EL84 Single Ended Amplifier – 5 semplici progetti Single Ended con la EL84

Tutti questi progetti si basano sul mio trasformatore SE5K6-UNI. Se sei interessato a conoscere il prezzo e/o acquistare il kit di trasformatori do uscita, alimentazione e induttanze clicca qui per visualizzare il listino dei KIT. O contattami se la variante dello specifico progetto non fosse presente nel listino.


1) Pico 8284 – EL84 pilotata da ECC82

Tempo fa ho venduto il set di trasformatori per un Pico 8282 ad una persona che però non è stata in grado di eseguire un montaggio corretto del circuito che gli continuava a ronzare in maniera spaventosa, mi ha quindi chiesto di assemblare per lui il KIT. Le 2 foto qui sotto mostrano il montaggio del cliente, ossia come non montare un’apparecchio valvolare, se anche voi state pensando di montare qualcosa in questo modo desistete, non parlo della questione estetica ma del legno. Non si può montare un’amplificatore su una base di legno ad iniziare dal fatto che le valvole scaldano parecchio, sopratutto le finali noval come le EL84 e rischiate di appiccare un’incendio. Un montaggio ha bisogno di almeno un piano metallico, per la massa e avere un minimo di schermatura.

Ecco lo schema premium del pico 8284, privo di negative feedback globale…

Ho realizzato prima un pannello di alluminio di 3mm come supporto meccanico del circuito…

Poi mi sono fatto fare da un falegname una scatoletta di legno grezzo (che ho provveduto poi io a forare stuccare, levigare, mordenzare, oliare e tirare a gomma lacca), nella foto si vedono 2 mobili perchè l’altro è per uno “scherzo”.

Nei miei montaggi non rinuncio mai ad avere una piastra di bachelite sotto quella metallica per avvitare comodamente i componenti.

Di importanza vitale avere degli ancoraggi ai quali fissare i componenti!!! Non potete assemblare senza!

Montaggio Finito

Strumentali

Potenza 3 Watt RMS per canale
Banda passante @ 1 Watt: 20Hz / 36khz -3db
THD@1Watt: 0,45%
Smorzamento DF: 1,3
Rout: 6 ohm


2) Pico 8484 – EL84 pilotata da ECC84

La ECC84 è una di quelle valvole “snobbata per ignoranza”, ossia gli autocostruttori non la conoscono e quindi hanno paura che suoni male. La ECC84 è la progenitrice della più famosa ECC88, ha un Mu di 24 e una resistenza interna di 4k che la rende migliore rispetto la ECC82 che ha una Ri di 7k. Lo schema elettrico è identico a quello della versione con ECC82, quindi è possibile realizzare la versione con ECC82 e poi sostituirla con la 84 e viceversa. È possibile montare anche la PCC84 che rispetto la veersione “E” ha il filamento a 7volt invece che 6,3, questa differenza di tensione è talmente piccola che la valvola funziona ugualmente bene. È facilmente reperibile NOS a prezzi modici (inferiori a 10€) ed in grande quantità

Ecco lo schema premium, anche questo privo di negative feedback globale…


3) Pico 8084 – EL84 pilotata da EABC80 (oppure ECC83)

La EABC80 è una valvola molto utilizzata nelle radio anni 50/60 dotate di FM, al suo interno ci sono 3 diodi di segnale, che in questo caso non sono utilizzati, e un triodo che ha caratteristiche elettriche molto simili a quelle di una ECC83 cui differisce per un Mu leggermente più basso, 70 invece di 100. È una di quelle valvole “immortali” nel senso che in tanti anni a riparare ricevitori radio non ne ho mai vista una guasta, per questo motivo si trova a prezzi modici inferiori a 10€ e in grande quantità. La si potrebbe considerare come una ECC83 dei poveri, per un autocostruttore alle prime armi e per divertirsi è sicuramente indicata per via della modesta spesa per acquistarla, che non toglie però che si possa avere da essa ottime prestazioni sonore. Lo schema che ho realizzato in questo caso utilizza negative feedback globale in quanto l’alto Mu renderebbe tutto il circuito troppo sensibile e la gestione del volume impossibile, questo però dota il circuito di un’ottimo fattore di smorzamento al contrario dei circuiti privi di feedback visti in precedenza.

Ecco lo schema premium… È possibile montare una sola ECC83 al posto delle 2 EABC80 ovviamente connettendo correttamente le 2 sezioni.

Ciao Stefano , sono “M.T.T.” da Ravenna a cui hai venduto un coppia di TU SE5k6-UNI, ti scrivo dal mio secondo indirizzo e mail perche l’altro ha dei problemi.
Ho montato i trasformatori e fatto le modifiche da te consigliatomi… Alla prima accensione è saltato fuori un problema con la reazione negativa (anzi in questo caso era “positiva”) che faceva oscillare l’amplificatore, il problema l’ho risolto invertendo il collegamento del primario dei TU, quindi il rosso (+H) collegato alla placca e il Nero (placca) collegato alla +H.
Una volta risolto il problema della reazione negativa e controllate le tensioni ho iniziato a fare prove con generatore di segnale e oscilloscopio, subito si è visto il netto miglioramento che ha avuto l’ampli.
La risposta in freq. risulta lineare da 20hz a 35Khz, le onde quadre sono pressochè perfette in ogni condizione (le prove sono state effettuate con carico resistivo da 8ohm) e l’assenza di ripple… o comunque non misurabile.
La sensibilità di ingresso che ho rilevato è di 0,8V RMS su 250K (non avevo il pot da 47K) per una potenza di uscita di ben 3,6W RMS sui due canali in funzione temporaneamente (misurata fino al primo cenno di deformazione del segnale sinusoidale sul carico).
Passando alle prove di ascolto “salta subito alle orecchie” la profondità delle basse frequenze, la “pulizia” degli acuti, e la mancanza di distorsione di intermodulazione nei passaggi forti, dovuto alla resistenza di G1 di “basso” valore che impedisce alla griglia di spostarsi dal suo punto di lavoro.
Le prove di ascolto sono state fatte con lettore cd PHILIPS CD624 con conversione BITSTREAM, un apparecchio dei primi anni ’90 economico, che durante svariate prove ha stracciato apparecchi ben piu costosi, come casse delle Philips 22RH496, delle 3 vie con woofer in sospensione pneumatica, un pelo ostiche da pilotare, ma l’ampli non ha dato segni di cedimento.
Ti mando alcune foto dell’apparecchio finito.
A presto.

4) Pico 8084VTR – EL84 pilotata da EABC80 (oppure ECC83) con rettificatore EZ81

Questo schema mi è stato espressamente richiesto da un cliente che voleva utilizzare una valvola raddrizzatrice EZ81, lo schema è quindi molto simile al precedente, cambia il trasformatore di alimentazione e la relativa sezione di alimentazione dimensionata per accogliere una EZ81 al posto del normale ponte di diodi. Ecco lo schema premium. Anche in questo caso e possibile montare una sola ECC83 al posto delle 2 EABC80 ovviamente connettendo correttamente le 2 sezioni.


5) Alimede – EL84 pilotata da 5842

Questo progetto è più raffinato dei precedenti, sia per la ricercatezza del circuito che per via della valvola driver più raffinata, tutto è cominciato quando mi hanno regalato una coppia di monofonici prodotti da ignoto come “ferro vecchio” e volevo vedere cosa si poteva recuperare per fare qualcosa di funzionante.

È incredibile le porcherie che certe persone spacciano per hifi, prima di passare al lavoro di ricostruzione voglio soffermarmi un’attimo sulla recensione tecnica degli apparecchi di partenza. Qui lo mostro dal vivo  dal lato tecnico quello che si posiziona nel mondo degli impresentabili. Gli apparecchi erano 2 monofonici single ended con EL84 connessa a triodo, pilotate da delle 5842 e alimentate da una 6X4, il tutto ovviamente zero feedback. Dei perfetti cliché dell’ideologia audiofila moderna, ossia:

  • Dual mono perchè separando i canali suona meglio…
  • Con la finale a triodo perchè i triodi suonano meglio dei pentodi…
  • Il driver è una valvola di quelle famose, perchè le valvole famose suonano meglio di quelle che trovi per pochi euro…
  • C’è la raddrizzatrice perchè se ci metti una raddrizzatrice suonerà sicuramente meglio che con dei diodi…
  • Zero feedback perchè senza feedback suona meglio che con il feedback…

Ma i fatti quali sono? iniziando dalla sezione di alimentazione, la povera 6X4 è seguita da un circuito CLCRC… 47uF / 3H 90ohm / 330uF / 1k5 / 330uF… Ora per chi non lo sapesse la 6X4 è una tra le più piccole raddrizzatrici esistenti, ha capacità di erogazione di corrente veramente risicata ed è famosa per essere molto delicata e per andare in corto quando la guasti. Facendo una veloce simulazione del circuito di alimentazione con PSU Designer si ottiene immediatamente un warning per superamento dei limiti operativi della valvola con un picco in accensione di addirittura 1,6 Amper e un continuativo di 72mA:

Praticamente ogni volta che accendevi l’apparecchio poteva essere l’ultima volta che lo accendevi… ed anche durante il funzionamento con i condensatori ormai carichi la valvola era tirata oltre la massima erogazione di corrente che gli è possibile.

La EL84 era connessa a triodo con un trasformatore da 10k primari, eroga la potenza di ben 0,39Watt (zero virgola trentanove) RMS indistorti e fino a 1,07Watt a piena saturazione con le onde interamente clippate, ma nonostante questo gli apparecchi erano spacciati per 3,5watt ma in realtà è poco più di un’amplificatore per cuffie (ma non sarebbe andato bene manco per quello).

La 5842 è versione speciale della famosa 417a, col catodo bypassato (da un condensatore di nessun pregio) guadagnava uno sproposito, bastavano 0,4Vpp (0,14v RMS) sull’ingresso per portare il finale a saturazione rendendo molto difficile regolare il volume in quanto appena si sfiorava il pomello si era già al massimo, inoltre in tale condizione la valvola captava abbondantemente rumori dall’esterno che era possibile vedere sull’oscilloscopio come fluttuazioni e sporcature della traccia e pure qualche stazione AM captata. Per finire il quadro il circuito dei filamenti era riferito direttamente al positivo dell’anodica a piena tensione (circa 240volt) quando la massima tensione tra filamento e catodo della EL84 è 100volt e per la 5842 di 55volt. Anche se poco importante la banda passante dei trasformatori originali era di: 25hz / 23khz -3 alla potenza che riusciva a erogare quel circuito.

Praticamente il circuito nella sua totalità era sbagliato dalla testa ai piedi e questo non è un caso ma purtroppo una consuetudine per tantissimi piccoli produttori e hobbysti: le valvole non sono inserite in un circuito ponderato che deve rispettare delle regole ben precise e nel rispetto dei limiti operativi, esse sono usate in modo totalmente irrazionale come monili a cui si attribuisce un potere magico, oggetti di vetro che si illuminano cui basta la sola presenza per “suonare”, non importa come le si faccia funzionare basta che senti il “suono” e vuol dire che funziona… Quando dicono “però suona!” e come dire che hai una ferrari che va solo in prima e non supera i 30km/h col motore sempre al limite dei giri e dire “però cammina!”.

La differenza tra 2 cose che funzionano va a gusto, la differenza tra qualcosa che funziona e qualcos’altro realizzato a questo modo invece per me non è un’opinione, se anche la ridottissima potenza potrebbe essere sufficiente ad ascoltare qualcosa con casse ad altissima efficienza e se anche il timbro sonoro potrebbe soddisfare il gusto di qualcuno i problemi insiti nel circuito sono tali per cui l’oggetto va considerato inaccettabile e non funzionante e inaccettabile.

SB Alimede

Dopo Varuna con le 6V6 ho realizzato quest’altro piccolo amplificatore (un’altro progetto di Single Ended con la EL84 lo trovi qui) partendo da quanto di recuperabile rimaneva dalla demolizione dei 2 piccoli single ended recensiti qui sopra.

Ho voluto utilizzare un circuito che qualcuno chiama Shadeode e altri chiamano Partial Feedback, (potete leggere il breve articolo sul sito tubecad cliccando qui) unito all’uso di reazione catodica per aumentare il fattore di smorzamento. Degli apparecchi demoliti ho recuperato le valvole, zoccoli, alcuni condensatori, 1 trasformatore di alimentazione e una induttanza più diverse minuterie. I trasformatori di uscita non erano riciclabili perchè l’impedenza di 10k non era adatta con la EL84 e l’uso a triodo della stessa permetteva un’efficienza in termini di potenza erogata troppo bassa su 10k. Ho quindi utilizzato una coppia di miei trasformatori d’uscita (SE5K6-UNI) da 5600ohm primari. Lo schema premium dell’apparecchio, è qua sotto (clicca la miniatura per ingrandire).

L’alimentazione è affidata a una coppia di comunissimi 1N4007, non era possibile fare diversamente viste le tensioni a disposizione nel trasformatore, non c’era margine per una raddrizzatrice e la stessa non avrebbe portato nessun giovamento sonoro ma piuttosto l’obbligo di usare capacità ridotte e una resistenza in serie (la Ri della valvola stessa) con tutti i problemi che ne conseguono.

Il primo stadio è formato dalla 5842, il catodo è polarizzato mediante l’uso di un LED Verde (caduta di tensione selezionata a 2,00volt) bypassato da un generoso elettrolitico da 1500uF a basso ESR, questo tipo di polarizzazione a livello di resa sonora è equivalente a un bias fisso, la corrente di 10mA della 5842 è sufficiente a polarizzare a pieno il led e il grosso condensatore da 1500uF serve a mantenerlo polarizzato anche quando il segnale porta la corrente della valvola prossima all’interdizione nonstante questo per sicurezza ho portato al led 3mA aggiuntivi con una resistenza da 100k direttamente dalla tensione anodica. La tensione al catodo della 5842 resta stabile anche con segnali di 20Hz e il finale a pieno clip.

La 5842 pilota la EL84 connessa a pentodo puro e riceve il segnale di partial feedback attraverso le resistenze da 90k (si può usare anche 82k senza che cambi sostanzialmente nulla), in questa configurazione circuitale la EL84 nonostante sia connessa a pentodo nel regime dinamico si comporta come se fosse un triodo (ma eroga la potenza di un pentodo), esattamente come succede anche nella configurazione STC usata nel Luna. Il guadagno del circuito era ancora alto e lo smorzamento basso, visto che il tasso di partial feedback è modesto ho applicato anche una reazione catodica alla finale, ponendo il secondario del trasformatore d’uscita sotto al suo catodo trovando un’equilibrio perfetto. Sotto al catodo della EL84 si possono osservare 2 resistenze da 330ohm e da 1100ohm atte ad ottenere il valore di 255ohm, un grosso elettrolitico da 2200uF che funge da bypass principale più altri 2 condensatori non polarizzati da 1,5uF e da 220nF che ho selezionato in base al loro fattore di dissipazione per bypassare l’elettrolitico, al posto di questi due è possibile montare, probabilmente con egual risultato, un condensatore mundorf in polipropilene da 1uF, diciamo che io riesco a risparmiare ma bisogna saper misurare e selezionare i condensatori che si usano… montando un mkt da 1,5uF e un 220nF mkp “a caso” difficilmente otterrete il risultato che ho avuto io o che otterete con il mundorf. Anche l’elettrolitico deve essere di buona qualità, basso ESR e basso D, io ho utilizzato un componente di surplus marchiato Frako che ha ottime strumentali.

La potenza dell’amplificatore è di 3 Watt RMS veri e pieni e indistorti. Il fattore di smorzamento DF è pari a 3,33 e la banda passante è 12Hz / 42khz -3dB @ 1watt RMS, sotto il grafico…

La distorsione armonica dell’1% con un raporto segnale rumore di -65dB, sempre a 1watt, sotto il grafico:

Le quadre a 100Hz / 1k e 10k

Vediamo il montaggio: Il telaio è stato realizzato in mogano lucidato a gomma lacca, le piastre di alluminio verniciate a polvere.

Il suono dell’apparecchio è veloce con una gamma alta brillante e dettagliata che fa sentire tutti i particolari della registrazione senza cancellare cose, come un vero HiFi deve essere. Ma come suona? vediamo il commento di un lettore che ha acquistato lo schema premium: Stefano, ho finito la realizzazione da un paio di giorni dell’Alimede e sono soddisfattissimo! Nel suo piccolo, ha un suono sorprendente per trasparenza, equilibrio, velocità e controllo. Sono solo 3w, ma ottimi per i miei ascolti nelle ore notturne a basso volume. Hai fatto un ottimo lavoro!!! Un vero miracolo, considerati i piccoli ruderi da cui sei partito. Ti ringrazio molto e ti invio i miei più cordiali saluti. A presto G.

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Modding Bowey 2A3C / SG-280SE / Sun Audio SV 2A3 e cloni vari

Quello di cui parlo oggi è un’amplificatori ormai copiato e ricopiato da diverse marche cinesi che si può comprare su internet a poco prezzo. Molta gente si diverte a modificarli perchè di base il circuito è veramente molto semplice, e il telaio spazioso che si presta bene a ogni cosa quindi molte persone si cimentano in modding vari. Qui sotto lo schema della versione originale:

2 Triodi di una 6SN7 messi in cascata che pilotano una 2A3 zero feedback. Vediamo le strumentali che ho rilevato su uno di questi cloni cinesi. Nel grafico di banda passante su carico resistivo, salta all’occhio la grande rotazione di fase in basso più che la risposta in frequenza da sola è buona.

Grafico di banda passante su carico reattivo abbastanza normale per un’apparecchio zero feedback.

Spettro distorsivo a 1 watt su carico resistivo


Modding come finale puro, senza controllo volume, pilotabile con preamplificatore

Un cliente mi ha chiesto di realizzare uno schema premium per trasformare il suo cinesino in un finale puro che potesse abbinarsi con un preamplificatore, infatti la versione originale ha un’ingresso molto sensibile fatto per essere collegato direttamente con una sorgente tipo lettore CD etc che mal si presta ad essere usato con un preamplificatore, qui sotto lo schema:

Il trasformatore di alimentazione e l’induttanza presenti nell’apparecchio originale sono perfettamente riutilizzabili, mentre i trasformatori di uscita vanno sostituiti con gli SE2K5-2A3, se volete effettuare questa modifica ditemelo perchè gli SE2K5-2A3 che normalmente realizzarei con calotte vanno fabbricati senza calotte ma chiusure semplici per poter essere montati dentro la scatoletta originale dell’amplificatore. Nel circuito i 2 triodi della 6SN7 non sono più posti in cascata ma collegati in SRPP, per un suono più brillante e veloce in gamma alta il catodo basso di detto SRPP è polarizzato a bias fisso s LED in modo curato, con la resistenza di mantenimento e un condensatore per evitare che la tensione ai capi di questi led faccia movimenti strani assieme al segnale introducendo distorsioni che è meglio che non ci siano. La 2A3 resta polarizzata a selfbias con un generoso condensatore elettrolitico per evitare rotazioni di fase alle basse frequenze. È ovviamente presente un leggero tasso di controreazione negativa per alzare il fattore di smorzamento, che senza feedback sarebbe ottimisticamente di 1,5/2 (qualsiasi trasformatore ci fosse montato), ad un fattore di 4. In questo modo è possibile usare il finale anche con casse reflex un pò più difficili eliminando la necessità impellente di usare solo monovia con diametri minimi o trombe.

Nella sezione di alimentazione ho posto molta cura, con una valvola raddrizzatrice e condensatori da 47uF la tensione risulta instabile e i 2 canali tendono a intermodularsi a vicenda alle basse frequenze, cosa che non mi piace per niente, ma d’altronde una raddrizzatrice non ha capacità di erogare le correnti di un diodo al silicio, quindi ho usato il secondo condensatore della cella CLC da 220uF seguito a ruota da un moltiplicatore di capacità che elimina ogni residuo di ripple e cancella ogni ondulazione arrivi dai canali. Ovviamente questo risultava abbastanza difficile per la povera valvola raddrizzatrice che avrebbe potuto avere problemi in fase di accensione anche per la carica iniziale dei condensatori catodici delle finali quindi ho previsto un sistema di softstart combinando un NTC e un sistema a relè che cortocircuita una resistenza posta in serie alla raddrizzatrice dove il relè è comandato direttamente dalla corrente che scorre nel circuito anodico riuscendo così a salvare capra e cavoli ma sopratutto la 5U4GB che diversamente avrebbe sofferto ad ogni accensione esaurendosi in fretta.

Vediamo l’ottimo montaggio effettuato su questo apparecchio che ho poi misurato con i miei strumenti…

Molto carina l’idea di usare una decorazione in legno per mascherare le forature non più necessarie del mobiletto originale

Ecco le misure strumentali:

Potenza: 4Watt RMS per canale
Banda passante: 28Hz / 60khz -1db
Distorsione THD totale @ 1 watt: 0,73%
Fattore di smorzamento DF: 4
Sensibilità di ingresso: 10Vpp / 3,5Vrms @ clipping

Grafico di banda passante su carico resistivo

E su carico reattivo

Spettro distorsivo

Onde quadre a 1k e 10k

Il suono di questo amplificatore è molto vivace e dinamico, pulito, aperto, molto dettagliato, chiaro e con dei bei bassi energici.


Questo è un’altro clone cinese modificato da un’altro cliente tempo addietro in quanto giaceva in cantina inutilizzato da anni.

Su questo esemplare ancora originale si può vedere un montaggio un pò meno povero del precedente apparecchio visto sopra.

Questo è stato pasticciato da qualcuno con modifiche un pò alla carlona.


Versione Integrato

Se qualcuno fosse interessato a un modding come integrato potrebbe prendere in considerazione il progetto simple 2A3, nel caso posso fornire uno schema dettagliato che faccia uso del trasformatore di alimentazione e induttanza originali del cinesino ovviamente sempre in cambio dell’acquisto dei 2 trasformatori d’uscita SE2K5-2A3.

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1 Responses to Modding Bowey 2A3C / SG-280SE / Sun Audio SV 2A3 e cloni vari

  • Salve, sono Alessio e sono il proprietario dell’ ampli integrato con 2A3 poi trasformato in finale, bè che dire, quando l’ho acceso mi si è staccata la mascella, ho subito notato un buon incremento di potenza, che con casse da 91 db come le mie si riesce ad ottenere un buona sonorizzazione, altra cosa che salta alle orecchie è la notevole estensione della risposta in frequenza i bassi sono magicamente comparsi, molto molto belli e profondi, anche la dinamica è aumentata, la grana e la trasparenza sono diventate ai massimi livelli, nulla a che vedere con l’apparecchio che era in origine.
    Bravo Stefano, veramente un risultato degno di nota, non tarderò a “sfruttare” le ottime capacita di Stefano Bianchini per altri apparecchi.
    Alessio Lodesani

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Griglia Soppressore: Questa sconosciuta, come va utilizzata e altre curiosità

Scrivo questo articolo per dissipare i dubbi di diverse persone che di tanto in tanto mi fanno domande riguardo a schemi elettrici che trovano in giro realizzati e pubblicati dai soliti guru che tutto sanno (ma che in realtà non sanno niente), perchè questi schemi elettrici contengono errori grossolani e molto gravi, in questo articolo mi soffermerò in modo specifico sulla griglia soppressore. Prima di arrivare al punto saliente meglio fare un ripassino…

Questi 3 tipi di valvole differiscono per il numero di griglie interposte, al loro interno, tra catodo e anodo. Il triodo è la valvola più semplice capace di amplificazione, possiede solamente la griglia controllo. Il tetrodo è una valvola che contiene 2 griglie: la griglia controllo e la griglia schermo.

Triodo e il suo Negative Feedback Fantasma

Spiegare questa cosa per me è abbastanza ilare, ma probabilmente non tutti capiranno il perchè. All’epoca una delle maggiori limitazioni tecniche dei triodi era dovuta alla capacità parassita (effetto miller) presente tra anodo e griglia controllo, se sulla griglia è presente un segnale sulla placca si ritrova lo stesso segnale amplificato e con la fase opposta, la capacità interna tra anodo e griglia causa una retroazione negativa intrinseca 😆 che limita la massima frequenza alla quale il triodo può funzionare. Nel campo delle trasmissioni radio questo limitava le frequenze alle quali i trasmettitori e i ricevitori potevano operare.

La griglia schermo e l’effetto Dynatron

Per eliminare la capacità parassita tra anodo e griglia controllo fu interposta la griglia schermo, che proprio come dice il nome “scherma”. Essa viene polarizzata ad un potenziale positivo fisso impedendo che il segnale presente sulla placca retroceda sulla griglia controllo, fu realizzato così il tetrodo. I tetrodi però soffrivano di un difetto: la griglia schermo ha l’effetto di accelerare il flusso di elettroni in corsa verso l’anodo, elettroni che quando impattano ad alta velocità (immaginate tanti proiettili sparati nell’acqua che alzano un sacco di schizzi) provocano un’emissione di elettroni che si staccano dalla placca avviando un’emissione elettronica che esce dall’anodo e viene poi attirata e assorbita dalla griglia schermo formando una corrente inversa tra l’anodo e lo schermo.

Questo effetto viene chiamato comunemente emissione secondaria, il nome specifico è effetto dynatron. L’effetto dynatron causa parecchi problemi di funzionamento nel tetrodo che vanno dal rumore ad avere una zona delle curve a pendenza negativa che causa instabilità e auto oscillazione spontanea della valvola, tanto che all’epoca fu realizzato anche un circuito oscillatore chiamano Oscillatore Dynatron che sfruttava questo difetto dei tetrodi. Un’esempio di tetrodo può essere la UY224 di cui potete osservare le curve qui sopra. Nonostante la parentesi dell’oscillatore dynatron (che di fatto non è che servisse molto visto che esistevano diversi altri modi per far oscillare una valvola) i problemi dovuti all’effetto dynatron erano molto fastidiosi e i tetrodi scomparvero molto presto.

Il Pentodo

Dopo il tetrodo venne inventato il pentodo da Gilles Holst e Bernhard DH Tellegen nel 1926, esso può essere considerato un perfezionamento del tetrodo. A questo viene aggiunta una terza griglia (chiamata volgarmente G3) tra la placca e griglia schermo, denominata griglia soppressore. L’azione della griglia soppressore si manifesta essenzialmente nei riguardi dell’emissione secondaria, riuscendo a sopprimerne o per lo meno ad attenuarne gli effetti. Di norma, questo elettrodo appare collegato al catodo, internamente od esternamente; in questo secondo caso tramite apposito piedino presente sullo zoccolo che, rendendolo indipendente, permette di utilizzare il pentodo, se necessario, come triodo, unendo alla placca le due griglie soppressore e schermo.

L’accoppiamento elettrico fra catodo e griglia soppressore consente la presenza del potenziale catodico nella zona in cui appaiono gli elettroni dell’emissione secondaria, senza provocare assorbimenti di corrente e senza rendere necessario alcun accorgimento di alimentazione atto a procurare una specifica tensione. Dunque, la griglia soppressore deve considerarsi a potenziale zero o di massa quando rimane internamente collegata al catodo, oppure quando vengono cortocircuitati i relativi piedini sullo zoccolo. Inoltre, la presenza di questa griglia riduce ulteriormente la capacita griglia-placca rispetto alla valvola tetrodo, con una accentuata riduzione del problema dell’accoppiamento di ritorno, ossia di retroazione interna.

Essendo la placca positiva rispetto al catodo e risultando questo connesso alla griglia soppressore, quest’ultima rimane negativa nei confronti dell’anodo. Ne consegue che gli elettroni dell’emissione secondaria, emessi dalla placca, vengono respinti dalla griglia soppressore e rinviati sulla placca. Si evita in tal modo la corrente inversa tra anodo e schermo, anche se la tensione allo schermo eccede momentaneamente quella di placca. Tutte queste sono le ragioni per cui il pentodo ha avuto una cosi larga applicazione nei circuiti di amplificazione.

Il tetrodo a fascio

L’invenzione del pentodo fu brevettata e i detentori di questo brevetto richiedevano Royalty molto salate alle case produttrici che volevano realizzare pentodi, così alcune case decisero di aggirare il brevetto della terza griglia inventando il tetrodo a fascio. Nel tetrodo a fascio la terza griglia è sostituita da uno schermo deflettore in lamiera con 2 finestre che fanno in modo di incanalare gli elettroni in un fascio concentrato, gli elettroni dell’emissione secondaria che non tornano indietro paralleli al fascio ma con direzioni diverse incontrano lo schermo non riuscendo così a creare problemi, nelle 2 immagini qui sotto si può vedere la costruzione interna di un pentodo e di un tetrodo a fascio a confronto, e i 2 relativi simboli schematici.

Tetrodo a fascio Pentodo

Da notare che dopo i primi tempi il simbolo grafico specifico del tetrodo a fascio fu usato poco e sostanzialmente sia pentodi che tetrodi a fascio venivano disegnati negli schemi elettrici con il simbolo generico del pentodo, quindi non è infrequente vedere schematizzate le KT88 (tetrodi a fascio) con il simbolo di un pentodo, anche perchè alla fine si possono dire equivalenti in quanto hanno ottenuto lo stesso risultato in 2 maniere differenti.

Attenzione ai guru che non conoscono la Griglia Soppressore

Come ho scritto sopra la maggior parte dei pentodi e dei tetrodi a fascio hanno la G3 internamente collegata al catodo, quindi non direttamente accessibile, ma non tutte! Alcuni pentodi hanno la G3 collegata a un pin per conto suo (come la EL34 ad esempio) e non dispongono di nessuna connessione interna, questo per vari motivi… uno potrebbe essere che nel processo di fabbricazione venisse più comodo collegare la G3 a un pin piuttosto che fare il ponte interno alla valvola, un’altro che fosse prevista la connessione a triodo integrale dove anche la G3 viene collegata all’anodo, oppure la stessa G3 poteva avere un’uso alternativo; posso citare la 6BA6 che è un pentodino a 7 pin usato come media frequenza in tante radioline anni 50/60 dove alla G3 veniva applicata spesso la tensione negativa del circuito CAV per variare il guadagno della valvola oppure la 307A che è un pentodo trasmissivo in cui era prevista la possibilità di applicare segnale audio alla G3 per effettuare la modulazione di ampiezza di una portante RF che entrava nella G1…

In ogni modo qualunque sia la motivazione tecnica o l’uso alternativo della G3 essa va sempre correttamente collegata… NON LASCIATA SCOLLEGATA! FLOTTANTE! con la valvola libera di impazzire, oscillare o fare altre cose strane, e mi riferisco a chi ha sfornato negli anni e continua a sfornare schemi con la EL34 e il suo PIN1 (G3) scollegato da schema, con la gente che mi manda email per comprare trasformatori per realizzare siffatti schemi (la presenza di un’errore così grave è inqualificabile e dovrebbe mettere in dubbio la bontà dello schema nella sua totalità) io oggi ho 41 anni e sapevo che la G3 in questi casi andava collegata esternamente già quando ne avevo 13. Perchè i newbye che realizzano questi schemi, la G3 della EL34 la vedono scollegata da schema e la lasciano scollegata anche nel loro montaggio! Una persona una volta mi ha chiesto come mai quando accendeva l’amplificatore con le EL34 che aveva realizzato da schema che mi aveva allegato in email il sintonizzatore FM del suo impianto risultava disturbato! Se trovate una schema elettrico con la EL34 e pin1 scollegato cestinatelo.

Per curiosità ho tentato di acquisire con utracer le curve di una EL34 con la G3 lasciata sconnessa, mi immaginavo di vedere curve tutte storte e invece l’acquisizione è impossibile perchè ogni volta la valvola prende a oscillare e blocca la CPU di utracer con conseguente errore sul computer.

Curiosità: Suppressor Hacking

Ho chiamato “Suppressor Hacking” una tecnica già nota tra diversi appassionati nel mondo che giocando con un tracciacurve hanno scoperto che polarizzando la G3 con una tensione leggermente positiva, invece di collegarla al catodo, si riesce ad aumentare la linearità dei pentodi, abbattendo la corrente di G2 nella parte a sinistra del grafico e raddrizzando le curve della placca, questa cosa non è documentata in nessun datasheet ufficiale (che io sappia) e per essere messa in pratica richiede per forza di avere un tracciacurve perchè va trovata la tensione ottimale da applicare alla G3, infatti se troppo positiva la G3 comincia a rubare elettroni che non giungeranno mai alla placca riabbassando le curve di placca ed eliminando ogni vantaggio.

Già in questo articolo ho spiegato come ho ottenuto un’incremento di circa 1 watt nella potenza di un finale SE con valvola 5C15 (equivalente della 307A) e riporto qui le curve nei 2 modi…

G3 = 0volt G3 = +40volt

Valvola 6CL6

G3 = 0volt G3 = +30volt

In entrambe i casi presi di esempio la leggera polarizzazione positiva della G3 ha sortito un buon miglioramento del comportamento elettrico delle valvole nella zona dove la tensione è più bassa. Quando avrò tempo e se mi ricorderò acquisirò anche le curve della EL34 e le aggiornerò a questa pagina. PS: questo trucco sembra funzionare solamente con i pentodi e non con i tetrodi a fascio dove è sempre consigliabile collegare la G3 (o meglio il deflettore) al catodo.

La G3 e la connessione a triodo

Sebbene molti siamo abituati a connettere solo la G2 all’anodo nella connessione a triodo di un pentodo, quando si ha a disposizione la G3 libera su un piedino è preferibile connettere anch’essa all’anodo invece di connetterla al catodo, questo provoca una leggera diminuzione della resistenza interna del triodo ottenuto, nella gif animata qui sotto si possono vedere le curve di una EF86 connessa a triodo A+G2 e la stessa connessa A+G2+G3, la differenza è piccola ma visibile. Quando viene connessa anche la g3 all’anodo la pendenza delle curve diminuisce leggermente.

Emissione secondaria nei triodi

Anche i triodi soffrono di emissione secondaria anche se in questi ultimi gli effetti destabilizzanti dell’emissione secondaria non sono presenti in quanto non c’è una griglia schermo “positiva” da infastidire ma solo una griglia controllo a potenziale negativo che respinge gli elettroni. In ogni modo l’emissione secondaria nei triodi può causare rumore. Diverse tecniche sono applicate ai triodi per limitare questo fenomeno che vanno dal ricoprire le placche con materiale carbonioso (grafite) che microscopicamente parlando sono porosi come una spugna e quindi intrappolano facilmente gli elettroni che cercano di scappare, alle placche “mesh” formate cioè da una retina invece che da una lamiera chiusa fino a strani ibridi chiamati triodi a fascio.

Con l’avanzare della tecnologia e l’innalzamento delle frequenze radio i pentodi nati inizialmente per spingersi a frequenze alle quali i triodi non riuscivano a lavorare vennero in parte sostituiti da triodi miniaturizzati concepiti per lavorare a frequenze altissime ma con tassi di rumorosità molto inferiori (tante griglie producono più rumore) rispetto quelle dei pentodi, peculiarità che è necessaria quando si vuole amplificare un segnale debolissimo come quello captato da un’antenna FM o TV. Non a caso tutte le radio a valvole dotate di FM utilizzano un doppio triodo ECC85 nel tuner. I triodi a fascio sono l’espressione massima di questo settore dell’elettronica valvolare, sono apparsi nell’era TV, utilizzati esclusivamente nei tuner UHF dove il rumore dell’emissione secondaria rischiava di rendere impossibile la ricezione. Sono triodi ma hanno lo schermo deflettore come un tetrodo a fascio, alcuni esempi di queste valvole sono la EC95, EC97, EC900 (e relative versione P con il filamento per accensione serie). Qui sotto lo schema interno riportato sul datasheet della PC900.

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4 Responses to Griglia Soppressore: Questa sconosciuta, come va utilizzata e altre curiosità

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