Quindi, quali caratteristiche deve possedere un amplificatore per garantire prestazioni ottimali? Se ci riferiamo a un amplificatore di potenza destinato a essere collegato a diffusori, è essenziale che abbia una banda passante di almeno 20/30Hz (a -1dB) in basso e che raggiunga almeno i 30kHz (sempre a -1dB) in alto. Maggiore sarà la banda in alto, minori saranno le rotazioni di fase, garantendo quindi una resa sonora migliore.
Il fattore di smorzamento deve rispettare determinati standard: per dispositivi di potenza media, intorno ai 10/15 watt, il valore minimo dovrebbe essere di almeno 5, mentre per apparecchi di bassa potenza, intorno ai 2/3 watt, valori attorno a 3 potrebbero risultare accettabili. Per apparecchi di maggiore potenza, dai 20 watt in su, è preferibile avere fattori di smorzamento superiori, almeno 8/10, altrimenti le frequenze basse potrebbero risultare fastidiose. Chi afferma che si può ascoltare bene senza bassi gonfi anche in un circuito senza controreazione sta probabilmente cercando di vendervi casse progettate appositamente per questa situazione o ha installato un trasformatore con un’attenuazione delle basse frequenze. E sosterrà che se percepite dei bassi eccessivamente accentuati, la colpa è vostra perché avete scelto delle casse sbagliate, senza mai ammettere che un adeguato utilizzo di controreazione potrebbe essere vantaggioso. Cercherà di instillarvi un problema in modo che siate spinti a fare ulteriori acquisti per risolverlo.
La presenza o meno di controreazione non è determinante, purché si rispettino i parametri di smorzamento accettabili. Tuttavia, va tenuto presente che l’assenza di controreazione potrebbe compromettere il raggiungimento di determinati valori di smorzamento. Chi afferma che una 2A3 in single-ended senza feedback ha uno smorzamento di 5 vi sta fornendo informazioni errate e vi sta proponendo un dispositivo con una 2A3 che ha uno smorzamento di 2 tanto sa che voi non avete le competenze per misurarlo.
Fattori di smorzamento eccessivamente elevati possono indicare l’utilizzo di tassi di controreazione troppo alti, compromettendo la qualità sonora dell’apparecchio. L’impiego di condensatori di alta qualità, sia per il segnale che elettrolitici, rappresenta senza dubbio un aspetto positivo. È importante considerare che i condensatori in carta olio tendono a scurire e appesantire il suono, mentre quelli in polipropilene rendono il suono più chiaro e dettagliato. Pertanto, la scelta tra le due soluzioni dipende dalla direzione sonora che preferite adottare (poi ci sono tutti gli intermedi tra questi 2 estremi, quindi poliesterte, policarbonato, acetati vari etc, ma sui condensatori ci vorrebbe un’articolo a parte).
L’utilizzo di elettrolitici anche di classe industriale è accettabile se vengono bypassati con piccoli condensatori non polarizzati per migliorare la gamma alta, dove gli elettrolitici in genere sono meno performanti. La presenza esclusiva di elettrolitici di classe industriale potrebbe indicare un suono meno raffinato. Ma anche li a volte si trovano certi condensatori industriali che sono ottimi tipo i nippon chemicon, ma ripeto sui condensatori va fatto un’articolo a parte.
L’inclusione di induttanze nel filtro a pi greco dell’alimentazione rappresenta un punto a favore, e l’utilizzo di stabilizzatori di tensione veri e propri spesso garantisce un buon risultato. L’impiego di valvole raddrizzatrici nei finali di grande potenza potrebbe conferire un suono particolare, più pastoso, a causa dell’instabilità della tensione fornita dalla sezione di alimentazione, soprattutto nei finali push-pull in classe AB. Finali di dimensioni maggiori beneficiano di un’alimentazione basata su diodi, mentre secondo me certi effetti sono più adatti ai chitarristi.
Considerazione sul passato dell’alta fedeltà
In un’epoca successiva a quella in cui dominavano i radioloni e i dischi a 78 giri, iniziò a diffondersi l’uso degli amplificatori audio per l’ambito domestico. Durante questo periodo, i progettisti, basandosi sulle conoscenze dell’epoca, miravano semplicemente a ottenere il massimo risultato possibile in termini di prestazioni strumentali. Gli amplificatori di quei tempi erano principalmente valvolari e i trasformatori impiegati presentavano caratteristiche tipiche dell’epoca, con avvolgimenti su supporti di cartone e nuclei in leghe ferrose grezze.
La letteratura elettronica di quel tempo proponeva l’idea che avvicinandosi sempre di più ad una perfetta precisione strumentale, si potesse raggiungere una riproduzione fedele del suono. Tuttavia, gli strumenti di misura dell’epoca non erano all’altezza di quelli attuali e l’aspetto commerciale giocava un ruolo preponderante: era fondamentale enfatizzare numeri per pubblicizzare i prodotti e incrementarne le vendite. Di conseguenza, si assistette alla produzione di amplificatori che sfruttavano quantità eccessive di controreazione. I progettisti si concentravano esclusivamente sull’ideazione di nuovi sistemi e circuiti complessi al fine di massimizzare il guadagno del circuito, consentendo un’elevata quantità di controreazione senza compromettere la stabilità dell’amplificatore.
Come ho già illustrato in un precedente articolo, è importante evitare sia un eccesso che una carenza di controreazione. Questa pratica non salutare di progettazione raggiunse il suo culmine con la diffusione dei primi apparecchi a transistor alla fine degli anni ’70 e durante gli anni ’80, un periodo comunemente definito il “periodo buio” dell’alta fedeltà.
Questi apparecchi d’epoca godono di una vasta schiera di estimatori: alcuni sono semplici collezionisti, mentre altri apprezzano il loro suono. Anche se, personalmente, ritengo che non producano un suono di alta qualità, è innegabilmente una questione di preferenze personali. Forse alcune persone si accontentano di ciò che hanno, o forse non hanno accesso a riferimenti migliori. Altrimenti, potrebbe essere semplicemente una questione di gusti individuali.
Questo approccio alla progettazione ha generato in passato situazioni in cui gruppi di persone si scontravano per visioni opposte sulla progettazione audio, dando origine ai noti “Ascoltoni” e “Misuroni”. Gli ascoltoni si affidavano esclusivamente all’udito e spesso non riuscivano a creare dispositivi di alta qualità poiché mancavano delle competenze necessarie per utilizzare strumenti di misura e comprendere come raggiungere risultati specifici. I progettisti ascoltoni tendevano a montare circuiti in modo casuale o basandosi su preconcetti e leggende, ottenendo risultati spesso semicasuali e raramente di buona qualità. D’altra parte, i “misuroni” progettavano seguendo criteri tecnici dell’era buia, cercando di soddisfare gli strumenti di misura, anche se, come gli ascoltoni, non sempre raggiungevano risultati soddisfacenti.
Gli ascoltoni possono essere visti come il risultato di un gruppo di persone che hanno cercato di allontanarsi dal modo di progettare predominante dell’epoca buia. È interessante notare come gli esseri umani, quando si sentono stanchi o frustrati da un determinato approccio, tendano a reagire spingendosi verso l’estremo opposto. Tuttavia, è importante ricordare che gli estremi raramente rappresentano la scelta migliore. La ricerca di una posizione ideologica intermedia è spesso complessa e difficile da adottare, poiché coloro che tentano di farlo sono frequentemente fraintesi o attaccati da entrambe le fazioni opposte. In effetti, sembra che il fenomeno degli “ascoltoni” e dei “misuroni” sia più legato a questioni ideologiche umane piuttosto che a problemi tecnici. Si tratta di una manifestazione delle peculiarità della psicologia umana, dove le persone tendono a estremizzare le proprie posizioni in risposta a situazioni complesse o frustranti anziché cercare soluzioni equilibrate.
Questo comportamento umano può essere spiegato attraverso diversi concetti psicologici e sociologici conosciuti e studiati.
- Reazione all’affaticamento: Quando le persone si trovano stanche o sopraffatte da una situazione, tendono a cercare una via d’uscita che sembri più semplice o più attraente. Spesso questo porta a un cambiamento radicale o estremo nella loro posizione o comportamento, in un tentativo di trovare sollievo o risolvere il problema.
- Tendenza all’estremismo: L’estremismo offre una sensazione di chiarezza e certezza che può essere allettante, specialmente in momenti di incertezza o confusione. Le persone possono essere attratte dall’idea di avere risposte semplici e decise a questioni complesse o problematiche.
- Cercare un senso di identità: Adottare posizioni estreme può anche essere una forma di identificazione sociale. Le persone si associano a gruppi o movimenti che condividono le loro convinzioni estreme, fornendo loro un senso di appartenenza e identità.
- Bisogno di differenziarsi: In alcuni casi, le persone adottano posizioni estreme per distinguersi dagli altri o per attirare l’attenzione su di sé. Questo può essere motivato da un desiderio di sentirsi unici o speciali.
- Conflitto tra ideali e realtà: Trovare una posizione ideologica intermedia richiede spesso la capacità di gestire la complessità e le sfumature delle questioni. Molte persone possono lottare con questa sfida e possono preferire adottare posizioni estreme per evitare il disagio associato al confronto di opinioni contrastanti o alla gestione di ambiguità.
In breve, il comportamento umano di tendere agli estremi può essere il risultato di una combinazione di fattori psicologici, sociali e culturali che influenzano il modo in cui le persone affrontano le sfide e le situazioni complesse nella loro vita.
Quindi, desidero mettervi in guardia riguardo a coloro che ancora oggi prendono in esame questi vecchi amplificatori vintage esageratamente controretroazionati, al fine di farvi credere che qualsiasi apparecchio o trasformatore che mostri ottimi risultati strumentali suoni male. Come ho già spiegato in precedenza in questo articolo, non è sufficiente concentrarsi solo sulle misurazioni strumentali; è altrettanto importante considerare il processo utilizzato per ottenerle e sottoporre l’amplificatore a una prova di ascolto. Un amplificatore valvolare può presentare una risposta in frequenza piatta sia perché è stato utilizzata un’elevata controreazione, sia perché semplicemente è stato impiegato un trasformatore di alta qualità che svolge il proprio lavoro senza bisogno di essere eccessivamente forzato oltre le sue possibilità.

Chi afferma che un apparecchio suoni meglio solo perché mostra una risposta in frequenza a “forma a dosso” è semplicemente una persona che predilige un’elevazione delle frequenze medie con meno bassi e meno alti. Tuttavia, non può assumere che le sue preferenze siano condivise da tutti gli altri. Inoltre, se dispongo di un apparecchio con una risposta in frequenza lineare e mi infastidiscono gli acuti in una particolare registrazione, posso sempre optare per l’equalizzazione o l’uso di un filtro audio per attenuarli. Al contrario, se il mio apparecchio già attenua le alte frequenze e mi trovo anche con una registrazione carente in alto potrei ritrovarmi in una situazione difficile da risolvere.
Chi vi avverte che molti vecchi amplificatori vintage, se ascoltati oggi, potrebbero non soddisfare completamente le aspettative, potrebbe, in parte, esprimere semplicemente il proprio gusto personale ma in parte potrebbe anche avere ragione. Tuttavia, se queste osservazioni si estendessero a generalizzazioni del tipo che qualsiasi apparecchio dotato di ottime caratteristiche strumentali non suoni bene, allora si tratterebbe di un’estremizzazione eccessiva, quasi religiosa, che sarebbe meglio evitare. Certamente, esistono ancora oggi prodotti progettati e commercializzati seguendo il criterio dell’era buia, come ad esempio amplificatori con un fattore di smorzamento di 10.000. Tuttavia, non è corretto generalizzare in modo così ampio.
Chi adotta questo comportamento cerca di manipolare psicologicamente gli altri, spingendoli verso il proprio estremismo. Potrebbe anche cercare di nascondere le imperfezioni dei suoi apparecchi, comportandosi come la volpe con l’uva. Descrive le caratteristiche strumentali richieste come “di un certo tipo”, ma ciò implica praticamente che l’amplificatore debba distorcere. Tuttavia, se esprimesse questa realtà in modo così diretto, potrebbe risultare poco allettante per il lettore, anche se corrisponde alla verità.
In conclusione, raccomando di ascoltare attentamente gli apparecchi e confrontarli con altri, evitando di prendere in considerazione affermazioni generiche del tipo ‘questo suona, questo no’. La valutazione autentica si fonda sull’esperienza personale e sul confronto diretto, piuttosto che affidarsi a opinioni di presunti esperti.
in teoria tutto può essere o non essere, non c’è una regola, è come fare un minestrone con tanti ingredienti. Innanzi tutto la credenza che i single ended distorcano solo con le pari e i pushpull solo di dispari è una freganccia grande come giove, ti basta fare un giro tra tutte le varie riparazioni del mio sito di cui ho pubblicato gli spettri armonici catturati per vedere che non c’è una regola, perchè i circuiti sono complessi e i fenomeni che avvengono al loro interno complicano le cose. Quindi non puoi definire un suono di un circuito e quello di un’altro.
Articolo molto interessante!
Avendo progettato ed ascoltato molti valvolare in configurazione push-pull e single ended, puoi dirci se esiste una qualche differenza caratteristica, a livello di ascolto, tra le due soluzioni?