Philips BI520A – Restauro

Questa radio è stata acquistata su internet da una persona che ricevuto il pacco ha subito attaccato la spina vedendo uscire fumo dopo pochi secondi, attribuendo il problema ad un cattivo imballaggio della stessa ma l’ha spedita per sistemarla.

Ma la radio era molto malconcia ma non perchè l’imballaggio non fosse adeguato ma perchè era stata disastrata sia dal tempo sia da dei pasticcioni.

La verniciatura del mobile era molto rovinata e sporca, inoltre lo stesso presenvata diverse macchie di bevande (credo). Il mobile è stato completamente sverniciatore e smacchiato con acido ossalico e successivamente rilucidato a gomma lacca tornando nuovamente a splendere/

Il telaio dell’elettrornica l’ho tutto pulito con sgrassatore e spazzolino da denti. Ho ricostruito una parte del circuito a cui mancavano dei componenti, ho stampato con la stampante 3D dei nuovi gommini di supporto del condensatore variabile (che non andava in giro per la radio solo perchè fermato dai fili elettrici che lo ancoravano al circuito). Ho rimontato tutto il complesso della funicella di sintonia perchè sopra c’era una corda di quella che si usa per legare il cotechino che si stava sfibrando tutta ed in’oltre era montata in maniera completamente errata e ho ritarato le medie frequenze.

L’altoparlante che ci ho trovato dentro era rotto e di diametro inferiore rispetto al foro nel mobile, adattato grossolanamente con dei pezzi di lamierino, l’ho quindi sostituito con un’altopante d’epoca del diametro corretto. L’occhio magico EM34 che c’era non andava, per risparmiare qualcosa ho montato al suo posto un 6E5C russo.

Qui sotto il telaio come mi è arrivato.

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Il variabile con i suoi gommini sbriciolati, nella foto lo stavo reggendo con una mano, se no sarebbe caduto tutto da una parte.

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Qui sotto il variabile con i nuovi gommini stampanti in gomma.

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Il telaio durante la prima accensione ufficiale.

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Il mobile restaurato.

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E qui sotto le foto della radio finita e funzionante.

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2 risposte a Philips BI520A – Restauro

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Ricevitore FM a conteggio di impulsi

Lo Schema (clicca per ingrandire)

Ricevitore FM

Breve Descrizione Funzionale

Iniziamo col dire che questo non è un ricevitore a reazione ma una vera e propria super eterodina a conversione di frequenza ma che non necessita di trasformatori di accoppiamento tra gli stadi a media frequenza, è quindi di facile costruzione perchè non richiede componenti difficili da reperire e non richiede nemmeno strumentazioni avanzate per la tarature e la messa a punto. E che una volta messa in funzione avrà una resa audio paragonabile a quella di ricevitori FM moderni !

La prima valvola PCF82 è allo stesso tempo un amplificatore RF (parte triodo) e un oscillatore/mescolatore (parte pentodo). Questo tipo di oscillatore/mascolatore, che dalle domande che ho ricevuto sembra pochi conoscano, è chiamato “autodyne” o “free running oscillator”,  un circuito molto in voga negli anni 30, maggiori spiegazioni tecniche sul suo funzionamento si trovano su wikipedia

Questo tipo di oscillatore soffre di un piccolo problema di deriva della frequenza durante il periodo di riscaldamento della valvola, quando accendete il ricevitore a conteggio di impulsi e sintonizzate una stazione dovrete ritoccare più volte la sintonia per alcuni minuti, ma una volta entrato in temperatura diventa veramente stabilissimo.

L’oscillatore produce un’onda sinusoidale relativamente pura tra 80 e 110 Mhz. Il segnale RF in ingresso viene miscelato con l’onda sinusoidale prodotta dall’oscillatore e produce una media frequenza (o IF) di circa 300 khz. Questo crea un problema di immagine, si sarà in grado di ascoltare la stessa stazione due volte in due punti molto vicino della corsa del variabile di sintonia (stazione-oscillatore=300khz e oscillatore-stazione=300khz). Questo non è un problema in caso di stazioni distanziate, ma può esserlo nel caso di stazioni vicine tra loro. Cercherò di risolvere questo problema in future versioni del ricevitore, ricordiamo comunque che è un progettino relativamente semplice ma anche in presenza di questo difetto la ricezione è veramente sorprendente e pulita.

L’uscita dell’oscillattore locale (pentodo PCF82) assomiglia a questo:

RFECF801out

Come mostrato dall’immagine la radio è sintonizzata su una stazione a circa 104Mhz. Si nota che l’onda sinusoidale è un pò distorta sul fronte di discesa ma non sul fronte di salita. Questo è abbastanza normale quando una stazione viene sintonizzata. La sinusoide invece appare totalmente falsata quando nessuna stazione è sintonizzata.

In ogni caso la frequenza prodotta dalla miscelazione è di circa 300kHz. Perchè 300kHz? Beh, questo è a causa del fatto che c’è bisogno di una larghezza di banda di 270kHz per ascoltare l’audio di una stazione FM senza distorsioni. Pertanto i successivi stadi sono limitati ad una banda di circa 300kHz. Tutte le altre frequenze sono filtrate. Il segnale FM a 300kHz è amplificato fino al clipping dalla prima e dalla seconda valvola EF183. La forma d’onda che sui forma in queste 2 valvole può essere vista qui:

prima-if

seconda-if

Va detto che il segnale AF all’ingresso della prima EF183 è molto debole (qualche mVpp), in ingresso alla seconda è già più forte (circa 100 mVpp) ed infine in ingresso alla terza valvola EF80 è abbastanza grande (circa 5 Vpp). Se si guarda bene si può notare che l’uscita della seconda EF183 tende già al clipping, questo è normale e non è affatto un problema, in quanto l’informazione è lo spostamento di frequenza e non l’ampiezza del segnale, anzi più il segnale è ritagliato e meglio è, l’ideale sarebbe trovare un segnale che tende all’onda quadra.

La EF80 assieme alla EAA91 e il filtro successivo hanno il ruolo di demodulatore. La EF80 prende il segnale IF a 300kHz e lo differenzia. La differenziazione avviene polarizzando il tubo in un modo che rende facile la saturazione, le figure sotto mostrano il segnale impulsato all’uscita della EF80 e il confronto tra l’ingresso e l’uscita della stessa valvola. Si può facilmente vedere che gli impulsi del segnale di uscita sono esattamente là dove inizia e finisce il fronte positivo dell’onda; questo comportamento è quello di un elemento di differenziazione.

diff1

diff2

La EAA91 poi elimina i picchi negativi del segnale impulsivo.

EAA91out

Il filtro successivo converte il segnale impulsato in un segnale audio. Il principio della conversione del segnale ad impulsi in un segnale audio è molto semplice: Un condensatore viene caricato da un diodo, molti impulsi producono una tensione elevata, meno impulsi producono una tensione più bassa. Il condensatore poi si scarica sul potenziometro e questo è il motivo per cui il potenziometro deve essere di valore relativamente alto, altrimenti il filtro verrebbe sovraccaricato.

Questa spiegazione della demodulazione è un pò semplice, la verità è leggermente più complicata: Il segnale ritagliato all’ingresso della valvola differenziatrice contiene le seguenti informazioni: tra le molte frequenze formanti l’onda quadra il segnale contiene il vettore (circa 300kHz) e l’audio (0 – 20kHz). La stessa informazione è ancora contenuta nel segnale differenziato, ma la distanza delle frequenze audio e le frequenze che formano gli impulsi è considerevolmente grande. Pertanto passando questa miscela attraverso un filtro passa-basso con una frequenza di taglio di circa 30kHz si otterrà un segnale audio piuttosto pulito.

Il mio montaggio

Ogniuno sarà libero di interpretare il montaggio come meglio crede, io per mio personale divertimento ho voluto usare quasi esclusivamente materiale di recupero, quella roba che uno che ripara radio d’epoca ha sempre da parte ma non usa mai, nel mio schema appare addirittura l’uso di un’autotrasformatore per alimentare il circuito, in puro stile anni 50/60. Ovviamente questa soluzione richiede esperienza nel maneggiare le cose sotto tensione e richiede anche di inscatolare in modo ben isolato l’apparecchio se si desidera usarlo regolarmente, se lo avete a disposizione o se siete poco esperti consiglio caldamente di usare un trasformatore normale, con il primario isolato dai secondari. Per chi non avesse capito bene: il telaio è connesso a un capo della rete elettrica !

Ho usato solo valvole TV con i filamenti adatti all’accensione in serie, le EF183, EF80 e la EAA91 sebbene abbiano la sigla che inizia per E e non per P hanno la corrente di filamento a 300mA e da datasheet sono adatte all’uso in serie, quindi possono essere collegate tranquillamente in serie con le altre (PCF82, PCL86, PY82), per ottenere i 65volt che erano necessari per accendere i filamenti in serie delle valvole ho ribaltato l’autotrasformatore, ossia ho collegato a massa il filo che corrispondeva ai 220volt del cambio tensione e collegato lo 0 all’altro capo della presa elettrica, quindi il filo che corrispondeva ai 140volt del cambio tensione in questo modo diventa una presa a 80volt, poi ho posto in serie ai filamenti una resistenza da 47/50ohm (di adeguato wattaggio) dove cadono i 15volt di troppo e che funziona anche da protezione delle valvole impedendo un riscaldamento troppo rapido dei filamenti stessi.

Ovviamente se avete a disposizione un secondario a 6,3volt nessuno vieta di usare la ECF82 / ECL86 / EY82 al posto delle P, poste in parallelo a tutte le altre. Diciamo solo che le valvole P si trovano più facilmente.

La tensione di alimentazione del circuito viene prelevata direttamente dal punto dove entra il capo della rete elettrica non a massa e mandata alla placca della PY82 per essere raddrizzata (se usate la PY82/EY82 è importante porre la resistenza da 120ohm in serie, per valvole diverse attenetevi ai datasheet delle stesse). Se avete un trasformatore isolato serve un secondario a circa 220volt. L’induttanza da 8H che appare a schema non è altro che un trasformatore audio SE che mi era venuto male, inutilizzabile in audio. Ho usato l’avvolgimento primario di questo trasformatore come induttanza. Ovviamente la sezione di alimentazione va adattata in base a ciò che si ha a disposizione, basti sapere che: la finale audio tira 35mA di corrente a 240/250volt e il resto del circuito ha bisogno di altri 35mA con circa 200volt di tensione. Volendo potete usare anche solo un filtro CRC, senza induttanza, basta che lo calcoliate bene in modo da non avere ronzamenti in altoparlante.

Ho usato un vecchio telaio geloso svuotato come supporto per il montaggio del tutto, un condensatore variabile specifico per sezioni FM valvolari, se ne trovano anche di più grossi multisezione, variabili che erano montati su radio OM/OC/FM, basta usare una sola delle sezioni piccole per l’FM.

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Bobine

La bobina di sintonia è una bobina in aria e consiste in 4 spire di rame da 1,5mm di spessore avvolte su un diametro di 10mm stirata a circa 15mm di lunghezza, le 2 bobine sopra e sotto il triodo della PCF82 sono comuni bobinette neosid (quelle blu col nucleotto di ferrite dentro). Anche la bobina sotto il pentodo della PCF82 da 1mH meglio se la trovate già fatta, sempre su ferrite io non ce la avevo disponibile e ho stampato un supporto di plastica con la stampante 3D e poi ci ho avvolto del filo da 0,16 fino a raggiungere il valore che mi serviva, ma io sono matto, non fatelo 😀

L’antenna è una roba strana, ho preso una ferrite da radio AM, ci ho avvolto sopra 20 spire strette di filo di rame smaltato da 0,5mm, un capo a massa, una presa alla terza spira entra nel circuito il resto delle spire non va da nessuna parte, facendo prove poi ho visto che ricevevo bene le stazioni basse a quasi nulla quelle alte, ho quindi iniziato a tirare via una spira alla volta da quelle rimaste libere e vedevo che man mano la situazione in alto migliorava, trovato il punto di equilibrio dove riuscivo a ricevere tutta la gamma FM ho fermato il rame sulla ferrite con del tubo termorestringente. Scordatevi il classico pezzo di filo, con quello riceverete solo del gran fruscio e basta.

Il Mobile

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Note

Sono partito dallo schema presentato dal sito linkato a inizio pagina, ho copiato le foto dell’oscilloscopio (che riferiscono all’uso delle EF80 come IF, con le 183 le onde squadrano di più) e tradotto parte del suo testo sulla spiegazione funzionale del circuito. Rispetto la sua realizzazione ho apportato diverse modifiche: ho usato la PCF82 al posto della 80, con la 80 la ricezione è veramente molto poco sensibile e si ricevono quasi solo emittenti vicine o che arrivano con segnali molto forti. Nello schema originale usa le EF80 anche per i 2 stadi IF, ma come lui stesso spiega più questi stadi guadagnano e squadrano l’onda, migliore sarà l’audio demodulato, le EF183 guadagnano praticamente il doppio della EF80 (non ha importanza che sia a mu variabile, quindi si potrebbe usare anche la EF184) e di fatti mettendo le 183 ho ottenuto un sensibile miglioramento dell’audio di diverse stazioni che si ricevevano leggermente disturbate usando le EF80. Sono invece da evitare le EF85 perchè guadagnano meno delle 80. Ho lasciato la EF80 finale perchè la sua funzione era molto specifica.

Lui usa una ECF80 come finale audio, ma non è una valvola fatta per erogare potenza quindi o la si tira dannatamente per il collo torturandola a morte o ci si accontenta di un volume audio veramente scarso, la PCL86 era una scelta più adatta ma si possono usare anche la 85 e la 82 o quello che vi pare se sapete calcolarvi uno stadio audio. Il trasformatore di uscita usato è stato recuperato da una radio che usava una EL84 come finale.

Ho omesso la seconda parte del filtro passa basso posto dopo la EAA91 che reputo inutile perchè taglia troppo la gamma acuta dell’audio, incupendo il suono.

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Radiomarelli Axum Radiofonografo Tipo 2 – Restauro

Ho trovato questa radio su un sito di annunci, ha subito un tentativo di riparazione da parte di un’esperto prima di capitarmi per le mani, l’inesperto che ha distrutto il cono dell’altoparlante a questa maniera:

Ecco come l’ho riparato:

Non fate caso ai “ciappetti”, da piccolo guardavo McGiver 🙂 però ha funzionato. Il nuovo centratore è un dischetto di pelle di daino.

Eccolo finito, ho polarizzato la bobina di eccitazione e mandato segnale sulla bobina mobile, pare funzionare bene, e la bobina non gratta.

Infine ho ricablato le connessioni tra il trasformatore d’uscita e la morsettiera.

Qui invece si vede un particolare inquietante del trasformatore d’uscita, con connessa una piattina rossonera da impianto audio da automobile, il trasformatore è cotto a puntino ovviamente.

Riavvolto ex novo con la stessa tecnica dell’epoca.

Era tocca alla parte elettrica, che mostra qualche abbrustolitura qua e la, chissà se i miei predecessori hanno controllato lo stato dei componenti prima di dar corrente… umm a veder com’era messo il trasformatore direi proprio di no.

Come detto all’inizio la radio era già stata ripar.. “manomessa” negli anni 50 o 60 da un tecnico della scuola radioelettra di quelli che però aveva capito poco del libro, il condensatore originale era stato svuotato e conteneva 2 condensatori geloso (unica nota positiva, perchè di solito gettavano via il pezzo originale e mettevano i nuovi condensatori attaccati in qualche modo sotto). Dentro al condensatore come materiale di riempimento ho trovato questo foglietto della FIOM ancora integro 🙂

Qui il condensatore ripristinato e richiuso in maniera più elegante

Un’altro problema sorto era la prima media media (quella ancora originale) con uno dei 2 grani bloccato nel tubetto e staccato dal permo di ottone, siccome non riuscivo più a tarare lo stadio ho provato a smontarla ma quando sono riuscito ad estrarre il grano questo si è spaccato in 2 pezzi, quindi ho deciso di svuotare la media e di nasconderci dentro una piccola media di recupero.

Peccato solo che sono stato obbligato a fare 2 forellini sul barattolo della media originale per poter fare la taratura.

Altro problema sorto, l’oscillatore locale delle onde lunghe non andava, si era guastata una delle bobine nel gruppo RF.

Si vede il filettino staccato, il vecchio solder a volte corrode il rame…

Riparata

In questa foto il telaio durante la taratura delle media, ma prima di arrivare qui ho dovuto lavorare non poco, anche dopo aver riparato tutto i problemi evidenti come la bobina e media rotta ne sono usciti tutta un’altra serie causati dal riparatore d’epoca che aveva fatto non pochi casini nel circuito: La 6A7 originale era esaurita… ma che cambiarla! mettiamo a massa il catodo bypassando la resistenza di catodo e alimentiamo la griglia anodica direttamente dalla tensione della griglia schermo della finale audio… cavolo nel circuito ci volevano 3 elettrolitici ma io ne ho solo 2, va bhe cortocircuitiamo una resistenza per alimentare le griglie schermo della 6A7 e della 78 direttamente dalla tensione della griglia schermo della finale audio sempre così non devo mettere un condensatore in più… Poi aveva invertito 2 fili per cui in realtà l’anodo della finale audio era alimentato a una tensione inferiore alla sua G2 (quindi la griglia anodica della 6A7 e la G2 della 78 erano alimentate a 250volt XD), cavolo la radio gracchia di brutto ma perchè? aspetta che sbudello via il circuito del CAV, collego assieme i 2 diodi della 75 e il potenziometro del volume invece di fare il suo lavoro gli faccio pilotare il guadagno della 6A7 in modo che la radio passasse bruscamente da un basso volume non distorto a volume circa più alto tutto gracchiante.. ah poi il potenziometro del volume da 2,5mega era diventato 112mega ma questo probabilmente per effetto del tempo. Quando mi son reso conto di tutti i casini che aveva fatto sto scemo ho dovuto abbandonare la ricerca dei componenti guasti per mettermi sopra lo schema a verificare tutti i punti del circuito per correggere tutte le ca…te, montando anche parecchi componenti che erano stati completamente eliminati, alla fine ce l’ho fatta.

Le lampadine che illuminano la scala

Il nuovo piano del giradischi, la radio infatti è stata consegnata con montato sopra un giradischi 45giri lesa, ma si è provveduto e rimettere il pezzo originale al suo posto.

Qui ha fatto impazzire il maccanismo di accensione e spegnimento, il vecchio grasso era diventato duro come cemento, il piatto non è smontabile, o almeno io non ho proprio capito come smontarlo, quindi immaginate per pulire sbloccare e lubrificare il meccanismo da sotto il piatto con lo stelo di un cacciavite, inoltre l’interruttore era formato da un cilindretto di bachelite coperto da un’anello di ottone che infilandosi in mezzo a 2 contatti li chiudeva mantenendo contemporaneamente il meccanismo isolato dalla rete, col problema che l’anello di ottone non c’era più… Ho dovuto fabbricarlo !

Tutto rimontato nel mobile completamente restaurato.

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2 risposte a Radiomarelli Axum Radiofonografo Tipo 2 – Restauro

  • Se guardi lo schema hanno fatti un giochino sullo zero del secondario dell’anodica che non è a massa ma ha una rete di resistenze e condensatori che servono a generare una tensione negativa che serve per polarizzare la griglia della finale audio, la tensione negativa che ottieni dipende da quanta corrente scorre nel circuito anodico, probabilmente per arrivare ad avere la giusta polarizzazione avevano bisogno di caricare un’altro pò il circuito, inoltre il carico rappresentato da questa resistenza potrebbe anche servire a proteggere i condensatori nella fase di accensione, infatti la 80 che è a riscaldamento diretto parte in pachi secondi, mentre le altre valvole che sono a riscaldamento indiretto ci mettono almeno 30 secondi a scaldarsi e in quel lasso di tempo la tensione ai capi dei condensatori potrebbe salire in modo pericoloso in quanto non c’è carico e magari questa resistenza serve per evitare che salga oltre una certa soglia causando guasti. Non credo cmq che fosse dimensionata male, che scalda più essere ma sarà anche costruita in modo da reggere alla temperatura.

  • Volevo chiedere a cosa serve la resistenza di 25.000 ohm 5 watt che si trova in parallelo al secondo elettrolitico di filtro.
    Ho notato questa resistenza su diverse Axum e ho notato che scottava su tutte le radio.
    Che senso ha aumentare il consumo della radio?
    Che senso ha inserire una resistenza dimensionata con pochi watt che surriscalda?
    Grazie mille

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