HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

Nel mondo dell’hi-fi moderno sembra che senza un DAC da 32 bit e 384kHz, oscillatori femto e regolatori a rumore quantistico zero non si possa nemmeno ascoltare “il ballo del qua qua”. Tutto deve avere un nome altisonante, una scheda tecnica che grida al miracolo, e magari un alimentatore più grosso di quello del tuo amplificatore finale.

Eppure, la realtà dell’ascolto è un po’ diversa. Questo articolo nasce per ridare dignità all’essenziale, con un progetto che, sebbene a prima vista possa sembrare minimale, economico o addirittura giocattolesco, dimostra come la qualità del suono non sia legata al numero di bit o ai kilohertz stampati sulla scatola, ma soprattutto a come viene trattato il segnale una volta che lascia il chip del convertitore. La parte analogica fa il suono. E quando è fatta bene, anche con una base semplice, può superare prodotti ben più costosi e pretenziosi.

Dopo anni di test, prove d’ascolto e anche qualche presa in giro a certa retorica audiofila, questo progetto è diventato un piccolo classico. Ed è proprio da lì che nasce la sua evoluzione: un oggetto rifinito, robusto, certificato CE, pronto all’uso ma sempre fedele allo spirito originale.

USB MiniDAC PR-Zero ECC86

Il MiniDAC PR-Zero ECC86 è la versione definitiva, costruita professionalmente, del progetto qui sotto, nato per curiosità e spirito di sperimentazione. Si basa ancora sul collaudatissimo chip PCM2707, un convertitore USB sincrono a 16 bit / 48kHz, più che sufficiente per riprodurre con fedeltà qualunque CD e tutte le registrazioni 44khz / 16bit disponibili online.

Ma è la parte analogica che fa la differenza. Il segnale passa attraverso una vera valvola ECC86, pensata appositamente per operare a basse tensioni, e pilotata in modo corretto. A valle, un buffer con JFET BF256 abbassa l’impedenza d’uscita, rendendo il DAC compatibile anche con amplificatori dallo stadio d’ingresso meno tollerante, senza snaturare la musicalità della sezione valvolare.

La costruzione è su circuito stampato, in un contenitore compatto, dotato di alimentazione ben filtrata, interruttore, indicatore LED, connettori robusti e layout ottimizzato. Nessuna cinesata volante. È un prodotto completo, testato e pronto all’uso, pensato per chi vuole un DAC entry-level diverso dal solito, con un’anima vera, analogica, calda ma che suona davvero, e non solo sulla carta.

Non ha le pretese di “distruggere” DAC da migliaia di euro, ma nella sua fascia di prezzo (e anche sopra), pochi oggetti possono offrire la stessa personalità sonora, la coerenza tecnica e la cura costruttiva. È perfetto per chi muove i primi passi nel mondo dell’hi-fi valvolare, per chi vuole un secondo impianto godibile, o semplicemente per chi è stanco di specchietti per allodole digitali e vuole ascoltare musica, non firmware.

Kit PCB + Trasformatore + Supportino per PCM2707

Per chi preferisce l’autocostruzione ma vuole partire da una base solida e collaudata, è disponibile anche il PCB del PR-ZERO, pronto per il montaggio e abbinabile al trasformatore di alimentazione dedicato, progettato su misura per questo circuito. Una soluzione ideale per chi desidera realizzare il proprio DAC valvolare partendo da componenti affidabili, evitando compromessi su alimentazione e layout. Contattami se sei interessato all’acquisto del kit PCB + trasformatore.

A seguire, l’articolo originale che ha dato vita a tutto.


Versione a bassa tensione con ECC86

Per mettere alla prova le mie idee, ho acquistato su eBay un piccolo DAC USB sincrono basato sul chip PCM2707, con risoluzione massima di 16 bit a 48 kHz, spendendo meno di 10 euro, precisamente 5,69€. A prima vista potrebbe sembrare una schedina da poco, ma l’obiettivo non era costruire l’ennesimo giocattolo da scrivania, bensì verificare cosa si potesse ottenere abbinando a questo convertitore economico un vero stadio di preamplificazione valvolare, non un semplice buffer passivo o un’op amp qualsiasi.

Come prima modifica, ho rimosso il connettore jack e i due condensatori elettrolitici sull’uscita (segnalati con una stellina rossa in foto), per poter interfacciare direttamente il segnale al nuovo stadio analogico, eliminando tutto ciò che poteva degradarlo inutilmente.

Ho rimosso anche il connettore RCA giallo, che in molti potrebbero scambiare per un ingresso, ma in realtà è un’uscita S/PDIF praticamente inutile nel contesto di questo progetto. A quel punto ho montato tutto su una basetta millefori, e vista la debolezza del segnale in uscita dal PCM2707, troppo basso per pilotare correttamente la maggior parte degli amplificatori, ho aggiunto uno stadio di preamplificazione valvolare vero, basato sulla ECC86, una valvola progettata appositamente per operare a bassa tensione anodica.

A tal proposito, apro una parentesi importante: Spesso si vedono online progetti che usano valvole a bassa tensione… ma non valvole progettate per funzionare a bassa tensione. Vengono usate ECC82, ECC83, ECC88 e simili, nate per funzionare a 150–250V, alimentate invece con 12, 24 o 30 volt. Il risultato? Segnale con impedenza altissima, distorsione marcata, e peggio ancora: degrado precoce per avvelenamento del catodo (cathode poisoning), un fenomeno reale e ben documentato che porta alla perdita progressiva delle prestazioni.

Per questo ho scelto la ECC86, valvola sviluppata per le autoradio valvolari d’epoca, progettata per lavorare correttamente a basse tensioni, senza compromessi né rischi di danneggiamento nel tempo. Una soluzione tecnica corretta, non un’imitazione ad effetto. Ecco lo schema premium:

Per completare il progetto ho realizzato un contenitore in plastica stampato in 3D, scelta dettata sia da motivi economici sia da un certo spirito provocatorio nei confronti di chi costruisce apparecchi dal prezzo esorbitante, ma spesso con prestazioni che non vanno di pari passo con il costo. Il tutto è stato rifinito con un interruttore e un LED di accensione, per rendere l’insieme semplice ma funzionale, senza inutili orpelli.

All’ascolto, in un ambiente acusticamente trattato da professionisti del settore e con diffusori di assoluto riferimento, questo piccolo DAC ha stupito per la qualità del suono: arioso, dettagliato, brillante, con una resa ben oltre quanto ci si potrebbe aspettare guardando solo il costo o la scheda tecnica.

Per curiosità (e un po’ per sfida), lo abbiamo messo a confronto con un DAC commerciale da circa 3000€, dotato del convertitore AK4495S e stadio valvolare integrato, su una catena identica e con file a 24bit/192kHz. Ci si aspetterebbe un abisso tra i due: da una parte un progetto artigianale economico, basato su una schedina cinese da 5€, che in totale arriva a 150€ compresa la manodopera; dall’altra un oggetto di fascia alta, griffato e venduto come soluzione definitiva. E invece no!

La differenza si sentiva, certo: il DAC da 3000€ aveva una grana più fine, una sensazione di maggiore controllo nei microdettagli. Ma il gap sonoro reale era molto più piccolo di quello economico. Per intenderci: non era come passare da un citofono a un impianto da studio, ma piuttosto come passare da una carta vetrata grana 500 a una grana 1000. Solo che per farlo non si è passati da 150€ a 300€, ma da 150€ a 3000€.

Sono convinto che anche i meno esperti, purché un minimo curiosi e disposti a mettere le mani su un saldatore, possano realizzare questo progetto con poca spesa e grandi soddisfazioni d’ascolto. Il risultato è godibile, musicale e concreto, ben lontano dall’idea di “progetto economico = suono mediocre”.

Ovviamente, nulla vieta di utilizzare questo stadio valvolare anche con DAC più performanti, magari con convertitori a 24 o 32 bit, se si desidera un upgrade mantenendo il carattere analogico. L’unica accortezza importante è non caricare troppo l’uscita della ECC86: si tratta pur sempre di una valvola a bassa tensione, ma che lavora con circa 1 mA di corrente anodica, quindi deve interfacciarsi con amplificatori che abbiano un’impedenza di ingresso di almeno 47k?. Scendere sotto questa soglia significherebbe forzare il funzionamento della valvola fuori dal suo range ottimale. Per quanto riguarda la compatibilità, il DAC è plug & play, riconosciuto senza driver aggiuntivi da tutti i sistemi operativi: Windows (da XP in poi), Linux e macOS.

Variante con alimentazione 24Vcc esterna e buffer d’uscita

Questa versione del circuito nasce su richiesta di “G.M.”, per essere abbinata a un finale a stato solido DIY già dotato di alimentazione a 24Vcc. Il progetto di base è lo stesso, ma in questo caso si è reso necessario un adattamento: l’amplificatore aveva infatti un’impedenza d’ingresso troppo bassa per essere pilotata correttamente dalla sola ECC86, che lavora al meglio con carichi ben più elevati.

Per risolvere il problema, è stato aggiunto uno stadio buffer a JFET in uscita, utile ad abbassare l’impedenza e permettere al DAC di interfacciarsi senza difficoltà con il finale. Il risultato mantiene il carattere sonoro della ECC86, migliorando però la compatibilità con un maggior numero di amplificatori.

Commento di “G.M.” arrivato per email:

Sono strabiliato, esterrefatto, ammutolito e commosso alle lacrime non è possibile, non è reale finalmente sono riuscito a collegare il tutto e tanto per provarlo ho collegato due casse senza valore ma il suono è inimmaginabile, finalmente ho una idea di cosa sia definizione, spazialità, presenza dei bassi non vedo l’ora di collegarle con altoparlanti più seri non hai idea di quanto ti sia riconoscente! 

Grazie, grazie, grazie. Con la musica mi hai fatto scoprire un mondo nuovo  credo di dover ringraziare anche tuo nonno che ti ha sostenuto nella tua passione ci sentiremo più avanti, ringraziandoti ancora, buon proseguimento.

Variante con ECC82

In questa versione, al posto della ECC86 a bassa tensione, è stata utilizzata una ECC82 alimentata ad alta tensione, per chi desidera un suono con caratteristiche leggermente diverse e ha la possibilità di gestire tensioni anodiche più elevate. Nelle foto si può notare una valvola 9AU7, che non è altro che una variante della 12AU7 con filamento a 9 volt anziché 12. A livello funzionale, la differenza si limita proprio al filamento: il comportamento elettrico e le prestazioni restano praticamente identici. Sotto lo schema premium:

La scatoletta di questo l’ho stampata con plastica marrone perchè lo si voleva abbinare al finale c-rust 6jz8.

Se poi siete interessati ad acquistare l’oggetto già finito potente contattarmi cliccando qui.

Il montaggio di “S.C.” della versione con ECC86

Finalmente finito.
Mi ci ha messo una vita ad arrivare il dac ma alla fine mi è venuto bene e suona bene!

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2 Responses to HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

  • Ti ho risposto per email, se vuoi ti posso fornire un computer allestito con i dovuti software per riproduzione di audio digitale, oppure se hai un vecchio (non troppo) notebook che non usi più ti installo Linux e strawberry. Una nota su strawberry, è disponibile anche per windows e mac ma su Linux ha la possibilità di eseguire in modalità bit perfect.

  • Ciao, ti ringrazio per l’aiuto (per quel che ci posso capire io che non ci capisco niente), che hai dato, gi esempi sono stati stracalzanti e molto semplici da capire. ti chiedo se posso un consiglio, devo cabiare l’impianto e seguendo le tue dritte non so che prendere di ciò che c’è sul mercato. io a casa avrei la linea lan che potrebbe arrivare direttamente al DAC ma per leggere i dati? devo prendere un lettore di rete? eppoi ci vuole un dac a valvole ? si trovano con delle buone valvole fatte a posta per bassa tensione? e deve essere per forza valvoare il dac? perchè ho letto in diversi siti che non era importante e che bastava un buon DAC che il lavoro grosso per avere un suono veramente buono lo doveva fare l’amplificatore, che a questo punto vorrei perendere valvolare … ma, seguendo le tue stesse dritte quale? se mi rispondi credo che te ne sarò eternamente grato. Grazie

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Merope 1.1: Pushpull 6L6GC / 5881 / EL34 / KT66 a Triodo classe A

La nuova versione dell’amplificatore Merope introduce aggiornamenti significativi che ampliano la versatilità e le potenzialità sonore del progetto originale. Pur mantenendo l’essenza del design, la versione 1.1 integra un nuovo trasformatore di alimentazione che consente l’utilizzo, oltre che delle 6L6GC e 5881, anche delle EL34 / 6CA7 e delle KT66 connesse a triodo, semplicemente adeguando la rete di polarizzazione catodica tramite sostituzione di resistenze. Questo aggiornamento apre a nuove possibilità timbriche senza compromettere la filosofia circuitale.

Chi è Merope?

Merope è una delle sette Pleiadi della mitologia greca, figlie di Atlante e Pleione. A differenza delle sue sorelle, è spesso rappresentata come la più timida e riservata, talvolta appena visibile nel cielo notturno perché, secondo il mito, avrebbe provato vergogna per aver sposato un mortale. Questa figura, delicata e misteriosa, è divenuta simbolo di eleganza nascosta e raffinatezza silenziosa, qualità che ben rappresentano la filosofia sonora dell’amplificatore che porta il suo nome.

Architettura Circuitale

Il finale opera in configurazione push-pull a triodo in classe A, con polarizzazione self-bias e self-balancing secondo il principio di Blumlein, che assicura un bilanciamento dinamico tra le valvole finali senza necessità di regolazioni manuali.

Lo stadio di ingresso è costituito da una ECF80/6BL8, in cui il pentodo lavora come generatore di corrente in cascata con un long tail formato da una ECC82, il cui primo triodo della ECF80 svolge il ruolo di triodo di ingresso. L’architettura così realizzata permette un’ottima simmetria di pilotaggio e un controllo preciso sull’intero stadio finale.

I condensatori sul percorso del segnale sono ridotti al minimo: solo due condensatori separano lo stadio di sfasamento dai finali, a beneficio della trasparenza e dell’integrità sonora.

Alimentazione e Rettifica

La rettifica è affidata a diodi con filtraggio in configurazione CLC doppia, con una cella indipendente per ciascun canale, garantendo una tensione stabile e un basso ripple. Questa soluzione migliora la separazione dei canali e preserva la microdinamica anche a basso volume.

Merope è più di un amplificatore, è un viaggio nel mondo dell’audio di alta fedeltà. Scopri il suono come mai prima d’ora con questa sinfonia di valvole e tecnologia avanzata. Entra nel futuro dell’audio, dove la bellezza della tradizione si fonde con l’innovazione moderna.

Questo è un progetto premium commissionato da “E.S.”. Si tratta di un amplificatore integrato da 10 watt RMS che impiega una configurazione push-pull di 6L6GC/5881 connesse a triodo come stadio finale.

Vediamo il montaggio di E.S.


Il Kit del Progetto Premium

Nella versione premium del progetto Merope, il cuore della sezione di alimentazione è affidato a componenti realizzati su specifiche SB-LAB.

La foto qui sopra mostra esattamente il set che verrà fornito all’acquirente del progetto premium. Oltre alla componentistica, il kit include lo schema elettrico completo aggiornato alla versione 1.1, con indicazioni precise per l’installazione di 6L6GC, 5881, EL34, 6CA7 e KT66 in configurazione triodo, a seconda della scelta dell’utente. Un punto di partenza solido per realizzare un amplificatore hi-fi allo stato dell’arte.

Un Ritorno Appassionato a Due Anni di Distanza:

A volte, le passioni si intrecciano attraverso il tempo, e le storie dietro i progetti prendono vita in modi inaspettati. Due anni dopo aver completato il progetto “Merope” per il nostro stimato cliente “E.S.”, è stato un’emozionante incontro quando ha deciso di fare un viaggio fino a noi per condividere il suo entusiasmo e le esperienze legate a questa creazione unica.

Un Dialogo in Valvole e Note:

In un’atmosfera intrisa di passione per l’audio e la tecnologia valvolare, ci siamo seduti a discutere del percorso che “Merope” ha compiuto in questi due anni. Il cliente, animato dalla sua stessa creazione, ha espresso la sua soddisfazione e il costante affetto per l’amplificatore da lui commissionato. Un dialogo che ha trasceso la semplice conversazione tecnica, portando alla luce il legame profondo tra l’artista e la sua opera.

Misurazioni Dettagliate per una Trasparenza Completa:

Durante la visita, abbiamo approfittato dell’occasione per misurare attentamente le prestazioni di “Merope”. Questa sessione di misurazione è stata volta a fornire informazioni precise e dettagliate, al fine di condividere sul nostro sito web una panoramica più approfondita delle straordinarie doti di questo amplificatore. Con orgoglio, annunciamo che “Merope” ha superato le aspettative in tutte le misurazioni, consolidando la sua posizione come un’autentica opera d’arte audio.

L’amplificatore Merope rivela la sua potenza e versatilità attraverso prestazioni impeccabili. Con una potenza RMS di 9,7 watt, misurata prima del clipping e capace di raggiungere i 11 watt in caso di clipping, Merope si posiziona come un’entusiasmante esperienza audio. Il suo fattore di smorzamento, valutato a un impressionante valore di 10, contribuisce a mantenere un controllo stabile sull’uscita audio. La banda passante a 1 watt sorprende con un risultato eccezionale di 5Hz a 100kHz (-1dB), caratterizzato da minime rotazioni di fase. Questo successo è attribuibile sia all’eccezionale performance dei trasformatori che alla connessione a triodo, evidenziando la cura e l’attenzione nei dettagli di progettazione.

La distorsione armonica a 1 watt è del 0,74%, indicando un livello di purezza sonora notevole. I grafici incorporano anche le onde quadre, enfatizzando ulteriormente la straordinaria qualità dei trasformatori d’uscita. In ogni aspetto, Merope si dimostra non solo come un amplificatore potente, ma anche come un esempio di eccellenza nella progettazione audio.

100Hz

1khz

10khz

Un Viaggio Continuo:

Questo incontro è stato più di una semplice verifica tecnica; è stato un momento di condivisione di passioni e di rinnovo del legame tra il creatore e la creazione. Il viaggio di “Merope” continua, alimentato dall’affetto e dalla dedizione di chi ha creduto in questo progetto fin dall’inizio. La sua storia è ora arricchita da nuovi capitoli, scritti attraverso le conversazioni, le misurazioni e la continua evoluzione di un’opera d’arte sonora. Ma ora diamo parola al proprietario di Merope:

Impressioni d’ascolto: Ho ascoltato solo un paio di brani (che conosco molto bene) per il momento e già posso dire con confidenza che sono pienamente soddisfatto del suono, che risulta molto naturale ed esteso in frequenza. Rispetto al valvolare che possiedo ho immediatamente notato un sostanziale aumento di banda passante (soprattutto in alto) e di pulizia del suono. Gli strumenti risultano essere più “veri”. Vorrei precisare che non ho fatto alcun test A vs B, collegando e scollegando i due apparecchi e facendo test comparativi. Non è stato necessario in quanto il miglioramento della resa sonora è sostanziale ed immediatamente percettibile.
Esperienza nel complesso: Ho deciso di intraprendere l’avventura di costruire un amplificatore DYI perchè non ero pienamente soddisfatto del mio vecchio valvolare e ritengo che il costo di elettroniche Hi-Fi sia nella maggior parte dei casi irragionevole ed ingiustificato. Dopo circa sei mesi dalla prima volta che sono entrato in contatto con Stefano Bianchini, mi trovo ad ascoltare un amplificatore da 10W in classe A, progettato da SB-LAB e totalmente realizzato da me, che suona meglio di qualunque apparecchio che abbia mai posseduto. l’esperienza, tuttavia, trascende da un apparecchio ben suonante. Durante questi sei mesi mi sono dovuto documentare, su elettronica, componenti, valvole, strumenti di misurazione, ecc… questo mi ha permesso di imparare di più in questo breve lasso di tempo che nei precedenti 20 anni di passione per la riproduzione audio. Oggi quando mi trovo a leggere un articolo di settore o una recensione su un elettronica Hi-Fi, lo faccio con occhi diversi. Questa esperienza mi ha reso cosciente del fatto che la qualità della riproduzione audio si basa su una buona progettazione, corretta costruzione, componenti di qualità, matematica, più che su valvole NOS e cavi da 1000 euro… Grazie Stefano!
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10 Responses to Merope 1.1: Pushpull 6L6GC / 5881 / EL34 / KT66 a Triodo classe A

  • Il comportamento che hai osservato è normale. Il condensatore di compensazione agisce limitando il guadagno alle frequenze alte, con l’obiettivo di sopprimere il ringing e/o gli effetti di risonanza ad alta frequenza, riducendo volontariamente la banda passante del circuito e sopprimendo possibili instabilità. È quindi normale che, aumentando il suo valore, si taglino ulteriormente le frequenze alte. Tuttavia, non andrebbe utilizzato in modo eccessivo, poiché una compensazione troppo abbondante potrebbe provocare nuove instabilità. L’interesse nel utilizzare valvole meno considerate dagli audiofili risiede nell’ottenere componenti NOS di alta qualità a prezzi più accessibili. Preferisco una ECF80 NOS rispetto a una ECC83 prodotta in Cina.

  • Negli ultimi giorno mi sono dilettato a fare alcune prove, provando varie ECF80/E80CF NOS (che figata trovare delle Telefunken/RCA/GE a 20€!). Tra le varie prove fatte, ho provato anche a cambiare il condensatore in parallelo al resistore del negative feedback, con lo scopo di limitare la banda passante di 150KHz.
    Con grande sorpresa ho notato che passare dal 100pF, attualmente istallato, ad un 330pF ha attenuato le alte frequenze in maniera percettibile (conclusione che traggo ad orecchio, non ho fatto alcuna misura), risultando in un suono meno brillante, con basse frequenze relativamente enfatizzate. Non sto parlando di cambiamenti drammatici, ma chiaramente percettibili. Per i miei gusti/altoparlanti/stanza ho preferito tornare al 100pF, tuttavia ho trovato l’esperienza molto interessante ed ho ritenuto opportuno condividerla nel forum.
    Non immaginavo che variando il valore di questo condensatore (nei limiti del ragionevole) potesse essere un modo per fare del fine tuning del timbro sonoro di questo amplificatore.

    Sarei interessato avere altri pareri a riguardo.

    Saluti!
    ES

  • potrebbero andare bene, l’efficenza è nel range pilotabile dall’amplificatore.

  • Qualcuno ha consigli per degli altoparlanti da abbinare?
    Pensavo alle Tannoy Legacy Cheviot, con un efficienza di 91 db.

  • Potevo anche settare il grafico a 0,5db a quadretto, uno spettacolo, l’uso delle valvole a triodo in questa cosa aiuta molto il trasformatore, cmq lasciamo che i guru ciarloni parlino di grafici tirati col righello che non servono a niente, che pubblicare le strumentali non serve a niente, perchè suona bene solo quello che ti dicono loro di cui non pubblicato nessun dato perchè forse gli fa anche comodo non farli vedere perchè prima ti raccontano la favola dei nuclei fighetti da centinaia di centinaia di henry, poi esibiscono dei -3dB a 30hz col nucleo molto probabilmente anche in saturazione e che la strumentale più brutta suona meglio di quella più bella, che può essere in certi casi ma in altri anche no… LOL

  • Osservare l’evoluzione del grafico di risposta in frequenza è stata un’esperienza notevole. In prima battuta, quando ho visto 0 attenuazione a 10Hz, ho pensato che c’era qualche errore nel setup strumentale. Invece no….
    Stefano, sei in numero 1!

  • Provo questo design.

    href=”https://www.supravox.fr/en/produit/baffles-compenses-rj-kit-subwoofer-rj/

    Se non va bene poi, forse provo un br.

  • prima esperienza con i largabanda? li carichi in br o li lasci ob?

  • Momentaneamente utilizzo delle Monitor Audio Gold 100. Sto però costruendo dei largabanda con delle Supravox 215 Bicone signature. L’amplificatore è stato pensato per queste ultime…

  • diffusori?

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Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

Il progetto che vado a presentare oggi è l’ennesimo amplificatore basato sulla celebre valvola 300B. Questo progetto ha radici che risalgono a molti anni fa (2011), quando ero ancora solo un hobbista. All’epoca, avevo acquistato un amplificatore cinese usato, modello “Music Angel XD-850MKIII”. Spinto dalla curiosità e attratto dal basso costo e dall’estetica accattivante, decisi di acquistarlo. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale si spense presto.

Music Angel XD-850MKIII: Un’Esperienza deludente

L’amplificatore cinese Music Angel XD-850MKIII, che inizialmente sembrava promettente, si rivelò una delusione. Come scrivevo nel mio vecchio articolo del 2011: A volte, la curiosità ti spinge ad acquistare uno di questi amplificatori cinesi. Sono economici e hanno un aspetto accattivante, ma come si comportano davvero? Per chi è alle prime armi, il giudizio all’ascolto può sembrare positivo, poiché è relativo alle esperienze di ascolto precedenti. Tuttavia, con l’esperienza maturata nel tempo, ho trovato questo amplificatore decisamente insoddisfacente. In breve, è un dispositivo che spengo volentieri, dimostrando che affidarsi solo al fascino della valvola 300B è spesso un’illusione.

L’amplificatore suonava in modo stridulo, al punto da far venire la pelle d’oca per il fastidio dell’ascolto. Tuttavia, invece di venderlo e fare un dispetto a chiunque lo avesse comprato, ho preferito divertirmi a modificarlo. La modifica che proposi allora era più di un semplice aggiornamento: si trattava di una trasformazione totale, da un amplificatore “candelabro” cinese a un amplificatore serio e ben suonante.

La Trasformazione: Da Candelabro ad Amplificatore

Quando parlo di amplificatori “candelabro”, mi riferisco a quei modelli cinesi progettati principalmente per mostrare esteticamente le valvole, piuttosto che per offrire prestazioni audio di alta qualità. Il Music Angel XD-850MKIII è un esempio perfetto: un amplificatore finale single-ended (SE) con valvole 300B, dove le 300B sono pilotate da un altro finale SE con valvole 2A3. Queste, a loro volta, sono pilotate da uno stadio di ingresso costituito da un doppio triodo RF a riscaldamento diretto DCC90, noto per la sua microfonicità ma reso esteticamente accattivante da tre anelli di acciaio inox 18/10 con un set di coltelli e una padella antiaderente in omaggio.

Nonostante tutto avere un telaio già pronto a disposizione è sempre una grande comodità, molto meglio che dover costruire qualcosa da zero in una scatola di legno improvvisata, magari con le maniglie dei cassetti del bagno prese all’IKEA o con le teglie per le lasagne. Questo progetto è quindi all’insegna del divertimento e dell’autocostruzione. Va detto che la modifica ha finito per costare più dell’amplificatore stesso, ma l’ho realizzata per recuperare il meglio da un acquisto incauto, per divertirmi e maturare un’esperienza che poi mi è stata molto utile nella vita. Anche se poco è rimasto dell’originale, il recupero del telaio ha permesso di risparmiare tempo e denaro rispetto alla costruzione di un nuovo dispositivo da zero. Il risultato finale è di altissimo livello, quindi, se possedete già un amplificatore simile, questa trasformazione potrebbe davvero valere la pena. È possibile anche costruirlo tutto da zero come vedremo più avanti in questo articolo.

Vecchie Foto e Vecchi Testi

Per chi si stesse chiedendo se sia possibile migliorare il proprio apparecchio senza dover eseguire una modifica così radicale, mi dispiace deludervi, ma la risposta è no!

La premessa iniziale di questo circuito lasciava molto a desiderare. Durante l’analisi ho scoperto che i filamenti delle valvole 300B e delle 2A3 erano alimentati in modo “pseudo DC” tramite un raddrizzatore a doppia semionda e un semplice condensatore elettrolitico. Ancora peggio, il filamento della DCC90 era alimentato da un raddrizzatore a singola semionda. Questo setup non solo rendeva l’amplificatore già predisposto a suonare male, ma l’ascolto diventava una vera e propria tortura. In aggiunta, l’apparecchio si è guastato poco dopo l’acquisto. Ho deciso di intervenire ripulendo completamente il circuito originale…

Successivamente, ho proceduto a misurare i trasformatori e le induttanze, sperando di trovare qualcosa di riutilizzabile. Tuttavia, mi sono trovato di fronte a una situazione che posso mostrare meglio con un’immagine (come si suol dire, un’immagine vale più di mille parole). Nella foto, si possono vedere chiaramente dei trasformatori completamente arrugginiti, quasi come se fossero stati conservati per trent’anni in una cantina umida. Piccoli e sottodimensionati, impacchettati in modo scadente con lamierini deformi e chiusi in maniera approssimativa. Non erano impregnati e i fili di connessione erano sottilissimi, simil “capelli di cinappa”.

I lamierini sembravano tagliati con le forbici, erano tutti rovinati, spiegazzati e arrugginiti. C’era un pezzo di secondario all’inizio e un altro alla fine, con il primario in mezzo. Praticamente erano peggio (parecchio peggio) dei trasformatori audio che si possono trovare su certe vecchie radio a valvole.

Il tensionamento del filo era quasi inesistente, l’avvolgimento era praticamente libero con più aria che isolante tra gli strati e nessuna impregnatura. Dopo averlo misurato, ho rilevato una banda passante di 200Hz a 86kHz con attenuazione di -3dB. Con così poche sezioni, senza impregnatura e con tanto spazio vuoto, non sorprende che mancassero completamente i bassi. Inoltre, l’avvolgimento così poco tenuto (era addirittura morbido al tocco) e con tanto spazio d’aria non faceva che accentuare il suono sparato e stridulo dell’amplificatore.

Questa qui sotto è l’induttanza, da solo 1 Henry e così piccola che era sicuramente in totale saturazione durante il funzionamento, tenuta ferma con una sostanza cerosa giallastra e dura, la cui natura non è chiaramente identificata, così come il trasformatore di alimentazione.

Progetto YA300B – “Yet Another 300B”

Il circuito è così configurato: Lo stadio di ingresso utilizza due triodi di una 6SL7GT connessi in configurazione catode coupled, fornendo una preamplificazione minima di 9,5 dB. Lo stadio successivo consiste di un triodo della 6SN7 (metà valvola per ciascun canale), caricato con un CSS a transistor. Questo approccio si è rivelato necessario per ottenere uno swing di tensione sufficiente per pilotare la finale utilizzando la stessa alimentazione. Utilizzare una resistenza come carico avrebbe richiesto una tensione di alimentazione molto più elevata, poiché la 300B, in questa configurazione, richiede un’impressionante escursione di 240V peak-to-peak per essere pilotata completamente. Altrimenti, il driver avrebbe distorto prima della finale, come accade in molti altri progetti con la 300B (compresi apparecchi commerciali da 5000 e passa €). È ovvio che questo è da evitare assolutamente.

Una soluzione completamente valvolare sarebbe stata quella di utilizzare una tensione molto più elevata per il driver e adottare circuiti come il mufollower, come nei successivi progetti Triodino 3,5 e Triodino 4. Tuttavia, questa opzione avrebbe reso necessario aggiungere un’altra valvola e un ulteriore stadio di alimentazione, rendendo il tutto più complicato. Il CCS (Current Source/Sink) rappresenta un altro approccio significativo per coloro che apprezzano l’ascolto dettagliato e non sottovalutano tali soluzioni senza averle provate. È importante ricordare che i CCS, in generale, e in particolare quelli basati su MJE340/350, sono utilizzati come carichi anodici o sorgenti di corrente in numerosi preamplificatori di fama.

Per avere lo schema Premium leggi qui e contattami qui.

Ho dedicato molto tempo all’ottimizzazione del driver e sono riuscito a ottenere una compensazione armonica tra la 6SN7 e la 300B, riducendo significativamente la distorsione della finale fino quasi al limite del clipping. Il feedback negativo globale è molto moderato (circa 4 dB) ed è applicato solo al driver (disattivabile opzionalmente), mentre le 6SL7 sono escluse dal circuito di retroazione a priori. Nelle foto successive è illustrato il processo di ricostruzione del Music Angel.

Ho rimosso la torretta di protezione della DCC90 e ampliato il foro per ospitare una valvola octal.

E cablato il nuovo circuito.

Con lo spirito del riciclo, per il cablaggio del circuito ho riutilizzato parte dei componenti originali e alcuni provenienti da altri dispositivi smontati, integrando anche nuovi componenti. Ecco l’apparecchio finito…

Finalmente ho montato una coppia di 300B Full Music in un circuito abbinato a trasformatori di alta qualità.

Ecco la raddrizzatrice che ho utilizzato: una 5U4GB NOS.

Il Ritorno del Progetto nel 2024

Ad oggi, nel 2024, un cliente si è interessato a realizzare questo mio vecchissimo progetto. Così, ho ripreso il mio vecchio schema e l’ho leggermente migliorato grazie alle conoscenze che ho acquisito negli ultimi 13 anni. Anche se le migliorie sono state marginali, hanno comunque contribuito a perfezionarlo ulteriormente.

Il cliente, essendo uno dei suoi primi montaggi, ha incontrato alcune difficoltà tecniche. Di conseguenza, mi ha portato il dispositivo in laboratorio perchè lo aiutassi a risolvere un paio di piccoli problemi. In questo modo, avendo l’amplificatore sul banco, ho potuto anche effettuare delle misure più precise rispetto a quelle che avevo fatto tanti anni fa. Nelle foto che seguono si può vedere il suo montaggio.

Visione termica dei 2 transistor MJE350

Prestazioni Strumentali dell’Amplificatore

Durante i test strumentali dell’amplificatore, sono emersi risultati eccellenti. La potenza RMS indistorta è di 8,2 watt per canale, con una potenza massima di 9,8 watt in condizioni di profondo clipping. Il fattore di smorzamento (DF) è 7,7. La distorsione armonica totale a 1 watt è di 0,52%, mentre la banda passante si estende da 10 Hz a -0,2 dB fino a 20 kHz a -1,2 dB. Questi valori confermano l’alta qualità e le prestazioni del progetto. Ecco di seguito i consueti grafici di riferimento:

THD

Banda passante

Quadra a 100Hz

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Come suona: assolutamente eccezionale. L’apertura sonora è sorprendente, con bassi profondi, puliti e ben controllati, e un’estensione nelle alte frequenze che provoca brividi lungo la schiena per la sua perfezione. Ogni microdettaglio è reso con impressionante precisione, creando un palcoscenico sonoro davvero magnifico. La 300B, quando utilizzata correttamente, offre risultati straordinari, mostrando una ricchezza e una profondità che lasciano senza parole.

Grazie per aver esplorato il nostro progetto YA300B, un’evoluzione significativa dell’amplificatore a valvole basato sul Music Angel XD-850MKIII. Con miglioramenti sostanziali e prestazioni audio eccezionali, YA300B dimostra il potenziale delle valvole 300B quando utilizzate con sapienza e ingegneria accurata. Se sei interessato a realizzare questo progetto, sia modificando un Music Angel esistente che costruendo da zero, consulta il nostro schema premium e il set di trasformatori disponibile. Contattaci per ulteriori informazioni e per acquistare il kit.

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9 Responses to Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

  • Grazie mille per il tuo commento e per aver condiviso la tua esperienza con lo YA300B! Sono davvero felice di sapere che sei soddisfatto della resa sonora dell’amplificatore e che si sposa così bene con le tue Klipsch Forte 4. È sempre un piacere sapere che il lavoro che ho svolto ha portato a risultati così positivi.

    Le tue parole sono un grande incoraggiamento per me e mi motivano a continuare a migliorare e a dedicarmi con passione a questi progetti. Concordo pienamente: la 300B è una valvola leggendaria e merita un progetto di altissimo livello come lo YA300B.

    Grazie ancora per il tuo feedback e per la fiducia che hai riposto in me. Sono sempre qui per supportarti e per qualsiasi futura esigenza o domanda.

    Buon ascolto!

  • Finalmente ho portato a casa lo YA300B dopo l’intervento di Stefano. Sono molto soddisfatto della resa sonora dell’ amplificatore. Suono pulito, dettagliato, veloce e ben controllato. Collegato a delle casse con buona efficienza, Klipsch Forte 4 nel mio caso, la potenza erogata è più che sufficiente ad insonorizzare una stanza ad alti livelli.
    Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare Stefano per l’ottimo lavoro. Credo che una valvola mitica come la 300B meriti un progetto all’altezza, come lo YA300B!

  • la dimensione dell’induttanza è sempre in rapporto a quella del condensatore, io ho usato 1H sugli albireo ma perchè avevo un duplicatore che esce con un ripple a dente di sega che si filtra facile e dopo la L ci sono 1000uF di condensatore. Quanto alle valvole a riscaldamento diretto te continui a dare sentenze senza mai aver provato le cose le 300B sono valvole fantastiche e quella coppia di full music costa più di 300 euro credo, a usarle non c’è proprio nessuna complicazione regolando un reostato da alcune decine di ohm tra i capi del filamento e il cursore a massa porti il ronzio che esce verso gli AP a meno di 10mVpp.

  • Mi fa pensare quella impedenza da 1 solo henry. Alcune banali radio a valvole avevano già roba migliore,gli va che essendo in classe A l’assorbimento è costante. Magari mettono elettrolitici più grandi.
    sto cominciando a pensare che molta gente ha le orecchie mosce e non sente le differenze tra uno e l’altro (e si che io cerco di stare abbastanza distante dall’hi fi…..e sopratutto dalle valvole). Quello che faccio lo faccio perchè obbligato.

    Se si pensa che nel super ampli (teorico) che presenterò a ottobre novembre per filtrare l’anodica serve un induttanza che regga 300 mA da 4 H che pesa quasi 2 kg. Ed è un ampli mono …
    Penso che attaccandogli anche una banale 5 valvole quell’induttanza è già al pelo

    Poi…anche qui con le complicazioni filamento catodo….valvole a riscaldamento diretto….questo 2angel non mi sta simpatico manco un pò

  • Sono un artigiano che ripara e costruisce amplificatori valvolari ,ho cominciato a giocare con il saldatore a 13 anni e so quello che dico, spendere 600 euro per comprare dell’immondizia cinese con sopra due valvole sono tanti.Me ne portano in laboratorio tutti i giorni , e li mando indietro, l’autoradio che ho sul furgone suona meglio .la gente ha le idee confuse ,solo per costruire un trasformatore ci metto una settimana e se non sono soddisfatto lo smonto e ne faccio un altro .Con 600 euro non ci compra neanche il rame e il nucleo.

  • Che i cinesi facciano pure i loro cellulari e iphone fighettini che dopo 1 anno sono da gettare nella spazzatura, tecnologie di cui non mi interessa proprio niente tra l’altro. E questi non sono affatto pregiudizi, quell’ampli suonava da schifo e s’è rotto dopo 2 mesi. Non è per niente uno schema anni 50, ma una vaccata con 2 finali che pilotano altri 2 finali fatto solo per far mostra di vetro inutilmente. Se fanno felice qualcuno ? bho, probabilmente qualcuno che non ha sentito suonare amplificatori progettati come si deve e che l’amplificatore lo guarda invece che ascoltarlo. Tra l’altro non sono d’accordo che per fare l’alta fedeltà oggi si debbano copiare schemi di 50 anni fà, no assolutamente. Il copiare vecchi schemi lo fanno le persone prive di fantasia e di voglia di creare qualcosa di nuovo. Tanto per iniziare la musica che si ascolta oggi non è quella che si ascoltava allora. Io penso che se devo spendere 800 euro per un’amplificatore dal risultato sonoro così scarso piuttosto tengo i soldi, compro un’amplificatorino a SS da 100 euro che suona meglio. I pregiudizi ce li hanno anche quelli che non avendo mai sentito niente di decoroso si accontentano di quello che passa il convento e magari chiamano “pseudo esperti” persone che non conoscono, che costruiscono amplificatori che non hanno nemmeno sentito. Tu hai mai sentito gli OTL GRAAF ad esempio? Io conosco di persona chi progettava quegli apparecchi e ho giudizi sui miei lavori molto più rilevanti delle tue ciance. Io so come suonano i miei amplificatori, il proprietario di questo music angel rifatto pure e sa pure come suonava prima e come suonava dopo, tu no. Quindi non sputare sentenze, che si e no saprai tenere in mano il saldatore.

  • Trovo veramente divertenti questi commenti lasciati da pseudo “esperti” del settore. Peccato che di oggetti cinesi siamo circondati tutti i giorni e li utilizziamo con soddisfazione: vedi IPHONE O IPAD tutti rigorosamente Made in China. Forse questi amplificatori che perfetti non sono, sicuramente possono far felice qualche appassionato che non ha i soldi per comprarsi un amplificatore KONDO o un AUDIO TECHNè giusto per citarne qualcuno di “economico”. A livello costruttivo non sono diversi da tanti ampli a tubi costruiti negli anni d’oro dell’ alta fedeltà tipo anni 40 o 50 di cui riprendono lo schema, e che tra l’altro funzionano ancora oggi… “SIAMO TUTTI MILIONARI” E CON TANTI PREGIUDIZI…

  • Già, purtroppo ancora molti ci cascano, sugli amplificatori valvolari NON puoi risparmiare. Purtroppo molti pensano che siccome già 600 euro di un cinese son di più di quello che costa un compattone di plastica del supermercato l’ampli cinese (siccome valvolare) debba suonare cmq meglio della roba normale, invece non è vero, finiscono a spendere 600 euro per un candelabro cinese che suona orrendamente male come questo prima della modifica o che nei casi migliori non suona meglio (o al massimo al pari) di apparecchi moderni da 2 soldi. Se vuoi la vera qualità devi essere disposto a spendere, un valvolare costruito come si deve suona mooooolto ma moooolto meglio di qualsiasi cosa che una persona abbia mai sentito.

  • Mi complimento per la qualità dei suoi interventi,e mi unisco al coro del suo cliente MAI e poi MAI materiale cinese.
    Saluti

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