, ho sempre pensato che un valvolare suonasse meglio di qualsiasi cosa. Ora posso dire con soddisfazione che è veramente così. Un amico tempo fa mi disse “la prima volta che entrai in un negozio e sentii un valvolare, udii dei suoni che non avevo mai sentito” Devo dire che è proprio così. Ascoltando i cd che conosco da decenni in alcuni casi, il suono che esce dalle casse non è quello che mi ricordavo. Premetto che io sono stato uno dei tanti clienti di Stefano, ma non ho ne rapporti di parentela ne altro. Purtroppo quando iniziai a studiare elettronica, le valvole erano già sul viale del tramonto per la “massa”, e quindi non furono trattate nel programma di studio. Ma per fortuna ho trovato chi ha saputo cablare per me! Per quanto riguarda il primo ascolto devo dire che son rimasto folgorato dalla pulizia del suono, e da come ogni strumento dal più presente al più tenue a livello sonoro, siano ognuno al proprio posto. Prima il suono era molto impastato. Ora invece il suono è pulito e molto dettagliato! Il timore di Stefano è che con tutti i condensatori Mundorf che ci sono, fosse troppo accentuato sugli acuti. Devo dire che sentendolo con le mie casse Yamaha NS-10 (monitor da studio) è perfetto. I piatti della batteria sono brillanti al punto giusto. Ho sempre odiato il suono che usciva da certi amplificatori, che mettevano poco in risalto i piatti. Ai vecchi tempi ascoltavo con le Sonus Faber Extrema Amator, ed il DSP-A1 (7+1 canali) Yamaha. Se potessi usare le sonus faber chissà che risate mi farei! Si ho solo 8 W per canale di potenza ma secondo me ci sarebbe poco da scherzare! Per ora le casse sono da un amico chissà che non ce la faccia a riprenderle. Ma ora passo a descrivere pur non essendo facile cosa esce dalle Yamaha (che ho sempre avuto anche ai tempi delle Sonus Faber).

Tanto per iniziare, dal cd The Ultimate Collection di Sade ho ascoltato:
Hang On To Your Love: suono dettagliatissimo piatti della batteria brillanti bel soundstage!
Cherish The Day: trilli dalla cassa sinistra favolosi, ogni strumento dalla chitarra al basso che arriva dopo è al suo posto!
Never As Good As The First Time: basso molto focalizzato, anche qui piatti e trilli dettagliati. Poi la voce di Sade non ha bisogno di pubblicità.

Metallica: Dal cd “THE BLACK ALBUM” a tutti quelli registrati da Bob Rock esce un suono sopra la norma ! La voce di Hetfield ha un suo fascino particolare. La batteria di Lars con i suoi piatti ed il suo rullante che è quasi una sua firma, non ha bisogno di presentazioni. Finalmente il basso è dietro ma c’è!

Gun’s ‘N Roses: Appetite For Destruction edizione dorata Original Master Recording, stessa storia dei Metallica. Suono ben dettagliato benchè sia un disco che ha ormai i suoi anni. Batteria e voce sempre presenti, Duff McKagan è dietro ma molto presente. Slash ed Izzy la fanno da padrone.

È come se fossi stato invitato ad una sessione di prove del gruppo e fossi stato l’unico spettatore. Il suono in generale per tutti i cd ascoltati e tutti i generi, è come un’immagine elaborata con Photoshop, dove ogni strumento è su un suo “layer” e nessuno copre l’altro!

Bella Paradise City: bella all’inizio con i coristi e le chitarre arpeggiate.

Come non citare Sweet Child ‘O Mine: Slash credo di non averlo mai sentito così, anzi ne son sicuro!

Rocket Queen: ha un basso favoloso. Forse la partitura più dettagliata di tutto il disco.

Mario Biondi The Best Of Soul: Qui che dire, voce strepitosa a dir poco. Sembra di essere in un piano bar ed ascoltare una esibizione in privato.

Do You Feel Like I Feel: voce favolosa.

A Handful Of Soul: è puro Jazz al 100%

Gratitude: voce molto profonda e richiama a tratti Older di George Michael. Piatti e tromba molto dettagliati.

On Up Your Eyes: durante l’intro quando si sente l’annuncio del volo all’aeroporto sotto si sente la voce dei turisti che parlano. (Mai udita prima)

All I Want Is You: il piano è bellissimo.

Love Is A Temple: c’è un suono che richiama quasi lo schiocco delle dita, che è degno di nota.

Passiamo alle munizioni pesanti…

Adele 21: Turning Tables, pianoforte molto presente che non copre i violini. Adele sembra quasi sia appoggiata al piano mentre canta. A 2:03 minuti voce leggermente graffiante ma al punto giusto. Morbida al contempo. A 3:24 quando dice Goodbye la voce ha una trama favolosa.

One And Only: si sente chiaramente lei che canta davanti al piano. Veramente bella.

Someone like You: dalla voce al piano non ci sono veramente paragoni con altri amplificatori che ho sentito.

Anastacia Freak Of Nature: Ho ascoltato il cd e non ho deciso di citare nessun brano perchè suona bene. Ho sempre trovato la voce della cantante un pò esosa con il suo “uaaahhhh” marcato. Ora è molto più controllata e piacevole. Anche lei non ha bisogno di presentazioni, specialmente quando prende il volo!

Cito Dolores ‘O Riordan (una perdita per l’umanità) con i the Cranberries. Penso che chi l’ha ascoltata almeno una volta riconoscerebbe subito il suo cantare in stile irlandese. I suoi gorgheggi son strepitosi. Dal cd Something Else ho ascoltato Linger, Rupture ed Ode to My Family in versione austica. Violini veramente belli che accompagnano le chitarre e la voce di Dolores.

Il cd 1’S di Mariah Carey… non ha bisogno di presentazioni. Va solo ascoltato con un valvolare. My All, Emotions, Love Takes Time, etc non son descrivibili a parole purtroppo.

Ho usato anche vari cd Chesky, dal Gold Stereo And Surround Setup Disc, Al 2K Sampler, a Rebecca Pidgeon e tutti quelli che mi dimentico e che ancora non ho provato.

Adesso posso veramente chiudere questa piccola recensione. Se le persone invece di ignorare le valvole avessero ignorato i lettori mp3 tra i primi l’iPad il futuro dell’audio sarebbe stato molto più roseo. Invece il futuro è tornare ai vinili che non suoneranno mai come un cd! con i suoi fruscii salti della testina etc, e con mp3 in vendita online. Perchè alla massa ignorante basta questo come termine di paragone per l’audio, un mp3! Con quello che si spende per un iPhone anzi meno io mi son trovato un amplificatore che suona come avrei sempre voluto. Come speravo nella mia immaginazione che dovesse suonare un valvolare.

C’è voluto del tempo ma ce l’ho fatta!

Piccola nota di SB-LAB, non sono le valvole belle o i fili di argento che fanno suonare bene un’amplificatore, ma la qualità dei trasformatori, dei condensatori e la cura del progetto prima e la cura nella messa a punto dopo aver assemblato, senza questa cura si possono montare i più costosi dei componenti che si avranno sempre e solo risultati scadenti.


Progetto No2: Rescue34 – Ora versione 2.0!

Ho realizzato questo il progetto di amplificatorino con le EL34 per accontentare le tante persone che mi chiedono di pubblicare uno schemetto che usi questa valvola. Lo schema è quanto più semplice possibile per un montaggio facile da realizzare.

Dopo 7 anni dalla pubblicazione di questo progetto  ho voluto fare un’upgrade di questo progetto per un cliente che aveva realizzato la vecchia versione in passato e si accingeva alla realizzazione di un secondo esemplare. Ho preso la palla al balzo visto che non vendo più il vecchio SE2K-EL34 in quanto è stato sostituito dall’SE2K-EL34/2, ne ho approfittato anche per svecchiare lo schema con qualche miglioria frutto dell’esperienza degli ultimi anni. Questo progetto differisce dal (precedente presentato sempre in questa pagina) per alcune cose:

  • Raddrizzamento con valvola GZ34 invece che 5U4GB.
  • 2 induttanze di filtro separate per canale invece di una unica per entrambe.
  • Una sola 6SL7GT caricata a CSS invece che un SRPP con due 6SL7GT.

Ecco lo schema premium (clicca per ingrandire).

Il montaggio del cliente (versione 2.0)

Ti allego qualche altra foto e una descrizione del lavoro fatto, grazie per tutto il supporto che mi hai dato.

Marco

Ho assemblato questo amplificatore utilizzando un kit trasformatori di alimentazione, induttanze e trasformatori di uscita (SE2K-EL34/2) fornito da Stefano. Lo chassis è stato realizzato in noce ed il pannello sui cui sono montati gli zoccoli delle valvole e i trasformatori è in alluminio composito Dbond. Ho realizzato il circuito su basetta millefori, lo schema (che è una precedente versione di quello per quel kit di trasformatori) prevede un doppio triodo 6SL7 che pilota i due canali single-ended di EL34 ed è dotato di NFB. Dopo l’assemblaggio e le prime prove, ho avuto utili consigli da Stefano per migliorare il fattore di smorzamento (avendo misurato un valore di circa 3) e poter pilotare l’ampli già con segnali di ingresso di 2-3Vpp. Lo stadio del pre è stato quindi modificato utilizzando un caricamento in CCS in luogo della resistenza anodica e sono state apportate anche altre modifiche al circuito: il fattore di smorzamento è passato a 6,2! Con questa configurazione ho misurato una potenza erogata (ben lontano dal clipping) di 4,8W per canale con un segnale di ingresso sinusoidale a 1KHz di ampiezza pari a 2Vpp. Direi che sono molto soddisfatto del risultato ottenuto. Apprezzo in particolare, rispetto alle prime prove effettuate, la capacità dell’ampli di tenere a freno i woofer della coppia di Pioneer CS-565 che possiedo. Un sentito ringraziamento a Stefano per la qualità dei suoi trasformatori e i preziosi suggerimenti che con tempestività e competenza mi ha saputo dare!

Il vecchio montaggio V1.0

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Le EL34 e la GZ34 montate sono della jj, le ho messe perchè me le hanno date, ma montate possibilmente qualcosa di un pò meglio. La dissipazione a riposo l’ho tenuta un pelo più bassa (22 watt) rispetto la massima ammessa (25) per evitare problemi con certe valvole attuali che sono un pò scarse.

Disegni CAD del Mobile

esploso

Io ho fatto fare un mobile di alluminio piegato e poi mi sono arrangiato alla vecchia maniera per i fori, allego qui sotto lo zip con il file in formato freecad + file step delle parti in metallo, il disegno è sotto gpl3 chi vi apportasse modifiche come l’inserimento delle forature è pregato di farmi riavere i disegni modificati in un formato di file opensource.

Case Rescue34

Commento del proprietario:

Ciao l’amplificatore suona benissimo. Anche con i cavetti d’ingresso scollegati oppure collegati con la sorgente di segnale spenta e il volume al massimo non si sente il benchè minimo ronzio.

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2 risposte a Amplificatore Single Ended EL34 – Progetti Liberi

  • salve, sono affascinato dal tuo progetto…vorrei realizzarlo ma lo schema se clicco non si apre in maniera definita pertanto non si capisce nulla…potresti inviarmi per mail lo schema finale per realizzare il progetto? Grazie tante
    Andrea

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Hashimoto KT88 UL PushPull – Versione con raddrizzamento a diodi

Nel precedente articolo ho presentato il caso dell’ Hashimoto KT88 UL Push Pull costruito da Fabrizio, problemi del circuito e relative risoluzioni, in questo articolo invece presento una variante che mi è stata richiesta dello stesso circuito ma senza valvola raddrizzatrice, la differenza rispetto l’altro circuito è la sezione di alimentazione anodica che utilizza diodi al silicio, il trasformatore di alimentazione differisce nella tensione del relativo secondario, i condensatori di livellamento sono più generosi e l’induttanza è un modello con resistenza DC più bassa, in questo modo si ottiene un’alimentazione più stabile che ha un’erogazione di corrente maggiore verso il circuito, questo si tramuta essenzialmente in una maggiore fermezza dei bassi e minori distorsioni dovute all’ondeggiamento della tensione anodica.

Ecco lo schema premium

Questo della foto è il set di trasformatori che riceverete per realizzare questo progetto, il costo compresa spedizione è di €710,00

Pisa 19.04.2021

Ciao Stefano, ho fatto questa breve recensione, e al di là di quello che ho scritto Ti dico che sono molto soddisfatto di quanto realizzato, anche grazie alla Tua consulenza e disponibilità. Dopo 40 anni circa che non prendevo un saldatore in mano, mi sono deciso ad affrontare la realizzazione di un amplificatore valvolare con KT88; perché queste valvole? ho visto in rete alcuni impianti auto-costruiti e oltre all’aspetto tecnico mi è piaciuto l’aspetto estetico. Le mie conoscenze di elettronica si limitano al periodo scolastico e poco più, non suffragate da studi specifici ma solo passione per l’elettronica (di fatto sono un elettrotecnico). A parte alcuni impianti auto-costruiti in gioventù e tutti allo stato solido, mi dilettavo solo alla riparazione di apparecchi valvolari di amici e parenti.

Oggi ascolto musica con impianti discreti e ben suonanti, anche se quando li ho acquistati volevo un impianto valvolare che aimè avevano prezzi piuttosto alti, e chi mi ha seguito nell’acquisto non li consigliava. La voglia però di avere un impianto valvolare era forte per cui mi sono deciso di costruirmelo. Il primo problema è stato quello di trovare uno schema attendibile è i relativi trasformatori, altrimenti non si và da nessuna parte; in rete si trova di tutto e il contrario di tutto.

Dopo una ricerca approfondita ho trovato quello che volevo negli articoli sul sito SB-LAB, molto dettagliati e suffragati da conoscenza tecnica e non solo sensazioni di ascolto dovute alla buona pratica. Dopo vari contatti mi sono deciso ad acquistare i trasformatori proposti dalla SB-LAB e la fornitura del relativo schema. Durante le fasi costruttive ho trovato la disponibilità da parte di Stefano Bianchini per soluzioni e consigli, indispensabili prima affrontare la realizzazione.

Di fatto oggi ho completato la realizzazione di un dual-mono con KT88, acceso e funzionante alla prima, nessun rumore di alternata anche al massimo del volume e nessuna interferenza. Fatte le dovute tarature e verifica delle tensioni (tutto regolare), l’ho messo in prova al posto dell’attuale impianto che utilizzo per ascoltare la musica.

Dopo alcuni giorni e circa 20 ore di funzionamento senza alcun problema, la soddisfazione di ascolto è piena e meno impegnativa rispetto all’altro impianto, mi piace molto e non solo a me ma anche a mia moglie o a chi altro l’abbia fatto sentire (molto probabilmente sostituirà il mio primo impianto). Non ho fatto prove strumentali poiché non ho il necessario, ma prima o poi mi le farò.

Allego delle foto di quanto realizzato, certo da un punto di vista estetico si può fare di meglio ma a me piace la sobrietà e la funzionalità senza troppi inutili fronzoli. Il cablaggio? Ho cercato di fare del mio meglio, soprattutto sulla distribuzione delle masse, realizzate comunque con collegamento a stella e collegate al telaio in un solo punto (nessun rumore di alternata).

Posso chiudere affermando che lo schema proposto da Stefano, abbinato ai trasformatori forniti, è più che ottimo e ben funzionante. Saluti Roberto Carmassi

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