Riparazione EAR 864 con trasformatore d’uscita guasto

Il preamplificatore EAR 864, progettato dal leggendario Tim de Paravicini, è uno dei punti di riferimento nel mondo dell’audio high-end valvolare. Si tratta di un apparecchio raffinato e molto apprezzato, con una sezione phono eccellente e un’uscita bilanciata a trasformatore, capace di combinare musicalità valvolare e dinamica sorprendente.

L’assurda diagnosi del tecnico “alternativo”

Il cliente che mi ha affidato questo EAR 864 mi ha raccontato una storiella esilarante: prima di arrivare da me, lo aveva portato da un altro tecnico, che avrebbe diagnosticato il guasto come un errore progettuale. A suo dire, il trasformatore d’uscita si sarebbe “bruciato” perché ci passava della corrente continua! Già, secondo questo luminare dell’elettronica, in un trasformatore non dovrebbe mai circolare corrente continua, altrimenti si danneggia. Peccato solo che ignori completamente cosa sia un circuito single ended, dove per definizione la corrente continua è parte integrante del funzionamento del trasformatore!

Una riparazione che richiede ingegno e pazienza

Ricevuto il preamplificatore, ho subito notato tracce evidenti di manomissioni: cablaggi manomessi, condensatori troppo grossi aggiunti in spazi inadatti a contenerli, cavetti schermati dove non serviva… Ma il problema vero era uno dei trasformatori d’uscita, con il primario completamente interrotto.

Smonto entrambi i trasformatori per confronto: uno funzionante, l’altro con primario interrotto. E qui comincia l’ingegneria inversa più complicata che mi sia mai capitata: 10 avvolgimenti distinti, 20 capi da identificare, avvolgimenti che saltano da una gola all’altra e passaggi complessi da seguire. Filo capillare, schema single ended (non push-pull), e un layout veramente contorto.

Matite colorate e reverse engineering

Per orientarmi, sono dovuto andare in tabaccheria a comprare le matite colorate da bambini. Ogni capo un colore, ogni passaggio segnato su foglio di brutta.

Poi, CAD alla mano, ho ridisegnato tutta la mappa del trasformatore per capire come rifarlo. Alla fine, sono riuscito a riavvolgere due cloni perfetti. Li ho anche misurati e confrontati con quello originale rimasto sano, decretando con certezza il successo del lavoro. Il guasto? Nessun segno di bruciatura, semplicemente un punto in cui il sottilissimo filo primario si era spezzato. Probabile cedimento meccanico o vibrazione, nulla di più.

Revisione elettronica e migliorie sensate

Ho quindi smontato il PCB principale del preamplificatore. Molti elettrolitici mostravano ESR elevata, per cui li ho sostituiti. Ho trovato montati due condensatori elettrolitici da ben 1000?µF ciascuno sotto i due catodi della ECC82, una scelta che a mio parere rappresenta un evidente errore progettuale. Una capacità così elevata in quel punto non solo è del tutto superflua dal punto di vista funzionale, ma introduce anche un comportamento indesiderato: al momento dell’accensione, la valvola si trova costretta ad erogare una corrente elevata attraverso il trasformatore d’uscita per caricare quei condensatori, generando uno stress inutile sia sulla valvola che sul trasformatore che ha un primario avvolto con filo sottilissimo. Ho quindi provveduto a sostituirli con due condensatori da 100?µF, valore più che adeguato per garantire la necessaria decoupling senza esagerazioni. Inoltre, li ho bypassati con dei piccoli ma ottimi condensatori in polipropilene NOS da 160?V, componenti di qualità, selezionati appositamente per migliorare la risposta alle alte frequenze e mantenere dimensioni contenute nel poco spazio disponibile.

I condensatori “audiofili” da 600V installati alla rinfusa erano troppo grossi e avevano sollevato le piste dal PCB. Rimossi e sostituiti con NOS da 250V (più che sufficienti per i 180V presenti nel circuito), di qualità misurata superiore e ingombro minimo.

Sostituite alcune resistenze cotte, ho ricollegato con cura i trasformatori nuovi, testato tutte le valvole fornite con il mio uTracer 3+, e sostituito le tre ECC83 nella sezione phono che risultavano deboli e sbilanciate.

Dopo test e misure finali, il preamplificatore EAR 864 è tornato a suonare perfettamente. Un lavoro certosino, pieno di ostacoli, ma che ha ridato vita a uno dei migliori preamplificatori valvolari mai costruiti. E soprattutto, ha evitato che finisse definitivamente nelle mani sbagliate!

Verifica strumentale e prestazioni

A lavoro ultimato, ho effettuato le consuete misure strumentali per verificare la qualità del segnale e il corretto funzionamento del preamplificatore. Lo spettro della distorsione armonica totale (THD), misurato con un’uscita di 10?Vpp su carico bilanciato, mostra un valore contenuto allo 0,18%, con uno spettro armonico pulito e regolare, indice di un funzionamento lineare e ben controllato. La risposta in frequenza si estende da 10?Hz a 25?kHz con una attenuazione di appena -1?dB alle estremità, confermando l’estensione e la linearità della banda passante.

Le onde quadre, testate ai classici 100?Hz, 1?kHz e 10?kHz, si presentano ben definite, prive di overshoot e con tempi di salita e discesa coerenti con il comportamento previsto per un’uscita a trasformatore.

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