Smorzamento con Zero Feedback ? È Possibile ?

I precedenti articoli che ho pubblicato su questo argomento hanno smosso la curiosità di diversi utenti che mi hanno chiesto informazioni privatamente su questo argomento spinoso. Gli articoli a cui mi riferisco (che consiglio di leggere) sono  questi:

Cos’è il Fattore di smorzamento dell’amplificatore?

Negative Feedback e la caccia alle streghe

SB-Nibiru – Prototipo – Perchè non esiste solo la distorsione armonica

Riassumendo il punto della questione è che nonostante la stampa di settore e tutti i vari guru dell’alta fedeltà valvolare continuino imperterriti a spacciare il mito dell’amplificatore zero feedback come soluzione indispensabile per ottenere un buon suono la realtà che vedo è che moltissime persone sono scontente del suono dei loro apparecchi o degli apparecchi che vendono. I guru e la stampa di settore dell’alta fedeltà hanno demonizzato tutto quello che fa uso di controreazione spingendo i produttori a seguire la moda ma così facendo hanno ristretto le possibilità di scelta al punto che tanti abbandonano questo mondo totalmente, o passano allo stato solido perchè non sono più disposte a spendere soldi per apparecchi che trovano insoddisfacenti. Restringendo il mercato ad apparecchi ipercostosi spesso dalle doti discutibili e la clientela che lo frequentano a una nicchia di persone troppo spesso estremiste e talebane. E non è finita qui perchè questa follia dilangante comicia ad intaccare anche il mondo dello stato solido in quanto cominciano a spuntare qua e la anche amplificatori a transistor/FET zero feedback. I produttori sono accecati dai prezzi che sono disposti a pagare i clienti estremisti perdendo di vista i numeri ben più grandi del resto del pubblico.

Io ho già dimostrato nel mio piccolo che l’impiego di trasformatori di qualità molto elevata unitamente a un moderato e accurato uso della controreazione possa portare alla realizzazione di apparecchi dalle doti sonore uniche e che sono apprezzate in modo molto positivo anche dai quegli utenti che ascoltano musica da decenni e che fino ad oggi avevano snobbato certe soluzione tecniche in quanto demonizzate ovunque si leggesse di valvole, rimanendo essi, sorpresi da quello che si riesce ad ottenere facendo le cose nel modo giusto, ottenendo risultati impensabili o che molti per anni hanno agognato e ricercato nei loro valvolari (tutti zero feedback), cambiando valvole in modo compulsivo senza mai riuscire ad arrivare al risultato sperato. Ma i guru continuano la loro folle corsa verso il baratro, perdendo clienti dopo averli spennati, rovinando apparecchi, rovinando il mercato e la credibilità di tutta una categoria.

La domanda che mi è stata posta da un visitatore del sito è stata:

Ma con un budget elevato sarebbe possibile progettare e costruire per esempio un SE a triodi con nessuna retroazione, nè globale e nemmeno locale, e che funzioni sonicamente bene? Da abbinare a diffusori ad alta sensibilità e facili da pilotare?

Ci tengo a dirlo, perchè la domanda dimostra ancora una volta l’opera di proselitismo dei guru che dicono che se vuoi che suoni bene devi spendere tanto e il progetto sia fatto “bene”, però non si capisce come debba essere fatto questo progetto per essere fatto “bene” ma sopratutto più di una volta ho visto apparecchi venduti a svariate migliaia di € (e non necessariamente cinesi) avere talmente tanti problemi di funzionamento che dovevo dire al cliente che per farli suonare bene si sarebbe dovuto ricostruirli da zero buttando via tutto, trasformatori compresi… Perchè io sono sincero, altri “tecnici” da cui erano andati prima di me si limitavano a rubargli soldi vendendo valvole che dovevano risolvere chissà cosa ma che poi non risolvevano un bel niente, perchè se il circuito è sbagliato non c’è valvola che possa risolvere il malfunzionamento. Gli altri hanno guadagnato la vendita di una sporta di valvole al contrario di me che ho detto la verità e non ho guadagnato niente, ma alla lunga questi personaggi pagheranno la loro disonestà, o almeno si spera, perchè resta un nutrito gruppo di utenti che amano cambiare apparecchi e valvole in continuazione.

Quindi tornando alla domanda sopra io rispondo che basta fare un circuito ben fatto e con un uso corretto di controreazione per ottenere risultati ottimi, come ho spiegato negli articoli dei link sopra il più grosso problema dell’assenza di feedback in un’amplificatore sia il fattore di smorzamento molto basso e di tutti i problemi sonori che questo causa, sopratutto se si abbina l’amplificatore con diffusori che abbiano inerzie elevate (coni con diametro elevato) e/o dotati di reflex.

La domanda quindi è:

È possibile avere un fattore di smorzamento decentemente elevato su un finale valvolare senza usare controreazione?

Ho già accennato negli altri articoli che il fattore di smorzamento “naturale”, ossia lo smorzamento che il finale mostra anche privo di controreazione dipenda al 50% dal trasformatore d’uscita e al 50% dalla valvola finale, o meglio dalla “resistenza interna” di tale valvola. Le caratteristiche del trasformatore d’uscita sono comunque legate in buona parte da quelle della valvola quindi alla fine si può dire che se il trasformatore è una scelta quasi obbligata la responsabilità del risultato finale, quanto a smorzamento, dipenda nella maggiorparte dalla valvola, mentre non centra il driveraggio. Tutto dipende quindi solo ed unicamente dalla resistenza interna della valvola finale, dalle sua classe di funzionamento (classe A o AB) e dal rapporto di trasformazione del trasformatore.

Come è stato già detto in altri articoli il Damping Factor non è altro che un modo di assegnare un “punteggio” a quella che è la resistenza d’uscita di un circuito, o Rout, infatti il valore del DF si ottiene dalla Rout precedentemente calcolata tramite formula matematica: DF = L/Rout dove L è il valore del carico. Mentre la controreazione non è altro che un modo di abbassare la Rout di un circuito.

Nel caso di un’amplificatore valvolare, la teoria dice che se si vuole aumentare lo smorzamento senza usare controreazione è necessario adottare una valvola che abbia di per sè una resistenza interna molto bassa, ma quali valvole vanno bene e quali no? Genericamente posso dire che perchè il gioco dello smorzamento senza controreazione funzioni servono valvole con resistenze interne inferiori ai 200ohm, oppure parallelare valvole in modo da raggiungere una Ri combinata sufficientemente bassa, è sconsigliato il single ended parallelo perchè il trasformatore soffre la DC e ha maggiori dispersioni al contrario di una configurazione pushpull in classe A si rileva essere la soluzione migliore.

Quindi le valvole devono essere triodi o pseudo tali e la rosa delle scelte possibili si limita alle 6080 / 6AS7 / 6336 / 6C33 e le varie equivalenti di queste valvole che ho elencato… (chiunque conosca altre valvole con caratteristiche simili è pregato di segnalarle sotto nei commenti).

Tutte le altre valvole, anche le super conosciute e acclamate dal grande pubblico degli audiofili comprese le beneamate 2A3 / 300B / 845 / 211 hanno Ri troppo elevate e messe a zero feedback finiscono per dimostrare fattori di smorzamento bassissimi, mai oltre un fattore 2 o 3 (e chi dice di ottenere fattori di smorzamento elevati, zero feedback, con queste valvole racconta balle).

Calcolo dello smorzamento “teorico” Zero Feedback

Dato questo circuito teorico:

Abbiamo un trasformatore con un rapporto di trasformazione “n” formato da un’avvolgimento primario e un’avvolgimento secondario, entrambe gli avvolgimenti hanno una resistenza parassita RDC1 e RDC2. La resistenza RDC1 va considerata in serie alla Ri del triodo, mentre RDC2 va considerato in serie all’altoparlante. La Rout si calcola con questa formula:

((Ri+RDC1)/(n*n))+RDC2

Come si calcola il rapporto di trasformazione ?

Radice Quadrata di Inp.Pri/Inp.Sec

Dove le impedenze sia primarie che secondarie sono espresse in ohm.

Assumiamo che il triodo sia una sezione della 6336A con una resistenza interna di 330ohm, la RDC1 del trasformatore sia 80ohm, la RDC2 sia 0,3ohm l’impedenza primaria 3k e la secondaria 8ohm, quindi il rapporto di trasformazione è: 19,365:1

((330+80)/(19,365*19,365)) + 0,3 = 1,39ohm
Pari ad uno smorzamento DF di “L/Rout” ossia 8/1,39 = 5,7 (appena sufficente)

Cosa succede se modifichiamo il trasformatore per avere un secondario da 4ohm invece che da 8? Il rapporto di trasformazione diventa di 27,386:1 mentre RDC2 che prima era circa 0,3ohm diventerebbe circa 0,2 (non 0,15… attenzione che da 4 a 8ohm le spire non raddoppiano!) quindi la formula diventa:

((330+80)/(27,386*27,386)) + 0,2 = 0,746 (arrotondando i decimali)
Pari ad uno smorzamento DF di 4/0,746 =  5,36

Quindi lo smorzamento non cambia cambiando tra le varie prese del trasformatore d’uscita, la differenza tra i 2 calcoli è dovuta agli arrotondamenti questo a smentire qualche cialtrone che afferma che lo smorzamento sia diverso se si usa una cassa da 8ohm sulla presa a 8ohm piuttosto che una cassa a 4ohm sulla presa a 4.

Cosa succede se usiamo una famosissima e bellissima e tanto di moda 300B con Ri di 740 con il classico trasformatore da 3k Rapporto 19,365, RDC1 da 64ohm e RDC2 da 0,09ohm…

((740+64)/(19,365*19,365) + 0,09 = 2,234
DF 8/2,234 = 3,58 (insufficiente) 

Continuiamo a divertirci, qualcuno che non sa far conti nè misure vanta PSE con la 845 Ri con fattori di smorzamento dichiarati a 3 cifre sopra lo zero, la Ri delle 845 è di 1700omh diviso 2 perchè ci sono 2 valvole in parallelo 850ohm, trasformatore sempre da 3k ma molto più grosso di quello che si userebbe con una 300B per via delle potenze maggiori, quindi RDC maggiori… non devo starlo nemmeno a calcolare, è ovvio che lo smorzamento sarà molto più basso di 3,5…

Adesso che ho dimostrato che con le valvole fighette famose non si va da nessuna parte quanto a smorzamento zero feedback torniamo alla nostra 6336A, cosa succede se usassi un trasformatore da 5k primari invece che da 3k? Il rapporto di trasformazione è: 25:1 e diciamo una RDC1 di 100ohm (valore ipotetico).

((330+100)/(25*25)) + 0,3 = 0,988ohm
Pari ad uno smorzamento DF di “L/Rout” ossia 8/0,988 = 8,09 (fattore di smorzamento assolutamente ottimo)

Sembra di aver trovato il sacro graal ma purtroppo questi erano tutti calcoli teorici, che considerano un trasformatore ideale privo di perdite, quindi con un trasferimento di energia di 1 tra primario e secondario, purtroppo però nei trasformatori reali il trasferimento di energia è sempre inferiore a 1, quindi c’è un’ulteriore resistenza fantasma in serie al nostro circuito che potete immaginare interposta tra primario e secondario, nel dominio magnetico. L’energia elettrica che passa nel primario si trasforma in energia magnetica che si trasferisce al secondario trasformandosi di nuovo in energia elettrica, in questa tripla trasformazione di dominio (elettrico/magnetico/elettrico) purtroppo ci sono delle perdite inevitabilmente che si possono immaginare come un’ulteriore resistenza in serie al circuito.

Il secondo problema sta nel fatto che aumentando l’impedenza primaria del trasformatore la retta di carico vista dalla valvola si corica molto, quindi si ha una diminuzione drastica della potenza trasferita al carico, si potrebbe ovviare a questo problema spostando il punto di lavoro ad una tensione molto più alta, ma per loro natura valvole come le 6080/6336 etc non possono sopportare tensioni di placca molto elevate. Il datasheet della 6336A indica una tensione massima di 400volt ma nella voce “absolute values” il che significa che non è consigliabile farla lavora così in alto… ma deve essere il punto morto superiore dove cade la retta di carico, il punto a riposo sarà quindi molto più basso. Delle sciances in più si potrebbero avere con delle valvole di riga TV connesse a triodo che possono gestire tensioni molto più alte e quindi impedenze elevate ma hanno però anche Ri molto più elevate quindi è probabile che alla fine ci si trovi incatenati ad un’albero e non si possa andare molto in là in assenza di feedback… Proviamo a calcolare cosa uscirebbe con un SE di 845 su un trasformatore da 12k primari, rapporto 38,73, RDC1 217ohm, RDC2 0,22

((1700+217)/(38,73*38,73) + 0,22 = 1,498
DF 8/1,498 = 5,3

Come appare evidente si è sempre li attorno, e fidatevi che nessuno può infrangere le leggi della fisica se non forse Dio… e i ciarlatani truffatori che lo scrivono ma poi sono solo un sacco di balle. Voglio far notare inoltre che la RDC2 appare molto importante per il risultato finale, è quindi buona cosa che l’avvolgimento secondario abbia una resistenza DC la più bassa possibile pena la penalizzazione del fattore di smorzamento, è quindi buona pratica che tutti le sezioni del secondario siano possibilmente poste in parallelo tra loro andando contro a quanto affermato da altri personaggi che vanno affermando che le sezioni del secondario vadano poste in serie perchè poi la tensioni non sono uguali tra le varie sezioni e quindi fanno a pugni e distorcono blabla… se le avvolgi male con un numero di spire diverso sicuramente avrai problemi se no son solo paranoie come un’altro sacco di cose senza senso che si leggono negli scritti di queste persone.


Il dilemma del pushpull

E in pushpull come si calcola lo smorzamento? Questo argomento ha fatto scoppiare un guerra tra guru… Nel pushpull le 2 valvole sono da considerarsi in serie o in parallelo? I guru dicono in parallelo ma prutroppo si sbagliano. Nel pushpull il calcolo resta uguale ma la resistenza interna delle 2 valvola si somma, trascurando la resistenza degli avvolgimenti del trasformatore il circuito equivalente lo si può pensare fatto così:

Per misurare l’impedenza di uscita si devono cortocircuitare i due generatori equivalenti che simulano le due valvole (in pratica si azzera il segnale audio all’ingresso dell’ampli). L’impedenza di uscita è quella che si vede dall’uscita dell’ampli guardando dentro al secondario che è pari alla serie delle due resistenze interne delle valvole riportata al secondario e questo non perché le valvole operano in controfase ma perché il primario è fisicamente collegato in serie alle valvole.

Qualcuno potrebbe essere portato a pensare che in effetti il circuito da considerare sarebbe questo:

Potrebbe sembrare che il condensatore che compare nello schema possa cambiare le cose ma non è così: in un amplificatore push-pull in classe A le correnti di segnale nei due rami sono uguali e opposte, quindi nessuna corrente di segnale scorre nell’alimentatore. Del resto è risaputo che in un amplificatore push-pull in classe A la potenza fornita dall’alimentatore è costante e non dipende dall’ampiezza del segnale audio, proprio perché la corrente del segnale audio non scorre nell’alimentatore/condensatore.


Vediamo un’applicazione pratica

Un cliente mi ha chiesto l’avvolgimento di un trasformatore da 6kAA da usare con le 2 sezioni in pushpull di una 6336A polarizzate in classe A, proprio per fare esperimenti su questa teoria a cui anche io pensavo già da tempo e mi ha portato alla fine a scrivere questo articolo. Il trasformatore ha una RDC primaria di 196ohm mentre quella secondaria circa 0,7ohm.

((660+196)/(27,386*27,386) + 0,7 = 1,84
DF 8/1,84 = 4,34

Montato il circuito di prova a banco si ottiene una potenza superiore ai 10 watt con un DF effettivo di 4,0 dovuto ovviamente alle perdite del trasformatore non considerate nel calcolo teorico, la 6336 in questo tavolaccio è polarizzata con 90mA di bias per sezione, per una dissipazione di 40 watt complessivi su 60 possibili, aumentando leggermente la corrente di bias diminuisce la Ri della valvola e lo smorzamento aumenta ancora un pochino. Il cliente che ha ordinato questi trasformatori da 6k ha poi paragonato i risultati ottenuti con altri trasformatori costruiti da altri fornitori con una coppia di trasformatori da 7k:6ohm (rapporto di trasformazione 34,157:1) disadattati collegando un carico da 8 sulla presa a 6 causando una distorsione alle frequenze più basse in quanto l’induttanza primaria era insufficiente in tale condizione di disadattamento, ma solo per misurare il DF che si otteneva. Il trasformatore in questa situazione rifletteva sulla valvola un’impedenza di circa 9k e il DF misurato era di circa 8 ma con un calo drastico della potenza che si riduce a 6 watt.

Per voler verificare la situazione da lui simulata ho collegato sul mio trasformatore da 6k:8ohm (rapporto 27,386) un carico da 12ohm riflettendo sul primario un’impedenza di 9k ottenendo anche io un DF di 8 nonostante il rapporto di trasformazione del mio trasformatore fosse inferiore a quello dell’altro trasformatore 7k:6ohm (rapporto 34,157), il che indica che con tutta probabilità se avessi realizzato un trasformatore da 9k:8ohm (rapporto 33,541) avrei sostanzialmente avuto gli stessi risultati (o migliori) ma senza compromettere la basse frequenze.

La mia conclusione è che è sostanzialmente non è vantaggioso, ricercare smorzamenti elevati con circuiti valvolari zero feedback, perchè ci si riduce ad avere rendimenti in termini di potenza molto bassi, basti pensare che la 6336A dissipa 60 watt, diventando calda come il sole, per erogane appena 6 watt in altoparlante, poco meno di quello che può darti una comune EL34 che arriva a 7 in single ended. E che la qualità di questi 6 watt con uno smorzamento di 8 non differisce dalla qualità di altri 6 watt con lo stesso smorzamento ottenuti per mezzo di feedback fatto bene. Poi bisogna tenere in considerazione che in una classe AB appena accennata potrebbe già arogarne 15 e con un pelo di NFB avere tranquillamente uno smorzamento anche di 8 o 10.

So che tante persone vogliono continuare a negare le realtà e a credere che senza feedback suoni meglio. Però è innegabile che con queste valvole si possono ottenere smorzamenti decenti usando tassi di controreazione inferiore a quelli che sarebbero necessari con altre e per questo dovrebbero essere prese in considerazione come “interessanti” dagli autocostruttori.

Continue reading...

2 risposte a Smorzamento con Zero Feedback ? È Possibile ?

  • Ho letto con attenzione , devo ammettere di dare ragione a colui che ha scritto quanto sopra letto , sono un modesto auto costruttore che si interessa di alta fedeltà da più di 30 anni . Non ho mai peccato di presunzione affermando che quello che ho costruito sia il non plus ultra , la panacea ai problemi di ascolto o che essa sia superiore a tutte le apparecchiature dedicate all’hifi . Ce ne sono parecchi privati e non ( che hanno aziende nel settore , che modificano , cambiano , dicono , ecco soprattutto dicono ) i quali hanno la presunzione di essere o avere capacità intellettive al di sopra della media e ciò avvale la loro “capacità” di realizzare qualcosa di “straordinario” . Purtroppo “l’audiota” crede in queste persone , anzi ha la capacità di cercarsele col lanternino…………..
    Toccando con mano , con orecchio e verificando di persona e dopo tanto ripensare ( vari anni ) , ripeto , devo dare ragione al Sig. Bianchini Stefano sulle sue tesi . Inoltre faccio presente che NON SONO a libro paga del Bianchini , non ho nessun interesse , il mio interesse si è fatto più coerente verso ciò che realizza ,scrive ecc…, soprattutto i progetti, i trasformatori , devo dire un eccellente tecnico , non come tanti che si spacciano per tali e guarda caso l’audiota se li trova tutti sulla sua strada , prendendo sonore bastonate . Come in tutte le cose ci vuole un pizzico di umilta ammettere i propri limiti, chiedere consiglio a chi ne sa di più, veramente però, non il primo trovato a caso . Mi accingerò a realizzare un paio di progetti del Bianchini , due amplificatori , usando i suoi trasformatori , meditate gente . Tenete presente che ho in casa trasformatori di ogni specie, segnale , alimentazione ecc….. ma leggendo e studiando sul sito del Bianchini da tempo e facendo qualche misura , mi sono accorto che la verità è un’altra. Non è stato facile digerire la cosa , però se si vuole raggiungere un certo risultato bisogna tenere presente quanto dice il Bianchini . La scelta è libera ed ognuno ascolta ciò che vuole ascoltare . Un cordiale saluto a tutti .

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Riparazione e Ottimizzazione dell’Amplificatore SUN Audio SV-300BE: Valorizza il Suo Potenziale Sonoro

Finalmente ho avuto l’opportunità di mettere le mani su uno di questi “mostri sacri” tanto osannati dagli audiofili. Perciò, prego gli estimatori di questo marchio di non prendermi a male se mi permetterò di evidenziare alcune differenze tecniche. La prima cosa che desidero sottolineare è lo schema elettrico e le variazioni rispetto alla versione 2A3. Qui di seguito potete osservare i due schemi: SUN Audio 2A3 e 300B…

2A3 300B

Cosa cambia tra i due schemi? In realtà, nulla! O meglio, è stata sostituita la 2A3 con la 300B, il valore della resistenza di polarizzazione del catodo è stato modificato e la 300B è stata collegata alla presa da 3500 ohm del trasformatore invece che a quella da 2500 ohm. Il resto rimane invariato. Tuttavia, sorge un problema: la versione 300B eroga 4 watt al clipping (potenza indistorta di 3 watt). Nella foto qui sotto è possibile osservare su due dei miei oscilloscopi (con scala dei 2 volt per quadretto) l’amplificatore su un carico resistivo da 8 ohm. L’ampiezza che si può notare è di 16 volt picco picco, corrispondente a circa 4 watt RMS…

Per coloro che potrebbero ancora avere dubbi, ho simulato il circuito su Spice, ottenendo gli stessi risultati… Se desiderate provare lo schema, è disponibile qui sopra e lo potete trovare su numerosi altri siti. Ltspice lo potete scaricare gratis da qui

La casa madre indica genericamente 8 watt… quindi 4+4, contando sul fatto che molti penseranno che siano 8 watt per canale, una potenza abbastanza buona per una 300B. In realtà sono 4 watt per canale (meno di 4 se si considera la potenza prima che inizi a clippare). Le 300B sono state fatte lavorare allo stesso regime di dissipazione di una 2A3. Personalmente, ritengo che avrebbero potuto progettare un circuito su misura per la 300B anziché riciclare quello della 2A3, specialmente considerando che questi apparecchi non sono venduti a 300€. Si sono basati sul solito espediente delle 300B per vendere, ma di fatto essa non è sfruttata appieno. L’amplificatore era in condizioni di quasi originalità, essendo stato prodotto nel 1995, ma mostrava alcuni problemi dovuti all’usura nel tempo. Il primo era rappresentato dagli zoccoli delle 300B e della raddrizzatrice molto consumati. Mi è stato detto che le valvole sono ancora le originali, o almeno ho capito che non siano mai state cambiate dal proprietario attuale. Tuttavia, non credo che gli zoccoli fossero così sciupati di fabbrica, specialmente considerando che gli zoccoli delle 6SN7 avevano una buona tenuta. Penso piuttosto che si siano allentati a causa dei continui cambi di valvole, alla ricerca di un suono che non poteva cambiare solo con le valvole… Molti audiofili sono vittime di questa compulsione a cambiare valvole, ma purtroppo il suono è determinato dall’insieme del circuito e dei trasformatori, dove le valvole non rappresentano nemmeno l’elemento più importante. Cambiando le valvole si può modificare leggermente il timbro a causa delle tolleranze costruttive tra una valvola e l’altra, ma tutto si limita a piccoli cambiamenti marginali.

Il secondo problema riguardava i due attenuatori a scatti presenti (ALPS contraffatti cinesi, non originali), che erano danneggiati, estremamente rigidi e montavano due manopole di plastica brutte e molto sgradevoli al tatto.

Il terzo problema riguardava i condensatori elettrolitici di bypass catodico, i quali non erano di alta qualità e nel corso degli anni avevano subito un deterioramento, con un aumento della resistenza equivalente serie (ESR) superiore a 1ohm. Il lavoro di ripristino e aggiornamento ha comportato la sostituzione dei due attenuatori a scatti con due potenziometri ALPS originali (personalmente, avrei preferito mantenere gli attenuatori a scatti poiché, avendo due volumi separati per ogni canale, sarebbe stato più facile regolarli allo stesso livello, ma il cliente desiderava i potenziometri tradizionali). È stata anche effettuata la sostituzione degli zoccoli usurati e dei vari condensatori di bypass catodico con condensatori di migliore qualità e capacità maggiori rispetto agli originali (le ragioni di questa scelta verranno spiegate più avanti nelle informazioni strumentali). L’unica piccola modifica apportata al circuito è stata un leggero ritocco del valore della resistenza di catodo delle finali, aggiungendo un’altra resistenza in parallelo per aumentare leggermente la corrente di BIAS, poiché su LT Spice sembrava essere l’unico miglioramento possibile.

Ora passiamo alle strumentali:

Potenza: 4watt RMS per ogni canale al pieno clipping
Smorzamento DF: 2,66 equivalente ad una resistenza d’uscita di 3ohm

Distorsione THD

THD a 1Watt THD a 3 Watt

Come è possibile notare, tutte le armoniche sono presenti fino alla sesta (dopodiché diventano così piccole da essere irrilevanti). Non sono distribuite perfettamente a gradini, ma già a 1 watt si osserva una terza armonica ampia quasi quanto la seconda. Aumentando il volume fino a 3 watt (prima che inizi il clipping), si può notare che la terza armonica spicca persino su tutte le altre… Ma come è possibile? Un amplificatore Single Ended mono-triodo con la 300B originale SUN Audio e trasformatori Tamura che produce la terza armonica! Come può accadere?

Desidero sottolineare che questa non è una critica verso SUN Audio; questo comportamento distorsivo è del tutto normale per un circuito zero feedback. A 1 watt, la THD totale è di circa l’1%, e a 3 watt circa il 3%. Per pura curiosità, cosa simula Spice?

Molto simile a quanto ho misurato io a 1 watt. In realtà, tutto potrebbe cambiare sostituendo le valvole con altre di diverso tipo o marca. Quello che conta alla fine è che la THD totale sia bassa. Ora avete un’idea chiara riguardo alla questione delle armoniche pari/dispari.

Banda passante: 35Hz – 25Hz -1db @ 1 watt – La risposta in frequenza dichiarata di fabbrica è di 15Hz – 30khz -3dB e qui risulta anche migliore perchè il -3dB in alto è a 50khz e non a 30.

Grafico su carico resistivo

E su carico reattivo

Passiamo alla mia modifica che comporta l’aumento della capacità dei condensatori di bypass catodico e un leggero incremento della corrente di BIAS. La banda passante risulta essere 20Hz – 30kHz con una diminuzione di -1dB, con un notevole miglioramento della rotazione di fase a 20Hz, che passa da 60 gradi a 40 gradi. Questo permette di percepire un po’ più di basse frequenze quando l’amplificatore è abbinato a diffusori monovia, come è destinato a essere. Se desiderate effettuare questa modifica, potete rivolgervi a me. È importante sottolineare che un aumento indiscriminato della capacità dei condensatori può portare a una zona di instabilità, dove l’amplificatore può iniziare a oscillare a basse frequenze oppure mettere in crisi la valvola raddrizzatrice.

In basso potete osservare l’analisi dello spettro dopo la modifica della corrente di bias (la 300B è ancora ampiamente al di sotto della sua dissipazione massima, 16 watt su 36).

Qui sotto le onde quadrea a 100Hz / 1khz / 10khz

I trasformatori montati su questo apparecchio sono adeguati. Ho avuto l’opportunità di ascoltare questo amplificatore nella mia sala d’ascolto, equipaggiata con casse reflex della Tannoy. In questo ambiente, uno zero feedback non si trova nelle sue condizioni ottimali. Le frequenze medio-alte sono accettabili, anche se trovo che le voci femminili risultino un po’ penetranti. Tuttavia, i bassi poco definiti rovinano l’esperienza d’ascolto. Un amplificatore come questo potrebbe essere meglio abbinato a casse monovia. Una modifica che potrebbe essere effettuata (considerando il surplus di guadagno del circuito) sarebbe l’aggiunta di un po’ di controreazione… Immaginate le facce di alcune persone quando sentono parlare di controreazione in un amplificatore con valvole 300B… Ma fidatevi, questo porterebbe a un miglioramento significativo. Conserverebbe le stesse caratteristiche medio-alte belle e pulite (grazie alla qualità dei trasformatori d’uscita) e offrirebbe la possibilità di abbinarlo anche a casse reflex per un’esperienza d’ascolto più equilibrata, con basse frequenze più presenti. Chiunque creda che un apparecchio del genere possa essere superiore ad altri circuiti, anche con valvole meno costose (e meno alla moda), si sbaglia.

Un utente mi ha segnalato che alcuni altri tecnici italiani modificano completamente lo stadio driver e mi chiede se questo possa servire ad aumentare la potenza. La risposta è NO. Per incrementare la potenza erogata dalla 300B, è necessario cambiare l’impedenza del trasformatore d’uscita, aumentare la tensione di placca e la corrente di bias, oltre a modificare il driver in modo da pilotare più efficacemente la finale. In pratica, è necessario cambiare tutto il circuito. La modifica del solo stadio driver non apporta alcun beneficio; la 300B continuerà a clippare a 4 watt, indipendentemente dalla valvola che lo pilota. Inoltre, essendo la limitazione più significativa la mancanza di smorzamento (la mancanza di feedback negativo), il cambiamento del circuito driver non porta a un miglioramento sostanziale. Siate cauti riguardo a chi promette miglioramenti miracolosi con modifiche vane. Per apportare modifiche significative a questo amplificatore, è necessario cambiarlo completamente, ma spesso non vale la pena effettuare interventi così invasivi.

Continue reading...

5 risposte a Riparazione e Ottimizzazione dell’Amplificatore SUN Audio SV-300BE: Valorizza il Suo Potenziale Sonoro

  • magari intendevanowatt musicali? 🙂 comunque su 3500ohm con 330volt di tensione e 50/60mA di bias non c’è santo che tenga

  • Buongiorno, segnalo che sia sul sito giapponese originale, fra l’altro aggiornatissimo (ultimo aggiornamento: 12/2015) sia su quello dell’importatore ufficiale italiano (un negozio di Milano) il super ampli viene dichiarato 8W+8W, quindi se clippa a 4 watt siamo messi bene…Ciao, Francesco P.S. Potevano metterci una cella CLC sull’alimentazione dei filamenti delle 300B, insomma, per 5600 euro…forse non serviva il potenziometro dell’HUM.

  • anche le casse pneumatiche soffrono meno il basso smorzamento di un circuito, quello che comunque volevo dire era un’altra cosa… molti prendono per assunto che se fai il triodo SE zero feedback allora hai fatto il circuito meglio suonante che si possa fare e il non plus ultra è se lo fai con la 300B o le 2A3, poi magari ammettono che tale circuito non riesce a pilotare casse reflex allora cambiano versione dicendo e ma devi metterci dei monovia con degli altoparlanti da 9cm di diametro “eh allora sentirai!” … non sento neinte di chè! suonerà pure, ma il punto delle questione è che detta in tutta franchezza con circuiti anche con pentodi da 2 soldi con controreazione, trasformatori buoni e tutte quelle cose che dicono che non vanno bene in un circuito ben progettato, ho sentito medi alti che non hanno niente da invidiare da questo 300B con anche una gamma bassa che questo 300B se la sogna. Il 300B “triodino 4” che ho fatto fare a un mio cliente, controreazionato, in una gara di ascolto non darebbe scampo all’avversario. Alla fine i circuiti zero feedback sono solo l’ennessima teoria partorita dai guru, di fatto non portano nessun vantaggio ma solo limitazioni e la 300B è ampiamente sopravvalutata ci sono un’infinità di valvole che possono essere fatte suonare bene, tanto quanto, anche tra quelle vendute sotto i 20€ al pezzo. Ma purtroppo molti audiofili vivono in un mondo di fantasia comandato da guru e dalla moda che spingono, basta dire che circa un ventennio fà le 2A3 biplacca della fivre venivano schifate e le 211 le trovavi nei mercatini a 10.000 lire l’una. Quel che è peggio poi è che la 300B è una valvola abbastanza difficile da pilotare perchè richiede uno swing di tensione molto ampio per essere pilotata, e nella maggioranza dei 300B che ho visto essa non viene sfruttata o è usata male, praticamente fanno l’amplificatore con il fine di guardare la 300B ma non di usarla bene o di avere un risultato tecnico sonoro che sia degno della spesa che comporta montare valvole così.

  • La cancellazione armonica è una di quelle cose che sono sempre tirate fuori da guru come fosse una bacchetta magica, come fosse possibile annullare la distorsione di un circuito. Le armoniche sono come il gioco delle talpe, quando ne spingi giù una te ne saltano fuori 2 da un’altra parte… quando cancelli una seconda ti esce una terza. Un pushpull nella teoria dovrebbe generare armoniche dispari, ma dovresti avere un circuito bilanciato dall’inizio alla fine dove tutte le coppie che formano i vari stadi montino valvole che siano perfettamente uguali tra loro, situazione che si verifica solo in un simulatore dove le valvole sono modelli matematici quindi perfettamente uguali tra loro, un match su un punto fisso non implica questa situazione, dovrebbero essere matchate con il tracciacurve e avere curve tutte perfettamente sovrapponibili, ma anche alla simulazione è possibile vedere che il classico circuito dove hai una singola valvola di ingresso seguita da sfasatore e 2 finali in pushpull potrebbe finire a distorcere con armoniche predominanti di seconda e quarta perchè la distorsione del primo stadio non bilanciato sovrasta quella degli stadi successivi, oppure il classico circuito pushpull anni 20 con trasformatore interstadio sfasatore pilotato da uno stadio SE distorcerà con predominanti di seconda e quarta seguendo l’andamento distorsivo della valvola SE che sta dietro al trasformatore sfasatore. Nella realtà poi le cose sono ancora più complicate perchè hai la tolleranze delle valvole e differenze costruttive non solo da un produttore a un’altro ma anche da un lotto all’altro, per non parlare delle variazioni delle caratteristiche che si hanno con l’invecchiamento dove quindi 2 valvole erano match da nuove ma già dopo 1 settimana di funzionamento cominciano a spostarsi leggermente tra loro. In un circuito SE le armoniche dispari subentrano appena metti 2 stadi in cascata per la questione della cancellazione dovuta all’inversione di fase, come succede in questo 300B e a dirla tutta la armoniche di terza ci sono comuqnue anche su un singolo stadio preso da solo. Nella realtà alla fine non avviene mai quello che dovrebbe capitare nella teoria e se avviene è solo per caso, alla fine l’importante è che la distorsione complessiva sia bassa poi le armoniche che escono te ne devi fregare perchè tanto non le controlli, se anche ti metti li fichè non tiri fuori lo spettro che volevi è destinato a durare fino al primo cambio di valvole (se non prima).

  • Per dirla tutta un PP tende a cancellare le armoniche PARI(come tutti i circuiti diversi dai SE) mentre un SE no;.
    Il SE SENZA controreazione d’anello si ascolta meglio anche su di una cassa a sospensione pneumatica.
    Comunque, saper usare un minimo i simulatori spice permetterebbe a chiunque di sbugiardare i guru.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Modding Bowey 2A3C / SG-280SE / Sun Audio SV 2A3 e cloni vari

Quello di cui parlo oggi è un’amplificatori ormai copiato e ricopiato da diverse marche cinesi che si può comprare su internet a poco prezzo. Molta gente si diverte a modificarli perchè di base il circuito è veramente molto semplice, e il telaio spazioso che si presta bene a ogni cosa quindi molte persone si cimentano in modding vari. Qui sotto lo schema della versione originale:

2 Triodi di una 6SN7 messi in cascata che pilotano una 2A3 zero feedback. Vediamo le strumentali che ho rilevato su uno di questi cloni cinesi. Nel grafico di banda passante su carico resistivo, salta all’occhio la grande rotazione di fase in basso più che la risposta in frequenza da sola è buona.

Grafico di banda passante su carico reattivo abbastanza normale per un’apparecchio zero feedback.

Spettro distorsivo a 1 watt su carico resistivo


Modding come finale puro, senza controllo volume, pilotabile con preamplificatore

Un cliente mi ha chiesto di realizzare uno schema premium per trasformare il suo cinesino in un finale puro che potesse abbinarsi con un preamplificatore, infatti la versione originale ha un’ingresso molto sensibile fatto per essere collegato direttamente con una sorgente tipo lettore CD etc che mal si presta ad essere usato con un preamplificatore, qui sotto lo schema:

Il trasformatore di alimentazione e l’induttanza presenti nell’apparecchio originale sono perfettamente riutilizzabili, mentre i trasformatori di uscita vanno sostituiti con gli SE2K5-2A3, se volete effettuare questa modifica ditemelo perchè gli SE2K5-2A3 che normalmente realizzarei con calotte vanno fabbricati senza calotte ma chiusure semplici per poter essere montati dentro la scatoletta originale dell’amplificatore. Nel circuito i 2 triodi della 6SN7 non sono più posti in cascata ma collegati in SRPP, per un suono più brillante e veloce in gamma alta il catodo basso di detto SRPP è polarizzato a bias fisso s LED in modo curato, con la resistenza di mantenimento e un condensatore per evitare che la tensione ai capi di questi led faccia movimenti strani assieme al segnale introducendo distorsioni che è meglio che non ci siano. La 2A3 resta polarizzata a selfbias con un generoso condensatore elettrolitico per evitare rotazioni di fase alle basse frequenze. È ovviamente presente un leggero tasso di controreazione negativa per alzare il fattore di smorzamento, che senza feedback sarebbe ottimisticamente di 1,5/2 (qualsiasi trasformatore ci fosse montato), ad un fattore di 4. In questo modo è possibile usare il finale anche con casse reflex un pò più difficili eliminando la necessità impellente di usare solo monovia con diametri minimi o trombe.

Nella sezione di alimentazione ho posto molta cura, con una valvola raddrizzatrice e condensatori da 47uF la tensione risulta instabile e i 2 canali tendono a intermodularsi a vicenda alle basse frequenze, cosa che non mi piace per niente, ma d’altronde una raddrizzatrice non ha capacità di erogare le correnti di un diodo al silicio, quindi ho usato il secondo condensatore della cella CLC da 220uF seguito a ruota da un moltiplicatore di capacità che elimina ogni residuo di ripple e cancella ogni ondulazione arrivi dai canali. Ovviamente questo risultava abbastanza difficile per la povera valvola raddrizzatrice che avrebbe potuto avere problemi in fase di accensione anche per la carica iniziale dei condensatori catodici delle finali quindi ho previsto un sistema di softstart combinando un NTC e un sistema a relè che cortocircuita una resistenza posta in serie alla raddrizzatrice dove il relè è comandato direttamente dalla corrente che scorre nel circuito anodico riuscendo così a salvare capra e cavoli ma sopratutto la 5U4GB che diversamente avrebbe sofferto ad ogni accensione esaurendosi in fretta.

Vediamo l’ottimo montaggio effettuato su questo apparecchio che ho poi misurato con i miei strumenti…

Molto carina l’idea di usare una decorazione in legno per mascherare le forature non più necessarie del mobiletto originale

Ecco le misure strumentali:

Potenza: 4Watt RMS per canale
Banda passante: 28Hz / 60khz -1db
Distorsione THD totale @ 1 watt: 0,73%
Fattore di smorzamento DF: 4
Sensibilità di ingresso: 10Vpp / 3,5Vrms @ clipping

Grafico di banda passante su carico resistivo

E su carico reattivo

Spettro distorsivo

Onde quadre a 1k e 10k

Il suono di questo amplificatore è molto vivace e dinamico, pulito, aperto, molto dettagliato, chiaro e con dei bei bassi energici.


Questo è un’altro clone cinese modificato da un’altro cliente tempo addietro in quanto giaceva in cantina inutilizzato da anni.

Su questo esemplare ancora originale si può vedere un montaggio un pò meno povero del precedente apparecchio visto sopra.

Questo è stato pasticciato da qualcuno con modifiche un pò alla carlona.


Versione Integrato

Se qualcuno fosse interessato a un modding come integrato potrebbe prendere in considerazione il progetto simple 2A3, nel caso posso fornire uno schema dettagliato che faccia uso del trasformatore di alimentazione e induttanza originali del cinesino ovviamente sempre in cambio dell’acquisto dei 2 trasformatori d’uscita SE2K5-2A3.

Continue reading...

Una risposta a Modding Bowey 2A3C / SG-280SE / Sun Audio SV 2A3 e cloni vari

  • Salve, sono Alessio e sono il proprietario dell’ ampli integrato con 2A3 poi trasformato in finale, bè che dire, quando l’ho acceso mi si è staccata la mascella, ho subito notato un buon incremento di potenza, che con casse da 91 db come le mie si riesce ad ottenere un buona sonorizzazione, altra cosa che salta alle orecchie è la notevole estensione della risposta in frequenza i bassi sono magicamente comparsi, molto molto belli e profondi, anche la dinamica è aumentata, la grana e la trasparenza sono diventate ai massimi livelli, nulla a che vedere con l’apparecchio che era in origine.
    Bravo Stefano, veramente un risultato degno di nota, non tarderò a “sfruttare” le ottime capacita di Stefano Bianchini per altri apparecchi.
    Alessio Lodesani

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.