Audio Research VSi55

Questo amplificatore mi è stato consegnato dopo aver subito un danno dovuto a una vite caduta all’interno del case che ha fatto corto tra le piste e ha fatto esplodere i CHIP che commutavano ingressi e regolavano il volume, oltre a rovinare la 6N1p posta sull’ingresso.

Sostituiti i CHIP l’amplificatore ha tornato a funzionare, mostro qui sotto qualche dato strumentale. Non c’è niente di particolare da segnalare a parte una decisamente inaspettata risonanza dei trasformatori d’uscita in  zona molto bassa, troppo bassa, questo dovuto probabilmente al nucleo risicato che è stato utilizzato.

Spettro distorsivo a 15 watt

Quadra 1khz 15 watt mostra un ringing che si sarebbe dovuto compensare

Il grafico di banda passante su carico resistivo mostra una fortissima risonanza del trasformatore d’uscita a 70khz…
Per via del basso Q dell’elemento risonante la curva è molto ampia e comincia già a 10khz…

Grafico di banda passante su carico reattivo, i divari di quasi 5dB dei picchi indicano uno smorzamento non molto alto, non l’ho misurato in quanto non conosco l’effettiva stabilità del circuito e non volevo innescare oscillazioni distruttive.

Se non altro non ho notato distorsioni della sinusoide nella zona alta della gamma udibile.

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Harman Kardon A300 – Restauro

Questo amplificatore vintage mi è stato consegnato dopo essere stato acquistato su internet, venduto come funzionante era lungi dal poter essere definito affidabile. Il cordone di alimentazione immenso con una spina da 16A degno di una lavatrice era rigido e corto e tirava i fili all’interno del cabinet. A parte questo antiestetico particolare il circuito versava in condizioni di semi originalità, solo 2 elettrolitici moderni erano stati posti in parallelo agli originali vecchi ed esausti elettrolitici originali… pur che si accendesse e sembrasse funzionare con la minor fatica possibile.

In realtà tutti gli elettrolitici presenti avevano capacità molto ridotta rispetto quella di targa ed ESR molto alte, indice che si erano seccati e che dovevano essere sostituiti (e non lasciati in parallelo a condensatori nuovi) perchè a rischio di corto circuito, li ho sostituiti con ricambi philips NOS opportunamente rigenerati e verificati. Ho controllato tutte le resistenze, quindi i condensatori non polarizzati che essendo dei carta olio non si presentavano in perdita ma funzionavano ad accezione di uno…

Che si mostrava con una bella crepa (si vede se ingrandite la foto cliccandoci sopra), era in perdita ed era proprio uno dei 2 condensatori di disaccoppiamento tra una finale e la sfasatrice, il triodo della sfasatrice (catodyna) relativo a quel canale risultava semi esaurito, mentre le finali erano smatchate il che lasciava pensare che quella finale abbia lavorato con la griglia positiva per diverse ore. Sostituito il condensatore guasto e la ECC82 ho acceso l’amplificatore e ho notato subito una forte distorsione del canale che aveva sofferto sulle frequenze più basse attorno ai 100Hz… In pochi minuti il canale ha cominciato a mostrare disturbi e rumore di scintillamento proveniva dal trasformatore che poco dopo si è isolato per metà mostrando una tipica traccia sull’oscilloscopio di un pushpull che sta funzionando con una valvola sola …

La metà del trasformatore che si era isolata era proprio quella dove ho trovato il condensatore guasto, ho quindi dovuto smontare suddetto trasformatore per riavvolgerlo.

Sostituito anche il trasformatore d’uscita l’amplificatore funzionava nuovamente, ho quindi fatto le mie solite misure di rito per verificarne il funzionamento e per avere dati strumentali concreti da conservare come riferimento per future riparazioni.

Vediamo quindi il grafico di banda passante e fase con i controlli di tono messi a zero… Inutile dire che visivamente i trasformatori d’uscita sono molto piccoli ed è facile immaginare che non possano riuscire a rendere la gamma bassa, il grafico sotto ne è la prova inconfutabile.

L’aspetto della quadra a 1khz (che dovrebbe essere pari) dimostra la scarsità di induttanza primaria, questa forma d’onda la si dovrebbe trovare a 100Hz non a 1khz, ovviamente più in basso non restano che punte e anche le sinusoidi ne escono molto distorte (mi perdonerete se mi sono dimenticato di salvare la schermata relativa e vi basti la descrizione a parole). Da notare anche un’andamento di fase abbastanza irregolare…

La triangolare a 1khz

Infine l’analisi di spettro

Questi dati sono interessanti per classificare la categoria di apparecchi audio vintage che alcuni considerano essere molto buoni, la realtà è che sono apparecchi con grandi limiti sonori e qualitativi, poi che possano piacere è un’altro discorso, ma se piacciono è forse il caso di non modificarli e lasciarli come sono (nei limiti del possibile ovviamente), trovo piuttosto insensato la pratica di taluni soggetti di sostituire tutti i condensatori di oggetti del genere con mundorf o altre marche prestigiose, cambiarci resistenze o spendere cifre per valvole super selezionate perchè sono apparecchi estremamente limitati nello stesso disegno del circuito e dei trasformatori che vi erano montati e per quanto ci si possa spendere sopra non si può andare molto lontano.

La seconda cosa che voglio sottolineare, che sia monito per tutti, è che come per le radio d’epoca anche questi vecchi amplificatori devono essere revisionati accuratamente prima di poter essere utilizzati e non ci si può fidare di un venditore che per ignoranza o mancanza di etica si limita a interventi minimi per di spillare 200€ all’ignaro compratore, perchè il grosso del costo del restauro di questo apparecchio è stato dover sbobinare un trasformatore cotto con il rame che si sbrisciolava ogni 2 giri, lavoro di revisione e restauro che nel complessivo è costato di più del prezzo di acquisto iniziale e che si sarebbe potuto forse evitare se l’apparecchio fosse stato giustamente venduto come “non funzionante da revisionare”, il cliente avrebbe evitato di tenerlo acceso delle mezze giornate aggravando i danni e ingrandendo il costo della successiva riparazione.

Faccio notare anche che il suono di apparecchi del genere è talmente pastosa e distorta per sua natura che non si era nemmeno notato, almeno inizialmente, che un canale stava andando con una finale a cannone.

Per completare il restauro ho lucidato a gomma lacca il mobiletto di legno, impiallacciato mogano, che era grezzo.

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4 risposte a Harman Kardon A300 – Restauro

  • ma certo con nei nucleini così piccoli non ce la faceva, avrebbe saturato emettendo delle pernacchie..

  • La risposta in frequenza lato bassa frequenza (carente sotto 1kHz di 6dB, poi spiana di nuovo) sembra una scelta progettuale ed è dovuta al (ai) condensatori da un paio di nF in parallelo alla mezza sezione del potenziometro di bilanciamento (500k) creando una coppia zero-polo. Probabilmente il progettista sapeva che con quei trasformatori era inutile “spremere” le basse frequenze. Io ho optato per un taglio inferiore (~100 Hz) mettendo in parallelo dei condensatori da 22nF.

  • come per le radio d’epoca l’apparecchio va revisionato, vanno verificate le condizioni di tutti i condensatori e delle valvole se no fai la fine della persona di questo articolo che ascoltava un pushpull dove in un canale andava una valvola sola e l’altra era bloccata col bias a cannone per colpa di un condensatore bucato che gli ha poi bruciato un trasformatore d’uscita. L’apparecchio ha varie impedenze, quello che ho riparato aveva 8 e 16ohm… ma su internet si trovano anche schemi che riportano 4 e 8, quindi magari ci sono varianti dello stesso apparecchio, devi verificare col venditore.

  • SALVE BEL LAVORO GIUSTO IL FATTO CHE UN OGGETTO A VALVOLE DI TANTI ANNI VA RIVISTO IN TOTALE , IO NE O TROVATO UNO OVIO IN CONDIZIONI DI ORIGINI COMPRESO LE VALVOLE E IL VENDITORE INSITE NEL FATTO CHE NON NECESSITI DI NESUN INTERVENTO PERCHE’ LO A PROVATO MA IO GLIO PROVATO A SPEìIEGARGLI CHE UN CONTO E UNA PROVA UN’ALTRA COSA E ADOPERARLO QUOTIDIANAMENTE A PARTE TUTTO LUI MI CHIEDE 250€ POI O LETTO CHE IL CARICO E IN 8 homm , io o casse a 4 ohmm posso utilizzarlo ?

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CGE Radioletta 1545 “Violentata” – Ripristino, restauro e conversione FM…

Salve! Mi hanno regalato estate scorsa una piccola e antica radio a valvole, CGE “radioletta” modello 1545. Che ho subito portato a far riparare in un laboratorio di *****. Dopo qualche mese la radio mi è stata riconsegnata riparata. Allora… diciamo che non avrei nulla da obiettare a chi me l’ha riparata perché la radio funziona, mi hanno sistemato il mobile esterno ecc… l’accendo spesso e funziona… però… guardando i tuoi lavori di restauro/riparazioni sulle radio d’epoca c’è un abisso! Tu sei fantastico! E meticoloso. Gia solo il fatto che pulisci sempre l’interno della radio e la struttura in ferro mi mandi di fuori ahahahah. Così ho dato una controllata alla mia di radio, l’ho aperta e notato con un poco di rammarico che la pulizia scarseggia parecchio e alcune valvole seppur funzionanti sono montate un poco storte… e ad accenderla… l’audio dell’unica stazione che prende (non ha FM) si sente malaccio… è piu il ha ronzio sulle canzoni.

Vorrei quindi fare in salto da te e portartela per una revisione COMPLETA di quelle che sai fare tu e una bella ritarata e al limite qualche lavoretto extra…

Ricevo la radio in questione assieme alla fattura consegnata da altri per il lavoro di riparazione che parla di “perizie”, di restauro del mobile e dell’elettronica e sostituzione del cordone di alimentazione, potete visionare qui sotto il documento opportunamente censurato dai dati sensibili…

85€ per un restauro… già vedendo questa cifra così bassa chiunque dotato di buon senso e che abbia veramente idea di quanto tempo è necessario per rimettere in funzione seriamente una radio d’epoca dovrebbe pensare che qualcosa non torna visto per altro che questi signori hanno una tariffa oraria che è il doppio di quella che chiedo io ho pensato immediatamente: ma l’hanno restaurata o hanno fatto finta? … Ovviamente hanno fatto finta, vediamo perchè:

Iniziamo dal restauro del mobile, nell’istante preciso che l’ho vista ho capito immediatamente questo particolare…

Bella brillucciccosa come uno specchio e che odorava da mobilume moderno era stata lucidata non da un restauratore (come si dovrebbe) ma da un mobiliere con vernici a spruzzo, forse qualche sprovveduto non ci troverà niente di male in realtà è un grosso problema per diversi motivi, prima di tutto la resa estetica non è la stessa perchè la gomma lacca non ha un’aspetto così perfetto e ha un colore ambrato ma fin quà il problema è minimo anche perchè se la radio originariamente fosse stata lucidata con vernici alla nitrocellulosa invece che a gomma lacca l’aspetto potrebbe essere molto simile all’originale, il grosso problema è un’altro ossia che queste vernici moderne provocano forti tensioni sulla superficie dell’impiallacciatura che è incollata con colle vecchie e non tenaci come quelle moderne e spesso l’impiallacciatura delle radio che subiscono questa violenza si spacca e si solleva nel giro di pochi anni, il secondo problema è che queste vernici, come tutte le cose moderne, non sono pensate per durare e non sono reversibili, ossia nel fortunato caso che il legno non si spacchi sono destinate a rovinarsi in poco tempo e a rendere molto difficile un successivo ripristino. Con la gomma lacca è possibile sverniciare e riverniciare un pezzo di legno un numero indefinito di volte, con queste verniciature moderne invece si fissa un termine ultimo all’esistenza di un’oggetto, che può non essere importate per un comodino di truciolato da 20€ ma è triste e indecoroso per un’oggetto d’epoca!

Di fatti poi nel successivo tentativo di restauro la rimozione di questo plasticone trasparente è stato molto difficile, ha richiesto 3 cicli di sverniciatura col più potente sverniciatore disponibile sul mercato, altamente corrosivo a base di diclorometano e altri solventi molto forti, nonostante questo il legno era ormai compromesso e la sua naturale porosità non ripristinabile… Non assorbiva l’olio e la gomma lacca non aggrappava più lasciando questo misero e schifoso risultato:

Se non altro non è più destinata a spaccarsi, ma esteticamente è rovinata per sempre. Ci tengo a sottolineare che questa ripugnante pratica di verniciare le radio a spruzzo è diffusa e praticata anche da personaggi che si elevano a venditori di “radio di lusso” anche molto antiche e a prezzi ben maggiori di 80€ quindi metto in guardia chiunque stia leggendo queste pagine: se vedete una bella radio, troppo lucida con una patina spessa e chiaramente trasparente come il vetro e non ambra non compratela! sembrano più belle da vedere ma sono oggetti d’epoca che hanno vissuto 2 guerre mondiali per arrivare a noi ed essere rovinati e compromessi da qualcuno ignorante o privo di scrupoli che ha posto su di essi una sentenza di morte definitiva usando materiali non idonei al restauro… verniciare una radio a spruzzo si fa in 1 minuto, a gomma lacca richiede ore, ma un’oggetto d’epoca merita di essere rispettato e non trattato come qualsiasi altro pezzo di mobilio in truciolato moderno e destinato a finire in discarica entro 5 anni dalla sua vendita! se non siete sicuri potete anche odorarla le vernici a spruzzo hanno il caratteristico odore plasticoso che fanno i mobili moderni. Ricordate queste vernici moderne a spruzzo sono irreversibili!

Ok, finita la parentesi sul mobile vediamo invece come si presentava la parte elettronica…

Perizia ?! Riparazione ?! è tutta originale al 100%, non hanno cambiato niente, zero, nulla! Tutti i condensatori a carta marci e in dispersione ancora tutti al loro posto, l’elettrolitico doppio per metà in isolamento ancora li, resistenze visibilmente cotte (ultima foto) al loro posto, moduli lares con la resistenze integrate il quadruplo del valore nominale al loro posto, la resistenza da 1400ohm per la neutralizzazione del ronzio era diventata da 2600ohm e ancora al suo posto. Anche la sprocizia era ancora tutta al suo posto, contatti ossidati pure. Non hanno toccato niente di niente, si sono limitati a cambiare il cordone di alimentazione con un pezzo di filo bipolare di quello che si compra nei negozi di bricolage.

Quindi riassumendo 85€ pagati per rovinare il mobile e cambiare un pezzo di filo elettrico. E non è questione di aver pagato poco è questione che sarebbe stato meglio non far niente e tenerla solo come soprammobile risparmiando gli 85€.

Veniamo quindi alla situazione reale dell’elettronica di questa radio che era in condizioni di originalità d’epoca (non di fabbrica) infatti in passato qualche riparatore ha sostituito malamente sia la finale audio che la convertitrice con valvole diverse e non del tutto compatibili col circuito di alimentazione dei filamenti. È stata montata, con cambio dello zoccolo, una 30A5 alias HL94 al posto della 35QL6 alias 35D5 nonostante il filamento della 30A5 richiedesse 5 volt in meno della 35D5, tale valvola era poi visibilmente cotta e non avevo il ricambio a disposizione (in tutti i modi la avrei ripristinata) ed hanno sostituito anche la più rara  convertitrice 12TE9 con una UCH81 col problema che il circuito era per valvole col filamento serie da 150mA quando il filamento della UCH81 è da 100mA. Ho iniziato ripristinando lo zoccolo noval della finale audio…

E procurando la 12TE9 che richiedeva solo di ripristinare le connessioni sotto lo zoccolo originale…

Ho quindi proceduto ovviamente a pulire il telaio, alla sostituzione in toto di tutti i condensatori e di diverse resistenze che erano completamente fuori tolleranza. Ho ricostruito un modulo lares marcio, sostituito la lampadina che era troppo luminosa…

Nella bustina qui sotto tutti i pezzi che sono stati tolti…

Quindi ho installato un modulo FM… La tensione che prelevavo dalla lampadina era veramente bassa, appena 5,4volt. Il modulo funzionava ma l’audio presentava forte ronzio dovuto al fatto che lo stabilizzatore di bordo non aveva abbastanza margine per livellare il ripple ho quindi risolto sostituendo il condensatore di livellamento del modulo da 1000uF con uno da 4700uF…

Durante le prove a banco mi sono accorto che quando si commutava la radio su fono non veniva spento l’oscillatore locale OM ho quindi approfittato  di questa cosa per fare una modifica diversa dal solito: invece di porre il modulo tra il segnale demodulato e il potenziometro del volume perdendo la ricezione delle OM ho connesso la sola uscita audio del modulo (filo bianco) all’ingresso della presa fono in questo modo la radio riceve l’FM quando il commutatore di gamma è sulla posizione F e normalmente le OM e le OC nelle altre posizioni, quindi la radio che originale era a 3 gamme d’onda è diventata a 4 gamme d’onda.

Ultimo problema: nel mobile mancava il pezzo di contorno del commutatore di gamma, non so se mancasse dall’epoca o fosse stato tolto o distrutto dal mobiliere nella fretta di verniciare il legno in meno di 1 minuto perchè non voleva perderci tempo… Io quoto per la seconda cosa, nei 2 fori avevano messo 2 viti in ottone, chiaramente erano viti nuove in quanto lucide anche dentro, mentre se fosse stato ottone antico sarebbero state annerite, per altro queste viti erano lunghe e dopo averle avvitate le avevano tagliate alla brutta con un tronchese, deformando la filettatura e rendendo difficile la loro rimozione… quanta fretta, odio i lavori fatti di fretta e chi lavora col pepe al c… fanno solo porcherie.

Con la stampante 3D ho creato un nuovo pezzo presumo simile all’originale (che ho visto solo in una foto presa si sbieco)…

Il restauro è finito, ha richiesto 11 ore di mano d’opera (solo sull’elettronica) più tutti i pezzi sostituiti, le 2 valvole tra cui la 12TE9 è molto difficile da trovare, il modulo FM e una serie interminabile di madonne (una giornata intera) per tirare via la coltre di plastica spruzzata sopra quel mobile, non mi vergogno per niente a dire che questo lavoro è costato 388€ , le ore sono ore e quando hai un’attività e paghi le tasse devi farti pagare quanto necessario a non andare in rimessa e fallire, poco mi importa se questa radio la vendono a 70€ (in condizioni di non funzionamento), perchè se vuoi una radio d’epoca restaurata in modo perfetto e funzionante o ti arrangi e te la restauri da solo o devi pagare quello che è necessario per sistemarla perchè come ho dimostrato in questo articolo (e tanti altri sparsi in questo sito) i lavori fatti dai pastrocchioni che te le sistemano a poco alla fin fine non valgono nemmeno quel poco che chiedono e anzi spesso e volentieri i pastrocchioni rovinano le cose che toccano. Se questa radio mi fosse stata consegnata nelle condizioni di cantina per lo meno mi sarei risparmiato la grossa fatica di doverla sverniciare (con miseri risultati).

Eccola in funzione, nella prima parte del video in onde medie poi commuto in FM

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4 risposte a CGE Radioletta 1545 “Violentata” – Ripristino, restauro e conversione FM…

  • Lavoro impeccabile e perfetto ! Competenza e precisione Complimenti.

  • Ho capito; grazie per la esauriente spiegazione. Quindi mi rifaccio allo schema, unico tra l’altro, che posseggo della radio. Occorre quindi fare attenzione alle piedinatura delle singole finali e delle convertitrici, con la speranza di non fare confusione “sul campo” con le rispettive piedinature. Ti ringrazio molto.
    Michele.

  • le valvole sono praticamente uguali. La 50B5 e la 35QL6 cambiano lo zoccolo una 7pin l’altra 9 pin, la 12AJ8 e la 12TE9 probabilmente cambiano solo la piedinatura, al raddrizzatrice con la W ha una presa centrale sul filamento ma sono uguali… in pratica puoi usare lo schema che hai stando attento alla diversa piedinatura di alcune valvole

  • Buongiorno Stefano, complimenti per il magnifico restauro della Radioletta! Davvero notevole. Volevo chiederti, se posso, poichè posseggo una 1545 (senza/A) che ha qualche differenza sulle valvole impiegate; mi spiego; come riportato dal noto sito di radio, la 1545 dovrebbe montare la 12TE9, 12BA6, 12AT6, 35QL6 e 35W4; nell’esemplare che posseggo, sono presenti invece la 12AJ8, 12BA6, 12AT6, 50B5 E 35X4. Queste ultime valvole sono, a dire del sito, caratteristiche del modello 1545/A. Il fatto è che non riesco a reperire da nessuna parte lo schema elettrico che monta queste ultime valvole. Potresti, gentilmente, suggerirmi dove sarebbe possibile reperire questo schema?
    Grazie comunque.
    Michele.

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