Finale Integrato KT88 a Triodo da 30Watt

Tutto è iniziato da questo amplificatore assemblato a bassissimo costo e dalle doti strumentali e sonore decisamente scarse: Mostrava una banda passate di 50Hz~20khz -3dB a 1 watt. THD del 2% a 1 watt. Fattore di smorzamento (DF) pari a 1,9

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Oltre alle doti strumentali scarsine soffriva anche di problemi dovuti al montaggio, che non è definibile in aria.. perchè il montaggio in aria ha comunque bisogno di punti di ancoraggio. L’amplificatore soffriva di problemi dovuti a falsi contatti che lo facevano funzionare in base a dove lo “picchiavi”. Montava un potenziometro del volume di scarsissima qualità (roba del costo di 1 euro), inoltre aveva fatto passare tutti i segnali audio dell’ingresso per un commutore rotativo alps di plastica, attraverso un groppo di fili che causavano tra loro problemi di accoppiamenti e non finire… Era possibile ascoltare di sottofondo il segnale di un canale anche quando eri su un canale diverso.

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Fortemente diafonico e con problemi circuitali di bilanciamento: iniettando segnale in un canale (in alto) c’era un forte sbilanciamento nel driveraggio che causava un clipping asimmetrico anche in presenza di valvole matchate, contemporaneamente trovavo un segnale riflesso (circa mezzo watt in basso) nell’altro canale anche se non stavo mandando niente la dentro.

La costruzione meccanica dell’apparecchio poi non era da meno, telaio di lamierino di alluminio di 1mm, riforzato qua e la con angolari di alluminio, condensatori e altre parti fissate con la colla. I fianchetti di legno erano 2 pezzi di battiscopa.

Questo dovrebbe far capire alle persone che vogliono spendere poco, che se devono spendere 500 euro per portare a casa tali schifezze, gli conviene tenerli in tasca e spenderli al ristorante piuttosto che portarsi a casa tale immondizia.

Dopo questo esame ho deciso per l’unica via possibile: ossia demolirlo completamente e recuperare il poco che si poteva per fare qualcosa di completamente nuovo sulla falsa riga di questo, mantenendone giusto le dimensioni approssimative richieste dal cliente per poterlo alloggiare nel mobile del suo impianto.

Fianchetti in legno massello.

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Mobile in acciaio inox, tagliato al laser e verniciatura a polvere nero lucido.

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Qui a montaggio appena iniziato: potete notare i generosi condensatori di livellamento da 1000uF 500volt per ogni canale, preceduti da 2 induttanze da 20Henry e 440uF dopo il ponte raddrizzatore. La piccola induttanza da 4H posta nel mezzo livella l’alimentazione negativa che serve tutta la sezione sfasatore e driver.

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Trasformatori di alta qualità.

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Cablaggio in aria con componenti ben fissati, da notare l’uso di condensatori Mundorf Supreme sui segnali.

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Ed ecco l’apparecchio completato:

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Descrizione del circuito: Le finali sono KT88 connesse a Triodo puro, bias fisso, pilotate in classe AB su trasformatori d’uscita da 8000ohm primari. Valvole driver sono 6SN7GT, sfasatrici 6189W Jan Sylvania (valvola militare),pozzo di corrente formato da un MPSA42 e un BUX84 sotto gli sfasatori, valvola di ingresso 12AT7 Sylvania con placche grafitate. Il segnale di NFB arriva sullo sfasatore, la 12AT7/ECC81 ne è esente.

Il commutatore rotativo per selezionare gli ingressi c’è ancora ma questa volta pilota 3 piccoli relè di segnale (contatti in argento in atmosfera inerte) montati direttamente su un pcb dietro le boccole RCA, collegamenti cortissimi e nessun problema di interferenze.

Ho sostituito le KT88 sowtec (che a malapena reggevano 28watt di dissipazione statica arrossando già leggermente) con un quartetto di KT88 GoldenLion Genalex che reggono perfettamente senza arrossare e le 6sn7 elettro harmoix con una coppia di SYLVANIA 6SN7WGTA e fatto qualche piccola modifica al circuito. Il suono è migliorato sensibilmente.

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Caratteristiche Tecniche

Potenza: 30Watt RMS per canale.
Banda passante a 1 watt: 10Hz (nessuna attenuazione) ~ 75khz -3db
Banda passante a 25watt: 10Hz (nessuna attenuazione) ~ 60khz -3db
Distorsione Armonica (THD) a 1 watt: 0,15%
Distorsione Armonica (THD) a 25watt: 1%
Fattore di smorzamento (DF): 8,0
Rout: 1 ohm

Spettro a 1 Watt

1watt

Spettro a 25 Watt

25watt

Quadra a 1Khz

Quadra a 10khz

Ecco i 3 schemi premium, finale…

Alimentazione…

Scheda controllo e ritardo dell’anodica.

Chi fosse interessato a realizzare questo schema elettrico potrà richiedere il preventivo per il set di trasformatori, inoltre è possibile avere su ordinazione lo schassis metallico realizzato con taglio laser.

Come suona?

L’amplificatore suona suona suona… Il suono non è stato il classico P.P. di kt88 con suono gonfio, bassi gonfiati (soffiati) e con alti poco chiari rispetto ad altre valvole. Questo lo si legge molto spesso in giro su questo tipo di valvola e come suonava appunto l’impresentabile che è stato demolito per giungere a questo progetto.

Ha un suono perfetto con bassi medi e alti estremamente difiniti, tutti riportati in un’amalgama perfetta e suono controllatissimo anche a volumi che fan tremare i muri! L’amplificatore è perfetto con tutti i generi, non ha preferenze di genere… macina tutto classica-jazz-rock-disco-metal senza problemi.

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RD218 Radio Marelli – Restauro

Questa radio mi è stata consegnata dopo un tentativo malriuscito di riparazione che è consistito nella sostituzione della funicella di sintonia e nell’imbrattamento di tutto il telaio con olio lubrificante, o meglio con il solito lubrificante per contatti che le ferramenta vendono ai riparatori improvvisati al posto di un più consono disossidante, che una volta irrorato dentro la malcapitata radio forma un fango di sporco e unto che rovina ogni cosa, nelle foto qui sotto si può osservare il disastro provocato dal lubrificante che si è mescolato con tutto lo sporco che era presente nella radio.

Ci ho messo un pomeriggio per ripulire tutto con questi risultati…

Il resto del lavoro di restauro è consistito nel cambiare quasi tutte le resistenze ad impasto di carbone originali marce con nuove resistenze e un paio di condensatori a carta in perdita.

Ho eliminato anche un condensatore da 100uF messo dal riparatore subito dopo la 5Y3, la radio ronzava perchè il resistore di neutralizzazione da 470ohm era variato oltre i 600ohm.

Alla prima accensione dall’altoparlate scaturivano fischi fortissimi, chi ci aveva messo le mani l’aveva riconnesso in modo errato, mi sono messo quindi a sistemare le connessioni verso il trasformatore d’uscita e la linea di feedback, poi ho dovuto sostituire il potenziometro del volume perchè non regolava niente, la banda resistiva interna risultava come interrotta da un certo punto in avanti, nel video qui sotto eccola in funzione:

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MILBERT BAM 230 – Riparazione

Questo amplificatore da CAR AUDIO del 1988 mi è stato consegnato in condizioni disastrose. Gli stampati erano sporchissimi. Un trasformatore d’uscita bruciato. Aveva subito parecchie manomissioni che comprendevano fori nel telaio, l’aggiunta di un potenziometro motorizzato che doveva essere pilotato da remoto (tutto sgangherato), cavetti di segnale (verde) non suoi, erano state sostituire le ECC81 che dovevano essere sull’ingresso con delle ECC83, aveano anche cambiato le resistenze di polarizzazione per cercare di adattare questa ECC83 con resistenze diverse e più grosse che li avevano abbligati a praticare nuovi fori sul PCB, ovviamente la parte di interfaccia con lo stadio sfasatore prevedeva degli accorgimenti per la polarizzazione della valvola che non erano stati cambiati per sopperire alla modifica del circuito, così come non era stata modificata la rete di NFB. Era stato montato e smontato non si sa quante volte, c’erano piste rotte o staccate da tutte le parti, componenti montati dalla parte alla rovescia del circuito stampato… Avevano sostituito tutti i condensatori di disaccoppiamento tra gli stadi con dei carta olio col corpo metallico che richiava di far contatti in giro, per altro tutti in perdita…

Poi come se non fosse finita, scelta infelice delle casa madre: sugli stampati del circuito audio erano montate tutte resistenze ad impasto di carbone… TUTTE e dico… TUTTE marcie ! Non ce ne era una che fosse in tolleranza! 150k? misurati 238k! 68k? misurati 92k… le 33ohm da usare come testpoint per regolare il bias? 15/16ohm (cos’ regolavi la tensione che diceva la casa madre ma di fatto regolavi quasi il doppio)… Ho dovuto lavare gli stampati da tutto lo sporco, ripulire tutte le saldature e sostituire a tappeto quasi tutti i componenti zoccoli a parte…

Anche la sezione dell’alimentatore switching era stata pastrocchiata per bene… condensatori attaccati con il biadesivo, resistenze prive di valore appese a cavolo che avevano staccato le piste… tutti i 4 collettori dei transistor scollegati… smontando l’aletta sotto o trovato fango secco, c’era fango secco sotto i condensatori blu e anche sotto i 2 trasformatori… ma era in un’auto finita in un lago ?! Anche su questo stampato le piste staccate o rotte non mancavano… Anche riparare questa sezione non è stato facile in mancanza di schema elettrico, sopratutto quando alla prima accessione mi sono accorto che mancava una tensione negativa di -200volt che avrebbe dovuto arrivare alle 6SN7… Dopo tantissimo lavoro, compreso il riavvolgimento del trasformatore d’uscita sono riuscito a rimetterlo in funzione…

Il circuito è un chiaro prodotto della cultura audio anni 80, un valvolare concepito parzialmente come si concepirebbe un’amplificatore a transistor: le valvole finali hanno la griglia controllo collegata a massa assieme al catodo e sono pilotate dalla griglia schermo collegata DC al catodo della 6SN7 configurata come inseguitore catodico. Il finale è in pura classe B con una corrente di bias che va impostata a 3mA (100mV sulla resistenza da 33ohm come indica lo schema della cassa madre), un’anello di feedback locale bilanciato tra le finali e lo sfasatore che ha lo scopo di raddrizzare la linearità della 6SN7 costretta ad erogare picchi di corrente consistenti nelle G2 delle finali e un secondo anello di NFB globale sbilanciato tra uscita dei TU e valvola in ingresso.

La potenza di picco è di 30 watt RMS per canale, quella continuativa credo finchè i 4 transistor dello switching non ci mollano o l’alimentatore in sè non va in protezione termica. Qui sotto le uniche 2 strumentali che ho acquisito, lo spettro armonico e la forma d’onda della sinusoide che mostra sporcature dello switching che però erano captate dall’analizzatore computerizzato ma non da quello analogico, roba che in ogni modo non viene riprodotta dagli altoparlanti.

Per completare il montaggio dell’apparecchio ho dovuto rifare praticamente tutti i filetti che erano spanati o rovinati o pieni di colla attak e cambiare tutte le viti. Finito e rimesso a nuovo.

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1 Responses to MILBERT BAM 230 – Riparazione

  • Posso immaginare il tipo che ci ha messo le mani addosso, condensatori carta/olio comprati ai mercatini e nemmeno provati perché questi disgraziati non hanno nemmeno un ponte per le misure reattive. Il potenziometro di recupero da qualche pioneer/kenwood avviato allo scarico, ma ATTENZIONE! il cavetto da millemila euro al metro che senz’altro risolve ogni problema.

    Saluti

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