SB Milky Way – Prototipo – 5C15 Fivre / 307A VT-225 Single End Amplifier

Prototipo: questo amplificatore non è in vendita.

Storia: La prima versione

Avevo voglia di farmi un’amplificatore tutto per me, fatto come pareva a me, senza nessun paletto progettuale e un pò creativo. Avevo anche diverso materiale di rimanenza e componenti recuperate da riutilizzare a costo zero, senza compromessi qualitativi però.

Il sopranome di questo amplificatore è “la bestemmia” perchè praticamente ho preso un pugno di dogmi audiofili e ho fatto l’esatto opposto di quel che dice “il comandamento” ottenendo lo stesso un’amplificatore che suona moooolto mooolto bene, mooolto meglio di tanta roba che gira che rispetta i comandamenti, ma vediamo nel dettaglio i 7 comandamenti qui infranti:

  1. Le valvole con il cappuccio non suonano bene: Un dogma audiofilo vorrebbe che le valvole con il cappuccio non suonassero bene, in realtà è probabile che incapaci cablare bene molti introducano disturbi ancora maggiori ai circuiti che costruiscono e concludano che è colpa del cappuccio, quindi diffondano il verbo e tutti gli altri poi li seguono a occhi chiusi.
  2. Le valvole radio e TV non suonano bene: ennesimo dogma audiofilo che dice che solo le valvole “audio grade” possano suonare bene, salvo poi accorgersi che le valvole “audio grade” in moltissimi casi sono nate per applicazioni radio e TV, in questo amplificatore le finali sono di trasmissione radio, le pre sono per ricezione radio e il bufferino è una valvola TV.
  3. I pentodi non suonano bene: Il dogma dice che solo i triodi suonano bene, in questo circuito sia le finali che le valvole di pre sono pentodi a pentodo.
  4. Le valvole a Mu variabile non suonano bene: le ARP34 sono pentodi a mu variabile ma basta tenere il punto di lavoro lontano dalla zona di cambio di Mu perchè siano perfettamente lineari.
  5. Gli inseguitori catodici non suonano bene: altro dogma audiofilo che vorrebbe che un buffer ad inseguitore faccia suonare peggio un circuito, in realtà lo si mette (qui la ECC84) per non sovraccaricare il driver che uscendo ad impedenza molto elevata finisce per distorce più del dovuto.
  6. Il negative feedback non suona bene: altro dogma audiofilo controverso di cui ho già parlato abbondantemente qui.
  7. Led, diodi e altri componenti a SS fanno suonare da stato solido: ennesima credenza di alcuni (non tutti) audiofili che, un pò come per il negative feedback, pensano che i componenti a stato solido siano come “infettivi” e il loro contatto con il circuito possa “infettare” il suono inoculando la malattia del suono da apparecchio a stato solido. Qui la ARP34 ha il catodo polarizzato con un led bianco, tale polarizzazione eseguita nel modo corretto è come polarizzarla a bias fisso, quindi niente reattenze di condensatori tra i piedi.

Esistono tanti altri dogmi, ma io ho infranto solo questi 7 😛 Alla fine sono talmente tante le cose che non vanno bene per il suono, ascoltando i soliti guru, che non si potrebbe fare niente se non adottare limitatissime soluzioni circuitali trite e ritrite che guarda caso molto spesso si concludono con il dover sborsare un sacco di soldi. Molti di questi personaggi si legano mani e piedi di propria volontà plagiati dal martellante proselitismo dei forum e delle riviste di settore finendo inconsapevolmente in un turbine di esborso compulsivo per l’acquisto di componenti rese costose dalla moda spesso senza avere poi risultati che valgano la spesa fatta. Molti amici e clienti che hanno avuto modo di ascoltare “la bestemmia” e la sua seconda versione sono rimasti allibiti da quello che riesce a fare infrangendo regole (senza senso) e con componenti di modesto costo… Dico costo e non valore, perchè il valore di una cosa dipende da ciò che questa cosa riesce a fare, mentre il costo è qualcosa dettato dal mercato e non necessariamente il valore e il costo combaciano, mi basti far l’esempio che tornando indietro una 20ina di anni gli audiofili sputavano letteralmente sulle 2A3 biplacca fivre, non le volevano nemmeno se gliele regalavi, invece oggi sono disposti a vendere in rene per averne una coppia… Oppure sono disposti a spendere tanto per cose che non valgono niente.

Facciamo una carrellata sulle valvole utilizzate; 5C15 fivre

Possiedo circa una 80ina di queste valvole di provenienza surplus militare, tutte assolutamente NOS, le ho acquistate da un radioamatore a prezzo stracciato. Ci ho messo un pò a risalire alla loro storia, ragionando (perchè non ho fonti ufficiali). Quello che so per certo è che queste valvole sono state prodotte dalla fivre durante la seconda guerra mondiale, quando per via dell’embargo le nostre fabbriche avevo perso i contatti con le fabbriche americane e quindi producevano cose come pareva a loro o copiando valvole rinvenute in apparecchi precipitati sul suolo italiano.

La 5C15 fivre è un pentodo trasmissivo a riscaldamento diretto, nei pochi dati ufficiali che si trovano si sa che ha 15watt di dissipazione di placca e un filamento a 4volt. Il formato del bulbo di vetro e dello zoccolo è quello della 807. Ricercando la sigla 5C15 si ritrova su radiomuseum a questo indirizzo http://www.radiomuseum.org/tubes/tube_5c15.html una valvola di produzione inglese che apparentemente ha la placca costruita con la stessa forma, però questa è l’unica caratteristica in comune, infatti la 5C15 inglese oltre ad avere il vetro tubolare è un tetrodo e non un pentodo, infatti manca la terza griglia presente sulla versione italiana.

Successivamente ho potuto acquisire le curve di queste valvole su un tracciacurve sophia e la valvola si dimostra essere estremamente lineare e bella per utilizzi audio sia connessa a triodo che usata a pentodo, cliccando qui potete scaricare il PDF del datasheet da me creato con tutti i dati da me ritrovati da questa valvola, comprese le curve acquisite con il sophia: ds-5c15fivre

Da questi dati e con un pò di ricerche ho poi scoperto che elettricamente la 5C15 fivre è la copia della famosa 307A – VT225 ! Valvola molto apprezzata in uso audio, negli USA sopratutto, dove si trovano in abbondanza. Potete ricercare “307A tube” su google per trovare una marea di progetti e realizzazioni di alta fedeltà valvolare utilizzanti questa valvola. Quindi le curve di placca della 5C15 fivre e quelle della 307A come anche la piedinatura sono identiche. L’unica differenza che resta è nella tensione del filamento che è 4Volt per 5C15 Fivre e 5Volt per la 307A, questa differenza suggerisce che il filamento della italiana sia più robusto, infatti tensione minore, corrente maggiore uguale filamento più grosso!

ARP34

La ARP34 è un pentodino di uso militare inglese, sempre prodotto durante al seconda guerra mondiale, utilizzato in ricevitori tipicamente come amplificatore di media frequenza. Ho ritrovato una quindicina di queste valvole in un lotto acquistato qualche tempo fa, apparentemente senza uso nel restauro di radio in realtà è un’equivalente della EF39 e diverse persone la hanno usata con successo in preamplificatori audio e anche come driver per le 300B (anche se reputo che sia troppo debole per riuscire da pilotare decentemente una 300B). La valvola è a mu variabile, però la zona dove il mu cala all’improvviso si trovano in basso nelle curve, quando la griglia diventa parecchio negativa, con segnale in ingresso di pochi volt picco picco è facilissimo polarizzarla restando dentro la prima zona e quindi farla funzionare in modo perfettamente lineare.

PCC84

Non c’è molto da dire, la PCC84 è un doppio triodo TV progenitrice della più conosciuta P/ECC88 / 6922, (chi storce il naso “haaaa la 84  da TV la 88 è audio..” bhe disilludetevi, anche la 88 è una valvola TV, nata per lo stesso scopo della 84). Mi serviva un bufferino, nonostante la 5C15 a pentodo necessiti di appena 50Vpp per essere pilotata la ARP34 già si siedeva un pochino (non tanto) a pilotarla… infatti non capisco come fanno certi a essere tanto sprovveduti dal pilotarci una 300B! w la distorsione mha… Comunque ne avevo li e anche queste non le do mai via perchè gli audiofili comuni sono troppo schizzinosi per accettare valvole dalla sigla che non abbiano sentito almeno 1milione di volte. Siccome ricavare modelli di pentodi su spice è un casino ho sperimentato l’abbozzo del circuito sul caro vecchio pezzo di legno, giusto per capire cosa potevo tirarci fuori, come alimentarlo e se vi fossero problemi particolari a cui stare attenti nel montaggio definitivo.

Il trasformatore che ho adottato è l’ SE5K6-UNI. Nell’immagine qui sotto potete vedere la retta di carico e il punto di lavoro scelto, i 5600ohm dell’SE5K6-UNI calzano a pennello:

Nella versione finale del circuito, dopo qualche prova empirica, ho tenuto la G2 a 350volt e la G1 a circa -47v, per arrivare a 4Watt RMS tondi tondi. Più o meno la stessa potenza la si ottiene anche a triodo però è necessario un driveraggio più forte e siccome vedo sempre solo dei triodi ho voluto fare tutto con dei pentodi, sia preamplificazione che sezione di potenza, tanto per cambiare. Avevo poi delle scatole per trasformatori più un trasformatore di alimentazione e un’induttanza funzionanti avanzati da un cinese demolito…

Quindi ho deciso di riciclarli per fare qualcosa con un’estetica un pò diversa dalle mie solite realizzazioni. Ho fatto un mobiletto in legno di olmo lucidato a gomma lacca e la piastra di alluminio totalmente home made, senza appoggiarmi a costose officine.

Ecco le scatoline cinesi riverniciate…

Trasformatori di uscita affogati in paraffina, il cartone serve per non farli entrare in contatto con la lamiera.

Piastra di montaggio completa, gli zoccoli octal e quello noval sono assolutamente di recupero!

Sempre per fare qualcosa di diverso ho realizzato un “servobias” a stato solido, è un piccolo circuito basato su una coppia di opamp che misura la corrente di placca della finali e varia il negativo di griglia, regolando il bias automaticamente senza necessità di intervenire con cacciaviti su trimmer ogni volta, per ritoccare il bias di valvole che si devono assestare e che non sono più nuove o quando vengono cambiate, basta infilare una valvola qualsiasi nello zoccolo e accendere l’amplificatore, il circuito in una decina di secondi assesta il suo bias ad un valore ben preciso e lo mantiene stabile nel tempo anche se ci sono variazioni di tensione nella rete di distribuzione o nel passaggio da valvola fredda a valvola calda dopo qualche ora di funzionamento, come in un selfbias con la differenza che la polarizzazione della valvole è a tutti gli effetti un bias fisso e quindi non ci sono condensatori sotto i catodi che possono introdurre colorature nel suono.

Ho inizianto quindi a montare il circuito vero a proprio, le induttanze che si vedono che ci crediate o no provengono da degli alimentatori PC guasti e demoliti, alcuni alimentatori (quelli seri che pesano), hanno delle induttanze di filtro sulle basse tensioni, queste in modo specifico sono delle 60mH con una RDC di 1,8ohm assolutamente traferrate (quindi adatte a filtrare corrente continua). Le ho utilizzate per alimentare i filamenti delle 5C15 in corrente continua, creando una cella CLC preceduta da una rettificazione schottky.

Questo è l’apparecchio finito, la manopola è prevvisoria, fatta con la stampante 3D, appena ho tempo me ne faccio fare una in alluminio tornito.

Dati strumentali:

Potenza massima 4Watt RMS per canale
Banda passante @ 4 Watt: 10Hz – 40khz -1db
Distorsione THD @ 1 watt 1,4%
Smorzamento DF: 5,71
Rout: 1,4ohm
Sensibilità di ingresso: Clipping con 4Vpp in ingresso.

L’apparecchio suona molto bene, vediamo le analisi di spettro:

Onda quadra a 100hz

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Il circuito genera armoniche di seconda e terza circa a pari livello, sebbene tanti dicano che le armoniche devono essere a “scalare” questa non è una regola assoluta e quando il livello di THD complessivo è molto basso non si odono differenze sonore, al contrario si sentono bene i condensatori utilizzati! !uindi niente suoni di vetri rotti o voci robotiche come credono i tanti, che ovviamente si basano solo sul sentito dire e hanno zero esperienza con le misure strumentali effettive. La realtà è che sebbene ora abbia questi risultati cambiando valvole, con altre, anche dello stesso tipo/marca cambi anche la generazione di armoniche e in maniera più o meno casuale si possano sperimentare anche le armoniche a scalare semplicemente cambiando valvole. Spiego bene questi fenomeni in questo articolo a dimostrazione che le strumentali sono tutt’altro che inutili come alcuni orecchiofili credono, ma invece spiegano tante cose.

Piccole modifiche postume

Siccome il suono non era ancora perfetto ho aggiunto 2 bypass in polipropilene su un paio di elettrolitici dell’alimentazione migliorando nettamente la nitidezza in gamma alta.

La seconda versione “GREY”

Dopo aver eseguito piccole modifiche e miglioramenti al primo prototipo per alcuni anni ero giunto probabilmente al suo massimo, già altissimo ma che comunque non poteva essere migliorato ancora per limitazione di alcuni componenti impiegati, inoltre il trasformatore di alimentazione cinese si metteva a ronzare dopo alcune ore di funzionamento, quindi visto l’ottima esperienza avuta ho pensato di ricostruirlo in modo serio e senza risparmio, ho iniziato disegnando uno schassis in 3D e iniziato il montaggio questa volta con tutti materiale nuovi e non di recupero.

Nuovo circuito di servobias evoluto

Hack della griglia soppressore

Come ho scritto a inizio articolo la 5C15 fivre è una copia della 307A, consultando il datasheet della 307A si impara che questo pentodo era stato costruito per trasmissione RF in modulazione di ampiezza dove sostanzialmente la portante RF arrivava alla G1 mentre la modulazione della stessa era ottenuta inviando il segnale audio alla G3, questo significa che la G3 ha una costruzione che la rende rilevante per il flusso elettronico e quindi valeva la pena indagare su una sua possibile polarizzazione.

Dopo qualche prova su uTracer ho trovato un punto di lavoro ottimale della G3 a +40volt, nei grafici qui sotto potete vedere le curve a pentodo con G2 a 350volt, a sinistra con G3 a 0volt e a destra con G3 a +40volt, come si può vedere la polarizzazione leggermente positiva della G3 raddrizza la gobba delle curve di placca rendendo la valvola molto più lineare e abbatte al contempo la corrente di G2. In pratica la G3 posta a 0volt diventa un freno per gli elettroni che compiono il viaggio tra la G2 e l’anodo, polarizzandola positivamente si toglie questo freno. Polarizzando la G3 ad una tensione ancora maggiore di 40 volt inizia ad assorbire corrente facendo nuovamente cadere le curve di placca. Per chi se lo chiedesse poi non è utile connettere la G3 all’anodo perchè si ottiene un tetrodo con tutti i problemi di stabilità dei tetrodi, non sono riuscito ad acquisire le curve in questa modalità perchè la valvola oscillava e bloccava la CPU di utracer ogni volta. Con questo espediente sono riuscito ad ottenere 1 watt in più in altoparlante e una minore distorsione.

G3 = 0volt G3 = +40volt

Montaggio in corso…

La parte superiore

Ho sostituito la PCC84 con una ECC82 (ma solo perchè ero rimasto senza P/ECC84) nello specifico di questo circuito non sarebbe cambiato nulla a livello sonoro. Da notare le ARP34 “denudate” 😳 , se guardate la foto di inizio articolo le ARP34 hanno una verniciatura grigia, è una vernice conduttiva collegata al pin1 che funziona da schermo RF, molto importante in un ricevitore radio. Quasi tutte le ARP34 che avevo a disposizione però avevano al vernice rovinata dagli anni, che si sfaldava sebbene fossero nuove e mai tolte dalla scatola. Siccome per uso audio questa schermature non si è rilevata importante le ho ripulite con una paglietta, esteticamente sono molto belle con un jetter a specchio che ricopre quasi tutto il vetro lasciando intravedere solo parzialmente gli elettrodi interni.

L’estetica del mobile riprende le fattezze di apparecchi vintage volutamente, anche il colore.

Dati strumentali:

Potenza massima 5Watt RMS per canale
Banda passante @ 4 Watt: 10Hz – 40khz -1db
Distorsione armonica totale @ 1 watt: 0,34%
Smorzamento DF: 5,71
Rout: 1,4ohm
Sensibilità di ingresso: Clipping con 4Vpp in ingresso.

Analisi si spettro

Banda passante 1 watt su carico resistivo

Banda passante 1 watt su carico reattivo

Quadra 100Hz 1watt

Quadra 1khz 1watt

Quadra 10khz 1watt (migliorato rispetto la prima versione)

Triangolare 1khz 1watt

Attualmente il mio milkyway sta suonando abbinato al granny 27 e il binomio dei 2 è veramente spettacolare, la precisione dei bassi e la raffinatezza della gamma medio alta è veramente una lussuria, si sente ogni più piccolo dettaglio sonoro, pulito, limpido piacevole e mai fastidioso. Il cantato femminile veramente celestiale.

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5 risposte a SB Milky Way – Prototipo – 5C15 Fivre / 307A VT-225 Single End Amplifier

  • Sono il felice possessore del Milky Way che l’ amico Stefano mi ha venduto ad un prezzo veramente da amico.
    Valore di rivendita? Ma per quale motivo sulla terra dovrei rivendere un amplificatore cosi? La scelta di acquistarlo è arrivata solo dopo averlo ascoltato. 5 watt più o meno. Ora collegato ad un paio di vecchie RCF BR40 regalo di mio padre 50 anni fa causa ribordatura delle JBL anni 70 ad alta sensibilità (4333b) Avranno 86/87 db si e no eppure la stanza è piena di musica perfetta, i tromboni di Maurizio Cazzati suonano al punto che sembra di avere qui il musicista in persona (morto 500 anni fa).
    E da appassionato, non tecnico, ogni volta che ascolto un ampli con controreazione-purchè costruito bene come Stefano sa fare-suona meglio di quell non controreazionati che ho ascoltato. Tutti, senza eccezioni. Lo dice il mio orecchio e questo è quanto. Unica ragione futura per tentare la rivendita potrebbe essere la sordità totale. Cosa me ne faccio di un ampli allora? Ma allo stato ci sento benissimo e il Milky Way sta dove sta. Bravo Stefano

  • salve sono veramente in accordo su quanto detto sulle valvole 307A sono una favola suono dolce e pulito

  • Ciao Stefano ad avvallare quello che dici nell’articolo:

    posso confermare dopo aver sentito il “Milky” a casa di Stefano in periodo “Pre Covid”!!! che suona veramente bene. Tra i migliori ampli che abbia sentito. (Ne ho sentiti!!!)

    Purtroppo in campo Hi fi ormai si dice di tutto e di più senza ascoltare!!! Non ho mai capito una cosa degli “audiofili” ovvero di cosa interessa di come si arriva all’obbiettivo voluto.

    Se qualcuno ha dubbi ed è ancora nella fase “comandamento audiofilo” fallo venire ad ascoltare non potrà che ricredersi. Ciao

  • Esteticamente parlando a me piaceva di più la prima versione, ecchisenefrega vero hai ragione… 🙂
    Con che diffusori lo hai fatto funzionare e che caratteristiche hanno?
    Thx

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SB-Nibiru – Prototipo – Perchè non esiste solo la distorsione armonica

Trovo solo ora il tempo di scrivere un’articolo su questo piccolo esperimento che ho fatto 2 anni fà, spiego subito che si tratta di un’esperimento a tutti gli effetti ma che mi è servito, e potrebbe servire anche a voi che leggete a comprendere meglio i fenomeni che avvengono all’interno di un circuito e a sfatare ulteriormente alcuni credi audiofili. L’oggetto è comunque un piccolo preamplificatore che può essere utilizzato con godimento e ha veramente senso realizzarlo o prenderlo come spunto per altri progetti.

Intanto perchè l’ho chiamato Nibiru? cit. Wikipedia

Nibiru è un presunto pianeta descritto, sulla base di una personale interpretazione delle scritture sumere, dallo scrittore Zecharia Sitchin nell’ambito della sua teoria che vorrebbe che all’origine della vita sulla Terra ci sia una presunta civiltà extraterrestre. Tale sua personale teoria è del tutto priva di riscontri e di qualunque base scientifica.

Proprio come per Nibiru anche nel mondo audiofilo circolano miti e leggende prive di riscontri e basi scientifiche ma che si tramandano a voce e su cui si crede per fiducia in modo dogmatico, alcuni di questi riguardano la distorsione armonica che sembra essere l’unico tipo di distorsione esistente, e i presunti effetti deleteri del negative feedback (di cui ho già parlato in quest’altro articolo) o i presunti effetti positivi della sua assenza, per essere più precisi in questa leggenda si afferma che l’uso di negative feedback in qualsiasi sua forma sia anche solo un regolatore di tensione che alimenta un filamento cancellerebbe informazioni sonore, ma realizzato questo esperimento si scoprirà che le cose non stanno proprio così.

Iniziamo parlando della distorsione armonica: nel mondo audiofilo dei forum, delle riviste e dei vari guru che fanno documentari su youtube parrebbe che tutto il bello del suono delle valvole sia causato dal fatto che esse distorcono con armoniche pari o che le differenze sonore tra un’apparecchio o l’altro dipendano unicamente da una diversa impostazione dello spettro armonico… che i single ended suonano in un certo modo perchè fanno le armoniche pari mentre i pushpull suonano in un’altro perchè fanno le dispari (ma quell’altro tizio non aveva detto che le valvole fanno solo le pari?). La realtà delle cose è ben più complessa di come la descrivono… per ignoranza? per malafede? Perchè è troppo faticoso affrontare un discorso seriamente e spiegare le cose come sono veramente? Perchè alimentare il mito aiuta a vendere apparecchi e accessori super costosi limitandosi a raccontare favole? Non lo so, però posso affermare qui ora (e farò un’articolo di approfondimento più avanti quando ne avrò occasione) che le valvole non distorcono solo di armoniche pari, ma generano sempre e comunque un misto di pari e dispari in diversa misura a seconda del circuito in cui vengono inserite e che il risultato non è poi statico e immutabile ma cambia anche solo cambiando valvola con un’altra apparentemente uguale nello stesso circuito, che i single ended non predominano necessariamente di armoniche pari e che i pushpull non predominano necessariamente sempre e solo di dispari… e che a volte questi cambi di impostazione armonica non risultano nemmeno udibili.

La distorsione armonica è solo una delle tante distorsioni possibili su un segnale che attraversa un circuito, altri tipi di distorsione sono per esempio quella di fase, le intermodulazioni, le distorsioni di memoria. Sarebbe impossibile per me approfondire tutti questi argomenti in una volta sola, per ora lascio che gli interessati facciano le loro ricerche su internet. Mi limito a dire che tutti questi tipi di distorsione possono affliggere in modo più o meno negativo i vari circuiti amplificatori e possono modificare l’esperienza uditiva dell’ascoltatore e magari il celare la loro esistenza alle masse è stata una delle cause del formarsi di un’altro mito, ossia quello che gli strumenti di misura non servono a niente “perchè a volte capita che un circuito che agli strumenti sembra andare meglio suoni peggio di uno che sembrava andare peggio” (a parte che suona meglio o peggio è una cosa abbastanza soggettiva) in realtà, come sempre dico spesso, i dati sono falsi oppure sono incompleti. È comprensibile comunque che diventi difficile mostrare tutti questi dati e che poi gli utenti normali riescano a interpretarli, io stesso non possiedo tutti gli strumenti che sarebbero necessari (perchè veramente costosi e fuori dalla mia portata) per spiegare meglio “nibiru”, in ogni modo la prova empirica ad orecchio e il confronto delle strumentali che riesco ad acquisire rende un quadro abbastanza comprensibile della cosa e tutto ciò che faccio è molto di più di quello che fanno tanti venditori che non esibiscono niente.

Una grande importanza in questi fenomeni sonori ce l’hanno gli elementi reattivi: condensatori, induttanze e trasformatori sono in assoluto i componenti più imperfetti e anche complessi nella loro imperfezione, prendiamo ad esempio un’induttanza… nel mondo teorico questa è un’induttanza:

Nel mondo reale invece questa potrebbe essere la rappresentazione approssimativa di un’induttanza con i suoi elementi parassiti…

Brevemente: l’induttanza reale ha una resistenza serie che è rappresentata dalla resistenza DC del filo di rame, una resistenza in parallelo (di grandissimo valore) che è la dispersione del dielettrico, un condensatore in parallelo che è la sua capacità parassita principale, ha poi dei gruppi risonanti LC serie e LC parallelo (potrebbero essere anche più di uno per tipo) e in fine i condensatori verso massa che ho disegnato all’inizio e alla fine sono le capacità che si formano tra l’inizio e la fine dell’avvolgimento rispetto la carcassa metallica del nucleo che normalmente è collegata al telaio. Poi senza considerare l’effetto di Barkhausen. È facile comprendere che se l’induttanza ideale e ipotetica ha un comportamento ben preciso e prevedibile quella reale che cela tutti questi circuiti parassiti ed inevitabili avrà un comportamento molto complesso rispetto al segnale audio che la attraversa. Un trasformatore poi è ancora più complesso di una semplice induttanza, ed anche i condensatori hanno elementi parassiti che formano reti abbastanza complesse.

Veniamo al circuito di nibiru, a cosa fà: Una delle leggende audiofile vorrebbe che gli amplificatori zero feedback suonassero con una certa tridimensionalità, palcoscenico, o il presunto effetto di avere davanti l’orchestra o la cantante, normalmente chi parla di zero feedback glissa oppure ignora totalmente il discorso sui problemi di controllo dei diffusori alle basse frequenze. Sempre gli stessi poi sono quelli che dicono che l’uso di negative feedback è deleterio perchè cancella informazioni sonore…

Innanzi tutto posto questi 2 file audio, (freeware) che si trovano su internet assieme a tanti altri, vi chiedo di ascoltarli assolutamente con delle cuffie (non funziona se li ascoltate con le casse), non importa che utilizziate un’amplificatore prestigioso, bastano 2 cuffie infilare nel jack del computer o dello smarphone…

Titolo: “Dal Barbiere”

Titolo: “Acqua minerale”

Fanno abbastanza venire i brividi vero? Molti sognano una cosa del genere davanti al loro HiFi… e questi 2 file audio sono volgari MP3, alcuni sapranno già di cosa si tratta, ma lo spiego per quelli che non lo sanno; queste sono registrazioni binaurali…

La foto qui sopra non è la testa di un manichino per esporre cappelli e occhiali al supermercato ma è un costosissimo microfono binaurale, per capire il suo funzionamento bisogna prima capire come fa il nostro cervello a capire la direzione di un suono. Noi abbiamo solo 2 orecchie una a destra e una a sinistra, nonostante questo riusciamo a capire se un suono arriva da davanti o dietro, da sopra e da sotto (o direzioni intermedie)… Com’è possibile? il segreto è nella forma delle nostre orecchie, quando un’onda sonora colpisce la struttura dell’orecchio subisce delle distorsioni (sopratutto nel dominio della frequenza e della fase) e queste distorsioni cambiano a seconda di come l’onda impatta sulla struttura dell’orecchio (in pratica a seconda della direzione) per poi arrivare al timpano, in base a queste distorsioni il nostro cervello, che è un computer potentissimo, riesce a comprendere la dislocazione fisica nell’ambiente da cui questo suono è partito. Il microfono binaurale imita una testa umana con 2 orecchie che sono una copia fedele di orecchie umane all’interno delle quali si trovano 2 microfoni e proprio in questo modo i 2 microfoni riescono a registrare delle reali informazioni sonore tridimensionali che portano al risultato sorprendente che avete sentito sopra, che può però essere apprezzato unicamente in cuffia, infatti riproducendo questi file sonori in un normale impianto stereo si modifica completamente ciò che arriva ai nostri timpani e l’effetto tridimensionale svanisce totalmente.

Capita questa cosa diventa evidente che se una registrazione non contiene questo tipo di informazioni audio perchè è stara registrata con microfoni normali o addirittura registrata uno strumento alla volta in uno studio e poi mixxata e non la si ascoltata in cuffia non potrà MAI e poi MAI risultare come un’evento reale quando riprodotta, anche perchè magari l’evento reale “live” non è mai accaduto (musica registrata in studio)… o meglio, voglio essere più chiaro: nella registrazione NON ci sono queste informazioni ed è palese che nessun circuito può restituire al segnale qualcosa che è stato perso (tralasciando qualche guru che afferma di costruire macchine fantascientifiche che viaggiano nel tempo o in altre dimensioni a cui è meglio non dar peso). Se ascoltando il vostro impianto si notate elementi tridimensionali, perchè si è costruita una certa catena audio, con certe casse e in un certo ambiente, queste informazioni sonore, questa tridimensionalità, il palcoscenico… sono finti… posticci… se vogliamo dire: creati ad arte ma comunque frutto di una certa manipolazione o meglio distorsione del segnale nei suoi tanti aspetti di frequenza di fase etc, ad opera dell’amplificatore o delle casse o di un certo posizionamento nell’ambiente… Non la riproduzione fedele di un eventi live ma “un’effetto speciale” che probabilmente avviene in un certo modo solo a casa vostra e non è ripetibile esattamente uguale in altre condizioni.

Attenzione io non sto sindacando che introdurre queste distorsioni goderecce sia sbagliato, provate a immaginare il sapore di una costina di maiale cotta sui carboni e una cotta nel microonde senza sale e senza spezie… la seconda fa abbastanza schifo. Quello che voglio dire è un’altra cosa: i vari guru affermano che gli amplificatori retroazionati cancellino cose… ma la realtà è che “è l’assenza di controreazione” a introdurre cose che nel segnale non ci sono! La realtà percepita e raccontata viene totalmente ribaltata! Dov’è lo sbaglio in tutto ciò? Fino a che punto queste cose aggiunte sono buone e quando diventano peggiorative? (immaginate la vostra costina ai ferri sepolta sotto una colata di salsa tanto sa non distinguere più il sapore della carne). Lo sbaglio sta nel fatto che quando non comprendi un fenomeno allora non lo sai gestire! Tanti realizzano amplificatori che vengono come vengono per avere questi effetti ma si trascinano dietro problemi patologici che non si possono eliminare perchè non li comprendono. Arriviamo al circuito di Nibiru, di cui qui sotto lo schema premium:

Il circuito è molto semplice e basilare, è costituto da una ECC82/12AU7 o compatibile come 6189 / 5814A e realizzabile anche con la 12BH7 / 6CG7 e 6SN7. La tensione anodica è molto bassa, attorno gli 80 volt ed è presente un deviatore quadruplo che permette di passare il circuito in 2 modalità diverse, in un modo la valvola è caricata con una resistenza sull’anodo e una sotto al catodo senza nessun condensatore di bypass, quindi non c’è nessun elemento reattivo nel circuito (a parte i condensatori di disaccoppiamento inevitabili) nell’altro modo invece viene inserito un condensatore in parallelo alla resistenza catodica mentre la resistenza anodica viene sostituita con una induttanza 19S555. Ci sono poi 2 potenziometri doppi, il primo posto sull’ingresso è un controllo di tono che permette di tagliare le frequenze basse mentre il secondo è un negative feedback locale variabile che permette di regolare un tasso di controreazione locale tra un certo massimo e un certo minimo (prossimo a zero).

L’esperimento consiste nel porre questo circuito in mezzo tra una sorgente nota ad esempio un DAC o un lettore CD e un’amplificatore di potenza che deve essere retroazionato, quindi disporre di un certo minimo smorzamento dei diffusori e possibilmente che sia un buon amplificatore e non un rottame che suona male.

Ora ci si può divertire con i comandi di nibiru, a regolare i vari potenziometri per sentire come cambia il suono, io posso ora raccontarvelo a parole ma vale la pena sperimentare di persona perchè è interessante e istruttivo, e getta finalmente luce su argomenti che risultano ai più oscuri e incomprensibili.

Nella modalità resistiva, senza elementi reattivi, nibiru risulta abbastanza neutro, quasi inutile a parte una leggera preamplificazione del segnale. Non cambia granchè rispetto a non averlo collegato affatto, viene introdotta solo la distorsione armonica della valvola e sostanzialmente il miglior suono si ha settando la controreazione al massimo perchè si abbatte proprio tale distorsione presente quando il feedback sta a zero. Il bello avviene quando si commuta il circuito nella modalità reattiva, esso diventa quello che viene poi chiamato parafeed, con la differenza che nessuno a parte me ho avuto l’idea di inserire una controreazione locale variabile in un circuito parafeed. L’effetto che si ottiene è il seguente: quando la regolazione del negative feedback è al massimo si ha un suono abbastanza chiuso e schiacciato contro le casse (stranamente ad almeno 2 o 3 persone a cui l’ho fatto sentire piaceva così! Dimostrazione che poi meglio o peggio è soggettivo.) Questo avviene per via delle interazioni eccessive tra NFB e le rotazioni di fase dell’induttanza. Man mano che si gira il potenziometro diminuendo il tasso di NFB il suono si apre. Inizialmente questo si distacca dalle casse mantenendo però una separazione destra e sinistra, proseguendo il suono si distacca sempre più, si forma un fronte sonoro centrale e si nota quello che chiamano palcoscenico ossia sensazione di avere davanti la cantante con gli strumenti distribuiti da destra a sinistra… poi ancora il suono si avvicina, arriva in faccia all’ascoltatore.. tutto questo gradualmente man mano che si cala il tasso di NFB… ma continuiamo… a un certo punto si confonde un pochino la distinzione tra destra e sinistra, i 2 canali si mescolano… siamo a circa ore 13 del potenziometro… diminuendo ancora il tasso di NFB la gamma medio alta resta invariata, suono aperto ma cominciano a imbruttirsi le basse frequenze, dapprima sporche e poco definite diventano slabbrate e invadenti quando il tasso di NFB è al minimo… si può agire sul controllo di tono per abbassare il volume delle basse frequenze e renderle meno invadenti ma restano comunque poco definite. Bisogna poi tener presente che nibiru come carico ha il potenziometro di un’amplificatore… perchè quando il carico è una cassa le cose sono ancora più complesse.

Vediamo cosa succede con gli strumenti di misura.

Distorsione su carico resistivo puro

Senza Feedback (THD 1,3%)

Massimo Feedback (THD 0,86%)

Distorsione su carico reattivo puro

Senza Feedback (THD 1,24%)

Massimo Feedback (THD 0,4%)

Come si vede bene da queste analisi di spettro sono inconclusive e non dicono assolutamente niente, ci sono differenze di poche frazioni percentuali di distorsione armonica tra i vari modi che non spiegano per nulla le grandi differenze che si hanno a livello uditivo… Però voglio far notare che sebbene questo sia un circuito semplicissimo formato da 1 solo triodo, con o senza feedback, non ci sono solo armoniche pari… MA PER NIENTE! nello spettro senza feedback vediamo in ordine da sinistra a destra la armoniche 2 – 3 – 5 – 9 … mentre nello spettro con massimo feedback le armoniche 2 – 3 – 7 – 9 e anche nel modo reattivo ci sono diverse armoniche, quindi chi insiste a dire che le valvole producono solo armoniche pari non dice il vero. Passiamo all’analisi della risposta in frequenza e in fase.

A questo punto so benissimo che qualcuno obbietterebbe “eh ma qualcosa cambia! come fai a dire che non si sente quel 0,1% di differenza!!” Lo dico perchè basta sostituire la ECC82 con un’altra ECC82 (e ho provato con diverse ECC82, con una 6211, la 5814 e una 12BH7) per avere cambiamenti anche più consistenti di uno 0,1% ma all’atto dell’ascolto non cambiava niente… al di sotto del 1/2% di THD solo gli strumenti notano differenze (provato con diverse cavie che ovviamente non sapevano cosa stessi facendo nel corso degli anni).

Risposta in frequenza su carico resistivo

Senza Feedback (25 gradi a 60khz)

 Massimo Feedback (25 gradi a 70khz)

Risposta in frequenza su carico reattivo

Senza Feedback (25 gradi a 20khz)

Massimo Feedback (25 gradi a 50khz)

Per mio errore nell’acquisizione del grafico, su carico resistivo ho impostato la scala a 50gradi quadretto, mentre su carico reattivo a 10gradi quadretto, in definitiva l’andamento in fase su carico resistivo è comunque migliore rispetto quello sul reattivo, ho riportato il grado di rotazione di 25 gradi partendo da 1khz… Già in questa misura si nota che l’elento reattivo introduce maggiore rotazione di fase. Ma se proviamo a sollecitare il circuito con un segnale ad onda quadra a 10khz? (in giallo il segnale del generatore in azzurro il segnale del circuito)…

Quadra su carico resistivo

Senza Feedback (1volt / div)

Massimo Feedback (1volt / div)

Quadra su carico reattivo

Senza Feedback (10volt / div)

Massimo Feedback (2volt / div)

Sul carico resistivo non si nota niente di particolare a parte il cambio di ampiezza, il fronte di salita e discesa dell’onda è leggermente arrotondato per via delle capacità del circuito ma niente di chè, con l’induttanza di carico senza NFB si ottiene una quadra più arrotondata e deformata, se si aumenta il tasso di NFB la deformazione diminuisce gradualmente ma mai del tutto fino a quando si arriva al massimo NFB dove compaiono anche delle leggere ondulazioni sulle creste dell’onda che ho cercato di evidenziare aumentando lo zoom che sono il ringing della stessa, ossia una risonanza interna, ma ancora tutto si ferma qua. In pratica i fenomeni maggiori, in teoria, avvengono sui segnali transitori dove gli elementi reattivi del condensatore e dell’induttanza immettono nel segnale più cose, e l’interazione con il negative feedback riesce in parte ad eliminare alcune di esse (ribadisco: eliminare cose che sono state aggiunte dal circuito, non eliminare cose che erano nel segnale) e in parte ne crea altre per interazione, purtroppo non ho strumenti più complessi che potrebbero dare misurazioni più significative.

Quello che però secondo me è chiaro è che gli elementi reattivi aggiungono cose al segnale (distorsioni) e che di certo non centrano nulla con le armoniche. Il circuito di nibiro è interessante per fare esperimenti, chi non fosse interessato a fare queste prove ad orecchia puoi realizzarlo omettendo il commutatore, lasciando solo la sezione reattiva con il feedback regolabile e senza controllo di tono. Tra l’altro non sono il primo ad averci pensato, basta guardare qua sotto la foto che mi ha mandato un’amico su Whatsapp.

Voglio aggiungere che l’inserimento di nibiru in mezzo alla catena audio ha sempre procurato una leggera diminuzione della definizione e del dettaglio della registrazione, con o senza feedack non importa, è importante dire che più roba si mette in cascata in una catena audio più inesorabilmente si perdere qualcosina, anche se poco, e questo insegna che se si può fare meno di un preamplificatore forse meglio non metterlo, molte persone infatti infilano preamplificatori in mezzo tra sorgenti e finali che magari non ne avrebbero bisogno. Però l’effetto di suono che ti viene in contro quando nibiru è inserito e ben regolato è veramente bello. In definitiva io personalmente continuo a concludere che la totale assenza di NFB sia un handicap e che invece l’uso ponderato e moderato dello stesso sia come il piatto di uno chef stellato, e spero che questo articolo muova la curiosità dei lettori.

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8 risposte a SB-Nibiru – Prototipo – Perchè non esiste solo la distorsione armonica

  • Certo AleD ti dicono sempre che devi spendere tanto se no non va bene poi vai a casa di un tuo amico che ti chiama a sentire un 300b che ha pagato 12000 euro e fa schifo se anche fosse che spendi un sacco di trasformatori e va bene uguale a come va bene fatto in un altro modo cosa ci hai guadagnato?, vale l’idea o vale il risultato? dai retta a me che di apparecchi con i trasformatori di stefano ne ho già costruiti 3 con i suoi schemi e suonano molto meglio di tanta roba che compri senza feedback anche costosa

  • “Ma con un budget elevato sarebbe possibile progettare e costruire per esempio un SE a triodi con nessuna retroazione, ne’ globale e nemmeno locale, e che funzioni sonicamente bene? Da abbinare a diffusori ad alta sensibilità e facili da pilotare.”

    C’è anche da dire che il fastidio del basso smorzamento dipende anche dall’inerzia delle casse e dalla potenza del circuito, con questo 45 che ho realizzato io https://www.sb-lab.eu/sb-tulipa-single-ended-45/ avevo usato un tasso di NFB veramente poco limitato, il DF era appena di 3 ma con i soli 2,2 watt era sufficiente a fare un buon ascolto, però la questione è sempre quella che si rifugge il negative feedback perchè vi si associa una esperienza uditiva negativa, ma questo non è sempre vero, sopratutto se i trasformatori hanno bande passanti elevate e la rete di NFB è fatta bene non si trova nessuna differenza apprezzabile ad orecchio se non che senza del tutto in molte situazioni si ha esperienza di bassi fuori controllo, quindi non capisco la ragione dell’accanimento. In ogni modo il lilliput https://www.sb-lab.eu/lilliput-amplificatore-single-ended/ potrebbe essere uno di quei progetti molto semplici e con uno smorzamento buono nonostante l’assenza di controreazione, perchè la 6080 ha una resistenza interna di appena 300ohm… purtroppo le altre valvole di più comune uso hanno Ri di migliaia di ohm…

  • Gentile utente non posso fare commenti diretti su prodotti della concorrenza e ho dovuto per ovvi motivi eliminare il link, io non dico niente su quell’apparecchio perchè non l’ho mai provato ma un’idea ce l’ho e il video in questione l’ho già visto tempo fà e non mi trovo d’accordo con quelle che viene affermato, un monotriodo zero feedback accoppiato e trasformatori avrà un certo risultato che può piacere o non piacere ma trovo sbagliato affermare che l’uso di NFB sia incontrovertibilmente e sicuramente peggiorativo perchè si afferma come verità assoluta quello che invece è un gusto personale, ho pubblicato il progetto del triodino 4 con nfb disattivabile proprio per incuriosire le persone perchè il paragone tra 2 apparecchi diversi non vale niente e si traggono conclusioni errate, ci sono fior di amplificatori che usano la controreazioni venduti a parecchie migliaia di € di marchi famosi, che suonano bene. La questione piuttosto è che i sostenitori dello zerofeedback a tutti i costi a mio modesto parere siano una minoranza ma sono accaniti e fanno tanta “confusione” tutti gli altri comprano e realizzano quello che gli pare senza fare tanta propaganda, il problema è che sempre secondo me gli stessi stanno portando al collasso il mercato dei valvolari perchè ho osservato tantissime persone stanche di essere prese in giro con apparecchi che costano un’occhio della testa e mi dicono che non suona bene e sono passati allo stato solido perchè si sono arresi che quella via di mezzo non gliela da nessuno… o stato solito o valvolari zero feedback e tutti e dire così suona meglio.. in termini culari è come se tutti proponessero la loro ricetta per cucinare il baccalà dicendo questo è buono, è meglio, ma se non ti piace il baccalà?

  • Te lo dicono a parole, ma tu lo hai sentito e confrontati, sopratutto confrontati con retroazionati fatti al mio modo (e non uno qualsiasi) ? perchè un mio amico di roma che ha realizzato questo: https://www.sb-lab.eu/single-ended-el34-di-alberto/ aveva uno che continuava a dirgli (quando gli schemi erano ancora visibili in chiaro… infatti li ho pixelati tutti anche perchè mi ero rotto di queste persone) “non farlo, da un circuito così non puoi aspettarti più di tanto, è sbagliato, toglie quello aggiungi quall’altro, stacca il negative feedabck…” poi per fortuna alberto ha fatto il progetto rispettandolo, con i miei trasformatori e ottimi condensatori che gli hanno suggerito i ragazzi di audiokit e quando il guru di turno è andato a sentire è rimasto pietrificato e alla fine ha dovuto ammettere che non ha mai sentito così tanto dettaglio in un’amplificatore… e non è l’unico che si è trovato amici e conoscenti che remavano contro le mie progettazioni alla fine si sono trovati col loro amplificatori di marchi o nomi altisonanti … 845, 2a3, 300B i cui marchi i modelli non posso citare perchè poi sarei passibile di azioni legali, totalmente seppelliti.. tanto per dire che c’è uno che fa dei 300B e dichiara che siano zerofeedback e con uno smorzamento di diverse centinaia come cifra (totalmente impossibile anche con il più retroazionato degli stati solidi) ma poi nei vari commenti leggi gente che dice che però lo usa un biamplificazione solo sui medi alti perchè le basse non le fa bene.

  • Comunque l’esempio sarebbe questo:

    link eliminato

    Che ne pensi?

  • Chiedevo perché ci sono progettisti che li realizzano con costi di costruzione (non di vendita) di svariati migliaia di euro e sostengono appunto che la controreazione zero dia risultati sonicamente migliori usando valvole adatte in circuiti adatti. Boh.
    Se interessa in privato posso fornire il contatto (nostrano).

  • Come ho spiegato in altri articoli si riesce ad avere uno smorzamento “decente” ( https://www.sb-lab.eu/fattore-smorzamento-amplificatori/ )solo con un ristretto numero di valvole che posseggono una Ri molto molto bassa che praticamente si restringe alle regolatrici di tensione come la 6080 / 6336 / 6c33 e poche altre… con valvole come la 2A3 e le 300b non si riesce ad avere ottimisticamente parlante uno smorzamento superiore a fattore 2, ma sinceramente la cosa non deve essere di nessun interesse perchè quello che conta è il risultato e non come lo si ottiene e questo continuare a trattare il negative feedback come una sorte di peste a me personalmente ha stancato, ( https://www.sb-lab.eu/negative-feedback-e-la-caccia-alle-streghe/ ) tutti quelli che hanno sentito le mie realizzazioni o abbiano eseguito qualche mio schema con i miei trasformatori alla fine si sono trovati d’accordo che la buona progettazione con moderato (e sottolinea moderato) uso di NFB abbinato a buoni trasformatori da risultati superiori e non raggiungibili in sua assenza… Ma poi pubblicassero le strumentali a parole potrei anche dire di avere 4 braccia e 3 occhi… quanti ce ne sono che pubblicano i dati che pubblico io? Ho visto mcintosh, un produttore di amplificatori che costano come casa mia e basta… di contro ho avuto qualcuno che ha voluto insinuare che le misure che faccio sono taroccate perchè voglio tirare acqua al mio mulino, oppure quando per dire ho riparato il fatman 252 non ho avuto problemi a scrivere che faceva 100khz di banda passante perchè aveva ottimi trasformatori https://www.sb-lab.eu/fatman-itube-252/

  • Ma con un budget elevato sarebbe possibile progettare e costruire per esempio un SE a triodi con nessuna retroazione, ne’ globale e nemmeno locale, e che funzioni sonicamente bene? Da abbinare a diffusori ad alta sensibilità e facili da pilotare.

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HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

Ho voluto creare questo piccolo DAC che a qualche audiofilo a colpo d’occhio potrebbe sembrare insulso e privo di interesse, sopratutto per il tipo di convertitore utilizzato e la super economicità della stessa schedina che a molti potrebbe apparire un giocattolo visto che al giorno d’oggi si parla di convertitori a 24/32 BIT 192/384khz, necessità di utilizzare mcu i2c, ricloccate, con orologi atomici e regolatori di tensione che devono generare meno rumore di quello che esisteva prima del bigbang… Io invece sono dell’idea che il grosso del lavoro sia fatto dalla parte analogica posta dopo il DAC mentre tutto il resto sia il solito marasma dogmatico audiofilo  dove le cose vanno fatte secondo certi criteri i quali però alla fine portano a “risultati” solo se vedi o sai cosa ascolti perchè il più delle persone faticherebbe a riconoscere 2 apparecchi con un test in doppio cieco.

I bit sono le unità di misura più piccole di un segnale digitale. Prendiamo l’esempio di una fotocamera digitale. Comprereste una fotocamera tascabile Casio da 100 Euro che ha un CCD da 10 milioni di pixel o piuttosto una Canon D30 XLR da 8 milioni? Il numero di pixel sulla casio è migliore, ma è tutto perso in un firmware mediocre, compressione dei file, qualità dell’obiettivo, precisione dell’alimentazione, ecc…

Nella riproduzione musicale al giorno d’oggi si parla di DAC a 16/24/32 BIT dove quelli a 16bit ormai sono considerati obsoleti, ma tutti i CD sono registrati a 16 bit, mentre sulla rete è possibile acquistare musica ad alta definizione anche a 24bit.

Ma siamo sicuri che sia possibile udire la differenza tra un brano a 16 e uno a 24bit? o che tutti questi nuovi DAC super tecnologici servano veramente o portino miglioramenti così enormi da giustificarne i costi?

Indipendentemente dal DAC che utilizziamo, avere 16 bit significa che siamo in grado di riprodurre un segnale di 2Vpp con una precisione di 2/65536 Volt. Quindi un DAC con 24bit reali non è immediatamente migliore. Il fatto che il chip possa “comprendere la parola” di 24 bit non garantisce che emetterà musica di altrettanto grande risoluzione.

Poiché anche gli altri elementi giocano un ruolo importante, il tempo degli impulsi (orologio), la stabilità dell’alimentatore e lo stadio analogico hanno tutti la possibilità di riprodurre il segnale con una precisione dello 0,01% che è 1/10000, molto lontano da 1/65536 MOLTO LONTANO dalla definizione a 24 bit, che è 2 alla ventiquattresima potenza.

Spiegazione non matematica, prendiamo l’esempio di una stampante: Alcuni produttori possono creare stampanti con una risoluzione di 20.000dpi. Questo può essere un valido sponsor per la risoluzione della testina e per il suo software, ma il risultato “analogico” sarà che la goccia d’inchiostro si spargerà su un’area 10 volte più grande del suo ugello iniettore, perchè la struttura della carta avrà fibre 10 volte più grandi di 20.000dpi che assorbendolo lo spanderanno su un’area più grande di quello della gocciolina di partenza. Quindi la limitazione della risoluzione analogica è nell’interazione tra l’inchiostro e la carta e non la risoluzione dell’iniettore. Per non parlare dell’accuratezza del movimento della testina sulla sua rotaia, della temperatura degli iniettori, della pressione dell’aria, dell’umidità ecc.

Versione a bassa tensione con ECC86

Ho voluto comprare quindi su ebay un piccolo convertitore DAC USB dal costo inferiore ai 10€, sincrono e con una definizione massima di 16bit a 48khz e vedere cosa ci si poteva tirare fuori aggiungendoci un’altrettanto semplice stadio di preamplificazione valvolare (non buffer ma preamplificazione vera), ho quindi comprato una scheda che monta il PCM2707 al costo di ben 5,69€, ho dissaldato il connettore jack e i 2 condensatori elettrolitici posti sull’uscita (segnati con la stellina rossa).

E si potrebbe eliminare anche il connettore RCA giallo, non è un’ingresso ma un’uscita sp/dif praticamente inutile, quindi l’ho fissato su un pezzo di 1000 fori e siccome il chip 2707 emetteva un segnale debole per la maggioranza degli amplificatori ci ho aggiunto un piccolo preamplificatore valvolare usando una ECC86 che è una versione a basso voltaggio della ECC88…

Voglio fare una parentesi su questa cosa: su internet si vedono tantissime persone usare valvole a bassa tensione, ma non valvole specializzate per la bassa tensione (come la ECC86) ma valvole comuni come ECC83/88/82 e svariate altre che sono fatte per funzionare con tensioni di placca molto maggiori e che alimentate a tensioni così basse producono solo segnali di impedenza altissima, distorsione e vanno incontro a una morte prematura per un fenomeno chiamato avvelenamento del catodo o “cathode poisoning” (potete documentarvi su google). Io quindi ho utilizzato una valvola nata per le autoradio d’epoca, costruita espressamente per funzionare a bassa tensione e che quindi oltre a funzionare bene, col tempo, non andrà in contro a fenomeni di avvelenamento a deperimento delle prestazioni. Ecco lo schema premium:

Il tutto è stato poi rinchiuso in una scatoletta di plastica realizzato con la stampante 3D, per restare sull’economico e come scherno a chi realizza apparecchi spesso super costosi ma dalle prestazioni non sempre all’altezza del costo, il tutto completato da un piccolo interruttore e un led.

All’ascolto, con casse di assoluto riferimento e in un’ambiente trattato acusticamente da ditta specializzata in studi di registrazione questo piccolo DAC ha mostrato un suono molto dettagliato, frizzante e arioso che nulla ha da invidiare a moltissimi apparecchi iper costosi. A parità di catena sonora e tracce (tutte a 24bit 192khz) riprodotte lo abbiamo confrontato con un costossisimo (circa 3000€) DAC commerciale di marchio noto, utilizzante l’AK4495S e anche lui con il suo stadio valvolare di fabbrica e la differenza non era così eclatante come ci si aspetterebbe, cioè insomma nel senso se metti a confronto un’oggetto artigianale volutamente economico (che viene a costare 150€ con anche la mano d’opera) basato su una schedina cinese da 5€ e un DAC da 3000€ verrebbe da pensare che la differenza sia grande quanto quella che c’è tra l’impianto utilizzato per l’ascolto e un citofono, invece il piccolo DAC economico si difendeva, ovviamente si sentiva la differenza, sarei bugiardo a dire di no, la grana sonora del DAC da 3000€ era più fine ma la differenza in termini sonori non era così grande quanto quella economica… cioè per passare da una carta vetrata del 500 a una del 1000 non si è passati da 150€ a 300€ ma da 150€ a 3000€.

Quindi sono abbastanza sicuro che i meno scettici potranno realizzare questo progetto spendendo poco e con un risultato assolutamente godibile e che non deluderà le loro aspettative, poi nessuno toglie che è possibile abbinare questo semplice stadio valvolare a un DAC con doti superiori, l’unica raccomandazione è di assicurarsi di non caricare troppo lo stadio di uscita della ECC86, consiglio che sia interfacciato a finali che abbiano un’impedenza di ingresso non inferiore a 47k, la ECC86 è si fatta per bassa tensione ma lavora comunque con 1mA di corrente anodica, quindi non gli si può chiedere di pilotare carichi inferiori.

Il DAC viene riconosciuto senza bisogno di installare driver da tutti i sistemi operativi windows da XP in avanti, da Linux e MAC.

Variante con alimentazione 24Vcc esterna e buffer d’uscita

Questo circuito è quasi uguale al precedente, mi è stato richiesto da “G.M.”  per l’abbinamento con un fiale a Stato Solido DIY, dove è presente già un’alimentazione a 24volt continui, il circuito a stato solido ha un’impedenza di ingresso troppo bassa per gestirla bene con la ECC86 quindi al circuito è stato aggiunto uno stadio buffer a jfet per abbassare l’impedenza d’uscita del segnale e riuscire a pilotare l’ingresso dell’amplificatore.

Commento di “G.M.” arrivato per email:

Sono strabiliato, esterrefatto, ammutolito e commosso alle lacrime non è possibile, non è reale finalmente sono riuscito a collegare il tutto e tanto per provarlo ho collegato due casse senza valore ma il suono è inimmaginabile, finalmente ho una idea di cosa sia definizione, spazialità, presenza dei bassi non vedo l’ora di collegarle con altoparlanti più seri non hai idea di quanto ti sia riconoscente! 

Grazie, grazie, grazie. Con la musica mi hai fatto scoprire un mondo nuovo  credo di dover ringraziare anche tuo nonno che ti ha sostenuto nella tua passione ci sentiremo più avanti, ringraziandoti ancora, buon proseguimento.

Variante con ECC82

Questa variante usa la valvola ECC82 alimentata ad alta tensione al posto della ECC86. Per essere precisi nelle foto appare una valvola 9AU7 che è una 12AU7 con filamento a 9 volt invece che a 12, ma la differenza è tutta qui. Sotto lo schema premium:

La scatoletta di questo l’ho stampata con plastica marrone perchè lo si voleva abbinare al finale c-rust 6jz8.

Se poi siete interessati ad acquistare l’oggetto già finito potente contattarmi cliccando qui.

Il montaggio di “S.C.” della versione con ECC86 (non io, ma un’altro Stefano, lettore del sito)

Finalmente finito.
Mi ci ha messo una vita ad arrivare il dac ma alla fine mi è venuto bene e suona bene!

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2 risposte a HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

  • Ti ho risposto per email, se vuoi ti posso fornire un computer allestito con i dovuti software per riproduzione di audio digitale, oppure se hai un vecchio (non troppo) notebook che non usi più ti installo Linux e strawberry. Una nota su strawberry, è disponibile anche per windows e mac ma su Linux ha la possibilità di eseguire in modalità bit perfect.

  • Ciao, ti ringrazio per l’aiuto (per quel che ci posso capire io che non ci capisco niente), che hai dato, gi esempi sono stati stracalzanti e molto semplici da capire. ti chiedo se posso un consiglio, devo cabiare l’impianto e seguendo le tue dritte non so che prendere di ciò che c’è sul mercato. io a casa avrei la linea lan che potrebbe arrivare direttamente al DAC ma per leggere i dati? devo prendere un lettore di rete? eppoi ci vuole un dac a valvole ? si trovano con delle buone valvole fatte a posta per bassa tensione? e deve essere per forza valvoare il dac? perchè ho letto in diversi siti che non era importante e che bastava un buon DAC che il lavoro grosso per avere un suono veramente buono lo doveva fare l’amplificatore, che a questo punto vorrei perendere valvolare … ma, seguendo le tue stesse dritte quale? se mi rispondi credo che te ne sarò eternamente grato. Grazie

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