Oscillatore Modulato SRE 412 – Trasformatore di ricambio

Nel panorama dell’istruzione tecnica nel campo delle telecomunicazioni, la Scuola Radio Elettra di Torino ha scritto una pagina importante della sua storia sin dalla sua fondazione nel 1939. Fondata con l’obiettivo di fornire una formazione di alta qualità nel settore dell’elettronica e della radiotecnica, la Scuola Radio Elettra ha svolto un ruolo chiave nella formazione di tecnici competenti e appassionati.

Tra i tanti dispositivi che hanno portato il marchio della Scuola Radio Elettra, il modello SRE412 dell’oscillatore modulato rappresenta un esempio emblematico della maestria tecnica insegnata presso l’istituto. In questo articolo, esploreremo il processo di riparazione di un Oscillatore Modulato Scuola Radio Elettra Modello SRE412, evidenziando le caratteristiche distintive che ne hanno fatto uno strumento apprezzato dagli appassionati di elettronica.

Oltre alla riparazione pratica, offriremo anche informazioni sulla disponibilità di trasformatori di alimentazione di ricambio per il modello SRE412, consentendo agli appassionati di mantenere in vita questi affascinanti pezzi di storia tecnologica. Scopriamo insieme la storia e la tradizione della Scuola Radio Elettra di Torino, lasciandoci ispirare dalla sua eredità di eccellenza nell’istruzione tecnica.

Il mio cliente ha acquistato questo generatore in un mercatino, e nonostante gli anni che ha alle spalle, si presentava in condizioni praticamente pari al nuovo. Il lavoro per riportarlo in servizio non è stata particolarmente impegnativa; mi sono limitato a sostituire i condensatori a carta.

È stato indispensabile procedere con la ritaratura di tutti i nuclei delle gamme d’onda di questo generatore. La frequenza di oscillazione si discostava notevolmente da quella indicata sulla scala, rendendo essenziale questo intervento. Da sottolineare che questo strumento, venduto in kit di montaggio all’epoca, non si distingue per la sua precisione. Tarare il nucleo sulla frequenza esatta indicata sulla scala garantisce una perfetta corrispondenza solo in quel punto specifico. Al di fuori di tale punto, si verificano piccole discrepanze tra la frequenza generata e quella indicata sulla scala, anche di diversi kilohertz, quando ci si allontana dalla posizione di taratura. L’impostazione del generatore a 470 kHz ad occhio, sulla sua scala, risulta quasi impossibile. Ho quindi segnato una tacca aggiuntiva con una matita per indicare i 470 kHz mentre utilizzavo il frequenzimetro, almeno per agevolare chi lo ha acquistato e desidera utilizzarlo. Se siete appassionati di riparazioni hobbistiche e si presenta l’opportunità di un acquisto conveniente, consiglio di preferire generatori più professionali a questo, che si rivela piuttosto grossolano.

Trasformatore di Alimentazione di Ricambio per Oscillatore Modulato SRE412

Se hai un Oscillatore Modulato SRE412 e hai riscontrato problemi con il trasformatore di alimentazione, ora c’è una soluzione diretta e conveniente. Presentiamo il nostro nuovo trasformatore di alimentazione di ricambio, disponibile con il codice modello 24S81.

Molte persone si trovano a dover affrontare la sostituzione del trasformatore di alimentazione nei loro Oscillatori Modulati SRE412, bruciati spesso a causa di un diodo al selenio guasto o di un condensatore elettrolitico in cortocircuito. Alcuni mi hanno chiesto di avvolgere un nuovo trasformatore, e oggi è possibile ordinarlo direttamente come prodotto nuovo.

Il modello 24S81 è progettato appositamente per sostituire il trasformatore di alimentazione difettoso del tuo SRE412. Nella foto qui sotto, puoi vedere il trasformatore di ricambio, con la vecchia fascetta di chiusura riutilizzata per conferire un tocco autentico e retrò al nuovo componente.

Risparmia tempo e fatica con il nostro trasformatore di alimentazione di ricambio. Ordina oggi il Modello 24S81 e riporta in vita il tuo Oscillatore Modulato SRE412 con una soluzione affidabile e dal design vintage, clicca qui per contattarmi.

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2 Responses to Oscillatore Modulato SRE 412 – Trasformatore di ricambio

  • Avvolgere bobine RF non è come avvolgere un trasformatore, è diversa anche la macchina. Qui sul mio sito ho il kit per costruire la bobinatrice a nido d’ape per 35€ se vuoi puoi comprare quello e fare da te.

  • Ciao carissimo, volevo informazioni a riguardo del trasformatore di ricambio per SRE412 e volevo sapere se è disponibile in qualche maniera ricreare il gruppo RF a tre bande OL OM OC. Ho trovato tutto per ricreare questo Oscillatore ma mi manca trasformatore e gruppo RF a tre Bande

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Line Magnetic Audio LM210 IA – Revisione e Riparazione

Mi è stato affidato il compito di revisionare e misurare l’amplificatore valvolare Line Magnetic Audio LM210IA. Nel vasto mondo dell’amplificazione a valvole, questo modello si fa notare, in particolare per l’impiego della 300B. La 300B, originariamente introdotta nel lontano 1933, ha una storia ricca, utilizzata inizialmente nelle cabine di ripetizione telefonica e successivamente adottata nell’industria audio come la valvola per eccellenza per gli impianti hi-fi. La Line Magnetic Audio, azienda con sede nella provincia di Guangdong, Cina, si distingue per la passione dei due fratelli fondatori nei confronti degli amplificatori teatrali Western Electric. La loro attività ha iniziato con la riparazione e il restauro di questi amplificatori, per poi evolversi nella progettazione di amplificatori propri, principalmente utilizzando le valvole Western Electric.

Il modello LM210IA, oggetto della mia attenzione, rappresenta un connubio di tradizione e modernità. La sua imponenza estetica, con il robusto pannello frontale in alluminio e i controlli di alta qualità, è accompagnata da una disposizione di valvole che include la 300B per l’uscita, la 310B per l’ingresso e due 12AX7 per l’input. La varietà di ingressi e le terminazioni degli altoparlanti a impedenza multipla riflettono un impegno continuo nella produzione di apparecchiature audio di qualità.

Il viaggio nella riparazione dell’amplificatore Line Magnetic Audio LM210IA ha avuto inizio quando il cliente, appassionato di audio, lo ha acquistato usato online. Portato nel mio laboratorio per un’attenta verifica, l’amplificatore presentava alcuni problemi, tra cui un paio di morsetti a banana degli altoparlanti che si erano allentati, richiedendo una stretta al dado per fissarli. Inoltre, ho notato che erano installate delle valvole ECC82, contrariamente a quanto previsto dalle specifiche del produttore e dalle immagini online che mostravano ECC83. Il venditore sosteneva che l’amplificatore fosse originariamente dotato di ECC82, ricevuto nuovo con quelle valvole li, ma la qualità delle valvole fornite sollevava dubbi. Di conseguenza, il cliente desiderava un’analisi del circuito per confermare se fosse progettato per accogliere le ECC82 o le ECC83.

Dopo aver esaminato attentamente l’interno dell’amplificatore, ho notato che la resistenza di carico anodico della valvola ECC8x era di 220k, mentre quella di catodo era di 3k. Questa configurazione suggeriva una polarizzazione a una corrente estremamente bassa persino per una ECC83. Senza ombra di dubbio, il circuito era progettato per accogliere le ECC83. L’installazione di una ECC82 avrebbe costretto la valvola a lavorare in condizioni estreme, al limite dell’interdizione, causando forti distorsioni e probabilmente il taglio delle alte frequenze.

Inoltre, vorrei far notare come spesso certi audiofili apportino modifiche casuali nei loro apparecchi, come la sostituzione delle valvole senza cognizione di causa, compromettendo le prestazioni dell’apparecchio.

Alla ricerca della distorsione più fedele, TATTARATAAAA…

Certi individui nel mondo dell’audio, forse mossi da una ricerca dell’elusivo “miglioramento”, finiscono per manipolare gli elementi senza comprenderne appieno le implicazioni. In questo caso, sembra che il venditore che ha ceduto l’amplificatore abbia fornito informazioni erronee e avrebbe potuto influenzare negativamente l’esperienza audio del cliente. È fondamentale sottolineare l’importanza di una conoscenza approfondita e di una manutenzione accurata per preservare l’integrità degli apparecchi audio e garantire un’esperienza sonora ottimale.

Nel valutare l’architettura di questo amplificatore, emerge una considerazione critica riguardo alla disposizione interna. Contrariamente alla tradizionale disposizione che prevede i trasformatori posizionati sopra lo chassis, creando un design più compatto e accessibile, l’attuale configurazione di questo amplificatore sembra seguire un approccio più insolito.

Guardando all’interno, ci si imbatte in un vero e proprio labirinto di componenti, con i trasformatori situati all’interno dello chassis. Questo approccio di impilare gli elementi in modo intricato, oltre a compromettere l’accessibilità, solleva preoccupazioni in caso di eventuali necessità di manutenzione. Immaginatevi la sfida di sostituire uno di quegli elettrolitici di qualità cinese, nascosto tra le pieghe di questa disposizione, dover entrare con una mano per afferrare il componente e con lo stagnatore nell’alta. In un tale scenario, ci si troverebbe a fronteggiare una vera sfida, da mettersi a piangere.

Una progettazione più ordinata e accessibile non solo avrebbe facilitato le operazioni di manutenzione, ma avrebbe migliorato anche l’efficienza complessiva del dispositivo, garantendo una maggiore praticità per chi interviene sull’apparecchio. La funzionalità e l’accessibilità, infatti, dovrebbero essere aspetti prioritari nella costruzione di dispositivi destinati a un utilizzo prolungato e, inevitabilmente, a periodi di manutenzione e riparazione.

Veniamo ora alle misurazioni delle prestazioni strumentali, utilizzando le valvole originariamente montate sull’apparecchio, che, sebbene non nuove, mantenevano comunque una buona efficienza. Pertanto, confermo che i 8 watt dichiarati dal produttore sono effettivamente presenti, con la possibilità di raggiungere anche 9 watt in condizioni di clipping profondo. La massima potenza indistorta registrata è di 6,23 watt RMS senza feedback e 6,85 watt con il feedback inserito. Per quanto riguarda lo smorzamento, si attesta a 2,4 con il selettore su zero feedback e a 4,3 con il selettore a 3 dB di feedback. Di seguito, riporto i grafici relativi ai due modi operativi.

BP Zero Feedback BP con Feedback
THD Zero Feedback THD con Feedback
Quadra 100Hz zero Feedback Quadra 100Hz con Feedback
Quadra 1kHz zero Feedback Quadra 1kHz con Feedback
Quadra 10kHz zero Feedback (ho erroneamente impostato una scala del tempi diversa). Quadra 10kHz con Feedback

Ancora una volta, tengo a far notare che, nonostante la potenza impostata sia di 1 watt, a zero feedback la distorsione è sempre superiore rispetto alla controparte con feedback. Questo sottolinea, una volta di più, che non è vero che la presenza di controreazione aumenti la distorsione a livelli bassi di potenza. Posso anche informarvi che, quando il cliente me lo ha consegnato, ha affermato che impostato a zero feedback, i bassi risultavano gonfi, molli e fastidiosi. Sicuramente, con la presenza della ECC83 e uno smorzamento di poco più di 2, questa caratteristica non può che persistere, quindi se volete usarlo zero feedback è bene che voi vi procuriate casse acustiche che tagliano via i bassi come le monovia, trombe, etc…

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PulsarWave DAC: Philips TDA1543 e Valvole, Pulsazioni Ritmiche nel Cuore del Suono

In un’epoca digitale in cui la tecnologia audiofila continua a evolversi, ci sono appassionati che valorizzano la semplicità e la purezza delle antiche tecnologie. Questo progetto si inserisce precisamente in questa prospettiva, abbracciando un approccio classico attraverso l’utilizzo del chip Philips TDA1543, un DAC che mantiene fedelmente una frequenza di campionamento di 44 kHz e una profondità di 16bit.

La filosofia alla base di questo progetto è chiara: la musica digitale, fino al 1995 e oltre, è stata prevalentemente campionata a 44 kHz e 16 bit. L’idea di upsamplare un segnale creato originariamente con queste specifiche appare superflua, poiché nessun algoritmo può reintegrare ciò che è andato perso durante il processo di campionamento iniziale. Questo DAC si configura come un omaggio alla semplicità e all’efficacia delle specifiche standard, offrendo un’esperienza sonora autentica e priva di aggiunte artificiose.

La scelta di incorporare il chip TDA1543 è stata guidata dal consiglio di Ivo Calabrese, un esperto che sottolinea la qualità del suono comparabile a chip più costosi come il 1541. L’obiettivo non è solo quello di abbracciare le tecnologie del passato ma anche di combinare elementi classici per creare un’esperienza sonora unica.

Questo DAC non si limita al solo chip principale; abbiamo implementato un approccio ibrido, introducendo un trasformatore interstadio sfasatore, che a sua volta guida un push-pull con i due triodi di una valvola ECC88. Questa configurazione, aggiunge calore, tridimensionalità e carattere al suono, offrendo una resa autentica e coinvolgente.

La scheda prototipale presentata in questo articolo è dotata di un’interfaccia versatile, con ingresso dati I2S. Ciò consente al DAC di accettare segnali da diverse sorgenti, che spaziano dal PC tramite la porta USB a lettori CD mediante un modulo SPDIF/I2S, fino all’integrazione con un Raspberry Pi.

Nella fase embrionale del nostro progetto, ecco un’istantanea dal laboratorio che mostra i primi esperimenti sulla breadboard. In questa immagine, potete osservare il piccolo ma cruciale trasformatore interstadio sfasatore, ideato per stabilire l’interfaccia tra la parte analogica immediatamente successiva al DAC e la sezione valvolare.

Questo trasformatore è una componente chiave del nostro approccio ibrido, concepito per conferire un carattere unico al suono attraverso la sua connessione tra le tecnologie analogiche e valvolari. Per approfondire le caratteristiche e il ruolo fondamentale di questo componente nel nostro progetto, vi invitiamo a visitare la pagina dedicata al trasformatore interstadio sfasatore qui.

Nel nostro percorso verso la perfezione sonora, vi presentiamo anche il trasformatore I60KPP88, un componente cruciale al cuore del nostro sistema audio. Nell’immagine qui sotto, potete ammirare questo trasformatore che funge da interstadio di segnale, progettato appositamente per essere pilotato da un push-pull composto dai due triodi interni di una singola ECC88.

La sua presenza assicura una trasmissione del segnale precisa e potente verso l’esterno del nostro sistema audio, indirizzandolo sia alle cuffie che a un eventuale finale di potenza. In questo modo, contribuisce in modo significativo a definire il carattere distintivo del suono che offriamo. Per esplorare ulteriormente le caratteristiche e l’importanza di questo trasformatore, vi invitiamo a visitare la pagina dedicata qui.

Foto del Prototipo Completato

Ecco una serie di foto dettagliate che offrono una panoramica del prototipo completato montato su una breadboard da 1000 fori. Questo montaggio mette in mostra la cura e l’attenzione ai dettagli dedicata a ogni fase della realizzazione.

Nota per Autocostruttori: Un punto chiave del mio approccio all’autocostruzione, evidenziato nelle immagini del prototipo, riguarda l’utilizzo di valvole su una basetta a 1000 fori. È importante notare che, nonostante molte cose viste online presentino montaggi su basette simili con zoccoli da PCB, la mia scelta è stata quella di utilizzare zoccoli noval standard per cablaggio in aria, di quelli montabili a pannello.

Nelle immagini, si può osservare che ho praticato un foro nella basetta a 1000 fori e ho avvitato direttamente due zoccoli noval standard da pannello. Questo approccio differisce dall’uso degli zoccoli da PCB, spesso scomodi da montare su basette 1000 fori.

La mia raccomandazione per gli autocostruttori è di considerare questa soluzione, in quanto offre diversi vantaggi. Montare gli zoccoli noval direttamente sulla basetta a 1000 fori, fissandoli meccanicamente e allungando solo di un breve tratto i fili verso i pin da saldare, garantisce una connessione più sicura e affidabile. A differenza delle soluzioni con gambine ritorte in malo modo dello zoccolo da PCB, la mia proposta evita anche il rischio di staccare le piazzole fissata malamente da palline di stagno da piccoli reofori durante l’inserimento delle valvole. Questo approccio, oltre a semplificare la fase di montaggio, migliora la stabilità meccanica e la connettività elettrica, contribuendo complessivamente a una costruzione più solida e durevole.

Per coloro che condividono la passione dell’autocostruzione, spero che questa nota possa essere d’ispirazione nel percorrere il cammino affascinante della creazione e personalizzazione dei propri dispositivi audio.

Informazioni Tecniche

Il prototipo è caratterizzato da una suddivisione chiara tra la parte digitale e l’amplificatore operazionale, entrambe alimentate da tensioni stabilizzate. L’opamp riceve un’alimentazione duale di ±12V, garantendo un funzionamento ottimale. La sezione anodica, successivamente al raddrizzamento, utilizza un moltiplicatore di capacità per fornire una tensione di alimentazione non stabilizzata, ma completamente livellata. Questo approccio, senza l’uso di circuiti retroazionati, mira a minimizzare il rischio di introduzione di rumore bianco nel sistema.

Dopo il chip TDA1543, è presente una rete di antialiasing composta interamente da componenti passivi, contribuendo a mantenere la purezza del segnale.

Per quanto riguarda l’opamp utilizzato nelle prime prove strumentali, è stato inizialmente impiegato un TL082, attorno al quale sono stati sviluppati i trasformatorini interstadio. Tuttavia, nelle prove di ascolto con le cuffie, la preferenza è stata data al suono reso da un MC1458 NOS prodotto da Motorola, che mi è sembrato suonare più caldo rispetto al TL082 (non NOS).

Va sottolineato che, sebbene sia presente un MC1458 è possibile sostituirlo con qualsiasi altro opamp a 8 pin che possa sopportare un’ alimentazione da 24 volt (±12 volt) e fornisca la corrente sufficiente per pilotare i due trasformatorini con un’impedenza di pilotaggio non superiore a 600 ohm.

L’introduzione di un opamp potrebbe suscitare qualche perplessità da parte di alcuni, ma è importante notare che la corrente di uscita del TDA1543 è molto piccola, appena 2mA, con una resistenza di uscita di circa 2000 ohm. La difficoltà nell’implementare un trasformatore interstadio sfasatore che funzionasse ha portato alla necessità dell’opamp. Tuttavia, questa scelta offre la possibilità di sperimentare con diversi opamp, compresi quelli esoterici e pregiati.

Il circuito è dotato di un controllo di guadagno posizionato tra i trasformatori sfasatori e le ECC88, che funge da particolare controllo di volume agente sul segnale bilanciato. Va sottolineato che, nella parte analogica del circuito, non è stata implementata alcuna controreazione. Tale scelta deriva dalla considerazione che non è necessario gestire carichi reattivi critici in questa sezione, preservando così la massima spazialità nel suono.

Le prossime immagini offrono un dettaglio ravvicinato del cuore digitale del nostro prototipo: il TDA1543. In particolare, vedrete un primo piano del chip TDA1543 e del connettore con i 4 fili del bus I2S che escono e si collegano a un piccolo decoder USB to I2S. Questo decoder, basato sul semplice chip PCM2706, è stato suggerito da Ivo Calabrese.

Il connettore presenta un’implementazione particolare: i fili non sono saldati, ma innestati. Questa scelta consente di sostituire il decoder USB con qualsiasi altra sorgente audio I2S, offrendo agli audiofili la flessibilità di esplorare varie opzioni e sperimentare con diverse fonti digitali.

Questa modularità nel design consente di adattare il sistema alle preferenze personali, permettendo agli appassionati di audio di esplorare e testare diverse configurazioni e sorgenti audio, mantenendo l’esperienza personalizzata che caratterizza il progetto.

Trasformatore di Alimentazione

Nella prossima immagine, vi mostriamo con orgoglio il cuore dell’alimentazione del nostro progetto: il trasformatore di alimentazione appositamente sviluppato. Questo componente svolge un ruolo fondamentale nell’assicurare una fornitura di energia stabile e priva di interferenze alla scheda.

Per garantire un’esperienza audio senza compromessi, sono state implementate diverse soluzioni nel design di questo trasformatore di alimentazione:

  1. Doppio Isolamento Strategico: Il trasformatore è appositamente configurato con un doppio isolamento, dove il primario e i secondari occupano cavità separate nel rocchetto. Questa scelta non è solo una misura di sicurezza elettrica, come comunemente associato all’uso di rocchetti a doppio isolamento, ma è stata adottata con l’obiettivo specifico di minimizzare la trasmissione di eventuali disturbi provenienti dalla rete, superando così le convenzioni dei trasformatori classici con schermo elettrostatico.
  2. Sovradimensionamento del Nucleo: Il nucleo del trasformatore è notevolmente sovradimensionato rispetto alla potenza complessiva necessaria (poco più di 10 watt su un nucleo che potrebbe veicolarne 32). Questa scelta aiuta a diminuire la dispersione di campo attorno al trasformatore, evitando interferenze indesiderate nei trasformatori audio.
  3. Sovradimensionamento delle Sezioni dei Fili: Le sezioni dei fili sono anch’esse sovradimensionate, consentendo al trasformatore di operare con una densità di corrente significativamente inferiore rispetto ai trasformatori convenzionali.
  4. Orientamento Differenziato: Il trasformatore di alimentazione verrà orientato in modo diverso rispetto ai trasformatori audio sulla scheda del DAC, garantendo una totale assenza di ronzio indotto nel circuito audio già a una distanza di soli 5 cm.
  5. Alimentazione Filamenti ECC88 in Alternata: Un dettaglio degno di nota è l’alimentazione diretta in corrente alternata dei filamenti delle ECC88, realizzata senza problemi e senza rumori indotti. Questa scelta dimostra una progettazione attenta e competente.
  6. Differenziamento della Densità di Corrente: Il secondario, che alimenta i filamenti delle valvole, è progettato con una densità di corrente più elevata rispetto agli altri secondari. Ciò si traduce in una maggiore caduta di tensione su questo secondario, riducendo i picchi di corrente durante l’accensione e preservandole nel tempo.

Queste finiture tecniche riflettono la nostra dedizione a offrire un’esperienza audio senza compromessi, dove la cura nei dettagli sottolinea la qualità del suono che il nostro progetto aspira a raggiungere.

Aggiornamento del 30/12/2023

Mentre il prototipo del PulsarWave DAC con il chip Philips TDA1543 e le valvole ECC88/6922 si prepara per il suo debutto, ho dedicato il tempo a integrare l’elettronica su una base solida e visivamente accattivante. L’avventura ha portato il progetto a nuove vette, con il trasferimento della scheda 1000 fori in un’elegante scatola personalizzata.

Il telaio, è un HiFi 2000 recuperato da un vecchio impresentabile che ho demolito anni fà che è stato riportato alla vita. Dopo un’accurata pulizia, ho praticato fori nei pannelli di alluminio per ospitare l’interruttore di accensione e posizionare il modulino PCM2706 con ingresso USB. Grazie alla stampante 3D, ho realizzato adattatori in resina per fissare in modo stabile i componenti. Gli RCA di uscita e il controllo del livello sono stati posizionati sul pannello posteriore per garantire un facile accesso e una connessione agevole.

La lamiera del fondo è stata forata per ospitare la scheda e il trasformatore di alimentazione 23S75, con un nodo dedicato per la messa a terra del telaio. La vaschetta VDE con il fusibile, già presente, è stata opportunamente riciclata. All’interno, una coppia di valvole ECC88 NOS ha trovato la sua dimora, mentre piedini di supporto personalizzati e un logo tridimensionale sono stati aggiunti per un tocco finale di estetica e funzionalità.

Il momento cruciale è stato il primo ascolto. Inizialmente, l’operazionale Motorola ha conferito al suono un carattere leggermente scuro, spingendomi a tornare al fidato TL082. Tuttavia, in cuffia, la preferenza è tornata al Motorola, sottolineando l’importanza di personalizzare l’esperienza sonora in base alle proprie preferenze.

Ulteriori perfezionamenti sono stati apportati al circuito per adattarlo alle sfumature richieste, e il risultato sonoro complessivo è stato valutato positivamente. Le varie fasi del montaggio sono documentate nelle foto allegate, offrendo uno sguardo approfondito al processo di trasformazione di questo progetto da un’idea iniziale a una realtà sonora tangibile. Ecco un paio di strumentali:

Spettro Distorsione Armonica

Onda Quadra a 1khz

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4 Responses to PulsarWave DAC: Philips TDA1543 e Valvole, Pulsazioni Ritmiche nel Cuore del Suono

  • Questo apparecchio racchiude molto piu di quello che sembra e rappresenta un approccio logico/qualitativo realmente esoterico e attualmente non riscontrambile in apparecchi di mass-production….da prendere in esame da chi ha capito che il 90 percento della musica sul mercato e tutti i classici di ogni genere sono stati campionati in origine a 16 bit 44.1 oppure 48 KHZ ….. Mewditate gente Meditate….Ivan

  • Condivido in pieno la tua filosofia di concentrarsi su quello che realmente incide sulla qualità.

    Purtroppo l’audio “CD” è stato e continua ad essere stigmatizzato in molti ambienti (suono freddo, metallico) salvo poi sbavare per l’hi-res che non aggiunge nulla o per il vinile che fatica ad arrivare a 12 bit.

  • Questo progetto l’ho relizzato sotto consiglio di una persona e questo modo di fare fa parte di una filosofia che ha lo scopo direi di ottenere un certo risultato all’ascolto e non solamente vedere una sinusoide a 10khz che sia meglio di 4 gradoni. Io per ora l’ho ascoltato in cuffia non è niente male, mi deve arrivare il potenziometro che ho ordinato e lo devo ascoltare nel mio ampianto per finire di esprimermi.

  • Il sovracampionamento (anche il TDA1543 può fare un 4x) non serve a ricostruire il segnale ma certamente aiuta con il filtro anti-aliasing.

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