EL84 Single Ended Amplifier – 5 semplici progetti Single Ended con la EL84

Tutti questi progetti si basano sul mio trasformatore SE5K6-UNI. Se sei interessato a conoscere il prezzo e/o acquistare il kit di trasformatori do uscita, alimentazione e induttanze clicca qui per visualizzare il listino dei KIT. O contattami se la variante dello specifico progetto non fosse presente nel listino.


1) Pico 8284 – EL84 pilotata da ECC82

Tempo fa ho venduto il set di trasformatori per un Pico 8282 ad una persona che però non è stata in grado di eseguire un montaggio corretto del circuito che gli continuava a ronzare in maniera spaventosa, mi ha quindi chiesto di assemblare per lui il KIT. Le 2 foto qui sotto mostrano il montaggio del cliente, ossia come non montare un’apparecchio valvolare, se anche voi state pensando di montare qualcosa in questo modo desistete, non parlo della questione estetica ma del legno. Non si può montare un’amplificatore su una base di legno ad iniziare dal fatto che le valvole scaldano parecchio, sopratutto le finali noval come le EL84 e rischiate di appiccare un’incendio. Un montaggio ha bisogno di almeno un piano metallico, per la massa e avere un minimo di schermatura.

Ecco lo schema premium del pico 8284, privo di negative feedback globale…

Ho realizzato prima un pannello di alluminio di 3mm come supporto meccanico del circuito…

Poi mi sono fatto fare da un falegname una scatoletta di legno grezzo (che ho provveduto poi io a forare stuccare, levigare, mordenzare, oliare e tirare a gomma lacca), nella foto si vedono 2 mobili perchè l’altro è per uno “scherzo”.

Nei miei montaggi non rinuncio mai ad avere una piastra di bachelite sotto quella metallica per avvitare comodamente i componenti.

Di importanza vitale avere degli ancoraggi ai quali fissare i componenti!!! Non potete assemblare senza!

Montaggio Finito

Strumentali

Potenza 3 Watt RMS per canale
Banda passante @ 1 Watt: 20Hz / 36khz -3db
THD@1Watt: 0,45%
Smorzamento DF: 1,3
Rout: 6 ohm


2) Pico 8484 – EL84 pilotata da ECC84

La ECC84 è una di quelle valvole “snobbata per ignoranza”, ossia gli autocostruttori non la conoscono e quindi hanno paura che suoni male. La ECC84 è la progenitrice della più famosa ECC88, ha un Mu di 24 e una resistenza interna di 4k che la rende migliore rispetto la ECC82 che ha una Ri di 7k. Lo schema elettrico è identico a quello della versione con ECC82, quindi è possibile realizzare la versione con ECC82 e poi sostituirla con la 84 e viceversa. È possibile montare anche la PCC84 che rispetto la veersione “E” ha il filamento a 7volt invece che 6,3, questa differenza di tensione è talmente piccola che la valvola funziona ugualmente bene. È facilmente reperibile NOS a prezzi modici (inferiori a 10€) ed in grande quantità

Ecco lo schema premium, anche questo privo di negative feedback globale…


3) Pico 8084 – EL84 pilotata da EABC80 (oppure ECC83)

La EABC80 è una valvola molto utilizzata nelle radio anni 50/60 dotate di FM, al suo interno ci sono 3 diodi di segnale, che in questo caso non sono utilizzati, e un triodo che ha caratteristiche elettriche molto simili a quelle di una ECC83 cui differisce per un Mu leggermente più basso, 70 invece di 100. È una di quelle valvole “immortali” nel senso che in tanti anni a riparare ricevitori radio non ne ho mai vista una guasta, per questo motivo si trova a prezzi modici inferiori a 10€ e in grande quantità. La si potrebbe considerare come una ECC83 dei poveri, per un autocostruttore alle prime armi e per divertirsi è sicuramente indicata per via della modesta spesa per acquistarla, che non toglie però che si possa avere da essa ottime prestazioni sonore. Lo schema che ho realizzato in questo caso utilizza negative feedback globale in quanto l’alto Mu renderebbe tutto il circuito troppo sensibile e la gestione del volume impossibile, questo però dota il circuito di un’ottimo fattore di smorzamento al contrario dei circuiti privi di feedback visti in precedenza.

Ecco lo schema premium… È possibile montare una sola ECC83 al posto delle 2 EABC80 ovviamente connettendo correttamente le 2 sezioni.

Ciao Stefano , sono “M.T.T.” da Ravenna a cui hai venduto un coppia di TU SE5k6-UNI, ti scrivo dal mio secondo indirizzo e mail perche l’altro ha dei problemi.
Ho montato i trasformatori e fatto le modifiche da te consigliatomi… Alla prima accensione è saltato fuori un problema con la reazione negativa (anzi in questo caso era “positiva”) che faceva oscillare l’amplificatore, il problema l’ho risolto invertendo il collegamento del primario dei TU, quindi il rosso (+H) collegato alla placca e il Nero (placca) collegato alla +H.
Una volta risolto il problema della reazione negativa e controllate le tensioni ho iniziato a fare prove con generatore di segnale e oscilloscopio, subito si è visto il netto miglioramento che ha avuto l’ampli.
La risposta in freq. risulta lineare da 20hz a 35Khz, le onde quadre sono pressochè perfette in ogni condizione (le prove sono state effettuate con carico resistivo da 8ohm) e l’assenza di ripple… o comunque non misurabile.
La sensibilità di ingresso che ho rilevato è di 0,8V RMS su 250K (non avevo il pot da 47K) per una potenza di uscita di ben 3,6W RMS sui due canali in funzione temporaneamente (misurata fino al primo cenno di deformazione del segnale sinusoidale sul carico).
Passando alle prove di ascolto “salta subito alle orecchie” la profondità delle basse frequenze, la “pulizia” degli acuti, e la mancanza di distorsione di intermodulazione nei passaggi forti, dovuto alla resistenza di G1 di “basso” valore che impedisce alla griglia di spostarsi dal suo punto di lavoro.
Le prove di ascolto sono state fatte con lettore cd PHILIPS CD624 con conversione BITSTREAM, un apparecchio dei primi anni ’90 economico, che durante svariate prove ha stracciato apparecchi ben piu costosi, come casse delle Philips 22RH496, delle 3 vie con woofer in sospensione pneumatica, un pelo ostiche da pilotare, ma l’ampli non ha dato segni di cedimento.
Ti mando alcune foto dell’apparecchio finito.
A presto.

4) Pico 8084VTR – EL84 pilotata da EABC80 (oppure ECC83) con rettificatore EZ81

Questo schema mi è stato espressamente richiesto da un cliente che voleva utilizzare una valvola raddrizzatrice EZ81, lo schema è quindi molto simile al precedente, cambia il trasformatore di alimentazione e la relativa sezione di alimentazione dimensionata per accogliere una EZ81 al posto del normale ponte di diodi. Ecco lo schema premium. Anche in questo caso e possibile montare una sola ECC83 al posto delle 2 EABC80 ovviamente connettendo correttamente le 2 sezioni.


5) Alimede – EL84 pilotata da 5842

Questo progetto è più raffinato dei precedenti, sia per la ricercatezza del circuito che per via della valvola driver più raffinata, tutto è cominciato quando mi hanno regalato una coppia di monofonici prodotti da ignoto come “ferro vecchio” e volevo vedere cosa si poteva recuperare per fare qualcosa di funzionante.

È incredibile le porcherie che certe persone spacciano per hifi, prima di passare al lavoro di ricostruzione voglio soffermarmi un’attimo sulla recensione tecnica degli apparecchi di partenza. Qui lo mostro dal vivo  dal lato tecnico quello che si posiziona nel mondo degli impresentabili. Gli apparecchi erano 2 monofonici single ended con EL84 connessa a triodo, pilotate da delle 5842 e alimentate da una 6X4, il tutto ovviamente zero feedback. Dei perfetti cliché dell’ideologia audiofila moderna, ossia:

  • Dual mono perchè separando i canali suona meglio…
  • Con la finale a triodo perchè i triodi suonano meglio dei pentodi…
  • Il driver è una valvola di quelle famose, perchè le valvole famose suonano meglio di quelle che trovi per pochi euro…
  • C’è la raddrizzatrice perchè se ci metti una raddrizzatrice suonerà sicuramente meglio che con dei diodi…
  • Zero feedback perchè senza feedback suona meglio che con il feedback…

Ma i fatti quali sono? iniziando dalla sezione di alimentazione, la povera 6X4 è seguita da un circuito CLCRC… 47uF / 3H 90ohm / 330uF / 1k5 / 330uF… Ora per chi non lo sapesse la 6X4 è una tra le più piccole raddrizzatrici esistenti, ha capacità di erogazione di corrente veramente risicata ed è famosa per essere molto delicata e per andare in corto quando la guasti. Facendo una veloce simulazione del circuito di alimentazione con PSU Designer si ottiene immediatamente un warning per superamento dei limiti operativi della valvola con un picco in accensione di addirittura 1,6 Amper e un continuativo di 72mA:

Praticamente ogni volta che accendevi l’apparecchio poteva essere l’ultima volta che lo accendevi… ed anche durante il funzionamento con i condensatori ormai carichi la valvola era tirata oltre la massima erogazione di corrente che gli è possibile.

La EL84 era connessa a triodo con un trasformatore da 10k primari, eroga la potenza di ben 0,39Watt (zero virgola trentanove) RMS indistorti e fino a 1,07Watt a piena saturazione con le onde interamente clippate, ma nonostante questo gli apparecchi erano spacciati per 3,5watt ma in realtà è poco più di un’amplificatore per cuffie (ma non sarebbe andato bene manco per quello).

La 5842 è versione speciale della famosa 417a, col catodo bypassato (da un condensatore di nessun pregio) guadagnava uno sproposito, bastavano 0,4Vpp (0,14v RMS) sull’ingresso per portare il finale a saturazione rendendo molto difficile regolare il volume in quanto appena si sfiorava il pomello si era già al massimo, inoltre in tale condizione la valvola captava abbondantemente rumori dall’esterno che era possibile vedere sull’oscilloscopio come fluttuazioni e sporcature della traccia e pure qualche stazione AM captata. Per finire il quadro il circuito dei filamenti era riferito direttamente al positivo dell’anodica a piena tensione (circa 240volt) quando la massima tensione tra filamento e catodo della EL84 è 100volt e per la 5842 di 55volt. Anche se poco importante la banda passante dei trasformatori originali era di: 25hz / 23khz -3 alla potenza che riusciva a erogare quel circuito.

Praticamente il circuito nella sua totalità era sbagliato dalla testa ai piedi e questo non è un caso ma purtroppo una consuetudine per tantissimi piccoli produttori e hobbysti: le valvole non sono inserite in un circuito ponderato che deve rispettare delle regole ben precise e nel rispetto dei limiti operativi, esse sono usate in modo totalmente irrazionale come monili a cui si attribuisce un potere magico, oggetti di vetro che si illuminano cui basta la sola presenza per “suonare”, non importa come le si faccia funzionare basta che senti il “suono” e vuol dire che funziona… Quando dicono “però suona!” e come dire che hai una ferrari che va solo in prima e non supera i 30km/h col motore sempre al limite dei giri e dire “però cammina!”.

La differenza tra 2 cose che funzionano va a gusto, la differenza tra qualcosa che funziona e qualcos’altro realizzato a questo modo invece per me non è un’opinione, se anche la ridottissima potenza potrebbe essere sufficiente ad ascoltare qualcosa con casse ad altissima efficienza e se anche il timbro sonoro potrebbe soddisfare il gusto di qualcuno i problemi insiti nel circuito sono tali per cui l’oggetto va considerato inaccettabile e non funzionante e inaccettabile.

SB Alimede

Dopo Varuna con le 6V6 ho realizzato quest’altro piccolo amplificatore (un’altro progetto di Single Ended con la EL84 lo trovi qui) partendo da quanto di recuperabile rimaneva dalla demolizione dei 2 piccoli single ended recensiti qui sopra.

Ho voluto utilizzare un circuito che qualcuno chiama Shadeode e altri chiamano Partial Feedback, (potete leggere il breve articolo sul sito tubecad cliccando qui) unito all’uso di reazione catodica per aumentare il fattore di smorzamento. Degli apparecchi demoliti ho recuperato le valvole, zoccoli, alcuni condensatori, 1 trasformatore di alimentazione e una induttanza più diverse minuterie. I trasformatori di uscita non erano riciclabili perchè l’impedenza di 10k non era adatta con la EL84 e l’uso a triodo della stessa permetteva un’efficienza in termini di potenza erogata troppo bassa su 10k. Ho quindi utilizzato una coppia di miei trasformatori d’uscita (SE5K6-UNI) da 5600ohm primari. Lo schema premium dell’apparecchio, è qua sotto (clicca la miniatura per ingrandire).

L’alimentazione è affidata a una coppia di comunissimi 1N4007, non era possibile fare diversamente viste le tensioni a disposizione nel trasformatore, non c’era margine per una raddrizzatrice e la stessa non avrebbe portato nessun giovamento sonoro ma piuttosto l’obbligo di usare capacità ridotte e una resistenza in serie (la Ri della valvola stessa) con tutti i problemi che ne conseguono.

Il primo stadio è formato dalla 5842, il catodo è polarizzato mediante l’uso di un LED Verde (caduta di tensione selezionata a 2,00volt) bypassato da un generoso elettrolitico da 1500uF a basso ESR, questo tipo di polarizzazione a livello di resa sonora è equivalente a un bias fisso, la corrente di 10mA della 5842 è sufficiente a polarizzare a pieno il led e il grosso condensatore da 1500uF serve a mantenerlo polarizzato anche quando il segnale porta la corrente della valvola prossima all’interdizione nonstante questo per sicurezza ho portato al led 3mA aggiuntivi con una resistenza da 100k direttamente dalla tensione anodica. La tensione al catodo della 5842 resta stabile anche con segnali di 20Hz e il finale a pieno clip.

La 5842 pilota la EL84 connessa a pentodo puro e riceve il segnale di partial feedback attraverso le resistenze da 90k (si può usare anche 82k senza che cambi sostanzialmente nulla), in questa configurazione circuitale la EL84 nonostante sia connessa a pentodo nel regime dinamico si comporta come se fosse un triodo (ma eroga la potenza di un pentodo), esattamente come succede anche nella configurazione STC usata nel Luna. Il guadagno del circuito era ancora alto e lo smorzamento basso, visto che il tasso di partial feedback è modesto ho applicato anche una reazione catodica alla finale, ponendo il secondario del trasformatore d’uscita sotto al suo catodo trovando un’equilibrio perfetto. Sotto al catodo della EL84 si possono osservare 2 resistenze da 330ohm e da 1100ohm atte ad ottenere il valore di 255ohm, un grosso elettrolitico da 2200uF che funge da bypass principale più altri 2 condensatori non polarizzati da 1,5uF e da 220nF che ho selezionato in base al loro fattore di dissipazione per bypassare l’elettrolitico, al posto di questi due è possibile montare, probabilmente con egual risultato, un condensatore mundorf in polipropilene da 1uF, diciamo che io riesco a risparmiare ma bisogna saper misurare e selezionare i condensatori che si usano… montando un mkt da 1,5uF e un 220nF mkp “a caso” difficilmente otterrete il risultato che ho avuto io o che otterete con il mundorf. Anche l’elettrolitico deve essere di buona qualità, basso ESR e basso D, io ho utilizzato un componente di surplus marchiato Frako che ha ottime strumentali.

La potenza dell’amplificatore è di 3 Watt RMS veri e pieni e indistorti. Il fattore di smorzamento DF è pari a 3,33 e la banda passante è 12Hz / 42khz -3dB @ 1watt RMS, sotto il grafico…

La distorsione armonica dell’1% con un raporto segnale rumore di -65dB, sempre a 1watt, sotto il grafico:

Le quadre a 100Hz / 1k e 10k

Vediamo il montaggio: Il telaio è stato realizzato in mogano lucidato a gomma lacca, le piastre di alluminio verniciate a polvere.

Il suono dell’apparecchio è veloce con una gamma alta brillante e dettagliata che fa sentire tutti i particolari della registrazione senza cancellare cose, come un vero HiFi deve essere. Ma come suona? vediamo il commento di un lettore che ha acquistato lo schema premium: Stefano, ho finito la realizzazione da un paio di giorni dell’Alimede e sono soddisfattissimo! Nel suo piccolo, ha un suono sorprendente per trasparenza, equilibrio, velocità e controllo. Sono solo 3w, ma ottimi per i miei ascolti nelle ore notturne a basso volume. Hai fatto un ottimo lavoro!!! Un vero miracolo, considerati i piccoli ruderi da cui sei partito. Ti ringrazio molto e ti invio i miei più cordiali saluti. A presto G.

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SB-Nibiru – Prototipo – Perchè non esiste solo la distorsione armonica

Trovo solo ora il tempo di scrivere un’articolo su questo piccolo esperimento che ho fatto 2 anni fà, spiego subito che si tratta di un’esperimento a tutti gli effetti ma che mi è servito, e potrebbe servire anche a voi che leggete a comprendere meglio i fenomeni che avvengono all’interno di un circuito e a sfatare ulteriormente alcuni credi audiofili. L’oggetto è comunque un piccolo preamplificatore che può essere utilizzato con godimento e ha veramente senso realizzarlo o prenderlo come spunto per altri progetti.

Intanto perchè l’ho chiamato Nibiru? cit. Wikipedia

Nibiru è un presunto pianeta descritto, sulla base di una personale interpretazione delle scritture sumere, dallo scrittore Zecharia Sitchin nell’ambito della sua teoria che vorrebbe che all’origine della vita sulla Terra ci sia una presunta civiltà extraterrestre. Tale sua personale teoria è del tutto priva di riscontri e di qualunque base scientifica.

Proprio come per Nibiru anche nel mondo audiofilo circolano miti e leggende prive di riscontri e basi scientifiche ma che si tramandano a voce e su cui si crede per fiducia in modo dogmatico, alcuni di questi riguardano la distorsione armonica che sembra essere l’unico tipo di distorsione esistente, e i presunti effetti deleteri del negative feedback (di cui ho già parlato in quest’altro articolo) o i presunti effetti positivi della sua assenza, per essere più precisi in questa leggenda si afferma che l’uso di negative feedback in qualsiasi sua forma sia anche solo un regolatore di tensione che alimenta un filamento cancellerebbe informazioni sonore, ma realizzato questo esperimento si scoprirà che le cose non stanno proprio così.

Iniziamo parlando della distorsione armonica: nel mondo audiofilo dei forum, delle riviste e dei vari guru che fanno documentari su youtube parrebbe che tutto il bello del suono delle valvole sia causato dal fatto che esse distorcono con armoniche pari o che le differenze sonore tra un’apparecchio o l’altro dipendano unicamente da una diversa impostazione dello spettro armonico… che i single ended suonano in un certo modo perchè fanno le armoniche pari mentre i pushpull suonano in un’altro perchè fanno le dispari (ma quell’altro tizio non aveva detto che le valvole fanno solo le pari?). La realtà delle cose è ben più complessa di come la descrivono… per ignoranza? per malafede? Perchè è troppo faticoso affrontare un discorso seriamente e spiegare le cose come sono veramente? Perchè alimentare il mito aiuta a vendere apparecchi e accessori super costosi limitandosi a raccontare favole? Non lo so, però posso affermare qui ora (e farò un’articolo di approfondimento più avanti quando ne avrò occasione) che le valvole non distorcono solo di armoniche pari, ma generano sempre e comunque un misto di pari e dispari in diversa misura a seconda del circuito in cui vengono inserite e che il risultato non è poi statico e immutabile ma cambia anche solo cambiando valvola con un’altra apparentemente uguale nello stesso circuito, che i single ended non predominano necessariamente di armoniche pari e che i pushpull non predominano necessariamente sempre e solo di dispari… e che a volte questi cambi di impostazione armonica non risultano nemmeno udibili.

La distorsione armonica è solo una delle tante distorsioni possibili su un segnale che attraversa un circuito, altri tipi di distorsione sono per esempio quella di fase, le intermodulazioni, le distorsioni di memoria. Sarebbe impossibile per me approfondire tutti questi argomenti in una volta sola, per ora lascio che gli interessati facciano le loro ricerche su internet. Mi limito a dire che tutti questi tipi di distorsione possono affliggere in modo più o meno negativo i vari circuiti amplificatori e possono modificare l’esperienza uditiva dell’ascoltatore e magari il celare la loro esistenza alle masse è stata una delle cause del formarsi di un’altro mito, ossia quello che gli strumenti di misura non servono a niente “perchè a volte capita che un circuito che agli strumenti sembra andare meglio suoni peggio di uno che sembrava andare peggio” (a parte che suona meglio o peggio è una cosa abbastanza soggettiva) in realtà, come sempre dico spesso, i dati sono falsi oppure sono incompleti. È comprensibile comunque che diventi difficile mostrare tutti questi dati e che poi gli utenti normali riescano a interpretarli, io stesso non possiedo tutti gli strumenti che sarebbero necessari (perchè veramente costosi e fuori dalla mia portata) per spiegare meglio “nibiru”, in ogni modo la prova empirica ad orecchio e il confronto delle strumentali che riesco ad acquisire rende un quadro abbastanza comprensibile della cosa e tutto ciò che faccio è molto di più di quello che fanno tanti venditori che non esibiscono niente.

Una grande importanza in questi fenomeni sonori ce l’hanno gli elementi reattivi: condensatori, induttanze e trasformatori sono in assoluto i componenti più imperfetti e anche complessi nella loro imperfezione, prendiamo ad esempio un’induttanza… nel mondo teorico questa è un’induttanza:

Nel mondo reale invece questa potrebbe essere la rappresentazione approssimativa di un’induttanza con i suoi elementi parassiti…

Brevemente: l’induttanza reale ha una resistenza serie che è rappresentata dalla resistenza DC del filo di rame, una resistenza in parallelo (di grandissimo valore) che è la dispersione del dielettrico, un condensatore in parallelo che è la sua capacità parassita principale, ha poi dei gruppi risonanti LC serie e LC parallelo (potrebbero essere anche più di uno per tipo) e in fine i condensatori verso massa che ho disegnato all’inizio e alla fine sono le capacità che si formano tra l’inizio e la fine dell’avvolgimento rispetto la carcassa metallica del nucleo che normalmente è collegata al telaio. Poi senza considerare l’effetto di Barkhausen. È facile comprendere che se l’induttanza ideale e ipotetica ha un comportamento ben preciso e prevedibile quella reale che cela tutti questi circuiti parassiti ed inevitabili avrà un comportamento molto complesso rispetto al segnale audio che la attraversa. Un trasformatore poi è ancora più complesso di una semplice induttanza, ed anche i condensatori hanno elementi parassiti che formano reti abbastanza complesse.

Veniamo al circuito di nibiru, a cosa fà: Una delle leggende audiofile vorrebbe che gli amplificatori zero feedback suonassero con una certa tridimensionalità, palcoscenico, o il presunto effetto di avere davanti l’orchestra o la cantante, normalmente chi parla di zero feedback glissa oppure ignora totalmente il discorso sui problemi di controllo dei diffusori alle basse frequenze. Sempre gli stessi poi sono quelli che dicono che l’uso di negative feedback è deleterio perchè cancella informazioni sonore…

Innanzi tutto posto questi 2 file audio, (freeware) che si trovano su internet assieme a tanti altri, vi chiedo di ascoltarli assolutamente con delle cuffie (non funziona se li ascoltate con le casse), non importa che utilizziate un’amplificatore prestigioso, bastano 2 cuffie infilare nel jack del computer o dello smarphone…

Titolo: “Dal Barbiere”

Titolo: “Acqua minerale”

Fanno abbastanza venire i brividi vero? Molti sognano una cosa del genere davanti al loro HiFi… e questi 2 file audio sono volgari MP3, alcuni sapranno già di cosa si tratta, ma lo spiego per quelli che non lo sanno; queste sono registrazioni binaurali…

La foto qui sopra non è la testa di un manichino per esporre cappelli e occhiali al supermercato ma è un costosissimo microfono binaurale, per capire il suo funzionamento bisogna prima capire come fa il nostro cervello a capire la direzione di un suono. Noi abbiamo solo 2 orecchie una a destra e una a sinistra, nonostante questo riusciamo a capire se un suono arriva da davanti o dietro, da sopra e da sotto (o direzioni intermedie)… Com’è possibile? il segreto è nella forma delle nostre orecchie, quando un’onda sonora colpisce la struttura dell’orecchio subisce delle distorsioni (sopratutto nel dominio della frequenza e della fase) e queste distorsioni cambiano a seconda di come l’onda impatta sulla struttura dell’orecchio (in pratica a seconda della direzione) per poi arrivare al timpano, in base a queste distorsioni il nostro cervello, che è un computer potentissimo, riesce a comprendere la dislocazione fisica nell’ambiente da cui questo suono è partito. Il microfono binaurale imita una testa umana con 2 orecchie che sono una copia fedele di orecchie umane all’interno delle quali si trovano 2 microfoni e proprio in questo modo i 2 microfoni riescono a registrare delle reali informazioni sonore tridimensionali che portano al risultato sorprendente che avete sentito sopra, che può però essere apprezzato unicamente in cuffia, infatti riproducendo questi file sonori in un normale impianto stereo si modifica completamente ciò che arriva ai nostri timpani e l’effetto tridimensionale svanisce totalmente.

Capita questa cosa diventa evidente che se una registrazione non contiene questo tipo di informazioni audio perchè è stara registrata con microfoni normali o addirittura registrata uno strumento alla volta in uno studio e poi mixxata e non la si ascoltata in cuffia non potrà MAI e poi MAI risultare come un’evento reale quando riprodotta, anche perchè magari l’evento reale “live” non è mai accaduto (musica registrata in studio)… o meglio, voglio essere più chiaro: nella registrazione NON ci sono queste informazioni ed è palese che nessun circuito può restituire al segnale qualcosa che è stato perso (tralasciando qualche guru che afferma di costruire macchine fantascientifiche che viaggiano nel tempo o in altre dimensioni a cui è meglio non dar peso). Se ascoltando il vostro impianto si notate elementi tridimensionali, perchè si è costruita una certa catena audio, con certe casse e in un certo ambiente, queste informazioni sonore, questa tridimensionalità, il palcoscenico… sono finti… posticci… se vogliamo dire: creati ad arte ma comunque frutto di una certa manipolazione o meglio distorsione del segnale nei suoi tanti aspetti di frequenza di fase etc, ad opera dell’amplificatore o delle casse o di un certo posizionamento nell’ambiente… Non la riproduzione fedele di un eventi live ma “un’effetto speciale” che probabilmente avviene in un certo modo solo a casa vostra e non è ripetibile esattamente uguale in altre condizioni.

Attenzione io non sto sindacando che introdurre queste distorsioni goderecce sia sbagliato, provate a immaginare il sapore di una costina di maiale cotta sui carboni e una cotta nel microonde senza sale e senza spezie… la seconda fa abbastanza schifo. Quello che voglio dire è un’altra cosa: i vari guru affermano che gli amplificatori retroazionati cancellino cose… ma la realtà è che “è l’assenza di controreazione” a introdurre cose che nel segnale non ci sono! La realtà percepita e raccontata viene totalmente ribaltata! Dov’è lo sbaglio in tutto ciò? Fino a che punto queste cose aggiunte sono buone e quando diventano peggiorative? (immaginate la vostra costina ai ferri sepolta sotto una colata di salsa tanto sa non distinguere più il sapore della carne). Lo sbaglio sta nel fatto che quando non comprendi un fenomeno allora non lo sai gestire! Tanti realizzano amplificatori che vengono come vengono per avere questi effetti ma si trascinano dietro problemi patologici che non si possono eliminare perchè non li comprendono. Arriviamo al circuito di Nibiru, di cui qui sotto lo schema premium:

Il circuito è molto semplice e basilare, è costituto da una ECC82/12AU7 o compatibile come 6189 / 5814A e realizzabile anche con la 12BH7 / 6CG7 e 6SN7. La tensione anodica è molto bassa, attorno gli 80 volt ed è presente un deviatore quadruplo che permette di passare il circuito in 2 modalità diverse, in un modo la valvola è caricata con una resistenza sull’anodo e una sotto al catodo senza nessun condensatore di bypass, quindi non c’è nessun elemento reattivo nel circuito (a parte i condensatori di disaccoppiamento inevitabili) nell’altro modo invece viene inserito un condensatore in parallelo alla resistenza catodica mentre la resistenza anodica viene sostituita con una induttanza 19S555. Ci sono poi 2 potenziometri doppi, il primo posto sull’ingresso è un controllo di tono che permette di tagliare le frequenze basse mentre il secondo è un negative feedback locale variabile che permette di regolare un tasso di controreazione locale tra un certo massimo e un certo minimo (prossimo a zero).

L’esperimento consiste nel porre questo circuito in mezzo tra una sorgente nota ad esempio un DAC o un lettore CD e un’amplificatore di potenza che deve essere retroazionato, quindi disporre di un certo minimo smorzamento dei diffusori e possibilmente che sia un buon amplificatore e non un rottame che suona male.

Ora ci si può divertire con i comandi di nibiru, a regolare i vari potenziometri per sentire come cambia il suono, io posso ora raccontarvelo a parole ma vale la pena sperimentare di persona perchè è interessante e istruttivo, e getta finalmente luce su argomenti che risultano ai più oscuri e incomprensibili.

Nella modalità resistiva, senza elementi reattivi, nibiru risulta abbastanza neutro, quasi inutile a parte una leggera preamplificazione del segnale. Non cambia granchè rispetto a non averlo collegato affatto, viene introdotta solo la distorsione armonica della valvola e sostanzialmente il miglior suono si ha settando la controreazione al massimo perchè si abbatte proprio tale distorsione presente quando il feedback sta a zero. Il bello avviene quando si commuta il circuito nella modalità reattiva, esso diventa quello che viene poi chiamato parafeed, con la differenza che nessuno a parte me ho avuto l’idea di inserire una controreazione locale variabile in un circuito parafeed. L’effetto che si ottiene è il seguente: quando la regolazione del negative feedback è al massimo si ha un suono abbastanza chiuso e schiacciato contro le casse (stranamente ad almeno 2 o 3 persone a cui l’ho fatto sentire piaceva così! Dimostrazione che poi meglio o peggio è soggettivo.) Questo avviene per via delle interazioni eccessive tra NFB e le rotazioni di fase dell’induttanza. Man mano che si gira il potenziometro diminuendo il tasso di NFB il suono si apre. Inizialmente questo si distacca dalle casse mantenendo però una separazione destra e sinistra, proseguendo il suono si distacca sempre più, si forma un fronte sonoro centrale e si nota quello che chiamano palcoscenico ossia sensazione di avere davanti la cantante con gli strumenti distribuiti da destra a sinistra… poi ancora il suono si avvicina, arriva in faccia all’ascoltatore.. tutto questo gradualmente man mano che si cala il tasso di NFB… ma continuiamo… a un certo punto si confonde un pochino la distinzione tra destra e sinistra, i 2 canali si mescolano… siamo a circa ore 13 del potenziometro… diminuendo ancora il tasso di NFB la gamma medio alta resta invariata, suono aperto ma cominciano a imbruttirsi le basse frequenze, dapprima sporche e poco definite diventano slabbrate e invadenti quando il tasso di NFB è al minimo… si può agire sul controllo di tono per abbassare il volume delle basse frequenze e renderle meno invadenti ma restano comunque poco definite. Bisogna poi tener presente che nibiru come carico ha il potenziometro di un’amplificatore… perchè quando il carico è una cassa le cose sono ancora più complesse.

Vediamo cosa succede con gli strumenti di misura.

Distorsione su carico resistivo puro

Senza Feedback (THD 1,3%)

Massimo Feedback (THD 0,86%)

Distorsione su carico reattivo puro

Senza Feedback (THD 1,24%)

Massimo Feedback (THD 0,4%)

Come si vede bene da queste analisi di spettro sono inconclusive e non dicono assolutamente niente, ci sono differenze di poche frazioni percentuali di distorsione armonica tra i vari modi che non spiegano per nulla le grandi differenze che si hanno a livello uditivo… Però voglio far notare che sebbene questo sia un circuito semplicissimo formato da 1 solo triodo, con o senza feedback, non ci sono solo armoniche pari… MA PER NIENTE! nello spettro senza feedback vediamo in ordine da sinistra a destra la armoniche 2 – 3 – 5 – 9 … mentre nello spettro con massimo feedback le armoniche 2 – 3 – 7 – 9 e anche nel modo reattivo ci sono diverse armoniche, quindi chi insiste a dire che le valvole producono solo armoniche pari non dice il vero. Passiamo all’analisi della risposta in frequenza e in fase.

A questo punto so benissimo che qualcuno obbietterebbe “eh ma qualcosa cambia! come fai a dire che non si sente quel 0,1% di differenza!!” Lo dico perchè basta sostituire la ECC82 con un’altra ECC82 (e ho provato con diverse ECC82, con una 6211, la 5814 e una 12BH7) per avere cambiamenti anche più consistenti di uno 0,1% ma all’atto dell’ascolto non cambiava niente… al di sotto del 1/2% di THD solo gli strumenti notano differenze (provato con diverse cavie che ovviamente non sapevano cosa stessi facendo nel corso degli anni).

Risposta in frequenza su carico resistivo

Senza Feedback (25 gradi a 60khz)

 Massimo Feedback (25 gradi a 70khz)

Risposta in frequenza su carico reattivo

Senza Feedback (25 gradi a 20khz)

Massimo Feedback (25 gradi a 50khz)

Per mio errore nell’acquisizione del grafico, su carico resistivo ho impostato la scala a 50gradi quadretto, mentre su carico reattivo a 10gradi quadretto, in definitiva l’andamento in fase su carico resistivo è comunque migliore rispetto quello sul reattivo, ho riportato il grado di rotazione di 25 gradi partendo da 1khz… Già in questa misura si nota che l’elento reattivo introduce maggiore rotazione di fase. Ma se proviamo a sollecitare il circuito con un segnale ad onda quadra a 10khz? (in giallo il segnale del generatore in azzurro il segnale del circuito)…

Quadra su carico resistivo

Senza Feedback (1volt / div)

Massimo Feedback (1volt / div)

Quadra su carico reattivo

Senza Feedback (10volt / div)

Massimo Feedback (2volt / div)

Sul carico resistivo non si nota niente di particolare a parte il cambio di ampiezza, il fronte di salita e discesa dell’onda è leggermente arrotondato per via delle capacità del circuito ma niente di chè, con l’induttanza di carico senza NFB si ottiene una quadra più arrotondata e deformata, se si aumenta il tasso di NFB la deformazione diminuisce gradualmente ma mai del tutto fino a quando si arriva al massimo NFB dove compaiono anche delle leggere ondulazioni sulle creste dell’onda che ho cercato di evidenziare aumentando lo zoom che sono il ringing della stessa, ossia una risonanza interna, ma ancora tutto si ferma qua. In pratica i fenomeni maggiori, in teoria, avvengono sui segnali transitori dove gli elementi reattivi del condensatore e dell’induttanza immettono nel segnale più cose, e l’interazione con il negative feedback riesce in parte ad eliminare alcune di esse (ribadisco: eliminare cose che sono state aggiunte dal circuito, non eliminare cose che erano nel segnale) e in parte ne crea altre per interazione, purtroppo non ho strumenti più complessi che potrebbero dare misurazioni più significative.

Quello che però secondo me è chiaro è che gli elementi reattivi aggiungono cose al segnale (distorsioni) e che di certo non centrano nulla con le armoniche. Il circuito di nibiro è interessante per fare esperimenti, chi non fosse interessato a fare queste prove ad orecchia puoi realizzarlo omettendo il commutatore, lasciando solo la sezione reattiva con il feedback regolabile e senza controllo di tono. Tra l’altro non sono il primo ad averci pensato, basta guardare qua sotto la foto che mi ha mandato un’amico su Whatsapp.

Voglio aggiungere che l’inserimento di nibiru in mezzo alla catena audio ha sempre procurato una leggera diminuzione della definizione e del dettaglio della registrazione, con o senza feedack non importa, è importante dire che più roba si mette in cascata in una catena audio più inesorabilmente si perdere qualcosina, anche se poco, e questo insegna che se si può fare meno di un preamplificatore forse meglio non metterlo, molte persone infatti infilano preamplificatori in mezzo tra sorgenti e finali che magari non ne avrebbero bisogno. Però l’effetto di suono che ti viene in contro quando nibiru è inserito e ben regolato è veramente bello. In definitiva io personalmente continuo a concludere che la totale assenza di NFB sia un handicap e che invece l’uso ponderato e moderato dello stesso sia come il piatto di uno chef stellato, e spero che questo articolo muova la curiosità dei lettori.

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8 risposte a SB-Nibiru – Prototipo – Perchè non esiste solo la distorsione armonica

  • Certo AleD ti dicono sempre che devi spendere tanto se no non va bene poi vai a casa di un tuo amico che ti chiama a sentire un 300b che ha pagato 12000 euro e fa schifo se anche fosse che spendi un sacco di trasformatori e va bene uguale a come va bene fatto in un altro modo cosa ci hai guadagnato?, vale l’idea o vale il risultato? dai retta a me che di apparecchi con i trasformatori di stefano ne ho già costruiti 3 con i suoi schemi e suonano molto meglio di tanta roba che compri senza feedback anche costosa

  • “Ma con un budget elevato sarebbe possibile progettare e costruire per esempio un SE a triodi con nessuna retroazione, ne’ globale e nemmeno locale, e che funzioni sonicamente bene? Da abbinare a diffusori ad alta sensibilità e facili da pilotare.”

    C’è anche da dire che il fastidio del basso smorzamento dipende anche dall’inerzia delle casse e dalla potenza del circuito, con questo 45 che ho realizzato io https://www.sb-lab.eu/sb-tulipa-single-ended-45/ avevo usato un tasso di NFB veramente poco limitato, il DF era appena di 3 ma con i soli 2,2 watt era sufficiente a fare un buon ascolto, però la questione è sempre quella che si rifugge il negative feedback perchè vi si associa una esperienza uditiva negativa, ma questo non è sempre vero, sopratutto se i trasformatori hanno bande passanti elevate e la rete di NFB è fatta bene non si trova nessuna differenza apprezzabile ad orecchio se non che senza del tutto in molte situazioni si ha esperienza di bassi fuori controllo, quindi non capisco la ragione dell’accanimento. In ogni modo il lilliput https://www.sb-lab.eu/lilliput-amplificatore-single-ended/ potrebbe essere uno di quei progetti molto semplici e con uno smorzamento buono nonostante l’assenza di controreazione, perchè la 6080 ha una resistenza interna di appena 300ohm… purtroppo le altre valvole di più comune uso hanno Ri di migliaia di ohm…

  • Gentile utente non posso fare commenti diretti su prodotti della concorrenza e ho dovuto per ovvi motivi eliminare il link, io non dico niente su quell’apparecchio perchè non l’ho mai provato ma un’idea ce l’ho e il video in questione l’ho già visto tempo fà e non mi trovo d’accordo con quelle che viene affermato, un monotriodo zero feedback accoppiato e trasformatori avrà un certo risultato che può piacere o non piacere ma trovo sbagliato affermare che l’uso di NFB sia incontrovertibilmente e sicuramente peggiorativo perchè si afferma come verità assoluta quello che invece è un gusto personale, ho pubblicato il progetto del triodino 4 con nfb disattivabile proprio per incuriosire le persone perchè il paragone tra 2 apparecchi diversi non vale niente e si traggono conclusioni errate, ci sono fior di amplificatori che usano la controreazioni venduti a parecchie migliaia di € di marchi famosi, che suonano bene. La questione piuttosto è che i sostenitori dello zerofeedback a tutti i costi a mio modesto parere siano una minoranza ma sono accaniti e fanno tanta “confusione” tutti gli altri comprano e realizzano quello che gli pare senza fare tanta propaganda, il problema è che sempre secondo me gli stessi stanno portando al collasso il mercato dei valvolari perchè ho osservato tantissime persone stanche di essere prese in giro con apparecchi che costano un’occhio della testa e mi dicono che non suona bene e sono passati allo stato solido perchè si sono arresi che quella via di mezzo non gliela da nessuno… o stato solito o valvolari zero feedback e tutti e dire così suona meglio.. in termini culari è come se tutti proponessero la loro ricetta per cucinare il baccalà dicendo questo è buono, è meglio, ma se non ti piace il baccalà?

  • Te lo dicono a parole, ma tu lo hai sentito e confrontati, sopratutto confrontati con retroazionati fatti al mio modo (e non uno qualsiasi) ? perchè un mio amico di roma che ha realizzato questo: https://www.sb-lab.eu/single-ended-el34-di-alberto/ aveva uno che continuava a dirgli (quando gli schemi erano ancora visibili in chiaro… infatti li ho pixelati tutti anche perchè mi ero rotto di queste persone) “non farlo, da un circuito così non puoi aspettarti più di tanto, è sbagliato, toglie quello aggiungi quall’altro, stacca il negative feedabck…” poi per fortuna alberto ha fatto il progetto rispettandolo, con i miei trasformatori e ottimi condensatori che gli hanno suggerito i ragazzi di audiokit e quando il guru di turno è andato a sentire è rimasto pietrificato e alla fine ha dovuto ammettere che non ha mai sentito così tanto dettaglio in un’amplificatore… e non è l’unico che si è trovato amici e conoscenti che remavano contro le mie progettazioni alla fine si sono trovati col loro amplificatori di marchi o nomi altisonanti … 845, 2a3, 300B i cui marchi i modelli non posso citare perchè poi sarei passibile di azioni legali, totalmente seppelliti.. tanto per dire che c’è uno che fa dei 300B e dichiara che siano zerofeedback e con uno smorzamento di diverse centinaia come cifra (totalmente impossibile anche con il più retroazionato degli stati solidi) ma poi nei vari commenti leggi gente che dice che però lo usa un biamplificazione solo sui medi alti perchè le basse non le fa bene.

  • Comunque l’esempio sarebbe questo:

    link eliminato

    Che ne pensi?

  • Chiedevo perché ci sono progettisti che li realizzano con costi di costruzione (non di vendita) di svariati migliaia di euro e sostengono appunto che la controreazione zero dia risultati sonicamente migliori usando valvole adatte in circuiti adatti. Boh.
    Se interessa in privato posso fornire il contatto (nostrano).

  • Come ho spiegato in altri articoli si riesce ad avere uno smorzamento “decente” ( https://www.sb-lab.eu/fattore-smorzamento-amplificatori/ )solo con un ristretto numero di valvole che posseggono una Ri molto molto bassa che praticamente si restringe alle regolatrici di tensione come la 6080 / 6336 / 6c33 e poche altre… con valvole come la 2A3 e le 300b non si riesce ad avere ottimisticamente parlante uno smorzamento superiore a fattore 2, ma sinceramente la cosa non deve essere di nessun interesse perchè quello che conta è il risultato e non come lo si ottiene e questo continuare a trattare il negative feedback come una sorte di peste a me personalmente ha stancato, ( https://www.sb-lab.eu/negative-feedback-e-la-caccia-alle-streghe/ ) tutti quelli che hanno sentito le mie realizzazioni o abbiano eseguito qualche mio schema con i miei trasformatori alla fine si sono trovati d’accordo che la buona progettazione con moderato (e sottolinea moderato) uso di NFB abbinato a buoni trasformatori da risultati superiori e non raggiungibili in sua assenza… Ma poi pubblicassero le strumentali a parole potrei anche dire di avere 4 braccia e 3 occhi… quanti ce ne sono che pubblicano i dati che pubblico io? Ho visto mcintosh, un produttore di amplificatori che costano come casa mia e basta… di contro ho avuto qualcuno che ha voluto insinuare che le misure che faccio sono taroccate perchè voglio tirare acqua al mio mulino, oppure quando per dire ho riparato il fatman 252 non ho avuto problemi a scrivere che faceva 100khz di banda passante perchè aveva ottimi trasformatori https://www.sb-lab.eu/fatman-itube-252/

  • Ma con un budget elevato sarebbe possibile progettare e costruire per esempio un SE a triodi con nessuna retroazione, ne’ globale e nemmeno locale, e che funzioni sonicamente bene? Da abbinare a diffusori ad alta sensibilità e facili da pilotare.

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Amplificatore Single Ended con valvole KT88/6550 e ECC85/6AQ8

-> Lo schema e il set di trasformatori non è più acquistabile per autocostruzione, chi fosse interessato può ora acquistare SB Phoenix. <-

Un bel giorno ricevo questo messaggio:

Possiedo da poco un’amplificatore che monta delle kt88 in single ended classe A, non l’ho realizzato io ma l’ho acquistato già assemblato da terzi. A farla breve, all’inizio nel mio impianto il suono mi piaceva, un po’ particolare, ma non mi sembrava male, quando poi un amico mi ha prestato un pre Arc sp3 mi è piaciuto ancora di più. Poi l’errore fatale: lo porto a casa del mio amico e nel suo impianto, collegato a delle klipsch la scala, fa letteralmente pena, tipo citofono. Un trauma! Le chiedo: sarebbe possibile renderlo un ampli ben suonante? Per la cronaca, l’apparecchio monta delle JJ. Il mio impianto: diffusori klipsch kg4, pre carver c6, giradischi aiwa ap2500 con dynavector 10×5 neo; giradischi dual con shure v15III + jico sas. Impianto del mio amico: klipsch la scala, finale Diego Nardi con 2a3, giradischi dual con shure m91 + jico sas. Ovviamente, posso inviarle foto e ulteriori dettagli. La ringrazio in anticipo e le porgo cordiali saluti

Era evidente che era uno dei tanti impresentabili, un single ended di KT88 in ultralineare pilotato da una ecc88, PCB di dubbia provenienza montato in una scatola di legno rappecciata alla meglio con 2 maniglie dell’ikea e trasformatori anch’essi di provenienza ignota senza nessuna etichetta. Ma come funzionava questo apparecchio? perchè a parte l’aspetto magari… All’oscilloscopio, su carico resistivo il test più semplice in assoluto, alla potenza di 1 watt usciva una sinusoide del genere:

In giallo il segnale del generatore, in azzurro il segnale dell’amplificatore che risulta avere una semionda fortemente compressa, si può vedere sotto la relativa analisi di spettro..

Una distorsione del 2,4% a 1 watt su carico resistivo, il motivo principale di una distorsione così grande è l’utilizzo della connessione ultralineare in una configurazione single ended, situazione di cui ho già parlato in questo articolo. Sempre per colpa della connessione ultralineare la potenza RMS massima erogabile dal circuito era di 6 watt per canale. Misurando la banda passante volevo vedere come andassero i trasformatori, erano riciclabibili?

Meglio lasciar perdere… Come si comportava il circuito su carico reattivo? Qui sono saltati fuori i problemi più grossi… Vediamo una semplice sinusoide a 1khz, 1 watt su carico reattivo

Sembra clippata?! ma è un clipping strano… non è clipping! è un’insieme di più problemi di progettazione del circuito, questa forma d’onda morsicata perdurtava anche portando il volume dell’amplificatore a pochi milliwatt di potenza, era completamente incompatibile con il carico reattivo che rappresenta bene o male quello che lo stesso circuito fa quando è collegato ad una cassa… si può vedere l’analisi di spettro assolutamente disastrosa con un 10% di distorsione complessiva ad un solo watt RMS, capisco il proprietario che l’ha definito citofono ma se misurassi un vero citofono non so chi vincerebbe.

Con lo smorzamento non si va meglio con un DF di 1,6… l’analisi della risposta in frequenza su carico reattivo dimostra gli effetti di ciò…

Il resto delle strumentali che ho acquisito è superfluo, inutile. Alla fine si poteva salvare ben poco di quell’apparecchio, un paio di mundorf, il trasformatore di alimentazione e qualche altro pezzetto qua e la. Lo schema e il set di trasformatori non è più acquistabile per autocostruzione, chi fosse interessato può ora acquistare SB Phoenix.

Lo stadio di ingresso è formato da una inconsueta (ma non troppo) ECC85 doppio triodo VHF che generalmente si trova utilizzata nei ricevitori FM delle radio a valvole e che è stata usata anche in alcuni amplificatori luxman tra cui il 3600, la valvola è stata caricata con una sorgente di corrente costate a transistor, usando il classico MJE350. Questa scelta è venuta per cercare di fare tutto con una sola valvola driver, senza dover mettere più stadi in cascata e avere al contempo un’impedenza d’uscita dello stadio decente e uno stadio veloce dal suono brillante a ricco di dettaglio, una ECC83 caricata con una resistenza sarebbe stata molto più calda e il cliente chiedeva un suono fresco, quindi il CCS a transistor ci stava a fagiolo. Al posto della ECC85 si può utilizzare anche la più comune ECC81 che ha pressochè le stesse caratteristiche elettriche, basta solo avere premuta di rispettare la diverse connessione dei pin relativi al filamento. Come finali si possono montare KT88 / 6550 / KT90.

La finale è connessa a pentodo puro, polarizzata a bias fisso servo controllato, ossia c’è un circuito attivo che si occupa di regolare il bias automaticamente che non è la stessa cosa del selfbias dove c’è una resistenza in parallelo a un condensatore, nel caso del selfbias c’è tutta la reattanza di un condensatore tra i piedi. Ovviamente c’è NFB come si deve mettere per forza se si vuole avere il giusto smorzamento del diffusore.

La sezione di alimentazione è formata dalla classica cella CLC con una vera induttanza e non un mosfet, capacità generose e condensatori buoni, la tensione per la griglia schermo è ottenuta con un circuito chiamato divisore di tensione che permette di avere una tensione inferiore a quella di ingresso rispetto al rapporto stabilito da un partitore resistivo ma esce a bassa impedenza… in pratica se si alimentano le G2 con una tensione ottenuta dalla classica cella RC la tensione non è stabile perchè quando il segnale audio supera certi limiti e la G2 comincia a richiedere corrente la tensione ai capi del condensatore C cade gradualmente al perdurare del segnale e si ricarica quando questo smette, causando distorsioni di memoria che consistono nello spostamento del punto di lavoro della valvola in base al segnale “passato”, il divisore di tensione anche se non è stabilizzato (perchè regola in base a cosa entra) invece ha un’impedenza molto bassa e non è turbabile in modo significativo dall’assorbimento della G2…

Era utilizzabile il trasformatore di alimentazione originale mentre ho provveduto a fornire due nuovi trasformatori di uscita SE6K-KT88 e l’induttanza. Vediamo il montaggio che è stato fatto dal cliente:

Che strumentali ha esibito questo circuito?

Potenza: 9,8Watt RMS
Smorzamento DF: 5,6

Banda passante 10Hz -0,2dB / 40khz -1dB

Distorsione THD @ 1 watt su carico resistivo: 0,37%

Com’è la sinusoide a 1 watt sul carico reattivo???

E la distorsione sul carico reattivo? sempre 1 watt: 0,067% si perchè un’amplificatore fa suonare una cassa, non lo si ascolta collegato ad una resistenza… distorcere poco su carico resistivo è facile, lo è di meno su quello reattivo, saper progettare un circuito vuol dire anche cercare di farlo andare meglio collegato a un vedo diffusore e non solo su una resistenza per esibire solo una strumentale.

Quadre a 100Hz / 1k /10k…

La triangolare che mostra la perfetta simmetria dell’onda

E l’andamento della risposta in frequenza sul carico reattivo

Come suona ce lo dice il cliente che ha realizzato lo schema premium con i trasformatori SB-LAB: La potenza è più che sufficiente, a ore 10 riempie la stanza di suono. Il contenuto armonico degli strumenti ad arco è notevole. La domanda viene spontanea, ma finora cosa %$£§ ho ascoltato? Perdonami il francesismo… Non ho mai ascoltato un tale insieme di dolcezza, dettaglio e raffinatezza. Praticamente sto ascoltando le tannoy per la prima volta! È incredibile, non c’è la minima traccia di durezza, il suono è una carezza, anche a volume alto. La scena è mozzafiato, sembra di avere un’ orchestra in camera, non stanca mai, bassi e medi sono favolosi! Ma ripeto, la cosa che più mi ha sconvolto, è che non si sente proprio la pressione sonora, aumento il volume e il suono diventa più grande, non più forte. Mai successo prima! Ti faccio i miei complimenti. È stata una storia lunga ma ne è valsa la pena.

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