Cablaggio in aria VS Circuito stampato, quale è meglio ?

Desidero smentire alcuni preconcetti diffusi nel mondo degli audiofili riguardo al cablaggio in aria o “point to point”, spesso considerato come il metodo migliore per ottenere un suono superiore. La realtà, tuttavia, è che le differenze tra un amplificatore cablato in aria e uno montato su circuito stampato non sono necessariamente quelle che molti si aspettano. È importante analizzare criticamente i vantaggi e gli svantaggi di entrambi i metodi, poiché la letteratura sull’autocostruzione audiofila spesso si limita ad idealizzazioni superficiali, come “suona meglio” o “suona peggio”.

Il cablaggio in aria, o “point to point”, è un metodo tradizionale di assemblaggio dei componenti e dei collegamenti elettrici di un amplificatore. Questo approccio coinvolge il collegamento diretto dei componenti utilizzando fili e saldature senza l’uso di un circuito stampato. Molti sostenitori di questo metodo ritengono che il cablaggio in aria offra una maggiore purezza del segnale, riduca le interferenze e permetta una maggiore personalizzazione dell’amplificatore.

D’altro canto, il montaggio su circuito stampato è diventato lo standard nell’industria elettronica per molti motivi validi. I circuiti stampati consentono una maggiore precisione nella disposizione dei componenti e dei collegamenti, riducendo potenzialmente il rumore e l’interferenza. Inoltre, semplificano il processo di produzione in serie, riducendo i costi e migliorando l’affidabilità. È importante notare che entrambi i metodi hanno vantaggi e svantaggi specifici. Il cablaggio in aria può offrire una maggiore flessibilità e possibilità di personalizzazione, consentendo modifiche e aggiunte più facili. Tuttavia, richiede una maggiore attenzione e precisione nella realizzazione, e può essere più soggetto a problemi di contatti instabili o interferenze elettromagnetiche. D’altro canto, il montaggio su circuito stampato offre una maggiore ripetibilità e una migliore gestione termica grazie alla progettazione ottimizzata dei percorsi dei segnali. Inoltre, riduce la possibilità di errori umani nella fase di assemblaggio. Tuttavia, può limitare la flessibilità e la personalizzazione dell’amplificatore, rendendo le modifiche più complesse.

Partendo dalle origini dell’elettronica, il cablaggio in aria è un metodo di assemblaggio che ha radici molto antiche. Nei primi tempi dell’elettronica, i componenti che compongono il circuito venivano fissati manualmente a un telaio o a delle morsettiere, e le connessioni elettriche venivano realizzate tramite fili saldati uno per uno. Questo approccio è ampiamente visibile nelle radio d’epoca e in molti altri dispositivi dell’epoca.

Il cablaggio in aria ha avuto successo perché era una soluzione pratica ed efficace per realizzare i circuiti elettronici di quei tempi. La mancanza di tecnologie più avanzate, come i circuiti stampati, ha reso il cablaggio in aria il metodo dominante per l’assemblaggio dei componenti e dei collegamenti.

Le radio d’epoca rappresentano un esempio emblematico di come il cablaggio in aria veniva utilizzato ampiamente. I componenti, come le valvole termoioniche, i condensatori e le resistenze, venivano montati su un telaio o su una struttura solida. Le connessioni tra i componenti venivano realizzate tramite fili isolati, che venivano manualmente saldati ai terminali dei componenti e interconnessi tra loro per formare il circuito completo.

Questo metodo di cablaggio offriva una grande flessibilità e la possibilità di personalizzazione. Era relativamente semplice apportare modifiche al circuito o sostituire componenti difettosi. Tuttavia, con l’avanzare della tecnologia elettronica, l’introduzione dei circuiti stampati ha gradualmente sostituito il cablaggio in aria come metodo predominante di assemblaggio. I circuiti stampati offrono una maggiore precisione nella disposizione dei componenti, riducono le interferenze elettromagnetiche, semplificano la produzione in serie e consentono un’ottimizzazione dei percorsi dei segnali. Nonostante ciò, il cablaggio in aria ha ancora il suo fascino e viene utilizzato in contesti specifici, come nell’autocostruzione di amplificatori o strumenti musicali vintage, dove si cerca di replicare l’estetica e la sonorità dell’elettronica classica.

Costruire un circuito utilizzando il metodo del cablaggio in aria richiede un impegno significativo in termini di abilità e tempo. È un processo che richiede precisione e attenzione ai dettagli. Inoltre, diventa particolarmente difficile quando si deve replicare lo stesso circuito su più apparecchi in modo perfettamente identico. Durante un certo periodo storico, il cablaggio in aria rappresentava l’unico modo disponibile per costruire qualsiasi tipo di apparecchio elettronico.

È interessante notare che i circuiti stampati, come li conosciamo oggi, hanno fatto la loro comparsa durante la Seconda Guerra Mondiale. Furono utilizzati per la realizzazione di dispositivi come gli inneschi di prossimità dei proiettili di artiglieria. Inizialmente, questa tecnologia era principalmente impiegata a scopi militari o in applicazioni che richiedevano una costruzione estremamente precisa, come i primi computer.

I circuiti stampati consentivano di ottenere una disposizione ordinata dei componenti e delle tracce conduttive su un unico supporto, spesso realizzato in materiali isolanti come la bachelite. Questo permetteva una maggiore affidabilità e una riduzione delle interferenze elettromagnetiche. Con il tempo, questa tecnologia si è evoluta, diventando uno standard nell’industria elettronica grazie ai numerosi vantaggi che offriva.

Tuttavia, il cablaggio in aria conserva ancora il suo valore e la sua importanza in alcuni ambiti specifici. L’autocostruzione di amplificatori e strumenti musicali vintage, ad esempio, spesso sfrutta il cablaggio in aria per replicare l’estetica dell’elettronica classica. In questi casi, la scelta del cablaggio in aria può essere dettata da considerazioni estetiche e storiche.

In conclusione, sebbene il cablaggio in aria richieda un maggiore impegno e tempo rispetto ai circuiti stampati, rappresenta comunque una pratica di grande rilevanza storica nell’evoluzione dell’elettronica. I circuiti stampati hanno progressivamente preso il sopravvento grazie alla loro precisione, ripetibilità e alle numerose applicazioni pratiche che offrono.

Il vantaggio principale dell’utilizzo dei circuiti stampati (PCB) è la facilità di replicare molti pezzi identici in modo efficiente e veloce. Questo è particolarmente vantaggioso quando si desidera produrre in serie apparecchiature elettroniche, poiché consente di ottenere una coerenza e una ripetibilità elevate nella produzione. Invece di dover leggere lo schema e cablare manualmente ogni connessione, gli operatori possono semplicemente inserire i componenti nella scheda e saldarli, riducendo notevolmente i tempi di assemblaggio.

Passando al mondo degli amplificatori audio a valvole, la scelta tra il cablaggio in aria e il PCB dipende da diversi fattori, tra cui il livello di personalizzazione desiderato, le competenze dell’assemblatore e l’estetica desiderata.

Il cablaggio in aria è spesso preferito dagli audiofili e dagli appassionati di amplificatori a valvole per diverse ragioni. Questo metodo consente una maggiore flessibilità nel posizionamento dei componenti, nel routing dei fili e nella scelta dei materiali utilizzati. Il cablaggio in aria offre anche la possibilità di apportare facilmente modifiche, aggiunte o personalizzazioni al circuito.

D’altra parte, l’uso di PCB per l’assemblaggio degli amplificatori a valvole offre diversi vantaggi pratici. Il PCB consente di realizzare in modo più efficiente e preciso le connessioni tra i componenti, riducendo il rischio di errori umani e garantendo una maggiore affidabilità e ripetibilità. Inoltre, il PCB offre una migliore gestione del segnale, riducendo le interferenze elettromagnetiche e migliorando la qualità audio complessiva.

La scelta tra cablaggio in aria e PCB dipenderà quindi dalle preferenze personali, dalle competenze di assemblaggio, dalla disponibilità di risorse e dall’obiettivo finale dell’amplificatore a valvole. Alcuni appassionati preferiscono ancora il cablaggio in aria per l’estetica vintage, mentre altri potrebbero optare per i PCB per motivi di efficienza e riproducibilità. È importante valutare attentamente i compromessi tra i due metodi e fare una scelta consapevole in base alle proprie esigenze e preferenze specifiche.

Partendo dal punto di vista pratico, il cablaggio in aria è sicuramente consigliato per pezzi unici, test ed esperimenti iniziali. Uno dei suoi vantaggi principali è la flessibilità che offre durante la fase di sviluppo di un progetto. Se qualcosa non funziona correttamente, è sempre possibile apportare modifiche, implementazioni, correzioni e migliorie al circuito in modo rapido ed efficiente. Questo permette di iterare rapidamente fino a raggiungere il risultato desiderato.

Un altro vantaggio del cablaggio in aria è la facilità con cui è possibile effettuare modifiche anche dopo aver terminato il progetto iniziale. Se si desidera apportare ulteriori modifiche o aggiornamenti al circuito, è sufficiente rimuovere e sostituire i componenti interessati, senza dover ripensare completamente al layout del PCB.

Tuttavia, c’è un rovescio della medaglia quando si tratta di replicare il progetto in più esemplari. Se si desidera assemblare più copie identiche utilizzando il cablaggio in aria, sarà necessario dedicare molto tempo e sforzo. Il processo di cablaggio manuale richiederà molte ore o addirittura intere giornate per completare ciascun esemplare. Questo può essere problematico se si desidera produrre in serie l’amplificatore o se si ha la necessità di una produzione efficiente.

Inoltre, il cablaggio in aria può diventare scomodo o addirittura impossibile da praticare con componenti molto piccoli. Quando si lavora con componenti discreti di grandi dimensioni, il cablaggio in aria può essere relativamente semplice da eseguire. Tuttavia, con l’avvento di componenti sempre più miniaturizzati, come chip integrati o condensatori SMD, il cablaggio in aria può diventare complesso, inefficiente e potenzialmente impossibile da realizzare.

Pertanto, nella scelta del metodo di cablaggio per gli amplificatori a valvole, è importante considerare attentamente le esigenze specifiche del progetto. Il cablaggio in aria rimane una buona opzione per esperimenti, prototipi e progetti unici che richiedono flessibilità e la possibilità di apportare facilmente modifiche. Tuttavia, se si prevede la produzione in serie o si lavora con componenti molto piccoli, l’utilizzo di PCB potrebbe essere la scelta più efficiente e praticabile.

Dal lato opposto abbiamo il circuito stampato (PCB), che presenta vantaggi e svantaggi diversi rispetto al cablaggio in aria. Uno dei principali vantaggi del PCB è la sua capacità di semplificare la produzione in serie. Una volta che il progetto del PCB è stato realizzato e testato, è possibile replicare facilmente lo stesso circuito su più schede PCB in modo efficiente e preciso. A differenza del cablaggio in aria, che richiede molte ore di lavoro manuale per ciascun esemplare, l’assemblaggio su PCB può ridurre drasticamente il tempo di montaggio a meno di mezz’ora per ogni apparecchio.

Inoltre, il PCB si presta bene ad accogliere componenti di piccole dimensioni. Questo permette una maggiore densità di componenti sul circuito, consentendo un design più compatto e l’ottimizzazione dello spazio. Inoltre, la precisione e la ripetibilità del processo di produzione su PCB riducono il rischio di errori di assemblaggio e garantiscono una maggiore affidabilità e coerenza tra le diverse unità prodotte.

Tuttavia, uno dei principali svantaggi del PCB è la sua limitata flessibilità per apportare modifiche al circuito una volta che il PCB è stato progettato e prodotto. Le modifiche sostanziali al circuito possono richiedere la progettazione di un nuovo PCB, rendendo necessario dedicare ulteriore tempo e risorse per apportare le modifiche desiderate. Pertanto, è importante avere una buona pianificazione e collaudare accuratamente lo schema prima di procedere con la progettazione del PCB per evitare costosi ritardi e revisioni.

In conclusione, il PCB offre numerosi vantaggi, come la produzione efficiente in serie e la possibilità di ospitare componenti di piccole dimensioni. Tuttavia, la sua limitata flessibilità per apportare modifiche sostanziali richiede una progettazione accurata e una pianificazione adeguata. La scelta tra cablaggio in aria e PCB dipenderà dalle esigenze specifiche del progetto, bilanciando i vantaggi della flessibilità del cablaggio in aria con l’efficienza e la riproducibilità del PCB.

Il circuito stampato può essere considerato come l’ultimo passo del processo creativo per la realizzazione di un apparecchio audio di alta qualità. Dopo l’ideazione e la fase di progettazione, che può includere il cablaggio in aria per test e messa a punto, il passaggio al circuito stampato rappresenta una fase cruciale per la produzione.

Dopo aver svolto tutti i test necessari e aver raggiunto il risultato desiderato con il cablaggio in aria, il circuito può essere trascritto su un PCB. Questo processo richiede una fase di progettazione attentamente curata, che include il posizionamento dei componenti, la definizione delle tracce e la scelta dei materiali appropriati. Una volta che il PCB è stato realizzato, si può procedere all’assemblaggio delle schede con i componenti e alla saldatura.

L’utilizzo del circuito stampato offre numerosi vantaggi, come la ripetibilità, l’efficienza di produzione e la riduzione dei tempi di assemblaggio. Inoltre, consente di gestire in modo più preciso le caratteristiche del segnale elettrico, migliorando la qualità e l’affidabilità dell’apparecchio audio finale. In definitiva, il circuito stampato può essere considerato come una tappa fondamentale nel processo creativo di un apparecchio audio di alta qualità, in cui l’idea iniziale si trasforma in una solida realizzazione pronta per la produzione in serie.

Dal punto di vista sonoro, dobbiamo essere obiettivi e basarci sui principi fondamentali dell’elettronica e dei segnali elettrici. In teoria, non esiste alcun motivo intrinseco per cui un circuito cablato in aria dovrebbe suonare meglio di uno realizzato su circuito stampato, a condizione che entrambi siano implementati correttamente e rispettino gli stessi principi di progettazione.

Ciò che può influire sulle prestazioni sonore di un circuito sono principalmente le capacità distribuite e gli accoppiamenti parassiti tra i vari conduttori. Questi fattori possono influenzare negativamente sia il cablaggio in aria mal eseguito sia un PCB progettato in modo non ottimale. Pertanto, la chiave per ottenere prestazioni audio di alta qualità sta nell’abilità di chi realizza il cablaggio in aria o disegna il PCB, indipendentemente dal metodo scelto.

È importante sottolineare che la progettazione e l’implementazione accurata del circuito, insieme alla scelta dei componenti di qualità, sono fattori critici per ottenere prestazioni sonore ottimali, indipendentemente dal metodo di cablaggio utilizzato.

In conclusione, non possiamo generalizzare dicendo che uno specifico metodo di cablaggio, che sia in aria o su PCB, suonerà intrinsecamente meglio dell’altro. Le prestazioni sonore dipendono dalla corretta progettazione e implementazione del circuito, indipendentemente dal metodo utilizzato. È fondamentale considerare la competenza e l’abilità di chi realizza il cablaggio in aria o disegna il PCB per ottenere il massimo dalle potenzialità del circuito.

Gli amplificatori cablati in aria possono avere un valore aggiunto per alcune persone, ma è importante sottolineare che questo valore aggiunto è spesso soggettivo e non necessariamente correlato alle prestazioni sonore effettive.

Per alcuni appassionati di audio, l’aspetto artigianale e la cura artigianale del cablaggio in aria possono rappresentare un valore estetico e sentimentale. L’idea di un prodotto realizzato a questo modo può suscitare un senso di apprezzamento e soddisfazione personale. Tuttavia, dal punto di vista delle prestazioni sonore oggettive, non esiste un vantaggio intrinseco nel cablaggio in aria rispetto al circuito stampato ben progettato e realizzato.

Pertanto, la scelta tra un amplificatore cablato in aria e uno su PCB dipende dalle preferenze personali e dal valore che si attribuisce all’aspetto artigianale rispetto alla convenienza economica. È importante riconoscere che l’idea che un apparecchio cablato in aria suoni necessariamente meglio è spesso una concezione distorta e irreale. L’effettiva qualità del suono dipende dalla progettazione accurata del circuito e dall’implementazione corretta, indipendentemente dal metodo di cablaggio utilizzato.

I prodotti che stai iniziando a vendere oggi, basati su circuiti stampati, sono il risultato di una fase di sviluppo che ha avuto origine da cablaggi in aria o prototipi su tavolacci di legno. Quello che conta davvero è la qualità del circuito e la corretta progettazione del PCB. Se questi elementi sono ben realizzati, il risultato sonoro non sarà inferiore a un apparecchio cablato in aria.

È importante comprendere che alcune affermazioni o sponsorizzazioni che promuovono i prodotti come migliori perché cablati in aria potrebbero semplicemente cercare di sfruttare convinzioni errate o preconcetti delle persone. Come abbiamo già discusso, il metodo di cablaggio in aria non garantisce automaticamente prestazioni sonore superiori se confrontato con un circuito stampato ben progettato e realizzato.

Nel contesto dell’artigianato e della produzione di apparecchi audio, è importante sottolineare che la progettazione di un PCB richiede un impegno significativo in termini di tempo e attenzione ai dettagli. La scelta della disposizione dei componenti, la progettazione delle piste e la considerazione di fattori come l’isolamento, l’interferenza elettromagnetica e la dissipazione del calore sono tutti aspetti cruciali che richiedono ore di lavoro al computer per essere affrontati in modo adeguato.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’utilizzo di un PCB in ambito artigianale non implica necessariamente la produzione di un prodotto di qualità inferiore. Anzi, la progettazione accurata del PCB consente un assemblaggio più rapido e preciso dell’apparecchio finale. Anche se il PCB è realizzato da una macchina, il montaggio finale dell’apparecchio è comunque effettuato a mano, curando attentamente ogni saldatura.

Qualche esempio di cablaggio in aria

Un mio cliente ha cablato per divertimento 2 amplificatori a valvole, gli unici della sua vita e questo della foto qui sotto è un suo montaggio in aria (eccellente montaggio). Articolo completo cliccando qui.

Purtroppo, su Internet si possono trovare persone che si vantano di produrre amplificatori cablati in aria con grande cura, ma spesso si scopre che l’interno di tali apparecchi è di scarsa qualità e poco professionale.

Quindi si vuole dire che questi 2 montaggi siano allo stesso livello? degli impresentabili ho già parlato. Il concetto è che lo stesso vale anche per ciò che è fatto su circuito stampato. Non si può dire che se un’apparecchio è cablato in aria vada meglio di uno che è su PCB e vice versa. Ma nemmeno dire (come ho sentito dire) che se anche costruiti perfettamente “quelli in aria hanno una marcia in più”, è assolutamente falso.

Nella foto qui sotto potete vedere il mio montaggio su PCB dell’amplificatore cuffie Nebula, passando dalla progettazione al prodotto reale.

In conclusione, è importante non farsi influenzare eccessivamente dalle promesse e dagli slogan dei venditori che esaltano gli amplificatori cablati in aria come la soluzione migliore per un suono superiore. La realtà è che il cablaggio in aria non garantisce un suono migliore in modo automatico. Al contrario, può rendere l’apparecchio più costoso, fragile e soggetto a guasti.

È fondamentale valutare attentamente le caratteristiche, la qualità costruttiva e le competenze del produttore quando si sceglie un amplificatore. Non lasciatevi abbagliare dalle dichiarazioni che esaltano esclusivamente il cablaggio in aria come un fattore determinante per una migliore esperienza sonora.

Prendete in considerazione tutti gli aspetti, compresa la progettazione, la qualità dei componenti, la cura nell’assemblaggio e la solidità generale dell’apparecchio. Solo in questo modo si può garantire un amplificatore di qualità, affidabile e in grado di offrire un’esperienza sonora eccellente. Non abbiate paura di valutare attentamente le opzioni disponibili e fare una scelta consapevole, basata su fatti e non solo su promesse pubblicitarie.

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Aggiungere il Bluethooth ad una vecchia autoradio – Per la musica e come vivavoce

In questo articolo vi mostro come mi è possibile aggiungere il Bluethooth ad una vecchia autoradio, mantenendone le funzioni originali. Ossia la vecchia autoradio continuerà a funzionare come ricevitore radio e lettore cassette finchè non avverrà l’associazione Bluethooth con uno smartphone a quel punto l’autoradio diventerà a tutti gli effetti un ricevitore Bluethooth per la musica e un vivavoce per il telefono. Posso effettuare questa modifica su qualsiasi radio di qualsiasi epoca purchè essa sia funzionante, posso effettuare la riparazione delle radio non funzionanti purchè rispettino determinati requisiti.

Qui sotto vi mostro la conversione di una Grundig KL31 che appartiene ad un maggiolone Volkswagen. Nella prima foto l’interno dell’autoradio. Avevo già cambiato i 2 elettrolitici che si trovano sulla destra, la radio funzionava perfettamente come ricevitore AM/FM.

Il lavoro di modifica richiede di intercettare alcuni segnali nella radio, tagliare piste e inserire il modulo BTT con qualche piccolo accorgimento che va studiato di volta in volta per avere la migliore resa sonora o non creare problemi di funzionamento alla radio o al modulo stesso.

Il modulo isolato e fissato in modo da non andare in giro dentro la radio e non finire a crare contatti indesirati…

Ecco il video dimostrativo, la radio sta ricevendo la normale FM in completa autonomia, una breve carrellata (non posso soffermarmi su stazioni che mandano musica per questione di copyright), quindi attivo il Bluethooth del mio telefono, già associato al dispositivo BTT, e alla connessione l’audio della radio sparisce per essere sostituito con quello in arrivo dal telefono, quindi avvio la produzione di un paio di tracce musicali free per dimostrarne l’effettivo funzionamento.

In questo secondo video mostro la radio sempre durante la ricezione BTT, ma chiusa a dimostrazione che nonostante le lamiere riesce a ricevere il segnale BTT anche col telefono posto a 4/5 metri di distanza, quindi non ci saranno problemi all’interno dell’abitacolo dell’auto.

Chi fosse interessato a farmi avere la sua autoradio per la modifica può contattarmi cliccando qui.

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Il caso: Gamma Acoustic Space Reference – Attenzione ai “devastati”

Sottotitolo: Quando la mania di un guru sfocia nella follia…

In un’altro articolo ho già parlato degli impresentabili, che sono quegli apparecchi costruiti in malo modo da smanettoni della domenica, e ho parlato dei guru che prendono apparecchi che funzionano bene, sentenziano che non vanno e poi li rovinano. Chiameremo questi soggetti “I devastatori” e i loro lavori “I devastati”. Chiedo subito scusa se in questo articolo userò dei toni molto critici e poco educati, ma a certi livelli non si può far finta di niente. Se siete sensibili o di quella religione li siete pregati di chiudere questa pagina e di non lasciare commenti di critica all’articolo.

I devastati sono un genere di amplificatori molto insidiosi che circolano nel mercato dell’usato e a cui l’acquirente in cerca di apparecchi a buon mercato deve stare MOOOOLTO attento. I devastati in sostanza sono apparecchi commerciali di varia natura, tipo e livello che sono passati sotto le mani di un qualche guru da Forum che ha pensato bene di fargli degli “upgrade” seguendo gli insegnamenti dei peggiori gruppi di smanettoni audio su facebook, quei gruppi per intenderci, popolati da gente che non trova niente di profondamente malato nel mostrare foto del genere…

E a cui suggerirei di provare l’accessorio definitivo per ascoltare finalmente il canto degli angeli…

Attenzione: quanto scritto fino a questo momento è in tono satirico e scherzoso e mai diffamante, ogni citazione a fatti, cose o persone realmente esistenti sono del tutto casuali. Le immagini riportate sono frutto di fotomontaggi a scopo ironico. L’accessorio della foto qui sopra non esiste e non vi fa sentire bella musica ma provoca la morte, quindi non infilate le dita nella presa di corrente.

Come dicevo i devastati sono parecchio insidiosi per chi compra usato perchè nelle inserzioni appaiono come apparecchi normali, commerciali, venduti usati…

Ma nascondono delle sorprese sgradite! (Tipo uovo di pasqua con dento un topo morto). Ora, niente contro gli upgrade o le modifiche delle elettroniche il punto sta in chi fa questi upgrade, nel suo QI e quindi in cosa ci fà. Perchè quella che per certi personaggi è una miglioria per altri potrebbe non esserla. Il rischio è di spendere 1000€ per un’usato devastato e doverne poi spendere altri 1500€ per rimetterlo a posto. Se comprate usati su internet dovete assicurarvi che siano originali intatti, che se sono un pò vecchiotti al massimo necessitano di un cambio di condensatori e una verifica alle valvole. Dovete chiedere se hanno subito dei miglioramenti e che cosa di preciso ci è stato fatto, dovete chidere foto dell’interno del case e valutare, magari assieme a un tecnico serio e non un Guru da Forum, se si tratti di un devastato e di quanto gravi sembrino essere i danni. Nel caso l’oggetto fosse molto devastato è meglio non comprarlo oppure si può comprare ma spendendo veramente molto poco, a peso di ferro, in previsione che poi la spesa grossa dovrete affrontarla per il restauro che, ripeto, deve essere affidata a un tecnico capace e non un cialtrone che aggiunga altra devastazione a quella già presente. Nel proseguo di questo articolo vedremo un’esempio fornito da questo Gamma Acoustic Space Reference devastato, recuperato da internet e il cui valore a peso a mio avviso non avrebbe dovuto superare i 100€ solo per i pezzi che c’erano e che sarebbe dovuto essere stato venduto come guasto in quanto è diventato vittima di devastazione da parte di uno di questi personaggi che ha fatto un mix tra devastazione, impresentabilità e follia allo stato puro. Per fortuna sembra che sia stato scambiato con altro materiale di poco valore e quindi forse il proprietario non ha subito molti danni.

Mi è stato portato dicendo che “andava bene” ma “l’unico” (unico tra virgolette è doveroso) problema è che in certe condizioni aveva un fruscio fastidioso… Quindi ho iniziato a dargli una misurata di massima… Un canale usciva con 9 watt massimi, l’altro canale usciva con 6watt massimi… il canale da 6 watt aveva un volume di 2dB più alto di quello da 9 watt (nessuno di quelli che lo hanno ascoltato, dicendo che andava “bene”, ha notato sbilanciamento destra/sinistra durante l’ascolto ?!).

Provo ad ascoltarlo… una tra le cose peggiori mai sentite… Torno al banco lo metto in condizione di frusciare ed era un’innesco a radio frequenza a 2,45Mhz, mica una roba da poco! Tra l’altro per mandare in auto oscillazione un circuito zero feedback bisogna essere veramente bravi (in senso negativo ovviamente), ma direi che quando hai un circuito che con una sensibilità di 0,2Vpp in ingresso con già il clipping all’uscita questi problemi te li vai a cercare, il motto del progettista zero feedback à fare un finale che da solo potrebbe accettare in ingresso direttamente un microfono passivo, ovviamente poi devi metterci dietro anche un preamplificatore perchè la preamplificazione non è mai abbastanza… un pò come riempire un bicchiere d’acqua sotto una cascata perchè si ha la convizione che sotto al rubinetto non si riesca ugualmente a riempirlo tutto. Prendo e lo apro per vedere cosa c’era dentro…

Dotato di regolare bacchetta magica, con i capelli luccicanti di polvere magica, corpetto aderente in vita e calzamaglia il Guru buono, dopo una striscia di bamba pomeridiana, ha montato pezzi nel peggior modo possibile, poi uccise una borsetta in finta pelle del discount cinese per foderare l’interno dell’amplificatore in modo da catturare le vibrazioni malvage poi pose al suo interno una pietra incantata fatta con la resina catalitica e dei trucioli di metallo recuperati dal trapano a colonna… Tale pietra violacea e glitterata, lo sanno tutti gli audiofili, abbinata alla pelle di coccodrillo di plastica, cattura i fononi cattivi in quanto in comunicazione quantica attraverso un worm hole con una dimensione dove viaggia nel tempo e cattura il segnale direttamente dal microfono della cantante eliminando tutte le elaborazioni che il fonico ha fatto con i suoi strumenti satanici pieni di negative feedback, funziona prematurando come se fosse antani che se sei abbastanza OLISTICO potrai raggiungere il nirvana! (Le foto sono sfocate perchè l’energia sferica che usciva dalla pietra disturbava la fotocamera).

Mummiette all’ascolana e capelli d’angelo come fili di cablaggio, anche quelli dei filamenti dove passano degli ampere…

Per rendere il suono più disteso e rilassato

Un condensatore posto tra 2 masse a pochi centimetri una dall’altra…

La firma del guru ovviamente censurata, un ponte raddrizzatore a diodi che precede una povera valvola raddrizzatrice inutile, pensarteci quando leggete quegli articoli sulle riviste che comprate in edicola, a volte potrebbero essere scritti da questi personaggi.

Condensatori bucati con lo stagnatore a rischio di entrare in cortocircuito…

Questo ponde raddrizzatore aveva un trauma cranico dopo una brutta caduta dal tavolo sul pavimento, quindi ha subito la trapanazione secondo pratica medica risalente all’era egizia con lo scopo di dissipare la pressione intracranica e prevenire la morte dell’ascoltatore per commozzione cerebrale.

Perdonate se fin’ora l’articolo non è stato serio, ma molto satirico. Anche io ho bisogno di lasciarmi andare ogni tanto, queste cose in questo campo sono tutt’altro che rare, questa gente ha trasformato il settore in una pagliacciata e chi vi lavora in pagliacci è quindi doverosa la satira e l’allontamento di questi personaggi dalla scena che dovrebbe essere popolata da persone serie e capaci e non da buffoni.

Il restauro

Riassunto delle devastazioni subite da questo apparecchio:

  1. Sostituzione di vari componenti con altri “pregiati” ma fissati alla carlona.
  2. Circuito che presentava gravissimi problemi di sbilanciamento del volume dei 2 canali e della potenza erogata con presenza di rumori e fruscii.
  3. Varie e numerose manomissioni del circuito.
  4. Hanno tolto uno dei 4 piedini di sostegno e messo il restante nel centro, lasciendone 3 “perchè gli apparecchi suonano meglio se i piedini di appoggio sono dispari”… lo affermava uno che faceva andare il giradischi con un piedino solo (però lametava spesso problemi con la regolazione dell’Antiskating).
  5. Boccole altoparlanti spanate.
  6. Presa VDE spanata.
  7. Boccole RCA tutte rovinate.
  8. Ponteziometro e commutatore ingressi guasti e scollegati.
  9. L’interno dell’apparecchio ricoperto di pellame di plastica incollato con il bostik.
  10. Apposta all’interno del case una pietrina magica (forgiata direttamente da un ex paziente del New Jersey State Lunatic Asylum) con lo scopo di annullare ogni malfunzionamento presente.

La prima cosa che ho fatto…

È stato un lavoro lungo ed estenuante, ho dovuto prendere giù lo schema da quel garbuglio di componenti vomitati dentro a quel telaio, cercare di capire cosa fosse originale e cosa fosse opera del devastatore. Poi ho ripulito tutto, scollato il coccodrillo e rimesso a nuovo il telaio.

Lasciatemi dire che l’apparecchio di partenza non era… insomma usare una valvola raddrizzatrice come resistenza perchè la rettificazione vera era a diodi… fare un trasformatore da 630+630volt per alimentare delle 300B… un trasformatore che forse era adatto per delle 211. L’ingresso induttivo d’obbligo per usare un tale trasformatore perchè se no la tensione rettificata avrebbe sfiorato gli 880volt… ma chi l’ha concepito non ha tenuto presente che le alimentazioni induttive sono pratiche a piccole potenze, per alimentare un finale l’induttanza era sottoposta a fortissimo stress che la faceva vibrare e generare rumore per reattanza che si propagava agli altoparlanti sottoforma di BUZZ, poi ho capito lo scopo di quel condensatore bianco in polipropilene da 1,2uF… l’alimentazione non era puramente induttiva, dopo le prime prove il progettista è tornato sui suoi passi e ha aggiunto quel condensatore dopo il ponte per diminuire la corrente di spunto dell’induttanza che secondo psudesigner calava da 1,5A a 900mA senza aumenti di tensione significativi a valle della catena e infatti inserendola nel circuito l’induttanza ha smesso di vibrare e il BUZZ si è ridotto tantissimo, restando visibile sull’oscilloscopio nelle scale più piccole ma apparentemente non dando problemi in cassa. Queste cose mostrano come i guru-progettisti a volte diano più importanza alla regola dogmatica della bibbia audiofila, che in questo caso recitava “l’alimentazione a ingresso induttivo è meglio perchè è meno rumorosa” piuttosto che agli eventi reali e alle conseguenze di queste scelte sragionate che si traducono con spike di tensione inversa verso i diodi che sfiorano i 1800volt di cresta e correnti di spunto dentro un’induttore che finiscono per generare rumori elettrici, rivoltandosi contro chi le mette in pratica e diventando essi stessi la causa di un problema che nella teoria della bibbia audiofila avrebbero dovuto impedire.

La realtà è complessa, circuiti simili possono dare risultati molto diversi a seconda della specifica situazione, non si possono creare regole “fisse” e applicarle a occhi chiusi, ma purtroppo è quello che capita in un mondo dove questi guru, che si eleggono a DEI delle valvole, spesso non sanno niente o sono incapaci di avere una flessibilità mentale tale da essere in grado di valutare vantaggi e svantaggi di una certa soluzione circuitale a seconda dei casi e variare di conseguenza la loro scelta. Loro hanno i loro “monili” e li applicano con religiosa obbedienza incuranti di quali problemi potrebbero tirarsi addosso, spesso più gravi di quelli che si prefiggevano di risolvere e che in realtà probabilmente non avrebbero nemmeno incontrato. Per alimentare questo circuito sarebbe bastato un trasformatore a doppia semionda da 320+320volt, avrebbero potuto usare realmente la valvola raddrizzatrice GZ37 per fare il suo mesteriere seguita da una normalissima e semplice cella CLC, invece di usarla come una resistenza posta tra 2 condensatori per fornare una stupidissima cella CRC dove la R è la GZ37, li a fare il lavoro che poteva fare ancha una resistenza da 220ohm. La GZ37 quindi è anche lei un monile, messa li in quanto nel cervello del guru basta la sua presenza per “fare il suono” … come un cornetto portafortuna o un acchiappasogni… oppure perchè ormai aveva fatto i telaio e siccome le GZ37 facevano i fuochi d’artificio una volta si e una no ha cercato di rimediare senza rifarli, tanto poi l’acquirente basta che vede del vetro che è contento. Per usare le parole di un mio amico a cui ho mostato le foto del garbuglio di partenza “è già tanto che non abbiano usato le 300B come diodi”… Si perchè sta gente fà anche di queste cose! Capacissimi! Si sono visto in giro amplificatori con delle 211 usate come diodi! Aggiungerei anche che le 300B erano tirate a tensioni oltre quelle consigliabili (oltre 500volt) e con una corrente più bassa per restare nei parametri almeno di dissipazione. Sono comunque riuscito a portare le 300B a 450volt con una corrente di bias di 80mA (valvola a piena potenza dissipabile) ponendo una resistenza in serie alla Gz37 e dopo il ponte di diodi, 2 resistenze che smaltiscono caldo in abbondanza ma almeno non si rischia la fiammata delle 300B. Ho aggiunto 2 basette di montaggio in più per fissare a qualcosa l’alimentazione dei filamenti delle 300B, quando l’ho ricevuto non c’erano, ma c’erano dei fori vuoti nel telaio, con segni di viti e gaurda caso erano a misura, il che mi ha fatto ipotizzare che lo sbudellatore li abbia tolti. Le munniette all’ascolana una volta sbendate erano condensatori carta olio russi (inizialmente ho pensato fossero pile nikel cadmio di quelle che mettono nei trapanini a batterie per via dal tipo di terminale che si vedeva), di capacità troppo piccola per l’accoppiamento interstadio e che in ogni modo non sapevo come fissare in modo sicuro al cablaggio in quanto troppo incombranti, che quindi sono stati sostituiti da dei condensatori in polistirene NOS marchiati ducati. Ho sostituito la presa VDE dell’alimentazione con una dotata di flange avvitabili, la sua a incastro ormai spanata si strappava via dal telaio quando toglievi il cavo di alimentazione… posso immaginare che chi ha avuto questo apparecchio gli abbia attaccato un cavo pitonato grosso quanto una mia gambra, di quelli con dentro i 3 normali fili di rame da 1,5mm come quelli che trovi anche nei cavi da 1,5€ ma con in torno 20 centimetri di stoffa e quindi col peso abbia rotto tutto. Stessa sorte è toccata ai morsetti degli altoparlanti e agli ingressi RCA, montati tutti nuovi, sostituito anche il potenziometro del volume e il commutatore degli ingressi anch’essi spanati e rotti, che erano stati scollegati dal venditore che ha girato la frittata dicendo che aveva trasformato l’integrato in un finale e quindi aveva scollegato commutatore e potenziometro per nascondere che erano sfondati più che altro.

Le strumentali:

Potenza 9Watt RMS per canale
Banda passante: 10Hz -0,2db @ 60° / 45khz -1dB @ 24° (è un nuovo modo che voglio usare per indicare oltre alla banda passante anche la rotazione di fase, dove “@ 60°” vuol dire “a 60 gradi”)
Distorsione THD: 0,82% @ 1 Watt
Smorzamento DF: 3,6

Grafico di banda passante

Su carico reattivo

Analisi di spettro a 1 watt

Quadre a 100Hz / 1khz / 10khz

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6 Responses to Il caso: Gamma Acoustic Space Reference – Attenzione ai “devastati”

  • Senza spiegare nulla, invito tutti quelli che hanno netflix a guardare la docu serie “100 humans” stagione 1 episodio 5, “Dolore o Piacere?” la parte con la stanza della tortura e dopo quella con la macchina che rilassa, non parla di cose audio ma spiega perfettamente i meccanismi che fanno “suonare meglio” gli amplificatori se ci sono pietre, pietrine, cavi pitonati, mattonelle accordate, lingotti d’oro, scatolette di schumann e altre cose simili.

  • Grazie per averla presa con ironia. Mi ha fatto ridere per un bel po. Il cubetto e il ponte poi …???. In realtà ci sarebbe poco da ridere. Queste porcate vengono fatte a suon di migliaia di euro, spesso con pagamento “solo cash” evadendo qualunque tassa, quando la gente onesta e competente che oltre ad avere sia arte che parte e dopo anni di studi e sperimentazioni si fa un gran mazzo per migliorare le cose e fa fatica ad arrivare a fine mese. È vergognoso vedere porcate simili e in giro ce ne sono purtroppo parecchie. Grazie per gli articoli e per la serietà e competenza. Un saluto. Fabrizio

  • LOL di quelle sostanze li ne era avido colui che ha prodotto cotale immondizia, dubito che sarebbe stato così generoso da offrirne 🙂

  • Ma… sicuro che il cubetto dentro non era un panetto.. Sai, col calore poi diffonde vapori essenziali :-DDD

  • Ciarlatani all’ennesima potenza, il loro metro di misura per giudicare se un’amplificatore funziona è “se non prende fuoco va bene” poi se fa schifo iniziano a vendere dietro piedini, conini, dischetti, mattonelle, cavi pitonati di stoffa per il 99% del loro peso, ovviamente valvole NOS costosissime. Mi sono dimenticato di dire che a questo amplificatore hanno tolto uno dei 4 piedini e messo in centro quello rimasto perchè i piedini devono essere sempre di numero dispari (se non l’avessi letto su internet in un forum di questi non ci avrei fatto caso).

  • Alla larga dai guru dell’hifi. Tra stupidaggini, luoghi comuni e vere e proprie truffe, dave mettono il naso fanno danni.

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