Telefunken Domino – Restauro

TELEFUNKEN DOMINO R-176

Questa radio mi è stata consegnata in condizioni di originalità. La riparazione di rito è consistita nella solita sostituzione di condensatori e resistenze marce…

Pulizia dell’elettronica, verifica delle valvole (tutte a posto), piccola taratura e montaggio di una funicella nuova e di un nuovo cordone di alimentazione…

Eccola finita…

Il mobile è stato accuratamente pulito e lucidato in modo conservativo di rs-restauro

Nel video qui sotto in funzione (salto le stazioni con musica per questione di copyright)


TELEFUNKEN DOMINO R-152

Questa radio mi è stata consegnata in stato di originalità e buono stato di conservazione, il restauro è stato di routines; il mobile sverniciato e rilucidato e la parte elettrica è stata pulita dopo di chè ho proceduto a cambiare tutti i condensatori a carta e diverse resistenze fuori tolleranza, la radio ha ripreso a funziona regolarmente senza ulteriori interventi.

Eccola in funzione


TELEFUNKEN DOMINO 61 (1960)

Questa radio è giunta a me in condizioni di totale abbandono e dopo aver patito sicuramente moltissima umidità, ricordo d’infanzia si voleva rimetterla in vita ad ogni costo, dopo una profonda pulizia ho cominciato a sostituire tutte le resistenze (quelle originali erano quasi tutte completamente fuori tolleranza in modo inaccettabile), ho sostituito tutti i condensatori a carta e tutti gli elettrolitici, le lampadine della scala parlante e ho riavvolto ex novo il trasformatore di alimentazione che era completamente marcio.

Mancavano i nuclei della sezione AM.

 

Dopo aver ripassato un sacco di saldature che davano falsi contatti ha è tornata in forma.

Eccola in funzione

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Un semplice tracciacurve per transistor BJT

Ho comprato questo kit di montaggio su ebay qualche tempo fà poi non ho mai avuto tempo di montarlo. Ne ho sentito la necessità perchè a volte mi capita di riparare apparecchi che contengono transistor e più di una volta i semplici testerini che ti misurano la caratteristiche del transistor dicendoti se è buono o no, il suo hfe e quelle 3 cose li, non bastano. Infatti capita che il transistor ad una semplice misura appaia funzionante, poi nel circuito magari va per un pò e poi comincia a fare i capricci, specialmente se si scalda. Quindi senza strafare (anche perchè il mio interesse per i transistor è limitato) ho trovato questo circuito su ebay.

Viene venduto lo stampato con i componenti, va poi completato con un’alimentatore duale da 15volt 1A e una scatola. Il circuito genera un segnale XY da mandare ad un’oscilloscopio per visualizzare il tracciato. Inizialmente per fare un tributo a Marco Valleggi di MVVBLOG (vi consiglio di iscrivervi al suo canale i suoi video sono molto divertenti) volevo modificare questo vecchio oscilloscopio chinaglia (che avevo riparato tanti anni fà e che da allora stava la sopra uno scaffale a coprirsi di polvere) inserendo la scheda direttamente dentro all’oscilloscopio e mandando i segnali XY direttamente al circuito. Ma quando lo sono andato a riprendere in mano, non so bene il motivo, il CRT del chinaglia dava grossi problemi di luminosità scarsa e messa a fuoco quasi assente, la traccia era grossa e sfocata. Dopo aver passato alcune ore a verificare che fosse tutto a posto ho stabilito che fosse morto il CRT, il cui ricambio sta ad oltre 100€ e quindi non valeva la pena ripararlo. Mostrerò qui il mio montaggio. Intanto ho realizzato una basetta 1000 fori per l’alimentazione duale, un semplicissimo ponte raddrizzatore con 2 condensatori e una coppia di 7815 + 7915.

Ho avvolto personalmente il trasformatore di alimentazione con materiale di recupero (lavoro domenicale, volevo fosse a costo quasi zero) e ho iniziato ad assemblare il tutto in una scatola che avevo… nuova… ne avevo 2 recuperate ma erano troppo piccole.

Nota: nella foto si vede che ho collegato il negativo del circuito di alimentazione (filo arancione del trasformatore) con la terra del circuito, ma questa poi si è rilevata una cattiva idea in quanto successivamente mi sono accorto che il tracciato che veniva visualizzato sull’oscilloscopio tremava tutto a 50hz, per ovviare al problema ho dovuto scollegare la terra dal negativo del circuito, lasciandola comunque collegata sulla carcassa e isolare la boccola jack da dove uscivano i segnali XY avvitandola con una sorta di ciambellina di plastica recuperata da un vecchio morsetto a banana.

Eccolo collegato all’oscilloscopio:

Può essere utile per fare il match di transistor, oppure verificare che essi non abbiano problemi di funzionamento. In generale se il transistor è buono dovrebbe mostrare curve pulite come questo nel video, se ha problemi potrebbe invece mostrare cose strane nel regime dinamico oppure scaldandolo 2/3 secondi con la fiamma di un’accendino se anche li si notano strane cose (a parte la deriva termica del transistor che farà allargare il tracciato in senso verticale) ancora può essere segno che il transistor è farlocco.

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4 Responses to Un semplice tracciacurve per transistor BJT

  • io l’ho comprato in un negozio qui dalle mie parti, sono contenitori per elettronica, se fai un pò di ricerca con google e su ebay penso che ne riuscirai a trovare

  • ciao, posso sapere dove hai reperito il contenitore metallico di questa tuo kit?

  • Se vai su ebay e cerchi “bjt curve tracer” trovi 2 inserzioni con il PCB verde, adesso ti danno anche il PCB con l’alimentazione che io ho dovuto fare sulla 1000 fori, non ti metto il link perchè i link verso inserzioni specifiche su ebay potrebbero cambiare e diventare invalidi in pochi giorni.

  • Sarebbe possibile avere qualche informazione per cercare di reperire il kit?

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Heathkit S33H – Amplificatore ECL86 Vintage

Ho ricevuto questo amplificatore da un mio cliente che ha effettuato uno scambio con altro materiale, l’apparecchio era stato tutto pasticciato dal solito smanettone che tocca cose senza distinguere la differenza tra un condensatore e una resistenza. Alimentandolo e iniettando un segnale a 1khz su un suo ingresso si presentava questo segnale al morsetto degli altoparlanti…

Lo zoccolo di una delle 2 finali era consumato e stringava poco… quindi che ho fatto? no no… non ho strinto le mollette dello zoccolo con un cacciavite e grattato i pin delle valvole fino a lucidarli, eliminando la placatura protettiva come fanno certi. Ho fatto l’unica cosa che si può fare in questi casi ossia cambiare i 2 zoccoli. Molte vecchie resistenze ad impasto erano state cambiate e quelle lasciate al loro posto erano marce, quindi ho provveduto a sostuire quelle che ancora infastidivano la ECL86 con valori sballati. Poi ho dovuto cambiare 4 pezzi di cavo schermato che portavano il segnale tra potenziometro volume e scheda (la foto a inizio pagina è quella finale, non ho fatto la foto del prima). L’amplificatore continuava ad avere problemi. Ho scoperto guardando lo schema che avevano cambiato i valori delle resistenze di polarizzazione del triodo della ECL86 con valori diversi. Staccando le resistenze sbagliate infatti poi ho visto le serigrafie con i valori corretti, i problemi si attenuavano ma non sparivano del tutto. Dopo diverse prove ho scoperto una cosa curiosa, avevano cambiato i 2 condensatori di disacoppiamento tra triodo e pentodo della ECL86 con dei condensatori Obbligato… come se su un’apparecchio del genere tale finezza… In ogni modo il circuito è sensibile in modo pazzesco al verso in cui è inserito il condensatore, è una cosa che ho visto tante volte sulle radio d’epoca dove a volte schermavano anche il condensatore stesso con una lamierina. Essendo la griglia del pentodo della ECL86 ancorato da una resistenza da 820k se si connette il condensatore con l’armatura esterna dal lato della griglia questa diventa un’antenna e capta di tutto, l’ho sospettato quando ho visto che solo uno dei 2 canali oscillava forte, l’altro probabilmente aveva rientri dal primo. Ribaltanto il condensatore la griglia del pentodo era connesso all’armatura interna schermata da quella esterna e il 90% del problema residuo è scomparso. Restava ancora un’innesco a 80khz quando si abbassava il volume poco prima dello zero e veniva captato solo dall’ingresso AUX che da progetto ha una resistenza da 470k posta in serie all’ingresso. Non capirò mai la concezione di questi apprecchi, lavoravano con impedenza altissime, correnti infinitesimali, segnali di una consistenza inferiore a quella di un fantasma, che correvano avanti e indietro tra commutatori, deviatori, 4/5 ponteziometri perdendo di valocità, distorcendosi e raccogliendo rumore da tutte le parti, bha… Comunque un’altra epoca.

Piccola parentesi, il circuito come da pratica comune insegnata dai guru pasticcioni era stato tutto bello unto sugli zoccoli e non si capisce il movito i trasformatori d’uscita sono stati tutti belli inzuppati e ricoperti di sporco che si è appiccicato. Fatto forse con l’intento di proteggerli ma in realtà è una pessima idea per tanti motivi.

Le strumentali che ho rilevato sono una potenza di 3,3Watt RMS con uno smorzamento pari a DF 13 circa, qualche grafico… Intanto con i controlli di tono “flat” non è flat…

Facendo qualche prova empirica ho trovato questo settaggio che direi è unico per questo apparecchio e irripetibile…

Ottenendo questo grafico…

Questo succede perchè lavorando con dei segnali fantasma ad impedenze così alte, filtri con resistenze e potenziometri che sono centinaia di kili se non mega, ci sono le tolleranze che variano e anche solo che sposti un filo o ne cambi il tipo modifichi le capacità distribuite e tanti saluti, secondo me anche da nuovi usciti dalla fabbrica non ne trovavi 2 perfettamente uguali. Proseguiamo con il resto della analisi, THD:

Quadra a 1khz:

E quella che doveva essere una quadra a 10khz…

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