Una panoramica approfondita sulla famiglia delle valvole 6L6 e le loro varianti

La Nascita della Famiglia delle Valvole 6L6: Un’Introduzione dalla 6V6

La valvola 6V6, ideata dalla RCA nel 1937, divenne un design standard per gli stadi di uscita audio dei ricevitori radio. Considerata la sorella minore della più famosa 6L6, la 6V6 ha giocato un ruolo cruciale nella storia delle valvole termoioniche. Nelle foto sotto una 6V6G e una 6V6GT che differiscono nella forma del vetro.

Successivamente, la 6V6 ha visto la produzione in diverse varianti, tra cui l’involucro in vetro spallato (6V6G) e il formato tubolare più piccolo (6V6GT). Sebbene la 6V6 fosse in grado di operare in configurazione push-pull, il suo ambiente tipico era come stadio di uscita single-ended. Con la rinascita degli amplificatori audio a valvole nel ventunesimo secolo, la 6V6GT e le sue varianti hanno mantenuto la loro popolarità sia nei design single-ended che push-pull.

Un’Introduzione alla 6L6 e 6L6G

La valvola 6L6, progettata dalla RCA, fece la sua comparsa nel panorama tecnologico nel marzo 1936. Caratterizzata da un corpo metallico, la 6L6 rappresenta un’icona nell’universo delle valvole termoioniche. Il suo design come tetrodo a fascio la rese un’opzione preferita per gli stadi di uscita audio dei ricevitori radio e degli amplificatori.

Contemporaneamente all’introduzione della 6L6, fu sviluppata anche la variante 6L6G, caratterizzata da un’ampolla di vetro a duomo. Nonostante le differenze esteriori, entrambe le varianti condividevano le stesse caratteristiche elettriche di base e furono introdotte contemporaneamente, rappresentando essenzialmente la stessa valvola con due tipi di involucro. Nella foto una 6L6G

Caratteristiche Tecniche: La 6L6 e la 6L6G condividono la loro radice comune nelle prestazioni audio di alta qualità e nella capacità di erogare potenza. La 6L6, con il suo corpo metallico, e la 6L6G, con l’ampolla di vetro a duomo, hanno entrambe contribuito al panorama dell’amplificazione audio, mantenendo le stesse caratteristiche elettriche fondamentali. Entrambe le varianti possono sopportare fino a 360 volt di placca e 270 volt di griglia schermo. Questi valori di tensione rappresentano i massimi supportati senza compromettere le prestazioni e la durata delle valvole. La 6L6G ha una equivalente russa denominata 6n3C visibile nella foto qui sotto:

La Valvola 807

La valvola 807, nata nel panorama delle valvole termoioniche nell’ottobre del 1936, rappresenta una straordinaria evoluzione della 6L6G. Mentre condividono molte caratteristiche fondamentali, la 807 si distingue per alcune caratteristiche distintive che la rendono una componente eccellente in altri contesti. È dotata di uno zoccolo a 5 pin UX5, in contrasto con lo zoccolo octal della 6L6G.

Presenta il cappuccio in testa collegato all’anodo. La sua griglia schermo, simile a quella della 6L6G, mantiene una tensione massima di 300 volt. Dall’altro lato, l’anodo può essere portato fino a 600 volt, una caratteristica che apre la porta a potenze notevoli. Grazie a questa proprietà, è possibile ottenere fino a 65 watt audio da una coppia di valvole 807 in configurazione push-pull. Tuttavia, in applicazioni audio single-ended, la 807 non può raggiungere prestazioni superiori rispetto a una normale 6L6. Internamente, la 807 presenta isolatori in ceramica sulla struttura dell’anodo, una caratteristica che riflette la sua ampia adozione come finale di potenza in trasmettitori radio. Questo dettaglio sottolinea la versatilità della valvola 807, in grado di spaziare tra applicazioni audio e radiotrasmissioni.

6L6GC: Evoluzione Potenziata della Storica 6L6G

Introdotta nel 1950, la 6L6GC rappresenta un significativo passo in avanti rispetto alla sua antenata, la 6L6G, portando con sé miglioramenti sostanziali nelle prestazioni e nella versatilità. Questa evoluzione moderna della famiglia 6L6 è diventata una presenza prominente nel mondo dell’amplificazione audio e ha mantenuto una robusta popolarità nel corso degli anni.

Una delle caratteristiche distintive della 6L6GC è l’aumento dei limiti di tensione. Rispetto alla 6L6G, questa valvola può sopportare tensioni significativamente più elevate, con un massimo di 450 volt per la griglia schermo e 500 volt per l’anodo. Questi miglioramenti consentono una maggiore flessibilità nell’uso della valvola, consentendo a progettisti e appassionati di ottenere prestazioni audio più potenti e dinamiche.

La 6L6GC ha guadagnato una diffusa adozione nel panorama degli amplificatori audio per la sua capacità di erogare un suono chiaro e potente. La sua presenza nella scena audio è ulteriormente ampliata dalla sua equivalente russa, conosciuta come 6n3C-E, che offre un’alternativa affidabile e compatibile.

Questa valvola continua a essere una scelta preferita per gli audiofili e gli appassionati di amplificazione audio che cercano un suono ricco, dinamico e contemporaneo. La 6L6GC incarna la tradizione delle valvole termoioniche, combinando l’eredità della 6L6G con le esigenze moderne dell’audio ad alta fedeltà, offrendo un’esperienza sonora avvincente e di alta qualità.

Equivalenze Russe: 6n3C e 6n3C-E, Differenze Cruciali per Evitare Guasti

Nel vasto panorama delle valvole termoioniche, le equivalenti russe giocano un ruolo significativo, offrendo alternative affidabili e spesso più accessibili rispetto alle controparti occidentali. Tra le più comuni, spiccano la 6n3C, equiparabile alla 6L6G, e la 6n3C-E, che trova corrispondenza con la più moderna 6L6GC.

Tuttavia, è cruciale sottolineare che queste due valvole presentano differenze visibili, e scambiare una con l’altra può comportare gravi danni agli apparecchi. Una fotografia comparativa tra le due, collocate una accanto all’altra, evidenzia le disparità nella struttura e nel design.

È risaputo che alcune persone, non consapevoli delle divergenze, hanno erroneamente montato le 6n3C in circuiti progettati per la 6L6GC. Le tensioni operative più elevate della 6L6GC rispetto alla 6L6G possono superare le capacità della 6n3C, portando a guasti irreparabili e danni significativi agli apparecchi.

Un esempio concreto di tali inconvenienti è documentato nell’articolo sull’amplificatore di JC Verdier, dove il montaggio di valvole 6n3C ha causato danni gravi all’apparecchio. Questo sottolinea l’importanza di una corretta selezione delle valvole, rispettando le specifiche di progetto e evitando sostituzioni non appropriate.

Per una guida dettagliata e per evitare potenziali danni, consigliamo la consultazione di fonti autorevoli e la comprensione approfondita delle caratteristiche specifiche di ciascuna valvola. Inoltre, è fondamentale verificare attentamente le indicazioni del costruttore dell’apparecchio e, quando necessario, consultare esperti del settore per garantire un corretto impiego delle valvole in ogni contesto.

La Valvola 5881: Un Legame Storico con l’Eredità Fender

La valvola 5881, affondando le sue radici nell’heritage della Fender Musical Instruments Corporation of America, rappresenta un capitolo significativo nella storia degli amplificatori audio e delle chitarre elettriche. Fondato da Clarence Leonidas ‘Leo’ Fender nel 1938, il marchio Fender è celebre per la produzione di strumenti musicali e amplificatori iconici.

La 5881, anche nota come 6L6GC in molte applicazioni, spesso è prodotta da terze parti e marchiata per conto di Fender. Dotata di una costruzione a disco di vetro montato su una base octal, questa valvola è un tetrodo a fascio audio abbastanza potente, ideale per applicazioni in amplificatori audio.

La sua storia e la connessione con il marchio Fender aggiungono una dimensione unica a questa valvola. Mentre il marchio Fender è celebre per le chitarre elettriche, la scelta della 5881 nelle loro amplificazioni sottolinea la versatilità e l’adattabilità di questa valvola nel mondo dell’audio.

In conclusione, la valvola 5881 porta con sé l’eredità della Fender e si colloca come un componente di fiducia per gli appassionati di amplificazione audio, offrendo una potenza audio robusta e una connessione intrinseca con il mondo della musica elettrica.

Conclusione: Consapevolezza nella Scelta delle Valvole Termoioniche

In questo viaggio attraverso le valvole termoioniche, ho esplorato la ricca storia e la diversità di alcune delle varianti più iconiche, comprese la 6L6, la 6L6G, la 807, la 6L6GC, e la 5881, ciascuna con la propria personalità e applicazioni specifiche.

È importante sottolineare che, oltre alle valvole menzionate, esistono numerose altre varianti e modelli, ognuno con caratteristiche uniche. Tuttavia, per semplificare questa panoramica, ho scelto di concentrarmi sulle valvole più conosciute e utilizzate nel mondo dell’audio.

La sostituzione di una valvola con un’altra dovrebbe sempre avvenire con consapevolezza e attenzione. Benché le equivalenze tra le valvole siano spesso discusse in forum e comunità online, è fondamentale consultare i datasheet ufficiali, facilmente reperibili su internet, prima di effettuare una sostituzione. Questa precauzione è essenziale per garantire che le specifiche e le limitazioni della nuova valvola siano adatte all’applicazione desiderata.

Inoltre, chiedere consigli su forum o su piattaforme social può portare a risposte di persone poco competenti o pareri non verificati. La sicurezza e l’integrità degli apparecchi audio dipendono dalla corretta selezione e sostituzione delle valvole, e affidarsi a fonti autorevoli e dati tecnici ufficiali è la strada migliore per evitare inconvenienti.

In conclusione, la conoscenza approfondita delle caratteristiche e delle equivalenze delle valvole termoioniche è fondamentale per gli appassionati e gli audiofili. Questa consapevolezza contribuisce a preservare la qualità del suono, la durata degli apparecchi e la sicurezza operativa, assicurando un’esperienza audio appagante e priva di sorprese indesiderate.

Continue reading...

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Riparazione Centralina di Accensione Porsche 930 e Risoluzione dei Problemi al Contagiri

La centralina di accensione svolge un ruolo cruciale nel funzionamento ottimale di un motore, gestendo il processo di accensione e assicurando il corretto sincronismo dei vari componenti. In questo articolo, esploreremo la diagnosi e la riparazione di una centralina Bosch di una Porsche 930, afflitta da un problema apparentemente inspiegabile al contagiri. Attraverso l’utilizzo di un oscilloscopio e un tester appositamente costruito, riusciremo a identificare e risolvere le problematiche riscontrate.

Problema Iniziale: Contagiri Impazzito e Rumori Anomali: La vettura presentava una situazione problematica: il contagiri sembrava impazzire, e il motore generava rumori inquietanti durante il funzionamento. Dopo un’approfondita analisi, è emerso che il problema era causato da due fattori principali: autooscillazione della centralina con conseguenti scintille in momenti sbagliati e degradazione del segnale inviato al contagiri.

Diagnosi con l’Oscilloscopio: La rappresentazione visiva del segnale del contagiri all’interno della centralina, confrontato con lo stesso segnale inviato al contagiri, evidenziava chiaramente un’anomalia. Nella traccia in basso, il segnale corretto; nella traccia in alto, quello che arrivava al contagiri.

Identificazione dei Problemi:

  1. Autooscillazione della Centralina: La causa principale del problema era l’autooscillazione della centralina, che generava scintille in modo incontrollato, influenzando negativamente il funzionamento del motore.
  2. Degradazione del Segnale al Contagiri: Il segnale inviato al contagiri presentava un deterioramento, manifestandosi con una movimentazione casuale della lancetta. Questa alterazione comprometteva la corretta interpretazione del contagiri, creando un’oscillazione incontrollata della lancetta.

Risoluzione dei Problemi: Per affrontare l’autooscillazione e l’erraticità del contagiri, sono state eseguite riparazioni mirate alla centralina. Questa seconda immagine mostra il segnale del contagiri dopo l’intervento di riparazione, evidenziando la stabilizzazione del segnale e la corretta sincronizzazione.

Test della Centralina: Per garantire la corretta funzionalità della centralina dopo la riparazione, è stato utilizzato un tester appositamente costruito. Questo strumento ha consentito una verifica accurata delle performance, assicurando che la centralina fosse pronta per essere reinserita nel veicolo. Qui sotto un video dettagliato mostra la centralina collegata a banco, il contagiri in funzione e l’utilizzo del tester per centraline, offrendo una visione completa del processo di riparazione.

Riscontro di Problemi Residuali e Soluzione Definitiva

Dopo che la centralina è stata rispedita all’officina e montata sull’auto, si è osservato che il motore si accendeva e funzionava regolarmente. Tuttavia, persistevano segnalazioni di comportamenti anomali sporadici da parte del contagiri. Al fine di indagare ulteriormente su questa problematica, ho ricevuto un video dall’officina in cui si poteva chiaramente notare il contagiri dell’auto mostrare comportamenti irregolari.

Nonostante la centralina funzionasse correttamente nel mio banco di prova, la situazione richiedeva un’analisi più approfondita. Ho collaborato con il meccanico per eseguire ulteriori verifiche sull’impianto elettrico dell’auto. Durante queste verifiche, è emerso un problema significativo all’alternatore dell’auto. Infatti, con il motore acceso, la tensione sulla batteria oscillava in modo instabile e in alcuni momenti raggiungeva valori elevati fino a 16 volt. Queste fluttuazioni di tensione causavano ancora movimenti inconsulti della lancetta della centralina, spiegando così le persistenze nei comportamenti anomali del contagiri.

La soluzione definitiva è stata individuata e implementata attraverso la riparazione dell’alternatore dell’auto. Una volta risolto questo problema e stabilizzata la tensione sulla batteria, tutti i sintomi di erraticità del contagiri sono scomparsi definitivamente.

Conclusioni

La risoluzione dei problemi riscontrati nella centralina di accensione della Porsche 930 è stata un processo che ha richiesto precisione e competenze tecniche avanzate. Grazie all’analisi attenta e all’utilizzo di strumentazione specializzata, è stato possibile identificare e correggere le anomalie legate all’autooscillazione della centralina e ai disturbi del contagiri.

L’impiego di strumenti come l’oscilloscopio e il tester per centraline, insieme alle competenze specifiche nel settore, ha garantito una riparazione efficace. Restituendo al veicolo la sua piena funzionalità, ci siamo concentrati non solo sulla correzione del sintomo evidente, ma anche sull’eliminazione delle cause radicate del problema.

Se tu o qualcuno che conosci sta affrontando problemi simili con la centralina di accensione o il contagiri di una Porsche 930, ti invito a contattarmi. Con la mia esperienza e competenza nel settore, sono disponibile per fornire assistenza e risolvere qualsiasi problema legato a questi componenti. La tua soddisfazione e la piena funzionalità del tuo veicolo sono la mia priorità.

Continue reading...

1 Responses to Riparazione Centralina di Accensione Porsche 930 e Risoluzione dei Problemi al Contagiri

  • Stefano Bianchini, un Tecnico di indubbio ingegno e competenza, ringraziamo per l’assistenza svolta per il ripristino della centralina di una storica Porsche! Alla prossima

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Lo scherzo “Rework 2.0” Single Ended con valvole ECL82 / PCL82 / 6BM8

In risposta al crescente interesse manifestato da diversi appassionati nei confronti di “Lo Scherzo” negli ultimi mesi, sono entusiasta di presentarvi il progetto “Scherzo Rework 2.0”. Questa nuova versione, aggiornata a febbraio 2024, è stata sviluppata per soddisfare le richieste della community audiofila.

Il cuore di questa nuova incarnazione risiede nei rivoluzionari trasformatori d’uscita SE4K5-EL84, progettati per offrire flessibilità non solo con le EL84, ma anche con le ECL82/PCL82. La versatilità di questi trasformatori apre nuove possibilità sonore, consentendo un’ampia gamma di combinazioni di valvole e offrendo un’esperienza audio ancor più ricca e personalizzabile.

Mantenendo l’approccio didattico e la semplicità del progetto originale di Luca Chiomenti, lo “Scherzo Rework 2.0” offre uno schema e i nuovi trasformatori d’uscita necessari. Ideale per gli appassionati e i costruttori fai-da-te, questo aggiornamento si propone di esplorare le potenzialità della nuova era dello “Scherzo Rework 2.0”. Iniziamo analizzando lo schema originale del 1996 (clicca per ingrandire) per poi immergerci nel panorama sonoro evoluto offerto dai trasformatori SE4K5-EL84.

Su internet, è possibile trovare numerose realizzazioni di questo progetto in molteplici varianti. La maggior parte di queste configurazioni è assemblata con l’obiettivo di risparmiare, spesso utilizzando trasformatori d’uscita progettati per radio d’epoca. Questo approccio è comprensibile, specialmente tra gli appassionati alle prime armi. Tuttavia, è importante considerare che, con la giusta cura e attenzione, un circuito di questo tipo può raggiungere livelli sonori notevoli.

È comune che, erroneamente, si sottovaluti la possibilità che un progetto come lo Scherzo “Rework”, se realizzato con dedizione, possa offrire prestazioni sonore di alto livello. Al contrario, c’è il rischio che venga relegato a un ruolo marginale, considerato un semplice passatempo e, di conseguenza, trascurato nell’ascolto reale a causa della percezione di mancanza di qualità sonora superiore persino rispetto a un citofono domestico.

Differenze tra Lo Scherzo Originale del 1996 e Lo Scherzo Rework 2.0

Lo Scherzo Rework 2.0 rappresenta un significativo passo avanti rispetto al progetto originale del 1996, mirando a migliorare e ottimizzare diversi aspetti fondamentali. Una delle prime differenze sostanziali è l’eliminazione delle polarizzazioni particolari del pentodo della ECL82/PCL82 utilizzate nel progetto originale. Nel 2.0, ho voluto adottare una polarizzazione esattamente in linea con le raccomandazioni del datasheet del produttore della valvola. Questo approccio si basa sulla convinzione che, se il progettista della valvola suggerisce un metodo specifico, ciò è probabilmente giustificato da ragioni tecniche valide.

A differenza del progetto originale, nel Lo Scherzo Rework 2.0 non è prevista la connessione a triodo o ultralineare in single-ended. Ritengo che questa pratica, che può essere approfondita ulteriormente, sia un’opzione da evitare. Nel 2.0, la valvola opera a pentodo con la possibilità di attivare o disattivare la controreazione a piacimento tramite un interruttore. Questa caratteristica offre risultati strumentali e sonori eccellenti in entrambe le modalità, grazie al nuovo trasformatore SE4K5-EL84.

Una delle innovazioni chiave nel Rework 2.0 è l’adozione di un sistema di filtraggio con cella pigreco CLC sull’alimentazione, implementato utilizzando un’induttanza modello 15S56. Questa scelta contribuisce a una maggiore efficienza del filtraggio, migliorando la qualità complessiva delle prestazioni audio.

Inoltre, ho apportato alcune minori modifiche ai valori di alcune resistenze per ottimizzare ulteriormente il funzionamento del circuito. Questi miglioramenti combinati rendono lo Scherzo Rework 2.0 una scelta avanzata per gli audiofili che cercano un’esperienza sonora superiore nel mondo degli amplificatori valvolari fai-da-te.

Da Rottame a Raffinatezza: La Trasformazione in Scherzo Rework 2.0

Un appassionato audiofilo, navigando su internet, si è imbattuto in un intrigante apparecchio autocostruito in vendita su un sito non specificato. L’acquisto sembrava promettente finché, purtroppo, una nuvola di fumo ha svelato che dietro quel progetto si celava l’opera di un abile ‘cantinaro’. Fortunatamente, la delusione ha aperto la porta a un’opportunità unica.

Deciso a trasformare il destino di quell’apparecchio, il cliente ha scelto di affidare il suo ritrovato al sottoscritto, noto costruttore di amplificatori valvolari. Una volta arrivato nelle mie mani, l’apparecchio ha rivelato le sue debolezze: montaggio approssimativo, componenti di bassa qualità e un cablaggio elettrico pericoloso.

La foto qui sotto ritrae un caotico groviglio di componenti che sembrano giocare a un passo dal cortocircuito, sospesi sul classico “stendipanni” che molti montatori di immondizia adottano nei loro disordinati cablaggi. Si potrebbe ipotizzare che lo scopo di questo “stendipanni” sia sfruttare il calore generato dal circuito per asciugare canotiere e calzini quando non c’è tempo per ascoltare musica, rendendolo una sorta di centro di multitasking audio e lavanderia.

Mi sono quindi immerso nel progetto di smontare completamente l’apparecchio, liberandolo dai suoi peccati originali. La mia missione era chiara: trasformare questo rudimentale costrutto in un’elegante opera di ingegneria audio. Il cuore della trasformazione è stata l’adozione dello Scherzo Rework 2.0. Questa nuova incarnazione ha introdotto miglioramenti sostanziali, eliminando polarizzazioni problematiche e adottando una configurazione in linea con le migliori pratiche consigliate dal datasheet del produttore delle valvole utilizzate.

I trasformatori montati, nonostante il loro nucleo più imponente rispetto agli originali del 1996, sembravano quasi essere stati progettati con un notevole impegno nel replicare fedelmente i deludenti risultati di allora. Configurato a triodo, il circuito erogava in modo umoristico una titanica potenza di 0,39 watt RMS pure distorti. Una prodezza audio davvero degna di nota, sebbene meritasse certamente una trasformazione in favore di una qualità sonora superiore hanno fatto di tutto per renderlo uno schifo.

Le immagini che seguono documentano il processo di rinascita dell’apparecchio, mostrando la sostituzione di componenti, l’installazione di trasformatori SE4K5-EL84 di alta qualità e l’ottimizzazione di ogni dettaglio. La connessione a pentodo e la possibilità di attivare o disattivare la controreazione conferiscono a questo amplificatore una versatilità senza pari.

La Verità Dietro i Costi dei Materiali dei Trasformatori

Spesso si ha l’errata convinzione che un prodotto meno costoso debba necessariamente impiegare materiali di qualità inferiore rispetto a uno più costoso. Per confutare tale idea, prendo ad esempio i deludenti trasformatori di questo scherzo “immondizia”, documentando il processo di smontaggio e ricostruzione attraverso una serie di fotografie. È importante sottolineare che, per dimostrare che il costo dei materiali non è il solo indicatore di qualità, ho scelto di avvolgere i miei trasformatori SE4K5-EL84 utilizzando i materiali riciclati dai trasformatori esistenti di questo apparecchio.

Durante questa operazione, ho aperto le calotte, rimosso il rocchetto originale, avvolto un nuovo rocchetto e riutilizzato gli stessi lamierini e calotte dei trasformatori demoliti. Sorprendentemente, il mio trasformatore, nonostante l’utilizzo di 5 millimetri in meno di lamierini rispetto agli originali, offre prestazioni notevolmente superiori. È essenziale evidenziare che il tempo necessario per eseguire l’avvolgimento sul rocchetto, che sia fatto bene o fatto male è praticamente lo stesso.

Questa dimostrazione sottolinea che il miglioramento delle prestazioni non dipende esclusivamente dai costi dei materiali, ma piuttosto dalla corretta esecuzione del progetto del trasformatore. Una lezione che mette in luce come, a volte, il vero valore risieda nella competenza e nell’arte della costruzione, e non semplicemente nei materiali.

Il cablaggio

Esploriamo ora il coinvolgente processo di rinascita dell’amplificatore “immondizia”. Iniziamo dal telaio di legno originale, schermato con un foglio in rame che offre schermatura e protezione elettrica tramite il collegamento a terra.

Entriamo nel cuore dell’apparecchio, dove il circuito è stato abilmente cablato. Ogni componente è fissato con ancoraggi saldati a stagno direttamente sulla lamiera, garantendo un fissaggio robusto e affidabile. Qui non troviamo colla a caldo né stendipanni. Questo è un viaggio attraverso la costruzione di un amplificatore che sottolinea l’attenzione ai dettagli e l’impegno nella qualità del lavoro svolto.

Il risultato finale è uno Scherzo Rework 2.0 che ha riconquistato la sua dignità audiofila, pronto a deliziare il suo possessore con prestazioni sonore straordinarie. Questa storia dimostra come anche gli apparecchi smarriti possano trovare una nuova vita, trasformandosi in autentiche opere d’arte sonora.

Misure Strumentali: Lo Scherzo Rework 2.0, equipaggiato con i trasformatori d’uscita SE4K5-EL84, mostra un notevole incremento nelle prestazioni rispetto alle versioni precedenti. La potenza erogata raggiunge ora i 2,6 watt RMS, senza alcuna distorsione, in contrasto con l’1,6 watt indistorti della versione 1.0 con il vecchio SE5K6-UNI e gli appena 0,39 watt distorti della versione del 1996. Il fattore di smorzamento è aumentato da 2,22 nella versione 1.0 a un più robusto 3,1 nella 2.0 con controreazione attiva. Lo smorzamento senza feedback si attesta a 0,5. È fondamentale sottolineare che tali miglioramenti non richiedono una maggiore dissipazione o corrente dalla valvola, ma sono interamente attribuibili al nuovo trasformatore.

Analisi della Banda Passante: Nel valutare la risposta in frequenza dello Scherzo Rework 2.0, è essenziale considerare il confronto tra il grafico con e senza la controreazione (NFB). Nell’utilizzo di una valvola pentodo collegata a pentodo, è comune notare una risposta in frequenza meno eccezionale nella gamma dei bassi. Questo fenomeno è attribuibile all’altissima resistenza interna della valvola, che richiederebbe induttanze primarie eccessivamente elevate per ottenere una risposta in basso più estesa. Tuttavia, utilizzare induttanze così elevate potrebbe portare al rischio di saturazione del trasformatore, mantenendo invariata la situazione.

È importante sottolineare che la limitata risposta in basso a zero feedback è un aspetto positivo, contribuendo significativamente a ridurre il caratteristico sbrodolamento delle basse frequenze, tipico degli amplificatori senza controreazione. In questo contesto, l’SE4K5-EL84 si distingue per le sue prestazioni eccellenti, dimostrando la sua versatilità anche in queste condizioni. Questi approcci, comunemente adottati da chi progetta apparecchi zero feedback, rappresentano strategie consuete per ottenere un suono di qualità  accetabile anche senza controreazione.

Banda Passante con Controreazione Inserita: Grazie all’efficace implementazione della controreazione nello Scherzo Rework 2.0, la banda passante risulta notevolmente ampia, estendendosi da 18Hz a 38kHz con una variazione massima di -1dB. Questa prestazione contribuisce a garantire una riproduzione fedele e dettagliata delle frequenze, fornendo un’esperienza sonora completa e immersiva. Banda Passante a Zero Feedback: La configurazione senza controreazione di Scherzo Rework 2.0 offre una banda passante che spazia da 30Hz a 32kHz con una variazione massima di -3dB. Questa scelta di presentare la banda passante a -3dB è una piccola provocazione, ironicamente nota a chi è abituato a sentire parlare di zero feedback senza specifiche complete. Molti amplificatori 300B in configurazione zero feedback dichiarano bande passanti inferiori a quelle di Scherzo Rework 2.0, anche se spesso non specificano neanche i dB. È importante sottolineare che collegando l’amplificatore a casse reali, si verifica un effetto di compensazione a orecchio, con i bassi che si accentuano in modo naturale senza diventare fastidiosi, creando una sorta di bilanciamento sonoro.

THD

Quadre a 100Hz – 1khz – 10khz


Lo scherzo Rework 1.0: Vecchi Lavori e Upgrade con il Trasformatore SE5K6-UNI

In questa sezione, ci addentreremo nelle radici del progetto “Lo Scherzo” di Luca Chiomenti, un capitolo fondamentale nella storia dell’amplificazione audio. Tuttavia, questo viaggio non è solo un’osservazione nostalgica; è un’opportunità per esplorare come il progetto originale ha ispirato la creazione del “Lo scherzo Rework 1.0” e come questo ha segnato un passo avanti significativo nel mondo dell’audio.

Il “Lo Scherzo Rework 1.0” rappresenta un impegno personale nel migliorare l’originale. Attraverso il ritocco dello schema elettrico e l’utilizzo di trasformatori d’uscita personalizzati, ho cercato di portare il progetto a nuove vette sonore. Il trasformatore SE5K6-UNI, sebbene dichiarato obsoleto nelle fasi più recenti del mio percorso creativo, ha svolto un ruolo cruciale nel plasmare il suono distintivo dell’amplificatore. Nel corso di questa sezione, metterò a confronto il classico “Lo Scherzo” con la mia versione rinnovata, evidenziando i miglioramenti sostanziali in termini di prestazioni audio. Attraverso un’analisi strumentale dettagliata, dimostreremo come il “Lo Scherzo Rework 1.0” non sia solo una riedizione, ma un salto significativo verso prestazioni audio superiori in ogni aspetto. Preparatevi a immergervi nell’evoluzione di “Lo Scherzo”, dall’ispirazione di Chiomenti alle innovazioni apportate con il “Lo Scherzo Rework 1.0”.

Questo scherzo risale al 2005 (da una firma sotto lo stampato)

L’apparecchio funzionava correttamente in questa occasione, e mi è stato sufficiente acquisire i dati grafici. Di seguito, li presento a confronto con i grafici ottenuti dalla versione equipaggiata con i trasformatori SB-LAB.

THD Originale @ 0,25Watt RMS: 2,9% THD SB-LAB @ 0,25Watt RMS: 1,99%
(il grafico è  solo zoommato, non modifica la misura)
Quadra a 100Hz originale Quadra 100Hz – SB-LAB – Sembrano uguali…
Quadra 1khz originale Quadra 1khz SB-LAB – Cominciano a notarsi differenze…
Quadra 10khz originale Quadra 10khz SB-LAB – la differenza è evidente
Banda passante originale: 20Hz -0,4dB / 8khz -1dB Banda passante SB-LAB: 20Hz -0,4dB / 25khz -1dB

Emergono notevoli disparità nel tempo di salita dei due trasformatori, e di conseguenza, nella loro risposta in frequenza, riflettendo un’apprezzabile differenza timbrica. Il trasformatore originale presenta una sonorità più cupa, mentre quello SB-LAB si distingue per una luminosità maggiore e una ricchezza di dettagli sonori nella gamma alta. Ciò si traduce in una soddisfazione di gusti musicali diversi, in quanto ciascun trasformatore offre una firma sonora unica.

Il trasformatore originale di questo apparecchio del 2005 aveva una capacità di riproduzione dei bassi superiore. Durante la stesura della prima versione dell’articolo, ho riscontrato un montaggio risalente al 1996, nel quale il trasformatore mostrava prestazioni inferiori. La mia unica misurazione, effettuata solo per documentazione e non per interesse specifico, è stata la cattura di una sinusoide a 20 Hz fortemente distorta.

Dunque, è plausibile che a un certo punto sia intervenuta una modifica nel progetto del trasformatore, il quale, va sottolineato, non è dotato di marchio né di chiara provenienza. Esiste la possibilità che il trasformatore non fosse di fabbricazione originale o potrebbe essere frutto di un’alterazione. Per tale motivo, procediamo come se non avessi mai eseguito questa particolare misurazione, dato che non è stata oggetto di un’analisi approfondita. Inizialmente, questa misura non mi appariva di particolare interesse.

Come ho già specificato, non cerco di enfatizzare forzatamente la superiorità dei miei prodotti rispetto ad altri. Ammetto apertamente quando ho avuto in mano cose ben realizzate. Tuttavia, è difficile che mi vengano affidate cose che funzionano bene per essere sistemate. Non ho nulla contro lo scherzo, chi l’ha creato o chi ha realizzato i suoi trasformatori. Ho successivamente venduto solo i 2 TU e l’induttanza, come testimoniato dalle foto che potete vedere qui sotto e anche più giù. Mai cambiato il TA! Questo articolo si propone solo di rendere in qualche modo migliore un progetto risalente a tanti anni fa.

Esaminiamo il processo per migliorare uno Scherzo originale del 1996 che mi è stato affidato per riparazioni e miglioramenti…

Purtroppo, il montaggio eseguito da chi l’ha successivamente venduto su uno dei numerosi siti di annunci lo ha categorizzato come appartenente alla categoria degli “impresentabili“. Nel caso si presentino situazioni del genere, potrebbe essere vantaggioso acquistare tali esemplari con l’intenzione di recuperare componenti come valvole, PCB, il trasformatore di alimentazione e lo chassis. Tuttavia, è consigliabile acquisirli a un prezzo basso, considerandoli come merce guasta. È prudente evitare di collegarli alla corrente, anche se il venditore li descrive come funzionanti. La definizione di “funzionante”, nonostante dovrebbe essere oggettiva, sembra essere interpretata in modo soggettivo da molte persone, come potrete constatare nelle foto successive.

I guasti al circuito erano abbastanza evidenti, oltre alle splendide saldature…

Ho dovuto ripulire il PCB sia dai vecchi componenti che dal vecchio stagno e dal saldante…

Ora, concentriamoci sui trasformatori d’uscita dello Scherzo. In passato, sul mio listino era presente il modello SE5K6-UNI, suggerito per la realizzazione dello Scherzo. Tuttavia, per adattarci alle nuove esigenze e migliorare le prestazioni, il SE5K6-UNI è stato dichiarato obsoleto. Per ottenere il massimo dal vostro progetto, consiglio vivamente l’upgrade alla più recente versione Scherzo Rework 2.0. Questa nuova iterazione incorpora trasformatori d’uscita altamente performanti, i SE4K5-EL84, che offrono caratteristiche avanzate e un suono ottimizzato. Questi trasformatori rappresentano la soluzione attuale e raccomandata per ottenere prestazioni audio di alta qualità nel vostro Scherzo Rework.

Nella prefazione di questo articolo sono presenti tutte le strumentali comparate. Per quanto riguarda il restauro in questione, ho fornito una coppia di trasformatori d’uscita SE5K6-UNI nuovi di zecca e ho ricostruito il circuito utilizzando componenti di alta qualità.

Sfortunatamente, condensatori di una certa caratura risultano più ingombranti rispetto agli originali, obbligandomi a installare alcune componenti sul lato rame del PCB. Per migliorare le prestazioni, ho bypassato gli elettrolitici catodici e di alimentazione, sostituendoli con condensatori polipropilenici Mundorf e Icel.

Il mobiletto di legno presentava tracce di sporco, la piastra di ottone verniciato era segnata da graffi e ossidazione, la manopola del volume risultava incastrata, e i connettori degli altoparlanti e di ingresso, rivolti verso l’altro, rappresentavano un dettaglio poco gradevole.

Niente che un pò di olio di gomito e di vernice non possa sistemare…

Successivamente, ho ripristinato ogni elemento al suo posto, assicurandomi di sistemare tutto in modo ordinato e ordinato.

Ho configurato le finali con una connessione a triodo secca non mutabile, ottenendo così una potenza di 1,6 watt. Da notare che la connessione ultralineare non è contemplata né possibile, poiché il trasformatore d’uscita non dispone della presa, a ragion veduta.

Le strumentali:
Potenza: 1,6 Watt RMS per canale
Distorsione THD @ 0,25Watt: 1,9%
Smorzamento DF: 2,22
Banda passante @ 0,25Watt: 10Hz / 25khz -1dB

Analisi di spettro

Banda passante su carico resistivo

E carico reattivo

Quadre a 100hz – 1k – 10k

Continue reading...

6 Responses to Lo scherzo “Rework 2.0” Single Ended con valvole ECL82 / PCL82 / 6BM8

  • non vedo perchè dovrei prenderla come recensione, è una domanda legittima, comunque no, i datasheet della ECL86 indicano 2 condizioni d’uso, una su un carico di 7k e l’altra su un carico da 10k, viste le potenze rese e la distorsione direi che la condizione migliore è su 7k, posso tranquillamente realizzare un trasformatore specifico per la P/ECL86, probabilmente in un formato e in un costo non diverso dal trasformatore per la 82.

  • Buongiorno, la mia non è una recensione, ma una semplice domanda: i suoi trasformatori d’uscita per ECL82/PCL82 vanno bene anche con le PCL86? Grazie e buon lavoro.

  • Il mio scherzo cambia totalmente la polarizzazione della finale e del pilota, polarizzato semplicemente seguendo i consigli dei datasheet della valvola al contrario della versione di chiomenti che fa cose diverse non si sa nemmeno il perchè, ma resta che i risultati dimostrano che forse chi ha prodotto la valvola a suo tempo sapeva come doveve essere impiegata. Il resto è un buon cablaggio e buoni componenti, ora hai un sigle ended da 3watt che rivaleggia con un il tuo amplificatore di riferimento, se invece di una PCL82 ci fosse stato qualcosa di più potente? 🙂

  • Premessa: mi serviva un ampli, preferibilmente a valvole, per un secondo impianto con cui gioco. Del primo impianto, di cui non intendo rivelare marca e tipologia, sono molto soddisfatto — mai pensato di sostituirlo. Avevo sempre letto tanto e bene di Chiomenti e dello Scherzo, così alla prima occasione decente su Subito l’ho acquistato, con aspettative certo elevate, ma non stellari. L’ampli ha rispettato appieno le aspettative: un bel suono, con un suo timbro riconoscibile, morbido e compassato come un whisky d’annata. In rapporto al prezzo (meno di 300E), eccellente.

    Il mio esemplare proveniva da un autocostruttore, che mi ha garantito trasformatori uguali a quelli del kit originale, ed in effetti ascoltandolo fianco a fianco con un altro Scherzo che certamente usava i trasformatori originali di Chiomenti (presi brevi manu da lui in persona) le differenze sonore si riducevano a sfumature, senza un chiaro vincitore. Con una coppia di monovia fostex avevo un piacevolissimo risultato, ovviamente limitato agli estremi di banda. Galeotta si è rivelata la fumata nera che mi ha costretto a mandare l’apparecchio nelle mani di Stefano Bianchini per la riparazione.

    L’ampli era cablato malissimo ed i trasformatori abbondantemente sotto la soglia di decenza di Stefano. Parlando con lui mi sono convinto quindi per l’upgrade totale, ricablaggio più nuovi trasformatori ad hoc, bel oltre la mia idea iniziale, e ho aspettato circa tre mesi per avere lo scherzo rework 2.0 da inaugurare a casa.

    In linea di principio, filosoficamente, sono del’idea che un buon progetto non vada modificato in nulla. A volte il risultato è la sinergia di così tanti fattori in equilibrio che basta cambiare un componente per mandare tutto a putt.. ehm belledonne. In più, i buoni progettisti sanno (o dovrebbero sapere) quello che fanno, modifiche estese trasformano il prodotto in altro senza alcuna garanzia di miglioramento. Stefano non solo ha ricablato tutto, ha perfino disassemblato i trasformatori originali per riavvolgerli secondo sue specifiche, apportando alcune modifiche circuitali a me oscure. Ero francamente perplesso. Non l’avrei mai accettato per il mio ampli principale, ma suvvia, mi sono detto che per un secondo impianto potevo pure rischiare.

    Il risultato ex post? Beati coloro che si fidano! Un miglioramento netto su tutti i fronti: la scena si è ampliata in tutte e tre le dimensioni, la distorsione e la fatica d’ascolto (già basse) sono virtualmente scomparse, la potenza, l’estensione e l’autorevolezza in basso sono aumentate, la separazione degli strumenti, il loro corpo e la trasparenza sono aumentate sensibilmente. Lo scherzo rework 2.0 adesso rivaleggia con il mio ampli di riferimento, rispetto al quale perde qualcosa in profondità e ampiezza della scena, anche in naturalezza e tridimensionalità, ma guadagna in corpo e immanenza degli strumenti. Mi ha fatto tentennare.

    La prima lezione appresa è che, come molti dicono ma pochi sperimentano, i trasformatori sono il pilastro su cui si regge il risultato sonoro di un buon valvolare, davvero.
    La seconda è che Stefano Bianchini è un’autentica eccellenza italiana e che i suoi trasformatori fanno la differenza, davvero. “worth every penny”, come dicono gli inglesi.

  • Ho fatto revisionare il mio Scherzo e sostituire i trasformatori con quelli SB LAB da Stefano. Un risultato al di la di ogni aspettativa. Ne è risultato un apparecchio degno del confronto con macchine sulla carta decisamente superiori. Nessun confronto possibile con la versione originale. Tutto un altro pianeta. Ascoltati anche pezzi per organo impegnativi. Tutto perfettamente intelleggibile. Mai confuso. Sembra un ampli da 50 watt!! Precisione assoluta e nessuna sbavatura. Complimenti e grazie per il Tuo lavoro!!!

  • Vi racconto brevemente lastoria di qs. “Scherzo” acquistato per fare un impiantino di base a mia figlia che una discreta cultura musicale. Quindi ho voluto darle i mezzi di base per ascoltare i suoi CD in modo decoroso. Sul mercato dell’usato ho reperito un sempre eccellente Naim CDI (350 €) ed una coppia di vecchie Richard Allan Pavane (280 €) anni 60′ che ho restaurato con un po di pazienza. Come ampli ho acquistato usato “Lo Scherzo” … ma quando lo accendevo saltava il fusibile… apro il fondo e scopro un ginepraio di cavi mai visto realizzato da un incompetente alle prime armi. Chiudo tutto e dopo aver fatto una ricerca veloce su internet trovo il sito web di SB Lab a cui invio modulo di richiesta riparazione compilato. Prontamente il Sig. Bianchini mi risponde dicendosi disposto ricablarlo. Beh devo dire che non si è limitato alla ricabatura; sono stati sostituiti i condensatori di alimentazione perchè negli anni avevano perso di efficienza e tutta la componentistica presente sulla scheda … tabula rasa… bocciati anche i trasformatori di uscita, che come si vede dai grafici sopra non rispondevano ai requisiti necessari per dare un risultato di qualità che io ricercavo nell’ampli. Il risultato sonoro di 1,6 watt a triodo è strepitoso !! Non mi aspettavo tanta musicalità da un progetto del genere con un contenuto armonico di tutto rispetto ed una gestione delle basse frequenze molto buona. Anche il timing è ottimo, la musica ha una liquidità incredibile … devo dire che sono veramente soddisfatto dell’impiantino realizzato a mia figlia… e devo fare i miei personali complimenti a mr. Bianchini che si è rivelato un tecnico molto preparato e veramente appassionato del suo lavoro che mette a disposizione tutte le sue conoscenze. Complimenti ancora per la serietà e per il risultato. Mia figlia Giulia ringrazia …

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.