SB Proxima – Amplificatore Single Ended Triode Connected: Esplorando le Potenzialità delle KT88

È con grande entusiasmo che presento questo articolo riguardante un progetto di amplificatore audio a valvole che ho sviluppato nel 2019 con l’intenzione di pubblicarlo su una rivista di settore. Nonostante i miei sforzi, il progetto non ha visto la luce sulla carta stampata e l’amplificatore è rimasto un prototipo non utilizzato. Tuttavia, la passione e l’impegno che ho investito in questo progetto non sono andati persi.

Questo progetto utilizza componenti di alta qualità, tra cui il trasformatore SE2K-EL34, l’induttanza 15S59 e il trasformatore di alimentazione 17S4150. Dopo un periodo di riflessione, ho deciso di condividere il frutto del mio lavoro con altri appassionati di audio e fai-da-te. Ho reso disponibili il set di trasformatori e lo schema elettrico affinché chiunque abbia la voglia e la capacità di realizzare un amplificatore simile possa farlo con facilità.

Il prototipo originale invece l’ho ceduto ad un caro amico, che ne ha apprezzato le qualità sonore e l’estetica. Spero che questa esperienza possa essere di ispirazione per coloro che condividono la mia passione per l’audio di alta qualità e che possa portare gioia e soddisfazione a chiunque scelga di intraprendere questa avventura fai-da-te. Buona costruzione e buon ascolto!

Ciao Stefano

Proxima, che esperienza !!!
Ho ascoltato questo ampli a casa tua quando era ancora “in prova”, e già mi era piaciuto tanto. L’ampli si presenta in uno stile vintage molto molto gradevole, almeno per me e molto ben fatto. Collegato al tuo impianto, quindi un contesto controllato, la sorpresa e stata immensa. Già dal primo minuto di accensione, raro per un valvolare quello che esce dai diffusori è tanta roba, la tridimensionalità è pazzesca, così come la stereofonia, ma soprattutto, questo ampli è molto rivelatore, porta all’attenzione quei particolari della registrazione che solitamente solo stando attento riesci a percepire, anche mentre mandavo messaggi ad un amico, alzovo la testa e mi chiedevo da dove saltavano fuori certe note. Qualsiasi genere musicale viene riprodotto magnificamente e non ti viene mai la voglia di cambiare disco perché ti stanca. La potenza, di targa non altissima me è appagante, non ho trovato il clipping, se non facendo sanguinare le orecchie. Altra cosa che trovo interessante è la possibilità di poter cambiare tipo di valvola, poter giocare rende sempre le persone felici. Non mi dilungo ulteriormente, dico solo Proxima è una delle tue migliori creazioni.
Cristian.

Questo che vi presento è un’apparecchio realizzato da me nel 2019, il cui progetto doveva essere presentato su una nota rivista del settore. Tuttavia, non sono riuscito a trovare un accordo con loro; al contrario, abbiamo avuto un vero attrito di vedute. Tale disaccordo mi ha portato a rinunciare alla pubblicazione del progetto, e hanno invece commissionato un lavoro simile a quello mio a un’altra persona. Quest’ultima afferma che non si possono pilotare le valvole in A2 utilizzando altre valvole come driver, ma che è necessario ricorrere a transistor e mosfet. È evidente che non conosce la 6H30. Peggio per loro. Io mi godo il risultato e loro non sanno cosa si sono persi le loro orecchie.

Comunque, avevo voglia di realizzare un circuito diverso dal solito e sperimentare qualcosa di nuovo. Ho quindi derivato dal progetto del tulipa un single ended che può montare, con minime modifiche, EL34 / 6CA7 / KT66 / KT77 / KT88 e 6550. La particolarità di questo circuito sta nel fatto che le finali sono connesse in triodo e accoppiate DC (senza condensatore) al loro driver, una 6H30pi, e quindi pilotate in modo misto A1 e A2 con una polarizzazione a bias fisso.

Il pilotaggio in griglia positiva permette di raggiungere, in modalità triodo, più potenza di quella che che si avrebbe dal pilotaggio normale in A1, consentendomi di sfruttare la bassa resistenza interna della valvola connessa in triodo per raggiungere un certo fattore di smorzamento “target”, usando il minimo tasso di controreazione. La controreazione utilizzata è di tipo locale: il secondario del trasformatore di uscita è posto sotto al catodo della finale stessa, sommata a un’ulteriore minima controreazione locale tra l’anodo della finale e il catodo dello stadio di ingresso.

Desidero sottolineare che il circuito è ottimizzato per EL34 e compatibili e, sebbene possa montare KT88, non ne riesce a sfruttare appieno le potenzialità, come qualsiasi amplificatore che possa montare indistintamente EL34 e KT88 del resto… Non è mia consuetudine fare queste cose di solito, era qualcosa di più che avevo pensato per la pubblicazione in edicola; certamente in un’altra ottica avrei realizzato una variante del circuito ottimizzata per KT88.

Le valvole montate sull’apparecchio sono una coppia di 5751 NOS (versioni speciali delle ECC83), la sopra citata 6H30Pi e una coppia di preziose 6550 General Electric NOS. Tutti i condensatori nel percorso del segnale sono polipropilene selezionati, mentre gli elettrolitici delle alimentazioni sono anch’essi bypassati con condensatori polipropilenici selezionati.

Nella parte superiore del pannello sono presenti 2 trimmer per la regolazione del bias e 2 strumenti a lancetta in stile vintage che indicano la regolazione del bias; nella foto qui sotto invece si vede il cablaggio del circuito. Come per la maggior parte dei miei prototipi, è montato su un telaio in legno, in questo caso noce finito con gommalacca e pannelli di alluminio.

La potenza che l’amplificatore raggiunge è di 7 watt RMS con qualsiasi tipo di valvola finale montata; se avessi realizzato una variante specifica per KT88, avrei probabilmente ottenuto circa 9 watt. Lo smorzamento raggiunge un fattore di 5,5, mentre la banda passante è di 30Hz / 80kHz (-1 dB) e 20Hz / 110kHz (-3 dB) fino alla massima potenza. Di seguito è riportato il grafico:

Qui sotto la risposta alle quadre, 100Hz

A 1khz

E 10khz

La distorsione armonica totale si attesta al 0,2% a 1 watt a 1 kHz e allo 0,21% a 10 kHz. Ecco i grafici:

L’esperienza d’ascolto è esaltante: la gamma bassa è potente e veloce, con diffusori ben controllati e un impatto realistico ed energico delle percussioni. La gamma media e alta è limpidissima, brillante, ricca di dettagli e grana, con un’apertura stereofonica emozionante. L’ascolto risulta godibile con tutti i generi musicali, dal rock ai cori, rispettando una buona regola per qualcosa che possa essere realmente definito HiFi di alto livello.

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PulsarWave DAC: Philips TDA1543 e Valvole, Pulsazioni Ritmiche nel Cuore del Suono

In un’epoca digitale in cui la tecnologia audiofila continua a evolversi, ci sono appassionati che valorizzano la semplicità e la purezza delle antiche tecnologie. Questo progetto si inserisce precisamente in questa prospettiva, abbracciando un approccio classico attraverso l’utilizzo del chip Philips TDA1543, un DAC che mantiene fedelmente una frequenza di campionamento di 44 kHz e una profondità di 16bit.

La filosofia alla base di questo progetto è chiara: la musica digitale, fino al 1995 e oltre, è stata prevalentemente campionata a 44 kHz e 16 bit. L’idea di upsamplare un segnale creato originariamente con queste specifiche appare superflua, poiché nessun algoritmo può reintegrare ciò che è andato perso durante il processo di campionamento iniziale. Questo DAC si configura come un omaggio alla semplicità e all’efficacia delle specifiche standard, offrendo un’esperienza sonora autentica e priva di aggiunte artificiose.

La scelta di incorporare il chip TDA1543 è stata guidata dal consiglio di Ivo Calabrese, un esperto che sottolinea la qualità del suono comparabile a chip più costosi come il 1541. L’obiettivo non è solo quello di abbracciare le tecnologie del passato ma anche di combinare elementi classici per creare un’esperienza sonora unica.

Questo DAC non si limita al solo chip principale; abbiamo implementato un approccio ibrido, introducendo un trasformatore interstadio sfasatore, che a sua volta guida un push-pull con i due triodi di una valvola ECC88. Questa configurazione, aggiunge calore, tridimensionalità e carattere al suono, offrendo una resa autentica e coinvolgente.

La scheda prototipale presentata in questo articolo è dotata di un’interfaccia versatile, con ingresso dati I2S. Ciò consente al DAC di accettare segnali da diverse sorgenti, che spaziano dal PC tramite la porta USB a lettori CD mediante un modulo SPDIF/I2S, fino all’integrazione con un Raspberry Pi.

Nella fase embrionale del nostro progetto, ecco un’istantanea dal laboratorio che mostra i primi esperimenti sulla breadboard. In questa immagine, potete osservare il piccolo ma cruciale trasformatore interstadio sfasatore, ideato per stabilire l’interfaccia tra la parte analogica immediatamente successiva al DAC e la sezione valvolare.

Questo trasformatore è una componente chiave del nostro approccio ibrido, concepito per conferire un carattere unico al suono attraverso la sua connessione tra le tecnologie analogiche e valvolari. Per approfondire le caratteristiche e il ruolo fondamentale di questo componente nel nostro progetto, vi invitiamo a visitare la pagina dedicata al trasformatore interstadio sfasatore qui.

Nel nostro percorso verso la perfezione sonora, vi presentiamo anche il trasformatore I60KPP88, un componente cruciale al cuore del nostro sistema audio. Nell’immagine qui sotto, potete ammirare questo trasformatore che funge da interstadio di segnale, progettato appositamente per essere pilotato da un push-pull composto dai due triodi interni di una singola ECC88.

La sua presenza assicura una trasmissione del segnale precisa e potente verso l’esterno del nostro sistema audio, indirizzandolo sia alle cuffie che a un eventuale finale di potenza. In questo modo, contribuisce in modo significativo a definire il carattere distintivo del suono che offriamo. Per esplorare ulteriormente le caratteristiche e l’importanza di questo trasformatore, vi invitiamo a visitare la pagina dedicata qui.

Foto del Prototipo Completato

Ecco una serie di foto dettagliate che offrono una panoramica del prototipo completato montato su una breadboard da 1000 fori. Questo montaggio mette in mostra la cura e l’attenzione ai dettagli dedicata a ogni fase della realizzazione.

Nota per Autocostruttori: Un punto chiave del mio approccio all’autocostruzione, evidenziato nelle immagini del prototipo, riguarda l’utilizzo di valvole su una basetta a 1000 fori. È importante notare che, nonostante molte cose viste online presentino montaggi su basette simili con zoccoli da PCB, la mia scelta è stata quella di utilizzare zoccoli noval standard per cablaggio in aria, di quelli montabili a pannello.

Nelle immagini, si può osservare che ho praticato un foro nella basetta a 1000 fori e ho avvitato direttamente due zoccoli noval standard da pannello. Questo approccio differisce dall’uso degli zoccoli da PCB, spesso scomodi da montare su basette 1000 fori.

La mia raccomandazione per gli autocostruttori è di considerare questa soluzione, in quanto offre diversi vantaggi. Montare gli zoccoli noval direttamente sulla basetta a 1000 fori, fissandoli meccanicamente e allungando solo di un breve tratto i fili verso i pin da saldare, garantisce una connessione più sicura e affidabile. A differenza delle soluzioni con gambine ritorte in malo modo dello zoccolo da PCB, la mia proposta evita anche il rischio di staccare le piazzole fissata malamente da palline di stagno da piccoli reofori durante l’inserimento delle valvole. Questo approccio, oltre a semplificare la fase di montaggio, migliora la stabilità meccanica e la connettività elettrica, contribuendo complessivamente a una costruzione più solida e durevole.

Per coloro che condividono la passione dell’autocostruzione, spero che questa nota possa essere d’ispirazione nel percorrere il cammino affascinante della creazione e personalizzazione dei propri dispositivi audio.

Informazioni Tecniche

Il prototipo è caratterizzato da una suddivisione chiara tra la parte digitale e l’amplificatore operazionale, entrambe alimentate da tensioni stabilizzate. L’opamp riceve un’alimentazione duale di ±12V, garantendo un funzionamento ottimale. La sezione anodica, successivamente al raddrizzamento, utilizza un moltiplicatore di capacità per fornire una tensione di alimentazione non stabilizzata, ma completamente livellata. Questo approccio, senza l’uso di circuiti retroazionati, mira a minimizzare il rischio di introduzione di rumore bianco nel sistema.

Dopo il chip TDA1543, è presente una rete di antialiasing composta interamente da componenti passivi, contribuendo a mantenere la purezza del segnale.

Per quanto riguarda l’opamp utilizzato nelle prime prove strumentali, è stato inizialmente impiegato un TL082, attorno al quale sono stati sviluppati i trasformatorini interstadio. Tuttavia, nelle prove di ascolto con le cuffie, la preferenza è stata data al suono reso da un MC1458 NOS prodotto da Motorola, che mi è sembrato suonare più caldo rispetto al TL082 (non NOS).

Va sottolineato che, sebbene sia presente un MC1458 è possibile sostituirlo con qualsiasi altro opamp a 8 pin che possa sopportare un’ alimentazione da 24 volt (±12 volt) e fornisca la corrente sufficiente per pilotare i due trasformatorini con un’impedenza di pilotaggio non superiore a 600 ohm.

L’introduzione di un opamp potrebbe suscitare qualche perplessità da parte di alcuni, ma è importante notare che la corrente di uscita del TDA1543 è molto piccola, appena 2mA, con una resistenza di uscita di circa 2000 ohm. La difficoltà nell’implementare un trasformatore interstadio sfasatore che funzionasse ha portato alla necessità dell’opamp. Tuttavia, questa scelta offre la possibilità di sperimentare con diversi opamp, compresi quelli esoterici e pregiati.

Il circuito è dotato di un controllo di guadagno posizionato tra i trasformatori sfasatori e le ECC88, che funge da particolare controllo di volume agente sul segnale bilanciato. Va sottolineato che, nella parte analogica del circuito, non è stata implementata alcuna controreazione. Tale scelta deriva dalla considerazione che non è necessario gestire carichi reattivi critici in questa sezione, preservando così la massima spazialità nel suono.

Le prossime immagini offrono un dettaglio ravvicinato del cuore digitale del nostro prototipo: il TDA1543. In particolare, vedrete un primo piano del chip TDA1543 e del connettore con i 4 fili del bus I2S che escono e si collegano a un piccolo decoder USB to I2S. Questo decoder, basato sul semplice chip PCM2706, è stato suggerito da Ivo Calabrese.

Il connettore presenta un’implementazione particolare: i fili non sono saldati, ma innestati. Questa scelta consente di sostituire il decoder USB con qualsiasi altra sorgente audio I2S, offrendo agli audiofili la flessibilità di esplorare varie opzioni e sperimentare con diverse fonti digitali.

Questa modularità nel design consente di adattare il sistema alle preferenze personali, permettendo agli appassionati di audio di esplorare e testare diverse configurazioni e sorgenti audio, mantenendo l’esperienza personalizzata che caratterizza il progetto.

Trasformatore di Alimentazione

Nella prossima immagine, vi mostriamo con orgoglio il cuore dell’alimentazione del nostro progetto: il trasformatore di alimentazione appositamente sviluppato. Questo componente svolge un ruolo fondamentale nell’assicurare una fornitura di energia stabile e priva di interferenze alla scheda.

Per garantire un’esperienza audio senza compromessi, sono state implementate diverse soluzioni nel design di questo trasformatore di alimentazione:

  1. Doppio Isolamento Strategico: Il trasformatore è appositamente configurato con un doppio isolamento, dove il primario e i secondari occupano cavità separate nel rocchetto. Questa scelta non è solo una misura di sicurezza elettrica, come comunemente associato all’uso di rocchetti a doppio isolamento, ma è stata adottata con l’obiettivo specifico di minimizzare la trasmissione di eventuali disturbi provenienti dalla rete, superando così le convenzioni dei trasformatori classici con schermo elettrostatico.
  2. Sovradimensionamento del Nucleo: Il nucleo del trasformatore è notevolmente sovradimensionato rispetto alla potenza complessiva necessaria (poco più di 10 watt su un nucleo che potrebbe veicolarne 32). Questa scelta aiuta a diminuire la dispersione di campo attorno al trasformatore, evitando interferenze indesiderate nei trasformatori audio.
  3. Sovradimensionamento delle Sezioni dei Fili: Le sezioni dei fili sono anch’esse sovradimensionate, consentendo al trasformatore di operare con una densità di corrente significativamente inferiore rispetto ai trasformatori convenzionali.
  4. Orientamento Differenziato: Il trasformatore di alimentazione verrà orientato in modo diverso rispetto ai trasformatori audio sulla scheda del DAC, garantendo una totale assenza di ronzio indotto nel circuito audio già a una distanza di soli 5 cm.
  5. Alimentazione Filamenti ECC88 in Alternata: Un dettaglio degno di nota è l’alimentazione diretta in corrente alternata dei filamenti delle ECC88, realizzata senza problemi e senza rumori indotti. Questa scelta dimostra una progettazione attenta e competente.
  6. Differenziamento della Densità di Corrente: Il secondario, che alimenta i filamenti delle valvole, è progettato con una densità di corrente più elevata rispetto agli altri secondari. Ciò si traduce in una maggiore caduta di tensione su questo secondario, riducendo i picchi di corrente durante l’accensione e preservandole nel tempo.

Queste finiture tecniche riflettono la nostra dedizione a offrire un’esperienza audio senza compromessi, dove la cura nei dettagli sottolinea la qualità del suono che il nostro progetto aspira a raggiungere.

Aggiornamento del 30/12/2023

Mentre il prototipo del PulsarWave DAC con il chip Philips TDA1543 e le valvole ECC88/6922 si prepara per il suo debutto, ho dedicato il tempo a integrare l’elettronica su una base solida e visivamente accattivante. L’avventura ha portato il progetto a nuove vette, con il trasferimento della scheda 1000 fori in un’elegante scatola personalizzata.

Il telaio, è un HiFi 2000 recuperato da un vecchio impresentabile che ho demolito anni fà che è stato riportato alla vita. Dopo un’accurata pulizia, ho praticato fori nei pannelli di alluminio per ospitare l’interruttore di accensione e posizionare il modulino PCM2706 con ingresso USB. Grazie alla stampante 3D, ho realizzato adattatori in resina per fissare in modo stabile i componenti. Gli RCA di uscita e il controllo del livello sono stati posizionati sul pannello posteriore per garantire un facile accesso e una connessione agevole.

La lamiera del fondo è stata forata per ospitare la scheda e il trasformatore di alimentazione 23S75, con un nodo dedicato per la messa a terra del telaio. La vaschetta VDE con il fusibile, già presente, è stata opportunamente riciclata. All’interno, una coppia di valvole ECC88 NOS ha trovato la sua dimora, mentre piedini di supporto personalizzati e un logo tridimensionale sono stati aggiunti per un tocco finale di estetica e funzionalità.

Il momento cruciale è stato il primo ascolto. Inizialmente, l’operazionale Motorola ha conferito al suono un carattere leggermente scuro, spingendomi a tornare al fidato TL082. Tuttavia, in cuffia, la preferenza è tornata al Motorola, sottolineando l’importanza di personalizzare l’esperienza sonora in base alle proprie preferenze.

Ulteriori perfezionamenti sono stati apportati al circuito per adattarlo alle sfumature richieste, e il risultato sonoro complessivo è stato valutato positivamente. Le varie fasi del montaggio sono documentate nelle foto allegate, offrendo uno sguardo approfondito al processo di trasformazione di questo progetto da un’idea iniziale a una realtà sonora tangibile. Ecco un paio di strumentali:

Spettro Distorsione Armonica

Onda Quadra a 1khz

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4 risposte a PulsarWave DAC: Philips TDA1543 e Valvole, Pulsazioni Ritmiche nel Cuore del Suono

  • Questo apparecchio racchiude molto piu di quello che sembra e rappresenta un approccio logico/qualitativo realmente esoterico e attualmente non riscontrambile in apparecchi di mass-production….da prendere in esame da chi ha capito che il 90 percento della musica sul mercato e tutti i classici di ogni genere sono stati campionati in origine a 16 bit 44.1 oppure 48 KHZ ….. Mewditate gente Meditate….Ivan

  • Condivido in pieno la tua filosofia di concentrarsi su quello che realmente incide sulla qualità.

    Purtroppo l’audio “CD” è stato e continua ad essere stigmatizzato in molti ambienti (suono freddo, metallico) salvo poi sbavare per l’hi-res che non aggiunge nulla o per il vinile che fatica ad arrivare a 12 bit.

  • Questo progetto l’ho relizzato sotto consiglio di una persona e questo modo di fare fa parte di una filosofia che ha lo scopo direi di ottenere un certo risultato all’ascolto e non solamente vedere una sinusoide a 10khz che sia meglio di 4 gradoni. Io per ora l’ho ascoltato in cuffia non è niente male, mi deve arrivare il potenziometro che ho ordinato e lo devo ascoltare nel mio ampianto per finire di esprimermi.

  • Il sovracampionamento (anche il TDA1543 può fare un 4x) non serve a ricostruire il segnale ma certamente aiuta con il filtro anti-aliasing.

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SB Phoenix – Integrato Classe A Single Ended KT88

È con grande entusiasmo che presento il primo amplificatore ufficiale SB-LAB: il Phoenix. Questo straordinario amplificatore integrato a 3 ingressi offre un’esperienza audio senza precedenti grazie alla sua configurazione Single Ended con valvole KT88/6550 con pilotaggio fornito da una valvola ECC81 o opzionalmente ECC85 ed equivalenti. Con una potenza complessiva di 24 watt RMS, il Phoenix offre prestazioni di livello superiore.

Il design elettrico del Phoenix è il risultato di tre anni di ricerca dedicata a perfezionare un procedente progetto di successo. Abbiamo ulteriormente migliorato lo schema elettrico, ottenendo un circuito stampato ottimizzato che garantisce una qualità e una ripetibilità senza pari rispetto ai tradizionali cablaggi in aria. È importante sottolineare che il PCB è stato personalmente disegnato da me, garantendo così un controllo totale sulla qualità e l’affidabilità del prodotto.

I trasformatori d’uscita, dopo lunghe prove, sono stati ulteriormente migliorati rispetto ai modelli precedenti, ho anche sviluppato un nuovo trasformatore di alimentazione che riduce ulteriormente il calore generato dal sistema. Questo assicura un funzionamento ottimale e una maggiore durata nel tempo.

Ma il Phoenix non si distingue solo per le sue eccezionali prestazioni audio. Il suo mobile è stato appositamente progettato per valorizzare l’estetica dell’apparecchio. Realizzato in pesante ferro da 1,5 mm tagliato al laser, il cabinet del Phoenix è sinonimo di robustezza e durata nel tempo. La verniciatura a polveri è estremamente resistente ai graffi e agli urti, mentre la copertura delle valvole cromata aggiunge un tocco di eleganza. La mascherina di alluminio fresato, spazzolato e anodizzato, completa il design sofisticato. È importante sottolineare che tutte le fasi di produzione e lavorazione sono state effettuate esclusivamente da officine italiane, garantendo così la massima qualità artigianale.

Ogni componente montato nel Phoenix è stato selezionato e matchato uno per uno, ogni singola saldatura è stata eseguita a mano e attentamente verificata. L’assemblaggio dell’intero apparecchio è stato eseguito manualmente, per garantire la massima cura e attenzione ad ogni dettaglio.

Il Phoenix è disponibile al prezzo di listino di €4980,00 (prezzo riferito al costo della prototipazione, soggetto a revisione per i prossimi ordini) – le valvole sono escluse. Abbiamo scelto di lasciare al cliente la libertà di selezionare il tipo di valvole da montare, sia NOS che non NOS, in base alle preferenze personali. Inoltre, offriamo la possibilità di personalizzare la configurazione predefinita per le valvole ECC81 o le ECC85 (che sarà sempre modificabile in un secondo momento).

Siamo lieti di offrire ai nostri clienti la possibilità di personalizzare il loro amplificatore Phoenix secondo le loro preferenze. Nel limite del possibile, saremo disponibili a discutere personalizzazioni come connettori degli ingressi, morsetti per gli altoparlanti e il colore della verniciatura, sia cromato che non cromato. Il vostro amplificatore Phoenix sarà così unico e perfettamente adattato alle vostre esigenze. Se siete interessati ad ascoltare una demo o desiderate acquistare una unità, vi invitiamo a contattarci cliccando qui. Saremo lieti di fornirvi ulteriori informazioni e di assistervi nel processo di prenotazione.

Caratteristiche tecniche:

Fattore di smorzamento DF: 6,0
Sensibilità 2Vpp @ clipping
Potenza prima del clipping 12watt RMS per canale
THD@1watt: 0,5%
Risposta in frequenza 15Hz/45khz -1db
Assorbimento: 125watt
3 ingressi selezionabili dal commutatore anteriore
Uscite per diffusori a 4/6/8 ohm

Analisi di spettro

Risposta in frequenza su carico resistivo e su carico reattivo

Quadra a 10khz che denota il miglioramento rispetto la versione precedente dei trasformatori d’uscita, con un ringing molto contenuto

Che valvole monta ?

Mentre esploriamo il vasto panorama di informazioni online e le discussioni sui forum, spesso ci imbattiamo in un mare di disinformazione. Non è raro incontrare affermazioni come “La ECC81 è una valvola ottimizzata per l’audio, mentre la ECC85 è solo una banale valvola VHF per i ricevitori radio”. Tuttavia, è importante discernere la verità dalla confusione generale. In realtà, le caratteristiche delle valvole ECC81 ed ECC85 raccontano una storia molto diversa da quella che viene spesso riportata in modo superficiale.

La ECC81, anche conosciuta come 12AT7, è stata originariamente sviluppata come valvola RF ed è stata impiegata nelle prime radio FM americane a partire dal 1951, specificamente nella sezione del tuner. Tuttavia, ben presto si sono manifestati i limiti di questa valvola in tali applicazioni. Uno dei difetti più significativi era la capacità tra gli anodi dei due triodi interni, che a frequenze nell’ordine delle centinaia di MHz causava problemi considerevoli. Ad esempio, i primi tuner FM richiedevano il ritaratura del trimmer ogni volta che si cambiava la valvola. Solo due anni dopo, nel 1953, venne introdotta la ECC85 (conosciuta anche come 6AQ8 negli Stati Uniti), che rappresentava un’evoluzione della ECC81. La principale modifica apportata fu l’aggiunta di uno schermo tra gli anodi dei due triodi, insieme a una costruzione più avanzata dei triodi stessi. Inoltre, il filamento poteva essere alimentato solo a 6,3 volt, a differenza della ECC81 che poteva funzionare sia a 6,3 volt che a 12,6 volt. Nonostante queste modifiche, le caratteristiche elettriche e le curve dei triodi rimasero invariate rispetto alla ECC81.

La ECC81 è stata successivamente adottata per utilizzi audio come doppio triodo a mu medio, poiché era meno costosa della ECC85 e rimane in produzione ancora oggi, utilizzata in numerosi amplificatori e preamplificatori di varie marche e modelli. Tuttavia, ciò non diminuisce l’efficacia della ECC85 come alternativa valida alla ECC81. Infatti, la ECC85 è ancora prodotta da Electro-Harmonix oppure disponibile anche come NOS (New Old Stock) su Internet e nei mercati a prezzi accessibili.

Per offrire ai nostri clienti una maggiore flessibilità, ho deciso di progettare il Phoenix in modo che possa montare sia le valvole ECC81/12AT7 che le ECC85/6AQ8. La piedinatura delle due valvole è quasi completamente compatibile, ad eccezione dei pin del filamento e della schermatura interna. Sulla scheda stampata, vicino allo zoccolo della ECC8x, ho incluso una serie di 6 contatti che possono essere configurati per consentire il montaggio di una valvola o dell’altra, a seconda delle preferenze del cliente. Questa configurazione può essere facilmente modificata anche successivamente. In breve, il Phoenix offre la flessibilità di montare sia la ECC81 che la ECC85. Questo design innovativo garantisce al cliente la possibilità di sfruttare appieno le caratteristiche sonore desiderate, offrendo una scelta che si adatta alle preferenze personali e consente di personalizzare l’esperienza d’ascolto con il Phoenix.

La sezione finale dell’amplificatore Phoenix è progettata per offrire una versatilità senza pari. Qui è possibile montare valvole di potenza come le KT88, 6550 e KT90, che aprono le porte a un’esperienza sonora ancora più straordinaria. Le valvole KT88, 6550 e KT90 sono famose per la loro capacità di erogare una potenza impressionante e una gamma dinamica estesa. Queste valvole sono perfette per coloro che cercano una resa sonora potente, dettagliata e coinvolgente. L’amplificatore Phoenix è stato appositamente progettato per supportare queste valvole di alto livello, garantendo un’ampia riserva di potenza e un controllo impeccabile su qualsiasi genere musicale.

Lasciate da parte i pregiudizi sul suono delle KT88. Le descrizioni negative che talvolta si sentono, come “lento”, “gonfo” o “bassoso”, sono frutto di ignoranza. In realtà, le valvole non hanno un suono proprio, ma è l’amplificatore nel suo insieme a determinare il risultato sonoro. E il Phoenix è stato progettato appositamente per offrire la migliore resa sonora con le KT88, senza temere di confrontarsi con i migliori triodi sul mercato.

L’amplificatore Phoenix è stato sottoposto a un’ottimizzazione rigorosa per garantire un suono pulito, armonioso e controllato. I bassi sono resi con precisione e controllo, senza mai invadere lo spazio sonoro, anche quando si utilizzano diffusori di grandi dimensioni e reflex. La potenza e la musicalità delle KT88 nel Phoenix si fondono in un’esperienza d’ascolto straordinaria.

Quando qualcuno vi dirà che le KT88 sono lente e goffe, potrete sorridere e rispondergli fieramente: “Io ho un Phoenix.” L’amplificatore Phoenix sfida i pregiudizi, dimostrando che con un’ottima progettazione e un’attenzione ai dettagli, è possibile ottenere un suono di alta qualità, coinvolgente e controllato con le KT88. La vostra musica prenderà vita con una fedeltà sorprendente e una dinamica e una naturalezza coinvolgente, regalandovi un’esperienza d’ascolto di livello superiore.

La possibilità di montare valvole finali come le KT88, 6550 e KT90 rende il Phoenix un amplificatore adatto a tutti i gusti musicali e alle esigenze degli audiofili più esigenti. Che siate amanti della musica classica che richiede una dinamica precisa o appassionati di rock che desiderano un suono potente e incisivo, il Phoenix sarà in grado di soddisfare ogni vostra aspettativa. Con il Phoenix, avrete la libertà di personalizzare il vostro sistema audio secondo le vostre preferenze, creando un’esperienza d’ascolto unica e coinvolgente. Sia che siate musicisti, audiofili o semplicemente appassionati di buona musica, l’amplificatore Phoenix con valvole KT88, 6550 e KT90 vi permetterà di godere di un suono straordinario e di emozioni senza precedenti.

Dimensioni e peso

Larghezza 47cm
Altezza 22,5cm
Profondità 36,5cm
Peso 18kili

Come suona

L’impegno nel raggiungere un livello di qualità straordinario è stato assoluto durante la messa a punto dell’amplificatore Phoenix. Mesi e mesi di prove e raffinamenti sono stati dedicati per ottenere una riproduzione sonora di livello superiore. Ogni dettaglio è stato attentamente curato per offrire un’esperienza d’ascolto coinvolgente e appagante.

Uno dei tratti distintivi del suono del Phoenix è la resa estremamente dettagliata e raffinata dei medi alti. Le frequenze come i piatti o le voci femminili sono riprodotte con una chiarezza cristallina, mai scure o affaticanti per le orecchie. Si avverte una straordinaria nitidezza e una ricchezza di sfumature, con una presentazione delicata e soave. Le note si susseguono come fili di seta che si intrecciano senza creare alcun disagio o sensazione metallica.

Le frequenze basse, d’altra parte, sono una parte fondamentale dell’esperienza sonora offerta dall’amplificatore Phoenix. Sono presenti in modo deciso, avvolgente e ricco di calore. Tuttavia, ciò che rende il Phoenix unico è il controllo impeccabile che offre su queste frequenze. Dimenticate i bassi gonfi e invadenti che spesso si incontrano in alcuni apparecchi valvolari di scarsa qualità. Nel Phoenix, i bassi sono padroni della scena, ma senza mai diventare invadenti o sovrastanti. Sono perfettamente equilibrati, integrati in modo armonioso con le altre frequenze, contribuendo a creare un’esperienza d’ascolto immersiva e coinvolgente.

Il risultato di tutto questo impegno è un amplificatore valvolare che supera le aspettative più elevate degli audiofili più esigenti. L’esperienza sonora offerta dal Phoenix è qualcosa di straordinario, dove ogni dettaglio musicale prende vita in modo realistico e appassionante. Lasciatevi trasportare dalle note, immergendovi in un mare di emozioni e sensazioni, grazie a un amplificatore che si distingue per la sua fedeltà e controllo senza compromessi.

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6 risposte a SB Phoenix – Integrato Classe A Single Ended KT88

  • In occasione dell’intervento di revisione del mio “Audio Innovation Classic 25” commissionato a Stefano, ho avuto l’occasione di ascoltare pur brevemente questo ampli valvolare di sua progettazione collegato a due diffusori da pavimento Tannoy: devo dire che il suono prodotto era veramente impressionante sia per dinamica, sia per resa timbrica. Davvero complimenti a Stefano per questo ampli non solo ben suonante ma caratterizzato da finiture ed estetica di altissimo pregio.

  • Oggi ho avuto modo di ascoltare l’SB Phoenix nella sala d’ascolto di Stefano. Il risultato è stato a dir poco sorprendente. Non sto a descrivere le impressioni di ascolto, che sono in linea con i commenti precedenti. Dico solo che l’esperienza mi ha dato modo di ridefinire i miei standard di riferimento.

  • Grazie del commento, nessuno di quelli che è passato da me fin’ora ha trovato difetti nel Phoenix, peccato che per vendere sembra essere più importante la propaganda e la leggenda piuttosto che i fatti, speriamo che questi commenti servano a convincere le persone della bontà del mio prodotto!

  • Ho avuto occasione di ascoltare l’integrato Phoenix, costruito interamente dal sig. Bianchini utilizzante una KT88 per canale configurata a pentodo come finale. L’apparecchio fa uso di controreazione. Sistema di Altoparlanti Tannoy Berkeley (1977!!). Fatte queste minime dovute premesse, posso tranquillamente affermare che la realizzazione puo’ essere dichiarata come un prodotto allo “stato dell’arte”.
    Il termine che mi viene suggerito durante l’ascolto e’: Equilibrio.
    Un basso granitico e perfettamente definito, un mediobasso liquido e mai magmatico di cui sempre si riconoscono le linee, un medio levigato pur senza essere opaco, in sintonia dinamica e armonica con le gamme precedenti, mai in primo piano, mai in secondo piano. In una parola, giusto. E infine una gamma acuta assolutamente godibile, mai affaticante, raccordata alla perfezione con quella media alla quale dona lucentezza armonica senza mai divenire tagliente.
    Fatica d’ascolto globale: zero, a qualsivoglia volume.
    Dinamica travolgente a volumi sostenuti e realisticamenta stratificata a volumi bassi.
    Sostanzialmente, per quanto io sia pignolo, non saprei trovare un difetto nella creatura del sig. Bianchini. Consigliatissimo l’ascolto.
    Alessandro Carparelli.

  • Ho avuto occasione di andare a trovare Stefano pochi giorni dopo che aveva terminato il collaudo di questo suo nuovo progetto e ne approfitto per lasciare un mio commento.
    Il nuovo arrivato si presenta benissimo dal punto di vista estetico, elegante e ben rifinito ma allo stesso tempo ti da una sensazione di grande solidità.
    Dal punto di vista sonoro mi ha lasciato veramente a bocca aperta per la grande dinamica e autorevolezza che ha mostrato nel pilotare i 15 pollici delle Tannoy Berkeley.
    Il suono è veloce e dettagliato ma senza mai diventare tagliente o affaticante, voci magnifiche e veramente coinvolgenti e registro basso sempre controllato e preciso anche a volume sostenuto.
    I brani ascoltati sono scivolati via facendo sparire l’impianto che stava suonando…è rimasta solo la musica, coinvolgente e realistica.
    Veramente un ottimo progetto!!!
    Grazie ancora Stefano per il bellissimo pomeriggio passato a chiacchierare e ascoltando buona musica con un magnifico impianto.

    Andrea

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