HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

Nel mondo dell’hi-fi moderno sembra che senza un DAC da 32 bit e 384kHz, oscillatori femto e regolatori a rumore quantistico zero non si possa nemmeno ascoltare “il ballo del qua qua”. Tutto deve avere un nome altisonante, una scheda tecnica che grida al miracolo, e magari un alimentatore più grosso di quello del tuo amplificatore finale.

Eppure, la realtà dell’ascolto è un po’ diversa. Questo articolo nasce per ridare dignità all’essenziale, con un progetto che, sebbene a prima vista possa sembrare minimale, economico o addirittura giocattolesco, dimostra come la qualità del suono non sia legata al numero di bit o ai kilohertz stampati sulla scatola, ma soprattutto a come viene trattato il segnale una volta che lascia il chip del convertitore. La parte analogica fa il suono. E quando è fatta bene, anche con una base semplice, può superare prodotti ben più costosi e pretenziosi.

Dopo anni di test, prove d’ascolto e anche qualche presa in giro a certa retorica audiofila, questo progetto è diventato un piccolo classico. Ed è proprio da lì che nasce la sua evoluzione: un oggetto rifinito, robusto, certificato CE, pronto all’uso ma sempre fedele allo spirito originale.

USB MiniDAC PR-Zero ECC86

Il MiniDAC PR-Zero ECC86 è la versione definitiva, costruita professionalmente, del progetto qui sotto, nato per curiosità e spirito di sperimentazione. Si basa ancora sul collaudatissimo chip PCM2707, un convertitore USB sincrono a 16 bit / 48kHz, più che sufficiente per riprodurre con fedeltà qualunque CD e tutte le registrazioni 44khz / 16bit disponibili online.

Ma è la parte analogica che fa la differenza. Il segnale passa attraverso una vera valvola ECC86, pensata appositamente per operare a basse tensioni, e pilotata in modo corretto. A valle, un buffer con JFET BF256 abbassa l’impedenza d’uscita, rendendo il DAC compatibile anche con amplificatori dallo stadio d’ingresso meno tollerante, senza snaturare la musicalità della sezione valvolare.

La costruzione è su circuito stampato, in un contenitore compatto, dotato di alimentazione ben filtrata, interruttore, indicatore LED, connettori robusti e layout ottimizzato. Nessuna cinesata volante. È un prodotto completo, testato e pronto all’uso, pensato per chi vuole un DAC entry-level diverso dal solito, con un’anima vera, analogica, calda ma che suona davvero, e non solo sulla carta.

Non ha le pretese di “distruggere” DAC da migliaia di euro, ma nella sua fascia di prezzo (e anche sopra), pochi oggetti possono offrire la stessa personalità sonora, la coerenza tecnica e la cura costruttiva. È perfetto per chi muove i primi passi nel mondo dell’hi-fi valvolare, per chi vuole un secondo impianto godibile, o semplicemente per chi è stanco di specchietti per allodole digitali e vuole ascoltare musica, non firmware.

Kit PCB + Trasformatore + Supportino per PCM2707

Per chi preferisce l’autocostruzione ma vuole partire da una base solida e collaudata, è disponibile anche il PCB del PR-ZERO, pronto per il montaggio e abbinabile al trasformatore di alimentazione dedicato, progettato su misura per questo circuito. Una soluzione ideale per chi desidera realizzare il proprio DAC valvolare partendo da componenti affidabili, evitando compromessi su alimentazione e layout. Contattami se sei interessato all’acquisto del kit PCB + trasformatore.

A seguire, l’articolo originale che ha dato vita a tutto.


Versione a bassa tensione con ECC86

Per mettere alla prova le mie idee, ho acquistato su eBay un piccolo DAC USB sincrono basato sul chip PCM2707, con risoluzione massima di 16 bit a 48 kHz, spendendo meno di 10 euro, precisamente 5,69€. A prima vista potrebbe sembrare una schedina da poco, ma l’obiettivo non era costruire l’ennesimo giocattolo da scrivania, bensì verificare cosa si potesse ottenere abbinando a questo convertitore economico un vero stadio di preamplificazione valvolare, non un semplice buffer passivo o un’op amp qualsiasi.

Come prima modifica, ho rimosso il connettore jack e i due condensatori elettrolitici sull’uscita (segnalati con una stellina rossa in foto), per poter interfacciare direttamente il segnale al nuovo stadio analogico, eliminando tutto ciò che poteva degradarlo inutilmente.

Ho rimosso anche il connettore RCA giallo, che in molti potrebbero scambiare per un ingresso, ma in realtà è un’uscita S/PDIF praticamente inutile nel contesto di questo progetto. A quel punto ho montato tutto su una basetta millefori, e vista la debolezza del segnale in uscita dal PCM2707, troppo basso per pilotare correttamente la maggior parte degli amplificatori, ho aggiunto uno stadio di preamplificazione valvolare vero, basato sulla ECC86, una valvola progettata appositamente per operare a bassa tensione anodica.

A tal proposito, apro una parentesi importante: Spesso si vedono online progetti che usano valvole a bassa tensione… ma non valvole progettate per funzionare a bassa tensione. Vengono usate ECC82, ECC83, ECC88 e simili, nate per funzionare a 150–250V, alimentate invece con 12, 24 o 30 volt. Il risultato? Segnale con impedenza altissima, distorsione marcata, e peggio ancora: degrado precoce per avvelenamento del catodo (cathode poisoning), un fenomeno reale e ben documentato che porta alla perdita progressiva delle prestazioni.

Per questo ho scelto la ECC86, valvola sviluppata per le autoradio valvolari d’epoca, progettata per lavorare correttamente a basse tensioni, senza compromessi né rischi di danneggiamento nel tempo. Una soluzione tecnica corretta, non un’imitazione ad effetto. Ecco lo schema premium:

Per completare il progetto ho realizzato un contenitore in plastica stampato in 3D, scelta dettata sia da motivi economici sia da un certo spirito provocatorio nei confronti di chi costruisce apparecchi dal prezzo esorbitante, ma spesso con prestazioni che non vanno di pari passo con il costo. Il tutto è stato rifinito con un interruttore e un LED di accensione, per rendere l’insieme semplice ma funzionale, senza inutili orpelli.

All’ascolto, in un ambiente acusticamente trattato da professionisti del settore e con diffusori di assoluto riferimento, questo piccolo DAC ha stupito per la qualità del suono: arioso, dettagliato, brillante, con una resa ben oltre quanto ci si potrebbe aspettare guardando solo il costo o la scheda tecnica.

Per curiosità (e un po’ per sfida), lo abbiamo messo a confronto con un DAC commerciale da circa 3000€, dotato del convertitore AK4495S e stadio valvolare integrato, su una catena identica e con file a 24bit/192kHz. Ci si aspetterebbe un abisso tra i due: da una parte un progetto artigianale economico, basato su una schedina cinese da 5€, che in totale arriva a 150€ compresa la manodopera; dall’altra un oggetto di fascia alta, griffato e venduto come soluzione definitiva. E invece no!

La differenza si sentiva, certo: il DAC da 3000€ aveva una grana più fine, una sensazione di maggiore controllo nei microdettagli. Ma il gap sonoro reale era molto più piccolo di quello economico. Per intenderci: non era come passare da un citofono a un impianto da studio, ma piuttosto come passare da una carta vetrata grana 500 a una grana 1000. Solo che per farlo non si è passati da 150€ a 300€, ma da 150€ a 3000€.

Sono convinto che anche i meno esperti, purché un minimo curiosi e disposti a mettere le mani su un saldatore, possano realizzare questo progetto con poca spesa e grandi soddisfazioni d’ascolto. Il risultato è godibile, musicale e concreto, ben lontano dall’idea di “progetto economico = suono mediocre”.

Ovviamente, nulla vieta di utilizzare questo stadio valvolare anche con DAC più performanti, magari con convertitori a 24 o 32 bit, se si desidera un upgrade mantenendo il carattere analogico. L’unica accortezza importante è non caricare troppo l’uscita della ECC86: si tratta pur sempre di una valvola a bassa tensione, ma che lavora con circa 1 mA di corrente anodica, quindi deve interfacciarsi con amplificatori che abbiano un’impedenza di ingresso di almeno 47k?. Scendere sotto questa soglia significherebbe forzare il funzionamento della valvola fuori dal suo range ottimale. Per quanto riguarda la compatibilità, il DAC è plug & play, riconosciuto senza driver aggiuntivi da tutti i sistemi operativi: Windows (da XP in poi), Linux e macOS.

Variante con alimentazione 24Vcc esterna e buffer d’uscita

Questa versione del circuito nasce su richiesta di “G.M.”, per essere abbinata a un finale a stato solido DIY già dotato di alimentazione a 24Vcc. Il progetto di base è lo stesso, ma in questo caso si è reso necessario un adattamento: l’amplificatore aveva infatti un’impedenza d’ingresso troppo bassa per essere pilotata correttamente dalla sola ECC86, che lavora al meglio con carichi ben più elevati.

Per risolvere il problema, è stato aggiunto uno stadio buffer a JFET in uscita, utile ad abbassare l’impedenza e permettere al DAC di interfacciarsi senza difficoltà con il finale. Il risultato mantiene il carattere sonoro della ECC86, migliorando però la compatibilità con un maggior numero di amplificatori.

Commento di “G.M.” arrivato per email:

Sono strabiliato, esterrefatto, ammutolito e commosso alle lacrime non è possibile, non è reale finalmente sono riuscito a collegare il tutto e tanto per provarlo ho collegato due casse senza valore ma il suono è inimmaginabile, finalmente ho una idea di cosa sia definizione, spazialità, presenza dei bassi non vedo l’ora di collegarle con altoparlanti più seri non hai idea di quanto ti sia riconoscente! 

Grazie, grazie, grazie. Con la musica mi hai fatto scoprire un mondo nuovo  credo di dover ringraziare anche tuo nonno che ti ha sostenuto nella tua passione ci sentiremo più avanti, ringraziandoti ancora, buon proseguimento.

Variante con ECC82

In questa versione, al posto della ECC86 a bassa tensione, è stata utilizzata una ECC82 alimentata ad alta tensione, per chi desidera un suono con caratteristiche leggermente diverse e ha la possibilità di gestire tensioni anodiche più elevate. Nelle foto si può notare una valvola 9AU7, che non è altro che una variante della 12AU7 con filamento a 9 volt anziché 12. A livello funzionale, la differenza si limita proprio al filamento: il comportamento elettrico e le prestazioni restano praticamente identici. Sotto lo schema premium:

La scatoletta di questo l’ho stampata con plastica marrone perchè lo si voleva abbinare al finale c-rust 6jz8.

Se poi siete interessati ad acquistare l’oggetto già finito potente contattarmi cliccando qui.

Il montaggio di “S.C.” della versione con ECC86

Finalmente finito.
Mi ci ha messo una vita ad arrivare il dac ma alla fine mi è venuto bene e suona bene!

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2 Responses to HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

  • Ti ho risposto per email, se vuoi ti posso fornire un computer allestito con i dovuti software per riproduzione di audio digitale, oppure se hai un vecchio (non troppo) notebook che non usi più ti installo Linux e strawberry. Una nota su strawberry, è disponibile anche per windows e mac ma su Linux ha la possibilità di eseguire in modalità bit perfect.

  • Ciao, ti ringrazio per l’aiuto (per quel che ci posso capire io che non ci capisco niente), che hai dato, gi esempi sono stati stracalzanti e molto semplici da capire. ti chiedo se posso un consiglio, devo cabiare l’impianto e seguendo le tue dritte non so che prendere di ciò che c’è sul mercato. io a casa avrei la linea lan che potrebbe arrivare direttamente al DAC ma per leggere i dati? devo prendere un lettore di rete? eppoi ci vuole un dac a valvole ? si trovano con delle buone valvole fatte a posta per bassa tensione? e deve essere per forza valvoare il dac? perchè ho letto in diversi siti che non era importante e che bastava un buon DAC che il lavoro grosso per avere un suono veramente buono lo doveva fare l’amplificatore, che a questo punto vorrei perendere valvolare … ma, seguendo le tue stesse dritte quale? se mi rispondi credo che te ne sarò eternamente grato. Grazie

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Restauro e conversione FM di autoradio Voxson Junior

Le autoradio Voxson Junior sono tra i simboli più iconici dell’Italia a quattro ruote degli anni ’60 e ’70. Progettate per essere compatte e leggere, erano spesso accoppiate a vetture come la mitica Fiat 500, dove ogni centimetro del cruscotto contava.

La diffusione della sola banda OM (onde medie) e, nei modelli più completi come la Junior 902, anche delle OL (onde lunghe), oggi rende queste radio affascinanti quanto obsolete. Con il passare degli anni, molte di queste frequenze sono sparite dall’etere, rendendo necessaria una conversione alla banda FM per poter ascoltare qualcosa di più attuale. In alternativa, è possibile dotarle anche di ricezione Bluetooth, così da collegarle direttamente allo smartphone mantenendo un’estetica retrò ma con cuore moderno.

Il lavoro sulla Voxson Junior 70

Il primo intervento è stato effettuato su una Voxson Junior 70, una radio che mi è stata consegnata non funzionante. Da quanto appreso, era già stata oggetto di un tentativo di riparazione non riuscito. La diagnosi iniziale ha confermato il peggio: i transistor del finale audio erano completamente guasti, e tutti i fili di gomma interni si sbriciolavano al solo tocco.

Fortunatamente, c’era una buona notizia: l’oscillatore locale funzionava perfettamente, generando una sinusoide forte e stabile – condizione essenziale per poter pilotare un modulo FM alternativo.

Conversione e ripristino

Ho quindi deciso di procedere con una conversione radicale, mantenendo però il look originale e parte della circuiteria storica. Ecco i passaggi principali:

  1. Rimozione dell’amplificatore audio originale, ormai irrecuperabile.

  2. Installazione di un modulo TDA2030, un integrato che fornisce un’ottima qualità audio, collegato al potenziometro del volume originale per mantenere l’interfaccia utente fedele all’epoca.

  3. Inserimento di uno dei miei moduli FM, pilotato direttamente dal segnale di oscillatore locale originale – una soluzione elegante e funzionale.

  4. Sostituzione delle vecchie lampadine bruciate con due LED.

Il risultato finale è una Voxson Junior 70 che sembra uscita dagli anni ’60, ma riceve in FM con perfetta stabilità e suona meglio che mai. Il fascino vintage è stato preservato, ma la funzionalità è tutta moderna.

Voxson Junior 902: ripristino e conversione FM

La Voxson Junior 902 è forse la più rappresentativa tra le autoradio installate sulle Fiat 500: un modello compatto, nato per ricevere Onde Medie (OM) e Onde Lunghe (OL), perfettamente integrato nello stile dell’epoca. Mi è stata consegnata con una richiesta ben precisa: ripristinarla e convertirla alla banda FM, mantenendo però l’aspetto originale per non snaturare l’estetica della vettura d’epoca su cui sarà installata.

A differenza della Junior 70, il lavoro su questa 902 non ha presentato particolari criticità. Dopo un’attenta pulizia del circuito stampato, ho dovuto rivestire con tubetti isolanti diversi fili in gomma interni che, come spesso accade su questi modelli, si stavano letteralmente sbriciolando col tempo.

La conversione FM è stata realizzata con uno dei miei moduli dedicati, che in questo caso non è stato possibile alloggiare all’interno dell’autoradio stessa: la Junior 902 è infatti così compatta e densa di componenti da sembrare una scatoletta di sardine. Nessun problema però: il modulo FM è stato montato all’esterno del case, ma rimane completamente invisibile una volta installato sul cruscotto, dove trova comodamente posto all’interno, senza compromettere né l’originalità visiva né la funzionalità.

Il risultato è un’autoradio storica che mantiene tutto il suo fascino vintage, ma che oggi può finalmente tornare a trasmettere musica con ricezione FM stabile e moderna – perfetta per accompagnare una Fiat 500 restaurata sulle strade di oggi.

Eccola in funzione

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Autoradio Autovox Piper – Restauro e Conversione FM

Le autoradio Autovox Piper rappresentano un pezzo di storia dell’elettronica automobilistica italiana. Prodotte ad iniziare dagli anni ’60, queste autoradio erano tra le più diffuse e apprezzate per la loro qualità costruttiva e la praticità d’uso. In particolare, i modelli RA314 (solo OM), RA310 (solo OM), RM314 (solo OM), RC313 (OM e OL) e RM312 (OM e OL) erano spesso installati sulle Fiat 500 e altre vetture d’epoca, diventando un vero e proprio simbolo di stile e funzionalità.

Queste autoradio si caratterizzavano per le dimensioni compatte, la possibilità di essere rimosse facilmente dal cruscotto per evitare furti e un’elevata sensibilità nella ricezione delle Onde Medie (OM) e, per alcuni modelli, delle Onde Lunghe (OL). Tuttavia, con la progressiva scomparsa delle trasmissioni in OM e OL, queste radio sono diventate oggetti di culto tra gli appassionati di auto d’epoca, ma poco funzionali nell’uso quotidiano.

Mi sono specializzato nel restauro di queste autoradio Autovox Piper e nella loro conversione alla ricezione FM attraverso un modulo progettato appositamente per adattarsi alle circuiterie originali. Durante la conversione, non rimuovo il circuito di ricezione OM: il modulo FM sfrutta una parte di questo circuito per ottenere il segnale corrispondente alla rotazione della manopola della sintonia, convertendolo poi nel cambio di sintonia delle stazioni FM. In questo modo, l’autoradio mantiene l’estetica e l’ergonomia originale, adattandosi però alla ricezione moderna in FM.

In questo articolo, mostrerò alcuni esempi di restauro e conversione di un modello solo OM e di un modello OM/OL. È importante sottolineare che, dato lo scarso interesse per la ricezione in OM e OL, una volta convertite le radio riceveranno esclusivamente l’FM.


Una delle autoradio Autovox Piper più richieste dai restauratori di Fiat 500 è senza dubbio la Piper RA314. Questo modello, pur essendo molto diffuso negli anni ’70, presenta una limitazione significativa per l’uso moderno: non è in grado di sintonizzarsi sulle stazioni FM attuali. Fortunatamente, grazie alla mia esperienza e al modulo FM SB-LAB, è possibile riportare queste radio alla piena funzionalità, mantenendo inalterata l’estetica originale.

Fase di restauro e revisione

Prima di procedere alla conversione, è essenziale un’accurata revisione dell’autoradio. Ogni componente viene controllato con cura: i condensatori elettrolitici, spesso degradati dal tempo, vengono sostituiti con equivalenti di qualità superiore per garantire una risposta sonora stabile e priva di distorsioni. I potenziometri, soggetti a ossidazione, vengono puliti e lubrificati per assicurare una regolazione precisa del volume e della sintonia. Anche il cablaggio interno viene controllato e, se necessario, ripristinato con filo in rame stagnato per garantire la massima conducibilità e durata nel tempo.

Conversione alla ricezione FM

Dopo il restauro, si passa alla fase di conversione. Il modulo FM SB-LAB è progettato specificamente per integrarsi alla circuiteria originale della Piper RA314 senza alterarne l’aspetto o il funzionamento. Il modulo FM sfrutta una parte del circuito originale per ottenere il segnale di rotazione della manopola della sintonia, convertendolo poi nel cambio di sintonia delle stazioni FM. In questo modo, la rotazione della manopola originale continuerà a regolare la sintonia, proprio come avveniva in origine, ma permettendo di sintonizzarsi sulle moderne frequenze FM.

Collaudo e risultato finale

Una volta installato il modulo, la radio viene sottoposta a un lungo ciclo di collaudi. Si verifica la sensibilità di ricezione, la qualità audio e la precisione nella sintonia. Ogni dettaglio viene rifinito con cura per assicurarsi che la radio non solo funzioni perfettamente, ma che offra anche un suono caldo e pulito, tipico delle autoradio vintage di alta qualità.

Infine, l’autoradio viene rimontata e testata su banco, riproducendo le stazioni FM con una chiarezza sorprendente. Il risultato finale è una Piper RA314 che mantiene il fascino e l’autenticità dell’epoca, ma con la praticità della ricezione FM moderna.

Eccola in funzione

Montata nell’auto


Conversione di una Piper RM312 (OM/OL) alla ricezione FM

Un altro modello interessante della serie Piper è la RM312, la versione con ricezione su Onde Medie (OM) e Onde Lunghe (OL). Esternamente, la RM312 è pressoché identica alla RA314, ad eccezione della presenza dell’interruttore frontale per la commutazione tra OM e OL. Anche internamente le somiglianze sono molte: la RM312 utilizza lo stesso circuito stampato della RA314, ma presenta una popolazione più completa di componenti, montati negli spazi che nella RA314 sono solo serigrafati sul PCB. Questa configurazione più complessa richiede un intervento leggermente diverso rispetto alla RA314 per la conversione alla ricezione FM.

Fase di preparazione e modifica

Prima di installare il modulo FM, è necessario liberare spazio all’interno della radio, poiché la configurazione con OL richiede più componenti, rendendo il montaggio del modulo FM più difficoltoso. Il primo intervento consiste quindi nella rimozione del meccanismo di commutazione OM/OL. Il commutatore sul frontale resterà esteticamente in posizione, ma meccanicamente non sarà più connesso a nulla. La radio verrà quindi bloccata in modalità OM, poiché le Onde Lunghe non verranno più utilizzate.

Un’altra modifica essenziale è la rimozione di tre trasformatori di media frequenza utilizzati esclusivamente per la ricezione OL. La loro rimozione, oltre a semplificare il circuito, è indispensabile per ricavare lo spazio necessario all’alloggiamento del modulo FM. Devono anche essere ponticellati dei pad sia sopra che sotto se no il circuito della radio smette di funzionare completamente.

Installazione del modulo FM

Una volta completata la preparazione, l’installazione del modulo FM segue lo stesso processo adottato per la RA314. Il modulo FM SB-LAB viene collegato utilizzando una parte del circuito di ricezione OM per ottenere il segnale di rotazione della manopola della sintonia, che viene poi tradotto nel cambio di sintonia delle stazioni FM. In questo modo, la manopola originale della radio continuerà a funzionare come in origine, ma permetterà di sintonizzarsi sulle stazioni FM moderne con la stessa sensazione tattile di una radio d’epoca.

Aggiornamento dell’illuminazione della scala parlante

Durante il processo di conversione di questa radio in particolare, ho notato che le lampadine originali per l’illuminazione della scala parlante erano bruciate — una condizione piuttosto comune su queste autoradio datate. Per risolvere il problema, ho installato due LED bianchi che offrono una luce molto più intensa e uniforme rispetto alle lampadine originali. La scala parlante, che prima risultava a malapena visibile solo in condizioni di buio totale, ora risplende di una luce chiara e leggibile anche in con un minimo di illuminazione, valorizzando ulteriormente l’estetica vintage della radio.

Collaudo e risultato finale

Con il modulo FM installato e la nuova illuminazione operativa, la RM312 viene sottoposta a un accurato collaudo per verificare la qualità della ricezione e la stabilità della sintonia. Il risultato finale è una radio che conserva l’aspetto e il fascino dell’epoca, ma con la funzionalità e la praticità della ricezione FM moderna. La manopola di sintonia risponde in modo preciso e il suono è caldo e dettagliato, come ci si aspetterebbe da una Piper restaurata con cura e competenza.

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