Shade84 Light – Pushpull EL84 – Senza controreazione ad anello

Poco tempo fa ho fatto un’articolo tecnico sulla connessione Schadeode come alternativa all’ultralineare e che consiglio di leggere per capire di cosa si tratta. Poco dopo ho pubblicato l’articoletto sul progetto premium “Shade 84”, un pushpull in classe AB da 15watt che è attualmente ancora in fase di costruzione da parte della persona che me lo ha richiesto. L’articolo è stato notato da un’altro cliente che 2 anni fà ha realizzato un clone del Dynaco 410A che a quanto pare non lo ha mai soddisfatto chiedendomi se era possibile modificare il suo Dynaco 410A per funzionare come lo Shade84 senza cambiare trasformatori, detto fatto… ho realizzato lo Shade84 “Light” che riprende il circuito della versione full ma in classe A selfbias anzichè a bias fisso e con poche e piccole variazioni per adattarsi al trasformatore di alimentazione inizialmente pensato per il clone dynaco. La valvola di ingresso di questo circuito è una ECC83 configurata come stadio di ingresso e sfasatore longtail con sotto un pozzo di corrente a transistor, seguita da uno stadio buffer ottenuto con una valvola 6350 (sostituibile senza problema da una ECC82 in questa funzione). La sezione buffer è necessaria al funzionamento stesso del circuito Schadeode, in quanto il generatore che pilota la finale deve uscire necessariamente a bassa impedenza…

Ecco la realizzazione di “C.R.”

Lo abbiamo provato nella mia saletta abbinato al granny27

Lo schema premium è questo, come sempre ottenibile in chiaro acquistando il set di trasformatori e in omaggio ci viene lo schema del Dynaco 410A che è libero, così con lo stesso set di trasformatori potete provare sia il suono di un progetto vintage come il Dynaco che un suono da HiFi valvolare moderno.

Come funziona lo Shade84 Light? La potenza RMS è di 9,7Watt per canale e la THD totale a 1watt è dello 0,23%. Sinceramente essendo il feedback unicamente locale tra le finali e se stesse temevo che non si sarebbe raggiunto un fattore di smorzamento sufficiente, ma mi sono dovuto ricredere. La diminuzione della Ri delle finali è stata talmente efficace da raggiungere un DF pari a 8 su carico resistivo con un tono fisso, mi ha confuso la misurazione che ho fatto su carico reattivo in quanto lo sbalzo di circa 2dB tra 100 e 200hz di solito la vedo su apparecchi con NFB ad anello che hanno uno smorzamento di circa 5 sul resistivo, in ogni modo è buono. Invece è ottimo l’andamento in fase che ha sconstamenti che non superano i 20gradi che sembra essere molto più contenuta di qualsiasi circuito dotato di NFB a anello che abbia visto fin’ora! Qualcuno mi ha suggerito che avvenga in quanto l’anello è più corto, e con meno ritardi ci sono meno rotazioni, ma se fosse così i circuiti a zero feedback dovrebbero mostare rotazioni di fase ancora inferiori, invece è assodato che nei circiti zero feedback le rotazione di fase sul carico reattivo sono molto abbondanti. La cosa più probabile è che sia la bassissima resistenza interna che mostrano le finali verso il trasformatore d’uscita la causa di questo fenomeno. Ma vediamo i grafici.

Distorsione

Banda passante su carico resistivo

Banda passante su carico reattivo, da notare la linea azzurra della fase quanto è schiacciata!

Sulle quadre sono praticamente assenti gli spike sui fronti d’onda…
100Hz – 1k – 10k

All’ascolto il circuito va molto bene, di certo è sparito il suono spartano del dynaco. Questo Shade84 suona molto limpido e aggrazziato ma lascio il commento al proprietario che arriverà a breve. Una nota tecnica che posso aggiungere è che questo tipo di circuito sembra dare i vantaggi dei circuiti reotrazionati ma con una stabilità molto maggiore, per stabilità intendo il fatto che inneschi meno facilmente oscillazioni quindi più facile da mettere a punto, anche se in fase di montaggio c’è stato un minimo problema ma che si è risolto allontanando il filo che andava dalla placca di una finale al TU dalla sezione di ingresso, non c’è stato bisogno di inserire condensatori di fuga e di sopprimere niente. Questa caratteristica rende la tipologia di circuito papabile ad utenti poco esperti senza dover andare verso il lato oscuro dei zero feedback.

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Una risposta a Shade84 Light – Pushpull EL84 – Senza controreazione ad anello

  • Ciao Stefano, come promesso ti mando le mie impressioni, dopo una settimana di ascolti.
    Questo ampli lo avevo chiamato Kaiju, (mostro) perché con circuito Dynaco ,non rispecchiava le doti musicali, che normalmente si hanno con i tuoi circuiti.
    La modifica che mi hai proposto è stata miracolosa, ora è diventato un gran buon amplificatore, confermando quello che si notava dalle strumentali e da un primo ascolto nel tuo impianto.
    Il suono è migliorato su tutta la gamma, ma soprattutto sulla medio alta, dove il kaiju sapeva farti del vero male acustico. Ora le orecchie percepiscono piacere.
    Con questo circuito ci si può costruire un ampli godevole e non si avverte quasi niente la perdita di qualche watt rispetto al circuito precedente. Ora kaiju è diventato un mostro hi-fi.
    Cristian

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Tester per Trasformatori PushPull – V2.1

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Adoro costruirmi gli strumenti di misura, quando ho qualche idea cerco sempre di trovare il tempo per accingermi in questi progetti, d’altronde la strumentazione è fondamentale. Questo che presento è un semplice circuitino che abbinato al generatore di funzioni ha lo scopo di collaudare a banco il funzionamento di un trasformatore d’uscita pushpull. Ovviamente è vero che il responso definitivo lo si ha con il trasformatore inserito nel suo circuito di destinazione, dove viene portato a regime in termini di potenza e vede valvole con una resistenza interna pari a quella per cui quel trasfromatore è stato calcolato però per provare veloci o per vedere che non ci siano scariche nel funzionamento reale un tale accessorio risulta molto comodo. In definitiva non è altro che un piccolo finale a valvole, clicca per ingrandire lo schema.

L’ho messo assieme utilizzando un trasformatore di alimentazione avvolto per errore che prendeva polvere su uno scaffale da qualche anno. Le finali sono una coppia di 6CA7 / EL34, usate in efficienza, rimaste da un’amplificatore cinese che è stato rivalvolato. Mentre il driver è costituito da una umile ECF82, la sezione pentodo è sull’ingresso e pilota la sezione triodo configurata come sfasatore catodyna. Il circuito è volutamente tirato all’osso, il più semplice possibile, l’unica cosa che ho curato è l’accoppiamento del catodyna con le finali, infatti i valori delle resistenze e dei condensatori della cella CR che accoppia le 2 uscite dello sfasatore con le finali sono volutamente differenti tra loro. Avendo il catodyna 2 uscite a differenti impedenze ho variato i valori della cella per uniformare il più possibile l’andamento di banda e di fase verso 2 finali, che in un catodyna normale sono differenti (motivo per cui suona peggio di altri circuiti). Il bias delle finali è fisso e indipendente in modo da poter usare anche 2 valvole che non siano proprio match (come nel mio caso) d’altronde è un tester da battaglia con valvole riciclate, non gli si chiedere di essere HiFi ma solo di buttare una manciata di watt, senza limitazione di banda da parte del circuito, dentro un trasformatore. Il contenitore utilizzato apparteneva ad un vecchissimo e piccolo variac ormai rotto da tempo che ho giusto un pò carteggiato e verniciato di nero per fermare la ruggine che lo stava aggredendo.

Ho costruito un telaietto in bachelite, riciclando qualche ritaglio rimasto nel cassetto degli avanzi, per ospitare il circuito. La grata per l’areazione è di un vecchio PC demolito…

Quindi ho cablato il circuito…

Primo test e regolazione del bias a 70mA per ramo…

Il test dello sfasatore mostra che è perfettamente bilanciato…

Ma con l’onda quadra è possibile vedere che comunque le 2 uscite del catodyna non sono mai uguali, esattamente si nota che la velocità di salita dell’uscita catodica è maggiore di quella dell’uscita anodica (si nota che un’onda è gli angoli più arrotondati dell’altra). In ogni modo per lo scopo del circuito va bene, non deve essere HiFi.

Fianalizzato…


Versione 1.0

Come cimelio storico lascio una foto e lo schema della precedente versione 1.0 del tester, risalente al 2013, che utilizzava le PCL85 e caricava il trasformatore con soli 25mA di corrente per ramo.

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Schadeode e Triodi Virtuali – Un’interessante alternativa all’ultralineare

  • Maggiore Potenza
  • Minore distorsione
  • Utilizzabile anche in Single Ended

Schade Feedback o Partial Feedback – Migliore dell’ultralineare ?

Ripeto spesso ai miei clienti che il suono delle valvole di per sè non esiste, che a suonare è tutto l’amplificatore nel suo insieme e che se lo sai progettare bene, su per giù, puoi far suonare qualsiasi valvola più o meno come qualsiasi altra. Non parliamo di amplificatori zero feedback dove diventa una gara a chi distorce nel modo più “soggettivamente bello” ma di circuiti pensati per essere HiFi e riprodurre bene il segnale senza troppe colorature,  in buona sostanza non vogliamo che la “Monna Lisa” assomigli a un quadro di “Jackson Pollock”.

Nella mia esperienza una delle valvole più ostiche da addomesticare è stata sicuramente la EL84. La EL84 è un pentodo da 12watt di dissipazione con una resistenza interna di ben 38k. Con una resistenza interna così alta è stato anche difficile produrre un trasformatore d’uscita (pushpull) che rendesse bene sulle basse frequenze perchè l’induttanza primaria necessaria era davvero alta e per raggiungerla si finiva a pregiudicare l’estensione in alto. Questo pentodo è stato molto diffuso nelle vecchie radio d’epoca e in amplificatori valvolari per chitarra elettrica, come il famosissimo VOX AC30. Sostituiva la 6V6 nei circuiti che montavano valvole Noval. Però su una radio l’estensione in basso non era importante in quanto i piccoli trasformatori d’uscita utilizzati all’epoca spesso non scendevano sotto i 500Hz per concezione, lo stesso dicasi per gli amplificatori da chitarra che non dovevano produrre frequenze molto basse e dove comunque la distorsione era ricercata. In HiFi molti circuiti dal disegno classico che utilizzano la EL84 finiscono per avere un suono abbastanza tipico, vintage, che mentalmente associo al suono della EL84. Supratutto sui pushpull dove la Ri raddoppia e diventa necessario fare tanto NFB se si vogliono raggiungere tassi di smorzamento un minimo decenti come in questo clone Dynaco 410, ruggente, dal suono antico e per i miei gusti decisamente poco piacevole. In ultralineare la sistuazione non migliore di molto e per altro la EL84 non ti da nemmeno la soddisfazione di dire, “la connetto a triodo!”… Connessa a triodo la curve hanno una pendenza molto accentuata, solitamente in questi casi si utilizza un trasformatore con un’impedenza elevata e si allunga in tensione ma… NO! Il datasheet della EL84 consiglia di non superare (tensione statica) i 300volt Placca e G2, quindi o ci si riduce come qualcuno che ha prodotto dei ridicoli SE con la EL84 a triodo da 0,4Watt o pushpull da 2Watt poi nascondendo la propria incapacità affermando che “è il suono che conta”, oppure si prende un’altra strada più sensata.

Anche se l’avevo già usato in passato, solo oggi ho preso la palla al balzo per parlare in modo approfondito di un tipo di circuito chiamato Schadeode o Partial Feedback.

(Tipo 1)

Questa topologia di circuito è definita dall’uso di 2 resistori, uno porta il segnale di placca sulla griglia controllo e l’altro è posto in serie al segnale di ingresso, essendo questi 2 segnali in opposizione di fase, alla griglia giunge un segnale differenziale che è il prodotto della reciproca sottrazione dei 2 mediato da queste resistenze, esso è un loop di feedback locale dalla placca alla griglia. Questo loop di feedback fornisce dei vantaggi: abbassa la distorsione, la resistenza interna della valvola e il rumore, estendendo al contempo la larghezza di banda del circuito. Poiché il ciclo di feedback è così breve, questo sistema di feedback trova pochi dei problemi di instabilità solitamente associati all’uso del feedback ad anello. La quantità di controreazione applicata dipende dai valori di R1 e R2. Questo sistema implica che il generatore di segnale, ossia lo stadio che pilota la finale, esca con una Zout molto bassa, tipicamente uno stadio ad inseguitore o un SRPP, la cui Zout sia irrilevante rispetto il valore di R1. Volendo invece fare uno Schade Feedback verso uno stadio che esce di anodo si figurerebbe un circuito con questo aspetto:

(Tipo 2)

In questa variante di circuito il tasso di retroazione applicata dipende dal rapporto che R1 ha verso R2/R3 e la Ri del triodo pilota. Rispetto il circuito con le resistenze dove è virtualmente possibile fare quanto NFB si vuole (in quanto le resistenze sono perfettamente lineari) qui si è limitati dalla linearità dello stadio pilota che ad un certo punto sarà spinto dal segnale proveniente da R1 in zona di saturazione/interdizione provocando una forte distorsione proveniente proprio da questo elemento.

Iniziamo però a vedere in dettaglio quello che fa questo circuito e perchè dovrebbe essere migliore della connessione ultralineare. Come scritto ad inizio pagina si ha maggiore potenza rispetto all’ultralineare. Il pentodo ha la massima resa in termini di potenza trasferita al carico (40/50% in alcuni casi anche il 60%) ma anche la massima Ri mostrata al trasformatore e generalmente un tasso di distorsione alto, un pentodo connesso a triodo o un triodo vero e proprio invece ha il rendimento minimo in termini di trasferimento di potenza (20/25%) ma anche una Ri molto più bassa mostrata al carico e un basso tasso di distorsione. In ultralineare si ha un rendimento intermedio sia in potenza che in termini di Ri mostrate al carico e distorsione. Poi come se non fosse finita la connessione ultralineare trova larga applicazione nei pushpull ma sull’uso nei single ended risulta limitativa, sconveniente… produce solo poca potenza in più rispetto la connessione a triodo ma con molta più distorsione, anche se nonostante questo molti distorsofili continuano ad utilizzarla proprio perchè non sono amanti dell’alta fedeltà ma appunto della distorsione, come si può vedere qui. Di fatto la connessione ultra lineare in single ended non ha senso, ne ho già parlato qui.

Con la connessione Schadeode invece è possibile avere il rendimento di potenza di un pentodo con una Ri mostrata al carico ed una distorsione volendo anche inferiori alla stessa valvola connessa a triodo, ed è possible utilizzarlo profiquamente anche in Single Ended!!! Volere la moglie ubriaca e la botte piena, in questo caso si può! Incredibile? Guardate i grafici qui sotto, paragoniamo prima la EL84 a pentodo alla stessa connessa a triodo…

Pentodo Triodo

Poi guardiamo le curve della EL84 in ultralineare, al 20% e al 40%, come viene indicato dal datasheet della valvola, in questo caso come già sapete le curve sono valide solo se il punto di lavoro viene posto alla tensione di 300volt, e non è possibile spostarlo sopra o sotto questa tensione senza cambiare completamente il grafico come già spiegato in un’altro articolo…

Come è possibile vedere, la EL84 in UL che sia al 20 o al 40% non ha delle curve entusiasmanti, si perde potenza senza quasi niente in cambio, quandi conviene lasciarla connessa a pentodo, ma vediamo con la connessione Schadeode, che il software di uTracer mi consente di simulare, come diventano le curve. NOTA: tutti i grafici sono stati acquisiti da una vera EL84 inserita nel tracciacurve e non sono frutto di simulazioni al computer.

Come si vede i limiti di corrente/tensione sono gli stessi della valvola che funziona a pentodo, quindi ad esempio una retta di carico alla sinistra del grafico, può arrivare fino a 50volt con 100mA di corrente trasferendo la stessa potenza che la valvola erogherebbe a pentodo, ma le curve hanno pressochè la stessa pendenza della EL84 connessa a triodo. Nella connessione realmente a triodo la stessa retta di carico si fermerebbe con la saturazione della valvola a 150volt / 75mA trasferendo quindi molta meno potenza. Praticamente una EL84 a triodo che riesce ad erogare la stessa potenza di una EL84 a pentodo. Me vediamo cosa succede aumentando il tasso di retroazione locale:

I limiti sono ancora quelli della EL84 connessa a pentodo ma la pendenza della curve e il guadagno sono molto diminuiti, ossia la sua resistenza interna è diminuita e ora servono fino a -36volt per portarla in interdizione, di fatto abbiamo creato un triodo nuovo che non esisteva. Niente a che vedere con l’ultralineare e poco importa se verso l’alto le curve non proseguono come nei triodi veri perchè la retta di carico normale non arriverà mai in quella zona. L’abbassamento della Ri della valvola virtuale poi diventa utile per aumentare il tasso di smorzamento senza l’uso di NFB ad anello, ma con questo tipo di controreazione ancora meno dannosa di quella convenzionale. Nota per chi volesse fare esperimenti: il punto di lavoro statico (tensione/corrente/polarizzazione di griglia) si stabiliscono sulle curve della valvola a pentodo, perchè il funzionamento a triodo virtuale avviene in regime dinamico ma non su quello statico.

Qui sotto i link a qualche sito esterno che parla dello stesso argomento:

Tube CAD

Bertola Valves

Su questo sito potete trovare il progetto alimede con la EL84 pilotata in Schade Feedback con una 5842 come driver, il vecchissimo progetto libero con il single ended con la 6JZ8 (il fattore di smorzamento di questo circuito resta basso in quanto il tasso di feedback locale è basso a sua volta). E a breve dovrebbe arrivare un progetto premium di un pushpull con le EL84 dove tenterò di ottenere un fattore di smorzamento accettabile senza uso di feedback ad anello, della potenza di 15 watt. Inoltre per completare il discorso va detto anche che lo Schadeode può essere utilizzato con qualsiasi valvola, anche un triodo, ottenendo l’abbassamento della sua resistenza interna.

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6 risposte a Schadeode e Triodi Virtuali – Un’interessante alternativa all’ultralineare

  • Hai sbagliato perchè facendo come hai fatto tu il segnale di Nfb risale il potenziometro e arriva sull’uscita della sorgente, quindi la R in serie al segnale non è il valore che hai stabilito ma quella resistenza più quella del potenziometro in base a come lo hai regolato + quella della sorgente, va messo obbligatoriamente un buffer per interrompere la propagazione e fissare dei valori di controreazione fissi.

  • Il primo l’ho provato per un pre di linea con solo un triodo di segnale per canale (senza trasformatore d’uscita) e un pot del volume da 10Klog in ingresso, ma ho dovuto mettere in parallelo a R1 una piccola capacità per recuperare banda… ha una dinamica superiore rispetto la configurazione senza controreazione, insomma, interessante giocarci sopra

  • I 2 circuiti dovrebbero essere equivalenti, solo che portando indietro il segnale di NFB sulla placca del driver si è limitati nel tasso di controreazione che si può applicare per problemi di linearità dello stadio driver di per sè (PS se il driver è un pentodo funziona meglio rispetto se è un triodo), non vedo dove potrebbe essere limitata la banda passante, nel circuito il collo di bottiglia maggiore alla banda passate è sempre il trasformatore d’uscita, non prendendo segnale dal secondario del trasformatore si riesce effettivamente ad estendere meno la banda passante rispetto un circuito con NFB ad anello, ma in questo caso se il trasformatore copre come dovrebbe la banda udibile è abbastanza, non dovrebbero sorgere problemi legati alle rotazione di fase come capita con l’NFB ad anello. Cmq in linea generale avendo simulato qualche circuito come distorsione va meglio il primo circuito con solo le resistenze, a livello di analisi di spettro è molto più pulito, anche se obbliga a mettere uno stadio ad inseguitore tra driver e finale o a usare un SRPP.

  • si, scusa, al secondo esempio

  • A quale schema ti riferisci? non ci sono schemi a parte 2 teorici e le curve della valvola con 2 tassi di local feedback diversi, ma non sono riferiti a gli schemi sopra, sono solo esempi.

  • Se non sbaglia la simulazione, il secondo schema ha una risposta in frequenza inferiore a quella ottenibile con il feedback d’anello e riduce un po’ quella ad anello aperto

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