Restauro Completo dei VTL Tiny Triode 25: Ritorno al Suono Vintage

Mi è stata portata una coppia di amplificatori monofonici VTL Tiny Triode 25 per un restauro completo. Uno dei due aveva il trasformatore di alimentazione bruciato, mentre il trasformatore dell’altro era stato già sostituito in precedenza. Con il cliente, abbiamo concordato di sostituire entrambi i trasformatori e procedere a una revisione approfondita di tutti e due gli apparecchi.

Una volta aperti, mi sono trovato davanti a una situazione poco piacevole: gli amplificatori erano sporchi e dentro c’era un groviglio di fili saldati in modo pessimo, giuntati e tagliati più volte. Le piste sul PCB erano danneggiate, e i componenti elettronici erano incoerenti tra i due amplificatori, con alcuni condensatori elettrolitici gonfi che non erano mai stati sostituiti. Inoltre, tutti i piccoli elettrolitici avevano un’ESR molto elevata, segno che erano ormai deteriorati. Cambiando il trasformatore hanno fatto un intervento maldestro: le piste erano bruciate, come se fossero state dissaldate con una fiamma ossidrica piuttosto che con un normale saldatore.

Per quanto riguarda le valvole, delle quattro ECC81 solo una era ancora in buone condizioni, mentre le altre tre erano completamente esaurite. Le valvole finali EL84 erano in parte funzionanti e in parte guaste, e quelle rimaste funzionanti non facevano match tra loro.

Il mio lavoro è iniziato con lo smontaggio completo dei due amplificatori. Ho misurato il trasformatore di alimentazione sano e ne ho fatto produrre due nuovi con specifiche 1:1 rispetto all’originale.

Successivamente, ho pulito accuratamente le schede, eliminando sporco e residui di resina disossidante indurita e nera, e ho ricappato l’intero circuito con elettrolitici nuovi. Le piste danneggiate sono state riparate al meglio, e ho montato sia i nuovi trasformatori di alimentazione che quelli d’uscita.

Ho poi rifatto tutto il cablaggio interno, usando fili nuovi al posto di quelli vecchi, che sembravano letteralmente masticati. Ho anche realizzato una nuova messa a terra, fissata correttamente sul telaio con un morsetto solido, e sostituito i pressa-cavo con modelli moderni che non tagliano il cordone di alimentazione, il quale era già danneggiato al punto da mostrare i fili di rame all’interno.

Una delle problematiche che si legge spesso su internet riguarda il ronzio quando questi amplificatori sono connessi a terra. Nel loro design originale, la messa a terra è realizzata in modo superficiale, con fili mal collegati alla massa del connettore RCA che tocca il telaio solo perchè hanno un pò grattato l’anodizzazione dell’alluminio. Inoltre, il trasformatore di alimentazione originale non ha uno schermo elettrostatico, il che potrebbe rendere l’apparecchio pericoloso in caso di guasto. Dopo la mia revisione, con una messa a terra corretta e trasformatori dotati di schermo elettrostatico, gli amplificatori sono molto più sicuri e non presentano alcun ronzio.

Caratteristiche Tecniche e Taratura

Il circuito di questi amplificatori è molto particolare: si tratta di un push-pull parallelo con quattro valvole EL84 collegate a triodo, che riescono a generare quasi 35 watt di potenza, un risultato notevole. Questo è possibile grazie all’alimentazione a 560 volt sulla tensione anodica delle EL84. Il bias da regolare per ogni EL84 è di 5,5 mA, che corrisponde a 0,055 V sulle resistenze di test point. A riposo, le EL84 dissipano circa 3,5 watt, un valore molto inferiore rispetto ai 12 watt che potrebbero gestire secondo le specifiche. Tuttavia, dalle misurazioni effettuate, superare questa corrente di polarizzazione metterebbe sotto stress il trasformatore di alimentazione, il cui nucleo non può erogare più di 52 watt in sicurezza. Questa potenza massima viene raggiunta con il bias impostato correttamente a 5,5 mA.

Andare oltre questo valore sarebbe rischioso, non solo per il trasformatore ma anche per le valvole stesse. Sebbene le EL84 siano teoricamente progettate per non superare i 300 volt di tensione anodica, nel caso di questo amplificatore lavorano a 560 volt grazie al fatto che sono collegate in modalità triodo, con una bassa corrente di bias che evita il danneggiamento della griglia schermo. Le valvole originali erano fuse, così come i trasformatori di alimentazione, e questo conferma ulteriormente la necessità di mantenere il bias nei limiti specificati molto bassi per evitare guasti.

Dopo il restauro, gli amplificatori hanno raggiunto una potenza di 34 watt RMS. Tuttavia, non ho voluto testarli a piena potenza in maniera continua con un segnale sinusoidale, poiché questi sono il tipo di circuiti che, se spinti al massimo per troppo tempo, rischiano di portare a conseguenze del tipo… L’aria si incendiò e poi silenzio…

Ho anche verificato il fattore di smorzamento (DF), che si attesta a un valore di 6,3, con una distorsione armonica di circa l’1% già a 1 watt di potenza, e una risposta in frequenza che va da 10 Hz (-0 dB) a 30 kHz (-1 dB).

100Hz

1Khz

10khz

Raccomandazioni per la Manutenzione

Dopo un paio d’ore di rodaggio, ho usato una termocamera per monitorare la temperatura delle valvole e ho notato delle differenze di calore tra di esse, segno che sarà necessaria una nuova taratura del bias per bilanciare correttamente le valvole.

La taratura del bias per questi amplificatori è scomoda, poiché richiede l’apertura degli apparecchi, ma è fondamentale eseguirla regolarmente per evitare guasti disastrosi. È assolutamente necessario regolare il bias ogni volta che si sostituiscono le valvole finali.

Infine, ho anche stampato in 3D nuovi piedini per i due amplificatori, poiché quelli originali erano scollati o sostituiti con pile di feltrini improvvisati. Ora, con il restauro completato, gli amplificatori VTL Tiny Triode 25 sono pronti a tornare a suonare come si deve, sicuri e funzionanti al massimo delle loro capacità.

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Riparazione e Manutenzione del CR Kalypso Push-Pull EL84

Nel mondo degli amplificatori valvolari, il CR Electronic Design Kalypso si distingue come una scelta eccezionale per gli audiofili che cercano qualità sonora, stile e un prezzo competitivo. Questo amplificatore ha saputo conquistare una nuova audience di ascoltatori esigenti grazie alla sua capacità di offrire una resa sonora fluida e senza sforzo, accompagnata dalla sua versatilità nel pilotare diffusori non specializzati. Il Kalypso è diventato un punto di riferimento per molti appassionati di audio che desiderano un aggiornamento verso l’amplificazione a valvole, senza compromettere il budget.

L’amplificatore integrato offre cinque ingressi selezionabili e una potenza di uscita di 15 watt, che è sufficiente per pilotare numerosi diffusori con soddisfazione. Esteticamente, il Kalypso sfoggia un aspetto elegante, con pannelli in acciaio inossidabile e un telaio nero lucido, elementi che normalmente sono associati ad amplificatori dal prezzo significativamente più alto. Abbinato a una buona sorgente musicale, il Kalypso non delude mai e continua a deliziare migliaia di appassionati in tutto il mondo.


  • Kalipso e Ulisse sulla riva del mare: un momento di intima convivenza tra la ninfa incantevole e l’eroe epico. Nella mitologia greca, Kalipso era una ninfa oceanica che, innamorata di Ulisse, lo trattenne sull’isola di Ogigia per sette anni. La sua bellezza e la sua magia lo affascinarono, ma il desiderio di tornare a casa spinse Ulisse a cercare la libertà. Questa scena immaginaria celebra il contrasto tra l’amore appassionato e il desiderio di avventura, un ricordo di un legame effimero tra la ninfa e l’eroe.

Nel mondo dell’audio, la qualità e la durata degli amplificatori valvolari sono essenziali, e il CR Kalypso non fa eccezione. Questo amplificatore, che avevo già riparato quasi dieci anni fa, è tornato recentemente per ulteriori interventi di manutenzione. Il cliente, rimasto estremamente soddisfatto della riparazione precedente, ha richiesto un’ulteriore revisione per garantire il massimo delle prestazioni.

Il Passato: Interventi e Aggiornamenti

Quando il Kalypso mi fu portato per la prima volta, presentava problemi di contatti sugli zoccoli delle valvole. Gli zoccoli originali, in poliuretano o materiale simile, avevano mostrato segni di deformazione nel tempo. Per risolvere questo problema, ho sostituito gli zoccoli originali con modelli in ceramica, molto più resistenti e stabili. Inoltre, ho effettuato un’ampia revisione, cambiando alcuni elettrolitici che avevano perso capacità e aggiornando tutti i condensatori non polarizzati con modelli in polipropilene. Ho anche bypassato gli elettrolitici con condensatori in polipropilene per migliorare la nitidezza in gamma medio-alta e ho cambiato l’intero set di valvole.

Prima

Dopo

Le modifiche apportate hanno avuto un impatto positivo sulle prestazioni dell’amplificatore. Per documentare questi interventi, all’epoca ho scattato delle foto, che ora sono incluse in questo articolo a scopo illustrativo, per mostrare le modifiche effettuate allora sull’apparecchio.

Il Presente: Manutenzione e Aggiornamenti Recenti

Dopo quasi dieci anni di servizio, il Kalypso è tornato con un problema di valvole. Una delle EL84 diventava rossa e una resistenza sottostante mostrava segni di annerimento. Ho analizzato tutte le valvole con un tracciacurve e ho scoperto che le valvole finali erano abbondantemente consumate, avendo funzionato per un lungo periodo. E anche metà delle valvole di segnale, che erano state cambiate “ad orecchio” dal cliente, presentavano problemi di logorio.

Ho consigliato al cliente di acquistare un quartetto di EL84 Thungsol e ho selezionato personalmente le valvole di segnale dal mio magazzino per garantire la migliore qualità. Inoltre, ho sostituito due resistenze che, sebbene funzionassero perfettamente, avevano l’esterno annerito a causa del calore. Queste resistenze sono state sostituite con modelli nuovi.

Dopo aver eseguito tutti gli interventi necessari, il Kalypso è tornato a funzionare regolarmente, offrendo di nuovo la qualità sonora che i suoi possessori apprezzano tanto.

Analisi del Circuito del CR Kalypso, Manutenzione e Bilanciamento dello Sfasatore

Il CR Kalypso è un amplificatore valvolare progettato con una configurazione push-pull di EL84, che offre una combinazione unica di prestazioni e caratteristiche tecniche. Per comprendere appieno il funzionamento e la manutenzione di questo amplificatore, è utile esaminare il suo schema e i suoi stadi di amplificazione.

Il Circuito del Kalypso

Ogni canale del Kalypso inizia con il triodo di una metà ECC83, che funge da preamplificatore e fornisce il primo stadio di amplificazione del segnale audio. Questo è seguito da uno sfasatore di tipo paraphase, realizzato con la seconda ECC83. Lo sfasatore paraphase è progettato per invertire e amplificare il segnale, preparando il terreno per il successivo stadio di guadagno.

Il terzo stadio di amplificazione utilizza una ECC82 come driver, che pilota il push-pull di EL84. Le EL84, insieme al loro trasformatore d’uscita, sono configurate in modalità “unity coupled”, una connessione particolare in cui un avvolgimento del trasformatore viene utilizzato per fornire una controreazione catodica alle valvole finali. Questa configurazione, adottata anche da McIntosh, consente di ottenere uno smorzamento elevato (8,5 nel caso del Kalypso) senza la necessità di un anello di feedback globale.

Per approfondire il concetto di ‘unity coupled’, visitate il sito Audiovalvole al seguente indirizzo.

Un aspetto distintivo del Kalypso è che tutte le valvole di ingresso, sfasatore e driver non sono incluse in un anello di controreazione. Questa scelta progettuale conferisce all’amplificatore una sensibilità notevole alle variazioni delle valvole e al loro invecchiamento, il che richiede una manutenzione particolarmente attenta per mantenere le prestazioni ottimali. È fondamentale che le valvole vengano attentamente misurate prima di essere inserite nel circuito; non basta provarle ad orecchio. Infatti, proprio questa attenzione avrebbe potuto prevenire l’arrossamento di una finale. Non è possibile accorgersi ad orecchio, ad esempio, che una ECC82 montata abbia le due sezioni fortemente sbilanciate. Questa condizione può influire negativamente sul funzionamento dell’amplificatore e causare problemi. L’arrossamento di una valvola finale poteva anche concludersi con un trasformatore d’uscita col primario bruciato! L’orecchiometro è meglio lasciarlo ai fuffa guru e ciarlatani incompetenti, l’uso di strumenti di misura è essenziale.

Consigli di Manutenzione

Data la natura dell’amplificatore e l’assenza di feedback globale, è cruciale mantenere un controllo regolare sulle valvole. L’invecchiamento delle valvole può influenzare significativamente le caratteristiche sonore e strumentali del Kalypso. Le valvole consumate possono alterare la qualità del suono e causare problemi di funzionamento.

Bilanciamento dello Sfasatore: Procedura e Attenzioni Necessarie

Il bilanciamento dello sfasatore è un’operazione cruciale per ottimizzare le prestazioni del tuo amplificatore valvolare. Questa procedura richiede strumenti specifici e una certa esperienza tecnica, poiché comporta l’interazione con circuiti sotto tensione, potenzialmente pericolosa. Di seguito è descritto il processo, ma è fondamentale sottolineare che l’operazione deve essere eseguita con estrema cautela solo da persone esperte.

Strumenti Necessari:

  1. Oscilloscopio a doppia traccia
  2. Carico fittizio (un wattmetro può essere utilizzato come alternativa)
  3. Generatore di funzioni

Procedura di Bilanciamento:

  1. Preparazione dell’Amplificatore: Rovesciare l’amplificatore e aprire il fondo per accedere ai punti di misurazione. Questa operazione deve essere eseguita con attenzione, poiché ci si espone a circuiti sottoposti a tensioni pericolose. Per maggiori dettagli sulle precauzioni da prendere, consultare il nostro Disclaimer di Sicurezza.

  1. Collegamento degli Strumenti:

In arancione sono evidenziati i condensatori C7 e C8, mentre il trimmer è contrassegnato in rosso. Le due foto mostrano i canali destro e sinistro dell’amplificatore.

    • Collega le due sonde dell’oscilloscopio ai capi freddi di C7 e C8. Questi punti sono specificati nello schema allegato sopra e sono cruciali per la corretta misurazione del segnale.
    • Collega la massa dell’oscilloscopio al negativo del segnale audio sinusoidale che verrà iniettato in ingresso tramite il generatore di funzione.
    • Collega un carico fittizio ai morsetti dell’altoparlante.
    • Utilizza il generatore di funzione per iniettare un segnale audio sinusoidale.

Nell’immagine 1, sono visibili i due segnali in controfase che escono dai due rami del driver.

Per procedere, è necessario ribaltare una delle due tracce e poi sovrapporre le due tracce, come mostrato nell’immagine 2.

Probabilmente, le tracce non saranno perfettamente sovrapponibili. In tal caso, regola il trimmer finché le due tracce non si sovrappongono perfettamente in altezza, come illustrato nell’immagine 3.

Non è necessario preoccuparsi per il leggero sfasamento evidenziato nell’immagine 4.

Questo è tipico di uno sfasatore paraphase, dove un ramo presenta un ritardo di fase rispetto all’altro. Di conseguenza, i due rami del push-pull non sono sfasati perfettamente di 180 gradi. Se si inserisce un paraphase in un anello di feedback negativo (NFB), si genera una distorsione di intermodulazione molto intensa, poiché la controreazione tenta di correggere un ritardo di fase che il circuito non è in grado di compensare.

Dati Strumentali dell’Amplificatore

L’amplificatore CR Kalypso offre una potenza di uscita di 14,7 watt in condizioni di segnale indistorto e fino a 17 watt in clipping. La sua capacità di smorzamento è di 8,5, garantendo un controllo efficace degli altoparlanti. La banda passante dell’amplificatore si estende da circa 20 Hz a 32 kHz, anche se questo dato può essere influenzato da alcune risonanze dei trasformatori d’uscita. Inoltre, la distorsione armonica misurata a 1 watt è di 0,32%, evidenziando una bassa distorsione e una qualità sonora di alta classe. Sulle onde quadre è presente ringing che sarebbe troppo invasivo eliminare.

THD

Banda passante

Quadre a 100Hz / 1khz / 10khz

Conclusione

La manutenzione e la riparazione del CR Kalypso hanno dimostrato l’importanza di un’accurata cura e aggiornamento degli amplificatori valvolari. Con l’adozione di componenti di alta qualità e una revisione attenta, questo amplificatore ha continuato a offrire prestazioni eccezionali anche dopo molti anni di utilizzo.

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Modifica Audiospace Galaxy 34 per un’Esperienza Sonora Superiore v1.1

Nel mondo degli amplificatori valvolari commerciali, capita talvolta di imbattersi in case produttrici talmente incapaci di realizzare prodotti di qualità che, inevitabilmente, finiscono per fallire rapidamente. Tuttavia, prima di sparire dal mercato, riescono a disseminare una quantità impressionante di apparecchi progettati in modo approssimativo, che purtroppo continuano a circolare nel mercato dell’usato, deludendo chiunque abbia la sfortuna di acquistarli. Potrei citare la AMC con i suoi valvolari realizzati con un criterio costruttivo degno di un videoregistratore, con le valvole saldate direttamente sullo stampato senza zoccolo; la Gamma Acoustic, con i suoi triodi collegati a diodo in serie all’alimentazione senza un apparente senso logico; la Music Angel, che produceva amplificatori dove l’80% del costo era rappresentato dalle valvole, montate su un circuito costruito con materiali di scarto; e infine l’Audiospace Galaxy 34. Quest’ultimo, tra tutti, è forse il meno peggio: monta trasformatori di qualità accettabile e uno chassis ben costruito, ma purtroppo al suo interno ospita un circuito privo di logica, che sembra progettato da un principiante che conosce solo i concetti di polarizzazione dei transistor, tanto da tentare di usare un triodo come fosse un transistor.

Tra tutte queste marche fallite, l’Audiospace Galaxy 34 è quello che offre maggiori possibilità di essere modificato in modo non invasivo e relativamente semplice, per trasformarlo in un discreto amplificatore. Questo articolo potrebbe suscitare l’interesse di alcuni miei detrattori, quelli a cui non piace modificare le cose. Tuttavia, sinceramente, non mi preoccupa affatto l’opinione di questi individui, e li lascio borbottare a loro piacimento.

Aggiorno questo articolo a sette mesi di distanza dalla prima versione perché mi è stato dato un altro esemplare da modificare. Inoltre, ho apportato una piccola miglioria al circuito driver rispetto alla versione iniziale, un intervento minimo che però ottimizza ulteriormente il bilanciamento dello sfasatore.

Iniziamo la storia di questo apparecchio con il messaggio che mi è stato inviato da 2 proprietari diversi:

  1. Il mio ampli distorce paurosamente da metà volume in poi. È il canale sx mi sembra più debole del dx. Sono di Roma e il tecnico dove l’ho portato ha cambiato le 4 valvole di potenza (TAD E34L 22/27). Mi può aiutare ?
  2. Visto che il potenziometro del mio Audiospace galaxy 34 non risponde piu’ da telecomando e che sento strani rumori dal canale sinistro,vorrei che lei lo modificasse come letto e verificasse il suo funzionamento per ripararlo eventualmente.

Il cliente mi ha affidato il suo amplificatore e, durante una conversazione approfondita, ha lamentato una resa sonora orribile. In particolare, ha notato che alzando il volume, la musica si trasforma in un bailame sconfusionato, diventando praticamente inascoltabile. Per analizzare la situazione, ho collegato l’amplificatore al banco di prova, utilizzando un wattmetro e un oscilloscopio per individuare eventuali anomalie. Inizialmente, sulla resistenza di carico, non ho rilevato comportamenti strani. Tuttavia, la misurazione dello smorzamento ha mostrato un valore di DF (fattore di smorzamento) pari a 2 su un amplificatore da 40 watt. È diventato evidente che un valore così basso di fattore di smorzamento può trasformare l’amplificatore in una sorgente di distorsione estremamente elevata. Questa constatazione mette in discussione coloro che minimizzano l’importanza del fattore di smorzamento, dimostrando come possa influire significativamente sulla qualità del suono, sfatando le argomentazioni di chi ritiene questo parametro insignificante.

Ho temporaneamente accantonato l’amplificatore e ho salutato il cliente, poiché non potevo affrontare immediatamente il lavoro. Dopo qualche tempo, appena ho avuto l’opportunità di riprenderlo in mano, sono partito con l’ipotesi che l’amplificatore fosse a zero feedback e che il circuito del driver potesse necessitare di alcune modifiche, inclusa l’aggiunta di un adeguato meccanismo di controreazione per migliorare il funzionamento complessivo dell’amplificatore. Il primo inconveniente che ho riscontrato è una marcata instabilità del circuito quando il volume viene aumentato oltre un certo livello; in tale condizione, il circuito inizia a oscillare in modo pronunciato a bassa frequenza. Nel video allegato, mostro questo fenomeno, e osservate attentamente: non avevo ancora apportato alcuna modifica, è proprio così dalla configurazione originale!

Aumentare il volume al massimo era necessario per le misurazioni, poiché il livello del segnale iniettato dal generatore di funzioni veniva gestito direttamente dall’apparecchio di misurazione. Tuttavia, successivamente ho regolato il volume a un livello stabile e ho proceduto con l’acquisizione della risposta in frequenza e della distorsione armonica.

Beh, a -1dB a 10 kHz con appena 1 watt di potenza, sembra quasi superare le prestazioni di un amplificatore PA degli anni ’50 della Geloso. Va bene, in realtà questa misura non era la mia priorità; l’ho acquisita solo per i lettori. Il passo successivo è stato decidere di aprire l’amplificatore. Volevo ottenere lo schema, in quanto la mia idea era di esaminare come avessero polarizzato il primo triodo di ingresso. Avevo in mente di dividere la sua resistenza di catodo in due e di portarci il segnale di controreazione. Quello che segue è lo schema dello stadio di ingresso, il triodo della 6SL7:

In tutta onestà, imbarazzante. Il filo giallo che si dirigeva al morsetto degli 8 ohm suggeriva l’esistenza di qualche forma di controreazione, ma la sua implementazione era quanto di più orribile si potesse immaginare. La presenza di una resistenza da 220 ohm tra la griglia e il catodo creava una polarizzazione con griglia a zero volt. Aggiungendo il condensatore elettrolitico da 3,3uF, il pilotaggio avveniva in griglia positiva. Per completare l’opera, c’era uno snubber sulla resistenza di carico anodico, aggiungendo ulteriori rotazioni di fase e aumentando le distorsioni. In modo non offensivo, posso solo concludere che chi ha concepito questa modalità di polarizzazione per una valvola sembrava non avere la minima idea di cosa stesse facendo, adottando un approccio vagamente simile a quello che si farebbe con un transistor BJT. A questo punto, ho deciso di interrompere la mia analisi del circuito, poiché mi sembrava essere una perdita di tempo. Di conseguenza, ho preso la decisione di rimuovere completamente il circuito driver, con l’obiettivo di ricostruire qualcosa che avrebbe potuto funzionare in modo più efficace.

Ho effettivamente invertito l’alloggiamento delle 6SN7 e delle 6SL7, utilizzando un triodo della 6SN7 come stadio di ingresso, la 6SL7 come sfasatore long-tail, e il secondo triodo della 6SN7, con un accorgimento, l’ho fatto funzionare come un pozzo di corrente sotto la 6SL7.

Di solito, un pozzo di corrente si realizza con un pentodo, ma con alcuni accorgimenti è possibile utilizzare anche un triodo. Certo, qualcuno più tecnico potrebbe suggerire che sarebbe stato meglio utilizzare la 6SN7 come sfasatore che pilota le finali e la 6SL7 come valvola di ingresso, ed è vero. Tuttavia, un solo triodo della 6SL7 non può gestire tutta la corrente che può circolare in una 6SN7 completa. Non volevo neanche far lavorare la 6SN7 a correnti troppo basse, poiché avrebbe compromesso la sua linearità. Con questo piccolo compromesso, mirato soprattutto a conservare le valvole originali dell’amplificatore, alla fine il circuito ha funzionato in modo eccellente.

L’amplificatore presentava un selettore che consentiva di configurare le valvole finali sia in modalità triodo che in ultralineare. Questo selettore comandava due relè dedicati che si occupavano della commutazione tra le due configurazioni. Tuttavia, al di là della sua funzionalità apparentemente versatile, ho riscontrato alcuni aspetti che sollevavano preoccupazioni.

Innanzitutto, c’era il rischio di scintillazioni all’interno dei relè, un inconveniente che poteva compromettere il funzionamento stabile dell’amplificatore nel tempo. In secondo luogo, personalmente, non sono un sostenitore di questi “pastrocchi” circuitali. La ragione principale risiede nel fatto che, modificando radicalmente il guadagno della valvola finale, diventa estremamente difficile effettuare una messa a punto precisa del circuito e della rete di retroazione.

Nel senso, se ottimizzo il setup in modalità ultralineare, potrebbe non funzionare altrettanto bene in modalità triodo, e viceversa. Questi compromessi tecnici sembrano spesso essere introdotti solo per attirare clienti non esperti, che vedono queste opzioni come un vantaggio aggiuntivo senza rendersi conto che, in realtà, rappresentano un compromesso e una potenziale fonte di problemi. Pertanto, ho preso la decisione di scollegare completamente il relè e ho cablato direttamente i fili dai trasformatori d’uscita alle valvole, fissando la configurazione in modalità ultralineare per garantire una maggiore stabilità e prestazioni ottimali.

Già alla prima accensione, ancor prima di iniziare a implementare qualsiasi forma di controreazione, ho notato un cambiamento notevole nella risposta in frequenza dei trasformatori. Questo cambiamento si è manifestato con un’estensione significativa verso le frequenze più elevate. La differenza è stata talmente evidente da catturare immediatamente la mia attenzione, suggerendo che le modifiche apportate stessero già influenzando positivamente le caratteristiche sonore dell’amplificatore. Questo incoraggiante segnale ha consolidato la mia convinzione che le modifiche e le ottimizzazioni stesse avrebbero portato a risultati notevoli nell’ottimizzazione complessiva del sistema.

Il vecchio driver, a quanto pare, era così inefficiente da influire negativamente sul corretto funzionamento del circuito. Le sue limitazioni erano così evidenti che, al momento della sostituzione con il nuovo setup, ho notato un’immediata miglioria nelle prestazioni complessive. In particolare, con il volume portato al massimo, non si manifestava più alcuna instabilità o oscillazione, sottolineando ulteriormente quanto il nuovo circuito driver avesse contribuito a garantire una maggiore stabilità operativa.

Durante queste prime fasi di prova, è emerso un altro problema significativo correlato al potenziometro del volume, il cui valore era eccessivamente elevato (250kohm). Questo episodio rappresenta un monito e un importante insegnamento per tutti gli appassionati autocostruttori. Spesso, si commette l’errore di utilizzare potenziometri di valori molto alti, come 200k o addirittura 500k, senza rendersi conto delle conseguenze potenzialmente indesiderate.

Il problema risiede nella presenza di una capacità parassita nel circuito situato a valle del cursore del potenziometro. In combinazione con la capacità dei cavi schermati, come in questo caso, e la capacità di ingresso della valvola, si forma un filtro passa-basso. La frequenza di taglio di questo filtro varia in base al volume impostato. Per dimostrare questa problematica, ho creato un video in cui inietto un’onda quadra a 10 kHz nell’amplificatore, con il volume portato al massimo. Successivamente, abbassando il volume, la forma d’onda subisce una trasformazione significativa, evidenziando un notevole aumento del tempo di salita.

Questo esempio concreto sottolinea l’importanza di selezionare accuratamente il valore del potenziometro in modo da evitare alterazioni indesiderate nella risposta in frequenza e garantire un funzionamento ottimale dell’amplificatore. L’amplificatore era dotato di un potenziometro motorizzato di produzione cinese, di una qualità che potrei definire “di basso costo”. Purtroppo, non potevo sostituirlo con un potenziometro motorizzato convenzionale, poiché le dimensioni e il layout del telaio non lo permettevano.

Di fronte a questa limitazione, ho deciso di rinunciare alla funzionalità del volume controllato dal telecomando. Al suo posto, ho montato un potenziometro più semplice, con una resistenza di 100k, che ha risolto il problema della risposta in frequenza. Successivamente, nelle analisi strumentali, presenterò un grafico della risposta in frequenza per evidenziare la gravità dell’impatto che il potenziometro originale causava.

Per coloro che potrebbero essere interessati, è possibile fornire una soluzione alternativa per linearizzare la risposta in frequenza quando si utilizza un potenziometro di valore molto elevato. La proposta coinvolge l’implementazione di filtri e condensatori, come illustrato nell’immagine allegata. Tuttavia, ho scelto di evitare questa soluzione particolare.

La ragione principale per cui ho evitato di usarla è che quel circuito, oltre a essere poco pratico da montare nella posizione specifica disponibile, non mi soddisfaceva per motivi di pulizia del circuito stesso. Inoltre, il potenziometro di basso valore che ho utilizzato si è dimostrato una scelta migliore. Le moderne sorgenti audio, come DAC e lettori CD, escono tutte a bassa impedenza, e quindi non presentano difficoltà nel pilotare carichi anche molto inferiori. Questa opzione ha contribuito a mantenere il circuito più pulito e ha soddisfatto appieno le esigenze del sistema.

Passiamo ora alle analisi strumentali. Ho spinto le finali fino a 45 watt, mentre il fattore di smorzamento è stato misurato ad un valore di 8. Questa scelta mira a garantire prestazioni ottimali e un suono pulito senza compromettere la qualità dell’amplificatore.

Qui sotto trovi la risposta in frequenza (a 1 watt) dell’amplificatore con il potenziometro del volume al 100%. La risposta in frequenza è stata misurata con la controreazione già messa a punto, compresa la compensazione. Si nota un -0,2 dB a 20 Hz e un -1 dB a circa 80 kHz.

I trasformatori d’uscita di questo amplificatore si dimostrano piuttosto buoni, con prestazioni generali che sarebbero addirittura eccellenti, se non fosse per una marcata risonanza che si manifesta avvicinandosi ai 100 kHz. Questo difetto, tuttavia, può essere efficacemente soppresso mediante la compensazione della controreazione nel circuito. Questa caratteristica, che rende gli amplificatori di questo modello particolarmente attraenti, può essere sfruttata appieno quando si trova un esemplare usato a un prezzo vantaggioso, soprattutto se l’intenzione è quella di apportare modifiche.

Le modifiche necessarie al circuito si limitano a poche resistenze, e il processo di ricablatura risulta relativamente semplice. Questo rende l’amplificatore un’opzione ideale per coloro che desiderano effettuare personalizzazioni e miglioramenti, sfruttando appieno le potenzialità dei trasformatori d’uscita di qualità, pur gestendo in modo efficiente la risonanza attraverso la compensazione della controreazione. Ora vediamo come appariva la risposta in frequenza con il potenziometro originale da 250k posizionato a metà corsa… -1dB a 7khz

La misura delle onde quadre evidenzia l’ottima caratteristica dei trasformatori d’uscita (100Hz/1khz/10khz):

Questa è la distorsione armonica:

Modifica della regolazione del BIAS

Secondo il manuale dell’amplificatore, la regolazione del bias dovrebbe essere impostata a 300 mV per ciascuna valvola EL34, corrispondenti a circa 30 mA. Con una tensione anodica di 475 Vcc e 230 V sulla rete, ciò comporta una dissipazione di circa 14 watt per valvola. Tuttavia, le EL34 possono sostenere fino a 25 watt di dissipazione, quindi sono ancora ben al di sotto dei loro limiti.

Ho notato che i condensatori elettrolitici dell’amplificatore sono classificati per 450 V, mentre in realtà operano a una tensione superiore, il che potrebbe ridurre la loro durata. Per risolvere questo problema, ho deciso di aumentare la corrente di bias a 45 mA, corrispondente a 450 mV misurati alle boccole con il tester. Questo riduce la tensione anodica a 450 V e porta la dissipazione della EL34 a 20 watt per valvola.

Avrei potuto aumentare ulteriormente la corrente, ma ho preferito non farlo per evitare di sovraccaricare il trasformatore di alimentazione, di cui non conosco le specifiche esatte. Per precauzione, ho fatto funzionare l’amplificatore con il bias a 45 mA per circa un’ora e ho monitorato la temperatura del trasformatore di alimentazione, constatando che 50 gradi sono accettabili.

Foto di una 6SL7 difettosa con una sola sezione accesa al doppio della luminosità…

Set di valvole driver sostitutito con NOS, 6SL7 haltron e 6SN7 OTK…

Questi problemi sono abbastanza comuni quando si acquista qualcosa di provenienza cinese. È normale trovarsi di fronte a mobili ben fatti in acciaio e alluminio fresato dal pieno, poiché tali lavorazioni non comportano costi elevati la in cina. Tuttavia, ciò che spesso si riscontra all’interno dello chassis è il nulla più assoluto: circuiti privi di senso e altre componenti di scarsa qualità.

Tuttavia, nel caso specifico di questo apparecchio, la presenza di due trasformatori d’uscita discretamente buoni apre la porta a risultati di alto livello con una spesa relativamente contenuta. Invito i lettori che possiedono uno di questi amplificatori a contattarmi, se interessati a effettuare la modifica al loro apparecchio. Con pochi interventi mirati, è possibile ottenere miglioramenti sostanziali nelle prestazioni complessive.

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4 Responses to Modifica Audiospace Galaxy 34 per un’Esperienza Sonora Superiore v1.1

  • Grazie per il commento! Mi fa piacere che, anche senza addentrarti nei tecnicismi, tu abbia colto la passione che metto in questi lavori.
    Ridare vita al Galaxy 34, un amplificatore nato male ma che ha del potenziale, e renderlo finalmente godibile era proprio l’obiettivo. Buoni ascolti, e se vorrai aggiornarmi tra qualche tempo, sarò felice di leggere le tue impressioni.

  • Era una notte come questa in cui non riuscivo a prendere sonno ed allora mi sono messo alla ricerca di un esperto in materia di valvole, poiché il mio galaxy 34 presentava, guarda caso, i problemi dichiarati da due dei suoi clienti.
    Leggo tutto l’articolo e rispondo alla chiamata di Stefano, in cui invita persone in possesso del suddetto ampli, a contattarlo.
    Io non sono un esperto in materia, di conseguenza, buona parte di quello che Stefano ha scritto, per me è arabo, ma sono stato rapito dalla passione che trasmette in quello che racconta.
    E proprio per la mia ignoranza, cerco “conforto” da un amico, più esperto di me, il quale mi convince a provare l’esperienza della trasformazione del progetto.
    Quindi, scrivo a Stefano, che mi dà un appuntamento e lo vado a trovare.
    Tutta quella passione che si “intercetta” nell’articolo viene esternata di persona ed a quel punto decido di affidargli il valvolare e, prima di andarmene, scopro che le sue passioni non si esauriscono con le valvole.
    Si prende un mese di tempo, passato il quale, mi ricontatta avvisandomi del lavoro completato.
    Torno da lui a ritirarlo e dopo le verifiche del caso, lo riporto a casa.

    Ho iniziato ad ascoltare un po’ di brani conosciuti e la prima impressione è ottima (almeno, per un ignorante in materia come me, che ha solo le orecchie per valutare ?).
    Stefano ha restituito l’orgoglio alla manopola del volume, poiché prima la modularità me la giocavo tra le sette e le nove, per cui se la registrazione era al top, avevo la fortuna di apprezzare, altrimenti era solo sofferenza.
    Mi sembra che anche le casse apprezzino il nuovo carattere dell’ampli e che ci sia un maggiore comfort d’ascolto.
    Ma vorrei ascoltare ancora un bel po’ di musica prima di dare una valutazione definitiva, che al momento, ripeto, è ottima.
    Era una notte come questa ed ora ho scritto questo mio commento…

    Grazie Stefano, continua così!

  • Grazie per il tuo commento. Beh, che dire? È davvero interessante notare come molte persone elogino gli apparecchi senza feedback come se fossero la soluzione perfetta per ogni situazione. Purtroppo, la realtà è ben diversa, e spesso ci si ritrova con dispositivi che presentano smorzamenti così bassi da risultare completamente indecenti. È ironico che qualcuno abbia scherzato sulla mia “mania” per lo smorzamento, poiché sembra che ancora una volta questa caratteristica si sia dimostrata cruciale. La qualità dello smorzamento è indubbiamente un aspetto importante da considerare, e chi continua a sottovalutarlo rischia di trovarsi in situazioni come questa: vendere a caro prezzo degli apparecchi del tutto inutilizzabili. Mi fa ridere poi pensare a quel “tecnico” che voleva sistemarti l’amplificatore cambiandoti le valvole.

  • Sono tornato in possesso del mio ampli . Devo dire che Stefano ha fatto un ottimo lavoro. Sono veramente contento. I canali sono tornati ad essere bilanciati. Non c’è più il minimo fruscio , in qualunque settaggio. I toni alti sono meravigliosi, i bassi sono caldi e mai invadenti. Sinceramente non mi aspettavo un risultato del genere.
    Stefano si è rilevato un professionista, poche chiacchiere e molti fatti.
    Grazie Stefano

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