Riparazione degli Amplificatori Audio Innovations 700 e 800

Nel vasto universo dell’audio hi-fi, pochi marchi evocano la stessa aura di prestigio e innovazione di Audio Innovations. Fondato a Brighton, Inghilterra, nel 1984, da due appassionati di musica e tecnologia, David Chessel e Peter Qvortrup, l’azienda ha guadagnato una reputazione ineguagliabile nella creazione di amplificatori valvolari che incarnano il perfetto equilibrio tra musicalità e precisione.

I Modelli 700 e 800

Tra i gioielli della corona di Audio Innovations, spiccano i modelli 700 e 800, due capolavori valvolari che affascinano gli appassionati di audio di tutto il mondo. L’Audio Innovations 700 si presenta come un amplificatore integrato, completo di controlli volume e multi-ingresso, pensato per offrire flessibilità e facilità d’uso. Dall’altro lato, l’Audio Innovations 800, un finale senza controlli volume, è dotato di un solo ingresso. Tuttavia, la loro circuiteria interna è notevolmente simile, se non del tutto identica.

Entrambi i modelli condividono una potenza nominale di 25 watt RMS per canale, fornendo un’esperienza d’ascolto potente e dettagliata. La magia avviene grazie alle finali EL34 in push-pull, lavoranti in classe A o in una leggera classe AB quando il volume raggiunge livelli più elevati.

In questa pagina, condividerò dettagliate esperienze di riparazione e restauro di due esemplari di questi amplificatori iconici: l’Audio Innovations 700S e l’Audio Innovations 800 MKII. Se possiedi uno di questi amplificatori che richiede attenzione o revisione a causa dell’età, ti invito a contattarmi. Sono disponibile per lavori di riparazione che mirano a restituire a questi gioielli della tecnologia valvolare la loro piena vitalità e performance audio.

Riparazione dell’Audio Innovations 800

L’Audio Innovations 800 è stato un affascinante viaggio nella riparazione di un amplificatore iconico. Una sfida che ha portato alla luce non solo la maestria della progettazione originale, ma anche le sfide nascoste e le sorprese lasciate da un passato oscuro.

Il nostro protagonista è giunto nelle mie mani con un problema noto: il trasformatore di alimentazione bruciato in cortocircuito secco che causava il repentino saltare del fusibile. Smontato l’amplificatore e misurate le sue viscere, ho progettato un nuovo trasformatore di alimentazione di ricambio, codice 23S72, che mantiene esattamente le stesse caratteristiche elettriche dell’originale. Il montaggio del trasformatore 23S72 non richiede modifiche aggiuntive ai fori esistenti, garantendo così il rispetto dell’integrità strutturale originale dell’amplificatore. Va notato che il trasformatore originale, con misure in pollici, su colonna 38, è un elemento introvabile in Europa. Il nuovo trasformatore, realizzato su colonna 40, è solo leggermente più grande dell’originale (un paio di millimetri), ma si adatta agevolmente al posto del vecchio senza necessità di allargare i fori esistenti. Un adattamento intelligente che conserva l’estetica e la struttura originale dell’Audio Innovations 800. Il trasformatore è adatto anche al modello 700.

L’amplificatore è stato venduto al mio cliente come “perfettamente funzionante, mai riparato,” ha rivelato una verità meno luccicante. L’insidioso venditore, con intenti meno che onesti, ha nascosto un passato di interventi poco ortodossi. All’interno, gli elettrolitici di catodo delle EL34 erano stati sostituiti con i raffinati Mundorf. Tuttavia, la presenza di questi condensatori di alta qualità già indicava un intervento precedente sull’amplificatore. Un segno di bruciatura sotto una delle quattro resistenze di catodo ha svelato una verità spiacevole: il precedente riparatore aveva sostituito le resistenze da 470 ohm con altre da 47 ohm, causando un bias sparato e facendo delle EL34 delle mini-centrali nucleari.

Nella mia opera di riparazione, ho rimesso le cose a posto. Le resistenze sono state sostituite con le corrispondenti da 470 ohm, e un condensatore visibilmente compromesso ha ceduto il posto a uno nuovo.

Dopo un’attenta revisione e il test delle valvole, l’amplificatore è stato rimontato. Il risultato? Una potenza misurata di 22 watt con valvole non nuove, un fattore di smorzamento di 6.2, e un suono restaurato alla sua antica grandezza.

Guardando indietro, questo Audio Innovations 800 ha attraversato il fuoco della sua storia passata, con un bravo riparatore incapace e un venditore ingannevole come avversari. Ma ora, ripulito, rinnovato, e pronto a cantare ancora. Seguiteci attraverso i grafici e le immagini, testimoniando il ritorno di questo capolavoro dell’audio valvolare alla sua gloria originale.

Riparazione di un Audio Innovations 800 con trasformatore d’uscita guasto

Recentemente mi è stato affidato un amplificatore Audio Innovations 800 che presentava un problema su uno dei canali. L’amplificatore si accendeva regolarmente, ma dal canale difettoso proveniva un fastidioso rumore di “spernacchiamento”. Dopo una prima analisi, è emerso che il trasformatore d’uscita era guasto. L’unica soluzione possibile, considerando che questi trasformatori non sono più in produzione, era creare un clone fedele partendo dallo schema originale.

Sbobinamento e analisi interna

Ho smontato con attenzione il trasformatore guasto per esaminarne la costruzione interna. L’obiettivo era ottenere uno schema dettagliato dell’avvolgimento per poter realizzare una copia fedele. Durante lo sbobinamento, ho notato subito una condizione piuttosto insolita e preoccupante: l’interno dell’avvolgimento era estremamente appiccicoso. Tutti gli avvolgimenti erano stati fissati con nastro da carrozzaio, la cui colla, con il passare degli anni, si era completamente sciolta e aveva reso tutto il trasformatore un ammasso colloso.

Il problema più grave, però, era che la smaltatura del rame risultava completamente compromessa. Quando ho rimosso un pezzo di nastro, assieme ad esso è venuta via anche la smaltatura del filo, lasciando il rame scoperto e scolorito. La causa del guasto era quindi una sorta di decomposizione interna: la combinazione di umidità, invecchiamento dei materiali e deterioramento della colla aveva portato a un cortocircuito progressivo tra gli avvolgimenti.

Non vi erano segni di guasto elettrico diretto (come sovratensioni o scariche), ma semplicemente una lenta e inevitabile autodistruzione dovuta all’età e ai materiali utilizzati nella costruzione originale.

Ricostruzione e messa a punto

Dallo schema ricavato tramite il paziente lavoro di sbobinamento, ho realizzato una nuova coppia di trasformatori d’uscita, costruiti seguendo fedelmente le specifiche dell’originale. Ho poi installato entrambi i trasformatori rigenerati nell’amplificatore, per garantire la simmetria tra i due canali e mantenere le caratteristiche sonore originali.

Dopo l’installazione, ho eseguito una serie completa di misure strumentali, confrontando le risposte in frequenza, la distorsione armonica e il comportamento ai transienti tra i nuovi trasformatori e i dati già in mio possesso ottenuti da amplificatori riparati in precedenza con i loro trasformatori originali. Il risultato è stato sorprendente: i grafici ottenuti con i trasformatori rigenerati sono pressoché identici a quelli dell’originale.

Originale Clone
Quadre a 100Hz – 1khz – 10khz
Grafico di banda passante

La ricostruzione è quindi riuscita perfettamente, ripristinando la piena funzionalità dell’Audio Innovations 800. Il cliente è rimasto soddisfatto sia dal punto di vista tecnico che sonoro, e l’amplificatore è tornato a funzionare come appena uscito dalla fabbrica.

Analisi di spettro a 1watt

Ecco una foto dei due nuovi trasformatori d’uscita installati sull’amplificatore. Ho realizzato i trasformatori seguendo fedelmente le specifiche dell’originale, assicurandomi che le dimensioni, l’avvolgimento e la finitura fossero il più possibile identici ai componenti originali. Il montaggio è stato eseguito con cura per mantenere la disposizione originale e garantire un risultato esteticamente e funzionalmente impeccabile.

Disposizione delle Valvole di Segnale

Di seguito è mostrata un’immagine che evidenzia la disposizione delle valvole di segnale sull’Audio Innovations 800, utile come riferimento per chi dovesse procedere con una rivalvolatura. Le quattro EL34 finali non sono state indicate nella foto, in quanto facilmente riconoscibili.

Un aspetto interessante riguarda le ECC83 in posizione 2 e 4. Andando a misurare queste due valvole con l’analizzatore uTracer 3+, si riscontra sistematicamente uno sbilanciamento tra le due sezioni interne del triodo, come evidenziato dal grafico che riporto di seguito.

Tuttavia, questo sbilanciamento è perfettamente normale e inevitabile, poiché nel circuito le due sezioni sono polarizzate con correnti diverse. Di conseguenza, anche se si installassero ECC83 perfettamente bilanciate, queste finirebbero comunque per sbilanciarsi dopo pochi mesi di utilizzo a causa delle diverse condizioni di lavoro.

Pertanto, è consigliabile non accanirsi nel cercare il perfetto match tra le sezioni interne di queste due valvole. Finché risultano efficienti e il circuito funziona correttamente, non è necessario sostituirle. La sostituzione compulsiva di ECC83 in queste posizioni è quindi inutile, poiché qualsiasi nuova valvola finirà comunque per sbilanciarsi in poco tempo.


Audio Innovations 700S

Mi è stato affidato un Audio Innovations 700S in uno stato non funzionante. Al momento dell’apertura, il primo dettaglio che ha catturato la mia attenzione è stato il piccolo PCB nella sezione di alimentazione, completamente danneggiato da un incendio che aveva generato una intensa fiammata all’interno della scocca… L’apparecchio ha emesso un fischio attraverso le casse, accompagnato da colpi secchi, mentre una densa nuvola di fumo si è diffusa rapidamente in tutta la stanza.

La massiccia resistenza che si trovava sopra il PCB era totalmente scomparsa, praticamente vaporizzata!

L’intensa ondata di calore generata durante l’incendio ha avuto l’effetto di sverniciare la superficie della lamiera…

Continuando l’esame approfondito dei danni, ho individuato un trasformatore d’uscita con il primario che scaricava verso il secondario (quindi verso massa), mentre l’altro trasformatore d’uscita presentava un corto circuito nel primario. Fondamentalmente, si è verificata un’auto-oscillazione distruttiva. È interessante notare che, in un’analisi passata sugli Audio Innovations 500, ho segnalato problemi di stabilità e inneschi spuri, attribuiti principalmente all’uso di tassi eccessivi di feedback negativo in questi dispositivi.

Vorrei evidenziare che questa sezione dell’articolo sull’IA700 è vecchia di sei anni rispetto la precedente sull’IA800. Nell’IA800, ho misurato uno smorzamento di 6.2 che denota un tasso di controreazione moderato, mentre queste informazioni datate suggeriscono una maggior quantità di controreazione nella versione 700 rispetto all’800. Rimarrò in attesa di riparare un altro IA700 per raccogliere dati strumentali più precisi di quelli raccolti sei anni fa.

L’AI500, se non altro, presentava un circuito “simmetrico”. Diversamente, l’AI700 utilizza un telaio molto simile a quello del 500 con 5 valvole pilota. Tuttavia, non include l’ingresso phono, e il progettista sembrava perplesso su come impiegare il buco aggiuntivo a disposizione. Invece di adottare una soluzione più elegante come un robusto longtail con un triodo per canale in ingresso, un long tail sfasatore con il secondo doppio triodo di ogni canale e un buffer con il terzo doppio triodo di ogni canale – una scelta pulita, simmetrica e tecnicamente pulita – ha optato per un SRPP sull’ingresso.

Il segnale che esce da questo stadio viene quindi preso attenuato per pilotare un altro triodo che uscirà in opposizione di fase. Questo dovrebbe costituire uno sfasatore paraphase, notoriamente svantaggioso dal punto di vista sonico se inserito in un circuito con controreazione. La mancanza di simmetria nel disegno dello schema è evidente, soprattutto nel fatto che le due finali del push-pull non sono pilotate da due circuiti identici che operano pilotate da due circuiti diversi, con una finale che ha un triodo in più dell’altra.

Al di là di queste scelte discutibili, lo schema proposto, che allego, presenta alcune peculiarità che potrebbero aver influito sulla minore stabilità del circuito, aprendo la porta a oscillazioni indesiderate. Da notare che anche il modello AI800 adotta uno strano disegno circuitale simile, ereditando le peculiarità discutibili che possono influire sulla stabilità del circuito e contribuire ad oscillazioni indesiderate.

IA700 IA800

Unendo questo circuito a un eccessivo tasso di feedback negativo e a un insieme di EL34 non più nuove, che manifestavano sbilanciamenti nelle caratteristiche, il circuito ha iniziato ad oscillare. Tale oscillazione ha portato in risonanza i trasformatori, generando tensioni così elevate da perforare gli isolanti e causare un corto circuito verso massa. La sezione di alimentazione si è bruciata a causa di questo corto circuito. Entrambi i trasformatori d’uscita sono stati disassemblati, privati del loro avvolgimento e, successivamente, sono stati ricostruiti da zero con delle copie perfette, preservando unicamente le calotte originali.

Ho replicato il PCB della sezione di alimentazione. È importante notare che questa scheda è compatibile non solo con l’Audio Innovations 700, ma anche con il modello 800. Posso fornirla come pezzo di ricambio su richiesta.

Dopo aver rimontato l’amplificatore e installato inizialmente un quartetto nuovo di EL34, ho successivamente sostituito la coppia di ECC82. Questa sostituzione è stata necessaria poiché il filamento di una delle due si è interrotto alcune ore dopo aver riacceso l’amplificatore.

Durante le prime accensioni sotto variac dell’amplificatore, ho notato una notevole instabilità nel circuito, che generava spurie casuali anche con carico fittizio. Questo comportamento sembrava variare in base alle valvole installate e addirittura in relazione alla vicinanza delle mani alle stesse. Trovare valvole che non causassero problemi non era una soluzione sostenibile nel tempo, considerando che nel deteriorarsi avrebbero potuto generare nuovi disturbi, potenzialmente danneggiando nuovamente l’amplificatore.

Dopo alcune prove, ho identificato il punto critico del circuito, situato sulle griglie schermo, come tipico in ogni circuito ultralineare. Per risolvere prontamente tutti gli inneschi spuri, ho proceduto saldando 4 condensatori ceramici da 470pF 400VCA tra la G2 e l’anodo delle finali. Ritengo che questa modifica debba essere applicata a tutti gli amplificatori AI che ho incontrato fino a questo momento, compreso l’AI500, anche se le spurie erano meno evidenti in quest’ultimo. Inoltre, potrei considerare, in futuro, una riduzione del tasso di controreazione globale come ulteriore miglioramento sonoro, se dovesse essere necessario intervenire nuovamente.

Eccolo finito:

Esaminiamo ora le caratteristiche strumentali:

  • Potenza massima: Circa 25 watt RMS (valutata in base alle valvole attualmente installate)
  • Risposta in frequenza a 1 watt: 37Hz – 50kHz, -3dB
  • Risposta in frequenza a 15 watt: 30Hz – 50kHz, -3dB (Va notato che, oltre i 8/10kHz, la forma d’onda presenta una notevole distorsione, probabilmente attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa.)
  • Smorzamento: Non disponibile. Non ho avuto il coraggio di scollegare il carico o di utilizzarne uno con un’impedenza superiore per evitare il rischio di destabilizzare il circuito e causare conseguenze indesiderate.

È importante sottolineare che queste sono misurazioni effettuate con gli strumenti di cui disponevo all’apertura della mia attività, quindi potrebbero non essere estremamente precise. I grafici che c’erano sono stati eliminati dal sito al momento dell’aggiornamento di questo articolo. Aspetterò di riparare un altro AI700 per ottenere misurazioni più accurate e aggiornate.

In questo video, è evidente la distorsione della sinusoide che si verifica nel range tra 8 e 20 kHz. Tale distorsione è attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa (NFB), accentuato dalla presenza di trasformatori di qualità inferiore forniti da AI (va precisato che si tratta di repliche fedeli da me prodotte, ma che replicano esattamente gli originali). La traccia più piccola, corrispondente al canale “muto”, mostra un certo grado di diafonia. Ho scelto di mantenere questo video poiché evidenzia chiaramente l’abbondante utilizzo di controreazione nella versione 700, fornendo un’ulteriore prospettiva sulla qualità del suono.

In alcuni commenti online, si afferma che questo amplificatore offre un suono dolce e mai affaticante. Tuttavia, nella mia esperienza, sia questo modello che i suoi fratelli, AI500 e AI800, almeno in abbinamento alle mie Tannoy (casse rivelatrici e esigenti), si rivelano piuttosto robusti e potenzialmente affaticanti durante l’ascolto. Personalmente, ho avvertito una certa durezza nell’espressione sonora, che, sebbene possa variare tra gli utenti e le configurazioni audio, è stata per me più pronunciata rispetto all’AI500, anche se in misura minore. Va sottolineato che questa è una percezione soggettiva e la resa sonora può variare notevolmente in base alle preferenze personali e al tipo di diffusori utilizzati.

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Air Tight ATM-300B, controllo e riparazione di un classico giapponese

Recentemente ho avuto il piacere di mettere le mani su un amplificatore valvolare Air Tight ATM-300B, un pezzo di alto artigianato giapponese che incarna la filosofia del single-ended in Classe A con le rinomate valvole 300B. Questo amplificatore è famoso per la sua costruzione impeccabile e per le prestazioni sonore raffinate, che lo rendono un oggetto di culto tra gli appassionati di alta fedeltà. La configurazione single-ended con valvole 300B è una scelta mirata per ottenere una riproduzione musicale calda e dettagliata, con una potenza di uscita di circa 9 watt per canale.

L’amplificatore arriva in laboratorio

Il cliente mi ha portato questo apparecchio dopo averlo acquistato usato, con un set completo di valvole che voleva far controllare per verificare lo stato di salute. Mi ha chiesto di effettuare un controllo approfondito, sia sulle valvole che sulle prestazioni dell’amplificatore, per essere sicuro che tutto funzionasse a dovere.

Ho iniziato con la misura di tutte le valvole usando il mio fidato uTracer 3+. Le 300B erano in ottima efficienza, con emissione e caratteristiche di lavoro perfettamente in linea con le specifiche di fabbrica. Anche le valvole di segnale e di rettifica erano in ottimo stato: una piacevole sorpresa, considerando che si trattava di un acquisto di seconda mano.

Misure strumentali e verifica del funzionamento

Dopo aver verificato le valvole, sono passato a una serie di misure strumentali per verificare le prestazioni dell’amplificatore:

  • Potenza di uscita: l’apparecchio eroga circa 7 watt indistorti; arriva a 9 watt, ma con un evidente inizio di clipping profondo.
  • Banda passante: con la minima controreazione, ho misurato una risposta in frequenza da 10 Hz a 25 kHz c-1dB. Con il selettore alla massima controreazione, la banda si estende fino a 65 kHz — un dato impressionante per un single-ended.
  • Distorsione: a 1 watt di uscita, la distorsione armonica totale (THD) è sempre rimasta sotto l’1% in tutte le configurazioni di controreazione.

Il selettore del fattore di smorzamento

Una chicca di questo amplificatore è il selettore a tre posizioni per il damping factor (fattore di smorzamento). Questo controllo agisce direttamente sulla quantità di controreazione, permettendo di adattare l’amplificatore al tipo di diffusori utilizzati. E qui arriva la parte che mi fa gongolare alla faccia di tanti audiofili estremisti: questo amplificatore, che viene venduto a prezzi che partono anche da 22.000 €, è controretroazionato! Eppure chi l’ha progettato sa bene che un minimo di controreazione è sempre necessaria per ottenere una riproduzione bilanciata e controllata. Non si può semplicemente eliminare del tutto la controreazione e sperare che l’amplificatore suoni bene — e Air Tight lo dimostra con questo selettore che permette all’utente di scegliere il comportamento più adatto al proprio sistema.

Conclusioni

Tirando le somme, l’Air Tight ATM-300B si è confermato un amplificatore di razza, con prestazioni strumentali di alto livello e una flessibilità di utilizzo che pochi altri apparecchi possono vantare. Tutte le valvole erano in perfetta efficienza, e le misure hanno confermato la bontà del progetto. Alla faccia di chi dice che la controreazione è il male assoluto!

Sotto trovate tutti i grafici delle misure effettuate

Banda passante:

Selettore su 1 Selettore su 3

THD:

Selettore su 1 Selettore su 3

Video delle onde quadre nei 3 step…

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1 Responses to Air Tight ATM-300B, controllo e riparazione di un classico giapponese

  • Grazi per la sua professionalità e sono entusiasta dell’articolo che ha sviluppato con l’air tight 300b che le ho portato. La controreazione è necessaria per migliorare il suono anche chi dice che non c’è nei suoi amplificatori in realtà la mettono vedi Nelson Pass uno che dí stato solido ne sa.

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Radford TT100: Riparazione e Modifica per Massima Affidabilità – Salva le Tue KT88!

Il nome Radford evoca immediatamente immagini di eccellenza nell’alta fedeltà e nella progettazione di amplificatori valvolari. Fondata nel Regno Unito da Arthur Radford, l’azienda si è distinta fin dagli anni ’60 per l’approccio innovativo e la qualità sonora senza compromessi. I trasformatori di uscita Radford, in particolare, sono leggendari per le loro prestazioni lineari e la capacità di gestire frequenze estreme con una distorsione minima.

Radford è stata una delle poche aziende che ha saputo combinare un design sobrio ed elegante con un’ingegneria acustica avanzata, guadagnandosi un posto di rilievo tra gli appassionati di alta fedeltà. Tuttavia, anche un marchio così rispettato non è rimasto immune alle sfide dell’era atomica del valvolare, un periodo tanto affascinante quanto controverso nella storia dell’elettronica audio.

L’Era Atomica del Valvolare: La Corsa alla Potenza

A cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, il mondo dell’hi-fi era in piena trasformazione. Il Radford TT100, prodotto nel 1981, rappresenta perfettamente questo periodo turbolento. Con l’avvento degli amplificatori a transistor, il mercato si trovava in una sorta di frenesia da “potenza pura”, con campagne di marketing che esaltavano watt su watt, facendo sembrare i valvolari decisamente obsoleti in termini di forza bruta.

Per competere con l’ondata di amplificatori a transistor che promettevano potenze elevate a prezzi sempre più accessibili, anche i produttori di valvolari furono costretti a rincorrere questa moda, spesso a discapito dell’affidabilità e della longevità dei loro apparecchi. Le valvole venivano spinte oltre ogni limite tecnico e di buon senso, in una corsa disperata per restare al passo con i tempi.

Radford TT100: Un Racconto Apocalittico dall’Era Atomica

Durante il lavoro di riparazione e modifica del Radford TT100, mi sono reso conto di quanto estreme fossero le scelte progettuali adottate per soddisfare le esigenze dell’epoca. Secondo i dati riportati dallo schema elettrico, le KT88 montate su questo amplificatore erano portate a dissipare ben 96 watt ciascuna! Per chi non lo sapesse, una KT88 è progettata per dissipare al massimo 35 watt in configurazione pentodo o 40 watt in ultralineare o triodo.

Questo dato allarmante deriva dai valori riportati nello schema:

  • Resistenza di catodo da 39 ohm utilizzata come test point.
  • Tensione di 6,3 volt ai test point, che secondo la legge di Ohm corrisponde a circa 160 mA di corrente per valvola.
  • Moltiplicando questa corrente per la tensione anodica di 600 volt, si ottiene una dissipazione di 96 watt abbondanti per valvola!

Inizialmente, ho pensato a un errore di stampa nello schema, ma le prime accensioni dell’amplificatore mi hanno dimostrato il contrario. Anche con i trimmer di regolazione del bias impostati sulla massima tensione negativa, già a 188 volt sul variac, le KT88 erano al limite della loro dissipazione massima ammessa. In pratica, queste valvole tirate così tanto hanno un’aspettativa di vita che va da Natale a Capodanno, portando inevitabilmente a un deterioramento precoce e irreversibile.

Il motivo di questa scelta progettuale è evidente: poter dichiarare sul catalogo una potenza di 100 watt, poco importava se le valvole si sarebbero trasformate in fuochi d’artificio dopo pochi mesi. Altri amplificatori dell’epoca hanno seguito lo stesso approccio azzardato, come alcuni modelli Quicksilver noti per esplodere sotto carico continuativo, EAR che rischiano cortocircuiti spettacolari se i morsetti degli altoparlanti non fanno perfettamente contatto, e M&A famosi per divorare le valvole in poche ore di utilizzo.

La Fine dell’Era Atomica del Valvolare

Questa corsa alla potenza tipica dell’era atomica dei valvolari è durata relativamente poco, all’incirca tra la metà degli anni ’70 e la metà degli anni ’80. Ben presto, le elettroniche valvolari vennero momentaneamente accantonate, lasciando spazio all’era buia dell’hi-fi: un periodo in cui l’unico parametro che sembrava contare era la potenza pura, a discapito di qualsiasi considerazione sulla qualità sonora. Durante questo periodo, che si è protratto fino alla metà degli anni ’90, il mercato dell’hi-fi è stato dominato da amplificatori a transistor progettati per sfoderare numeri impressionanti sulla carta, ma spesso privi di grazia musicale e profondità sonora. Alla fine, però, il pubblico ha cominciato a stancarsi di queste sonorità fredde e aggressive. Intorno alla metà degli anni ’90, si è assistito a una riscoperta della tecnologia valvolare, ma questa volta con un approccio più maturo e consapevole: senza più gli eccessi e gli abusi dell’era atomica, ma puntando a un suono raffinato, caldo e musicale, esattamente ciò che le valvole sanno offrire al meglio.

Restaurare o Modificare? Un Dilemma per il Tecnico

Immagino già i commenti dei puristi del vintage: “Come hai osato modificare un Radford TT100?!”

Ebbene, lasciamo perdere le ipocrisie. Come tecnico, ho la responsabilità di consegnare un apparecchio affidabile e gestibile, non un pezzo da museo destinato a fare scintille alla prima accensione. Un amplificatore del 1981, con più di 40 anni sulle spalle, ha bisogno di manutenzione, punto. I condensatori elettrolitici che risultano secchi o con ESR alle stelle vanno cambiati, non c’è nessun motivo valido per aggrapparsi a queste stupidaggini dell’originalità a tutti i costi. L’apparecchio non perde valore perché è stato revisionato, anzi, semmai ne acquista. Basta farsi un giro su internet per vedere che su tutti i forum gli amplificatori di questo tipo vengono recappati completamente e nessuno si fa problemi sull’originalità dei componenti interni.

E poi c’è la questione del bias. Il tiraggio delle valvole a quei livelli era esagerato già all’epoca, ma oggi è ancora più insensato. Le KT88 disponibili nel 2025 non sono le stesse che si trovavano nel 1981: la produzione attuale è di qualità inferiore, con strutture meno robuste e una capacità di dissipazione più bassa. Già allora spingere le KT88 a 96 watt di dissipazione era una follia — oggi è semplicemente suicidio per le valvole. Abbassare il bias per mantenere le KT88 entro i 40 watt di dissipazione non è solo una scelta logica, è una necessità tecnica. Infatti anche altre persone su vari siti parlano proprio di modifiche alla rete resistiva del bias…

Per di più, questo TT100 era già stato riparato in passato proprio per un’esplosione delle finali. Non è un caso che le resistenze che ho trovato cambiate fossero quelle collegate alla griglia schermo, alla griglia controllo e al catodo: è il segno inequivocabile che tutte le KT88 erano saltate per aria. Quindi, di quale originalità stiamo parlando? Se il circuito originale ha già portato alla morte delle finali una volta, continuare a seguire ciecamente lo schema di fabbrica sarebbe stato da incompetenti. Io faccio il tecnico, non il curatore di museo. ?

Doveva essere un Semplice Cambio di Valvole…

Tutta questa storia è cominciata quando il proprietario del TT100 mi ha portato l’amplificatore per un semplice cambio valvole e taratura del bias. In condizioni normali, sarebbe stata un’operazione di routine di mezz’ora, ma la situazione si è rivelata ben più complessa. Oltre al bias assurdo, ho riscontrato altri problemi:

  • Una precedente riparazione grossolana con saldature orrende, piste saltate e addirittura un valore errato su una grid stop da 10k ohm invece di 270 ohm su una sola delle quattro KT88.
  • Un 2N2905 ossidato che causava un clipping precoce su un canale.
  • Alcuni condensatori elettrolitici ormai esausti.
  • Un interruttore di accensione con lo stelo spezzato, riparato giuntando il moncherino con filo di rame rigido e colla bicomponente.

Le Modifiche e la Rinascita di “Ivy Mike TT100”

Per rendere l’amplificatore affidabile e longevo, ho apportato le seguenti modifiche:

  • Ho sostituito 8 resistenze (2 per ogni KT88) nel partitore di tensione del bias, limitando la dissipazione a 40 watt per valvola, un valore sicuro e rispettoso delle specifiche originali delle KT88.
  • Ho cambiato i condensatori elettrolitici esausti per garantire la stabilità dell’alimentazione.
  • Ho sostituito un 2N2905 difettoso e verificato il corretto funzionamento degli MJE350, risultati ancora in buone condizioni.
  • Ho riparato l’interruttore di accensione, ridonando funzionalità e integrità estetica all’amplificatore.

Dopo tutte queste modifiche e riparazioni, il Radford TT100 soprannominato Ivy Mike, un nome evocativo che richiama la potenza distruttiva ma ora sotto controllo e affidabile. L’obiettivo di questa riparazione e modifica è stato di rispettare lo spirito originale dell’apparecchio, garantendone però l’affidabilità e la durata nel tempo.

Misure Strumentali

Dopo le modifiche e la ritaratura, il Radford TT100 eroga una potenza di 82 watt per canale, con un fattore di smorzamento di 28, indice dell’altissimo tasso di controreazione utilizzato per il suo funzionamento. Questo approccio, tipico dell’epoca, puntava a massimizzare il controllo sui diffusori, ma inevitabilmente influiva anche sul comportamento armonico e sulla risposta in frequenza.

Le misure strumentali evidenziano una distorsione armonica totale dello 0,14% a 1 watt, un valore decisamente contenuto per un amplificatore valvolare di questa potenza, segno dell’efficacia della controreazione applicata. Tuttavia, il grafico della banda passante ha rivelato un’anomalia interessante: una gobba con picco a 1500 Hz. La causa di questo comportamento non è immediatamente chiara. Potrebbe dipendere dalla qualità discutibile dei trasformatori d’uscita oppure da qualche peculiarità nel circuito di controreazione o di equalizzazione interna.

Propendo per la seconda ipotesi, poiché l’analisi delle onde quadre mostra forme d’onda abbastanza pulite, un indizio che lascia supporre una buona linearità dei trasformatori. Tuttavia, non si può escludere del tutto che l’elevato tasso di controreazione stia mascherando eventuali imperfezioni nei trasformatori stessi, rendendo difficile un giudizio definitivo senza un’analisi più approfondita.

L’Abbinamento Giusto: Amplificatore e Diffusori

Ora voglio togliermi un sassolino, perché quando si parla di abbinamenti tra amplificatori e diffusori, la stupidità raggiunge livelli epici. Certi soggetti spesso fanno scelte di abbinamento prive di ogni logica, foriere di problemi a non finire — e poi, ovviamente, se la prendono con il tecnico che ripara l’amplificatore o cambia le valvole come se il problema fosse il suo.

Prendiamo il classico caso del personaggio che possiede delle casse da 86 dB di sensibilità, dure come il marmo, e pretende di pilotarle con un single ended da 5 watt. Poi si lamenta che suona male, ma che cosa ti aspettavi? Praticamente l’amplificatore è in clipping per tutto il tempo! È come voler trainare un rimorchio di 20 tonnellate con una Cinquecento e poi chiedersi perché il motore fuma…

Allo stesso modo, altrettanto assurdo è chi ha un amplificatore da 100 watt (in una classe AB che è più B che A) e lo abbina con delle casse da 91 dB o superiori. In quel caso, il povero amplificatore si trova costretto a lavorare sempre a bassissima potenza, dove la distorsione di incrocio tra le due finali è massima. Il risultato? Un suono freddo, aspro, distorto, gustoso come una lamiera… e ovviamente la colpa di chi sarà mai? Del tecnico che ha appena riparato l’amplificatore, ovvio!

Gne Gne non ti pagooo !

A tutti questi geni dell’hi-fi consiglio di incontrarsi e scambiarsi gli apparecchi: chi ha le casse da 86 dB prenda un bell’amplificatore da 100 watt in push-pull, mentre chi ha le casse da 91 dB o più le abbini con un bel single ended da 5 watt. Scommetto che, improvvisamente, tutto inizierà a suonare come dovrebbe. La fisica non è un’opinione, e un buon abbinamento tra amplificatore e diffusori fa la differenza tra un suono sublime e un disastro totale.

Riporta in Vita il Tuo Radford TT100

Se possiedi un Radford TT100 e vuoi riportarlo al massimo delle sue prestazioni senza rischiare di bruciare le valvole in poche ore, contattami oggi stesso. Con le modifiche mirate che ho sviluppato, posso rendere il tuo amplificatore affidabile, longevo e sicuro, senza compromessi sulla qualità sonora. Che tu stia affrontando problemi di bias, dissipazione eccessiva delle KT88, o semplicemente desideri un controllo approfondito per garantirne il corretto funzionamento, SB-LAB è qui per aiutarti.

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2 Responses to Radford TT100: Riparazione e Modifica per Massima Affidabilità – Salva le Tue KT88!

  • Può essere che 6,3 sia la tensione del filamento? o no? non vedo il motivo di indicare i 6,3volt del filamento li piuttosto che sul secondario del filamento. Purtroppo non risultava fisicamente possibile portare la dissipazione delle valvole sotto i 40watt… con quella configurazione della rete resistiva che era posta attorno il trimmer della regolazione del bias, con l’accensione graduale sotto variac era impossibile scendere sotto i 45watt per valvola già con solo 188volt sulla rete, figurati a portarlo a 220/230volt fin dove arrivavano, anche se esicuramente la tensione di alimentazione sarebbe scesa sotto i 600volt con il carico ma mai così tanto da poterci stare dentro, ma nemmeno da lontano.

  • Interessante, certamente il punto di lavoro dei tubi scelto dal costruttore non è ottimale. Faccio però notare che la tensione di 6,3 V segnata vicino ai test point probabilmente si riferisce alla tensione dei filamenti e non alla tensione da trovare ai capi della resistenza. Se veramente si facessero dissipare 96 W a ogni finale, non funzionerebbero da Natale a capodanno ma non arriverebbero a S. Stefano. Saluti.
    Luca

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