Luxman MQ-3600: revisione completa e adattamento da 8045G a KT88

Prodotto tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 (indicativamente dal 1977 al 1982), il Luxman MQ3600 è uno degli amplificatori a valvole più rappresentativi mai realizzati dalla casa giapponese Luxman. Questo apparecchio iconico, capace di erogare 70 watt RMS per canale, fu sviluppato in un’epoca in cui Luxman cercava il massimo equilibrio tra raffinatezza sonora, design tecnico e originalità progettuale. A rendere unico l’MQ3600 è l’impiego delle rarissime valvole finali 8045G, realizzate dalla NEC appositamente per Luxman. Le 8045G non sono altro che delle KT88 con la griglia schermo internamente collegata all’anodo: in pratica, KT88 obbligate al funzionamento in modalità triodo. Questo le rendeva valvole molto particolari e ma oggi purtroppo sono introvabili, e la loro sostituzione comporta necessariamente una modifica circuitale.

Caratteristiche e modifiche consigliate

Luxman stessa, già all’epoca, forniva indicazioni per la sostituzione delle 8045G esaurite. La modifica di base consiste nel collegare il pin della griglia schermo al pin dell’anodo tramite una resistenza da 330ohm, permettendo l’uso delle molto più comuni KT88 o 6550. Inoltre, dato che i trasformatori di uscita dell’MQ3600 sono dotati di prese per il collegamento ultralineare, è anche possibile (se lo si desidera) configurare le nuove valvole in ultralineare invece che a triodo, ottenendo maggiore potenza a scapito di un leggero cambio timbrico.

Cosa fare se le 8045G del tuo Luxman MQ-3600 sono esaurite

L’esemplare mostrato in foto è arrivato guasto: una delle valvole finali 8045G presentava il caratteristico “jetter” bianco, sintomo di rottura del vuoto interno. Come già accennato, le 8045G erano valvole sviluppate da NEC su specifica Luxman e oggi risultano del tutto introvabili (se non a volte come valvole usate di recupero). In questi casi è necessario adattare il circuito per l’uso di valvole più reperibili. La modifica standard, già consigliata da Luxman all’epoca, consiste nel collegare la griglia schermo all’anodo tramite una resistenza da 330ohm, consentendo l’impiego di normali KT88 o 6550. Poiché i trasformatori di uscita sono dotati di prese per il funzionamento in ultralineare, è anche possibile collegare le nuove finali in quella modalità, ottenendo una maggiore potenza rispetto al funzionamento a triodo, sebbene con un leggero cambiamento timbrico.

L’amplificatore presentava anche danni significativi causati da un corto circuito interno a una delle quattro valvole finali. Questo guasto aveva comportato la bruciatura di alcune resistenze attorno agli zoccoli, la cottura di diversi fili del cablaggio interno e il danneggiamento dei trimmer di regolazione del bias. Inoltre, si era bruciata l’induttanza di filtro utilizzata per la scarica dei grossi condensatori di livellamento, posizionata proprio in corrispondenza della valvola difettosa. L’induttanza, completamente intrisa di catrame, è stata ripulita e successivamente riavvolta per ripristinarne la piena funzionalità.

Oltre alla modifica sotto gli zoccoli delle valvole finali, Luxman raccomandava anche l’inserimento di due resistori di grid stopper da 22k sull’ingresso del segnale. Erano inoltre previsti tre condensatori di bypass in corrispondenza dei punti B2, B3 e B4 sul circuito stampato: in queste posizioni ho montato condensatori in polipropilene da 470nF, di qualità adeguata al contesto audio. Ho provveduto anche al bypass dei due elettrolitici catodici della 6AQ8/ECC85, sostituendoli con un polipropilene da 220nF, per migliorarne il comportamento in alta frequenza. Infine, ho rimosso i vecchi condensatori Nichicon piatti, componenti notoriamente soggetti a decadimento nei Luxman di quell’epoca: in tutti gli esemplari esaminati finora risultavano infatti compromessi o fuori specifica.

In fase di controllo ho testato le valvole di preamplificazione con l’uTracer, riscontrando che una delle due 6042G era parzialmente esaurita: una sezione risultava ancora funzionante, mentre l’altra era ormai inutilizzabile. Ho quindi provveduto alla loro sostituzione con una coppia di 6CG7, valvole compatibili dal punto di vista elettrico.

A questo proposito è utile chiarire un equivoco diffuso online: è vero che le 6CG7 possono essere utilizzate al posto delle 6042G, ma non sono perfettamente equivalenti. I tracciati ottenuti con l’uTracer lo dimostrano chiaramente: le curve della 6042G risultano più distanziate, segno di un mu (fattore di amplificazione) maggiore rispetto alla 6CG7. La sostituzione comporta quindi una lieve riduzione del guadagno complessivo e del tasso di controreazione (NFB), con una conseguente variazione del timbro sonoro dell’amplificatore.

Modifica Ultralineare

Una delle modifiche più comuni e sensate al Luxman MQ-3600 riguarda la sostituzione delle valvole finali 8045G, ormai rare, con le più facilmente reperibili KT88 o 6550. La stessa Luxman, all’epoca, consigliava questa sostituzione come alternativa ufficiale. Le KT88 possono essere utilizzate mantenendo la connessione a triodo, replicando il comportamento delle 8045G, oppure si può optare per una configurazione ultralineare sfruttando le apposite prese già presenti sui trasformatori d’uscita originali. In quest’ultimo caso, il circuito beneficia di una potenza aumentata, passando da circa 60 watt con le 8045G a circa 80 watt con le KT88 o 6550 in ultralineare. Il fattore di smorzamento si riduce leggermente, da 16 a 13, ma il comportamento in termini di distorsione armonica (THD) rimane sostanzialmente invariato, come confermato anche dai grafici ufficiali Luxman.

Tra le modifiche consigliate dal costruttore figura anche l’aggiunta di tre condensatori di disaccoppiamento sulle linee di alimentazione delle valvole ECC85 e 6240G/6CG7, per migliorare la stabilità e ridurre l’interazione tra i vari stadi. Personalmente, sostituisco sempre i condensatori piatti grigi marchiati Nippon Chemicon, spesso fuori specifica sia per capacità che per isolamento: questi componenti tendono sistematicamente a degradarsi nel tempo, risultando inferiori ai valori nominali. Un altro intervento necessario riguarda il circuito di generazione della tensione di bias: nella configurazione originale, la regolazione è spesso al limite della corsa dei trimmer, con correnti di riposo troppo elevate per le KT88, richiedendo quindi una modifica ai valori delle resistenze del partitore. Infine, sempre Luxman suggeriva l’inserimento di due resistenze di grid-stop sugli ingressi delle valvole finali per evitare fenomeni di instabilità ad alta frequenza, soprattutto quando vengono montate KT88 o 6550 in configurazione ultralineare.

Luxman MQ-3600: recupero tecnico di un esemplare devastato

Prima che qualcuno senta il bisogno di sollevare obiezioni — spesso più ideologiche che tecniche — è bene chiarire un punto fondamentale: la decisione se riavvolgere o sostituire i trasformatori guasti non spetta al tecnico, ma al proprietario dell’apparecchio. Il mio compito è offrire soluzioni tecnicamente valide e realistiche, non alimentare purismi che, in molti casi, si scontrano con la disponibilità reale dei componenti.

È utile ricordare che i trasformatori originali non sono più in produzione da decenni, e quelli “reperibili” provengono quasi sempre da altri apparecchi smantellati, che a loro volta finiscono irrimediabilmente mutilati. Difendere l’originalità “a ogni costo”, in questi casi, significa semplicemente spostare il problema da un apparecchio all’altro.

Chi ha a cuore la musica — non solo il collezionismo fine a sé stesso — sa bene che un buon ripristino elettrico è più importante della feticistica integrità formale. E in questo caso, il risultato sonoro è tutt’altro che un compromesso: i trasformatori realizzati in sostituzione offrono prestazioni strumentali e timbriche di alto livello, tali da rendere del tutto sensata la scelta fatta.

Per completezza: i trasformatori guasti originali non sono stati eliminati, ma conservati per eventuali future ricostruzioni filologiche, per chi desiderasse davvero investire tempo e risorse in quella direzione.

Questo esemplare di MQ3600 era chiaramente passato per le mani di uno di quei “riparatori creativi” che, pur senza particolare competenza, riescono comunque a lasciare il segno… in modo irreversibile. Non sorprende che sia stato acquistato a peso di metallo, dato che le condizioni erano più da rottame che da apparecchio vintage.

Il quadro era desolante: zoccoli carbonizzati, resistenze annerite, trimmer economici da circuito stampato, cablaggi sfiammati, e cavi dei trasformatori spessi come un dito, il tutto abbondantemente condito da olio e unto sparsi ovunque. La prima operazione è stata inevitabile: rimozione completa dei trasformatori e lavaggio accurato del telaio, per riportare almeno un minimo di dignità al paziente prima di iniziare la vera ricostruzione.

Ho poi provveduto a rimuovere gli zoccoli bruciati e i trimmer da circuito stampato, evidentemente installati da qualcuno convinto che potessero svolgere un ruolo adeguato in un contesto come questo. L’impressione generale era quella di un apparecchio che aveva subito più di un tentativo di riparazione, ciascuno purtroppo meno riuscito del precedente, fino a quando – verosimilmente – si è preso atto dell’incapacità tecnica e si è deciso di fermarsi.

Una volta completata la pulizia del telaio, ho eseguito il collaudo dei trasformatori. Con una certa sorpresa, il trasformatore di alimentazione e l’induttanza di filtro sono risultati perfettamente integri, nonostante le condizioni generali dell’apparecchio. Uno dei due trasformatori d’uscita, invece, era purtroppo in corto.

In accordo con il cliente, si è scelto un approccio pragmatico, optando per la sostituzione anziché il riavvolgimento, in modo da contenere i costi pur garantendo un’elevata qualità sonora. Ho quindi progettato un trasformatore di uscita da 3600 ohm, dimensionato per il funzionamento in push-pull con KT88 collegate a triodo. È utile ricordare che le 8045G originali adottate da Luxman erano triodi veri e propri, non pentodi collegati in ultralineare, per cui il ripristino è stato eseguito seguendo lo schema originale e mantenendo la coerenza circuitale di progetto.















Ripristino con valvole NEC 8045G originali: quando si può, si fa

In un’occasione piuttosto rara, un cliente mi ha portato due Luxman MQ3600, manifestando l’intenzione di ripristinare uno dei due apparecchi con le sue valvole finali originali 8045G NEC, mentre l’altro sarebbe stato destinato alla classica conversione con KT88. Il cliente disponeva di un discreto numero di 8045G usate, sia quelle montate sugli amplificatori, sia altre rimosse in precedenza e conservate. Mi ha quindi chiesto di testarle tutte per valutare la possibilità di selezionare un quartetto funzionante.

Ho eseguito l’analisi completa delle valvole disponibili con l’uTracer, tracciando le curve caratteristiche di ciascuna. Alla fine della selezione ho identificato due coppie molto ben abbinate, praticamente un quartetto “quasi” perfetto, sufficiente per riportare in funzione uno dei due apparecchi mantenendone la configurazione originale.

Il primo dei due MQ3600 era, come spesso accade, stato già manomesso in passato con interventi discutibili. Ho eseguito la consueta revisione completa, partendo dalla verifica di tutte le valvole di segnale, che in questo caso sono risultate perfettamente in ordine. Ho quindi proceduto con l’installazione delle valvole 8045G selezionate, completando le regolazioni di bias e bilanciamento.

Come in tutti gli esemplari dell’epoca, il trasformatore di alimentazione era tarato per 220V nominali. Quando alimentato con la rete attuale a 230V, si presenta una difficoltà nel regolare correttamente il bias, perché le tensioni risultano più elevate rispetto al progetto originale. Per questo motivo, è sempre necessario eseguire una piccola modifica al circuito di polarizzazione, al fine di riportare l’escursione entro un intervallo regolabile e sicuro.

Sono stati inoltre sostituiti i consueti condensatori Nichicon piatti, quasi sempre marci, e sono stati aggiunti bypass in polipropilene sulle alimentazioni dei vari stadi per ottimizzare la stabilità e la risposta in frequenza.

Una volta completata la revisione, ho eseguito le misure strumentali, che hanno restituito risultati sorprendentemente superiori alla media, soprattutto considerando che l’amplificatore è rimasto nella sua configurazione originale con valvole 8045G. La potenza erogata è risultata nettamente superiore a quella di molti MQ3600 modificati con KT88 in ultralineare, con in più un fattore di smorzamento più elevato e una distorsione armonica sensibilmente più bassa. Un’ulteriore conferma del valore intrinseco di questo progetto quando viene riportato nelle giuste condizioni operative.

Prestazioni misurate con valvole 8045G NEC originali

Dopo la revisione completa e la regolazione accurata del circuito di polarizzazione, ho eseguito le consuete misure strumentali sull’esemplare equipaggiato con valvole finali originali NEC 8045G. Il bias è stato impostato a 75mA per valvola, corrispondente a una dissipazione anodica di circa 38W, ben al di sotto del limite massimo dichiarato di 45W per questo tipo di valvola, a garanzia di affidabilità e durata.

I risultati ottenuti sono stati decisamente positivi:

  • Potenza erogata: 72W RMS per canale
  • Fattore di smorzamento (DF): 16
  • Banda passante (trasformatori originali): da 15Hz a 40kHz a –1dB
  • Distorsione armonica (THD) a 1Watt: 0,14%

Questi dati confermano l’elevato potenziale dell’MQ3600 anche nella sua configurazione originale, a condizione che venga revisionato con attenzione e tarato correttamente. Il basso livello di distorsione a bassa potenza e la larghezza di banda molto estesa testimoniano l’ottima qualità dei trasformatori originali e la bontà progettuale dell’apparecchio.

THD

Banda passante

Quadre a 100Hz / 1Khz / 10Khz

Hai un MQ-3600 (o un altro valvolare) da revisionare?

Se possiedi un Luxman MQ-3600 o un altro amplificatore a valvole che necessita di una revisione seria e competente, posso aiutarti a riportarlo alle prestazioni originali – o anche oltre. Che si tratti di una semplice manutenzione, di una conversione o di un intervento profondo come quello descritto in questo articolo, ogni lavoro viene affrontato con cura artigianale, strumentazione professionale e grande attenzione alla resa sonoraPuoi contattarmi in qualsiasi momento tramite la form nella sezione Contatti del sito, descrivendo il modello e le condizioni del tuo apparecchio. Ti risponderò al più presto per valutare insieme la soluzione migliore.

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6 Responses to Luxman MQ-3600: revisione completa e adattamento da 8045G a KT88

  • Bravo Stefano, averne di tecnici di poche parole(perche’ tre son troppe e due son tante..) come te. L’apparecchio collegato ad un pre luxman C12 suona veramente bene e senza ronzii. Avanti cosi alla faccia dei conservatori e non degli ascoltatori.

  • Grande Stefano.
    Dalle foto e descrizione si evince che è un lavoro svolto con
    eccelsa professionalità e conoscenza.
    Anch’io ho un luxman MQ3600 con il suo pre cl 32.
    Non le nascondo che sarei tentato a farglieli revisionare anche se funzionano bene (almeno credo).

  • Gli ho portato circa due mesi orsono il finale in questione in condizioni pessime e sono andato a ritirarlo ieri. Debbo dire che è stato fatto un ottimo lavoro, la macchina suona veramente bene. Le valvole PSvane kt88 si dimostrano aperte ed armoniche e le tarature apportate, compreso il cambio dei trafo dovrebbero garantire lunga vita. Auguri e complimenti Stefano, continua così.

  • Complimenti per il lavoro e il dettagliato resoconto. Ho letto tutto con piacere perché il LUXMAN MQ3600 è stato per me il passaggio alla alta fedeltà e lo ricordo con piacere. Pilotava le mie prime Magneplanar, le MGIIA che purtroppo richiedevano una potenza maggiore, così che vendetti il Luxman per comprare una coppia di monofonici Michaelson & Austin M100.

  • Le modifiche suggerite da luxman si trovano cercando su internet.

  • Ciao, hai foto del circuito con le modifiche? Quali sono le modifiche esatte suggerite da Marantz?

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Riparazione EAR 864 con trasformatore d’uscita guasto

Il preamplificatore EAR 864, progettato dal leggendario Tim de Paravicini, è uno dei punti di riferimento nel mondo dell’audio high-end valvolare. Si tratta di un apparecchio raffinato e molto apprezzato, con una sezione phono eccellente e un’uscita bilanciata a trasformatore, capace di combinare musicalità valvolare e dinamica sorprendente.

L’assurda diagnosi del tecnico “alternativo”

Il cliente che mi ha affidato questo EAR 864 mi ha raccontato una storiella esilarante: prima di arrivare da me, lo aveva portato da un altro tecnico, che avrebbe diagnosticato il guasto come un errore progettuale. A suo dire, il trasformatore d’uscita si sarebbe “bruciato” perché ci passava della corrente continua! Già, secondo questo luminare dell’elettronica, in un trasformatore non dovrebbe mai circolare corrente continua, altrimenti si danneggia. Peccato solo che ignori completamente cosa sia un circuito single ended, dove per definizione la corrente continua è parte integrante del funzionamento del trasformatore!

Una riparazione che richiede ingegno e pazienza

Ricevuto il preamplificatore, ho subito notato tracce evidenti di manomissioni: cablaggi manomessi, condensatori troppo grossi aggiunti in spazi inadatti a contenerli, cavetti schermati dove non serviva… Ma il problema vero era uno dei trasformatori d’uscita, con il primario completamente interrotto.

Smonto entrambi i trasformatori per confronto: uno funzionante, l’altro con primario interrotto. E qui comincia l’ingegneria inversa più complicata che mi sia mai capitata: 10 avvolgimenti distinti, 20 capi da identificare, avvolgimenti che saltano da una gola all’altra e passaggi complessi da seguire. Filo capillare, schema single ended (non push-pull), e un layout veramente contorto.

Matite colorate e reverse engineering

Per orientarmi, sono dovuto andare in tabaccheria a comprare le matite colorate da bambini. Ogni capo un colore, ogni passaggio segnato su foglio di brutta.

Poi, CAD alla mano, ho ridisegnato tutta la mappa del trasformatore per capire come rifarlo. Alla fine, sono riuscito a riavvolgere due cloni perfetti. Li ho anche misurati e confrontati con quello originale rimasto sano, decretando con certezza il successo del lavoro. Il guasto? Nessun segno di bruciatura, semplicemente un punto in cui il sottilissimo filo primario si era spezzato. Probabile cedimento meccanico o vibrazione, nulla di più.

Revisione elettronica e migliorie sensate

Ho quindi smontato il PCB principale del preamplificatore. Molti elettrolitici mostravano ESR elevata, per cui li ho sostituiti. Ho trovato montati due condensatori elettrolitici da ben 1000?µF ciascuno sotto i due catodi della ECC82, una scelta che a mio parere rappresenta un evidente errore progettuale. Una capacità così elevata in quel punto non solo è del tutto superflua dal punto di vista funzionale, ma introduce anche un comportamento indesiderato: al momento dell’accensione, la valvola si trova costretta ad erogare una corrente elevata attraverso il trasformatore d’uscita per caricare quei condensatori, generando uno stress inutile sia sulla valvola che sul trasformatore che ha un primario avvolto con filo sottilissimo. Ho quindi provveduto a sostituirli con due condensatori da 100?µF, valore più che adeguato per garantire la necessaria decoupling senza esagerazioni. Inoltre, li ho bypassati con dei piccoli ma ottimi condensatori in polipropilene NOS da 160?V, componenti di qualità, selezionati appositamente per migliorare la risposta alle alte frequenze e mantenere dimensioni contenute nel poco spazio disponibile.

I condensatori “audiofili” da 600V installati alla rinfusa erano troppo grossi e avevano sollevato le piste dal PCB. Rimossi e sostituiti con NOS da 250V (più che sufficienti per i 180V presenti nel circuito), di qualità misurata superiore e ingombro minimo.

Sostituite alcune resistenze cotte, ho ricollegato con cura i trasformatori nuovi, testato tutte le valvole fornite con il mio uTracer 3+, e sostituito le tre ECC83 nella sezione phono che risultavano deboli e sbilanciate.

Dopo test e misure finali, il preamplificatore EAR 864 è tornato a suonare perfettamente. Un lavoro certosino, pieno di ostacoli, ma che ha ridato vita a uno dei migliori preamplificatori valvolari mai costruiti. E soprattutto, ha evitato che finisse definitivamente nelle mani sbagliate!

Verifica strumentale e prestazioni

A lavoro ultimato, ho effettuato le consuete misure strumentali per verificare la qualità del segnale e il corretto funzionamento del preamplificatore. Lo spettro della distorsione armonica totale (THD), misurato con un’uscita di 10?Vpp su carico bilanciato, mostra un valore contenuto allo 0,18%, con uno spettro armonico pulito e regolare, indice di un funzionamento lineare e ben controllato. La risposta in frequenza si estende da 10?Hz a 25?kHz con una attenuazione di appena -1?dB alle estremità, confermando l’estensione e la linearità della banda passante.

Le onde quadre, testate ai classici 100?Hz, 1?kHz e 10?kHz, si presentano ben definite, prive di overshoot e con tempi di salita e discesa coerenti con il comportamento previsto per un’uscita a trasformatore.

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Riparazione di un Balanced Audio Technology VK-51SE

Il Balanced Audio Technology VK-51SE è un preamplificatore valvolare di fascia alta, apprezzato dagli audiofili per la sua capacità di restituire un suono naturale, dettagliato e con una spazialità eccezionale. Questo modello utilizza una configurazione interamente bilanciata, con uno stadio di guadagno completamente differenziale basato su valvole 6H30, che garantiscono un’ottima linearità e una bassa impedenza di uscita. Il VK-51SE è progettato per offrire un’ampia gamma dinamica e una resa timbrica raffinata, facendo uso di componentistica selezionata e di alta qualità, come condensatori carta-olio e trasformatori accoppiati direttamente al segnale.

Un cliente mi ha portato un VK-51SE lamentando la presenza di fruscii e crepitii nel segnale di uscita. Dopo una rapida ispezione, ho individuato immediatamente una possibile causa nei condensatori elettrolitici di alimentazione: sei condensatori da 470µF che, misurati, risultavano avere una capacità ridotta a circa 390µF. La sostituzione di questi condensatori era necessaria per ripristinare il corretto funzionamento del circuito di alimentazione, ma c’era un’altra questione ben più seria che richiedeva attenzione.

All’interno dell’apparecchio ho trovato una batteria di ben 16 condensatori carta-olio Jensen. Purtroppo, la mia esperienza con questi condensatori non è delle migliori: ho già avuto a che fare con Jensen in passato e, pur essendo molto apprezzati dagli audiofili per il loro contributo al carattere sonoro, si rivelano spesso problematici in termini di affidabilità. In un caso precedente su un amplificatore Audio Note, la dispersione di alcuni Jensen aveva causato la distruzione di un set di preziose 300B.

Facendo ulteriori ricerche sul web, ho trovato conferme su diversi forum americani: molti utenti riportano che i Jensen carta-olio tendono ad essere affidabili solo per le prime 200 ore di funzionamento, dopodiché diventano una vera incognita. Per trovare un’alternativa valida che mantenesse un carattere sonoro simile, ho contattato Audiokit di Roma per un consiglio. Mi sono stati suggeriti gli Audyn Cap Qtex4, condensatori economici ma con una resa sonora sorprendentemente simile ai carta-olio, senza però le problematiche di dispersione e di durata.

Ho quindi ordinato gli Audyn Cap Qtex4, sostituito tutti i condensatori problematici e rimesso in funzione il preamplificatore. Il risultato è stato eccellente: il VK-51SE ha ripreso a funzionare perfettamente, senza più rumori di fondo o instabilità nel segnale.

Durante le misure finali, ho notato un comportamento interessante nella risposta in frequenza: questo preamplificatore è fortemente equalizzato, con una chiara enfasi nella gamma media. Non si tratta di un errore di progettazione o di un’impostazione personalizzata dal cliente, ma di una scelta progettuale deliberata. Questa enfasi conferisce al VK-51SE una particolare “voce” che caratterizza il suono, donando maggiore presenza e corposità al messaggio musicale.

Questa riparazione dimostra come, con la giusta competenza e con componentistica di qualità, sia possibile riportare in vita anche apparecchi di fascia alta mantenendo il carattere sonoro originale, ma con una maggiore affidabilità a lungo termine.

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