Amplificatore da chitarra FBT 150 – Elettronica Resuscitata

Viste le numerose richieste pubblico lo schema di questo apparecchio, che per altro sarebbe facilmente reperibile anche tramite google come primo risultato di ricerca. Cliccate la miniatura per ingrandire.

Ho avuto in affidamento questo telaio FBT150 malconcio e stuprato da un qualche tecnico poco esperto: Il telaio era stato avvitato a una tavoletta di legno alla buona, connesso con 2 grossi trasformatori (uno di alimentazione e uno di uscita) anonimi e non suoi. Il circuito aveva subito delle modifiche maldestre, la raddrizzatrice mancava e sullo zoccolo erano stati montati 2 vecchi diodi by127 e un’enorme condensatore di livellamento, in un secondo momento ho scoperto che le resistenze di fuga delle finali erano flottanto sopra un condensatore e il circuito dell’oscillatore del tremolo tutto spistolato e palesemente sbagliato.

Ho quindi ricalcolato un nuovo trasformatore d’uscita push pull per le 6aq5 e uno di alimentazione dedicato a questo circuito:

Ho quindi fissato questi trasformatori al telaietto dell’FBT150, cablato i collegamenti ed effettuato le riparazioni necessarie al circuito.

Ora è perfettamente funzionante.

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Tracciacurve uTracer 3+

Da un pò di tempo desideravo questo traccia curve perchè quello che avevo fatto tanti anni fa “lampemetre tube analyzer” era limitato, quindi per natale ho deciso di comprare il KIT per assemblarlo visto che il costo non era proibitivo. Per chi fosse interessato a visitare il sito di uTracer trova tutto in questo sito: http://www.dos4ever.com/uTracer3/uTracer3_pag0.html

Ecco il mio uTracer assemblato con la modifica delle doppie induttanze per aumentare leggermente la velocità di acquisizione delle curve:

Per chi ancora non lo sapesse il creatore di uTracer ha pensato la scheda per essere alimentata a 19,5volt usando l’alimentatore di un computer portatile. La più grande limitazione di uTracer è l’alimentazione del filamento della valvola sotto misura, uTracer ha un’uscita per alimentare il filamento in PWM limitato a 1,5A e con una tensione che non può superare i 19volt dell’alimentazione dell’uTracer stesso, che potrebbe essere troppo bassa per molte valvole televisive per esempio o alte valvole per uso radio con filamenti serie. La soluzione a questo problema è alimentare il filamento della valvola sotto misura esternamente, quindi in definitiva uTracer viene presentato come compatto, una piccola scatoletta con sopra zoccoli e connettori ma con almeno 2 alimentatori esterni, siccome a piacciono le cose “tutte d’un pezzo” ho pensato di realizzare il montaggio di tutto in una sola scatola.

La prima cosa che ho assemblato quindi è un doppio alimentatore lineare basato semplicemente su un LM317LZ accoppiato con un grosso PNP TIP147 per generare i 19,5volt per uTracer e un’analogo circuito con ben 3xTIP147 paralleli per l’alimentazione dei filamenti. Ho usato 2 trasformatori di recupero, uno recuperato da un vecchio carica batterie per uTracer e un’altro più grosso recuperato da un’amplificatore SS akay che avevo demolito tempo fa per i filamenti.

L’alimentazione di uTracer è riferita al telaio, mentre il negativo dei filamenti è flottante in quanto va riferito alla boccola “K” di uTracer. Per raffreddare i TIP147 ho utilizzato il dissipatore recuperato dallo stesso amplificatore akay a cui ho aggiunto 2 ventoline che non ricordo nemmeno più dove ho recuperato. In fine siccome le ventoline fanno rumore ma il radiatore rimaneva tiepido o quasi freddo quando si alimentavano i filamenti di piccole valvole e iniziava a scaldare solo quando si alimentavano valvole con assorbimenti di alcuni amper come EL34, KT88, 6BX7 e simili ho aggiunto un semplice termostato formato da un NTC, un trimmer e un TIP31 che avvia le ventole gradualmente man mano che il radiatore si scalda e le ferma quando questo torna a raffreddarsi.

Ecco lo schema (clicca per ingrandire)

Mi serviva un contenitore che potesse contenere tutto, inizialmente pensavo a un mobiletto della hifi 2000 ma avrei dovuto spendere quasi 100€ per un contenitore tutto da forare quindi mi ricordai di un rudere che prendeva polvere da anni nel mio solaio…

Questo è un vecchio amplificatore PA della RCF che montava le EL503 come finali, un’apparecchio che qualcun’altro avrebbe messo subito in vendita da qualche parte come super HiFi… poi montava le rare EL503, almeno 2000€ dovrebbe valere hahah. In realtà era un cesso pazzesco e non valeva niente, me l’ha regalato un signore di Modena, penso provenisse da una parrocchia, lo usavano per dir messa, le sue doti audio erano quelle di un citofono da 60watt. Bene smonta!

Ho smontato tutto quello che c’era dentro, poi ho fatto sabbiare le lamiere per pochi spiccioli in modo da eliminare le croste di ossido bianco e ruggine che aveva un pò dappertutto, quindi l’ho modificato per ospitare la nuova elettronica.

Per pochi altri spiccioli l’ho fatto verniciare a polveri…

Quindi ho cablato il piano con gli tutti gli zoccoli e le boccole, in assoluto il lavoro più noioso che mi ha impegnato quasi un pomeriggio intero…

Con la stampa 3D ho realizzato una guida per l’aria da montare sopra il radiatore dell’alimentatore in modo che questo gettasse l’aria calda fuori dal cabinet e ho assemblato il tutto che potete vedere finito nelle ultime due foto qui sotto.

Alcune valvole tendevano ad’oscillare durante la misura e ho risolto semplicemente mettendo un ceramico da 100nF tra la boccola G1 e la boccola K, lato “piastra zoccoli” (non lato uTracer).

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H.H. Scott 299 – Restauro

Questo amplificatore vintage HH Scott 299A mi è stato consegnato in pessime condizioni…

Circuito pastrocchiato malamente come da esempio nella foto qui sopra, diversi elettrolitici multipli erano aperti e il fissaggio meccanico non permetteva di piazzare semplicemente nuovi condensatori e sono stato costretto a svuotarli tutti per ottenere un fissaggio meccanico per i componenti…

L’amplificatore poi era stato sottoposto a violenze di vario tipo: sono state montate delle EL84 al posto della 7189 dove le EL84 non possono sopportare le tensioni di lavoro delle 7189 con la negativa di bias fornita dal circuito, la sovracorrente ha causato la bruciatura di uno dei trasformatori d’uscita e assieme agli altri guasti hanno portato alla bruciatura del fusibile principale che è stato poi sostituito in questo modo:

Quindi poi, dopo la “sostituzione” del fusibile anche il trasformatore di alimentazione si è ovviamente bruciato, la riparazione è quindi proseguita riavvolgendo il trasformatore d’uscita e quello di alimentazione che è stato rifatto con il primario a 230volt invece che 115. Dopo aver pulito tutti gli zoccoli, gli interruttori, i potenziometri e varie resistenze è stato comprato un quartetto di 7189.  La prima accensione ha avuto esito positivo ma uno dei 2 canali erogava 20watt mentre l’altro arrivava a 6watt poi distorceva pesantemente, ho quindi passato diverse ore a ricercare il guasto causato da una saldatura farlocca d’epoca.

Con l’elettronica ormai funzionante mancava solo un particolare: il mobile! Questi apparecchi all’epoca erano venduti separati dal loro mobile perchè era possibile combinare diversi apparecchi in un’unico cabinet oppure si comprava il cabinet singolo per montarlo. Prutroppo però c’è una parte di appassionati di questa marca che si ostina imprudentemente a far funzionare questi amplificatori col fondo aperto e tutta la parte elettrica, sottoposta a tensioni MORTALI, a vista e a portata di dita come nulla fosse… pazzi incoscienti !

Ho quindi fatto realizzare da un falegname un contenitore sulla falsa riga di quello d’epoca.

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2 Responses to H.H. Scott 299 – Restauro

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