Preamplificatore / DAC + RIAA MM con uscita a trasformatori basato sulla valvola 6BX7 / 6BL7

Per questo progetto, frutto del secondo lock down, ho preso spunto da diverse cose e da diverse esperienze, ho miscelato l’esperienza del granny27 e del nibiru per ottenere un preamplificatore DAC con uscita a trasformatori, similmente al vecchio progetto euridice ma con una marcia in più perchè sono riuscito a sfruttare (grazie all’esperienza maturata su nibiru) un’effetto di suono tridimensionale o palcoscenico controllato  e ottenuto combinando volutamente l’effetto di un’elemento induttivo (nel nibiru era un’induttanza, qui un trasformatore) e di un blando ma preciso tasso di controreazione, calibrato per non essere troppo poco e dare un suono slabbrato o sfocato da circuito zero feedback nè essere troppo elevato e schiacciare tutti gli strumenti contro la parete, ma la giusta via di mezzo tra tridimensionalità e messa a fuoco dei suoni per diventare godibile senza andare in contro a sporcature, quel moderato, ponderato e positivo uso della controreazione che tutti quelli che continuano a sbandierare lo zero feedback non capiranno mai. Questo progetto lo pubblico come premium.

Per non andare in contro ai problemi che ho avuto sul granny27, che alla fine è stato caricato con un CCS a transistor, suonando anche molto bene ma non facendo quello che volevo, ho utilizzato una valvola con una resistenza interna più bassa, una 6BX7…

La 6BX7 (e il suo ecquivalente 6BL7) è un doppio triodo di potenza, ha la stessa zoccolatura della 6SN7 ma può dissipare 6watt per ogni placca e ha una resistenza interna di 1300ohm e un Mu di 10, assomiglia abbastanza alla sezione di potenza di una 6EM7, questa valvola è adatta per fare amplificatori da cuffia, preamplificatori linea, finali con potenze molto piccole o come driver per valvole molto grosse come 300B / 845 ad esempio. Per questo progetto ho realizzato un nuovo trasformatore interstadio l’ i12K600

Questo trasformatore ha un primario da 12k e un secondario da 600ohm con presa centrale, e sopporta una corrente dc di 10mA, è possibile utilizzarlo con valvole che abbiano una Ri da 1700ohm a scendere, cito quindi le 6BX7 – 6BL7 ma anche le 5842 e la 417a, nel mio caso avendo già a disposizione un segnale forte proveniente da un DAC ho quindi preferito la 6BX7, con il suo basso mu e il fattore di discesa del trasformatore sono riuscito a dare a questo pre un guadagno quasi unitario nonostante la valvola amplifichi realmente, quindi dia al suono il suo carattere decisamente bello (non come tutti quegli inutili buffer da 2 soldi che vendono su internet con la valvola collegata ad inseguitore messa li solo per far mostrina mentre pugni di opamp fanno il lavoro vero e proprio).

Per fare qualche esperimento ho inserito nel pre oltre a un DAC anche un preamplificatore a jfet che usa dei BF256 e dei 2SK170, c’è quindi un commutatore che permette di passare dal DAC al pre fono ad una presa AUX per sorgenti esterne.

Per iniziare ho costruito l’alimentazione in un telaietto separato, per poter allontanare il trasformatore di alimentazione dagli interstadio in modo da non introdurre ronzii (problema che ebbi con il granny27). L’alimentazione anodica l’ho ottenuta con una piccola 6X5GT in quanto la corrente massima assorbita dallo stadio con la 6BX7 è di 20mA media e costante lavorando in classe A la 6X5GT è assolutamente dimensionata in modo corretto potendo erogare fino a 70mA non è per niente tirata per il collo, durerà a lungo ed è possibile utilizzare una valvola NOS reperibile a basso costo, in quanto snobbata dalle masse perchè i guru gli raccontano che per alimentare i 5/10mA di 6SN7 serve almeno una 5U4GB o una GZ34 con dei 470/1000uF di condensatori dopo “perchè la valvola ha bisogno di corrente” ovviamente nemmeno sanno la differenza tra corrente e tensione o cosa sia la resistenza di uscita di uno stadio, che nulla ha che vedere con quanto sia grossa la valvola raddrizzatrice che hai usato.

Dopo la 6X5GT ho messo una cella CLC, come nel granny, fatto con un vecchio condensatore a vitone NOS philips le cui caratteristiche elettriche fanno impallidire molti condensatori moderni (anche audio grade), per sfizio poi visto che volevo il silenzio assoluto dal punto di vista strumentale ho voluto sopprimere il poco ripple rimasto (10/20mVpp) con un moltiplicatore di capacità che si vede a sinistra dopo il ponte raddrizzare verde che invece raddrizza l’alimentazione a 24volt del pre riaa.

Mio personale godimento nell’usare vecchi componenti: nel moltiplicatore di capacità assieme al BUX85G si può vedere un vecchio BC207 NOS, nel video qui sotto si può vedere il lavoro del moltiplicatore, scala dell’oscilloscopio 20mV quadretto (quindi il rumore residuo è comunque molto poco), la traccia in basso è quella prima del motiplicatore, la traccia in alto quasi piatta è quella dopo il moltiplicatore. Le ondulazioni a bassa frequenza che si osservano sono assestamenti della tensione di rete e sono da ignorare, il moltiplicatore non è uno stabilizzatore.

Passando invece al telaio del pre vero e proprio, si vede l’anodica disaccoppiata da una cella RC formata da una resistenza da 22ohm e un condensatore carta olio NOS da 2,5uF della migliore qualità, uno sprague di quelli destinati all’aviazione che ha le viti per essere bloccato al suo posto e non strapparsi dal circuito con la forza di accelerazione.

Forse non tutti sanno che i carta olio in audio andrebbero usati così, sulle alimentazioni danno il loro meglio, messi lungo il segnale o ancora peggio nei crossover tendono a cancellare asprità ma anche parte del dettaglio sonoro, in gamma alta sopratutto…

Il trimmerone che si vede in questa foto serve per bilanciare perfettamente i 2 canali, essendo la tasso di NFB molto basso (circa 2dB) e per quando la valvola possa avere la 2 sezioni matchate non sarà mai perfetta, quindi ho messo questo trimmer per regolare sotto oscilloscopio i 2 canali perfettamente allo stesso livello. Per farlo non ho toccato il segnale di ingresso, per non introdurre disturbi, ma ho fatto un bilanciamento fine sul segnale di NFB, in modo da portare il guadagno dei 2 triodi ad esattamente lo stesso livello.

La 6X5GT

Strumentali: La distorsione anormica del circuito è dello 0,78% con un’uscita di 8Vpp (oltre il massimo che viene normalmente erogato, 6Vpp quando lavora con il DAC) e la banda passante è 30Hz / 35khz -1dB sempre alla stessa ampiezza.

Come suona

Ho fatto qualche esperimento con i bypass degli elettrolitici di catodo della 6BX7, provato polipropilene, acetato di cellulosa etc… ho trovato il mio optimus con il polipropilene (preferisco tanto dettaglio), suono ricco e piacevole, la gamma alta è frizzante, ottima separazione, voci ben focalizzate al centro della stanza, e buon palcoscenico. Sono pienamente soddisfatto.

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8 risposte a Preamplificatore / DAC + RIAA MM con uscita a trasformatori basato sulla valvola 6BX7 / 6BL7

  • Ho realizzato questo preamplificatore su progetto SB. Ora sta in coppia con un finale se di kt88/6550 sempre by SB, il risultato è semplicemente impressionante: la presenza degli strumenti, la trasparenza e la tridimensionalità sono da primato. Rispetto all’uso del finale da integrato con il suo controllo di volume, è come se una tenda venisse tirata via dal fronte sonoro. C’è davvero tutto di più! Una menzione particolare merita la scheda phono del pre: può tranquillamente rivaleggiare con oggetti molto ma molto più costosi. Io non sono parente di Bianchini né mi paga, semmai il contrario, per cui dico questo e concludo: ne ho spesi di soldi nella mia carriera di “audiofilo”, ma quelli investiti nelle creazioni di Stefano sono senz’altro tra i meglio spesi. Complimenti a lui e anche a me!

  • Se pensi che l’NFB elimini tutte le distorsione ti sbagli, non è una cura magica, ti elimina una certa distorsione ma te ne crea altra diversa, ti abbassa armoniche basse e te ne fa spuntare altre più piccole in alto, genera intermodulazioni etc e succede sopratutto quando ci sono rotazioni di fase. Gli induttori sopratutto introducono delle distorsioni sui transienti e possono creare sensazioni sonore di tridimensionalità posticcia, che non erano presenti nel segnale di origine e che colorano il suono come piace a tanti audiofili. La controreazione in un tale circuito tende ad eliminare questi effetti posticci e quindi erroneamente molti audiofili affermano che la controreazione calcella cosa dal segnale, ma cerca di cancellare cose che non c’erano, quindi di coreggerle, con nibiru io dosavo questo livello. Succede anche che se però in un tale circuito la controreazione è troppa avvengono delle interazioni con l’elemento induttivo in primis per cui il suono diventa brutto al punto che è meglio eliminare del tutto il circuito, ossia la controreazione ha eliminato alcune cose che non dovevano esserci ma ne ha introdotte altre che sono anche peggio e succedeva sempre con nibiru se regolavo il tasso di NFB troppo alto, di queste cose ho già parlato su quell’articolo e mi sto ripetendo. Io purtroppo non ho lo strumento che mi permetterebbe di produrre dati tangibili di questa cosa perchè costa troppo per le mie tasche, ma empiricamente ho fatto queste osservazioni, anzi dovrei dire ascolti.

  • perdona ma stiamo mischiando cose diverse, l’uso della nfb per diminuire le distorsioni e migliorare la fedeltà nella riproduzione dei bassi è hi-fi, aggiungere altro per avere un suono più piacevole non mi pare cada nell’hi-fi, altrimenti ti contraddici sul motivo per cui usi la nfb…

  • Ciò che è un’effetto è un’effetto, quindi non c’è nella registrazione, come mettere sale e pepe sulla bistecca per non mangiarla insipida… tutto questa trafila iniziata con nibiru ha lo scopo di dimostrare che non è il negative feedback a cancellare cose dal suono, ma (1) al contrario che è la sua assenza ad aggiungere cose che non ci sono, (2) che lo zero feedback porta con sè anche effetti deleteri tipo bassi slabbrati, e brutte distorsioni e impastamenti tutt’altro che piacevoli e che limitano l’amplificatore a poter pilotare solo dei monovia, (3) che con un uso sapiente della controreazione è possibile regolare e avere il controllo su questi fenomeni e trovare un punto di equilibrio tra effetti piacevoli e spiacevoli. L’effetto non è una cosa apocalittica, si sente è bello, non è fastidioso ma ci vuole anche un’ambiente di ascolto corretto per apprezzarlo, per dire in un’ambiente con casse buttate come capita non si riesce a capire cosa fa nibiru.

  • Ma usi una traccia di riferimento che sai come deve suonare? Perché altrimenti non rischi di dare un effetto 3d a tracce che di suo non ne hanno?

  • provando, ho modificato i valori delle resistenza attorno al segnale di NFB 3/4 volte prima di trovare quello che mi sembrava meglio, essendo cmq un pre che non ha carichi reattivi ma vede una resistenza pura non è critico, alla fine il tasso di NFB ottimale di questo circuito è tipo 1,4/2dB…

  • non ho capito come stabilisci la giusta via di mezzo tra tridimensionaltà e messa a fuoco…

  • Complimenti Stefano, leggere i tuoi articoli e le descrizioni dei tuoi lavori è sempre un arricchimento di conoscenze. Metti anima , cuore e sopratutto competenza in tutti i tuoi progetti.

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Pushpull 20 Watt con valvola 6336A

Questo è un progetto premium che ho proposto a un lettore, il circuito utilizza i 2 triodi di una sola 6336A posti un pushpull in classe A, il trasformatore utilizzato è il 6KPP-6336. Lo stadio di ingresso è formato da un circuito completamente bilanciato formato da una coppia di ECC88 e il pilota è una 6SN7, alimentazione separata per le 2 finali e driver, entrambi con raddrizzamenti a diodi e filtraggio con cella CLC, il driveraggio (ECC88/ECC88/6SN7) completamente accoppiato DC, gli unici 2 condensatori lungo il segnale sono quelli verso i 2 triodi della 6336. Minimo utilizzo di negative feedback.

Il set di trasformatori comprende due trasformatori d’uscita 6KPP-6336, due trasformatori di alimentazione separati per anodiche e filamenti, una induttanza 15S55, due induttanze 18S5200. Il costo del SET è di €620,00 compresa spedizione. Se siete interessati all’acquisto, con il quale riceverete anche copia leggibile dello schema elettrico, contattatemi cliccando qui.

Nota: l’immagine sotto è puramente rappresentativa e non corrisponde al set di trasformatori qui proposti.

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Smorzamento con Zero Feedback ? È Possibile ?

I precedenti articoli che ho pubblicato su questo argomento hanno smosso la curiosità di diversi utenti che mi hanno chiesto informazioni privatamente su questo argomento spinoso. Gli articoli a cui mi riferisco (che consiglio di leggere) sono  questi:

Cos’è il Fattore di smorzamento dell’amplificatore?

Negative Feedback e la caccia alle streghe

SB-Nibiru – Prototipo – Perchè non esiste solo la distorsione armonica

Riassumendo il punto della questione è che nonostante la stampa di settore e tutti i vari guru dell’alta fedeltà valvolare continuino imperterriti a spacciare il mito dell’amplificatore zero feedback come soluzione indispensabile per ottenere un buon suono la realtà che vedo è che moltissime persone sono scontente del suono dei loro apparecchi o degli apparecchi che vendono. I guru e la stampa di settore dell’alta fedeltà hanno demonizzato tutto quello che fa uso di controreazione spingendo i produttori a seguire la moda ma così facendo hanno ristretto le possibilità di scelta al punto che tanti abbandonano questo mondo totalmente, o passano allo stato solido perchè non sono più disposte a spendere soldi per apparecchi che trovano insoddisfacenti. Restringendo il mercato ad apparecchi ipercostosi spesso dalle doti discutibili e la clientela che lo frequentano a una nicchia di persone troppo spesso estremiste e talebane. E non è finita qui perchè questa follia dilangante comicia ad intaccare anche il mondo dello stato solido in quanto cominciano a spuntare qua e la anche amplificatori a transistor/FET zero feedback. I produttori sono accecati dai prezzi che sono disposti a pagare i clienti estremisti perdendo di vista i numeri ben più grandi del resto del pubblico.

Io ho già dimostrato nel mio piccolo che l’impiego di trasformatori di qualità molto elevata unitamente a un moderato e accurato uso della controreazione possa portare alla realizzazione di apparecchi dalle doti sonore uniche e che sono apprezzate in modo molto positivo anche dai quegli utenti che ascoltano musica da decenni e che fino ad oggi avevano snobbato certe soluzione tecniche in quanto demonizzate ovunque si leggesse di valvole, rimanendo essi, sorpresi da quello che si riesce ad ottenere facendo le cose nel modo giusto, ottenendo risultati impensabili o che molti per anni hanno agognato e ricercato nei loro valvolari (tutti zero feedback), cambiando valvole in modo compulsivo senza mai riuscire ad arrivare al risultato sperato. Ma i guru continuano la loro folle corsa verso il baratro, perdendo clienti dopo averli spennati, rovinando apparecchi, rovinando il mercato e la credibilità di tutta una categoria.

La domanda che mi è stata posta da un visitatore del sito è stata:

Ma con un budget elevato sarebbe possibile progettare e costruire per esempio un SE a triodi con nessuna retroazione, nè globale e nemmeno locale, e che funzioni sonicamente bene? Da abbinare a diffusori ad alta sensibilità e facili da pilotare?

Ci tengo a dirlo, perchè la domanda dimostra ancora una volta l’opera di proselitismo dei guru che dicono che se vuoi che suoni bene devi spendere tanto e il progetto sia fatto “bene”, però non si capisce come debba essere fatto questo progetto per essere fatto “bene” ma sopratutto più di una volta ho visto apparecchi venduti a svariate migliaia di € (e non necessariamente cinesi) avere talmente tanti problemi di funzionamento che dovevo dire al cliente che per farli suonare bene si sarebbe dovuto ricostruirli da zero buttando via tutto, trasformatori compresi… Perchè io sono sincero, altri “tecnici” da cui erano andati prima di me si limitavano a rubargli soldi vendendo valvole che dovevano risolvere chissà cosa ma che poi non risolvevano un bel niente, perchè se il circuito è sbagliato non c’è valvola che possa risolvere il malfunzionamento. Gli altri hanno guadagnato la vendita di una sporta di valvole al contrario di me che ho detto la verità e non ho guadagnato niente, ma alla lunga questi personaggi pagheranno la loro disonestà, o almeno si spera, perchè resta un nutrito gruppo di utenti che amano cambiare apparecchi e valvole in continuazione.

Quindi tornando alla domanda sopra io rispondo che basta fare un circuito ben fatto e con un uso corretto di controreazione per ottenere risultati ottimi, come ho spiegato negli articoli dei link sopra il più grosso problema dell’assenza di feedback in un’amplificatore sia il fattore di smorzamento molto basso e di tutti i problemi sonori che questo causa, sopratutto se si abbina l’amplificatore con diffusori che abbiano inerzie elevate (coni con diametro elevato) e/o dotati di reflex.

La domanda quindi è:

È possibile avere un fattore di smorzamento decentemente elevato su un finale valvolare senza usare controreazione?

Ho già accennato negli altri articoli che il fattore di smorzamento “naturale”, ossia lo smorzamento che il finale mostra anche privo di controreazione dipenda al 50% dal trasformatore d’uscita e al 50% dalla valvola finale, o meglio dalla “resistenza interna” di tale valvola. Le caratteristiche del trasformatore d’uscita sono comunque legate in buona parte da quelle della valvola quindi alla fine si può dire che se il trasformatore è una scelta quasi obbligata la responsabilità del risultato finale, quanto a smorzamento, dipenda nella maggiorparte dalla valvola, mentre non centra il driveraggio. Tutto dipende quindi solo ed unicamente dalla resistenza interna della valvola finale, dalle sua classe di funzionamento (classe A o AB) e dal rapporto di trasformazione del trasformatore.

Come è stato già detto in altri articoli il Damping Factor non è altro che un modo di assegnare un “punteggio” a quella che è la resistenza d’uscita di un circuito, o Rout, infatti il valore del DF si ottiene dalla Rout precedentemente calcolata tramite formula matematica: DF = L/Rout dove L è il valore del carico. Mentre la controreazione non è altro che un modo di abbassare la Rout di un circuito.

Nel caso di un’amplificatore valvolare, la teoria dice che se si vuole aumentare lo smorzamento senza usare controreazione è necessario adottare una valvola che abbia di per sè una resistenza interna molto bassa, ma quali valvole vanno bene e quali no? Genericamente posso dire che perchè il gioco dello smorzamento senza controreazione funzioni servono valvole con resistenze interne inferiori ai 200ohm, oppure parallelare valvole in modo da raggiungere una Ri combinata sufficientemente bassa, è sconsigliato il single ended parallelo perchè il trasformatore soffre la DC e ha maggiori dispersioni al contrario di una configurazione pushpull in classe A si rileva essere la soluzione migliore.

Quindi le valvole devono essere triodi o pseudo tali e la rosa delle scelte possibili si limita alle 6080 / 6AS7 / 6336 / 6C33 e le varie equivalenti di queste valvole che ho elencato… (chiunque conosca altre valvole con caratteristiche simili è pregato di segnalarle sotto nei commenti).

Tutte le altre valvole, anche le super conosciute e acclamate dal grande pubblico degli audiofili comprese le beneamate 2A3 / 300B / 845 / 211 hanno Ri troppo elevate e messe a zero feedback finiscono per dimostrare fattori di smorzamento bassissimi, mai oltre un fattore 2 o 3 (e chi dice di ottenere fattori di smorzamento elevati, zero feedback, con queste valvole racconta balle).

Calcolo dello smorzamento “teorico” Zero Feedback

Dato questo circuito teorico:

Abbiamo un trasformatore con un rapporto di trasformazione “n” formato da un’avvolgimento primario e un’avvolgimento secondario, entrambe gli avvolgimenti hanno una resistenza parassita RDC1 e RDC2. La resistenza RDC1 va considerata in serie alla Ri del triodo, mentre RDC2 va considerato in serie all’altoparlante. La Rout si calcola con questa formula:

((Ri+RDC1)/(n*n))+RDC2

Come si calcola il rapporto di trasformazione ?

Radice Quadrata di Inp.Pri/Inp.Sec

Dove le impedenze sia primarie che secondarie sono espresse in ohm.

Assumiamo che il triodo sia una sezione della 6336A con una resistenza interna di 330ohm, la RDC1 del trasformatore sia 80ohm, la RDC2 sia 0,3ohm l’impedenza primaria 3k e la secondaria 8ohm, quindi il rapporto di trasformazione è: 19,365:1

((330+80)/(19,365*19,365)) + 0,3 = 1,39ohm
Pari ad uno smorzamento DF di “L/Rout” ossia 8/1,39 = 5,7 (appena sufficente)

Cosa succede se modifichiamo il trasformatore per avere un secondario da 4ohm invece che da 8? Il rapporto di trasformazione diventa di 27,386:1 mentre RDC2 che prima era circa 0,3ohm diventerebbe circa 0,2 (non 0,15… attenzione che da 4 a 8ohm le spire non raddoppiano!) quindi la formula diventa:

((330+80)/(27,386*27,386)) + 0,2 = 0,746 (arrotondando i decimali)
Pari ad uno smorzamento DF di 4/0,746 =  5,36

Quindi lo smorzamento non cambia cambiando tra le varie prese del trasformatore d’uscita, la differenza tra i 2 calcoli è dovuta agli arrotondamenti questo a smentire qualche cialtrone che afferma che lo smorzamento sia diverso se si usa una cassa da 8ohm sulla presa a 8ohm piuttosto che una cassa a 4ohm sulla presa a 4.

Cosa succede se usiamo una famosissima e bellissima e tanto di moda 300B con Ri di 740 con il classico trasformatore da 3k Rapporto 19,365, RDC1 da 64ohm e RDC2 da 0,09ohm…

((740+64)/(19,365*19,365) + 0,09 = 2,234
DF 8/2,234 = 3,58 (insufficiente) 

Continuiamo a divertirci, qualcuno che non sa far conti nè misure vanta PSE con la 845 Ri con fattori di smorzamento dichiarati a 3 cifre sopra lo zero, la Ri delle 845 è di 1700omh diviso 2 perchè ci sono 2 valvole in parallelo 850ohm, trasformatore sempre da 3k ma molto più grosso di quello che si userebbe con una 300B per via delle potenze maggiori, quindi RDC maggiori… non devo starlo nemmeno a calcolare, è ovvio che lo smorzamento sarà molto più basso di 3,5…

Adesso che ho dimostrato che con le valvole fighette famose non si va da nessuna parte quanto a smorzamento zero feedback torniamo alla nostra 6336A, cosa succede se usassi un trasformatore da 5k primari invece che da 3k? Il rapporto di trasformazione è: 25:1 e diciamo una RDC1 di 100ohm (valore ipotetico).

((330+100)/(25*25)) + 0,3 = 0,988ohm
Pari ad uno smorzamento DF di “L/Rout” ossia 8/0,988 = 8,09 (fattore di smorzamento assolutamente ottimo)

Sembra di aver trovato il sacro graal ma purtroppo questi erano tutti calcoli teorici, che considerano un trasformatore ideale privo di perdite, quindi con un trasferimento di energia di 1 tra primario e secondario, purtroppo però nei trasformatori reali il trasferimento di energia è sempre inferiore a 1, quindi c’è un’ulteriore resistenza fantasma in serie al nostro circuito che potete immaginare interposta tra primario e secondario, nel dominio magnetico. L’energia elettrica che passa nel primario si trasforma in energia magnetica che si trasferisce al secondario trasformandosi di nuovo in energia elettrica, in questa tripla trasformazione di dominio (elettrico/magnetico/elettrico) purtroppo ci sono delle perdite inevitabilmente che si possono immaginare come un’ulteriore resistenza in serie al circuito.

Il secondo problema sta nel fatto che aumentando l’impedenza primaria del trasformatore la retta di carico vista dalla valvola si corica molto, quindi si ha una diminuzione drastica della potenza trasferita al carico, si potrebbe ovviare a questo problema spostando il punto di lavoro ad una tensione molto più alta, ma per loro natura valvole come le 6080/6336 etc non possono sopportare tensioni di placca molto elevate. Il datasheet della 6336A indica una tensione massima di 400volt ma nella voce “absolute values” il che significa che non è consigliabile farla lavora così in alto… ma deve essere il punto morto superiore dove cade la retta di carico, il punto a riposo sarà quindi molto più basso. Delle sciances in più si potrebbero avere con delle valvole di riga TV connesse a triodo che possono gestire tensioni molto più alte e quindi impedenze elevate ma hanno però anche Ri molto più elevate quindi è probabile che alla fine ci si trovi incatenati ad un’albero e non si possa andare molto in là in assenza di feedback… Proviamo a calcolare cosa uscirebbe con un SE di 845 su un trasformatore da 12k primari, rapporto 38,73, RDC1 217ohm, RDC2 0,22

((1700+217)/(38,73*38,73) + 0,22 = 1,498
DF 8/1,498 = 5,3

Come appare evidente si è sempre li attorno, e fidatevi che nessuno può infrangere le leggi della fisica se non forse Dio… e i ciarlatani truffatori che lo scrivono ma poi sono solo un sacco di balle. Voglio far notare inoltre che la RDC2 appare molto importante per il risultato finale, è quindi buona cosa che l’avvolgimento secondario abbia una resistenza DC la più bassa possibile pena la penalizzazione del fattore di smorzamento, è quindi buona pratica che tutti le sezioni del secondario siano possibilmente poste in parallelo tra loro andando contro a quanto affermato da altri personaggi che vanno affermando che le sezioni del secondario vadano poste in serie perchè poi la tensioni non sono uguali tra le varie sezioni e quindi fanno a pugni e distorcono blabla… se le avvolgi male con un numero di spire diverso sicuramente avrai problemi se no son solo paranoie come un’altro sacco di cose senza senso che si leggono negli scritti di queste persone.


Il dilemma del pushpull

E in pushpull come si calcola lo smorzamento? Questo argomento ha fatto scoppiare un guerra tra guru… Nel pushpull le 2 valvole sono da considerarsi in serie o in parallelo? I guru dicono in parallelo ma prutroppo si sbagliano. Nel pushpull il calcolo resta uguale ma la resistenza interna delle 2 valvola si somma, trascurando la resistenza degli avvolgimenti del trasformatore il circuito equivalente lo si può pensare fatto così:

Per misurare l’impedenza di uscita si devono cortocircuitare i due generatori equivalenti che simulano le due valvole (in pratica si azzera il segnale audio all’ingresso dell’ampli). L’impedenza di uscita è quella che si vede dall’uscita dell’ampli guardando dentro al secondario che è pari alla serie delle due resistenze interne delle valvole riportata al secondario e questo non perché le valvole operano in controfase ma perché il primario è fisicamente collegato in serie alle valvole.

Qualcuno potrebbe essere portato a pensare che in effetti il circuito da considerare sarebbe questo:

Potrebbe sembrare che il condensatore che compare nello schema possa cambiare le cose ma non è così: in un amplificatore push-pull in classe A le correnti di segnale nei due rami sono uguali e opposte, quindi nessuna corrente di segnale scorre nell’alimentatore. Del resto è risaputo che in un amplificatore push-pull in classe A la potenza fornita dall’alimentatore è costante e non dipende dall’ampiezza del segnale audio, proprio perché la corrente del segnale audio non scorre nell’alimentatore/condensatore.


Vediamo un’applicazione pratica

Un cliente mi ha chiesto l’avvolgimento di un trasformatore da 6kAA da usare con le 2 sezioni in pushpull di una 6336A polarizzate in classe A, proprio per fare esperimenti su questa teoria a cui anche io pensavo già da tempo e mi ha portato alla fine a scrivere questo articolo. Il trasformatore ha una RDC primaria di 196ohm mentre quella secondaria circa 0,7ohm.

((660+196)/(27,386*27,386) + 0,7 = 1,84
DF 8/1,84 = 4,34

Montato il circuito di prova a banco si ottiene una potenza superiore ai 10 watt con un DF effettivo di 4,0 dovuto ovviamente alle perdite del trasformatore non considerate nel calcolo teorico, la 6336 in questo tavolaccio è polarizzata con 90mA di bias per sezione, per una dissipazione di 40 watt complessivi su 60 possibili, aumentando leggermente la corrente di bias diminuisce la Ri della valvola e lo smorzamento aumenta ancora un pochino. Il cliente che ha ordinato questi trasformatori da 6k ha poi paragonato i risultati ottenuti con altri trasformatori costruiti da altri fornitori con una coppia di trasformatori da 7k:6ohm (rapporto di trasformazione 34,157:1) disadattati collegando un carico da 8 sulla presa a 6 causando una distorsione alle frequenze più basse in quanto l’induttanza primaria era insufficiente in tale condizione di disadattamento, ma solo per misurare il DF che si otteneva. Il trasformatore in questa situazione rifletteva sulla valvola un’impedenza di circa 9k e il DF misurato era di circa 8 ma con un calo drastico della potenza che si riduce a 6 watt.

Per voler verificare la situazione da lui simulata ho collegato sul mio trasformatore da 6k:8ohm (rapporto 27,386) un carico da 12ohm riflettendo sul primario un’impedenza di 9k ottenendo anche io un DF di 8 nonostante il rapporto di trasformazione del mio trasformatore fosse inferiore a quello dell’altro trasformatore 7k:6ohm (rapporto 34,157), il che indica che con tutta probabilità se avessi realizzato un trasformatore da 9k:8ohm (rapporto 33,541) avrei sostanzialmente avuto gli stessi risultati (o migliori) ma senza compromettere la basse frequenze.

La mia conclusione è che è sostanzialmente non è vantaggioso, ricercare smorzamenti elevati con circuiti valvolari zero feedback, perchè ci si riduce ad avere rendimenti in termini di potenza molto bassi, basti pensare che la 6336A dissipa 60 watt, diventando calda come il sole, per erogane appena 6 watt in altoparlante, poco meno di quello che può darti una comune EL34 che arriva a 7 in single ended. E che la qualità di questi 6 watt con uno smorzamento di 8 non differisce dalla qualità di altri 6 watt con lo stesso smorzamento ottenuti per mezzo di feedback fatto bene. Poi bisogna tenere in considerazione che in una classe AB appena accennata potrebbe già arogarne 15 e con un pelo di NFB avere tranquillamente uno smorzamento anche di 8 o 10.

So che tante persone vogliono continuare a negare le realtà e a credere che senza feedback suoni meglio. Però è innegabile che con queste valvole si possono ottenere smorzamenti decenti usando tassi di controreazione inferiore a quelli che sarebbero necessari con altre e per questo dovrebbero essere prese in considerazione come “interessanti” dagli autocostruttori.

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2 risposte a Smorzamento con Zero Feedback ? È Possibile ?

  • Ho letto con attenzione , devo ammettere di dare ragione a colui che ha scritto quanto sopra letto , sono un modesto auto costruttore che si interessa di alta fedeltà da più di 30 anni . Non ho mai peccato di presunzione affermando che quello che ho costruito sia il non plus ultra , la panacea ai problemi di ascolto o che essa sia superiore a tutte le apparecchiature dedicate all’hifi . Ce ne sono parecchi privati e non ( che hanno aziende nel settore , che modificano , cambiano , dicono , ecco soprattutto dicono ) i quali hanno la presunzione di essere o avere capacità intellettive al di sopra della media e ciò avvale la loro “capacità” di realizzare qualcosa di “straordinario” . Purtroppo “l’audiota” crede in queste persone , anzi ha la capacità di cercarsele col lanternino…………..
    Toccando con mano , con orecchio e verificando di persona e dopo tanto ripensare ( vari anni ) , ripeto , devo dare ragione al Sig. Bianchini Stefano sulle sue tesi . Inoltre faccio presente che NON SONO a libro paga del Bianchini , non ho nessun interesse , il mio interesse si è fatto più coerente verso ciò che realizza ,scrive ecc…, soprattutto i progetti, i trasformatori , devo dire un eccellente tecnico , non come tanti che si spacciano per tali e guarda caso l’audiota se li trova tutti sulla sua strada , prendendo sonore bastonate . Come in tutte le cose ci vuole un pizzico di umilta ammettere i propri limiti, chiedere consiglio a chi ne sa di più, veramente però, non il primo trovato a caso . Mi accingerò a realizzare un paio di progetti del Bianchini , due amplificatori , usando i suoi trasformatori , meditate gente . Tenete presente che ho in casa trasformatori di ogni specie, segnale , alimentazione ecc….. ma leggendo e studiando sul sito del Bianchini da tempo e facendo qualche misura , mi sono accorto che la verità è un’altra. Non è stato facile digerire la cosa , però se si vuole raggiungere un certo risultato bisogna tenere presente quanto dice il Bianchini . La scelta è libera ed ognuno ascolta ciò che vuole ascoltare . Un cordiale saluto a tutti .

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