Modifica Audiospace Galaxy 34 per un’Esperienza Sonora Superiore v1.1

Nel mondo degli amplificatori valvolari commerciali, capita talvolta di imbattersi in case produttrici talmente incapaci di realizzare prodotti di qualità che, inevitabilmente, finiscono per fallire rapidamente. Tuttavia, prima di sparire dal mercato, riescono a disseminare una quantità impressionante di apparecchi progettati in modo approssimativo, che purtroppo continuano a circolare nel mercato dell’usato, deludendo chiunque abbia la sfortuna di acquistarli. Potrei citare la AMC con i suoi valvolari realizzati con un criterio costruttivo degno di un videoregistratore, con le valvole saldate direttamente sullo stampato senza zoccolo; la Gamma Acoustic, con i suoi triodi collegati a diodo in serie all’alimentazione senza un apparente senso logico; la Music Angel, che produceva amplificatori dove l’80% del costo era rappresentato dalle valvole, montate su un circuito costruito con materiali di scarto; e infine l’Audiospace Galaxy 34. Quest’ultimo, tra tutti, è forse il meno peggio: monta trasformatori di qualità accettabile e uno chassis ben costruito, ma purtroppo al suo interno ospita un circuito privo di logica, che sembra progettato da un principiante che conosce solo i concetti di polarizzazione dei transistor, tanto da tentare di usare un triodo come fosse un transistor.

Tra tutte queste marche fallite, l’Audiospace Galaxy 34 è quello che offre maggiori possibilità di essere modificato in modo non invasivo e relativamente semplice, per trasformarlo in un discreto amplificatore. Questo articolo potrebbe suscitare l’interesse di alcuni miei detrattori, quelli a cui non piace modificare le cose. Tuttavia, sinceramente, non mi preoccupa affatto l’opinione di questi individui, e li lascio borbottare a loro piacimento.

Aggiorno questo articolo a sette mesi di distanza dalla prima versione perché mi è stato dato un altro esemplare da modificare. Inoltre, ho apportato una piccola miglioria al circuito driver rispetto alla versione iniziale, un intervento minimo che però ottimizza ulteriormente il bilanciamento dello sfasatore.

Iniziamo la storia di questo apparecchio con il messaggio che mi è stato inviato da 2 proprietari diversi:

  1. Il mio ampli distorce paurosamente da metà volume in poi. È il canale sx mi sembra più debole del dx. Sono di Roma e il tecnico dove l’ho portato ha cambiato le 4 valvole di potenza (TAD E34L 22/27). Mi può aiutare ?
  2. Visto che il potenziometro del mio Audiospace galaxy 34 non risponde piu’ da telecomando e che sento strani rumori dal canale sinistro,vorrei che lei lo modificasse come letto e verificasse il suo funzionamento per ripararlo eventualmente.

Il cliente mi ha affidato il suo amplificatore e, durante una conversazione approfondita, ha lamentato una resa sonora orribile. In particolare, ha notato che alzando il volume, la musica si trasforma in un bailame sconfusionato, diventando praticamente inascoltabile. Per analizzare la situazione, ho collegato l’amplificatore al banco di prova, utilizzando un wattmetro e un oscilloscopio per individuare eventuali anomalie. Inizialmente, sulla resistenza di carico, non ho rilevato comportamenti strani. Tuttavia, la misurazione dello smorzamento ha mostrato un valore di DF (fattore di smorzamento) pari a 2 su un amplificatore da 40 watt. È diventato evidente che un valore così basso di fattore di smorzamento può trasformare l’amplificatore in una sorgente di distorsione estremamente elevata. Questa constatazione mette in discussione coloro che minimizzano l’importanza del fattore di smorzamento, dimostrando come possa influire significativamente sulla qualità del suono, sfatando le argomentazioni di chi ritiene questo parametro insignificante.

Ho temporaneamente accantonato l’amplificatore e ho salutato il cliente, poiché non potevo affrontare immediatamente il lavoro. Dopo qualche tempo, appena ho avuto l’opportunità di riprenderlo in mano, sono partito con l’ipotesi che l’amplificatore fosse a zero feedback e che il circuito del driver potesse necessitare di alcune modifiche, inclusa l’aggiunta di un adeguato meccanismo di controreazione per migliorare il funzionamento complessivo dell’amplificatore. Il primo inconveniente che ho riscontrato è una marcata instabilità del circuito quando il volume viene aumentato oltre un certo livello; in tale condizione, il circuito inizia a oscillare in modo pronunciato a bassa frequenza. Nel video allegato, mostro questo fenomeno, e osservate attentamente: non avevo ancora apportato alcuna modifica, è proprio così dalla configurazione originale!

Aumentare il volume al massimo era necessario per le misurazioni, poiché il livello del segnale iniettato dal generatore di funzioni veniva gestito direttamente dall’apparecchio di misurazione. Tuttavia, successivamente ho regolato il volume a un livello stabile e ho proceduto con l’acquisizione della risposta in frequenza e della distorsione armonica.

Beh, a -1dB a 10 kHz con appena 1 watt di potenza, sembra quasi superare le prestazioni di un amplificatore PA degli anni ’50 della Geloso. Va bene, in realtà questa misura non era la mia priorità; l’ho acquisita solo per i lettori. Il passo successivo è stato decidere di aprire l’amplificatore. Volevo ottenere lo schema, in quanto la mia idea era di esaminare come avessero polarizzato il primo triodo di ingresso. Avevo in mente di dividere la sua resistenza di catodo in due e di portarci il segnale di controreazione. Quello che segue è lo schema dello stadio di ingresso, il triodo della 6SL7:

In tutta onestà, imbarazzante. Il filo giallo che si dirigeva al morsetto degli 8 ohm suggeriva l’esistenza di qualche forma di controreazione, ma la sua implementazione era quanto di più orribile si potesse immaginare. La presenza di una resistenza da 220 ohm tra la griglia e il catodo creava una polarizzazione con griglia a zero volt. Aggiungendo il condensatore elettrolitico da 3,3uF, il pilotaggio avveniva in griglia positiva. Per completare l’opera, c’era uno snubber sulla resistenza di carico anodico, aggiungendo ulteriori rotazioni di fase e aumentando le distorsioni. In modo non offensivo, posso solo concludere che chi ha concepito questa modalità di polarizzazione per una valvola sembrava non avere la minima idea di cosa stesse facendo, adottando un approccio vagamente simile a quello che si farebbe con un transistor BJT. A questo punto, ho deciso di interrompere la mia analisi del circuito, poiché mi sembrava essere una perdita di tempo. Di conseguenza, ho preso la decisione di rimuovere completamente il circuito driver, con l’obiettivo di ricostruire qualcosa che avrebbe potuto funzionare in modo più efficace.

Ho effettivamente invertito l’alloggiamento delle 6SN7 e delle 6SL7, utilizzando un triodo della 6SN7 come stadio di ingresso, la 6SL7 come sfasatore long-tail, e il secondo triodo della 6SN7, con un accorgimento, l’ho fatto funzionare come un pozzo di corrente sotto la 6SL7.

Di solito, un pozzo di corrente si realizza con un pentodo, ma con alcuni accorgimenti è possibile utilizzare anche un triodo. Certo, qualcuno più tecnico potrebbe suggerire che sarebbe stato meglio utilizzare la 6SN7 come sfasatore che pilota le finali e la 6SL7 come valvola di ingresso, ed è vero. Tuttavia, un solo triodo della 6SL7 non può gestire tutta la corrente che può circolare in una 6SN7 completa. Non volevo neanche far lavorare la 6SN7 a correnti troppo basse, poiché avrebbe compromesso la sua linearità. Con questo piccolo compromesso, mirato soprattutto a conservare le valvole originali dell’amplificatore, alla fine il circuito ha funzionato in modo eccellente.

L’amplificatore presentava un selettore che consentiva di configurare le valvole finali sia in modalità triodo che in ultralineare. Questo selettore comandava due relè dedicati che si occupavano della commutazione tra le due configurazioni. Tuttavia, al di là della sua funzionalità apparentemente versatile, ho riscontrato alcuni aspetti che sollevavano preoccupazioni.

Innanzitutto, c’era il rischio di scintillazioni all’interno dei relè, un inconveniente che poteva compromettere il funzionamento stabile dell’amplificatore nel tempo. In secondo luogo, personalmente, non sono un sostenitore di questi “pastrocchi” circuitali. La ragione principale risiede nel fatto che, modificando radicalmente il guadagno della valvola finale, diventa estremamente difficile effettuare una messa a punto precisa del circuito e della rete di retroazione.

Nel senso, se ottimizzo il setup in modalità ultralineare, potrebbe non funzionare altrettanto bene in modalità triodo, e viceversa. Questi compromessi tecnici sembrano spesso essere introdotti solo per attirare clienti non esperti, che vedono queste opzioni come un vantaggio aggiuntivo senza rendersi conto che, in realtà, rappresentano un compromesso e una potenziale fonte di problemi. Pertanto, ho preso la decisione di scollegare completamente il relè e ho cablato direttamente i fili dai trasformatori d’uscita alle valvole, fissando la configurazione in modalità ultralineare per garantire una maggiore stabilità e prestazioni ottimali.

Già alla prima accensione, ancor prima di iniziare a implementare qualsiasi forma di controreazione, ho notato un cambiamento notevole nella risposta in frequenza dei trasformatori. Questo cambiamento si è manifestato con un’estensione significativa verso le frequenze più elevate. La differenza è stata talmente evidente da catturare immediatamente la mia attenzione, suggerendo che le modifiche apportate stessero già influenzando positivamente le caratteristiche sonore dell’amplificatore. Questo incoraggiante segnale ha consolidato la mia convinzione che le modifiche e le ottimizzazioni stesse avrebbero portato a risultati notevoli nell’ottimizzazione complessiva del sistema.

Il vecchio driver, a quanto pare, era così inefficiente da influire negativamente sul corretto funzionamento del circuito. Le sue limitazioni erano così evidenti che, al momento della sostituzione con il nuovo setup, ho notato un’immediata miglioria nelle prestazioni complessive. In particolare, con il volume portato al massimo, non si manifestava più alcuna instabilità o oscillazione, sottolineando ulteriormente quanto il nuovo circuito driver avesse contribuito a garantire una maggiore stabilità operativa.

Durante queste prime fasi di prova, è emerso un altro problema significativo correlato al potenziometro del volume, il cui valore era eccessivamente elevato (250kohm). Questo episodio rappresenta un monito e un importante insegnamento per tutti gli appassionati autocostruttori. Spesso, si commette l’errore di utilizzare potenziometri di valori molto alti, come 200k o addirittura 500k, senza rendersi conto delle conseguenze potenzialmente indesiderate.

Il problema risiede nella presenza di una capacità parassita nel circuito situato a valle del cursore del potenziometro. In combinazione con la capacità dei cavi schermati, come in questo caso, e la capacità di ingresso della valvola, si forma un filtro passa-basso. La frequenza di taglio di questo filtro varia in base al volume impostato. Per dimostrare questa problematica, ho creato un video in cui inietto un’onda quadra a 10 kHz nell’amplificatore, con il volume portato al massimo. Successivamente, abbassando il volume, la forma d’onda subisce una trasformazione significativa, evidenziando un notevole aumento del tempo di salita.

Questo esempio concreto sottolinea l’importanza di selezionare accuratamente il valore del potenziometro in modo da evitare alterazioni indesiderate nella risposta in frequenza e garantire un funzionamento ottimale dell’amplificatore. L’amplificatore era dotato di un potenziometro motorizzato di produzione cinese, di una qualità che potrei definire “di basso costo”. Purtroppo, non potevo sostituirlo con un potenziometro motorizzato convenzionale, poiché le dimensioni e il layout del telaio non lo permettevano.

Di fronte a questa limitazione, ho deciso di rinunciare alla funzionalità del volume controllato dal telecomando. Al suo posto, ho montato un potenziometro più semplice, con una resistenza di 100k, che ha risolto il problema della risposta in frequenza. Successivamente, nelle analisi strumentali, presenterò un grafico della risposta in frequenza per evidenziare la gravità dell’impatto che il potenziometro originale causava.

Per coloro che potrebbero essere interessati, è possibile fornire una soluzione alternativa per linearizzare la risposta in frequenza quando si utilizza un potenziometro di valore molto elevato. La proposta coinvolge l’implementazione di filtri e condensatori, come illustrato nell’immagine allegata. Tuttavia, ho scelto di evitare questa soluzione particolare.

La ragione principale per cui ho evitato di usarla è che quel circuito, oltre a essere poco pratico da montare nella posizione specifica disponibile, non mi soddisfaceva per motivi di pulizia del circuito stesso. Inoltre, il potenziometro di basso valore che ho utilizzato si è dimostrato una scelta migliore. Le moderne sorgenti audio, come DAC e lettori CD, escono tutte a bassa impedenza, e quindi non presentano difficoltà nel pilotare carichi anche molto inferiori. Questa opzione ha contribuito a mantenere il circuito più pulito e ha soddisfatto appieno le esigenze del sistema.

Passiamo ora alle analisi strumentali. Ho spinto le finali fino a 45 watt, mentre il fattore di smorzamento è stato misurato ad un valore di 8. Questa scelta mira a garantire prestazioni ottimali e un suono pulito senza compromettere la qualità dell’amplificatore.

Qui sotto trovi la risposta in frequenza (a 1 watt) dell’amplificatore con il potenziometro del volume al 100%. La risposta in frequenza è stata misurata con la controreazione già messa a punto, compresa la compensazione. Si nota un -0,2 dB a 20 Hz e un -1 dB a circa 80 kHz.

I trasformatori d’uscita di questo amplificatore si dimostrano piuttosto buoni, con prestazioni generali che sarebbero addirittura eccellenti, se non fosse per una marcata risonanza che si manifesta avvicinandosi ai 100 kHz. Questo difetto, tuttavia, può essere efficacemente soppresso mediante la compensazione della controreazione nel circuito. Questa caratteristica, che rende gli amplificatori di questo modello particolarmente attraenti, può essere sfruttata appieno quando si trova un esemplare usato a un prezzo vantaggioso, soprattutto se l’intenzione è quella di apportare modifiche.

Le modifiche necessarie al circuito si limitano a poche resistenze, e il processo di ricablatura risulta relativamente semplice. Questo rende l’amplificatore un’opzione ideale per coloro che desiderano effettuare personalizzazioni e miglioramenti, sfruttando appieno le potenzialità dei trasformatori d’uscita di qualità, pur gestendo in modo efficiente la risonanza attraverso la compensazione della controreazione. Ora vediamo come appariva la risposta in frequenza con il potenziometro originale da 250k posizionato a metà corsa… -1dB a 7khz

La misura delle onde quadre evidenzia l’ottima caratteristica dei trasformatori d’uscita (100Hz/1khz/10khz):

Questa è la distorsione armonica:

Modifica della regolazione del BIAS

Secondo il manuale dell’amplificatore, la regolazione del bias dovrebbe essere impostata a 300 mV per ciascuna valvola EL34, corrispondenti a circa 30 mA. Con una tensione anodica di 475 Vcc e 230 V sulla rete, ciò comporta una dissipazione di circa 14 watt per valvola. Tuttavia, le EL34 possono sostenere fino a 25 watt di dissipazione, quindi sono ancora ben al di sotto dei loro limiti.

Ho notato che i condensatori elettrolitici dell’amplificatore sono classificati per 450 V, mentre in realtà operano a una tensione superiore, il che potrebbe ridurre la loro durata. Per risolvere questo problema, ho deciso di aumentare la corrente di bias a 45 mA, corrispondente a 450 mV misurati alle boccole con il tester. Questo riduce la tensione anodica a 450 V e porta la dissipazione della EL34 a 20 watt per valvola.

Avrei potuto aumentare ulteriormente la corrente, ma ho preferito non farlo per evitare di sovraccaricare il trasformatore di alimentazione, di cui non conosco le specifiche esatte. Per precauzione, ho fatto funzionare l’amplificatore con il bias a 45 mA per circa un’ora e ho monitorato la temperatura del trasformatore di alimentazione, constatando che 50 gradi sono accettabili.

Foto di una 6SL7 difettosa con una sola sezione accesa al doppio della luminosità…

Set di valvole driver sostitutito con NOS, 6SL7 haltron e 6SN7 OTK…

Questi problemi sono abbastanza comuni quando si acquista qualcosa di provenienza cinese. È normale trovarsi di fronte a mobili ben fatti in acciaio e alluminio fresato dal pieno, poiché tali lavorazioni non comportano costi elevati la in cina. Tuttavia, ciò che spesso si riscontra all’interno dello chassis è il nulla più assoluto: circuiti privi di senso e altre componenti di scarsa qualità.

Tuttavia, nel caso specifico di questo apparecchio, la presenza di due trasformatori d’uscita discretamente buoni apre la porta a risultati di alto livello con una spesa relativamente contenuta. Invito i lettori che possiedono uno di questi amplificatori a contattarmi, se interessati a effettuare la modifica al loro apparecchio. Con pochi interventi mirati, è possibile ottenere miglioramenti sostanziali nelle prestazioni complessive.

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2 Responses to Modifica Audiospace Galaxy 34 per un’Esperienza Sonora Superiore v1.1

  • Grazie per il tuo commento. Beh, che dire? È davvero interessante notare come molte persone elogino gli apparecchi senza feedback come se fossero la soluzione perfetta per ogni situazione. Purtroppo, la realtà è ben diversa, e spesso ci si ritrova con dispositivi che presentano smorzamenti così bassi da risultare completamente indecenti. È ironico che qualcuno abbia scherzato sulla mia “mania” per lo smorzamento, poiché sembra che ancora una volta questa caratteristica si sia dimostrata cruciale. La qualità dello smorzamento è indubbiamente un aspetto importante da considerare, e chi continua a sottovalutarlo rischia di trovarsi in situazioni come questa: vendere a caro prezzo degli apparecchi del tutto inutilizzabili. Mi fa ridere poi pensare a quel “tecnico” che voleva sistemarti l’amplificatore cambiandoti le valvole.

  • Sono tornato in possesso del mio ampli . Devo dire che Stefano ha fatto un ottimo lavoro. Sono veramente contento. I canali sono tornati ad essere bilanciati. Non c’è più il minimo fruscio , in qualunque settaggio. I toni alti sono meravigliosi, i bassi sono caldi e mai invadenti. Sinceramente non mi aspettavo un risultato del genere.
    Stefano si è rilevato un professionista, poche chiacchiere e molti fatti.
    Grazie Stefano

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Trasformatore di Alimentazione per VERDIK QUALITY TEN e Mullard 510

Siamo lieti di presentare il nostro trasformatore di alimentazione di ricambio, modello 24S95, progettato specificamente per l’amplificatore audio valvolare vintage VERDIK QUALITY TEN. Questo trasformatore è un componente essenziale per gli appassionati di audio che desiderano mantenere o restaurare i loro preziosi amplificatori d’epoca.

Il VERDIK QUALITY TEN è un amplificatore valvolare push-pull basato su valvole EL84, conosciuto per la sua eccezionale qualità sonora e apprezzato dagli audiofili di tutto il mondo. Questo amplificatore è un fedele clone del celebre Mullard 510, un modello storico la cui eccellenza è riconosciuta da decenni.

Il nostro trasformatore di alimentazione è stato meticolosamente realizzato per soddisfare le specifiche tecniche originali, garantendo così un funzionamento ottimale e una lunga durata. Che tu stia restaurando un VERDIK QUALITY TEN o che tu voglia costruire da zero un clone del Mullard 510, questo trasformatore è la soluzione ideale.

Grazie allo schema del Mullard 510, disponibile al pubblico da oltre 50 anni, è possibile realizzare fedeli riproduzioni di questo amplificatore leggendario. Il nostro trasformatore di alimentazione offre tutta l’affidabilità e la qualità necessarie per raggiungere risultati eccellenti.

Pubblico qui la testimonianza di un cliente:

Buonasera Stefano, Ho montato e finito di restaurare il Verdik Quality Ten e tutto funziona a meraviglia!

Grazie mille per il suo servizio di assoluta qualità. Le allego un paio di fotografie dell’ampli finito (di proposito non ho posizionato la calottina del trasformatore in modo da rendere ben visibile il suo lavoro…). Cordiali saluti, Antonio.

Per gli appassionati del suono vintage e i costruttori fai-da-te, il nostro trasformatore rappresenta un componente indispensabile per ottenere prestazioni sonore autentiche e senza compromessi. Non lasciare che un guasto al trasformatore comprometta la qualità del tuo sistema audio: scegli il nostro trasformatore di alimentazione per assicurarti il massimo della performance e della fedeltà sonora.

Chi fosse interessato all’acquisto può contattarmi direttamente.

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Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

Il progetto che vado a presentare oggi è l’ennesimo amplificatore basato sulla celebre valvola 300B. Questo progetto ha radici che risalgono a molti anni fa (2011), quando ero ancora solo un hobbista. All’epoca, avevo acquistato un amplificatore cinese usato, modello “Music Angel XD-850MKIII”. Spinto dalla curiosità e attratto dal basso costo e dall’estetica accattivante, decisi di acquistarlo. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale si spense presto.

Music Angel XD-850MKIII: Un’Esperienza deludente

L’amplificatore cinese Music Angel XD-850MKIII, che inizialmente sembrava promettente, si rivelò una delusione. Come scrivevo nel mio vecchio articolo del 2011: A volte, la curiosità ti spinge ad acquistare uno di questi amplificatori cinesi. Sono economici e hanno un aspetto accattivante, ma come si comportano davvero? Per chi è alle prime armi, il giudizio all’ascolto può sembrare positivo, poiché è relativo alle esperienze di ascolto precedenti. Tuttavia, con l’esperienza maturata nel tempo, ho trovato questo amplificatore decisamente insoddisfacente. In breve, è un dispositivo che spengo volentieri, dimostrando che affidarsi solo al fascino della valvola 300B è spesso un’illusione.

L’amplificatore suonava in modo stridulo, al punto da far venire la pelle d’oca per il fastidio dell’ascolto. Tuttavia, invece di venderlo e fare un dispetto a chiunque lo avesse comprato, ho preferito divertirmi a modificarlo. La modifica che proposi allora era più di un semplice aggiornamento: si trattava di una trasformazione totale, da un amplificatore “candelabro” cinese a un amplificatore serio e ben suonante.

La Trasformazione: Da Candelabro ad Amplificatore

Quando parlo di amplificatori “candelabro”, mi riferisco a quei modelli cinesi progettati principalmente per mostrare esteticamente le valvole, piuttosto che per offrire prestazioni audio di alta qualità. Il Music Angel XD-850MKIII è un esempio perfetto: un amplificatore finale single-ended (SE) con valvole 300B, dove le 300B sono pilotate da un altro finale SE con valvole 2A3. Queste, a loro volta, sono pilotate da uno stadio di ingresso costituito da un doppio triodo RF a riscaldamento diretto DCC90, noto per la sua microfonicità ma reso esteticamente accattivante da tre anelli di acciaio inox 18/10 con un set di coltelli e una padella antiaderente in omaggio.

Nonostante tutto avere un telaio già pronto a disposizione è sempre una grande comodità, molto meglio che dover costruire qualcosa da zero in una scatola di legno improvvisata, magari con le maniglie dei cassetti del bagno prese all’IKEA o con le teglie per le lasagne. Questo progetto è quindi all’insegna del divertimento e dell’autocostruzione. Va detto che la modifica ha finito per costare più dell’amplificatore stesso, ma l’ho realizzata per recuperare il meglio da un acquisto incauto, per divertirmi e maturare un’esperienza che poi mi è stata molto utile nella vita. Anche se poco è rimasto dell’originale, il recupero del telaio ha permesso di risparmiare tempo e denaro rispetto alla costruzione di un nuovo dispositivo da zero. Il risultato finale è di altissimo livello, quindi, se possedete già un amplificatore simile, questa trasformazione potrebbe davvero valere la pena. È possibile anche costruirlo tutto da zero come vedremo più avanti in questo articolo.

Vecchie Foto e Vecchi Testi

Per chi si stesse chiedendo se sia possibile migliorare il proprio apparecchio senza dover eseguire una modifica così radicale, mi dispiace deludervi, ma la risposta è no!

La premessa iniziale di questo circuito lasciava molto a desiderare. Durante l’analisi ho scoperto che i filamenti delle valvole 300B e delle 2A3 erano alimentati in modo “pseudo DC” tramite un raddrizzatore a doppia semionda e un semplice condensatore elettrolitico. Ancora peggio, il filamento della DCC90 era alimentato da un raddrizzatore a singola semionda. Questo setup non solo rendeva l’amplificatore già predisposto a suonare male, ma l’ascolto diventava una vera e propria tortura. In aggiunta, l’apparecchio si è guastato poco dopo l’acquisto. Ho deciso di intervenire ripulendo completamente il circuito originale…

Successivamente, ho proceduto a misurare i trasformatori e le induttanze, sperando di trovare qualcosa di riutilizzabile. Tuttavia, mi sono trovato di fronte a una situazione che posso mostrare meglio con un’immagine (come si suol dire, un’immagine vale più di mille parole). Nella foto, si possono vedere chiaramente dei trasformatori completamente arrugginiti, quasi come se fossero stati conservati per trent’anni in una cantina umida. Piccoli e sottodimensionati, impacchettati in modo scadente con lamierini deformi e chiusi in maniera approssimativa. Non erano impregnati e i fili di connessione erano sottilissimi, simil “capelli di cinappa”.

I lamierini sembravano tagliati con le forbici, erano tutti rovinati, spiegazzati e arrugginiti. C’era un pezzo di secondario all’inizio e un altro alla fine, con il primario in mezzo. Praticamente erano peggio (parecchio peggio) dei trasformatori audio che si possono trovare su certe vecchie radio a valvole.

Il tensionamento del filo era quasi inesistente, l’avvolgimento era praticamente libero con più aria che isolante tra gli strati e nessuna impregnatura. Dopo averlo misurato, ho rilevato una banda passante di 200Hz a 86kHz con attenuazione di -3dB. Con così poche sezioni, senza impregnatura e con tanto spazio vuoto, non sorprende che mancassero completamente i bassi. Inoltre, l’avvolgimento così poco tenuto (era addirittura morbido al tocco) e con tanto spazio d’aria non faceva che accentuare il suono sparato e stridulo dell’amplificatore.

Questa qui sotto è l’induttanza, da solo 1 Henry e così piccola che era sicuramente in totale saturazione durante il funzionamento, tenuta ferma con una sostanza cerosa giallastra e dura, la cui natura non è chiaramente identificata, così come il trasformatore di alimentazione.

Progetto YA300B – “Yet Another 300B”

Il circuito è così configurato: Lo stadio di ingresso utilizza due triodi di una 6SL7GT connessi in configurazione catode coupled, fornendo una preamplificazione minima di 9,5 dB. Lo stadio successivo consiste di un triodo della 6SN7 (metà valvola per ciascun canale), caricato con un CSS a transistor. Questo approccio si è rivelato necessario per ottenere uno swing di tensione sufficiente per pilotare la finale utilizzando la stessa alimentazione. Utilizzare una resistenza come carico avrebbe richiesto una tensione di alimentazione molto più elevata, poiché la 300B, in questa configurazione, richiede un’impressionante escursione di 240V peak-to-peak per essere pilotata completamente. Altrimenti, il driver avrebbe distorto prima della finale, come accade in molti altri progetti con la 300B (compresi apparecchi commerciali da 5000 e passa €). È ovvio che questo è da evitare assolutamente.

Una soluzione completamente valvolare sarebbe stata quella di utilizzare una tensione molto più elevata per il driver e adottare circuiti come il mufollower, come nei successivi progetti Triodino 3,5 e Triodino 4. Tuttavia, questa opzione avrebbe reso necessario aggiungere un’altra valvola e un ulteriore stadio di alimentazione, rendendo il tutto più complicato. Il CCS (Current Source/Sink) rappresenta un altro approccio significativo per coloro che apprezzano l’ascolto dettagliato e non sottovalutano tali soluzioni senza averle provate. È importante ricordare che i CCS, in generale, e in particolare quelli basati su MJE340/350, sono utilizzati come carichi anodici o sorgenti di corrente in numerosi preamplificatori di fama.

Per avere lo schema Premium leggi qui e contattami qui.

Ho dedicato molto tempo all’ottimizzazione del driver e sono riuscito a ottenere una compensazione armonica tra la 6SN7 e la 300B, riducendo significativamente la distorsione della finale fino quasi al limite del clipping. Il feedback negativo globale è molto moderato (circa 4 dB) ed è applicato solo al driver (disattivabile opzionalmente), mentre le 6SL7 sono escluse dal circuito di retroazione a priori. Nelle foto successive è illustrato il processo di ricostruzione del Music Angel.

Ho rimosso la torretta di protezione della DCC90 e ampliato il foro per ospitare una valvola octal.

E cablato il nuovo circuito.

Con lo spirito del riciclo, per il cablaggio del circuito ho riutilizzato parte dei componenti originali e alcuni provenienti da altri dispositivi smontati, integrando anche nuovi componenti. Ecco l’apparecchio finito…

Finalmente ho montato una coppia di 300B Full Music in un circuito abbinato a trasformatori di alta qualità.

Ecco la raddrizzatrice che ho utilizzato: una 5U4GB NOS.

Il Ritorno del Progetto nel 2024

Ad oggi, nel 2024, un cliente si è interessato a realizzare questo mio vecchissimo progetto. Così, ho ripreso il mio vecchio schema e l’ho leggermente migliorato grazie alle conoscenze che ho acquisito negli ultimi 13 anni. Anche se le migliorie sono state marginali, hanno comunque contribuito a perfezionarlo ulteriormente.

Il cliente, essendo uno dei suoi primi montaggi, ha incontrato alcune difficoltà tecniche. Di conseguenza, mi ha portato il dispositivo in laboratorio perchè lo aiutassi a risolvere un paio di piccoli problemi. In questo modo, avendo l’amplificatore sul banco, ho potuto anche effettuare delle misure più precise rispetto a quelle che avevo fatto tanti anni fa. Nelle foto che seguono si può vedere il suo montaggio.

Visione termica dei 2 transistor MJE350

Prestazioni Strumentali dell’Amplificatore

Durante i test strumentali dell’amplificatore, sono emersi risultati eccellenti. La potenza RMS indistorta è di 8,2 watt per canale, con una potenza massima di 9,8 watt in condizioni di profondo clipping. Il fattore di smorzamento (DF) è 7,7. La distorsione armonica totale a 1 watt è di 0,52%, mentre la banda passante si estende da 10 Hz a -0,2 dB fino a 20 kHz a -1,2 dB. Questi valori confermano l’alta qualità e le prestazioni del progetto. Ecco di seguito i consueti grafici di riferimento:

THD

Banda passante

Quadra a 100Hz

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Come suona: assolutamente eccezionale. L’apertura sonora è sorprendente, con bassi profondi, puliti e ben controllati, e un’estensione nelle alte frequenze che provoca brividi lungo la schiena per la sua perfezione. Ogni microdettaglio è reso con impressionante precisione, creando un palcoscenico sonoro davvero magnifico. La 300B, quando utilizzata correttamente, offre risultati straordinari, mostrando una ricchezza e una profondità che lasciano senza parole.

Grazie per aver esplorato il nostro progetto YA300B, un’evoluzione significativa dell’amplificatore a valvole basato sul Music Angel XD-850MKIII. Con miglioramenti sostanziali e prestazioni audio eccezionali, YA300B dimostra il potenziale delle valvole 300B quando utilizzate con sapienza e ingegneria accurata. Se sei interessato a realizzare questo progetto, sia modificando un Music Angel esistente che costruendo da zero, consulta il nostro schema premium e il set di trasformatori disponibile. Contattaci per ulteriori informazioni e per acquistare il kit.

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9 Responses to Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

  • Grazie mille per il tuo commento e per aver condiviso la tua esperienza con lo YA300B! Sono davvero felice di sapere che sei soddisfatto della resa sonora dell’amplificatore e che si sposa così bene con le tue Klipsch Forte 4. È sempre un piacere sapere che il lavoro che ho svolto ha portato a risultati così positivi.

    Le tue parole sono un grande incoraggiamento per me e mi motivano a continuare a migliorare e a dedicarmi con passione a questi progetti. Concordo pienamente: la 300B è una valvola leggendaria e merita un progetto di altissimo livello come lo YA300B.

    Grazie ancora per il tuo feedback e per la fiducia che hai riposto in me. Sono sempre qui per supportarti e per qualsiasi futura esigenza o domanda.

    Buon ascolto!

  • Finalmente ho portato a casa lo YA300B dopo l’intervento di Stefano. Sono molto soddisfatto della resa sonora dell’ amplificatore. Suono pulito, dettagliato, veloce e ben controllato. Collegato a delle casse con buona efficienza, Klipsch Forte 4 nel mio caso, la potenza erogata è più che sufficiente ad insonorizzare una stanza ad alti livelli.
    Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare Stefano per l’ottimo lavoro. Credo che una valvola mitica come la 300B meriti un progetto all’altezza, come lo YA300B!

  • la dimensione dell’induttanza è sempre in rapporto a quella del condensatore, io ho usato 1H sugli albireo ma perchè avevo un duplicatore che esce con un ripple a dente di sega che si filtra facile e dopo la L ci sono 1000uF di condensatore. Quanto alle valvole a riscaldamento diretto te continui a dare sentenze senza mai aver provato le cose le 300B sono valvole fantastiche e quella coppia di full music costa più di 300 euro credo, a usarle non c’è proprio nessuna complicazione regolando un reostato da alcune decine di ohm tra i capi del filamento e il cursore a massa porti il ronzio che esce verso gli AP a meno di 10mVpp.

  • Mi fa pensare quella impedenza da 1 solo henry. Alcune banali radio a valvole avevano già roba migliore,gli va che essendo in classe A l’assorbimento è costante. Magari mettono elettrolitici più grandi.
    sto cominciando a pensare che molta gente ha le orecchie mosce e non sente le differenze tra uno e l’altro (e si che io cerco di stare abbastanza distante dall’hi fi…..e sopratutto dalle valvole). Quello che faccio lo faccio perchè obbligato.

    Se si pensa che nel super ampli (teorico) che presenterò a ottobre novembre per filtrare l’anodica serve un induttanza che regga 300 mA da 4 H che pesa quasi 2 kg. Ed è un ampli mono …
    Penso che attaccandogli anche una banale 5 valvole quell’induttanza è già al pelo

    Poi…anche qui con le complicazioni filamento catodo….valvole a riscaldamento diretto….questo 2angel non mi sta simpatico manco un pò

  • Sono un artigiano che ripara e costruisce amplificatori valvolari ,ho cominciato a giocare con il saldatore a 13 anni e so quello che dico, spendere 600 euro per comprare dell’immondizia cinese con sopra due valvole sono tanti.Me ne portano in laboratorio tutti i giorni , e li mando indietro, l’autoradio che ho sul furgone suona meglio .la gente ha le idee confuse ,solo per costruire un trasformatore ci metto una settimana e se non sono soddisfatto lo smonto e ne faccio un altro .Con 600 euro non ci compra neanche il rame e il nucleo.

  • Che i cinesi facciano pure i loro cellulari e iphone fighettini che dopo 1 anno sono da gettare nella spazzatura, tecnologie di cui non mi interessa proprio niente tra l’altro. E questi non sono affatto pregiudizi, quell’ampli suonava da schifo e s’è rotto dopo 2 mesi. Non è per niente uno schema anni 50, ma una vaccata con 2 finali che pilotano altri 2 finali fatto solo per far mostra di vetro inutilmente. Se fanno felice qualcuno ? bho, probabilmente qualcuno che non ha sentito suonare amplificatori progettati come si deve e che l’amplificatore lo guarda invece che ascoltarlo. Tra l’altro non sono d’accordo che per fare l’alta fedeltà oggi si debbano copiare schemi di 50 anni fà, no assolutamente. Il copiare vecchi schemi lo fanno le persone prive di fantasia e di voglia di creare qualcosa di nuovo. Tanto per iniziare la musica che si ascolta oggi non è quella che si ascoltava allora. Io penso che se devo spendere 800 euro per un’amplificatore dal risultato sonoro così scarso piuttosto tengo i soldi, compro un’amplificatorino a SS da 100 euro che suona meglio. I pregiudizi ce li hanno anche quelli che non avendo mai sentito niente di decoroso si accontentano di quello che passa il convento e magari chiamano “pseudo esperti” persone che non conoscono, che costruiscono amplificatori che non hanno nemmeno sentito. Tu hai mai sentito gli OTL GRAAF ad esempio? Io conosco di persona chi progettava quegli apparecchi e ho giudizi sui miei lavori molto più rilevanti delle tue ciance. Io so come suonano i miei amplificatori, il proprietario di questo music angel rifatto pure e sa pure come suonava prima e come suonava dopo, tu no. Quindi non sputare sentenze, che si e no saprai tenere in mano il saldatore.

  • Trovo veramente divertenti questi commenti lasciati da pseudo “esperti” del settore. Peccato che di oggetti cinesi siamo circondati tutti i giorni e li utilizziamo con soddisfazione: vedi IPHONE O IPAD tutti rigorosamente Made in China. Forse questi amplificatori che perfetti non sono, sicuramente possono far felice qualche appassionato che non ha i soldi per comprarsi un amplificatore KONDO o un AUDIO TECHNè giusto per citarne qualcuno di “economico”. A livello costruttivo non sono diversi da tanti ampli a tubi costruiti negli anni d’oro dell’ alta fedeltà tipo anni 40 o 50 di cui riprendono lo schema, e che tra l’altro funzionano ancora oggi… “SIAMO TUTTI MILIONARI” E CON TANTI PREGIUDIZI…

  • Già, purtroppo ancora molti ci cascano, sugli amplificatori valvolari NON puoi risparmiare. Purtroppo molti pensano che siccome già 600 euro di un cinese son di più di quello che costa un compattone di plastica del supermercato l’ampli cinese (siccome valvolare) debba suonare cmq meglio della roba normale, invece non è vero, finiscono a spendere 600 euro per un candelabro cinese che suona orrendamente male come questo prima della modifica o che nei casi migliori non suona meglio (o al massimo al pari) di apparecchi moderni da 2 soldi. Se vuoi la vera qualità devi essere disposto a spendere, un valvolare costruito come si deve suona mooooolto ma moooolto meglio di qualsiasi cosa che una persona abbia mai sentito.

  • Mi complimento per la qualità dei suoi interventi,e mi unisco al coro del suo cliente MAI e poi MAI materiale cinese.
    Saluti

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