Nuovi trasformatori per L’Euridice e non solo – Trasformatori d’uscita SE per piccoli segnali.

Ormai 10 anni fà costruivo questo esemplare di preamplificatore Euridice con una coppia di PC88. Allora otteni una banda passante di 30Hz/65Khz con una attenuazione di -3dB circa, considerando che erano i primi trasformatori che avvolgevo e non avevo a disposizione tutti gli strumenti di cui dispongo oggi poteva andare bene. Mi fa ridere pensare che facevo le analisi di spettro con la scheda sonora di un vecchio PC e misuravo la banda passante a occhio semplicemente con l’oscilloscopio + generatore di fuzioni.

Recentemente un cliente mi ha chiesto se gli facevo una coppia di trasformatori per utilizzare delle PC88 in single ended ho quindi riesumato il calcolo del vecchio trasformatore I10K600A per utilizzarlo come punto di partenza dal quale derivare un nuovo trasformatore che possa soddisfare le mie pretese attuali di perfezione dove la attenuazione in basso deve essere massimo -1dB a 20hz e deve coprire tutta la banda udibile. Essendo un trasformatore da utilizzare in un circuito zero feedback non è strettamente necessario che la banda in alto si allunghi molto oltre i 20khz, cioè se viene ancora meglio, ma se non viene non ha importanza in questo caso.

In questo articolo voglio presentare un mio trasformatore interstadio di nuova generazione che si adatta ad un certo numero di valvole oltre la PC88 e al contempo mostrare qualche esempio pratico sulla relazione tra induttanza primaria di un trasformatore e la sua risposta in frequenza nei confronti della resistenza interna della valvola. Cosa di cui ho già parlato con soli esempi teorici nell’articolo “Come nasce un trasformatore SB-LAB“. Sarà quindi possibile osservare come appunto a parità di trasformatore e corrente di bias cambiando tipo di valvola cambia anche il comportamento del trasformatore. Giusto per ribadire ancora una volta che non importa la sola impedenza primaria, ma ogni valvola avrebbe bisogno di un trasformatore specifico (o quasi), alla faccia di quelli che ancora oggi voglio vendere un trasformatore che va bene (a detta loro) sia per una EL34 che per una 300B.

Lascio ora spazio all’articolo storico, risalente al 2013. Sotto ad esso continuerò con la presentazione del nuovo trasformatore…


Preamplificatore a trasformatori “Ispirato Euridice”

Ho costruito questo preamplificatore a trasformatori sulla base dello schema Euridice di Ciro Marzio apparso su CHF numero 26, privato però della sezione phono e con la sezione di alimentazione ricalcolata con sole 2 induttanze da 20H, visto l’alto costo delle 5842 e la difficoltà nel reperirle matchate ho ripiegato sulle PC88 come suggerisce anche l’articolo originale (6DL4 = EC88). Ho pensato di non polarizzare le valvole in selfbias con resistenza e condensatore ma polarizzarla con in semplice LED Rosso che ha una caduta di tensione perfetta per polarizzare questa valvola, in questo modo si evitano colorature dovute alla reattanza capacitiva del condensatore e si fa suonare la valvola come se fosse polarizzata a bios fisso, è comunque sempre possibile adottare il metodo classico con la resistenza, in questo caso è necessario utilizzare un condensatore elettrolitico di buona qualità ed eventualmente bypassarlo con un polipropilene da 1uF. Sarà comunque possibile utilizzare la 5842 eliminando la resistenza di caduta in serie al filamento, è possibile inoltre utilizzare anche le PC86 e sempre eliminando la resistenza sul filamento anche le EC88, le EC86 e anche le EC8010. Come raddrizzamento ho utilizzato una comune ed efficacissima 6X5GT che è del tutto sufficiente ad alimentare le 2 valvoline, nelle vecchie foto qui sotto vedrete una 5Y3GT ma è sovradimensionata quindi nell’aggiornare questo articolo ho indicato l’uso appunto della 6X5GT come valvola più affine al tipo di circuito da alimentare, anche la 6X4 è utilizzabile (cambia solo lo zoccolo)

Lo schema premium qui sotto

Nonostante su internet si veda gente realizzare questo preamplificatore su 2 o addirittura 4 telai, separando alimentazioni e parte audio fidatevi se vi dico che è uno spreco di risorse assolutamente inutile, la costruzione dell’oggetto è molto semplice esattamente come è semplice e banale il circuito adottato, si può costruire tutto in un’unico telaio basta porre un minimo di attenzione nel girare di 90 gradi il trasformatore di alimentazione e tutto funzionerà perfettamente e senza ronzii e senza pregiudicare la qualità del risultato sonoro finale. L’alimentazione dei filamenti in continua serve solo se si realizza l’ingresso phono, lo stadio linea può essere alimentato tranquillamente con i filamenti in alternata.

Nonostante non siano state sostituite le PC88 con le EC8010 devo riferire che, all’ascolto, i bassi sono ben presenti, si avverte un globale miglioramento timbrico con incremento della dinamica. Distorsione e rumore di fondo assolutamente inavvertibili.

DSCN4812

Dati tecnici:

Guadagno in tensione: fattore 8
Banda Passante: 30Hz ~ 65khz -3b (con i trasformatori che ho realizzato è possibile portare la banda passante sotto i 20Hz usando la EC8010 al posto della PC88).
Distorsione THD: inferiore allo 0,1% con un livello di uscita pari ad una linea standard

Completamente privo di Negative Feed Back

L’analisi di spettro

Rumore di fondo dello strumento di misura -108db, THD misurata 0,0468%, seconda armonica a -30dB.


Nella foto sotto il campione funzionante (dopo 3 tentativi) di I10k600B.

Qui durante i test dove ho usato sia l’alimentatore PS-305D modificato che l’alimentatore anodico stabilizzato a valvole.

Nella tabella sotto riporto i grafici di risposta in frequenza del trasformatore con varie valvole, la costante durante le misure è la tensione di 250volt e ho impostato una resistenza che polarizzasse la valvola a circa 5mA di bias. Il segnale in ingresso è stato variato per ottenere in uscita sempre una tensione di 8Vpp su carico da 600ohm posto al secondario del trasformatore.

EC88 / PC88 / 6DL4 / 4DL4
Ri = 4800 ohm

EC86 / PC86 / 6CM4 / 4CM4
Ri = 5600 ohm

ECC88 / PCC88 / 6DJ8
Ri = 2600 ohm

Rispetto la EC88 ed EC86 si nota un leggero miglioramento della risposta in basso per via della sua resistenza interna inferiore.

ECC82 / 12AU7
Ri = 7700 ohm

Per via della sua resistenza interna superiore alle precedenti valvole misurate si osserva una diminuzione della banda passante sia in basso che in alto nel grafico pur restando una risposta in frequenza del tutto accettabile.

6211
Ri = 7800 ohm

Questo è un caso curioso, la 6211 è una valvola da computer, creata per avere una lunga vita di 10.000 ore e di resistere in condizione di cut-off per lunghi periodi, nonostante sia essenzialmente una ECC82 compatibile e venga dichiarato nel datasheet una Ri appena superiore a quella delle ECC82 classiche mostra ugualmente una risposta in più estesa rispetto quella della ECC82, molto vicina alla EC86. Probabilmente l’esemplare che ho utilizzato era bello arzillo e la sua Ri reale era inferiore a quella di targa, appena ho tempo voglio acquisire le curve e paragonarle a quelle della ECC82 comune. Resta che comunque queste valvole (equivalenti ECC82 per usi speciali) spesso danno buoni risultati strumentali anche se c’è da star attenti al fattore di microfonicità che potrebbe essere un tallone di achille sopratutto per le valvole nate per uso nei computer.

ECC81 / 12AT7
Ri = 11k ohm

La ECC81 è offlimits, la sua resistenza interna di 11Kohm è troppo alta per questo trasformatore, come si vede la risposta in frequenza che mostra con questa valvola degrada fino a 20Hz/20khz -2dB. Forse ancora meglio di tanta roba che si compra in giro ma dal mio punto di vista un risultato misero. Per realizzare un trasformatore che possa funzionare con questa valvola sarebbe necessario un nucleo più abbondante e un maggior numero di spire di rame per aumentare l’induttanza primaria e recuperare in basso, bisognerebbe poi adottare misure per diminuire moltissimo le capacità interne. Rispetto questo sarebbe un trasformatore più grosso con maggiori dispersioni, una resistenza DC degli avvolgimenti superiore, un minore accoppiamento tra gli avvolgimenti etc. In linea generale un trasformatore con più compromessi. Si potrebbe però ancora usare collegando le 2 sezioni in parallelo purchè le si polarizzi per non più di 5/6mA in totale, con una Ri combinata di 5500ohm la risposta del trasformatore dovrebbe risalire ai livelli della EC88/EC86.

6SN7
Ri = 7700 ohm

A parità di Ri si osserva un comportamento del tutto uguale alla ECC82 comune. Questo grafico vale anche per le 6J5.

Questo trasformatore può essere usato quindi con tutti i triodi che abbiano una Ri pari o inferiore a 7800 ohm, cito anche 6CG7 / 6FQ7 / 12BH7 / 5814 / 6N1P / 2C51 / ECC84 / 6CW7 / 6GK5 / 6FQ5 / EC97 PC97 / 6FY5 / 4FY5 / EC8010, è possibile parallelare le sezioni di altre valvole con Ri superiore purchè non si accedano troppo i 5/6mA di corrente DC.

Specifiche del trasformatore:

Impedenza  primaria 10k, due secondari da 300ohm che possono essere usati separatamente e caricati con 300ohm ciascuno, oppure posti in serie a formare un secondario da 600 ohm con presa centrale, oppure posti in parallelo e caricati con 150ohm. L’induttanza primaria del trasformatore è di 70Henry mentre l’induttanza dispersa di 38mH. La resistenza del primario è di 610 ohm. Potenza nominale 200mW, corrente massima nominale 7mA. Li fornisco in resina per una questione tecnica dovuta alla necessità di assicurare e mantenere l’assoluto serraggio del traferro che non deve potersi muovere nemmeno di 1 micron, codizione che non è possibile soddisfare con calotte o fascette.

Dimensioni alla base 77x71mm altezza 95mm. Su richesta posso creare varianti con diverse impedenze secondarie, questo trasformatore può essere usato in preamplificatori linea con uscita sia bilanciata che sbilanciata, come trasformatori interstadio e come trasformatori per amplificatori da cuffie. Chi fosse interessato all’acquisto può chiedermi un preventivo contattandomi da qui –> clicca <–

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3 risposte a Nuovi trasformatori per L’Euridice e non solo – Trasformatori d’uscita SE per piccoli segnali.

  • Ringrazio per la pazienza e professionalità, il Sign. Stefano Bianchini. Ho potuto realizzare attorno a queste valvole PC88 che tenevo in garage da molti anni, un preamplificatore che mi ricorda tanto, il mio vecchio e ingombrante pre con le 211, realizzato oltre venti anni fà ( forse si trova ancora qualcosa in rete). Trasformatori che sono oltre molto belli da vedere, ma sopratutto da ascoltare. Progettati e realizzati per questo scopo, dimostrano la capacità e disponibilità professionale del Sign. Bianchini, nel soddisfare le mie richieste, ottenendo poi dei risultati all’ascolto sublimi.

  • ti ho risposto via email, appena ho un’attimo ti calcolo un trasformatore apposta

  • Ciao. Sto cercando in rete uno schema linea pre a trasfo di uscita, e ho visto il tuo, ma vorrei usare come triodo la 6gk5, visto che ne ho una decina diverse della rca. Vorrei domandarti, se , a parte la piedinatura, e filamento, questi trasformatori di uscita, sarebbero adatti per le mie valvole? Grazie. Ciao. Marco.

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45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

Dopo varie richieste ho deciso di pubblicare questo mio vecchio progetto come premium, scorrendo la pagina oltre l’articolo originario troverete la versione upgrade montata dal cliente.

Il set di trasformatori che comprende un trasformatore di alimentazione 16S3987, due trasformatori d’uscita SE5K6-UNI, due induttanze per filtraggio filamenti 16S63, e una induttanza di filtro anodico 16S64 + schema premium costa (chiedere prezzo aggiornato) compresa spedizione. (immagine puramente decorativa, non corrispondente al prodotto). Se siete interessati all’acquisto del kit potete contattarmi.


Segue l’articolo sul montaggio del prototipo risalente al 2016

Questo piccolo amplificatore single ended è nato nel nome della sperimentazione pura, di piccola potenza e concepito per essere abbinato a diffusori ad alta efficienza. In questa prototipazione ho deciso di contenere i costi di montaggio riciclando una scatola per elettroniche di recupero che da tempo aspettava di finire in discarica, cosa che mi diverte molto per altro…

Brutta, sporca e arrugginita ma recuperabile con un pò di fantasia. Buttato giù uno schema e realizzati i trasformatori mi sono messo a studiare il montaggio meccanico.

Eliminata la ruggine con una piccola mola per il dreemel, rimontata con rivetti e viti nuove, pronta per essere verniciata a polveri…

E fianchetti in massello di noce tirato a gomma lacca per nascondere le vecchie forature inutilizzabili.

Ho poi cablato un semplice circuito al suo interno.

Le valvole montate sono due ECC83 / 12AX7 sostituibili opzionalmente con le 5157 per il guadagno in tensione, una 6H6Pi NOS (CCCP) come driver, sostituibile con la E182CC opzionalmente. Le finale sono due UX245 RCA NOS del 1928. La rettificatrice è una GZ34 NOS Philips. I trasformatori d’uscita sono i miei SE5K6-UNI mentre le induttanze che appaiono di un nero lucido sono delle induttanze NOS anni ’50 (opportunamente verniciate perchè in origine erano gialle) da cui ho derivato le mie 16S64. Il trasformatore di alimentazione ovviamente è custom. I condensatori sul segnale audio sono tutti Sprague Vitamin Q (nella foto si vedono rinchiusi nel tubo termorestringente a scopo di isolarne il corpo sottoposto a tensione. Le finale sono in selfbias, con elettrolitici NOS da 2200uF di altissima qualità bypassati da un polipropilene audio grade da 10uF. I filamenti delle 45 sono alimentati in DC con cella passiva e 44000uF di livellamento per avere un’assoluto silenzio sulla casse.

Una piccola chicca è l’interruttore di accensione rotativo, componente NOS di produzione probabilmente risalente agli anni 50 o 60.

Come suona? Il risultato è andato oltre le mie più rosee previsioni, appena acceso mi aspettavo si un medio-alto di primo livello ma non certo anche dei bassi così morbidi e coinvolgenti e perfettamente amalgamati al resto della banda audio, tanto che mi ero convinto della impossibilità di avere suoni bassi decenti da triodi di questo tipo. Ma dopo avere ascoltato il 300B modificato devo ammettere che ci speravo. Certo che bisogna avere diffusori di almeno 90/100db di efficienza per poter godere fino in fondo delle peculiarità di questa valvola (diciamo da una Altec 19 in su, tannoy etc..), suonano anche con i 96db delle Klipsch Heresy ma solo dalla Cornwall in poi (per rimanere in casa PWK) si può ascoltare ad un volume totalmente coinvolgente pure il rock. Con le accortezze costruttive applicate, l’hum è inesistente anche con le Emission Labs 45 (Mesh Type) che finora erano quasi inascoltabili in altri finali. Il suono ora ha raggiunto vette veramente difficili da superare perchè siamo prossimi alla realtà dell’evento sonoro tanto da non farmi più rimpiangere la perdita di qualche concerto… Inutile spendere certe cifre per apparecchi blasonati che spesso ti lasciano pure l’amaro in bocca, ed è un amaro molto salato!!! Volevo aggiungere che il finale è stato costruito attorno alla RCA Radiotron UX-245 ed è proprio con questa valvola che, secondo la mia personale opinione, si raggiungono i risultati lusinghieri che ho riportato. Le EML si piazzano subito dopo, anche se nei primi istanti sembrano preferibili. Le 45 standard (con la forma non Globe o Balloon) hanno ovviamente anche loro il magico suono di questo tubo e per chi non ha mai sentito le 245 può già pensare di essere arrivato ma ripeto, questo finale mette in luce ogni minima nuance ed il senso di coinvolgimento e di appagamento che si ha con le RCA purtroppo non può essere descritto.


Versione 2021

La versione originaria di questo apparecchio utilizzava una coppia di induttanze NOS per il filtraggio dell’anodica dei 2 canali e semplici celle CRC per il filtraggio dell’alimentazione dei filamenti delle 45, mentre la valvola raddrizzatrice era una GZ34. In questa versione ho ottimizzato le alimentazioni utilizzando una 5V4G come raddrizzatrice, più piccola della GZ34 ma perfettamente in grado di alimentare le modeste richieste di corrente di questo circuito. Ho usato una sola cella CLC (con un’induttanza SB-LAB 16S64) per entrambe in canali in quanto non c’erano problemi di crosstalk. Ho invece filtrato meglio l’alimentazione dei filamenti delle 45 con una cella “RCLCRC” utilizzando una coppia di 16S63 e dove l’ultimo condensatore è da 33.000uF. Questa cella oltre a fornire un’alimentazione pulita quanto quella di una batteria (all’oscilloscopio non si nota differenza tra spento e acceso) accende il filamento con una partenza molto soft di diversi secondi prima di arrivare ai 2,5volt, sicuramente un’ottima cosa per preservare i delicanti filamenti di queste valvole. Il resto del circuito resta quasi uguali a quello originario salvo quache piccola modifica qua e là. Vediamo qui sotto le foto del montaggio del cliente che mi ha portato l’apparecchio per effettuare qualche misura di verifica.

Ecco montaggio di salvatore:

Buonasera. Allego foto progetto finito.

Ho fatto solo poche misurazioni per adesso, appena sono più libero da lavoro ne farò altre. Nella prova audio con i miei diffusori autocostruiti, progetto di Filippo Punzo, 4ohm, 98db, devo dire che il risultato è incredibile…ad 1/3 del potenziometro riempi la mia camera 5×4. La dinamica su tutta frequenza anche a bassissimo volume è incredibile, è equilibrato non eccede su qualsiasi genere musicale, il dettaglio e la dolcezza fa da padrone. Non mi aspettavo un basso cosi articolato, preciso, ma che scende molto bene, di più del mio SE 300B. Intanto ti ringrazio per la pazienza nel rispondere alle mie domande e sicuramente farò altri progetti. Appena faccio altre misurazioni allegherò foto. Magari un giorno se possibile te lo porterò per misurazioni più dettagliate.

Salvatore


Un’altro montaggio completato nel 2023

Il commento del  costruttore a fondo pagina nei commenti…

Vediamo le strumentali:
Potenza massima: 2,25Watt RMS per canale.
Banda passante @ 1watt: 10Hz  – 28khz -1db
THD @ 1Watt: 1,3%
Fattore di smorzamento DF: 3,6

Analisi di spettro @ 1watt

Banda passante su carico resitivo @ 1watt

Risposta su carico reattivo @ 1 watt

Quadre a 100hz – 1khz – 10khz @ 1watt

Triangolare 1khz 1watt

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8 risposte a 45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

  • dove trovo schema e componentistica dell’ SE45? puoi mandarmeli?

  • In questi giorni ho portato a termine la costruzione dell’amplificatore TULIPA con i componenti e lo schema fornitimi da Stefano.
    Devo dire che grazie a questo amplificatore sto’ sperimentando ed assaporando nuove sensazioni di ascolto in virtu’ di una sonorità di grande purezza che evidenzia ogni minimo dettaglio sonoro. Gli strumenti appaiono nitidi e ben distinti. Il suono non è mai confuso o impastato ed invita a riascoltare e riscoprire i dischi gia’ precedentemente ascoltati con altri amplificatori.
    Devo dire che è valsa la pena cimentarsi con questa realizzazione.

  • Ciao Stefano, sono riuscito a fare un paio di ascolti con l’ampli nonostante il caldo. Ho utilizzato il giradischi analogico e la radio a tarda sera…… un po’ di rodaggio alle valvole non guasta.
    Non ho utilizzato i miei diffusori ma le klipsch che il nostro amico Nicola gentilmente mi ha prestato. Come ti dicevo le mie casse in questo momento sono posizionate in modo non molto ottimale.
    Le heresy hanno un’efficienza inferiore ai miei ( 97 contro i 104 delle mie la scala ) e sinceramente, di potenza con questo tuo 45 ve n’è abbastanza. Non considero la potenza un valore.
    Difatti, ad ore 9 con il potenziometro del mio pre il volume sonoro è abbastanza alto.
    Il finale sfodera una naturalezza disarmante, equilibrato e con un’ottima scena sonora.
    La gamma medio/alta risulta trasparente con una messa a fuoco degli strumenti come raramente mi è capitato di ascoltare.
    La gamma bassa c’è tutta ( le heresy e le la scala non scendono sotto i 50 hz ), come anche il palcoscenico sonoro …..
    Incredibile come con il tuo ampli ora vengono evidenziati i limiti degli altri componenti della catena audio.
    Risulta silenzioso e devo confessarti che mi piace molto.
    Pertanto, mi ritengo molto soddisfatto del tuo progetto.
    Era quello che cercavo, grazie

  • La degenerazione è un’altra cosa, è quando la dimensione del condensatore di catodo è troppo piccola e alle basse frequenze comincia a ondulare, questo causa diminuzione del guadagno dello stadio, quindi taglio della banda passante bassa e l’ondulazione avviene con ritardo di fase dovuta alla capacità del condensatore, puoi vedere i grafici del sun audio 300B pubblicati mesi fà, era uno zero feedback e con condensatore da 47uF sotto i catodi. La controreazione tendenzialmente tenderebbe a diminuire questo effetto, poi ovviamente con le interazioni si formano distorsione diverse perchè va ricordato che la contro reazione non è una cura ai difetti di un circuito. Il circuito deve andare bene già da solo e la controreazione va messa solo per abbassare la rout, montando condensatori di catodo abbondanti semplicemente ottieni stabilità del catodo anche alle frequenze più basse, i movimenti che ancora potresti avere sono ridotti al minimo e oltre puoi usare solo una polarizzazione a bias fisso che potrebbe suonare non troppo diversa a un self fatto bene con condensatori buoni.

  • Si, le rotazioni di fase in basso dipendono poi anche se applichi +o- controreazione d’anello

  • Nella schema 2021 ho messo 470uF bastano cmq a non avere nessuna degenerazione alle basse frequenze, che sia necessario avere una dimensione inferiore a quello di alimentazione per le intermodulazione non credo (e non se ne vedono nell’analisi di spettro) ma sono sicuro del fatto che quelli che mettono dei 47/100uF sotto i catodi di qualsivoglia finale si trovano poi che sotto i 50hz comincia a muoversi tutto, hanno degenerazione (diminuzione del guadagno) e rotazioni di fase ed più facile che sia questo a far brutte distorsioni. Cmq la valvola non soffre perchè la raddrizzatrice è a riscaldamento indiretto e parte gradualmente quindi il condensatore ha tempo di caricarsi senza picchi di corrente troppo forti.

  • 2200uF con la R di self bias paiono tanti…. all’accensione il C scarico è in corto, ma poi forse con il riscaldamento filamenti lento non c’è stress sulla finale, cmq una costante di tempo offerta da quel C di 2200uF e il suo resistore parallelo che non conosco, non dovrebbe essere inferiore a quella presente sull’alimentazione per minimizzare l’intermodulazione ?

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SB-Plutone – Amplificatore per cuffie OTL basato su valvole 6CL6 e 12AU7 – Mark 4.2

Un pò di storia di questo progetto: Il Mark 1 è stato realizzato ormai parecchi anni fà seguendo le filosofie basate sul nulla dei guru audiofili, quindi ho realizzato un white follower con le 6CL6, ho usato triodi a riscaldamento diretto (3A4) sull’ingresso e tutto zero feedback alimentato con una valvola raddrizzatrice, esso funzionava ma ben presto sorsero i primi problemi dovuti al match delle valvole che se anche selezionate bene dopo 6 mesi di funzionamento finivano per andare in deriva e i 2 canali si sbilanciavano rendendo l’ascolto ovviamente fastidioso e non godibile.

Nel Mark 2 fu aggiunta la possibilità di bilanciare i canali e furono fatte prove, il bilanciamento ad orecchio diventava irritante perchè con la stereofonia non si capiva mai se fossero bilanciati, o meglio regolavi ma poi non lo era, quindi il bilanciamento fu messo internamente e la regolazione fatta con l’oscilloscopio e il generatore di funzioni per essere certi al 100% che il livello dei 2 canali fosse perfetto ma anche in questo modo si rimandava sempre il problema perchè poi le valvole andavano in deriva dopo mesi o anche 1 anno e comunque se si cambiavano valvole bisognava sempre rifare il bilanciamento con lo strumento, inoltre le valvole a riscaldamento diretto avevano spesso problemi di microfonia e con il cambio di cuffie con altre più sensibili emerse anche un leggero ronzio udibile in sottofondo, quindi nacque il Mark3 dove il circuito fu rivoluzionato, il white follower venne rimpiazzato con un più gestibile SRPP che non necessitava di accoppiamenti DC con la driver, le valvole a riscaldamento diretto 3A4 furono sostituite con delle 6C4 e fu introdotto nel circuito un certo tasso di controreazione per mantenere bilanciati i 2 canali nel tempo, non c’erano più bias e bilanciamenti da regolare e la qualità del suono aveva raggiunto vette veramente elevate, perdurava solo un leggero humm di sottofondo dovuto al raddrizzamento a vuoto non stabilizzato… insomma a inseguire i dogmi audiofili non se ne fa una giusta, ma leggiamo come va il Mark 3, e vediamo come cambia il Mark 4…

Mark 3

Ciao Stefano le prove le ho fatte con la solita corazzata delle mie cuffie dac ecc.

Dire che il Plutone Mark 3 rispetto al Mark 2 è solo migliorato è troppo poco, ti è venuto fuori veramente un fuoriclasse.

Oltre ad aver risolto le menose regolazioni di bias e di bilanciamento che adesso è veramente perfetto senza più pensare se è la traccia o se io sordo da un orecchio ahahhaha, ti segnalo che la riserva di potenza è impressionante rispetto a prima di un buon 1/3 di manopola di volume in più. L’ampli ha una dinamica impressionante anche a volumi importanti non comprime il suono mai…… a fondo scala volume non riesci a tenere le cuffie dal volume che sparano, e quelle che ho tengono veramente le bombe!

Sono riuscito qualche secondo con tracce registrate basse…….. non distorce zero e mantiene dinamica quindi ne ha ancora.  Sto parlando di volumi che se rivolgi in fuori i padiglioni fanno da cassa acustica!!!! A metà volume sei in pratica solo con tracce registrate basse.

Potenza inesauribile….. con Dio Ti Bendica di Pino Daniele noto album registrato molto basso… basta alzare e stiamo parlando di volume ad ore 12 e si ha una pulizia impressionante ad un volume che non ne chiede altro…. ma il bello è che il suono non comprime…. rimane dinamico e non indurisce resto fermo vivo. Difficile da spiegare. Di solito i “guru” dicono che l’ampli è veloce.

Sto ascoltando a spizzichi di qua e di la nella mia libreria e sto sentendo cose mai sentite, tanto per citare qualcosa Pink Floyd – The Dark Side of the Moon – Money che conoscono tutti. Insomma mi succede che all’inizio dopo le famose monete canale dx sx ad un certo punto si sente un uhm leggero in sottofondo!!!! Mi dico è l’ampli che ha una valvola microfonica andata… la miseria!!!! Fermo la traccia scompare e silenzio assoluto. Rimetto il brano e uguale….. morale la traccia è così. Prima che parta il basso probabilmente hanno o acceso l’ampli o messo sotto la traccia di basso che ha questo sottofondo.

Bene questa cosa mi è successo in un sacco di brani dove si riesce a sentire cose solitamente credo considerate tipo micro dettagli….. che però sono diventate macro!!!! Si sentono e pure bene. Non sto parlando di quelle storie leggenda dei violini setosi o mozzarelle filanti!!! e menate varie…. sto parlando di cose oggettive che si sentono e anche bene.

Insomma venuto fuori veramente un “Plutone” praticamente definitivo. Musicalissimo e veramente radiografante veramente su tutto lo spettro dal basso fino all’alto, cosa che auspicavo da un ampli cuffie. (Con il circuito di prima già buono, ma adesso non credo facilmente superabile). Insomma venuto fuori un ampli direi definitivo…. Forse con qualche piccola modifica che mi accennavi che volevi provare a fare.

Beh che altro dire Stefano. BRAVO .
Da un cliente rompi palle come me vale doppio!!!! Ahahhaha D.

Lo stadio di uscita di questo amplificatore è un SRPP con valvole 6CL6 connesse a pentodo nella parte bassa e a triodo nella parte alta, la 6CL6 è molto simile alla EL83 (versione depotenziata della EL84), è una valvola che può dissipare quasi 9 watt, connessa a triodo (con anche la G3 connessa all’anodo) mostra una Ri di 1,8k e un mu di 15, molto lineare. Lo stadio di ingresso che pilota l’SRPP invece è costituto da una valvola 6C4. La 6C4 è un piccolo triodo singolo equivalmente e metà 12AU7, in questo prototipo l’ho usata perchè stavo modificando un circuito precedente, nella eventuale ricostruzione dello stesso circuito utilizzerò direttamente una singola 12AU7/ECC82 al posto della due 6C4.

Nel circuito è presente una leggerissima controreazione che ha lo scopo di bilanciare il livello dei canali, infatti nella versione precedente del circuito, privo di negative feedback, diventa sempre molto problematica la sostituzione delle valvole perchè in cuffia si avverte anche il minimo sbilanciamento dei 2 canali ed ero stato obbligato a inserire dei trimmer per il bilanciamento, che andavano poi ritarati non solo al cambio delle valvole ma anche dopo il primo rodaggio e durante l’invecchiamento della valvole stesse, ed era molto fastidioso. Realizzare un controllo di bilanciamento esterno era possibile (come in certi apparecchi fatti da altri costruttori) ma l’esperienza è che l’utente poi passa tutto il tempo a toccare il bilanciamento insicuro della sua corretta regolazione e tratto in inganno dalla stereofonia dei brani, un bilanciamento va fatto con oscilloscopio e generatore di funzioni per vedere e pareggiare il livello dei canali in modo sicuro (sicuro anche dal punto di vista psicologico dell’utente che non passa più tutto il tempo a girare un pomello ogni volta che nella registrazione c’è uno strumento che non è centrato ma è registrato così).

L’uso leggero di NFB non compromette minimamente la qualità del suono e risolve completamente questi problemi in quanto in questa versione del circuito si possono infilare valvola a caso senza che si producano sbilanciamenti di volume destra/sinistra e senza nessuna taratura da fare.

Il circuito pilota agevolmente cuffie di ogni impedenza da 32ohm fino a 600ohm con volume sostenuto e distorsioni inferiori all’1% questo grazie all’uso di valvole di potenza e non valvole di segnale (6SN7, ECC88), è superiore nel pilotaggio anche al classico follower 6080/6AS7 perchè al contrario di questo circuiti trovabili da google questo è un SRPP assimetrico, ossia la 6CL6 bassa lavora a pentodo (con una Ri estremamente alta) mentre la 6CL6 alta lavora a triodo (con una Ri molto bassa) e ne consegue che vi è una grande disponibilità di corrente trasferibile al carico la dove i follower con la 6080 scaricano tutta la loro potenza su una resistenza e per le cuffie resta poco, ma vediamo il montaggio di Dario.

La rettificazione della tensione anodica è affidata a una GZ34, i condensatori di uscita sono degli sprague NOS assolutamente in condizioni perfette.

Caratteristiche tecniche:

Banda passante 5Hz~100kHz -0,5db
Distorsione armonica: 0,17% su 600ohm – 0,25% su 32ohm
Potenza erogata: 89mW RMS su 600ohm – 60mW RMS su 32ohm

Grafico di banda passante

Spettro distorsivo su carico resistivo da 560ohm

E su una cuffia di prova a 32ohm

Mark 4

Il Mark 4 è quasi del tutto identico al Mark 3 per la parte attiva del circuito, è stato solo tolto un disaccoppiamento del driver che non era più necessario viste le nuove condizioni di alimentazione, la coppia di 6C4 è sostituita da una sola ECC82 / 12AU6 rimpiazzabile anche con tutte le sue compatibili come la 5814A, la 6189, la 6211 etc. Sparisce la GZ34 e viene sostituita da un ponte raddrizzatore con ingresso induttivo (cella LC) seguita da uno stabilizzatore di tensione basato sulla universale PCL85 o PCL805 che eroga i 307volt perfetti e stabili ai 2 canali dell’amplificatore senza più ripple residui impossibili da eliminare con un’alimentazione passiva, inoltre i filamenti della ECC82 e delle due 6CL6 basse sono in corrente continua filtrata, cella CRC in questo modo si eliminano gli ultimi difetti trascinati dietro dal mark 1 e si possono usare adesso anche le più senbili e costose cuffie presenti sul commercio, qui sotto potete vedere lo schema premium.

Mark 4.2

Ulteriore miglioramento rispetto il Mark 4.0, è stato eliminato l’alimentazione a ingresso reattivo per una più gestibile cella pigreco (CLC) migliorato lo stabilizzatore di tensione, realizzato un nuovo trasformatore di alimentazione per diminuire il calore dissipato dalle celle CRC dei filamenti, migliorato il motodo di alimentazione delle griglie schermo delle due 6CL6 basse, diminuita la tensione che alimenta il totem a 280volt e la corrente a riposo dello stesso per risparmiare le valvole e diminuire le dissipazione. Alcune foto del montaggio di un cliente:

Le strumentali con carico resistivo da 220ohm

Banda passate 8Vpp

THD

Quadra 100Hz

Triangolare 10khz

Chi volesse realizzare questo montaggio mi contatti per il preventivo del trasformatore di alimentazione e dell’induttanza.

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