HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

Nel mondo dell’hi-fi moderno sembra che senza un DAC da 32 bit e 384kHz, oscillatori femto e regolatori a rumore quantistico zero non si possa nemmeno ascoltare “il ballo del qua qua”. Tutto deve avere un nome altisonante, una scheda tecnica che grida al miracolo, e magari un alimentatore più grosso di quello del tuo amplificatore finale.

Eppure, la realtà dell’ascolto è un po’ diversa. Questo articolo nasce per ridare dignità all’essenziale, con un progetto che, sebbene a prima vista possa sembrare minimale, economico o addirittura giocattolesco, dimostra come la qualità del suono non sia legata al numero di bit o ai kilohertz stampati sulla scatola, ma soprattutto a come viene trattato il segnale una volta che lascia il chip del convertitore. La parte analogica fa il suono. E quando è fatta bene, anche con una base semplice, può superare prodotti ben più costosi e pretenziosi.

Dopo anni di test, prove d’ascolto e anche qualche presa in giro a certa retorica audiofila, questo progetto è diventato un piccolo classico. Ed è proprio da lì che nasce la sua evoluzione: un oggetto rifinito, robusto, certificato CE, pronto all’uso ma sempre fedele allo spirito originale.

USB MiniDAC PR-Zero ECC86

Il MiniDAC PR-Zero ECC86 è la versione definitiva, costruita professionalmente, del progetto qui sotto, nato per curiosità e spirito di sperimentazione. Si basa ancora sul collaudatissimo chip PCM2707, un convertitore USB sincrono a 16 bit / 48kHz, più che sufficiente per riprodurre con fedeltà qualunque CD e tutte le registrazioni 44khz / 16bit disponibili online.

Ma è la parte analogica che fa la differenza. Il segnale passa attraverso una vera valvola ECC86, pensata appositamente per operare a basse tensioni, e pilotata in modo corretto. A valle, un buffer con JFET BF256 abbassa l’impedenza d’uscita, rendendo il DAC compatibile anche con amplificatori dallo stadio d’ingresso meno tollerante, senza snaturare la musicalità della sezione valvolare.

La costruzione è su circuito stampato, in un contenitore compatto, dotato di alimentazione ben filtrata, interruttore, indicatore LED, connettori robusti e layout ottimizzato. Nessuna cinesata volante. È un prodotto completo, testato e pronto all’uso, pensato per chi vuole un DAC entry-level diverso dal solito, con un’anima vera, analogica, calda ma che suona davvero, e non solo sulla carta.

Non ha le pretese di “distruggere” DAC da migliaia di euro, ma nella sua fascia di prezzo (e anche sopra), pochi oggetti possono offrire la stessa personalità sonora, la coerenza tecnica e la cura costruttiva. È perfetto per chi muove i primi passi nel mondo dell’hi-fi valvolare, per chi vuole un secondo impianto godibile, o semplicemente per chi è stanco di specchietti per allodole digitali e vuole ascoltare musica, non firmware.

Kit PCB + Trasformatore + Supportino per PCM2707

Per chi preferisce l’autocostruzione ma vuole partire da una base solida e collaudata, è disponibile anche il PCB del PR-ZERO, pronto per il montaggio e abbinabile al trasformatore di alimentazione dedicato, progettato su misura per questo circuito. Una soluzione ideale per chi desidera realizzare il proprio DAC valvolare partendo da componenti affidabili, evitando compromessi su alimentazione e layout. Contattami se sei interessato all’acquisto del kit PCB + trasformatore.

A seguire, l’articolo originale che ha dato vita a tutto.


Versione a bassa tensione con ECC86

Per mettere alla prova le mie idee, ho acquistato su eBay un piccolo DAC USB sincrono basato sul chip PCM2707, con risoluzione massima di 16 bit a 48 kHz, spendendo meno di 10 euro, precisamente 5,69€. A prima vista potrebbe sembrare una schedina da poco, ma l’obiettivo non era costruire l’ennesimo giocattolo da scrivania, bensì verificare cosa si potesse ottenere abbinando a questo convertitore economico un vero stadio di preamplificazione valvolare, non un semplice buffer passivo o un’op amp qualsiasi.

Come prima modifica, ho rimosso il connettore jack e i due condensatori elettrolitici sull’uscita (segnalati con una stellina rossa in foto), per poter interfacciare direttamente il segnale al nuovo stadio analogico, eliminando tutto ciò che poteva degradarlo inutilmente.

Ho rimosso anche il connettore RCA giallo, che in molti potrebbero scambiare per un ingresso, ma in realtà è un’uscita S/PDIF praticamente inutile nel contesto di questo progetto. A quel punto ho montato tutto su una basetta millefori, e vista la debolezza del segnale in uscita dal PCM2707, troppo basso per pilotare correttamente la maggior parte degli amplificatori, ho aggiunto uno stadio di preamplificazione valvolare vero, basato sulla ECC86, una valvola progettata appositamente per operare a bassa tensione anodica.

A tal proposito, apro una parentesi importante: Spesso si vedono online progetti che usano valvole a bassa tensione… ma non valvole progettate per funzionare a bassa tensione. Vengono usate ECC82, ECC83, ECC88 e simili, nate per funzionare a 150–250V, alimentate invece con 12, 24 o 30 volt. Il risultato? Segnale con impedenza altissima, distorsione marcata, e peggio ancora: degrado precoce per avvelenamento del catodo (cathode poisoning), un fenomeno reale e ben documentato che porta alla perdita progressiva delle prestazioni.

Per questo ho scelto la ECC86, valvola sviluppata per le autoradio valvolari d’epoca, progettata per lavorare correttamente a basse tensioni, senza compromessi né rischi di danneggiamento nel tempo. Una soluzione tecnica corretta, non un’imitazione ad effetto. Ecco lo schema premium:

Per completare il progetto ho realizzato un contenitore in plastica stampato in 3D, scelta dettata sia da motivi economici sia da un certo spirito provocatorio nei confronti di chi costruisce apparecchi dal prezzo esorbitante, ma spesso con prestazioni che non vanno di pari passo con il costo. Il tutto è stato rifinito con un interruttore e un LED di accensione, per rendere l’insieme semplice ma funzionale, senza inutili orpelli.

All’ascolto, in un ambiente acusticamente trattato da professionisti del settore e con diffusori di assoluto riferimento, questo piccolo DAC ha stupito per la qualità del suono: arioso, dettagliato, brillante, con una resa ben oltre quanto ci si potrebbe aspettare guardando solo il costo o la scheda tecnica.

Per curiosità (e un po’ per sfida), lo abbiamo messo a confronto con un DAC commerciale da circa 3000€, dotato del convertitore AK4495S e stadio valvolare integrato, su una catena identica e con file a 24bit/192kHz. Ci si aspetterebbe un abisso tra i due: da una parte un progetto artigianale economico, basato su una schedina cinese da 5€, che in totale arriva a 150€ compresa la manodopera; dall’altra un oggetto di fascia alta, griffato e venduto come soluzione definitiva. E invece no!

La differenza si sentiva, certo: il DAC da 3000€ aveva una grana più fine, una sensazione di maggiore controllo nei microdettagli. Ma il gap sonoro reale era molto più piccolo di quello economico. Per intenderci: non era come passare da un citofono a un impianto da studio, ma piuttosto come passare da una carta vetrata grana 500 a una grana 1000. Solo che per farlo non si è passati da 150€ a 300€, ma da 150€ a 3000€.

Sono convinto che anche i meno esperti, purché un minimo curiosi e disposti a mettere le mani su un saldatore, possano realizzare questo progetto con poca spesa e grandi soddisfazioni d’ascolto. Il risultato è godibile, musicale e concreto, ben lontano dall’idea di “progetto economico = suono mediocre”.

Ovviamente, nulla vieta di utilizzare questo stadio valvolare anche con DAC più performanti, magari con convertitori a 24 o 32 bit, se si desidera un upgrade mantenendo il carattere analogico. L’unica accortezza importante è non caricare troppo l’uscita della ECC86: si tratta pur sempre di una valvola a bassa tensione, ma che lavora con circa 1 mA di corrente anodica, quindi deve interfacciarsi con amplificatori che abbiano un’impedenza di ingresso di almeno 47k?. Scendere sotto questa soglia significherebbe forzare il funzionamento della valvola fuori dal suo range ottimale. Per quanto riguarda la compatibilità, il DAC è plug & play, riconosciuto senza driver aggiuntivi da tutti i sistemi operativi: Windows (da XP in poi), Linux e macOS.

Variante con alimentazione 24Vcc esterna e buffer d’uscita

Questa versione del circuito nasce su richiesta di “G.M.”, per essere abbinata a un finale a stato solido DIY già dotato di alimentazione a 24Vcc. Il progetto di base è lo stesso, ma in questo caso si è reso necessario un adattamento: l’amplificatore aveva infatti un’impedenza d’ingresso troppo bassa per essere pilotata correttamente dalla sola ECC86, che lavora al meglio con carichi ben più elevati.

Per risolvere il problema, è stato aggiunto uno stadio buffer a JFET in uscita, utile ad abbassare l’impedenza e permettere al DAC di interfacciarsi senza difficoltà con il finale. Il risultato mantiene il carattere sonoro della ECC86, migliorando però la compatibilità con un maggior numero di amplificatori.

Commento di “G.M.” arrivato per email:

Sono strabiliato, esterrefatto, ammutolito e commosso alle lacrime non è possibile, non è reale finalmente sono riuscito a collegare il tutto e tanto per provarlo ho collegato due casse senza valore ma il suono è inimmaginabile, finalmente ho una idea di cosa sia definizione, spazialità, presenza dei bassi non vedo l’ora di collegarle con altoparlanti più seri non hai idea di quanto ti sia riconoscente! 

Grazie, grazie, grazie. Con la musica mi hai fatto scoprire un mondo nuovo  credo di dover ringraziare anche tuo nonno che ti ha sostenuto nella tua passione ci sentiremo più avanti, ringraziandoti ancora, buon proseguimento.

Variante con ECC82

In questa versione, al posto della ECC86 a bassa tensione, è stata utilizzata una ECC82 alimentata ad alta tensione, per chi desidera un suono con caratteristiche leggermente diverse e ha la possibilità di gestire tensioni anodiche più elevate. Nelle foto si può notare una valvola 9AU7, che non è altro che una variante della 12AU7 con filamento a 9 volt anziché 12. A livello funzionale, la differenza si limita proprio al filamento: il comportamento elettrico e le prestazioni restano praticamente identici. Sotto lo schema premium:

La scatoletta di questo l’ho stampata con plastica marrone perchè lo si voleva abbinare al finale c-rust 6jz8.

Se poi siete interessati ad acquistare l’oggetto già finito potente contattarmi cliccando qui.

Il montaggio di “S.C.” della versione con ECC86

Finalmente finito.
Mi ci ha messo una vita ad arrivare il dac ma alla fine mi è venuto bene e suona bene!

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2 Responses to HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

  • Ti ho risposto per email, se vuoi ti posso fornire un computer allestito con i dovuti software per riproduzione di audio digitale, oppure se hai un vecchio (non troppo) notebook che non usi più ti installo Linux e strawberry. Una nota su strawberry, è disponibile anche per windows e mac ma su Linux ha la possibilità di eseguire in modalità bit perfect.

  • Ciao, ti ringrazio per l’aiuto (per quel che ci posso capire io che non ci capisco niente), che hai dato, gi esempi sono stati stracalzanti e molto semplici da capire. ti chiedo se posso un consiglio, devo cabiare l’impianto e seguendo le tue dritte non so che prendere di ciò che c’è sul mercato. io a casa avrei la linea lan che potrebbe arrivare direttamente al DAC ma per leggere i dati? devo prendere un lettore di rete? eppoi ci vuole un dac a valvole ? si trovano con delle buone valvole fatte a posta per bassa tensione? e deve essere per forza valvoare il dac? perchè ho letto in diversi siti che non era importante e che bastava un buon DAC che il lavoro grosso per avere un suono veramente buono lo doveva fare l’amplificatore, che a questo punto vorrei perendere valvolare … ma, seguendo le tue stesse dritte quale? se mi rispondi credo che te ne sarò eternamente grato. Grazie

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Dynaco A-410: Guida all’Amplificatore Push-Pull per Principianti

Il Dynaco A-410 rappresenta un’ottima opportunità per gli hobbisti che desiderano cimentarsi nel montaggio di un amplificatore valvolare senza dover affrontare schemi complessi o difficoltà tecniche elevate. L’ispirazione per questo progetto nasce dalla richiesta di uno schema semplice per un push-pull di EL84, che ha portato alla scoperta del circuito del Dynaco 410A: un design essenziale e accessibile, realizzabile con una coppia di EL84 e una ECC83, oppure con una coppia di 6V6 e una 6SL7. Ecco lo schema:

Sul mercato, in particolare su piattaforme online come eBay, sono disponibili PCB già pronti per l’assemblaggio, sui quali l’hobbista può montare facilmente il circuito completandolo con zoccoli, resistenze, condensatori e, soprattutto, trasformatori di uscita adeguati. Ed è proprio qui che si concentra il valore principale di questo articolo: la scelta dei trasformatori giusti è essenziale per ottenere un risultato ottimale e per sfruttare al meglio le potenzialità del circuito.

È importante sottolineare che, nonostante la sua popolarità, il Dynaco 410A non è un amplificatore HiFi di alto livello. Questo schema utilizza uno sfasatore di tipo “Paraphase”, una soluzione che semplifica la realizzazione del circuito ma introduce alcune limitazioni in termini di qualità sonora. L’accoppiata tra questo tipo di sfasatore e la controreazione negativa tende a generare una gamma media-alta e alta caratterizzata da una certa ruvidità, con un suono meno definito rispetto a configurazioni più raffinate come il long-tail pair.

Nonostante queste limitazioni, il Dynaco A-410 rimane un eccellente punto di partenza per chi desidera imparare il montaggio di circuiti valvolari, senza preoccuparsi eccessivamente della perfezione sonora. Il vero valore di questo progetto risiede nell’esperienza pratica, nella comprensione dei principi dell’amplificazione valvolare e nella soddisfazione di costruire con le proprie mani un apparecchio funzionante. Per ottenere i migliori risultati possibili, la scelta di trasformatori di qualità è fondamentale: con componenti ben progettati, si può migliorare la resa sonora complessiva e rendere questo progetto ancora più gratificante.

Andrea e l’Amplificatore della Morte

Andrea era un giovane e ingenuo appassionato di Hi-Fi valvolare, fresco di entusiasmo e desideroso di mettere le mani su un amplificatore a valvole degno di questo nome. Ma, ahimè, il suo viaggio nel mondo dell’audio vintage ha preso una piega tragicomica quando ha deciso di fidarsi dell’espertone di un gruppo Facebook.

Questo illuminato guru dell’elettrotecnica cantinara gli ha rifilato un amplificatore basato su basette Dynaco 410A, montate su un telaio interamente di legno. Sì, avete letto bene: legno. Anche il piano di montaggio delle valvole! Perché, chi ha bisogno di dissipazione del calore e schermatura quando si può avere un barbecue integrato? Ciliegina sulla torta, il tutto era stato decorato con una generosa mano di vernice micacea da inferriata, per un look elegante e raffinato… o almeno così pensava l’artigiano che l’aveva assemblato. Ma non finisce qui. I trasformatori? Ah, pura poesia! Selezionati con cura dalla categoria roba avvolta dal macaco che fuma…

Hanno dimostrato la loro qualità impareggiabile dopo poche ore di utilizzo, quando il trasformatore di alimentazione ha deciso di autoimmolarsi per il bene dell’umanità. Una perdita? Forse no. Considerando che il geniale progettista aveva deciso di non mettere un fondo all’amplificatore, quei bei 325 volt erano lì, a portata di dita, pronti a regalare ad Andrea un viaggio verso l’aldilà con grande gioia per l’INPS. E così, con il cuore spezzato e il portafoglio alleggerito, Andrea si è presentato da me con il suo “gioiello”. L’ho guardato. Lui mi ha guardato. Io ho guardato di nuovo l’amplificatore, sperando fosse solo un’allucinazione. E invece no!

La prima cosa che mi ha colpito? Una batteria di condensatori degna di una centrale nucleare. E ben quattro induttanze. Per alimentare due misere schedine da 10 watt! Perché il guru, oltre a essere un incompetente certificato, era anche un fanatico di “più condensatori ci metto, meglio suona”. Un orizzonte di condensatori così vasto che potevi sederti a contemplarlo come un tramonto sulle Ande.

Ben 3760uF da caricare ad ogni accensione con una povera GZ34 NOS, che evidentemente aveva fatto qualcosa di molto brutto nella sua vita passata per meritarsi una simile punizione. Perché, si sa, la GZ34 è venerata dagli audiofili come la dea delle raddrizzatrici, capace di far suonare come un violino anche il citofono del condominio. Peccato che, con quel carico di condensatori, ogni accensione fosse per lei l’equivalente di una martellata.

Se avesse potuto parlare, quella GZ34 avrebbe implorato pietà come l’omino nel film Alien: “Uccidimi, uccidimi!”. Ma il fato è stato clemente: il trasformatore di alimentazione è spirato per primo, risparmiandole ulteriori sofferenze.

Questo racconto è stato volutamente ironico e ha lo scopo di intrattenere chi legge i miei articoli, senza l’intenzione di offendere l’autore di questa… discutibile creazione audio. È sempre bello vedere la passione per l’autocostruzione, e non c’è nulla di male nell’essere hobbysti: sperimentare, imparare dai propri errori e migliorarsi fa parte del gioco. Tuttavia, c’è un limite che non andrebbe superato, soprattutto quando si cerca di trasformare un progetto amatoriale in un prodotto da vendere come se fosse un capolavoro dell’ingegneria audio.

Morale della favola: se siete appassionati di bricolage elettrico e vi piace smanettare con circuiti e valvole nel tempo libero, fate un favore all’umanità e limitatevi a costruire per voi stessi, senza spacciare certe creazioni per apparecchi di pregio o dal suono eccelso. E se siete alle prime armi, fate attenzione ai “guru” dei gruppi Facebook: il rischio di ritrovarsi con un’opera d’arte post-apocalittica anziché con un amplificatore funzionante è più alto di quanto possiate immaginare.

La Riparazione dell’A-410 di Andrea

Ho voluto aiutare Andrea a sistemare il suo amplificatore Dynaco A-410. Per farlo, ho realizzato un trasformatore di alimentazione 24S106, progettato per alimentare espressamente due basette Dynaco A-410 con EL84 e ECC83, utilizzando una valvola raddrizzatrice GZ34.

Ho recuperato una delle quattro induttanze di filtro da circa 10 Henry presenti nel circuito originale, che potete anche ordinarmi per i vostri progetti. La sezione di alimentazione, dal disegno molto semplice, è riportata nello schema qui sotto.

Durante il lavoro, ho spiegato ad Andrea come procedere con la riparazione e la modifica della parte di alimentazione, inclusa la connessione a terra delle carcasse dei trasformatori d’uscita. Gli ho anche procurato un quadrato di lamiera per realizzare il fondo dell’amplificatore, che poi ha portato da me per verificare come funzionasse. La potenza erogata è di 12 watt RMS per canale, con un fattore di smorzamento di 11.

Vale la pena notare che i trasformatori d’uscita sono ancora quelli originali, avvolti dalla schimmia che fuma, e, sebbene le strumentazioni sembrino indicare valori accettabili, il circuito, come tutti i circuiti degli anni ’50, utilizza tassi di controreazione così elevati che potrebbero far funzionare anche un trasformatore di alimentazione da campanello. Alla fine dei grafici, mostro la forma d’onda della sinusoide in uscita a 20 Hz, con una potenza che non supera i 7 watt circa a quella frequenza. Chi volesse realizzare uno di questi kit e ottenere risultati decisamente migliori può ordinare i miei trasformatori 8KPP84 con presa UL al 43%.

Banda passante @ 1 watt RMS

THD @ 1watt

Sinusoide @ 20Hz 7watt del trasformatore “immondizia da 2 soldi”

Qualche foto del montaggio di Andrea

Se anche tu sei appassionato di audio vintage e desideri cimentarti nella costruzione di un amplificatore Dynaco A-410, ti consiglio vivamente di non sottovalutare l’importanza della qualità dei trasformatori. Per ottenere il massimo dalle tue schedine PCB e costruire un amplificatore che suoni davvero bene, la scelta dei componenti è cruciale. Se sei alla ricerca di trasformatori di qualità superiore, non esitare a contattarmi. Posso fornirti trasformatori appositamente progettati per il Dynaco A-410, che ti garantiranno prestazioni ottimali e una resa sonora superiore.

Per maggiori informazioni e per effettuare un ordine, visita la mia pagina contatti. Sarò felice di aiutarti a portare il tuo progetto al livello successivo!

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Riparazione dell’Audio Innovations 500

Se sei fortunato possessore di un Audio Innovations 500 e desideri preservare il suo splendore sonoro, sono qui per offrirti un servizio di riparazione specializzato. Con anni di esperienza nel restauro di questi amplificatori iconici, garantisco attenzione, competenza e passione nel restituire al tuo Audio Innovations 500 la sua gloria originale. Affidati a un esperto appassionato di audio vintage e riporta in vita il tuo amplificatore. Contattami oggi per una consulenza personalizzata e riaccendi la magia della tua esperienza sonora.

Nel vasto panorama dell’audio hi-fi, pochi nomi hanno il potere di evocare una combinazione di eleganza, prestigio e qualità audio come quello di Audio Innovations. Fondata nel 1984 dal visionario Peter Qvortrup, l’azienda britannica si è guadagnata una reputazione distinguibile per la produzione di amplificatori di alta qualità, tra cui spicca l’immortale Audio Innovations Series 500.

Questo amplificatore integrato con stadio phono è una testimonianza della maestria ingegneristica e dell’attenzione ai dettagli che ha reso Audio Innovations un marchio rispettato nel settore. Con una capacità di erogare 25W in classe A.

Il cuore di questo capolavoro audio è il suo stadio phono a valvole integrato, progettato per deliziare gli amanti del vinile. Esso consente di valorizzare le sorgenti analogiche con un suono dolce e musicale, allo stesso tempo rigoroso e appagante. Dotato di un controllo di volume preciso, bilanciamento e selettore di ingressi, l’Audio Innovations 500 offre un’esperienza di ascolto su misura per gli appassionati più esigenti.

Nel corso degli anni, questo gioiello ha attraversato generazioni, mantenendo il suo fascino senza tempo. In questo articolo, vi porteremo attraverso il processo di riparazione di due varianti dell’Audio Innovations 500: una più vecchia e una più moderna.

Un Confronto tra le Generazioni

Accompagnando il viaggio attraverso le epoche dell’Audio Innovations 500, diamo uno sguardo ravvicinato alle immagini che catturano le differenze visive cruciali tra la prima versione di questo straordinario amplificatore e le sue iterazioni successive. Le due foto qui di seguito mettono in luce le trasformazioni nel design del circuito, evidenziando gli aggiornamenti e le modifiche apportate nel corso degli anni.

Prima versione Seconda Versione

Riparazione di un Audio Innovations 500 Seconda Versione

Nella nostra esclusiva sequenza di fotografie, ci immergeremo nel cuore del processo di riparazione di una versione più recente dell’Audio Innovations 500. Questo affascinante viaggio visivo è un tributo alla dedizione e alla maestria che caratterizzano l’arte della riparazione audio. Ecco un Audio Innovation 500 con ben 28 anni alle spalle, testimone di un improvviso contrattempo nella sua lunga storia…

In questa immagine si evidenzia chiaramente un condensatore esploso e ciò che resta di una resistenza, praticamente vaporizzata. In aggiunta, tutti i condensatori ad alta tensione mostrano rigonfiamenti, i commutatori dei canali presentano del gioco e i fili tra la scheda PCB e gli stadi finali sono visibilmente arrostiti dal trascorrere del tempo.

Nel caso di un diverso esemplare di Audio Innovations 500, sono evidenti riparazioni precedenti, ma sfortunatamente, il guasto è tornato a manifestarsi. Nella foto seguente, mostro gli attuali difetti riscontrati.

PCB ora in perfetto stato dopo le necessarie riparazioni…

Sostituiti i fili danneggiati e i commutatori con pezzi originali ALPS (non visibili nella foto)…

Dopo il rimontaggio della PCB, l’installazione di un nuovo set di valvole e i test iniziali, l’amplificatore risulta perfettamente funzionante. Le prossime due immagini che ritraggono l’Audio Innovations più recente sottoposto alla mia attenta revisione, l’ultimo arrivato nell’ordine cronologico. All’interno di questo amplificatore, tutti i componenti erano in perfetto stato tranne due piccoli condensatori elettrolitici, posizionati in modo alquanto scomodo, che erano stati trascurati e si erano completamente disseccati. Questa revisione ha garantito che ogni parte dell’amplificatore sia ora in condizioni ottimali, confermando il nostro impegno per un restauro completo e accurato di ogni dispositivo affidato a noi.

Di seguito riporto le specifiche di fabbrica dell’Audio Innovations 500, offrendo un’approfondita panoramica delle sue potenzialità audio:

  • Potenza di uscita: 2 x 25 Watt in Classe A, garantendo un’esperienza sonora superba nell’intero spettro da 30 a 20.000 Hz, con una precisione di +/- 3 dB.
  • Sensibilità di ingresso linea: Impressionante sensibilità a 0.4v, con una tolleranza massima di sovraccarico di oltre 3v per adattarsi a una vasta gamma di sorgenti audio.
  • Crosstalk: Eccezionale isolamento acustico con un valore di 78dB, assicurando una chiara separazione dei canali.
  • Impedenza di ingresso: 100 KOhm, garantendo una connettività versatile e una risposta audio impeccabile.
  • Phono: Conforme agli standard RIAA, offre una risposta in frequenza precisa di +/- 0.1dB nell’intervallo da 20 a 20.000 Hz.
  • THD (Distorzione Armonica Totale): Inferiore al 0.15% a 1W RMS nell’intervallo da 80 a 15.000 Hz, assicurando una riproduzione fedele e pulita.
  • Ingressi: Ampia flessibilità con porte per Phono, Tuner, CD, AUX, Tape1, Tape2 e Monitors, offrendo un’ampia gamma di opzioni di connettività.
  • Controreazione: A 14dB, ottimizzando la stabilità e la linearità dell’amplificatore.
  • Peso: Solido e robusto con 18 KG, riflettendo la qualità costruttiva e l’attenzione ai dettagli.
  • Valvole: Equipaggiato con 3x ECC83, 2x PCC88 e 4x EL34, per garantire una prestazione audio di alta qualità.
  • Impedenza di uscita: Flessibilità di adattamento con opzioni di impedenza a 4, 8 e 16 Ohm, consentendo l’uso con una varietà di diffusori.

Confronto strumentale tra la Prima e la Seconda Versione dell’Audio Innovations 500

Esploriamo le differenze nelle prestazioni dell’Audio Innovations 500 attraverso un approfondito confronto strumentale tra la sua prima e seconda versione. Questi grafici forniranno un’analisi dettagliata delle caratteristiche distintive e delle possibili evoluzioni nelle diverse iterazioni dell’amplificatore nel corso del tempo.

Banda Passante a 1 watt

Prima Versione Seconda Versione

L’analisi della banda passante sul carico resistivo evidenzia una risonanza non perfettamente compensata in entrambe le versioni dell’amplificatore (maggiore nella versione più vecchia). Tuttavia, è nei grafici di banda passante su carico reattivo che questa caratteristica diventa più marcata e significativa. Questo aspetto solleva l’ipotesi di una potenziale criticità del circuito, con il rischio di innescare oscillazioni a 60 kHz. È risaputo che in alcuni casi alcuni esemplari dell’Audio Innovations 500 possono avviare auto-oscillazioni, causando danni al dielettrico dei trasformatori d’uscita. Questo rischio è particolarmente elevato quando le due valvole del push-pull mostrano segni di usura notevolmente diversificati. Tale problematica è amplificata dal pesantissimo tasso di controreazione che caratterizza l’Audio Innovations 500, classificandolo come un amplificatore fortemente controreazionato. Sotto il grafico di banda passante su carico reattivo…

Un’altra prova di potenziale instabilità è stata osservata sull’oscilloscopio impostando l’amplificatore su un carico resistivo con una sinusoide a 20 Hz. Mi scuso per la qualità non perfetta della foto, ma è chiaramente visibile una sinusoide con disturbi significativi nel fronte di discesa della semionda positiva, come evidenziato nell’area delimitata dall’ellisse rossa. È importante notare che questa anomalia potrebbe non manifestarsi sempre, e la sua incidenza dipende anche dal set di valvole montato e dal loro grado di usura.

Distorsione Armonica THD a 1 watt

Prima Versione Seconda Versione

Onda Quadra a 1 watt 1khz

Prima Versione Seconda Versione

La risposta in frequenza della sezione RIAA tra le due versioni è praticamente identica quindi pubblico solo un grafico…

Per concludere, desidero riportare alcune misurazioni significative relative alle prestazioni dell’amplificatore. Alimentato a 220 volt, la potenza RMS indistorta in uscita si attesta a 22 watt RMS per canale, salendo a 26 watt in condizioni di clipping massimo. Il fattore di smorzamento, nella versione più recente, raggiunge il valore di 14. Purtroppo, non ho effettuato la misurazione del DF (Damping Factor) sulla prima versione all’epoca, ma è plausibile che fosse superiore. Ho il sospetto che la prima versione di questo amplificatore presentasse un tasso di controreazione più elevato rispetto al modello successivo.

Ricambi in Plastica per Audio Innovation 500

Durante il restauro di un amplificatore valvolare Audio Innovation 500, ho avuto il piacere di riportare alla sua gloria originale un pezzo di storia dell’audio che si presentava in condizioni piuttosto malandate. L’amplificatore non aveva più i suoi piedini originali; al loro posto erano stati avvitati alla meno peggio dei tappi di gomma. Inoltre, mancavano i fermi del piano in plexiglass, sostituiti da orribili viti a farfalla che deturpavano l’estetica raffinata dell’apparecchio.

Grazie alla tecnologia della stampa 3D, sono riuscito a ricreare fedelmente i particolari in plastica, identici agli originali.

Con pazienza e attenzione, ho ripristinato l’amplificatore…

Una Chiara Visione Oggettiva

Negli anni ho avuto l’opportunità di esplorare e riparare numerosi esemplari dell’Audio Innovations 500, un amplificatore audio di notevole rilevanza storica. La mia intenzione è sempre stata quella di mettere in evidenza aspetti tecnici e strumentali per fornire informazioni oggettive e contribuire al ripristino di questi dispositivi.

Non è mia intenzione denigrare o criticare l’Audio Innovations 500, ma piuttosto condividere informazioni oggettive e utili che possono migliorare le prestazioni di questi amplificatori iconici. Le instabilità segnalate sono aspetti tecnici che, sebbene possano emergere in alcune circostanze, sono oggetto di attenzione e risoluzione nel corso del processo di riparazione. Il mio obiettivo è sempre stato di offrire servizi di restauro che migliorino e prolunghino la vita di questi dispositivi, contribuendo a preservare il loro valore storico e sonoro.

Apprezzo il dialogo costruttivo e sono aperto a rispondere a eventuali domande o preoccupazioni. La mia passione per l’audio vintage si riflette nel mio impegno per fornire servizi di alta qualità e onesti, garantendo che ogni apparecchio riparato esca dalla mia officina in condizioni ottimali.

Guida alle Valvole: Disposizione Corretta nell’Audio Innovations 500

Pubblico questo diagramma per fornire una guida visiva sulla disposizione delle valvole sull’amplificatore Audio Innovations 500. Questo diagramma è particolarmente utile poiché, nelle vicinanze degli zoccoli, non sono presenti indicazioni delle sigle, rendendo facile commettere errori durante la sostituzione. Un errore comune è la confusione tra le ECC83 e le ECC88. Potete utilizzare questa guida visiva per garantire una corretta identificazione e posizionamento delle valvole nel tuo amplificatore. Le ECC88 sono sul lato sinistro…

posizione valvole AI500

Per gli Audiofili Esperti: Un’Opzione Interessante per Gli Amanti del NOS

Per coloro che apprezzano le sfumature sonore e sono inclini a sperimentare, è possibile considerare l’uso delle valvole PCC88 al posto delle ECC88. Per i più smaliziati, questa scelta offre l’opportunità di esplorare valvole NOS (New Old Stock) a un costo accessibile. È importante notare che la tensione di alimentazione del filamento delle PCC88 è di 7 volt, leggermente superiore ai 6,3 volt delle ECC88. Tuttavia, la differenza è così minima che entrambe le valvole funzionano in modo affidabile. Potrebbe essere una soluzione interessante, permettendo di beneficiare delle caratteristiche vintage delle PCC88 NOS rispetto alle più comuni ECC88 prodotte in Cina.

Esplorazione Continua: Scopri anche l’Audio Innovations 700 e 800!

Per coloro che desiderano approfondire ulteriormente il mondo dell’Audio Innovations, vi invito a esplorare un articolo analogo dove condivido dettagli e passaggi relativi alla riparazione di un’Audio Innovations 700 e 800. Troverete approfondimenti sulla manutenzione e il restauro di questi amplificatori iconici, arricchendo così la vostra comprensione del panorama dell’audio vintage. Per accedere all’articolo, seguite questo link. Buona lettura e continuate a esplorare con noi il meraviglioso universo dell’alta fedeltà sonora!

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8 Responses to Riparazione dell’Audio Innovations 500

  • Per il mio Audio Innovations 500 ho avuto la fortuna, cercando in rete, di trovare il sito di Stefano Bianchini. Più mi addentravo nella lettura degli articoli e più mi convincevo di avere a che fare con una persona seria, attenta e competente. Detto fatto, il mio apparecchio che ultimamente era afflitto da vari problemi di “friggimenti, gracchiamenti e falsi contatti” è stato affidato alle cure di Stefano.
    Non bisogna mettergli fretta (si programma il lavoro in maniera scrupolosamente cronologica) ma è tornato perfettamente suonante, meglio ancora, “ritrovato”.
    Grazie ancora ancora a Stefano per quanto fatto e per tutti i chiarimenti riguardo le valvole.
    Bravo!

  • Non solo, Stefano, hai riportato alla sua gloria originale il mio AI 500 dal punto di vista estetico: lo hai rinnovato nelle prestazioni sonore e reso nuovamente godibile all’ascolto come non era da tempo. Grazie per la professionalità, le competenze tecniche e la disponibilità mostratemi.

  • non ho messo foto del tuo apparecchio nell’articolo, a un certo punto son poi tutti uguali 🙂

  • Ho scoperto gli articoli e l’attività di Stefano casualmente, cercando qualcuno che potesse aiutarmi nel ripristino del mio vecchio Audio Innovations 500 (direi il terzo nell’articolo relativo)
    Stefano è persona piacevole e disponibile, lavora ancora con quella passione antica che solo un artigiano può garantire.
    Lavoro ineccepibile e risultato sopra ogni attesa: il mio AI500 è tornato agli antichi splendori, praticamente come nuovo.
    Ultimo, ma non ultimo, ho trovato assolutamente onesta anche la richiesta economica.
    Il laboratorio di Stefano per me è assolutamente da raccomandare.
    Bravo!

  • Si SONO tre ECC83 ! ci sono due ECC88 come sfasatrici di ogni canale, una ECC83 sull’ingresso metà per ogni canale e altre due ECC83 che fanno il fono, la disposizione delle valvole che è presente sul sito è corretta. Basta che scarichi gli schemi e puoi constatare la cosa.

  • Sì lo avevo visto, ma ci sono 3 ECC83! Comunque nel frattempo ho risolto la valvola di ingresso è quella centrale.

  • La disposizione delle valvole è pubblicata a fondo di questo stesso articolo…

  • Buon giorno, si ricorda percaso qual’è la posizione della valvola di ingresso linea?

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