Modding Bowey 2A3C / SG-280SE / Sun Audio SV 2A3 e cloni vari

Quello di cui parlo oggi è un’amplificatori ormai copiato e ricopiato da diverse marche cinesi che si può comprare su internet a poco prezzo. Molta gente si diverte a modificarli perchè di base il circuito è veramente molto semplice, e il telaio spazioso che si presta bene a ogni cosa quindi molte persone si cimentano in modding vari. Qui sotto lo schema della versione originale:

2 Triodi di una 6SN7 messi in cascata che pilotano una 2A3 zero feedback. Vediamo le strumentali che ho rilevato su uno di questi cloni cinesi. Nel grafico di banda passante su carico resistivo, salta all’occhio la grande rotazione di fase in basso più che la risposta in frequenza da sola è buona.

Grafico di banda passante su carico reattivo abbastanza normale per un’apparecchio zero feedback.

Spettro distorsivo a 1 watt su carico resistivo


Modding come finale puro, senza controllo volume, pilotabile con preamplificatore

Un cliente mi ha chiesto di realizzare uno schema premium per trasformare il suo cinesino in un finale puro che potesse abbinarsi con un preamplificatore, infatti la versione originale ha un’ingresso molto sensibile fatto per essere collegato direttamente con una sorgente tipo lettore CD etc che mal si presta ad essere usato con un preamplificatore, qui sotto lo schema:

Il trasformatore di alimentazione e l’induttanza presenti nell’apparecchio originale sono perfettamente riutilizzabili, mentre i trasformatori di uscita vanno sostituiti con gli SE2K5-2A3, se volete effettuare questa modifica ditemelo perchè gli SE2K5-2A3 che normalmente realizzarei con calotte vanno fabbricati senza calotte ma chiusure semplici per poter essere montati dentro la scatoletta originale dell’amplificatore. Nel circuito i 2 triodi della 6SN7 non sono più posti in cascata ma collegati in SRPP, per un suono più brillante e veloce in gamma alta il catodo basso di detto SRPP è polarizzato a bias fisso s LED in modo curato, con la resistenza di mantenimento e un condensatore per evitare che la tensione ai capi di questi led faccia movimenti strani assieme al segnale introducendo distorsioni che è meglio che non ci siano. La 2A3 resta polarizzata a selfbias con un generoso condensatore elettrolitico per evitare rotazioni di fase alle basse frequenze. È ovviamente presente un leggero tasso di controreazione negativa per alzare il fattore di smorzamento, che senza feedback sarebbe ottimisticamente di 1,5/2 (qualsiasi trasformatore ci fosse montato), ad un fattore di 4. In questo modo è possibile usare il finale anche con casse reflex un pò più difficili eliminando la necessità impellente di usare solo monovia con diametri minimi o trombe.

Nella sezione di alimentazione ho posto molta cura, con una valvola raddrizzatrice e condensatori da 47uF la tensione risulta instabile e i 2 canali tendono a intermodularsi a vicenda alle basse frequenze, cosa che non mi piace per niente, ma d’altronde una raddrizzatrice non ha capacità di erogare le correnti di un diodo al silicio, quindi ho usato il secondo condensatore della cella CLC da 220uF seguito a ruota da un moltiplicatore di capacità che elimina ogni residuo di ripple e cancella ogni ondulazione arrivi dai canali. Ovviamente questo risultava abbastanza difficile per la povera valvola raddrizzatrice che avrebbe potuto avere problemi in fase di accensione anche per la carica iniziale dei condensatori catodici delle finali quindi ho previsto un sistema di softstart combinando un NTC e un sistema a relè che cortocircuita una resistenza posta in serie alla raddrizzatrice dove il relè è comandato direttamente dalla corrente che scorre nel circuito anodico riuscendo così a salvare capra e cavoli ma sopratutto la 5U4GB che diversamente avrebbe sofferto ad ogni accensione esaurendosi in fretta.

Vediamo l’ottimo montaggio effettuato su questo apparecchio che ho poi misurato con i miei strumenti…

Molto carina l’idea di usare una decorazione in legno per mascherare le forature non più necessarie del mobiletto originale

Ecco le misure strumentali:

Potenza: 4Watt RMS per canale
Banda passante: 28Hz / 60khz -1db
Distorsione THD totale @ 1 watt: 0,73%
Fattore di smorzamento DF: 4
Sensibilità di ingresso: 10Vpp / 3,5Vrms @ clipping

Grafico di banda passante su carico resistivo

E su carico reattivo

Spettro distorsivo

Onde quadre a 1k e 10k

Il suono di questo amplificatore è molto vivace e dinamico, pulito, aperto, molto dettagliato, chiaro e con dei bei bassi energici.


Questo è un’altro clone cinese modificato da un’altro cliente tempo addietro in quanto giaceva in cantina inutilizzato da anni.

Su questo esemplare ancora originale si può vedere un montaggio un pò meno povero del precedente apparecchio visto sopra.

Questo è stato pasticciato da qualcuno con modifiche un pò alla carlona.


Versione Integrato

Se qualcuno fosse interessato a un modding come integrato potrebbe prendere in considerazione il progetto simple 2A3, nel caso posso fornire uno schema dettagliato che faccia uso del trasformatore di alimentazione e induttanza originali del cinesino ovviamente sempre in cambio dell’acquisto dei 2 trasformatori d’uscita SE2K5-2A3.

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Una risposta a Modding Bowey 2A3C / SG-280SE / Sun Audio SV 2A3 e cloni vari

  • Salve, sono Alessio e sono il proprietario dell’ ampli integrato con 2A3 poi trasformato in finale, bè che dire, quando l’ho acceso mi si è staccata la mascella, ho subito notato un buon incremento di potenza, che con casse da 91 db come le mie si riesce ad ottenere un buona sonorizzazione, altra cosa che salta alle orecchie è la notevole estensione della risposta in frequenza i bassi sono magicamente comparsi, molto molto belli e profondi, anche la dinamica è aumentata, la grana e la trasparenza sono diventate ai massimi livelli, nulla a che vedere con l’apparecchio che era in origine.
    Bravo Stefano, veramente un risultato degno di nota, non tarderò a “sfruttare” le ottime capacita di Stefano Bianchini per altri apparecchi.
    Alessio Lodesani

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Il Triodino 4 – Single Ended 300B Stereofonico – Progetto definitivo

Dopo numerose richieste di un’upgrade del Triodino 3 da perte di utenti via email pubblico questo progetto che ho voluto chiamare Triodino 4. Premessa il Triodino 3 è un progetto che circola liberamente su internet da forse 2 decenni, è stato fatto e rifatto in tutte le salse con modifiche sempre molto marginali al progetto e di base permettetemi di dire che il Triodino 3 è un progetto fin troppo semplice e con tale estrema semplicità si trascina dietro anche delle limitazioni. Il Triodino 3 in buona sostanza è una 300B con il proprio stadio driver e basta, una bozza di circuito.

Principali limitazioni del triodino 3:

  1. Ha bisogno di un preamplificatore perchè l’ingresso richiede uno swing di ben 6Vpp di segnale per essere pilotato quando la maggiorparte delle sorgenti sonore hanno un livello di uscita inferiore alla metà.
  2. L’alimentazione in alternata del filamento per quanto si possa fare lascia sempre un residuo di ronzio in altoparlante che diventa udibile se si hanno casse ad alta efficienza.
  3. La configurazione in selfbias non rende un suono pulito come potrebbe una a bias fisso, la qualità del condensatore di bypass diventa importante, e ci si trova una grossa resistenza per ogni 300B che scalda come un ferro da stiro dentro al telaio.
  4. Lo smorzamento sviluppato da questo circuito zero feedback si attesta ottimisticamente parlando attorno a un fattore 2, quindi il triodino 3 ha problemi di controllo delle basse frequenze nel rispetto del diffusore, questo vuol dire che abbinato a determinati tipi di casse acustica potrebbe creare un suono con bassi gonfi.

Ho quindi preso la bozza che è il triodino 3 e completato il lavoro arrivando ad un circuito che cura tutti gli aspetti, essendo la 300B una valvola costosa e prestigiosa non ho risparmiato niente, quindi questo è un progetto senza compromessi, qui sotto lo schema premium dei finali, della sezione di alimentazione e del servobias.

Le differenze con il triodino3: Il mio progetto ha come stadio di ingresso un mu-follower modificato composto da un’ottimo pentodo octal di segnale caricato con un triodo, questo stadio del circuito fornisce una sensibilità di ingresso maggiore e permette di pilotare il Triodino 4 direttamente da una sorgente audio come un lettore CD, DAC o pre Phono senza ulteriori stadi di preamplificazione posti nel mezzo (meno roba c’è migliore sarà il suono) nell’intenzione il triodino 4 è un finale integrato e può avere il suo controllo del volume.

La 300B è polarizzata a bias fisso, la regolazione del bias è effettuata da un circuito servobias che rileva la corrente di bias della finale su una piccola resistenza posta sotto al catodo e regola il negativo di griglia, questo circuito non è attraversato dal segnale audio, maneggia semplice tensione continua non interferendo in nessun modo con la resa sonora del circuito e anzi da il vantaggio di fornire un bias sempre a puntino sia quando l’amplificatore è freddo che quando si è scaldato, e regola autonomamente il bias anche quando si cambiano le valvole senza che l’utente debba mettersi li con tester e cacciavitare trimmer e potenziometri. Rispetto la soluzione di selfbias adottata nel triodino 3 il vantaggio sonoro è notevole in quanto non si ha la reattanza di un condensatore sotto al catodo, ma questo particolare ai più sarà ben chiaro, gli effetti positivi di un bias fisso sono cosa nota.

L’alimentazione dei filamenti delle 300B è fatta in corrente continua filtrata con una cella CRC per non avere ronzio residuo in altoparlante, volendo fare di più si potrebbe adottare anche una cella CLC per un suono ancora più puro, per ora mi è stato chiesto così, ma è sempre possibile fare una piccola variazione al circuito.

Siccome molta gente è ancora diffidente nei riguardi di certe cose che dico da tempo il circuito è dotato di un negative feedback disattivabile per mezzo di un’interruttore, ho calibrato il circuito per avere un basso tasso di NFB e non diventare troppo sensibile se questo viene staccato, infatti molti circuiti retroazionati se si scollega il segnale di NFB diventano troppo sensibili e la regolazione del volume diventa difficoltosa, prendono rumori etc… questo circuito richiede 3Vpp (1,1Vrms) per essere pilotato con il negative feedback inserito e 2Vpp (0,7Vrms) per essere pilato senza NFB, in questo modo spero di cominciare a fornire alle persone un’oggetto che possa finalmente dimostrare quello che dico, ossia che un circuito ben costruito non suona peggio se c’è NFB, ma solo che hai le frequenze basse più frenate e per quelli che non vogliono fidarsi possono staccarlo e avere un’amplificatore zero feedback, tanto sono sicuro che provato una volta non torneranno più indietro, i miei trasformatori non sono come quelli che fanno altri…

Ma non è tutto, il vecchio triodino 3 era alimentato da un semplice ponte raddrizzatore, i più virtuosi lo hanno modificato per essere alimentato con una valvola raddrizzatrice ma io ho voluto fare di più, per spingere la qualità dell’audio al massimo ho realizzato uno stabilizzatore di tensione a valvole, lo stabilizzatore di tensione è formato dalla coppia di una 6080 o 6AS7 valvola che molti usano in audio ma che è nata per fare esattamente il lavoro di stabilizzatore di tensione! (Dual power triode, ruggedized 6AS7G. Intended for use as series voltage regulator.) e una ECC83 come pilota della 6080, una nota per chi volesse realizzare questo progetto; la ECC83 essendo in un circuito praticamente statico non richiede di essere di altissima qualità per far funzionare bene l’amplificatore, lo dico perchè i prezzi delle ECC83 NOS non sono bassi, per questo impiego sarà sufficiente una comune ECC83 di produzione moderna. La tensione anodica stabilizzata darà all’amplificatore un suono con una marcia in più, ne godrà il microdettaglio, il palcoscenico e la tridimensionalità del suono e i soldi che risparmiate sulla ECC83 spendeteli per condensatori di qualità.

Montaggio di “R.”

“R” mi ha portato l’amplificatore per le misure di rito e le verifiche.

Si possono ammirare le 300B FullMusic con placche mesh… Per chi non lo sapesse e pensasse che siano in redplate non è così, le 300b mesh hanno le placca costruire come una reticella metallica quindi il rosso incandescente che si vede è la luce del filamento che appassa attraverso di essa e non la placca arrossata.

Piccola nota tecnica con le FullMusic il fattore DF dell’amplificatore si è attestato su di un valore di 6,0 mentre con il montaggio qui sotto dove sono state usate delle valvole Elettro Harmonix il DF si limitata a 4,4, con tutta probabilità le 300B fullmusic sono ostruire con la placca molto più vicina al catodo, il che gli conferisce una resistenza interna inferiore e da qui il maggiore fattore di smorzamento.


Prime foto del montaggio di “C.”

Ho avuto modo di mettere mano sul montaggio di “R” per la messa a punto finale del circuito, ho risolto una sofferenza della 6080 in fase di accensione con una modifica al servobias, adesso le 300B si accendono in condizione di interdizione forzata per 30 secondi circa, dando il tempo alle altre valvole a riscaldamento indiretto di andare a temperatura dopo di chè il servobias le fa partire gradualmente come succede alle altre valvole. In pratica le 300B essendo a riscaldamento diretto partono un pochi secondi, solo che lo stato di accensione graduale di tutte le altre causavano rumori e ronzii mentre l’ampli partiva e la 6080 si trovava ad erogare sovracorrenti indesiderate. Ho risolto anche qualche errore di montaggio di “R”. Nello schema del finale ho segnato i colori dei fili del primario del TU, per evitare di fare erroneamente feedback positivo e ho aggiunto una sola resistenza nello schema del regolatore di tensione.

Ecco le strumentali che ho rilevato:
Potenza 8,3Watt RMS per canale
Smorzamento DF: 4,44
Distorsione THD @ 1 watt: 0,38%
Banda passante: 10Hz / 20khz -1dB

Devo dire che il montaggio di “R” non è dei migliori, è possibile che le capacità distribuite nel montaggio abbiano pregiudicato un pò le prestazioni del circuito, sopratutto la banda passante, in ogni modo il risultato non è per niente cattivo, vediamo i grafici:

Spettro Armonico

Banda passante su carico resistivo

E su carico reattivo

Quadra a 100Hz – 1k – 10khz

Qualcuno nei commenti qui sotto aspettava di poter paragonare le strumentali con e senza NFB inserito ma purtroppo “R” che ormai “sà” non ha voluto mettere l’NFB disattivabile, ma come suona ?

Ciao Stefano

Sto ascoltando il triodino 4, che io ho chiamato Afrodite.
Devo dire, che  il risultato è abbastanza diverso dagli altri 300b s.e. ascoltati fin ora. Le voci sono sempre il live motive di queste valvole e gli acuti hanno una grana molto fine.
Quello che lascia increduli è il basso, che con solo uno smorzamento di qualche virgola superiore a 4, risulta particolarmente frenato e con un punch esaltante.
Le valvole driver utilizzate sono delle 6sj7 Ken rad nos, con involucro in metallo e la 6sn7 GTA nos Philips. Le finali sono delle volgarissime E.H.
Grande idea il servobias, che funziona benissimo, anche se credo non piacerà agli smanettoni che “devono” regolare il bias ogni quarto d’ora 🙂
Il risultato lo reputo molto buono.

Cristian
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4 risposte a Il Triodino 4 – Single Ended 300B Stereofonico – Progetto definitivo

  • Quello che succede agli strumenti è già ampiamente spiegato in tutti i vari articoli che ci sono sul sito, rispetto lo zero feedback aumenta lo smorzamento e vedi la risposta in frequenza sul carico reattivo che mostra dislivelli minori, cosa legata allo smorzamento, si allarga un pò la banda passante e la distorsione THD diminuisce. All’ascolto per quello che riguarda le realizzazioni ottimizzate sui miei trasformatori l’unica differenza è che senza NFB hai le basse frequenze fastidiose se abbinato a diffusori con coni importanti e/o reflex mentre la gamma media e alta sono buone, mentre con l’NFB inserito hai la gamma medio alta ugualmente buone ma anche i bassi sono più controllati.. sostanzialmente solo giovamenti e nessuna controindicazione, questa esperienza l’ho già fatta con la modifica sul music angel XD850 https://www.sb-lab.eu/music-angel-xd-850mk3-update/ che nella versione che ho ascoltato aveva addirittura un potenziometro al posto della resistenza di NFB, quindi potevi variare il tasso di controreazione da niente ad un certo massimo e tutto ciò che abbiamo sentito era solo il variare dei controllo delle basse frequenze. La cattiva fama dell’NFB si è cotruita essenzialmente dall’incapacità del grosso dei costruttori di saperlo mettere a punto e dalla non disponibilità di trasformatori di buona qualità infatti ho spiegato più volte che non è l’NFB da solo a creare un brutto suono ma quando se ne abusa o quando lo si combina con trasformatori con bande passanti troppo ristrette, in quel caso le rotazioni di fase vanno a generare tutta una serie di distorsioni che rendono poco piacevole l’ascolto… sopra questo poi ci marciano i venditori di elettroniche che fomentano l’avversione contro di esso e tutto si perpetra all’infinito come un dogma religioso.

  • Ops, “con per ora è tutto” non avevo capito che era un nuovo progetto in realizzazione… Vista la possibiltà di abilitare/disabilitare il NFB mi ero parecchio incuriosito e poter vedere le strumentali con l’unica variabile lo stato del NFB è davvero molto interessante, anche perché dove altro si possono trovare queste prove??? O uno sa farsele oppure si viene qui 🙂

  • sto aspettando che venga costruito il primo esemplare, non sono una macchina sforna soldi e sforna amplificatori 🙂 uno cmq è già in fase di costruzione.

  • E le strumentali che pubblichi sempre?

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Granny 27 – Preamplificatore DAC con valvole UY227

Nel maggio del 1927 vedeva la luce una delle primissime valvole a riscaldamento indiretto, inizialmente chiamato YU227 e poi successivamente solo 27 essa è la versione con catodo della 26 che era a riscaldamento diretto, il lavoro per cui fu concepita era quello di demodulatore e preamplificatore audio e fu prodotta con l’intento di avere minori problemi di ronzio indotti dal filamento rispetto la 26. È perfettamente utilizzabile per pilotare una 45 o altre piccole finali dell’epoca. La 27 è il capostipite una lunga serie di piccoli triodi di segnale che alla fine hanno portato alla 6SN7. La disponibilità di questa valvola è ancora molto buona anche nella sua forma a pera.

Anni fà quando cominciai a fare i primi esperimenti che hanno poi portato a nibiru realizzai quello che chiamai “26 audio processor”, una sorta di preamplificatore a guadagno unitario che però non era un buffer, basato sulla 26.

L’intento era quello di dare un pò di tridimensionalità e suono valvolare in più ad una sorgente audio digitale che però usciva già con un segnale abbastanza elevato per pilotare direttamente il finale. Mettere quello che chiamano buffer o più correttamente inseguitore catodico, quindi far passare un segnale attraverso una valvola intrinsecamente retroazionata al 100%, che lavora a guadagno unitario però mi sembrava perfettamente inutile, avevo già intuito che la chiave erano gli elementi reattivi, quindi realizzai una coppia di trasformatori di linea con un’induttanza primaria di 150H circa e un fattore di trasformazione di 7:1, essendo il Mu della 26 di 7 avrei ottenuto che la 26 in un circuito zero feedback amplificava e il trasformatore riabbassava l’ampiezza del segnale a circa quello di partenza, il circuito funzionava ma purtroppo oltre a non aver indovinato l’uso dei condensatori sottovalutai il problema posto dai filamenti delle 26 che richiedono di essere alimentati in corrente continua stabilizzata a 1,5volt con 1A di corrente, pena ronzio… Cercai di dimensionare bene l’alimentazione e il regolatore, il tutto funzionava ma il dissipatore necessario a raffreddare i regolatori della tensione dei filamenti doveva essere molto più grande di quello che montai… dopo 1 ora di funzionamento ci potevi friggere le uova sopra! Oltre a questo l’effetto sonoro ottenuto era quasi inconsistente, si faticava a distinguere la presenza o l’assenza di questo circuito nella catena audio per cui alla fine lo demolii per recuperare i pezzi.

All’inizio di febbraio di quest’anno (2020) iniziai a fare pensieri su quel vecchio progetto cestinato, ricordando anche l’ottima esperienza dell’USB Mini DAC pensai ad unire le 2 cose con una schedina DAC più evoluta, trovai su ebay per circa 30€ questa piccola schedina DAC basata sul sabre 9023P USB asincrono 24bit 96khz.

Quando mi arrivò la provai e già così da sola suonava molto bene, era iniziata la quarantena e non avevo tantissimo lavoro da fare per via dei blocchi, siccome avevo molto materiale a disposizione pensai di avviare il progettino basato questa volta sulla 27, riesumai i 2 trasformatori di linea che avevo fatto per le 26 e montai un circuito volante sul tavolaccio. La 27 ha un mu di 9 mentre il trasformatore divideva per 7 veniva a fagiolo per mettere in atto l’insegnamento di nibiru e fare un micro pelo di NFB locale e avere un buon effetto tridimensionale, la cosa sembrava funzionare bene a orecchio, il tavolaccio mi piaceva anche se non era perfetto, all’analisi strumentale avevo questa risposta in frequenza:

Non tanto il -1,5dB a 10hz ma la risposta in fase in bassa frequenza non era il massimo, mentre il -1dB a 25khz in alto era accettabile, inoltre i miei trasformatori di linea erano grossi e pesanti in quanto realizzati con normali lamierini EI a cristalli orientati.

Siccome volevo costruirmi una cosa TOP e non mi andava di mettermi a cercare nuclei a C (questo dei trasformatori per piccoli segnali è uno dei campi dove effettivamente si ha un vantaggio rispetto gli EI) perchè poi non so se quello che trovavo sarebbe stato di buona qualità, immemore forse dei motivi per cui tanti anni fà comincia ad avvolgere trasformatori e preso da un fiducia provai a comprare una coppia di trasformatori di linea di una famosissima casa produttrice. Era un modello di trasformatore vecchio ma ancora in produzione, l’unico con un rapporto di trasformazione di circa 7:1, quindi l’unico di tale produttore che potevo utilizzare. I datasheet promettevano una risposta in frequenza piatta da 10Hz a 40khz con una DC di 5mA in single ended, quindi sborsai 300€ e aspettai la consegna del pacco. Quando arrivarono li misi a banco per provarli e arrivò la grandissima delusione… 👿 

Ottenni una misurazione di -1dB a 9khz, una ciofeca indicibile, forse sbagliavo io, consultai lo stesso produttore per mezzo del rivenditore, feci prove su prove, con diverse valvole in diverse configurazioni di connessione ma niente, nella migliore delle situazioni avevo un -1 a 20khz con un rapporto di trasformazione di 14:1, collegando i secondari in un modo nemmeno contemplato nel datasheet, passai la bellezza di 3 giorni a fare prove, un giorno fino a circa le 2 di notte preso dalla foga di aver gettato 300€ e ributtato prepotentemente ai pensieri di rabbia di tanti anni fà quando compravo robe che non funzionavano come dicevano e dove dichiaravano dati fasulli “tanto i &%£$#* che comprano non sanno misurare niente e vanno a orecchia” … peccato che io non mi volevo certo ascoltare un gamma alta tutta tagliata come fosse un amplificatorino PA della geloso!

Ho rispedito al mittente il pacchetto e ad oggi sto aspettando una risposta sul malfunzionamento, un cambio o il rimborso dei soldi che ho speso. Messa una pietra sopra questa vicenda ho tirato dritto utilizzando i miei trasformatori iniziali… Disponevo di un telaio di legno, non potevo procurarmene un’altro, eravamo in piena pandemia, era tutto chiuso e non lavorava nessuno, qualcosa dentro di mè mi faceva temere che il trasformatore di alimentazione poteva essere troppo vicino, ma i trasformatori di linea dentro erano comunque girati nel verso opposto, schermati da una scatola di ferro… La voglia di fare ha preso il sopravvento…

Il terzo vetro da sinistra non è una valvola ma una lampadina antica fatta per funzionare con 140volt e 15watt di potenza, probabilmente era l’illuminazione del vano giradischi di qualche radio. Alimentata a bassa tensione (20/30volt) era molto bella da vedere, cercavo una certa estetica “industrial” che mi piace molto e ci stava bene ma non volevo che fosse unicamente decorativa ma che avesse qualche scopo nel circuito. Volevo polarizzare le 27 a bias fisso ma non volevo condensatori lungo il segnale audio in mezzo tra il DAC e la valvola, quindi ho creato un regolatore shunt che mi generasse una tensione di 15 volt su cui innalzare il catodi delle 27, quindi ho calcolato il trasformatore e il regolatore per usare questa lampadina come resistenza di shunt. Non ha nessun scopo “sonico” o tecnico, una resistenza da 250ohm 3Watt avrebbe fatto il medesimo lavoro, ma così ho preso 2 piccioni con una fava, la lampadina avrà comunque vita lunga essendo alimentata ad una potenza di soli 3 watt (e ne ho comunque altre).

Sull’alimentazione ho usato una 84 / 6Z4 una piccola raddrizzatrice della stessa epoca delle UY227 anche se ha il bulbo è a duomo, la versione con bulbo a pera “98” è introvabile purtroppo, la 84 invece è abbastanza comune. Può erogare 60mA e sono più che sufficienti per le due 27 che assorbono 5mA cadauna. La 84 è poi la progenitrice della 6X5G/GT che elettricamente sono uguali e hanno solo una diversa zoccolatura.

La raddrizzatrice è seguita da una cella CLC formata da un condensatore doppio Philips NOS da 50+50uF e una induttanza 15S55 da 20H. Il perchè del vecchio condensatore è presto detto: misurato ha una ESR e una fattore di dissipazione che è un decimo rispetto a normali condensatori industriali di pari caratteristiche di capacità e tensione, sicuramente ci saranno condensatori audio grade che si possono comprare per una 20ina di €, ma di questi ne ho una sporta nuovi, ne ho usati tantissimi nei restauri delle radio e so che funzionano perfettamente, sono affidabili con ottime caratteristiche elettriche e ancora vanno in contro alla richiesta estetica che cercavo.

Dopo l’elettrolitico è presente un’ulteriore cella RC con una resistenza da 20ohm e un condensatore carta olio siemens da 2uF, questa era una tecnica usata dal grande Mariani per disaccoppiare l’elettrolitico alle frequenze medio alte e far sentire il carta olio, nella foto sotto si vede il mattoncino argentato.

Montato e finito…

La manopola non è un volume ma solo l’interruttore di accensione. Purtroppo alla prima accensione è successo quel che temevo: il trasformatore di alimentazione induceva un leggero ronzio che si poteva sentire in altoparlante anche se molto basso, quando c’era musica non si notava niente, ma mi irritava comunque. Avrei dovuto usare un telaio più largo per distanziare meglio il trasformatore di alimentazione ma non potevo procurarmelo in situazione di clausura. Se i piccoli trasformatori commerciali avessero funzionato probabilmente non avrei avuto nessun problema, li avrei montati sulla sinistra lontani dal trasformatore di alimentazione. Ho resistito qualche giorno, l’effetto nibiru era presente, però quell’HUMM di sottofondo non lo sopportavo più quindi alla fine ho deciso di scollegare i 2 trasformatori di linea e sostituirli con un circuito CCS come carico anodico e di prelevare il segnale direttamente dalla placca anche se così il guadagno non era più unitario, ma mi bastava abbassare il volume dal finale…

Il CCS contrariamente all’uso di una resistenza pura, non perde tutto l’effetto che si ha con l’uso di una induttanza e probabilmente mantiene più dettaglio sonoro, ho aggiunto 2 trimmerini per regolare il bilanciamento dei 2 canali perchè il tasso di controreazione è ovviamente minimo, come spiegato nel progetto nibiru, e non riesce a pareggiare il livello dei 2 canali. Le UY227 sono valvole quasi centenarie  e pretendere il match perfetto mi sembra appunto una pretesa, risolvibile spendendo molti soldi immagino (senza garanzia della durata di questo match poi)… Ma avevo queste 2 in casa, la differenza tra i 2 canali era appena di 0,2dB quindi aggiungere quel trimmerino da 2,2Megaohm per fare un micro aggiustamento non è niente che possa compromettere il buon suono. In definitiva questo DAC “secolare” ha un suono veramente arioso, pulitissimo e brillante, rispetto ad altre mie realizzazioni la gamma acuta e più liscia, forse per via dei condensatori icel sul segnale o forse per il carta olio sull’alimentazione… voglio provare dei carta olio sul segnale, ho anche quelli, ma a suo tempo (devo poi anche lavorare 🙄 ) Quindi anche se resta una scatola con dentro 6 kili di trasformatori di linea scollegati che fa solo estetica mi ritengo ugualmente soddisfatto del risultato, non mancherò in futuro di provare altre cose, probabilmente un parafeed in puro stile nibiru fatto con le mie 18S100, oppure realizzare nuovamente lo stesso progetto distanziando meglio i trasformatori (visto che sul prototipo con le 26 non c’era questo problema).

Ecco qui lo schema premium per chi volesse realizzare il mio circuito, il kit per realizzare questo DAC è composto da un trasformatore di alimentazione e una induttanza, volendo si possono avere i 2 trasformatori di linea SB-LAB ma dovete stare attenti a montarli lontani dal trasformatore di alimentazione di almeno 15 centimetri. Potete usare anche altri DAC o dotarlo di RCA di ingresso per collegarlo a una sorgente esterna, il guadagno del circuito è di 15dB configurato con il CCS o un’induttanza.

Altre foto del mio montaggio

Una qualche strumentale…Qui sotto l’analisi di spettro del DAC sabre 9023P da solo, che mostra una distorsione praticamente nulla:

Questo invece è lo spettro del circuito con la UY227 portato a un’ampiezza d’uscita di 30Vpp, mostra una distorsione dello 0,18%…

La banda passante del circuito con la UY227 caricata con il CCS 10Hz 0db – 40khz -1dB…

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